Una giornata a Trieste non può assolutamente mancare

di admin

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Ormai non posso più nasconderlo: il Friuli mi ha stregato. Ci si mette anche Flixbus con delle offerte irrinunciabili…così il gioco è fatto. Colgo al volo l’occasione arrivata dalla compagnia dei bus verdi e, nello stesso week-end, visito prima la città croata di Rijeka (vedi post dedicato) e poi la protagonista di questo post: Trieste. Ricordo come se fosse ieri le parole del ragazzo di Udine che incontrai casualmente sulla Marshrutka che da Chisinau ci stava portando in Transnistria: “non puoi perderti Trieste perchè è bellissima”, mi disse. E così eccomi qua; a troppe pressioni non ho saputo resistere 🙂 . Adesso la domanda è una sola: sarà vero tutto ciò che si dice oppure no? Non ho altro da fare che scoprirlo di persona senza perdere ulteriore tempo in chiacchiere.

Domenica mattina: alle 6:00 in punto prendo il bus dall’autostazione di Rijeka e dopo circa un paio d’ore scarse sono a destinazione. Devo liberarmi prima di subito del borsone pieno di cose che non c’entrano nulla con la visita che sto per fare e qui ho una graditissima sorpresa: il deposito bagagli c’è! Si…ok…è di quelli in cui l’impiegato (lo stesso della biglietteria…) ti prende la valigia e la ripone nello stanzino, quindi siamo lontani anni luce dai lockers degli altri paesi europei, ma a cosa devo tanta grazia qui in Italia? Dato che a tale quesito non avrò mai una risposta, faccio come sempre in casi come questo: mi godo l’impossibile senza aprire bocca e vado avanti. Anche se le cose da vedere riportate sulla mia mappa sono tantissime, è molto presto e c’è un problema di probabile cattiva luceb per le foto che andrò a scattare (ebbene si, oggi il meteo pare sia intenazionato a risparmiarmi), per cui decido di passare una ventina di minuti nel bar già testato ieri per una nuova colazione. Il tempo passa in fretta ed il giro inizia. Decido di cominciare seguendo la strada che di lì a poco mi porterà sul lungomare ed il primo punto di interesse che vedo è la Sala Tripcovich. Si tratta di un edificio costruito nel 1936 da Umberto Nordio, è stata usata prima come stazione per le corriere e poi trasformata in un teatro; adesso ha problemi strutturali ed è lasciata ferma in attesa di poter essere demolita se la Soprintendenza toglierà il vincolo attualmente in vigore.

Sala Tripcovich

Sin da subito non posso non notare i bellissimi palazzi che si trovano in questa zona; se potessi li citerei tutti ad uno ad uno, ma poi questo scritto diventerebbe un elenco catastale, per cui mi limito ad osservarli come dovuto. Supero ora un punto in cui il mare si insinua fin dentro la città: non mi fermo perchè ci tornerò successivamente. Adesso ho davanti a me la Chiesa Greco-Ortodossa di San Nicolò. Per poterla immortalare devo aspettare qualche minuto. Il motivo? La piazzetta antistante è adibita a capolinea degli autobus: trovare un singolo momento in cui non ci sia qualcosa parcheggiato è un’impresa.

Chiesa Greco-Ortodossa di San Nicolò

Supero il Molo Audace e mi trovo davanti alla Scala Reale, una breve scalinata che arriva fino al mare. Entrambi i suoi lati sono ornati da statue. Da una parte è raffigurato un bersagliere, mentre dall’altra ci sono quelle che vengono definite “Le Ragazze di Trieste”: sono due sarte intente a cucire la bandiera tricolore. Ringrazio il fatto di esserci arrivato di primo mattino per due motivi: il primo è che il sole mi regala un’ottima illuminazione; il secondo è che queste opere d’arte attirano quasi più turisti di tutto il resto della città e portare via un’immagine senza qualcuno che vi ronza intorno è un evento.

Il Bersagliere

Le Ragazze di Trieste

Dalla parte opposta posso letteralmente ammirare quello che, a mio parere, è il punto più bello e suggestivo di tutta la città: Piazza Unità d’Italia. Qui sono concentrati edifici storici fantastici che fungono da perimetro per tre lati: la sede della Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, Palazzo Pitteri, Il Municipio di Trieste ed il Palazzo del Governo (Che ospita la Prefettura) fanno da guardiani alla Fontana dei Quattro Continenti in un contesto molto austero ma degno di nota come pochi altri.

Regione Autonoma del Friuli Venexia Giulia

Palazzo del Governo

Municipio di Trieste

Fontana dei Quattro Continenti

Proseguendo per le vie del centro si aprirebbe un mondo, ma voglio essere fedele alla linea scelta e restare sul lungomare fino ad esaurimento dei punti di interesse in questa zona. E’ così che, davanti alla Stazione Marittima, posso vedere la statua dedicata a Nazario Sauro. Dopo trovo il Salone degli Incanti, ex pescheria centrale ed oggi Centro Espositivo d’arte Moderna e Contemporanea (temo siano in corso dei lavori edili) e, in Piazza Venezia, il Monumento dedicato all’imperatore Massimiliano I°.

Statua di Nazario Sauro

Salone degli Incanti – fronte

Salone degli Incanti – retro

Monumento all’Imperatore Massimiliano I°

Qui mi addentro solo un po’ nell’interno della città superando il Museo Revoltella ed arrivando in Piazza Attilio Hortis. C’è il monumento dedicato a colui che ha prestato il nome a questa area, la statua di Italo Svevo e, poco più avanti, la Chiesa Parrocchiale “Beata Vergine del Soccorso”, difficilissima da fotografare a causa della sua mole posta in un contesto tanto piccolo (per non parlare di una stramaledetta Smart parcheggiata proprio nel punto in cui l’istantanea sarebbe venuta perfetta…).

Monumento ad Attilio Hortis

Statua di Italo Svevo

Chiesa Parrocchiale “Beata Vergine del Soccorso”.

Mi rifiondo sul mare ed inizio a vedere un numero impressionante di barche parcheggiate che regalano scorci molto suggestivi. Arrivo fino all’ex Faro “La Lanterna” e mi fermo. Un cartello indica che da quella parte si andrebbe verso la Risiera di San Sabba che vorrei tanto visitare, ma devo arrendermi perchè troppo distante da raggiungere a piedi in rapporto al tempo a mia disposizione.

Bella veduta delle banchine

Ex faro “La Lanterna”

Torno indietro e stavolta mi dirigo verso il centro cercando di organizzare il giro nella miglior maniera possibile. Non parto col piede giusto: la Basilica Palocristiana è chiusa. Proseguo quindi in direzione della Rotonda Pancera (opera neoclassica dell’architetto Matteo Pertsch), talmente incastonata nel contesto poco uniforme in cui si trova al punto di essere difficile da individuare; si tratta di un edificio davvero particolare che, sia esternamente che internamente, comprende altorilievi, colonne, statue e chi più ne ha più ne metta. Di fronte, in una piazzetta, si trova l’Arco di Riccardo.

Rotonda pancera

Arco di Riccardo

Sempre in zona ci sono la piccola Basilica di San Silvestro e l’imponente Parrocchia di Santa Maria Maggiore collegata a Via del Teatro Romano da un bella scalinata.

Basilica di San Silvestro

Parrocchia di Santa Maria Maggiore

Ovviamente se mostro questa foto significa che sono sceso “al piano di sotto”; colgo l’occasione per ammirare proprio il Teatro Romano di Trieste che dà il nome alla strada in cui si trova. Successivamente torno sù con tutta la fatica necessaria e, per orientarmi meglio, provo a chiedere info ad un passante ma non lo trovo propenso ad aiutarmi…

Teatro Romano

Questo passante non mi indicherà nulla…

Costeggio il Museo di Storia ed Arte “Orto Lapidario” e mi trovo di fronte alla Cattedrale di San Giusto Martire, la cui vista è parzialmente bloccata da alcuni alberi di troppo. Sulla sinistra posso ammirare i resti della Basilica Forense, un Monumento dedicato ai Caduti della Guerra di Liberazione e, in cima ad una salita, il Castello/Museo di San Giusto. Una bella vista dall’alto della città completa il tutto.

Cattedrale di San Giusto Martire

Resti della Basilica Forense

Monumento ai Caduti della Guerra di Liberazione

I prossimi obiettivi si trovano a valle e per raggiungere il punto di partenza impiego qualche minuto. Una volta lì osservo la Chiesa Cattolica Parrocchiale Beata Vergine del Rosario per poi tagliare fin davanti al Teatro Lirico Giuseppe Verdi.

Chiesa Cattolica Parrocchiale Beata Vergine del Rosario

Teatro Lirico Giuseppe Verdi

Sulla destra si apre poi “Piazza della Borsa”, così chiamata perchè vi si affaccia il Palazzo della Borsa Vecchia, oggi sede dalla locale Camera di Commercio. Questo spazio aperto comprende anche il Palazzo del Tergesteo, la Fontana del Nettuno e la Statua di Leopoldo I d’Asburgo.

Palazzo della Borsa Vecchia

Fontana del Nettuno

Statua di Leopoldo I d’Asburgo

Prendo verso destra Corso Italia, importantissima arteria cittadina, e poi svolto a sinistra in Via Dante Alighieri. Trovo dei lavori in corso che però non ostruiscono sensibilmente la vista del monumento dedicato ad Umberto Saba.

Umberto Saba

Andando avanti arrivo in una zona veramente densa di punti di interesse: in Piazza San Giovanni trovo la Statua di Giuseppe Verdi. In Piazza Sant’Antonio Nuovo si affacciano il Tempio Serbo Ortodosso di San Spiridone e la Chiesa Parrocchiale Sant’Antonio Traumaturgo. In direzione del lungomare trovo lo storico Ponte Rosso che ospita la statua di James Joyce. Nell’omonima piazzetta trovo anche la “Fontana Ponterosso”. Il Palazzo che ospita il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” chiude la via.

Statua di Giuseppe Verdi

Tempio Serbo Ortodosso di San Spiridone

Chiesa Parrocchiale Sant’Antonio Traumaturgo

Lo storico Ponte Rosso

Statua di James Joyce

Fontana “Ponterosso”

Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”

Se tanto mi dà tanto…dove c’è un ponte ci deve anche essere qualcosa sotto, altrimenti a che servirebbe? Questo caso non è un’eccezione ed infatti proprio qui è presente l’insenatura marina della quale ho parlato all’inizio di questo post e che prende il nome di “Canal Grande di Trieste”. Suggestiva la veduta d’insieme dell’area anche se con una luce migliore avrei avuto un risultato di qualità decisamente superiore. Alla mia destra merita uno scatto anche il Palazzo Carciotti.

Canal Grande di Trieste

Palazzo Carciotti

La passeggiata mi conduce ad osservare la particolare Chiesa Evangelica in Largo Odorico Panfili e la Fontana dei Tritoni nella vicina Piazza Vittorio Veneto. Arrivo fino al Tempio Israelitico, una struttura davvero interessante e particolare che però è ubicata in un punto in cui nessuna foto riesce a ritrarlo come si deve: un edificio posto a pochi metri dalla sua facciata lo tiene quasi nascosto ed è un vero peccato.

Chiesa Evangelica

Fontana dei Tritoni

Passando di fronte all’imponente Tribunale di Trieste arrivo alla Parrocchia dell’Immacolato Cuore di Maria e, da qui, giungo in nel Giardino di Piazza della Libertà dove osservo il monumento dedicato all’Imperatrice Elisabetta d’Austria.

Parrocchia Immacolato Cuore di Maria

Statua dell’Imperatrice Elisabetta d’Austria

Ho di fronte a me la Stazione Centrale e non sono qui per caso: la mia intenzione è quella di prendere un treno e scendere alla fermata che mi permetterà di giungere a piedi al famoso Castello di Miramare. Ci vogliono davvero pochi minuti per arrivare e a destinazione non c’è alcun edificio ad accogliere i clienti del treno, bensì una specie di banchina tenuta pure poco bene, se proprio devo essere sincero. Fatto stà che con poco sforzo riesco ad entrare nel Parco del Castello e ad iniziare il percorso verso lo storico edificio. Nei minuti che precedono il mio arrivo mi imbatto nel monumento ad Amedeo di Savoia-Aosta; vedo poi il Castelletto ed alcune fontane presenti in una piazza che ospita anche delle scalinate.

Monumento ad Amedeo di Savoia-Aosta

Scorcio della “piazza” con fontane e scalinate

Finalmente me lo trovo davanti: il Castello di Miramare si mostra in tutta la sua bellezza. Particolare della zona è la Sfinge (anche se al mio passaggio è abbastanza rovinata dai soliti vandali della vernice spray) che si trova proprio alla fine del piccolo molo posto di fronte al castello stesso.

Castello di Miramare

Mi viene da guardare l’orologio per capire che cosa fare adesso: mi prende un colpo quando capisco che il prossimo treno verso Trieste Centrale è previsto tra poco più di un’ora e mezzo. Alla fine arriva una decisione drastica, ma che poi si rivelerà ottima: raggiungere il centro città a piedi. Prendo Via di Miramare e mi metto in cammino non sapendo neanche quanta sia la distanza reale. Alcuni flash del mare già mi ripagano della scelta che appare quantomeno avventata.

Il mare nei presso del Castello di Miramare

L’unica nota stonata è che il meteo sta cominciando a fare i capricci. Il flebile sole che mi ha accompagnato fino a poco fa è adesso coperto dalle nuvole e soprattutto si sta alzando un vento niente male. Da queste parti è famosa la Bora, ma non so dire per certo se si tratti proprio di questo. La situazione peggiora passo dopo passo: più cammino e più la forza del vento prova a spingermi indietro…perchè ovviamente la mia fortuna non me lo ha fatto trovare alle spalle, bensì frontalmente. Il tragitto è lungo ma anche abbastanza scenografico: tra le varie cose, a parte il bellissimo mare che non mi stancherò di ricordare, inconto la statua chiamata “La Mula di Trieste”  ed il Faro della Vittoria.

La Mula di Trieste

Ad un certo punto posso scegliere se proseguire per la strada principale oppure se deviare a destra sulla via che conduce al Porto Vecchio, oggi abbandonato. Decido per la seconda opzione e mi trovo a camminare in un’area da film post-apocalittico. Capannoni in disuso, lugubri, fatiscenti e recintati per impedire alle persone di accedere si trovano da ogni parte; in giro ci sono solo io e pochissimi avventori che si contano sulle dita di una mano (bisogna essere veri amanti di queste cose per venire qui). Da notare (magari perchè ancora in piedi e visitabile internamente, oltre che per il suo colore giallo) la Centrale Idrodinamica.

Porto Vecchio di Trieste – 1

Porto Vecchio di Trieste – 2

Porto Vecchio di Trieste – 3

Centrale Idrodinamica

Alla fine del percorso spunto di nuovo accanto alla stazione dei bus ed imposto il navigatore per curiosità: la tratta conclusa misura circa sette kilometri. Niente male…calcolando che sono arrivato pure un quarto d’ora prima del passaggio del treno dalla stazione “Miramare”. Ho ancora tempo a dispozione, così prendo la mia mappa e vago in giro per la città in cerca di altri spunti. Di particolare interesse trovo la Scala dei Giganti: si tratta di una scalinata monumentale che sovrasta l’inizio di una galleria; salendola ed andando ancora avanti si raggiunge la Fontana di Montuzza e poi si arriva anche alla Chiesa di Sant’Apollinare Martire, difficilissima da fotografare causa alberi. Mi spingo fino alla Madonnina d’Oro di Piazza Garibaldi e poi torno in pieno centro.

Scala dei Giganti

Fontana di Montuzza

Chiesa di Sant’Apollinare Martire

La Madonnina d’Oro

Ebbene si: sta arrivando la sera ed ancora in piove. Il cielo da un po’ di tempo è cupo, ma acqua a terra non ne cade. Con le luci artificiali accese da un po’ mi spingo fino all’ultimo centimetro del Molo Audace. Davanti a me ho il mare e tutto intorno un vento bestiale che, non trovando ostacoli sul suo cammino, si diverte a spostarmi di qua e di là. Temo sia meglio tornare verso un punto in cui io possa essere sicuro di non finire in acqua perchè la situazione è davvero singolare: non  sono certo abituato come probabilmente lo sono i triestini. Resta una sola cosa da fare prima di andare via: ammirare Piazza Unità d’Italia tutta illuminata; mi immagino che sia uno spettacolo e non mi sbaglio affatto. Vedere per credere.

Piazza Unita d’Italia “serale” – 1

Piazza Unita’ d’Italia “serale” – 2

Piazza Unita’ d’Italia “serale” – 3

Adesso è davvero tutto; faccio marcia indietro in direzione della Stazione dei bus ed attendo l’ora della partenza del mezzo che mi avrebbe riportato a casa dopo il viaggio notturno. Tutto ciò a seguito del recupero del borsone al deposito bagagli e di una piccola spesa alimentare per la cena che effettuo ad un market della medesima zona. Proprio quando sto per partire inizia a piovere: incredibile che oggi io sia stato graziato in questo modo; generalmente non sono così fortunato. La tratta verso Roma si svolge tranquillamente e mi ritrovo in ufficio per l’inizio della settimana in men che non si dica.

Aveva ragione il ragazzo di Udine incontrato sulla Marshrutka da Chisinau alla Transnistria: Trieste è davvero una bella città ricca di punti di interesse e merita sicuramente una visita. Mi pento di non averlo fatto prima, ma l’importante è rimediare. Ho così aggiunto un altro importante tassello alla scoperta del Friuli Venezia Giulia, regione che mi stupisce ogni volta che ci metto piede.

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