Ravenna: la città dei mosaici, ma non solo…

di admin
Mausoleo di Teodorico

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N.B.: questo è il terzo ed ultimo dei tre racconti in cui ho diviso lo strano e faticoso primo fine settimana di maggio del quale, lo ricordo, fanno parte il giro del Principato del Liechtenstein, Coira e Ravenna. Qui parlo della sola città romagnola. Ebbene si: i mosaici sono senza ombra di dubbio la prima caratteristica che più viene in mente quando si pensa a questa località (Certe cose le dò per scontate…ma c’è chi, quando sente nominare Ravenna, la associa istantaneamente a Mirabilandia; colui che lo fa, per me è un povero ebete inutile all’umanità e spero mi stia il più lontano possibile. E lo scrive uno che con l’arte ha ben poco a che fare, però certe cose sono la base che tutti dovrebbero conoscere). Ravenna è stata per ben tre volte capitale: dal 402 al 476 dell’Impero Romano d’Occidente, dal 493 al 553 del Regno degli Ostrogoti e dal  568 al 751 dell’Esarcato Bizantino. Questo glorioso passato, nonostante siano passati ben oltre mille anni dalle date appena scritte, ha lasciato un segno importantissimo fino ai giorni nostri: infatti ben otto siti compongono il complesso dei Monumenti Paleocristiani che sono stati nominati “Patrimonio UNESCO” e li vedremo uno ad uno nel corso del racconto.

Domenica mattina: sono le 7:10 circa quando scendo dal Flixbus all’autostazione di Bologna in arrivo dalla Svizzera; per terra è tutto bagnato, segno tangibile che durante la notte la natura si è scatenata in una pioggia niente male. Francamente non mi sono accorto di nulla durante il viaggio perchè il sonno arretrato ed il freddo patito alla fermata poche ore prima mi hanno fatto dormire come se mi avessero anestetizzato per un intervento chirurgico. In questo strano week-end “senza stanza” ho assoluta necessità di andare in un bar sia per fare colazione che per usufruire del bagno. La città felsinea la conosco bene e mi piace anche tanto,  ma i locali che si trovano davanti alla stazione centrale non mi sono andati mai a genio; preferisco di gran lunga cercare qualcosa su Via dell’Indipendenza, ricca di negozi di ogni tipo. Non ci metto molto a trovare un posto che mi ispira e, appena varco la soglia, trovo un cinesino dietro al banco: è proprio vero che tra qualche tempo saranno solo gli stranieri a gestire le nostre attività commerciali. Vedo sul tablet che ho due possibilità: prendere il treno per Ravenna alle 8:06 significherebbe correre come un dannato, mentre prendere quello delle 9:06 mi permetterebbe di fare tutto con la massima calma. Alla fine opto per la seconda opzione e resto dell’idea di aver fatto più che bene. Quando arriva il momento, pago, saluto e, biglietto alla mano, salgo sul primo vagone disponibile. Serve poco più di un’ora per raggiungere la destinazione, tempo che passo a fare gli scongiuri perchè sono letteralmente terrorizzato da una cosa ben precisa: per oggi il meteo ha previsto su questa zone pioggia ininterrotta (con tuoni) dalle 6:00 del mattino fino alle 23:00: sono le 10:15 circa e di precipitazioni non se ne vedono. Il cielo non promette nulla di buono (questo è vero) e c’è un vento che soffia da far paura, ma niente che vada oltre questo. Appena metto il naso fuori dalla stazione trovo il Monumento dedicato da tutti gli italiani (pure da me? Non lo ricordo…) a Luigi Carlo Farini, medico e politico che fu Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d’Italia tra il 1862 ed il 1863.

Dedicato a Luigi Carlo Farini

Dedicato a Luigi Carlo Farini

Procedo oltre e noto che, anche qui come ieri in Liechtenstein, è in pieno svolgimento una manifestazione podistica, fortunatamente con misera partecipazione; ma stanno tutti quanti a correre questo fine settimana? Qualcosa da fare che non rompa le scatole al prossimo proprio non vi riesce pensarlo? Con questo dubbio amletico che tanto non si risolverà mai mi metto ad osservare alla mia sinistra la Basilica di San Giovanni Evangelista: l’esterno è imponente, ma internamente non mi regala sensazioni particolari; anzi, la trovo abbastanza spoglia. Il complesso religioso è racchiuso da mura ed una parte di esse rovina la vista della facciata.

Basilica di San Giovanni Evangelista - Facciata

Basilica di San Giovanni Evangelista – Facciata

Basilica di San Giovanni Evangelista - Vista laterale

Basilica di San Giovanni Evangelista – Vista laterale

Basilica di San Giovanni Evangelista - Retro

Basilica di San Giovanni Evangelista – Retro

E’ la volta del Monumento ai Caduti per l’Indipendenza seguito dalla piccola Chiesa di Santo Stefano degli Ulivi. Arrivo al poi al Parco Pubblico “Rocca Brancaleone”: come recita il nome stesso, si tratta di un’area verde ubicata all’interno di una storica fortezza fatta costruire dai veneziani nel XV° secolo. Da fuori la vista delle fortificazioni è suggestiva, ma all’interno non c’è niente di particolarmente interessante a parte le aiuole. Di diversa caratura è il mio prossimo obiettivo: il Mausoleo di Teodorico si trova nell’omonimo parco ed è considerato il maggior monumento funebre eretto dagli Ostrogoti. Costruito in blocchi di pietra d’Istria, oltre al bellissimo colpo d’occhio che regala ha una curiosa caratteristica: la copertura è fatta da un unico monolite del peso di 230 tonnellate.

Monumento ai Caduti per l'Indipendenza

Monumento ai Caduti per l’Indipendenza

Chiesa di Santo Stefano degli Ulivi

Chiesa di Santo Stefano degli Ulivi

Parco Rocca Brancaleone - Ingresso e scorcio

Parco Rocca Brancaleone – Ingresso e scorcio

Mausoleo di Teodorico

Mausoleo di Teodorico

Inizio da qui la passeggiata che mi porterà pian piano nel centro storico di Ravenna e mi soffermo dopo qualche minuto ad osservare Porta Serrata, uno dei tanti accessi che permettevano di entrare in città nel passato. Percorrendo Via di Roma faccio una piccola deviazione che mi consente di ammirare la Chiesa dello Spirito Santo, ma soprattutto il Battistero degli Ariani: commissionato dal Re Ostrogoto Teodorico, rappresenta il mio primo incontro con i famosi mosaici locali; la cupola è infatti decorata con tale modalità e fa la sua degna figura.

Porta Serrata

Porta Serrata

Chiesa dello Spirito Santo

Chiesa dello Spirito Santo

Battistero degli Ariani

Battistero degli Ariani

Riprendo Via di Roma e mi dirigo sparato verso un altro dei “must” della città che mi ospita, ovvero la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo. Qui vado alla biglietteria per acquistare un ticket che varrà per questo sito e per altri quattro che vedrò nel prosieguo della giornata; il costo fisso è di € 9,50 , maggiorato di due euro per la gestione straordinaria del flusso turistico (per uno solo dei punti successivi) dal 1° marzo al 15 giugno. Credo sia superfluo commentare alla mia maniera per due motivi: 1) già entrando in una chiesa in qualsiasi momento della mia vita rischio di essere fulminato da “Nostro Signore” per le mie vedute atee; 2) se ci aggiungo anche uno dei miei “rosari” poco ortodossi, allora si che mi scaverò la fossa da solo…quindi meglio mantenere la calma e soprassedere su questo piccolo furto. Quando entro noto una bolgia pazzesca di gente che vocifera in maniera clamorosa; e menomale che sul portone ho letto qualcosa del tipo “si prega di rispettare il silenzio di questo luogo sacro”. Se non ci fosse stato quel cartello cosa avrebbero fatto tutti quanti? Giocato a tombola sgranocchiando salatini, forse? Inutile ribadire che la gente riesco a sopportarla sempre di meno ogni giorno che passa. Cerco di concentrarmi sul sito religioso e mi dedico soprattutto ad osservare il soffitto ed ovviamente i bellissimi mosaici. Nota di colore: quando esco vedo lo stesso gruppo di pecore (turisti da agenzia) che segue il cane pastore (la guida); quelle stesse persone le ho viste in quella medesima posizione al mio arrivo. Quindi ricapitoliamo: ho avuto modo di acquistare il biglietto, visitare la Basilica scattando più foto possibile ed uscire mentre loro sono rimasti impalati lì. Ma si può sapere cosa cavolo avrà avuto da dir loro la guida per tutto quel tempo? Io resto del mio parere: l’autogestione del turismo è l’unica soluzione che posso valutare. Torno a pensare al mio giro e, a brevissima distanza, posso osservare sia il Palazzo di Teodorico che la Chiesa di Santa Chiara.

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo - Esterno

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo – Esterno

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo - Dettaglio del Soffitto

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo – Dettaglio del Soffitto

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo - Mosaico 1

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo – Mosaico 1

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo - Mosaico 2

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo – Mosaico 2

Basilica di Sant'Apollinare Nuovo - Mosaico 3

Basilica di Sant’Apollinare Nuovo – Mosaico 3

Palazzo di Teodorico

Palazzo di Teodorico

Chiesa di Santa Chiara

Chiesa di Santa Chiara

Il prossimo ciclo di punti di interesse non è da meno: in poche decine di metri ammiro la bella Parrocchia di Santa Maria in Porto e, alla sua destra, il palazzo che ospita il Museo d’arte cittadino. All’interno dei giardini pubblici ubicati proprio sul retro del palazzo appena citato, il Planetario lascia un tantino a desiderare come struttura. Segue “Porta Nuova” che è il secondo esempio di punto di accesso alla città nel passato che vedo.

Parrocchia di Santa Maria in Porto

Parrocchia di Santa Maria in Porto

Museo d'arte cittadino

Museo d’arte cittadino

Planetario

Planetario

Porta Nuova

Porta Nuova

Tanto per non lasciarmi scappare proprio nulla, il successivo blocco di cose da vedere è composto da una chiesa e da ben tre “porte”, ma procediamo con ordine. Ad aprire le danze è Porta Ravegnana, seguita dalla Chiesa di San Rocco. A brevissima distanza l’una dall’altra osservo prima “Porta San Mamante” e poi “Porta Sisi”.

Porta Ravegnana

Porta Ravegnana

Chiesa di San Rocco

Chiesa di San Rocco

Porta San Mamante

Porta San Mamante

Porta Sisi

Porta Sisi

Altra scorpacciata di attrazioni in uno spazio abbastanza ridotto: inizio con la Basilica di Sant’Agata; il Museo “TAMO” e la Chiesa di San Romualdo sono ai due lati della stessa stretta via a senso unico. Più avanti c’è la Biblioteca Classense ed il tutto si chiude con la piccola Chiesa di San Carlino.

Basilica di Sant'agata

Basilica di Sant’agata

Chiesa di San Carlino

Chiesa di San Carlino

Il giro di Ravenna prosegue spedito e, per ora, senza necessità di soste. Una breve passeggiata mi porta fino alla Chiesa di Santa Maria Maddalena (credetemi…si fa prima a guardarla tutta che a pronunciarne il nome, date le ridottissime dimensioni…); poi, tornando indietro di qualche metro, posso finalmente affacciarmi davanti all’impressionante Basilica di San Francesco ubicata sull’omonima piazza. Sulla destra, l’edificio dove entrare per visitare la Cripta Rasponi ed i Giardini Pensili conclude l’offerta.

Chiesa di Santa Maria Maddalena

Chiesa di Santa Maria Maddalena

Basilica di San Francesco

Basilica di San Francesco

Bastano pochissimi passi per ammirare un altro punto di interesse importantissimo di Ravenna: la Tomba di Dante Alighieri. L’autore della Divina Commedia, nonchè padre della lingua italiana, venne a vivere (ed a morire) proprio qui dopo essere stato esiliato dalla sua Firenze. E’ incredibile come un sito di tale importanza, quasi sempre preso d’assalto dai turisti, sia allo stesso tempo gratuito e non presidiato da guardie. Nella medesima zona si può ammirare il Complesso dei Chiostri Francescani, riaperto nel settembre 2010 a seguito di un restauro. Questo è anche l’ingresso per il Museo Dantesco.

Tomba di Dante - Esterno

Tomba di Dante – Esterno

Tomba di Dante - Interno

Tomba di Dante – Interno

Complesso dei Chiostri Francescani - 1

Complesso dei Chiostri Francescani – 1

Complesso dei Chiostri Francescani - 2

Complesso dei Chiostri Francescani – 2

Vado avanti fino a trovare  il “Teatro Alighieri” seguito dal Monumento in onore di Giuseppe Garibaldi situato al centro dell’area intestata sempre a lui; sarò anche poco rispettoso…ma messo lì in mezzo a tutte quelle macchine in sosta sembra più un parcheggiatore abusivo. La Chiesa di Santa Maria del Suffragio avrebbe il compito di aprirmi la porta su Piazza del Popolo, ma qualcosa va storto: un evento che sarebbe iniziato da lì a pochissimi giorni richiede l’installazione di gazebo trasparenti chiusi (non saprei proprio come altro definirli) che occupano metà della piazza stessa ed attualmente degli operai sono all’opera. Come se non bastasse, il Palazzo del Municipio, detto Palazzo Merlato, è tutto fasciato dalle impalcature che non ne permettono in alcun modo la vista. Non mi resta molto da fare che raccogliere la bile fuoriuscita nel frattempo per la rabbia e soprassedere. O forse questo è ciò che vorrei fare…perchè proprio in questo momento inizia a piovere pesantemente. Per fortuna in zona adocchio un fast food, così posso unire l’utile al dilettevole mangiando qualcosa stando al riparo. Tre cose mi colpiscono della mezz’ora in cui resto seduto: 1) il kebab che compro è molto buono; 2) il kebab che compro è troppo piccolo per la mia fame da orso; 3) il musulmano alla cassa è fortissimo perchè ha imparato l’italiano in zona e parla con accento romagnolo chiedendomi un totale di “scette” (7) euro 🙂 . Meglio farsi una risata: magari mi placa la delusione per le precipitazioni in corso.

Teatro Alighieri

Teatro Alighieri

Monumento a Giuseppe Garibaldi

Monumento a Giuseppe Garibaldi

Chiesa di Santa Maria del Suffragio

Chiesa di Santa Maria del Suffragio

Non vuole proprio smettere di piovere, ed io non posso stare nel fast food per tutto il pomeriggio con una sola consumazione, per cui mi armo di coraggio e faccio una corsa a ripararmi sotto ai portici di Piazza del Popolo dove ci trovo altri turisti nella mia stessa situazione. Alla fine tra pranzo ed attesa resto fermo circa due ore piene perchè, anche se sono attrezzato con impermeabile sia per me che per lo zaino, vedere una città come Ravenna con certi scrosci sarebbe un vero peccato. Per fortuna di tempo ne ho ancora a sufficienza e che la pazienza non smette di sostenermi. Quando finalmente il meteo me lo consente posso riprendere il giro e lo faccio dalla Chiesa di San Domenico (ripresa in posa plastica a causa della posizione poco agevole) seguita dalla Torre Civica (puntellata a dovere) e dalla Basilica di San Giovanni Battista.

Chiesa di San Domenico

Chiesa di San Domenico

Torre Civica

Torre Civica

Chiesa di San Giovanni Battista

Chiesa di San Giovanni Battista

La passeggiata mi porta adesso in una zona in cui ci sono due attrazioni comprese nel biglietto che ho acquistato qualche ora fa. Posso quindi effettuare l’ingresso nella Basilica di San Vitale: esternamente sembra un edificio religioso di pianta ottagonale senza infamia e senza lode, ma è all’interno che regala il meglio di se con tantissimi mosaici uno più bello dell’altro e con una cupola che non è da meno. Qui per fortuna ci trovo meno gente rispetto alla Basilica di Sant’Apollinare nuovo e posso godermi lo spettacolo al meglio. Piccola nota: non c’è abbastanza spazio per far entrare la struttura comprensiva di campanile nell’obiettivo della reflex, per cui faccio come molti altri prima di me: eseguo una foto anche del retro he è comunque particolare. Ma il bello deve ancora venire perchè uscendo dalla Basilica dalla parte opposta rispetto all’entrata si accede al Mausoleo di Galla Placidia: è decisamente più piccolo, ma dentro ci sono i più bei mosaici che ho visto in città. Le opinioni sono strettamente personali ed io preferisco questi a tutti gli altri. Il complesso si conclude col Museo Nazionale di Ravenna e con la vicinissima Chiesa di Santa Maria Maggiore.

Basilica di San Vitale - Esterno

Basilica di San Vitale – Esterno

Basilica di San Vitale - Campanile

Basilica di San Vitale – Campanile

Basilica di San Vitale - Retro

Basilica di San Vitale – Retro

Basilica di San Vitale - Cupola

Basilica di San Vitale – Cupola

Mausoleo di Galla Placidia - Esterno

Mausoleo di Galla Placidia – Esterno

Mausoleo di Galla Placidia - Soffitto

Mausoleo di Galla Placidia – Soffitto

Mausoleo di Galla Placidia - Mosaico 1

Mausoleo di Galla Placidia – Mosaico 1

Mausoleo di Galla Placidia - Mosaico 2

Mausoleo di Galla Placidia – Mosaico 2

Mausoleo di Galla Placidia - Mosaico 3

Mausoleo di Galla Placidia – Mosaico 3

Museo Nazionale di Ravenna

Museo Nazionale di Ravenna

Chiesa di Santa Maria Maggiore

Chiesa di Santa Maria Maggiore

Supero ed osservo Porta Adriana per dirigermi verso la Parrocchia Arcipretale di San Biagio; da lì sposto l’obiettivo sulla Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e proseguo con la visita alla Domus dei Tappeti di Pietra, museo al quale si accede dalla Chiesa di Santa Eufemia.

Porta Adriana

Porta Adriana

Parrocchia Arcipretale di San Biagio

Parrocchia Arcipretale di San Biagio

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Chiesa di Santa Eufemia

Chiesa di Santa Eufemia

Adesso è la volta di camminare un po’ e di certo non mi tiro indietro; passo davanti prima al Piccolo Museo delle Bambole e poi al Giardino Rasponi (detto anche “delle erbe dimenticate”) e mi ritrovo in Piazza Duomo: qui ho l’imbarazzo della scelta e decido di andare in ordine crescente per grado di importanza; parto quindi dal basso osservando la Chiesa di Santa Giustina; proseguo poi col Duomo di Ravenna e finisco con il quarto punto di interesse compreso nel biglietto cumulativo da me acquistato, ovvero il Battistero Neoniano: come i siti precedenti, anche qui spiccano numerosi e bellissimi mosaici che, iniziando dalla cupola, vanno a scendere. Al centro della struttura c’è la vasca battesimale. A dire la verità vorrei scattare qualche foto in più rispetto a quelle fatte, ma all’interno della piccola struttura trovo sempre in mezzo qualche testa di…gentleman che non me ne dà la possibilità.

Chiesa di Santa Giustina

Chiesa di Santa Giustina

Duomo di Ravenna

Duomo di Ravenna

Battistero Neoniano - Esterno

Battistero Neoniano – Esterno

Battistero Neoniano - Cupola

Battistero Neoniano – Cupola

Battistero Neoniano - Mosaico

Battistero Neoniano – Mosaico

Qui devo recitare un “mea culpa” perchè non visito volutamente il quinto ed ultimo sito compreso nell’ormai famoso biglietto; so per certo di essermi perso qualcosa di bello, ma le parole “Museo Arcivescovile” mi spaventano. Soprattutto “museo”…perchè mi fa venire in mente noiose stanze infinite con migliaia di teche in vetro che racchiudono schegge, vasi rotti o quelli che generalmente vengono definiti reperti e che invece sono cose da gettare al macero: se una cosa è rotta…è rotta e basta e bisogna farsene una ragione; inutile conservare un coccio. Ma ripeto: credo non fosse questo il caso in questione, però ormai la decisione è presa. E’ così che Porta Gaza chiude la mia esperienza in questa città che, nonostante la defezione finale, reputo comunque completa ed intensa.

Porta Gaza

Porta Gaza

Guardo l’orologio ed ho ancora un po’ di tempo prima di dover prendere il treno del ritorno a Bologna, per cui decido di fare un’altra passeggiata in centro per scovare nuove cose non segnate sulla mappa. E’ così che mi imbatto nel “Palazzo Rasponi dalle Teste” (oggi occupato in parte da alcuni uffici del Comune ed in parte da mostre, congressi ed eventi culturali) ed il Palazzo della Provincia.

Palazzo Rasponi dalle Teste

Palazzo Rasponi dalle Teste

Palazzo della Provincia

Palazzo della Provincia

Adesso è davvero tutto. Torno alla stazione centrale e salgo sul convoglio verso il capoluogo dell’Emilia Romagna. Una volta lì, con tutta la calma del mondo, vado al mio McDonald di fiducia dove acquistando un menù posso stare fino a mezzanotte (orario di chiusura) in santa pace ed al calduccio mentre fuori piove come Dio la manda. Quando mi buttano fuori (non è vero…sono gentilissimi come sempre) vado dal mio spacciatore di bibite e snacks a buon mercato di fiducia e poi entro nell’autostazione perchè all’una di notte avrò il Flixbus verso Roma. Il pullman arriva con una ventina di minuti di ritardo, ma li recupera in viaggio. Alle 6:10 circa mi scarica a Tirburtina dove ho il tempo di tornare a casa, fare una doccia, cambiarmi e mettere in sicurezza le foto di questo fine settimana molto particolare senza stanze dove dormire. Alle 8:15 riprendo la macchina e corro in ufficio.

Conclusione: Ravenna è una città davvero molto bella, ma non avevo alcun dubbio che lo fosse. Ha troppa storia alle spalle per poter deludere e non ha potuto far altro che confermare in pieno le mie aspettative. E’ un centro abbastanza grande (quasi 160.000 abitanti non sono proprio pochissimi) ma allo stesso tempo abbastanza tranquillo e vivibile. Proprio per quest’anno era in gara per diventare capitale europea della cultura e ne avrebbe avuto pienamente le carte in regola, ma purtroppo ha trovato di fronte un’avversaria di nome Matera ed è andata com’è andata. Sicuramente sarà per un’altra volta. Personalmente la consiglio a chiunque perchè, come si dice,…oltre a Mirabilandia c’è di più!!!

 

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