La Val di Mello è una chicca tutta italiana da non perdere

di admin

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Finalmente, dopo anni di tentativi andati a vuoto (soprattutto causa meteo che, qualsiasi data inserissi, mi mostrava sempre le icone del temporale) riesco ad organizzare una giornata in uno di quelli che reputo un paradiso tutto italiano: la Val di Mello. Avevo visto tante foto su internet, letto diverse esperienze, ma esserci di persona è tutta un’altra cosa. A dire il vero, questa avventura in montagna non è finita proprio nel migliore dei modi, ma non voglio fare l’ottuso che arriva a screditare o ad odiare un posto solo perchè qualcosa è andato storto.

Domenica mattina: mi trovo già a Milano perchè questo racconto appartiene allo stesso week-end del post dedicato alla città di Lucerna che ho visitato ieri con soddisfazione e sorpresa per quanto di positivo ho trovato. La sveglia suona alle 5:40 del mattino e la giornata si prevede lunga ed intensa. Ho tempo fino alle 6:00 per prepararmi ed uscire dalla stanza d’albergo. Vista l’ora effettuo un self-check-out lasciando le chiavi sul tavolo della reception ed il borsone sotto alla sedia: eravamo d’accordo che lo avrei lasciato in custodia per poi prenderlo in serata al mio ritorno.  Arrivo alla fermata della metropolitana più vicina (100 metri di passeggiata) e mi reco alla Stazione Centrale dove acquisto un biglietto per Morbegno, provincia di Sondrio. Col tempo rimanente faccio una lauta colazione e poi salgo sul vagone per la partenza. Un’ora e quaranta minuti servono per raggiungere questa che per me sarà solo una breve tappa, per buona parte passati piacevolmente ad ammirare il Lago di Como, sponda Lecco, in questa mattinata che più assolata non si potrebbe. Sembra proprio che stavolta sono riuscito a fregare la pioggia, ma mai dire mai fino al mio arrivo. Sono le 9:00 quando scendo dal treno e vado diretto verso l’ufficio informazioni turistiche ubicato a poche decine di metri dalla piccola stazione locale; qui acquisto i tickets del trasporto pubblico che mi avrebbero portato a San Martino Val Masino, alle porte della mia destinazione finale. La partenza è prevista per le 10:10 , così decido di fare un rapido giro in centro per vedere cosa il comune che mi ospita ha da offrire e soprattutto per trovare un market dove comprare bibite e qualcosa da mangiare per le ore a venire, credendo di trovare quasi solo natura e poco altro. Purtroppo il pochissimo tempo a mia disposizione non mi ha invogliato a preparare a casa una mappa per scoprire i punti di interesse di Morbegno, ma mi accorgo di essermi sbagliato quando mi imbatto per puro caso nella Parrocchia di San Giovanni Battista e quando noto che ci sarebbe anche dell’altro…

Parrocchia di San Giovanni Battista

Parrocchia di San Giovanni Battista

Abbastanza dispiaciuto mi riprometto di fare un giro da queste parti, magari unendo più paesi della zona in un unico giorno, perchè meritano seriamente. Con gli acquisti alimentari piazzati nello zainetto sono pronto per andare, per cui a ritmo lento torno in direzione della stazione: il pullman diretto a San Martino partirà proprio da lì. All’orario indicato saliamo solo in tre su un bus da almeno quaranta posti: uno scempio in piena regola. Durante la tratta non posso fare a meno di ammirare i bei paesaggi che attraversiamo, ma anche i tornanti da capogiro che un mezzo di tali dimensioni è costretto a percorrere (l’autista è un fenomeno: riesce a mangiarseli tutti senza alcuna manovra aggiuntiva), nonchè le stradine strettissime dei piccoli paesi presenti. Dopo circa quaranta minuti sono al punto di arrivo: la corriera proseguirà la sua corsa senza di me. Il piccolissimo centro di San Martino Val Masino è completamente davanti ai miei occhi: dieci vie, una parrocchia, qualche abitazione (328 persone col censimento del 2011), luoghi dedicati al turismo come hotel, bar, ristoranti e poco altro. Tutto intorno c’è una natura spettacolare ed aria fina: è proprio quello che cercavo. Dal parcheggio che ho di fronte partono a raffica dei furgoni che sembrano le Marshrutka dell’est Europa: per due euro permettono di arrivare all’inizio della valle senza camminare i due kilometri circa che separano l’agglomerato urbano dal paradiso. Personalmente mi sento perfettamente in forze, per cui decido di farmela a piedi ed inizio a camminare. Effettivamente questo primo tratto non ha nulla da offrire, ma l’idea di mettermi dentro ad una scatoletta di latta con questo caldo non mi dava sensazioni positive. Alla fine giungo al punto convenuto e quello che mi si apre davanti ha tante luci, ma anche qualche ombra. Di positivo c’è lo spettacolo assoluto della Val di Mello che ancora non ha mostrato il meglio di sè; di negativo c’è che anche questa zona pare costruita per il business. Ovunque mi giro vedo tantissima gente: chi è sdraiato sull’erba, chi si fa il bagno nelle fredde acque del fiume che scorre tranquillo, chi passeggia lungo il sentiero segnato e chi, ahimè, mangia ed alloggia negli agriturismi e nei rifugi presenti. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di meno battuto, ma non mi perdo d’animo e proseguo seguendo anch’io l’itinerario classico. Ad accogliermi c’è subito un fiume con acqua trasparente come quella delle bottiglie ed il panorama parla da solo.

Il primo impatto in Val di Mello

Il primo impatto in Val di Mello

Dettaglio del fiume

Dettaglio del fiume

Tiro dritto ancora un po’ e, dopo aver superato un buon numero di mucche quasi tutte buttate per terra a crogiolarsi sull’erbetta fresca, resto a bocca aperta quando mi trovo davanti ad un laghetto meraviglioso. Invidio coloro che si tuffano, ma vedo che restano immersi molto poco…segno che la temperatura non è poi così piacevole. Ho letto che qualche anno fa il laghetto non c’era proprio: si è formato successivamente ad una frana, cosa che in luoghi come questo non è una novità. Lo spettacolo è incredibile.

Mica sceme le mucche...

Mica sceme le mucche…

Panoramica tra lago e montagne

Panoramica tra lago e montagne

Il colore folle dell'acqua del lago

Il colore folle dell’acqua del lago

Si vede che fino a poco fa qui c'era terreno e non acqua...

Si vede che fino a poco fa qui c’era terreno e non acqua…

La passeggiata prosegue seguendo il corso del fiume che regala altri scorci straordinari. L’importante, quando si è qui, è ricordarsi di guardare dappertutto, a 360 gradi, per essere sicuri di non perdersi proprio nulla.

Altro particolare del fiume

Altro particolare del fiume

L’avventura continua e con essa anche i panorami sempre più originali. La foto che segue ne è un’esempio, ma da qui si può capire anche la mole di gente che si può trovare da queste parti il 29 luglio (sulla destra).

Posti bellissimi e...gente a raffica

Posti bellissimi e…gente a raffica

Successivamente vedo un enorme masso che ha un gancio fissato al suo interno al quale è legata una corda: viene usata dai più coraggiosi che vogliono tuffarsi in acqua da un’altezza abbastanza considerevole. Assisto alla prestazione di uno dei presenti che ovviamente decide per la soluzione “a candela” (sarebbe stato un folle ad andare giù di testa). Questa è l’immagine che spiega ciò che ho appena descritto:

Masso dal quale ci si può tuffare

Masso dal quale ci si può tuffare

Per un attimo non mi dedico al corso d’acqua, bensì alle montagne: ammirare tutto ciò che circonda la valle non ha parole per essere spiegato. Bisogna solo guardare:

Le montagne che circondano la Val di Mello

Le montagne che circondano la Val di Mello

La passeggiata prosegue nel verde ed è piacevolissima. Ad un certo punto una salita un po’ più ripida delle precedenti mi porta ad un ponte costruito in legno dal quale è possibile godere della vista di una piccola cascata niente male. Faccio due passi di numero superato il ponte e mi fermo di scatto per non far scappare due farfalle dal fiore su cui si trovano; fortunatamente riesco a fotografarle.

Una cascatella

Una cascatella

Coloratissime farfalle

Coloratissime farfalle

Da qui in avanti vedo solo prati a non finire. O meglio…prati ed altre costruzioni in muratura per turisti. Sono fatte in modo tale da non impattare in maniera pesante sul territorio che le ospita, ma per me restano lo stesso un cazzotto in un occhio.

Esempi di costruzioni in Val di Mello

Esempi di costruzioni in Val di Mello

Decido adesso di proseguire la mia passeggiata seguendo un percorso in mezzo al bosco, non più “battuto” come quello appena terminato, bensì più impervio. Di tempo ne ho ancora molto a disposizione e non mi va di passarlo tutto quanto sdraiato sull’erba a mangiare ciò che ho comprato a Morbegno. L’ho già fatto in passato da altre parti sia in Italia che nel mondo e non lo vedo un problema. Lungo la via trovo altre cascate ben più grandi e fragorose di quelle che ho mostrato poco fa e la cosa mi piace, per cui proseguo ancora un po’.

Cascata-1

Cascata-1

Cascata-2

Cascata-2

Continuo a salire, salire e salire…senza però trovare altro di interessante. Decido quindi che è ora di tornare indietro e di dedicarmi al relax lungofiume o lungolago; inverto la marcia proprio in presenza di un buffo e particolare segno che conferma che qualcuno è già stato qui.

Anche i sassi possono essere artistici

Anche i sassi possono essere artistici

Adesso non devo fare altro che ripercorrere all’indietro la stessa strada fatta all’andata, per cui niente di difficile…ma io lo dico sempre dentro di me che salire è più facile che scendere ed anche se sembra un controsenso…è così: quasi alla fine del tratto boscoso il mio piede sinistro calpesta un fazzoletto di terreno non stabile e scivola giù; purtroppo la mia gamba destra non segue perfettamente la caduta e fa un doppio “croc” mentre cade a terra. Credo che, dopo anni di viaggi senza problemi di nessun tipo, stavolta sia successo qualcosa di veramente serio. Immediatamente provo a rialzarmi e noto che sto in piedi, anche se a fatica: significa che la gamba non è rotta ed è già importantissimo. A passo zoppo e molto lento (il dolore è forte) continuo il mio viaggio verso l’inizio della valle: adesso non so se ce la farò ad arrivare in tempo per l’ultimo bus con direzione Morbegno e la cosa si fa ancora più seria. Durante il tragitto, nonostante ci siano centinaia di persone presenti, solo 7-8 si affiancano e mi chiedono se mi sono fatto male; spiego loro l’accaduto, ma nessuno può far niente perchè a quanto pare sono tutti venuti in moto. Non importa, tanto sono abituato a cavarmela da solo. L’unico modo che avrei per essere soccorso quassù sarebbe chiamare l’eliambulanza, che ovviamente sarebbe a carico mio se non avessi un danno grave/mortale, cosa che non mi posso davvero permettere. Da ora in poi la farò breve perchè il post non serve a lodare nessuno: riesco ad arrivare all’inizio della Val di Mello in orario; stavolta non vado a piedi a San Martino ma prendo la navetta. Aspetto il bus che mi porta a Morbegno e poi il treno con destinazione Milano Centrale. Penso che forse sarebbe il caso di cercare un Pronto Soccorso qui nella metropoli lombarda, ma poi ragiono ed arrivo ad una conclusione: sono le 20:00 e, andando ora all’ospedale, non ci metterei meno di 4-5 ore; non avendo una patologia da ricovero, una volta medicato mi sbatterebbero fuori in piena notte ed io non avrei avuto un posto dove andare, oltre ad aver perduto il biglietto del bus di rientro per Roma. Ormai ho fatto 30…per cui decido di fare 31: vado a prendere il borsone in hotel (quei 100 metri a tratta dalla fermata della metropolitana mi sembrano kilometri) e poi arrivo all’autostazione Lampugnano. Tornato a Roma dopo una notte di sonno mi dirigo subito al pronto soccorso dove mi dicono che ho un trauma distorsivo muscolo-legamentoso con ematoma al polpaccio destro, una cosa non grave ma dolorosa. Mi mettono una fascia allo zinco e mi danno sette giorni di malattia in cui devo stare più fermo possibile. Ancora oggi, a due giorni dall’evento ed a 24 ore dall’applicazione della cura, la gamba fa ancora abbastanza male.

Nonostante questa disavventura che può capitare ovunque ed a chiunque, la Val di Mello si è rivelata davvero un paradiso ai miei occhi. Si…ripeto…un po’ troppo affollata e votata al business, ma pur sempre un luogo particolare e da non perdere. In una situazione diversa sicuramente me la sarei goduta di più e come si deve, però è andata bene anche così. E’ vero che nel mio blog mi lamento spesso (forse troppo) di tante cose, ma stavolta non ne vedo il motivo: scivolare in montagna può succedere e probabilmente non avrei potuto evitarlo neanche stando più attento; l’ignoranza, l’arroganza, la maleducazione e la stupidità umana sono cose che si potrebbero facilmente evitare e che invece si moltiplicano ogni giorno che passa ed è questo che mi porta a lamentarmi. Per chi volesse farlo, la Val di Mello è un luogo che va visitato assolutamente.

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