La natura di Tarvisio e la piacevolissima Udine

di admin

Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Udine? Clicca qui!

Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Tarvisio e dintorni? Clicca qui!

 

Inizio questo post con una significativa esclamazione: finalmente! Ebbene si, con tutti i luoghi che ho visto in Italia, in Europa e nel mondo…in Friuli Venezia Giulia c’ero stato solo di passaggio per raggiungere altre destinazioni. Per un appassionato di viaggi della mia portata è una specie di eresia. Proprio questo ho scritto, scusandomi, agli addetti delle informazioni turistiche locali quando li ho contattati per avere delle delucidazioni e poter meglio pianificare i due giorni di permanenza in questa magnifica regione. Ma un passettino intanto è stato compiuto. Certo…ancora è niente in confronto a ciò che resta ancora da vedere, ma chi mi conosce sa che sono più cocciuto di un mulo e che quando mi impunto su una cosa la devo portare a termine assolutamente. Questa zona d’Italia è un mix perfetto di emozioni, di cose da fare e vedere: nella parte più a sud ci sono conosciutissime località di mare, in tutta la sua area non mancano certo città e borghi da non perdere e, lassù a nord ed a nord-est, verso l’Austria e la Slovenia, c’è davvero l’imbarazzo della scelta per ciò che concerne le attività da praticare in montagna. Per inaugurare la serie di uscite che mi porterà prima o poi ad avere un quadro generale della situazione, le prime mete da me scelte sono Tarvisio e dintorni (per la natura) ed Udine, capoluogo di provincia e città da scoprire passo dopo passo. Dalle mie letture pre-partenza già sapevo che ha dei tesori da mostrare, ma non mi aspettavo fossero così tanti.

Il viaggio inizia con un bus notturno preso dall’autostazione Tiburtina di Roma. Per cause non dipendenti dalla mia volontà arrivo allo stallo con un pochino di ritardo rispetto al solito e sono praticamente l’ultimo a salire a bordo: il pullman è stracolmo di gente in ogni ordine e posto. A me tocca la penultima fila accanto ad un ragazzo che scopro essere un turista. Lì per lì, ancora col fiatone per la corsa, non mi spiego il perchè di tutta questa calca ma poi il dubbio lo risolvo da solo: una delle fermate schedulate è Mestre ed oggi è venerdi. Infatti sento parlare solo lingue diverse dall’italiano e capisco che il 90% dei passeggeri è diretto a Venezia per il week-end. Causa un fastidiosissimo mal di gola che mi porto dietro da una settimana (purtroppo non sono proprio al top della condizione e questo potrebbe essere un freno per le previste sfacchinate in montagna) passo le prime tre ore del tragitto in maniera abominevole. L’aria condizionata dà fastidio alla mia gola e mi dà l’input per tossire ogni minuto, ma io faccio più di uno sforzo per disturbare il meno possibile gli altri che stanno dormendo e per…non farmi scaraventare dal finestrino perchè scambiato per un untore. Ma trattenermi è davvero faticoso. Finalmente crollo per la stanchezza e riesco a dormire un po’ anch’io. Le fermate passano e scopro di aver avuto ragione: da Venezia ad Udine restiamo in meno di dieci a bordo. Arrivo così alla città friuliana che sono le 7:55 del mattino ed il cielo è cupo; il meteo ha previsto pioggia sia oggi che domani e temo che stavolta quei “gufi” ci abbiano preso, anche se succede davvero di rado. Corro all’hotel a depositare il bagaglio e poi torno alla stazione centrale per prendere il primo treno utile (ore 9:01) per Tarvisio Boscoverde. Sarà il capolinea del convoglio perchè si tratta del comune più ad est della regione. Subito dopo si va in Slovenia ed in Austria. Poco più di un’ora e scendo nella piccola stazione, dopo un viaggio in cui le bellissime montagne presenti si sono dimostrate prodi guardiane dei borghi locali. Fantastica la vista del fiume Tagliamento quando lo si incrocia durante il viaggio: una enorme fascia di color celeste che scorre su di un candido terreno; peccato che i vetri dei treni siano sempre zozzi perchè una foto non sarebbe stata affatto male. Ma non è la sola cosa positiva che noto: kilometro dopo kilometro il sole ha preso ampio sopravvento sulle nuvole e, signore e signori, un nuovo ed ampissimo gesto dell’ombrello parte nei confronti dei sapientoni della meteorologia; ormai ho il braccio tumefatto per quante volte ho ripetuto questo rituale nella storia dei mie viaggi e ne vado fiero.  Mi trovo a 2,5 km dal centro del paese, mio primo obiettivo della giornata. Su internet avevo letto della presenza di navette che eseguono tale tratta e provo a chiedere al personale di stazione. Fenomenale la miglior risposta ricevuta: “vai in sala d’aspetto al secondo piano e leggiti gli orari”. Per carità, niente di più corretto…ma c’è modo e modo. Così, dopo l’ennesima dimostrazione che chiedere aiuto sia una cappellata colossale e che “chi fà da sè fa per tre” sia sacrosanto ogni giorno di più, giro le gambe e parto a piedi. Passeggiando ammiro il piccolo comune montano di Tarvisio che si apre davanti a me. La voglia di prendere la reflex è tanta, ma mi sarei fermato successivamente per visitarlo e per le foto di rito. Adesso ho un’altra priorità: l’appuntamento è al Centro di Informazione Turistica locale. Lì conosco la gentile Francesca che aveva risposto alle mie e-mail di richiesta di informazioni su come poter fare per raggiungere i Laghi di Fusine spendendo poco (quindi niente soldi ai taxi, please), dato che dopo il 31 agosto il trasporto pubblico è praticamente assente.  Ma la soluzione c’è sempre per chi la sa cercare: lasciando 50 euro di caparra si ha la possibilità di poter prendere una bicicletta GRATIS per tutto il giorno fino ad esaurimento scorte. Al rientro si possono riprendere i 50 euro ed il gioco è fatto. Esco felice dopo aver salutato e mi dirigo al punto convenuto per il ritiro del mezzo. Arrivo lì e sono un pochino meno felice: le biciclette ci sono…ma è necessario un po’ di adattamento per guidarle. Sono “abbastanza” usate ed hanno solo 3 miseri rapporti: salita, pianura e discesa. I mega-cambi a 18 o 21 velocità non abitano qui. Tra me e me spero solo che la strada (circa 11-12 kilometri a tratta) non abbia “strappi” ma il fatto di essere in montagna mi preoccupa e non poco perchè le salite (anche impervie a volte) sono più che normali. Ma mi devo ricredere subito perchè da Tarvisio fino quasi ai laghi si arriva percorrendo la cosiddetta FVG1 (Ciclovia Alpe Adria Radweg), una pista ciclabile clamorosa che inizia da Salisburgo ed arriva addirittura fino a Grado. Il tratto italiano è stato in parte costruito sulla vecchia ferrovia dismessa ed è fantastico, passando, leggere i cartelli “Tarvisio Città” e “Tarvisio Centrale” tipici della strada ferrata ma senza che ci siano i binari; un particolare ricordo del tempo che fu.

Un tempo “Tarvisio Centrale”…oggi ciclovia

Alla fine mi metto in moto e, pedalata dopo pedalata, mi rendo conto che la strada è pressochè pianeggiante; i dislivelli sono pochissimi e sempre dolci per tutto il percorso ed è così che arrivo al bivio a me utile: lì svolto a destra e mi rendo conto di essere davvero a poche centinaia d metri dal Lago Inferiore di Fusine. Questo ultimo tratto però è ben in salita e le mie gambe, abituate a camminare ma non a spingere una bicicletta (e poi che bicicletta…), ne risentono abbastanza. Ma alla fine gli sforzi vengono ampiamente ripagati con la vista dello spettacolo che mi si prospetta davanti: qualcosa di davvero impossibile da immaginare. Il Lago Superiore di Fusine è così chiamato perchè per arrivarci occorre seguire la strada in salita per circa un altro kilometro. Ovviamente ci arrivo, ma ho meno fortuna rispetto al precedente perchè un nuvolone (unico in zona) sta coprendo la luce del sole, particolare che renderebbe l’ambiente degno di una fiaba. Per questo motivo mi soffermo un po’ di più sul Lago Inferiore che invece ho goduto a pieno sotto una fortissima luce. E’ possibile effettuare il giro dello specchio d’acqua (ovviamente a piedi lasciando la bicicletta da qualche parte al sicuro). Ciò permette sia di riprendersi dopo i kilometri percorsi che di godere in tutto e per tutto di tale meraviglia. Non ci credete? Sono sicuro che la voglia di chi legge sarà stuzzicata a dovere da queste poche immagini.

Lago Inferiore di Fusine – 1

Lago Inferiore di Fusine – 2

Lago Inferiore di Fusine – 3

Lago Inferiore di Fusine – 4

Lago Inferiore di Fusine – 5

 

Più guardo queste foto e più mi sento male per il fatto di essere dovuto venir via. Si tratta di un vero e proprio capolavoro della natura contornato da un meraviglioso bosco  e che vede all’orizzonte delle cime montuose a dir poco spettacolari. Questo mix lo rende uno dei luoghi più belli che io abbia mai visto in Italia. Ormai non ho più nulla da fare qui ed il tempo stringe, per cui risalgo in sella alla bici e “macino” la strada dell’andata a ritroso fino a Tarvisio. Me la godo alla stragrande perchè in questa direzione il 90% del percorso è in lieve discesa. Quasi non pedalo neanche lasciandomi il tempo necessario per osservare il panorama che mi circonda.

Le Montagne viste dalla ciclovia

Piccola ma violenta cascata che passa sotto alla ciclovia

 

Arrivo in paese e riporto il “fantastico mezzo” all’Ufficio del Turismo, riprendo i miei 50 euro che tornano in cassa sani e salvi, saluto e ringrazio la cortesissima Francesca per avermi aiutato a rendere ancora più low-cost il mio week-end di quanto già non lo avessi studiato. E’ il momento della seconda delle tre parti della giornata: la visita di Tarvisio. Come detto, si tratta di un piccolo centro montano ben attrezzato per le abbondanti nevicate che da queste parti arrivano in inverno, ma ben attrezzato anche per l’accoglienza dei visitatori. Gli obiettivi “architettonici” da vedere non sono molti perchè quassù si vive di natura, ma comunque ci sono.  Da dove mi trovo, ho davanti il Palazzo del Comune; poi la strada si allarga e si entra in Piazza Unità, davvero molto suggestiva. Qui è ubicata la bella Chiesa dei Santissimi Pietro e Paolo Apostoli e questo che segue è il colpo d’occhio che si può gustare:

Lo spettacolo di Piazza Unità

Retro della Chiesa vista dalla Ciclovia

 

Bar, taverne, ristorantini, negozietti tipici ed addirittura un ristorante Self-Service al primo piano di un edificio che serve il pranzo al prezzo fisso di € 8,30. Non è niente male l’idea di passare più di un giorno quassù per coloro cui piacciono questi ambienti. Peccato che io non possa fermarmi più tempo perchè il mio programma mi chiama. Ne approfitto però per pranzare: trovo un supermarket aperto (come mio solito)  e con poco più di 5 euro riacquisisco in un baleno le energie perdute mantenendo anche qualcosa da bere e da mangiare per le ore successive. Lungo la strada mi imbatto nella piccola, ma carina, Chiesa della Madonna di Loreto.

Chiesa della Madonna di Loreto

 

Non sto vagando a vuoto, ma so chiaramente dove andare: sono diretto (ahimè) alla terza ed ultima parte di questo scorcio di paradiso che è la zona di Tarvisio: l’Orrido dello Slizza. Si trova appena fuori dalla stazione dei treni di Boscoverde e lascio questo punto di interesse volutamente per ultimo proprio perchè, subito dopo, avrei preso il primo convoglio con direzione Udine. Arrivo ad uno spiazzo dove, al centro, trovo un bel Monumento dedicato ai caduti delle guerre napoleoniche in Carinzia tra il 1797 ed il 1813.

Monumento al Fuciliere Austriaco

 

Per coloro che hanno gli occhi buoni, in basso a destra nella foto si può notare un tizio che si sta crogiolando al sole tipo ramarro su di un tavolo da pic-nic. Beato lui che non ha una mazza da fare e beato me che non mi so proprio fare i cavoli miei. Proprio davanti alla statua c’è un cartello che indica l’inizio del percorso per raggiungere l’Orrido dello Slizza. Per chi non lo sapesse, un orrido è il fondo di una gola in cui scorre, più o meno potente, un torrente/fiume che nel corso dei secoli si è aperto tale strada con la forza. Lo spettacolo agli occhi è garantito perchè qui si ha natura allo stato puro. Non è il primo orrido che vedo, per cui so di andare sul sicuro e che non tornerò deluso. Una cosa però mi preoccupa appena metto il naso all’altezza del cartello: vedo che sono abbastanza in alto rispetto al fiume ed infatti, documentandomi al volo, leggo che si tratta di 180 scalini in discesa. La mia condizione fisica assolutamente non buona mi ha portato a fare tutto e ad arrivare fino a dove mi trovo. E’ il caso di sfidare la sorte anche stavolta? Non starò chiedendo troppo in una condizione simile? Ci penso sù un attimo, ma la risposta è scontata. E’ così che muovo i primi passi verso la gola e mi rendo subito conto che gli “scalini” sono in realtà degli “scaloni” in piena regola: vanno fatti uno alla volta poggiandovi tutti e due i piedi; guai a sgarrare perchè potrebbe essere molto pericoloso. Ci metto un po’ per arrivare fino in fondo, proprio per massima prudenza. Ma quando metto le suole in piano si apre davanti a me l’ennesimo spettacolo della giornata: il torrente Slizza che scorre abbastanza violento (non oso immaginarlo a primavera durante il disgelo) sulle rocce che ne fanno da letto. I colori sono incredibili, anche perchè il sole riesce a filtrare fin quaggiù in maniera normale nonostante tutto: si va dal celeste chiarissimo e trasparente del corso d’acqua al verde, sia scuro che acceso, della vegetazione. Il grigio delle pietre completa il panorama. Il percorso si sviluppa in una serie di passerelle di legno ben saldate alla parete rocciosa che passano sopra allo Slizza e l’emozione si moltiplica. Ecco cosa ho colto con la mia reflex:

Orrido dello Slizza – 1

Orrido dello Slizza – 2 (con dettaglio delle passerelle)

 

Orrido dello Slizza – 3

Orrido dello Slizza – 4

Orrido dello Slizza – 5

 

Fortunatamente il percorso in salita da quest’altra parte è meno ripido (o per meglio dire…organizzato in maniera meno pesante) rispetto a quello in discesa. Infatti la mia preoccupazione sarebbe stata risalire i 180 scaloni anche al ritorno, ma chi ha ideato la tratta ha pensato fortunatamente di venire incontro ai visitatori. Quando mi trovo al livello strada non manca però il fiatone che esce a più non posso. Purtroppo non sto bene, ripeto…ed aver fatto lo stesso tutto ciò che avevo programmato quando stavo spaparanzato al tavolino è un vero miracolo. Sono quasi le 17:00 e mi reco in stazione dove aspetto il treno delle 17:53 che mi porta ad Udine esattamente alle 19:00. Arrivo nel capoluogo di provincia friulano e subito mi fiondo all’interno di un Supermarket per comprare da bere per il resto della serata. La cena no…stavolta no. Un po’ la bicicletta gratis a Tarvisio ed un po’ altri risparmi inaspettati mi inducono ad andare a mangiare la pizza fuori. Come dico sempre, voler risparmiare non è segno di taccagneria. Con i soldi non sperperati si può fare qualche altra cosa e così seguo la mia linea di pensiero. Torno in hotel e mi faccio una doccia calda/bollente che non dura meno di 25 minuti. Ne ho un bisogno immenso. Un breve riposo e poi mi vesto per uscire. La pizzeria si trova non lontano da dove alloggio: l’ho individuata su Tripadvisor come la migliore e più economica della città, per cui parto con l’acquolina in bocca. Quando arrivo lì…il gelo: è un bar-pizzeria ed alle 20:45 di sabato sera scopro entrando di essere l’unico cliente. In più fanno solo pizza: chiedo loro qualche antipastino e mi dicono che non ne hanno. Allora scelgo quale pizza ordinare (€ 6,70) ed una birra media. Beh…se 6,70 euro è il prezzo più basso della pizza ad Udine…non oso immaginare quanto possa costare in tutti gli altri ristoranti. Per me che a Roma la pago anche 3,50 euro (margherita tonda) sembra un mezzo furtarello. In più, la qualità non è neanche eccelsa. Esco un pochino deluso e mi metto a fare due passi per la città di sera, ma senza alcun obiettivo se non dare una prima occhiata a ciò che avrei visitato il giorno successivo. Ciò che noto subito è che è un posto estremamente tranquillo; c’è poca gente per essere in pieno week-end e soprattutto nessuno schiamazzo oltre il consentito. Poi tutto questo viene interrotto dalla prima goccia di pioggia alla quale ne seguono altre ed altre ancora. Faccio appena in tempo a tornare in stanza prima che inizi a diluviare. Accendo il computer e clicco sul mio solito gioco di calcio manageriale…ma pochi minuti bastano a farmi addormentare con la testa sul portatile proprio come si vede nei cartoni animati. Un’ora dopo mi sveglio, sistemo tutto con un occhio aperto e l’altro chiuso e poi dormo veramente.

Domenica: mi alzo finalmente con calma intorno alle 8:30 e per me è una cosa rarissima quando sono in giro. Preparo tutte le mie cose per cercare di uscire per le 9:00. Oggi il programma è abbastanza tranquillo e comprende la visita di Udine e di una cittadina nei dintorni a scelta tra il Borgo di Venzone e Palmanova; avrei deciso quale nel corso della giornata a seconda di come si sarebbero messe le cose. Tanto ho da fare almeno un altro viaggio o due per terminare la provincia e quello che non avrei visto oggi sarebbe semplicemente slittato alla prossima volta. L’importante è che niente sia perduto. A dire il vero il mio desiderio maggiore sarebbe stato quello di vedere Cividale del Friuli, ma una delle solite menti bacate ha pensato bene di organizzare per l’intera giornata un mercatino in centro. Calcolando che Cividale è un paese non molto grande e che il centro è piccolo, non pago certo un viaggio per fotografare  delle bancarelle…e così ho dovuto cancellare l’idea (fortuna che stavolta l’ho letto in anticipo…altrimenti sai le madonne che sarebbero volate?). Ma, bando alle ciance, esco dall’hotel che sono le 9:10. Il primo punto di interesse che incontro è la piccola Chiesetta di Sant’Antonio, sapientemente coperta in parte dalle macchine in sosta agevolate dalle STRISCE BLU apposte da quelle faine dell’amministrazione comunale.

Chiesetta di Sant’Antonio

 

Ma è qui che si “consuma la beffa”: sono le 9:15, cioè esattamente cinque minuti dopo aver lasciato la stanza per la visita di Udine, ed inizia a piovere. Per pura informazione scrivo adesso che fino alla mia salita sul bus notturno alle 21:05 della sera (cioè quasi dodici ore dopo) non smetterà mai del tutto neanche per un minuto. Una cosa del genere è davvero difficile da trovare ma io ce l’ho fatta. Se questo non fosse un blog rispettoso impieghereste i prossimi venti minuti solo per leggere “il mio rosario”, ma per fortuna soprassiedo e vado avanti. Pochi passi più in là trovo la Chiesa di San Valentino e già si vede la differenza di qualità della luce presente e della foto in se stessa causa pioggia.

Chiesa di San Valentino

 

Proseguendo in direzione del centro storico ho il piacere di incontrare una delle famose “rogge” presenti in città, ovvero dei canali colmi d’acqua che scorre anche a velocità sostenuta.

Esempio di “Roggia”

 

Durante il giro ne incontrerò altre (anche pittoresche) che non mancherò di mostrare. Dopo aver voltato l’angolo mi trovo di fronte all’ingresso della Parrocchia della Beata Vergine delle Grazie

Ingresso della Parrocchia della Beata Vergine delle Grazie

 

Proprio lì di fronte c’è il Giardin Grande, una piazza verde attrezzata con panchine e con al centro una semplice ma graziosa fontana.

Fontana del Giardin Grande

 

Passo poi davanti all’Info Point della città di Udine, ma senza fermarmi. Stavolta non mi occorre niente. Proseguo la passeggiata entrando nella zona pedonale da Porta Manin.

Porta Manin

 

Arrivo poco dopo nella piazza centrale di Udine: Piazza della Libertà. In uno spazio neanche troppo esagerato sono racchiusi esempi di rara bellezza: la Loggia del Lionello, il Porticato di san Giovanni con la Torre dell’Orologio e, sulla sinistra, l’ingresso all’area del Castello che prende il nome di Arco Bollani. Il tutto con la presenza “minore” di alcune bellissime statue.

Esterno del Loggione del Lionello

“Interno” del Loggione del Lionello

Porticato di San Giovanni e Torre dell’Orologio

Dettaglio dell’Orologio

Una delle statue presenti

 

Decido ti “togliermi il dente” e di affrontare la salita al Castello. Per fortuna non è lunga ed è fattibile senza problemi. Bisogna solo stare attenti, oggi che piove, a non mettere i piedi su tombini o eventuale pavimentazione di metallo perchè, essendo in forte pendenza e con fondo scivolosissimo, si rischia di finire col sedere per terra. Ho così modo di ammirare sia l’edificio principale (che ospita alcuni musei cittadini) da ambo le facciate che la Chiesa di Santa Maria in Castello ed il suo bellissimo campanile.

Una facciata del Castello di Udine

L’altra facciata del Castello di Udine

Chiesa di Santa Maria in Castello

Campanile della Chiesa di Santa Maria in Castello

 

Come si può vedere, mentre il Castello gode di spazi apertissimi, la Chiesa invece è “incassata” in un misero angoletto ed è difficile trarne un’immagine totale e perfetta. Dall’alto della collina in cui mi trovo riesco a scattare anche una foto decente (nonostante la pioggia) dei porticati lungo la salita e di una parte di città.

Dal Castello di Udine…

 

Decido di scendere “a valle” e di proseguire il giro. Il tutto è purtroppo rallentato dalle condizioni meteo. Quando scende troppa acqua dal cielo sono costretto a fermarmi al riparo. Anche se ho il k-way non potrei riuscire ad immortalare niente senza rischiare di danneggiare seriamente la reflex. Fortuna che qui ci sono un sacco di vie porticate ed è quindi difficile annoiarsi. Appena possibile mi dirigo in Piazza del Duomo dove ammiro, e qui è davvero il caso di dirlo, la grandezza del Duomo di Santa Maria Annunziata con l’altrettanto imponente Battistero. Nella stessa piazza si trova anche l’Oratorio delle Purità.

 

Duomo di Santa Maria Annunziata

Battistero

Oratorio delle Purità

 

Prendo la via a sinistra del Duomo ed incontro il Palazzo del Comune. Su di esso (ma non solo lì) c’è una grande scritta su di uno striscione: “Verità per Giulio Regeni” , Il ricercatore torturato ed ucciso in Egitto per cause ancora ignote ormai da un anno e mezzo.  Nato a Trieste e cresciuto a Fiumicello (proprio in provincia di Udine) prima di trasferirsi all’estero, la sua vicenda è oggi seguita ovviamente da tutta Italia, ma in particolar modo dal Friuli e da Udine stessa. In questo piccolo ed umile spazio faccio anch’io la mia parte affinchè prima possibile si abbia giustizia.

Palazzo del Comune di Udine

Uno dei tanti striscioni con questa scritta sparsi per la città

 

Mi dirigo ora nella vicinissima e particole Piazza San Giacomo che ha al centro una piccola fontana; l’intera piazza è racchiusa da palazzi antichi ed i bar presenti non deturpano più di tanto il colpo d’occhio. Qui trovo anche un obelisco e soprattutto la Chiesa di San Giacomo, davvero bella perchè sembra provenire direttamente da altri tempi.

Fontana di Piazza San Giacomo

Obelisco in Piazza San Giacomo

Chiesa di San Giacomo

 

Faccio una piccola deviazione perchè, sulla destra, intravedo un altro edificio religioso che decido di fotografare prima di proseguire il giro. Non avrei voluto perderlo per una eventuale dimenticanza. Si tratta della Chiesa di San Pietro Martire, anche lei decisamente “incassata” tra altri palazzi.

Chiesa di San Pietro Martire

 

Torno sui miei passi per un centinaio di metri, ripasso da Piazza San Giacomo e mi infilo nel tunnel di un centro commerciale che attraverso totalmente fino ad uscire dalla parte opposta. Qui, dopo poco, mi imbatto in un punto davvero carino delle rogge di Udine:

Davvero suggestivo 🙂

 

La passeggiata mi porta ora fino alla Torre di Santa Maria e poi, svoltato l’angolo, fino alla Cappella Manin. Ormai mi trovo qui e non avrebbe senso fare deviazioni strambe. Decido quindi di proseguire la visita di questa zona e mi spingo fino alla Parrocchia del Redentore, poi passo dalla Parrocchia di San Quirino fino a restare deluso per i massicci lavori in corso alla Chiesa di Santa Chiara che ne impediscono in ogni modo l’accesso.

Torre di Santa Maria

Cappella Manin

Parrocchia del Redentore

Parrocchia di San Quirino

 

Piove, piove ed ancora piove. Mannaggia all’acqua ed a chi la chiede. L’ho detto e lo ridico altre mille volte. Non piove mai dal lunedi al giovedi, giorni di lavoro in cui sono segregato in un ufficio. Piove sempre nel fine settimana…; è con questo spirito non del tutto positivo che mi accingo a visitare il Giardino Loris Fortuna che è quasi vicino ad essere un mini-pantano. Per fortuna questa semplice fontana lo salva:

Fontana del Giardino Loris Fortuna

 

Ciò che adesso posso dire, anche se il giro non è ancora finito, è che Udine è una città lanciata verso il futuro ma che racchiude tantissimi spazi come una volta. Non intendo solo palazzi, chiese e monumenti antichi e conservati sapientemente fino ad oggi. Ci sono infatti tantissime strade e vicoli che ancora si presentano con questa pavimentazione:

Dettaglio di molte strade del centro di Udine.

 

Rientro ora in pieno centro da Via di Portanuova fino ad arrivare ad incontrare nell’ordine la Biblioteca Civica Vincenzo Joppi ed il Palazzo del Monte di Pietà.

Biblioteca Civica Vincenzo Joppi

Palazzo del Monte di Pietà

 

Faccio mente locale su ciò che manca perchè mi ritrovo a Piazza della Libertà. Un’occhiata alla mia fedele mappa (che ormai è diventata una “pappa” perchè la pioggia colpisce anche la tasca dove la ripongo) e mi dirigo fino a Piazza XX settembre: si tratta di uno slargo molto semplice che ha come caratteristica il Palazzo Klecher ad una delle estremità. Mi colpisce moltissimo sul lato destro della piazza la scritta “Vecchia Pescheria” (o qualcosa di molto simile) mantenuta volutamente dai nuovi gestori di un esercizio commerciale: oggi è però un ristorante giapponese. E’ così che cambiano i tempi purtroppo.

Palazzo Klecher

 

Proseguendo la mia passeggiata arrivo alla Chiesa di San Francesco, a Palazzo di Giustizia, al Giardino Giovanni Pascoli, alla piccola Chiesa Beata Vergine del Carmelo ed a Porta Aquileia.

Chiesa di San Francesco

Palazzo di Giustizia

Giardino Giovanni Pascoli

Chiesa Beata Vergine del Carmelo

Porta Aquileia

 

Guardo l’orologio: le troppe pause per la pioggia abbondante ed il fatto che Udine è davvero una città ricca di punti di interesse mi fanno cambiare il programma originale. Ormai è pomeriggio inoltrato. Ho ancora qualcosa da vedere e di prendere il treno per Palmanova o Venzone rischiando fortemente di trovare cielo terso anche lì non mi va a genio. Tra l’altro per Palmanova c’è solo un treno di andata…in quanto a quest’ora il ritorno ci sarà direttamente il mattino seguente. Decido di andare avanti con la passeggiata, nel senso che supero il sottopassaggio della ferrovia ed arrivo in una zona in cui apparentemente non c’è niente da vedere. Ma per mia esperienza non è sempre così. Intanto trovo un supermarket aperto e, nonostante l’ora, acquisto qualcosa per il pranzo ormai divenuto ufficialmente merenda. Poi la mia audacia viene premiata: mi imbatto nella bella Chiesa del Cristo. Peccato che la luce a disposizione sia davvero poca.

Chiesa del Cristo

 

Col passare del tempo, quasi per miracolo, mi accorgo che la sudata bestiale fatta il giorno prima a Tarvisio (con eliminazione di tossine in maniera naturale) e la seguente doccia bollente stanno mandando via il mal di gola ora dopo ora. Non mi sembra vero: per la seconda volta mi capita un viaggio in montagna in piena “emergenza gola” e per la seconda volta sto per tornare a casa guarito. Altro che stare al calduccio a dormire…; anche le mie gambe sono stanche ma manca ancora un po’ di tempo al bus notturno del ritorno e così mi sposto verso un’altra zona di Udine ancora inesplorata. Mi ritrovo dopo un bel po’ in Piazzale 26 luglio: al centro della rotatoria c’è una piazzetta con una fontana molto singolare che non riesco a descrivere a parole (ed infatti tra poco la mostro in foto) e con una sottospecie di colata di cemento rialzata della quale non ho immagini perchè sono venute un po’ tutte uno schifo. Da un lato della rotatoria stessa ammiro la bellissima Parrocchia di San Nicolò Vescovo al Tempio Ossario.

Fontana di Piazzale 26 luglio

Parrocchia di San Nicolò Vescovo al Tempio Ossario

 

Sarei entrato volentieri nel Tempio/museo, ma ovviamente per “agevolare i visitatori” è aperto dal martedi al sabato. La domenica giustamente si chiude un edificio del genere. Complimenti. Comunque, per dare un tocco in più alla descrizione degli esterni, sulla facciata delle Chiesa ci sono quattro enormi statue di gesso raffiguranti un marinaio, un alpino, un fante ed un aviatore; quattro tra le tante figure che sono cadute in stupide ed inutili guerre. Passo dopo passo arrivo fino all’Oratorio San Giorgio; poi arrivo in Piazza Garibaldi e fotografo il Monumento all’eroe dei due mondi. Entro poi nel Giardino del Torso dove “rubo” due belle immagini.

“Retro” dell’Oratorio San Giorgio

“Fronte” dell’Oratorio San Giorgio

Monumento all’Eroe dei due mondi

Giardino del Torso – 1

Giardino del Torso – 2

 

Sono davvero quasi alla fine, così guardo l’ora e vedo che è il momento giusto per incamminarmi verso l’hotel per riprendere il borsone. Ma qualcos’altro manca da vedere. E’ così che mi imbatto nella Chiesa di Sant’Antonio Abate (purtroppo non ho immagini perchè la pioggia ci ha messo del suo), il bel Giardino Ricasoli con le sue statue ed il Teatro Nuovo “Giovanni da Udine”.

Statua nel Giardino Ricasoli – 1

Statua nel Giardino Ricasoli – 2

Piccola Fontana nel Giardino Ricasoli

Teatro Nuovo “Giovanni da Udine”

 

Arrivo alla reception e ritiro la mia sacca. Per fortuna adesso piove di meno rispetto al resto della giornata. Devo camminare 1,8 kilometri fino all’autostazione ed è buono che le precipitazioni siano scarse. Durante la strada non manco di fotografare la Chiesa di San Paolino d’Aquileia e poi mi fermo in una pizzeria a mangiare una margherita+bibita a 6 euro tondi. Questo serva da lezione a chi (come me ieri sera) si basa sulle recensioni di Tripadvisor. La pizza più buona ed economica di Udine si è rivelata una mezza ciofeca e pure costosa. La pizzeria di stasera, in zona stazione, nessuno l’ha recensita: la pizza era FAVOLOSA ed ho speso una cavolata. Torno a ripetere, come ad inizio post, che “chi fa da se fa per tre”.

Chiesa di San Paolino d’Aquileia

 

Arrivo in tempo alla fermata del pullman e, con mia somma gioia, quando mi si presenta davanti è totalmente vuoto. Saliamo in tre ed ovviamente mi prendo il posto migliore. La pacchia non dura molto perchè a Venezia il bus si riempie totalmente, compreso il sedile accanto al mio. La nottata passa tranquilla perchè il mal di gola si è attenuato, ma non sparito del tutto. L’aria condizionata mi dà meno fastidio e riesco a dormire. Arrivo a Roma Tiburtina alle 6:15 ed a casa alle 7:15. Disfo il borsone, metto in salvo le foto, faccio una doccia e corro in ufficio dove arrivo puntualmente per le 9:00. Un’altra maledetta settimana di lavoro comincia…

In conclusione di questo week-end posso solo confermare quanto mi aspettavo: il Friuli è una terra magica e dico questo solo avendo visto due località. Figuriamoci cosa penserò quando lo avrò visto tutto, dato che manca ancora tantissimo. La natura che si ammira nella zona di Tarvisio è stupenda; anche qui ci sarebbero tante altre cose da fare, da vedere e una marea di percorsi da seguire…ma il tempo per tutto ciò dov’è? Personalmente lavoro per vivere e per viaggiare: finchè la Dea Bendata non busserà alla mia porta (credo mai…a occhio e croce) dovrò “arrangiarmi” in questo modo, anche se credo di sapermi arrangiare abbastanza bene tutto sommato. Udine mi è piaciuta davvero molto. Il giro non voleva mai finire per quante cose aspettano un turista che intende visitarla come si deve. Ripeto che ero partito preparato, ma sono tornato via stupito lo stesso. Non mi resta altro che trovare un altro week-end per prenotare il solito bus notturno…anche se adesso so che dovrò arrivare alla partenza di Roma molto prima perchè i turisti che vanno a Venezia saranno sempre in agguato.

You may also like

Scrivi un commento