Torino: una città monumentale ed elegante

di admin
Duomo di San Giovanni

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Per il secondo fine settimana di marzo decido di restare in Italia, cosa che alla fine non fa poi così male. Prenotando con larghissimo anticipo riesco ad ottenere una tariffa vantaggiosa da Trenitalia con destinazione Torino, capoluogo di regione del Piemonte nonchè ex capitale della nazione del tricolore tra il 1861 ed il 1864.  C’ero già stato anni ed anni fa, ma allora mi potevo definire uno scarso turista causa la totale mancanza di esperienza e di organizzazione. Di quella volta fugace ricordo cose positive che stavolta decido di approfondire ed ampliare definitivamente. La stesura della mappa parla chiaro: siamo oltre i 120 punti di interesse da vedere e questo la dice lunga sull’intensità del giro che mi aspetta. Nota positiva: il meteo. Ebbene si, per la quinta uscita di seguito sono previste due splendide giornate di sole; non finirò mai e poi mai di ringraziare l’inverno del 2018-2019, il più bello in assoluto che la memoria mi permette di ricordare. Ma ora basta con le chiacchiere e partiamo…

Venerdi sera: 8 marzo 2019, ovvero la festa della donna, o per meglio dire la tipica giornata di sciopero selvaggio per tutti i fannulloni che vivono in Italia, soprattutto coloro che dovrebbero occuparsi del settore dei trasporti; è ormai chiaro che queste infinite astensioni dai doveri quotidiani non sono atte a vincere battaglie di dignità, bensì solo ed esclusivamente a rompere i coglioni alla gente comune (che paga biglietti ed abbonamenti) che magari a lavorare ci vorrebbe andare e/o vorrebbe partire per un viaggio, sempre se lorsignori sono così cortesi da permetterlo. Io faccio parte di entrambe le categorie (lavoratori e viaggiatori), per cui ogni volta che si ripete questo SCHIFO sono doppiamente colpito. Ho il treno alle 23:55, per cui in condizioni normali avrei potuto uscire dall’ufficio, andare a casa con calma, ultimare i preparativi dello zaino, farmi una doccia, riposarmi e partire per tempo verso la stazione. Invece no: ho dovuto fare tutto questo in fretta e furia ieri sera e poi restare oggi in centro città per ore come un profugo senza poter far niente per paura di non riuscire a trovare il modo di arrivare a Tiburtina nel caso mi fossi allontanato troppo. Meglio non aggiungere altro perchè se lo facessi otterrei una scomunica per direttissima col Papa in persona che in attesa al mio citofono. Tutto questo caos però viene compensato da un mezzo miracolo: l’intero scompartimento del treno che comprende il mio posto assegnato non vedrà entrare anima viva per tutto il tragitto fino a Torino e per nove e ore e mezzo ho a disposizione ben sei poltrone, la gestione delle prese elettriche, della luce e del riscaldamento. Inutile dire che mi dedico soprattutto ad una bella dormita che mi permette di recuperare le energie dopo una lunga settimana. Alle 9:22 il convoglio termina la sua corsa alla stazione di Porta Susa, la più centrale della città che mi vedrà come ospite oggi e domani. Mappa alla mano inizio immediatamente il giro perchè non ho tempo da perdere. Passo attraverso l’uscita di Corso Vittorio Emanuele II° e mi dirigo subito verso il Monumento dedicato a Pietro Paleocapa, ingegnere che ricordiamo come Ministro dei Lavori Pubblici del Regno di Sardegna. Passo per il Giardino Sambuy dove noto una graziosa fontana e giungo davanti alla scultura in onore di Luigi Lagrange, matematico ed astronomo.

Dedicato a Pietro Paleocapa

Dedicato a Pietro Paleocapa

Fontana del Giardino Sambuy

Fontana del Giardino Sambuy

In onore di Luigi Lagrange

In onore di Luigi Lagrange

Mi bastano queste prime battute per capire che dovrò subire un problemino senza poter far nulla per migliorare la situazione: gran parte del centro storico di Torino, a causa delle vie strette e degli alti edifici che lo compongono, non lascia passare in pieno la luce solare; per tale motivo saranno frequenti i punti di interesse che fotograferò per metà illuminati e per l’altra metà all’ombra. Pochi passi ed è la volta della Chiesa Parrocchiale Madonna degli Angeli; la successiva scultura a Giuseppe Mazzini è seguita dal Monumento Equestre ad Alfonso Ferrero della Marmora (ex generale dell’esercito e politico) che si trova nella bella cornice di Piazza Giambattista Bodoni.

Chiesa Parrocchiale Madonna degli Angeli

Chiesa Parrocchiale Madonna degli Angeli

Dedicato a Giuseppe Mazzini

Dedicato a Giuseppe Mazzini

Alfonso Ferrero della Marmora

Alfonso Ferrero della Marmora

Passo ora ad osservare l’edificio che ospita il Museo Regionale di Scienze Naturali e poi devio verso il Parco Balbo che accoglie, nell’ordine, i Monumenti a Cesare Balbo (politico e scrittore), a Daniel Manin (politico) ed a Eusebio Bava (generale e politico). Non lontane spiccano la Chiesa di San Massimo e la Chiesa di San Francesco di Sales.

Museo Regionale di Scienze Naturali - Ingresso

Museo Regionale di Scienze Naturali – Ingresso

In memoria di Cesare Balbo

In memoria di Cesare Balbo

Per Daniele Manin

Per Daniele Manin

Dedicato ad Eusebio Bava

Dedicato ad Eusebio Bava

Chiesa di San Massimo

Chiesa di San Massimo

Chiesa di San Francesco di Sales

Chiesa di San Francesco di Sales

Il giardino Cavour ospita la scultura per Carlo de Robilant (ambasciatore, ministro degli esteri e senatore); tocca poi alla Chiesa di San Michele Arcangelo essere oggetto della mia reflex. Il Monumento a Guglielmo Pepe (generale nell’Esercito delle due Sicilie) chiude il cerchio su questa zona.

Carlo di Robilant

Carlo di Robilant

Chiesa di San Michele Arcangelo

Chiesa di San Michele Arcangelo

In onore di Guglielmo Pepe

In onore di Guglielmo Pepe

Mi sposto verso il Fiume Po, uno dei simboli di questa città. Per la precisione arrivo nella storica zona dei “Murazzi” e non posso non fare la classica passeggiata sulla sponda ovest tra Ponte Vittorio Emanuele I° e Ponte Umberto I°. Ma la cosa non si limita a questo: raggiungo anche la “Chiesa Gran Madre di Dio” (un sacrario dei caduti nella prima puerra Mondiale si trova sul suo lato destro), la scultura per Giuseppe Garibaldi, la Chiesa Cattolica Sant’Agnese e il Monumento in memoria della Spedizione di Crimea. In più, come se non bastasse, si gode anche una splendida vista della Chiesa/Convento di Santa Maria al Monte dei Cappuccini. Direi proprio niente male…

Ponte Vittorio Emanuele I°

Ponte Vittorio Emanuele I°

Chiesa Gran Madre di Dio

Chiesa Gran Madre di Dio

I Murazzi del Po

I Murazzi del Po

Chiesa-Convento di Santa Maria al Monte dei Cappuccini

Chiesa-Convento di Santa Maria al Monte dei Cappuccini

Giuseppe Garibaldi - L'eroe dei due mondi

Giuseppe Garibaldi – L’eroe dei due mondi

Ponte Umberto I° - Panoramica

Ponte Umberto I° – Panoramica

Ponte Umberto I° - Dettaglio

Ponte Umberto I° – Dettaglio

Chiesa Cattolica Sant'Agnese

Chiesa Cattolica Sant’Agnese

In memoria della Spedizione di Crimea

In memoria della Spedizione di Crimea

L’arco Monumentale all’Arma di Artiglieria  mi dà il benvenuto nel Parco del Valentino, un’enorme area verde tutta da esplorare dove incrocio anche la statua dedicata a Massimo d’Azeglio (politico del Regno di Sardegna). La passeggiata prosegue con il bellissimo Castello del Valentino seguito dal monumento a Quintino Sella (ex Ministro delle Finanze del Regno d’Italia) e dalla sede della “Promotrice delle Belle Arti”.

Arco Monumentale all'Arma di Artiglieria

Arco Monumentale all’Arma di Artiglieria

Dedicato a Massimo d'Azeglio

Dedicato a Massimo d’Azeglio

Castello del Valentino

Castello del Valentino

Per Quintino Sella

Per Quintino Sella

Sede della Promotrice delle Belle Arti

Sede della Promotrice delle Belle Arti

Vado avanti nel parco dopo essermi tolto la giacca e tirato in sù le maniche del maglione: la giornata va in crescendo non solo artisticamente, ma anche dal punto di vista meteorologico. Arrivo ad uno spazio davvero interessante, cioè il Borgo Medievale. Per descriverlo non posso far altro che copiare spudoratamente le parole del sito ufficiale che spero non me ne voglia: è un museo a cielo aperto posto sulla riva ovest del fiume Po. E’ composto da una zona libera e dal castello che è a pagamento. L’area è piccola e la si visita rapidamente, ma dà la sensazione di tornare indietro nel tempo tranne quando, sbirciando sulla sinistra dopo l’ingresso, si nota chiaramente una stanzetta con una serie di distributori automatici; purtroppo il commercio arriva proprio dappertutto. Lungo il perimetro esterno della struttura vedo passare almeno tre-quattro scoiattoli grigi con delle code enormi che purtroppo non faccio in tempo ad immortalare perchè proprio non me li aspettavo. A mia memoria ricordo di averli visti solo nel resto d’Europa, ma mai in Italia.

Borgo Medievale - Facciata

Borgo Medievale – Facciata

Borgo Medievale - Ingresso

Borgo Medievale – Ingresso

Borgo Medievale - Fontana e scorcio

Borgo Medievale – Fontana e scorcio

Borgo Medievale - Castello

Borgo Medievale – Castello

Chiudo anche questa parte ammirando l’imponente Fontana dei dodici mesi che si trova nelle immediate vicinanze; punto di interesse successivo è la statua equestre ad Amedeo di Savoia (ex Re di Spagna e primo Duca d’Aosta) che merita attenzione. Successivamente un unico edificio ha due ingressi uguali su due lati opposti: uno ospita il Museo di Anatomia Umana (l’affaccio è su Corso Massimo d’Azeglio) mentre l’altro ospita il Museo di Antropologia Criminale (l’affaccio è su Via Pietro Giuria).

Fontana dei dodici mesi

Fontana dei dodici mesi

In onore di Amedeo si Savoia

In onore di Amedeo si Savoia

Museo di Anatomia

Museo di Anatomia

Museo di Antropologia Criminale

Museo di Antropologia Criminale

Vado avanti seguendo rigorosamente la mappa fino ad arrivare alla scultura per Felice Govean (giornalista e massone) e concludo questa parte con la Parrocchia Santuario Sacro Cuore di Gesù. A questo punto guardo l’orologio per capire che ore siano perchè ho un appuntamento per le 13:30 con il proprietario di un monolocale prenotato su AirBnb e non voglio fare tardi. Gli occhi mi si aprono a palla come non mai: sono le 13:00!!! Il tempo è volato via ed io mi trovo a 3,6 kilometri dall’indirizzo di mio interesse. Inutile dire che mi mordo le mani, ma il giro fino ad ora è stato talmente ricco da farmi perdere la misura della realtà. Imposto il navigatore che mi indica circa 45 minuti di percorrenza, ma non ho tutto questo tempo a disposizione. Non ho scelta e mi metto a marciare come neanche fece il buon Maurizio Damilano durante le gare più belle della sua carriera e, alla fine, stringo la mano del mio interlocutore alle 13:32 recuperando ben tredici minuti rispetto al tempo medio umano. Inutile dire che per fare ciò non ho rispettato tutti tutti i semafori rossi per i pedoni, ma questa è un’altra storia.

Monumento a Felice Govean

Monumento a Felice Govean

Parrocchia Santuario Sacro Cuore di Gesù

Parrocchia Santuario Sacro Cuore di Gesù

Prendo possesso della stanza (che è piccola ma molto molto carina) e congedo il proprietario dopo che mi ha consigliato un posto dove andare a mangiare qualcosa di tipico per cena non sapendo che mancano sei giorni alla fine della mia dieta e che ancora non posso permettermi niente di particolare oltre a ciò che prevede il mio menù ferreo. Ho la maglietta sudata e prima di uscire devo asciugarla con un mini-phon fortunatamente presente in uno dei cassetti del bagno. Fatto ciò, torno fuori e ricomincio il tour da qui. Data la distanza percorsa è scontato che io mi trovi in una zona completamente diversa rispetto a quella lasciata quasi un’ora fa. Vicino a me c’è la splendida Parrocchia Gesù Nazareno che in questo particolare momento è completamente baciata dal sole. Com’è che scrivo sempre? Che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, ed anche stavolta non fa eccezione: in “Giardino Luigi Martini” è in corso uno stramaledetto mercato di quelli tipici del sabato mattina, pieni di cianfrusaglie e robaccia inutile con ombrelloni che coprono qualsiasi visuale; ovviamente non è tutto: i furgoncini dei proprietari dei banchetti sono parcheggiati su strada fino alla terza fila abusiva proprio davanti all’edificio religioso. Tutto questo riduce sensibilmente il raggio d’azione della mia reflex e devo accontentarmi dello scorcio della facciata.

Parrocchia Gesù Nazareno

Parrocchia Gesù Nazareno

La mia bile sta bollendo; cavolo…vengo anch’io da una località in cui l’appuntamento del mercato cittadino è molto sentito, però c’è la decenza di farlo di martedi mattina e non di sabato!!! Provo a diminuire l’incazzatura pensando ad altro e muovo le gambe in una nuova direzione. E’ la volta di un bella costruzione storica che prende il nome di “Casa Fenoglio-Lafleur”, una delle maggiori testimonianze del liberty italiano. Più in là incontro la Chiesa di Nostra Signora del Suffragio e Santa Zita: davanti appare come una normale chiesa di quartiere, ma c’è una chicca: riesco a fotografare per intero il fantastico e coloratissimo campanile sfruttando un cancello automatico che si è aperto proprio al momento giusto. Nel caso lo avessi trovato chiuso non avrei mai potuto scattare l’immagine seguente. Proseguo con la statua di San Giovanni Bosco che ha dietro di se la bella Basilica di Maria Ausiliatrice.

Casa Fenoglio-Lafleur

Casa Fenoglio-Lafleur

Chiesa del Suffragio e Santa Zita - Facciata

Chiesa del Suffragio e Santa Zita – Facciata

Chiesa del Suffragio e Santa Zita - Campanile

Chiesa del Suffragio e Santa Zita – Campanile

Procedo ora raggiungendo Piazza Statuto che dista pochi minuti di cammino. La prima cosa che vedo è il bellissimo Monumento al Traforo del Cenisio-Frejus; la seconda cosa che vedo è la presenza di strani personaggi sulle panchine qui presenti. Direi che è meglio cambiare aria in fretta.  Da qui in poi inizio il mio tour-de-force nel centro storico di Torino: la mia mappa è strapiena di “pallini” ed ognuno di essi indica qualcosa di interessante. Devo cercare di fare il più possibile in questo pomeriggio e ci provo senza indugi.

Monumento al Traforo del Cenisio-Frejus

Monumento al Traforo del Cenisio-Frejus

Parto in quarta con la Chiesa del Carmine seguita dall’edificio che ospita il Museo della Sindone e dall’Obelisco alle Leggi Siccardi che sancirono la separazione tra stato e chiesa nel Regno di Sardegna. Vado avanti osservando il Santuario della Consolata che devo necessariamente immortalare da posizione obliqua ed in due immagini (corpo centrale+campanile) perchè lo spazio ridotto a disposizione non permette un’immagine unica frontale di qualità. Nel giro di poche decine di metri ci sono altri tre edifici religiosi: la Chiesa di Santa Chiara, la Chiesa di Sant’Agostino e la Chiesa Ortodossa Greca.

Chiesa del Carmine

Chiesa del Carmine

Obelisco alle Leggi Siccardi

Obelisco alle Leggi Siccardi

Santuario della Consolata - Corpo Centrale

Santuario della Consolata – Corpo Centrale

Santuario della Consolata - Campanile

Santuario della Consolata – Campanile

Chiesa Ortodossa Greca

Chiesa Ortodossa Greca

Tocca alla Chiesa di San Dalmazzo farsi notare, seguita poi dalla Chiesa della Misericordia. Su “Giardino Lamarmora” si affaccia l’imponente Palazzo della Luce (edificio storico oggi usato per l’organizzazione di eventi), mentre al centro della piazza noto il monumento al centenario del corpo dei Bersaglieri ed una nuova statua per Alessandro Ferrero della Marmora (e sono due…). Finalmente colgo l’occasione per scattare una foto ad uno dei tantissimi “Toretti” presenti in città, ovvero le tipiche fontanelle pubbliche di Torino.

Chiesa di San Dalmazzo

Chiesa di San Dalmazzo

Chiesa della Misericordia

Chiesa della Misericordia

Per il centenario del corpo dei Bersaglieri

Per il centenario del corpo dei Bersaglieri

Secondo omaggio ad Alessandro Ferrero Lamarmora

Secondo omaggio ad Alessandro Ferrero Lamarmora

I Toretti

I Toretti

Riprendo la passeggiata ed eccomi nel bel mezzo di un tripudio religioso: in uno spazio molto limitato trovo il Santuario di Santa Maria di Piazza, la Chiesa di San Francesco d’Assisi e la Chiesa dei Santi Martiri. Mi sposto poi dal sacro al profano: vorrei portare con me l’immagine del Palazzo di Città (il Municipio), ma questa cosa mi viene impedita da una stranissima decorazione che si trova nell’omonima piazza proprio di fronte ad esso. Devo accontentarmi del solo Monumento al Conte Verde, soprannome di Amedeo VI di Savoia.

Santuario di Santa Maria di Piazza

Santuario di Santa Maria di Piazza

Chiesa dei Santi Martiri

Chiesa dei Santi Martiri

Monumento al Conte Verde

Monumento al Conte Verde

Ho ancora energie e le sfrutto al massimo: è la volta della Chiesa Cattolica San Domenico e, poco dopo, della bella Basilica Mauriziana. Mi sposto poi nella zona della Porta Palatina che devo immortalare dal lato interno causa esposizione al sole e…troppe macchine parcheggiate dalla parte opposta. Il Monumento a Giovanni Battista Bottero (giornalista e politico) viene prima della Chiesa dello Spirito Santo e della Basilica Corpus Domini.

Chiesa Cattolica San Domenico

Chiesa Cattolica San Domenico

Basilica Mauriziana

Basilica Mauriziana

Porta Palatina

Porta Palatina

Giovanni Battista Bottero

Giovanni Battista Bottero

Chiesa dello Spirito Santo

Chiesa dello Spirito Santo

Basilica Corpus Domini

Basilica Corpus Domini

Mi avvicino a grandi falcate al cuore di Torino e lo faccio ammirando l’imponente Duomo di San Giovanni, affiancato dalla Galleria Sabauda, che mi introduce su Piazza Castello (il nome deriva dalla presenza del Castello degli Acaja). Qui ci sono tantissimi punti di interesse, in primis l’ingresso per la visita del Palazzo Reale che non faccio perchè già eseguita durante la mia precedente esperienza fugace di parecchi anni fa. Segue poi la Real Chiesa di San Lorenzo, mentre Palazzo Madama è imbruttito dalla presenza di lavori in corso con conseguenti impalcature piazzate proprio sulla facciata. Davanti ad esso spicca il Monumento all’Alfiere dell’Esercito Sardo, mentre sul lato sinistro c’è quello ai Cavalieri d’Italia. L’area si conclude con la vista dell’edificio che ospita il Teatro Regio. Poco lontana merita una capatina anche la Chiesa della Santissima Trinità ubicata su Via Giuseppe Garibaldi.

Duomo di San Giovanni

Duomo di San Giovanni

Palazzo Reale di Torino

Palazzo Reale di Torino

Real Chiesa di San Lorenzo

Real Chiesa di San Lorenzo

Monumento all'Alfiere dell'Esercito Sardo

Monumento all’Alfiere dell’Esercito Sardo

Monumento ai Cavalieri d'Italia

Monumento ai Cavalieri d’Italia

Teatro Regio

Teatro Regio

Esco da qui e cambio totalmente zona: stavolta il mio obiettivo è il Monumento al Carabiniere e non me lo faccio certo sfuggire. Poi, finalmente direi, ammiro l’imponenza della Mole Antonelliana che è una delle opere meno fotografabili del mondo. I suoi 168 metri di altezza ed il fatto che l’edificio è racchiuso da altre costruzioni (ovviamente più basse) negano il campo visivo per poter portare a casa una bella immagine. Vorrei salire sull’ascensore ed ammirare il panorama dall’alto…ma temo di dvoer desistere: la fila formata dalle persone che hanno la mia stessa idea supera la fettuccia che indica un’ora di attesa. Mi rimetto in marcia, ma stavolta sono costretto a fermarmi perchè ho un buco nello stomaco. In una traversa di Corso San Maurizio trovo un fast food e consumo un menù kebab di quelli che piacciono a me. Una volta fuori di li e con la pancia piena mi imbatto nella stranissima Casa Scaccabarozzi, denominata “fetta di polenta”: è un palazzo di pianta trapezoidale in cui uno dei suoi prospetti misura solamente 54 centimetri. Chiudo il cerchio vedendo la Chiesa di Santa Giulia.

Monumento al Carabiniere

Monumento al Carabiniere

Mole Antonelliana

Mole Antonelliana

Casa Scaccabarozzi

Casa Scaccabarozzi

Chiesa di Santa Giulia

Chiesa di Santa Giulia

Torno sulla sponda ovest del Po all’altezza di Ponte Vittorio Emanuele I°, ma ovviamente prendo una direzione diversa rispetto a questa mattina. Faccio il mio ingresso sulla ampissima Piazza Vittorio Veneto che osservo in lungo ed in largo girando a 360 gradi su me stesso una volta raggiunto il suo centro. Proseguo poi per Via Po ed incontro la Chiesa della Santissima Annunziata seguita dalla Parrocchia San Francesco da Paola e dalla sede dell’Università degli Studi di Torino.

Chiesa della Santissima Annunziata

Chiesa della Santissima Annunziata

Parrocchia San Francesco da Paola

Parrocchia San Francesco da Paola

Sede dell'Università degli Studi di Torino

Sede dell’Università degli Studi di Torino

Mi aspetta un altro cambio di direzione e stavolta faccio capolino su Piazza Carlo Alberto: orrore!!! C’è un altro stramaledetto mercato con altre bancarelle che occupano spazio e campo visivo preziosissimi. Ma è mai possibile??? Riecco che la bile torna a bollire, ma che posso farci? Neanche fumo, altrimenti avrei potuto dar fuoco a quelle schifezze con l’accendino. Ovviamente scherzo…però la gente che autorizza questi scempi proprio non si rende conto del danno che provoca. Osservo l’edificio che ospita la Biblioteca Nazionale Universitaria (devo farlo in obliquo perchè frontalmente è impossibile causa “ombrelloni”), il Museo del Risorgimento Italiano e la statua equestre dedicata a colui che dà il nome alla piazza stessa, ex re di Sardegna.

Biblioteca Nazionale Universitaria

Biblioteca Nazionale Universitaria

Museo del Risorgimento Italiano

Museo del Risorgimento Italiano

In onore di Carlo Alberto

In onore di Carlo Alberto

La successiva Piazza Carignano è uno snodo importante del centro storico locale: oltre all’omonimo Palazzo (testimonianza del barocco piemontese), trovo il Monumento a Vincenzo Gioberti (personaggio importante del nostro risorgimento nonchè primo presidente della Camera dei Deputati del Regno di Sardegna) e, di fronte, l’edificio che ospita il rinomato Museo Egizio. Girato l’angolo ho un’amara sorpresa: la Chiesa di San Filippo Neri è attualmente vandalizzata da lavori di restauro della facciata, quindi niente da fare.

Palazzo Carignano

Palazzo Carignano

In onore di Vincenzo Gioberti

In onore di Vincenzo Gioberti

Museo Egizio

Museo Egizio

Un luogo incredibile per il colpo d’occhio che regala è senza alcun dubbio Piazza San Carlo: non ho parole per descriverla. Sarà merito anche della luce soffusa presente a quest’ora della sera, o del fatto che sia una parte molto vissuta dagli abitanti della città, o ancora dei magnifici palazzi che ne fanno da perimetro…fatto stà che mi colpisce per il suo insieme. Al centro c’è il monumento equestre a Emanuele Filiberto di Savoia. Attenzione: non quello che viene in mente alla maggior parte degli italiani amanti del gossip, bensì colui che visse tra il 1528 ed il 1580 e che fu soprannominato “Testa di Ferro”. All’estremità opposta rispetto a quella del mio ingresso osservo due edifici religiosi uno affianco all’altro: si tratta della Chiesa di Santa Cristina e della Chiesa di San Carlo Borromeo.

Monomento ad Emanuele Filiberto di Savoia

Monomento ad Emanuele Filiberto di Savoia

Chiesa di Santa Cristina

Chiesa di Santa Cristina

Chiesa di San Carlo Borromeo

Chiesa di San Carlo Borromeo

Le due Chiese affiancate di Piazza San Carlo

Le due Chiese affiancate di Piazza San Carlo

Esco dalla piazza imboccando la direzione opposta rispetto alle chiese appena mostrate e mi imbatto subito in un altro luogo di culto, ovvero la Chiesa di Santa Teresa D’Avila. Cammino poi fino a Piazza Solferino e qui trovo nell’ordine la Fontana Angelica, il Teatro Alfieri e le statue dedicate a Ferdinando di Savoia (Duca di Genova) ed a Giuseppe la Farina (patriota, scrittore e politico).

Chiesa di Santa Teresa d'Avila

Chiesa di Santa Teresa d’Avila

Fontana Angelica - 1

Fontana Angelica – 1

Fontana Angelica - 2

Fontana Angelica – 2

A Ferdinando di Savoia

A Ferdinando di Savoia

Per Giuseppe La Farina

Per Giuseppe La Farina

Lascio questa piazza e vado diretto prima verso il Monumento al Bersagliere (davvero particolare) e poi nel “Giardino Andrea Guglielmetti” dove ci sono sia il Mastio della Cittadella che il monumento a Pietro Micca, morto da eroe per salvare Torino dall’attacco francese nel 1706. Infine per oggi mi imbatto nella Parrocchia Santa Barbara. Come si vede dalle ultimissime immagini, ormai è calato il buio sulla città piemontese ed io vengo da una nottata in treno (anche se positiva, non ero su di un vero letto) e da una giornata in cui ho percorso kilometri su kilometri. Decido che è ora di ritirarmi in stanza, ma prima mi fermo ad un market locale a comprare i soliti yogurt light e le bibite per la serata.

Monumento al Bersagliere

Monumento al Bersagliere

Mastio della Cittadella

Mastio della Cittadella

In onore di Pietro Micca

In onore di Pietro Micca

Chiesa Santa Barbara

Chiesa Santa Barbara

Dopo la rapidissima mangiata mi dedico al totale relax giocando al mio calcio manager e preparando sommariamente che cosa vedere domani. Ho fatto tantissimo oggi…ma manca ancora un po’ e devo arrivare pronto all’appuntamento.

Domenica mattina: Oggi la sveglia è abbastanza comoda e suona verso le 8:30; posso così preparare tutte le mie cose ed essere fuori dalla stanza per le 9:00. Giusto il tempo di avvisare il proprietario del monolocale del mio self check-out come da accordi e si parte. So già che mi aspetta una lunghissima camminata (più di ieri…) ma che vedrò meno cose numericamente parlando. Inizio bypassando il Museo Civico “Pietro Micca” perchè è ubicato in un edificio che non ha nulla di speciale. Altra citazione breve va al Grattacielo Intesa Sanpaolo, una creazione d’eccellenza di Renzo Piano che si trova nella medesima zona (sarebbe più bella la vista di Torino dalla cima del palazzo di vetro anzichè il contrario, ma questo è tutto ciò che posso fare e mi devo accontentare); proseguo con il monumento allo scultore Vincenzo Vela posto tra una locomotiva a vapore ed un “Frecciarossa”. Non ho ancora capito se c’è un motivo valido…

Grattacielo Intesa Sanpaolo

Grattacielo Intesa Sanpaolo

Monumento a Vincenzo Vela

Monumento a Vincenzo Vela

E’ ora la volta di osservare prima il Convento Sant’Antonio da Padova e poi la Parrocchia Santi Angeli Custodi. Al centro di una rotonda stradale si erge spavalda la statua in onore di Vittorio Emanuele II°, ultimo Re di Sardegna e primo Re d’Italia. Guarda tutti dall’alto della colonna che lo sorregge. Percorro lo stradone in direzione di Porta Nuova ma faccio una deviazione in Via San Secondo dove trovo la Chiesa di San Secondo Martire.

Convento Sant'Antonio da Padova

Convento Sant’Antonio da Padova

Parrocchia Santi Angeli Custodi

Parrocchia Santi Angeli Custodi

In onore di Vittorio Emanuele II°

In onore di Vittorio Emanuele II°

Chiesa di San Secondo Martire

Chiesa di San Secondo Martire

Supero la stazione e mi muovo verso il Tempio Israelitico; ciò che si dice in merito alle sinagoghe è totalmente vero: a piantonare l’edificio religioso ci sono due militari per evitare che avvengano atti di antisemitismo che, statistiche alla mano, pare stiano crescendo esponenzialmente giorno dopo giorno. E’ anche per questo che la foto non mi viene al top: la posizione non è di per sè facile e poi voglio sbrigarmi per non mettere in imbarazzo i due ragazzi dell’esercito. Più avanti mi aspetta il Tempio Valdese che ha nei pressi dell’ingresso il manifesto che ricorda i 500 anni trascorsi dalla “Riforma”. A seguire trovo la Chiesa di San Giovanni Evangelista.

Tempio Israelitico

Tempio Israelitico

Tempio Valdese

Tempio Valdese

Chiesa di San Giovanni Evangelista

Chiesa di San Giovanni Evangelista

Inizio a camminare verso sud e ne avrò per un bel po’. Mi godrò la città andando verso questa parte della sua periferia. Intanto, in un quartierino che più multietnico non si potrebbe, ammiro la bella Parrocchia Santi Pietro e Paolo; non molto lontani ci sono la Chiesa di San Salvario e l’Obelisco in memoria dei moti del 1821.  La scorpacciata di cose da vedere va avanti con la Chiesa del Sacro Cuore di Maria e con la lontanissima Parrocchia Patrocinio di San Giuseppe.

Parrocchia Santi Pietro e Paolo

Parrocchia Santi Pietro e Paolo

Chiesa di San Salvario

Chiesa di San Salvario

Obelisco per i moti del 1821

Obelisco per i moti del 1821

Chiesa del Sacro Cuore di Maria

Chiesa del Sacro Cuore di Maria

Parrocchia Patrocinio di San Giuseppe

Parrocchia Patrocinio di San Giuseppe

Mi sposto ancora di più e stavolta mi trovo davanti all’edificio che ospita il Museo dell’Automobile. Di fronte c’è il Monumento all’Autiere d’Italia, ma è chiuso in ogni suo lato da una rete metallica che impedisce di avvicinarsi troppo. Torno a vedere il fiume Po col suo color verde scuro cui il sole regala la tonalità smeraldo. Qui tantissima gente sta facendo esercizi fisici: chi di corsa e chi in bicicletta. Il vicinissimo Parco “Italia 61” ospita il Palavela, ovvero un centro polifunzionale che, tra le altre cose, vede svolgere le gare interne della formazione torinese di Basket. Si chiude il cerchio quando incontro la piccola Parrocchia Assunzione di Maria Vergine.

Museo dell'Automobile

Museo dell’Automobile

Parrocchia Assunzione di Maria Vergine

Parrocchia Assunzione di Maria Vergine

Imbocco Via di Passo Buole e resto su questa direttrice per tre kilometri tondi tondi fino a raggiungere la Parrocchia Gesù Redentore, ma non senza aver notato un “Condominio Multicolore” (vedere per credere) lungo il tragitto; su Corso Giovanni Agnelli vedo un indicatore luminoso che mi ricorda che sono le 14:00. A poche decine di metri, sul lato opposto della carreggiata, noto un fast food che appare davvero niente male e decido che oggi mangerò qui; per una volta non consumo il solito pranzo/merenda, ma un pranzo a tutti gli effetti. Mangio il menu kebab che si rivela ottimo. Quando esco sono quasi giunto nell’area che affaccia sul grande Parco Vittorio Veneto dove posso osservare lo Stadio Olimpico “Grande Torino” ed il PalaAlpitour.

Condominio Multicolore

Condominio Multicolore

Parrocchia Gesù Redentore

Parrocchia Gesù Redentore

Stadio Olimpico Grande Torino

Stadio Olimpico Grande Torino

PalaAlpitour

PalaAlpitour

Attraverso Corso Unione Sovietica ed eccomi nel quartiere Borgo Filadelfia; sono qui per un motivo semplice: vedere da vicino l’omonimo stadio. Anche se è stato ricostruito nel 2017 dopo chissà quanti anni di pressione da parte dei tifosi granata (oggi ci gioca la formazione “primavera” del Torino), è particolare trovarmi a tu per tu con l’impianto che vide scendere in campo una delle squadre più titolate di tutti tempi. Certo…la verità è che, probabilmente, se quegli undici giocassero oggi ne prenderebbero sette alla volta ed andrebbero a casa a testa bassa. Oggi ci sono condizioni sia atletiche che tattiche ben diverse e molto più evolute rispetto ad allora e ciò mi spinge a pensare che non ci sarebbe proprio partita, ma magari mi sbaglio. Purtroppo non lo potremo mai sapere con certezza.

Stadio Filadelfia - Gradinata

Stadio Filadelfia – Gradinata

Stadio Filadelfia - uno degli ingressi alla gradinata

Stadio Filadelfia – uno degli ingressi alla gradinata

La Chiesa Parrocchiale Santa Rita da Cascia (molto molto bella) è il mio prossimo obiettivo segnato sulla mappa e non me lo lascio certo sfuggire. Durante il successivo spostamento incrocio il ristorante sushi “all you can eat” che avevo scovato da casa tramite internet come possibile sfizio per uno dei due pranzi qui in Piemonte, ma alla fine la mia forza di volontà regge e proseguo diligentemente la mia dieta anche stavolta. Da oggi mancano solo cinque giorni alla fine programmata e, dopo quattro mesi di sofferenze (è proprio il termine giusto), finalmente vedo la luce. La Parrocchia Beata Vergine delle Grazie si trova subito dopo aver superato un mercato con bancarelle ed ombrelli…anche oggi che è domenica. E’ chiaro che questo genere di attività sia una persecuzione per me e non me ne libererò mai. A questo punto della giornata ritengo di aver terminato il mio giro; sicuramente qualcosa mi sono perso, ma non saprei più dove andare per sfruttare il tempo che manca al viaggio di ritorno, per cui prendo una decisione drastica: prima passo ad osservare il Monumento al Fante d’Italia e poi mi reco alla Stazione di Porta Nuova per prendere un treno e cambiare aria in direzione Chivasso; sono certo che una passeggiata lì, anche se del tutto improvvisata e senza niente di preparato, potrà essere piacevole.

Chiesa Parrocchiale Santa Rita da Cascia

Chiesa Parrocchiale Santa Rita da Cascia

Parrocchia Beata Vergine delle Grazie

Parrocchia Beata Vergine delle Grazie

Monumento al Fante d'Italia

Monumento al Fante d’Italia

Acquisto il biglietto (costo € 3,55) cinque minuti prima della partenza del primo convoglio utile. Mi siedo sulla poltrona e riposo le gambe dopo tutta questa camminata per la periferia di Torino. Ma qualcosa mi vuole male: giunto alla fermata di “Stura” si blocca tutto e sopraggiunge un annuncio: a causa di un guasto all’impianto di circolazione potremo ripartire solo quando sarà riparato tutto. Alla fine sto fermo lì cinquantacinque minuti ed arrivo a destinazione ben oltre l’orario stabilito. Ma non finisce qui: mentre esco dalla piccola stazione locale stanno arrivando in senso contrario sia bambini che adulti con tanto di maschere addosso. Mi prende un colpo! Eppure il Carnevale si è chiuso martedi scorso…; non ci metto molto a scoprire che questa è la giornata conclusiva del Carnevale di Chivasso, del quale neanche immaginavo l’esistenza. Figuriamoci se potevo pensare che ci fosse un tale marasma “postumo”. Arrivare in centro è un gioco da ragazzi, come anche scappare via dopo aver visto la situazione: carri allegorici, gente ovunque, tappeti di coriandoli con persone che li raccolgono da terra e li tirano con violenza in faccia al primo che passa, musica a tutto volume…insomma…una merda. Morale della favola: alle 19:10 sono di nuovo a Torino. Il tutto per la serie “come buttare al vento 7,10 euro e tre ore scarse”. Alla fine è meglio così: ho l’occasione per fare una camminata in centro senza l’assillo della mappa da terminare e con tutta la calma del mondo. Vado subito dove non sono stato prima, cioè su Via Roma, ovvero la zona dei negozi di lusso e grandi firme. I bellissimi edifici presenti ed i portici illuminati ad arte mi colpiscono subito anche se il commercio (e soprattutto questo tipo di commercio) proprio non mi riguarda. C’è poi il rovescio della medaglia: a boutiques ormai chiuse, non posso fare a meno di notare che davanti alle loro vetrine da milioni di euro dormono tanti senza tetto: è un vero pugno in un occhio; da una parte la ricchezza sfrenata e, proprio ad un palmo dal naso, la triste condizione di gente che non ha neanche un letto vero dove coricarsi. Cambiando argomento, ho nominato i portici: chi legge si chiederà come mai lo sto facendo solo ora quando Torino ne è colma in ogni parte del centro. Il motivo c’è sempre e stavolta non fa eccezione: cosa avrei dovuto fare? Rammentarli ad ogni passo e ad ogni angolo? Sinceramente non mi sembrava il caso, per cui ho deciso volutamente di farlo adesso, cioè nel momento esatto in cui me li posso godere. Su Via Po, per esempio, trovo tante botteghe storiche che rendono molto di più dello sfarzo artificiale di Via Roma. Alla fine di questa rilassante passeggiata cerco e trovo un market per acquistare qualcosa da mangiare in treno per la cena e poi, fatto questo, faccio lentamente marcia indietro verso Porta Nuova. Manca ancora del tempo e decido di passare gli ultimi trenta minuti a fare su e giù per Corso Vittorio Emanuele, prima in direzione del Po e poi della stazione. Passando per l’inizio del Parco del Valentino noto diversi extracomunitari che mi guardano: sicuramente sono spacciatori che non aspettano altro che qualche tossico per concludere i loro loschi affari. Io sono un viaggiatore e nel mondo ne ho viste di cotte e di crude, ma queste cose proprio non le digerisco. Certa gente che viene qui con scuse di ogni tipo e poi si mette a rovinare la vita agli altri dovrebbe essere espulsa per direttissima. La sensazione di disagio (o paura…) di camminare per le strade italiane non è tollerabile in alcun modo. Alla fine dei giochi arrivo davanti al binario n. 20 dove mi aspetta l’Intercity Notte che domani mattina alle 8:20 mi porterà a Roma Tiburtina. Stavolta sono meno fortunato rispetto all’andata e nello scompartimento siamo in due: io ed un tizio del Bangladesh che a malapena sa dire “buonasera”, per cui va comunque benissimo. Il viaggio passa ottimamente perchè anche stavolta posso fare una bella dormita e di lì a poco l’ufficio mi aspetta a braccia aperte per una nuova settimana lavorativa.

La conclusione è pressochè scontata: Torino è una città bellissima e ricca di punti di interesse. A mio avviso è fin troppo defilata nel panorama italiano. Capisco tutto, ma solo questo post elenca una marea di cose che non possono assolutamente passare inosservate. Ho fatto benissimo a tornare dopo anni con la nuova consapevolezza ed organizzazione che oggi mi contraddistinguono. Adesso posso dire di conoscere Torino come si deve. Mi dispiace solo di non aver fatto in tempo ad andare nella zona della Basilica di Superga, ma lo farò la prossima volta che tornerò in Piemonte usando il suo capoluogo di regione come base.

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