Cinque Terre e La Spezia in un week-end tutto sole

di admin
Riomaggiore - 1

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Il racconto che segue è la seconda ed ultima parte del fine settimana di metà settembre che mi ha permesso di scoprire prima Pietrasanta e Massa (vedi post dedicato) e poi le protagoniste di questo post, ovvero La Spezia e le Cinque Terre. Come ho già scritto precedentemente, è da un bel po’ che cercavo di organizzare una visita in tale zona, ma per mille motivi non ci sono mai riuscito. La ragione era principalmente logistica: i mezzi pubblici da Roma a La Spezia e viceversa ci sono sempre stati, ma arrivavano a destinazione ad orari assurdi ed improponibili. Non è che nel frattempo sia cambiato qualcosa, ma solo che mi sono deciso a fare uno sforzo supplementare, anche a causa del fatto che le restrizioni dai vari governi per l’epidemia di Covid-19 non rendono conveniente andare all’estero, Unione Europea compresa. Quindi vale la drastica espressione “ora o mai più…”. Ci tengo a precisare che nel Parco delle Cinque Terre mi sono sempre spostato in treno, quindi chi cerca espressamente informazioni sui sentieri tra i paesini non troverà qui le informazioni desiderate. Detto questo, andiamo a vedere cosa è successo…

Sabato Pomeriggio: Arrivo a La Spezia con un treno regionale preso a Massa. Appena scendo dal vagone guardo l’orologio e vedo che sono le 16:20; calcolando che è ancora estate (anche se agli sgoccioli…) avrò tempo a sufficienza per esplorare la città che mi ospita con la luce del sole (tramonterà tra qualche ora) poichè i punti di interesse sembrano non essere tantissimi. Premetto che non è la prima volta che metto piede qui e che ne ho un ricordo orribile; il motivo è semplice: ci sono stato per i fatidici tre giorni della visita medica per il servizio militare, terribile gabella che tutti quelli della mia generazione hanno dovuto subire ingiustamente, come chiunque ci abbia preceduti. Non ricordo se ero già maggiorenne oppure no, so solo che sono state settantadue ore traumatiche e del tutto inutili perchè già stavo studiando come mandare a monte la possibilità di indossare una divisa optando per l’obiezione di coscienza, cosa che poi è diventata realtà. La città era militarizzata, c’erano solo caserme e fiumi di ragazzi balordi che giravano ovunque; questa cosa, per me che ero un tipo taciturno, solitario e calmissimo, era di un disagio mostruoso. Non potrò mai dimenticare i momenti in cui ci facevano stare in fila nudi come vermi di fronte ai medici, come anche i bagni delle caserme che erano peggio di quelli del terzo mondo (ho fatto i miei bisogni nelle toilette dei bar esterni per l’intero periodo di permanenza), oppure la mensa in cui prendendo un singolo spaghetto veniva su tutto il piatto (infatti ho sempre mangiato autonomamente e mai in quello schifo di posto) e così via. Chi mi conosce sa che sono un credente della libertà totale, assolutamente contro qualsiasi tipo di violenza e/o di arma e soprattutto fermo oppositore della rigidità della vita militare. Inoltre chi ha letto i precedenti post sa anche che ho dormito nelle yurte con estranei, sui treni e sui pullman in posizioni assurde, negli aeroporti (anche per terra…rarissimamente, ma è successo) e chi più ne ha più ne metta, ma se mi avessero obbligato a passare dieci mesi in quelle condizioni sarei stato senza ombra di dubbio tutto il tempo in cella di rigore perchè va bene tutto, ma i soprusi fatti passare per metodi educativi proprio no. Avrei reagito ogni volta finendo per ammalarmi di nervi e rovinandomi il resto della vita per avere in cambio 5.500 lire al giorno (negrieri!!!). Stesso motivo per cui non sopporto che oggi mi venga privata la libertà di muovermi come voglio o che mi impongano di andare in giro mascherato da ospedale, Covid-19 o non Covid-19 che sia. Chiudo questa tristissima parentesi perchè, nonostante tutto ciò, sono qui da turista ed ho voglia di vivere La Spezia esattamente come tutte le altre località del mondo dimenticando il passato; fortunatamente quell’imposizione disumana è finita ormai da tanti anni e spero che le cose qui siano molto cambiate. E poi dovrebbe esserci un clima positivo perchè la squadra di calcio locale ha esordito in serie A da pochissimo dopo 114 anni passati a tirare pallonate nei campionati minori. Mappa alla mano, decido di iniziare il giro dalla parte a me più vicina, ovvero da Piazza Brin…e qui succede il disastro. Non faccio in tempo a metterci piede che quattro poliziotti di pattuglia mi vedono da lontano e mi dicono che devo indossare la mascherina; gli faccio notare che sono solo ed all’aperto, ma mi confermano che è obbligatorio. Mi blocco e controllo internet sul cellulare perchè mi pare un’idiozia: scopro che il governatore Toti ha effettivamente emesso l’ordinanza che impone a tutti coloro che si trovano in provincia di La Spezia di portare quella cosa orribile H24. In tre secondi netti credo di aver recitato una ventina di rosari completi di postille ed ho anche maledetto il fatto di essere venuto qui, dato che nel resto d’Italia tutti se ne stanno in giro allegramente a viso scoperto. Cerco di calmarmi e, come succede sempre, dopo un primo momento di scoramento vengo fuori più forte: io non mi fermo! Prendo la reflex e fotografo i punti di interesse di questa zona: la “Fontana delle Voci” (molto carina e particolare) e la “Chiesa di Nostra Signora della Salute”.

Fontana delle Voci

Fontana delle Voci

Chiesa di Nostra Signora della Salute

Chiesa di Nostra Signora della Salute

Una discreta passeggiata su marciapiedi trafficati per la maggior parte da stranieri mi accompagna fin davanti alla bella “Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora della Neve”. Raggiungo Piazza Giuseppe Garibaldi dove trovo una stranissima fontana che vorrei portare nel mio album dei ricordi ma non ci riesco: un buon numero di persone la sta usando come sedia e non mi va di dover discutere se qualcuno dovesse risentirsi per averlo incluso nello scatto; credo proprio che non sia il momento giusto per farlo…dato che già mi girano le scatole a sufficienza. Faccio il mio ingresso in Via del Prione, la strada dello struscio: qui ci sono tantissimi negozi di ogni tipo, da quelli classici che si trovano nei corsi pedonali di ogni città a quelli tipici che vendono pietanze locali. In mezzo a tanto shopping spiccano il “Museo del Sigillo” ed il “Museo Civico Amedeo Lia”.

Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora della Neve

Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora della Neve

Museo del Sigillo

Museo del Sigillo

Museo Civico Amedeo Lia

Museo Civico Amedeo Lia

Faccio una deviazione a sinistra e prendo una scalinata che sale abbastanza; a metà percorso cerco il miglior punto possibile per poter osservare la “Chiesa Cattolica Parrocchiale Sacro Cuore di Gesù”. Una volta in cima basta un breve tratto per arrivare al “Castello San Giorgio”, dove si possono notare anche la parte delle mura del XIV° secolo ancora oggi in piedi. Durante il breve tragitto scopro una cosa che non sapevo: c’è un ascensore che permette di scendere comodamente e tornare da dove sono venuto. Col senno di poi non mi rammarico per non averlo preso anche all’andata risparmiandomi la fatica perchè per vedere l’edificio religioso menzionato nelle righe precedenti non avrei avuto alternative se non andare a piedi. Adesso però lo uso e torno giù.

Chiesa Cattolica Parrocchiale Sacro Cuore di Gesù

Chiesa Cattolica Parrocchiale Sacro Cuore di Gesù

Castello San Giorgio

Castello San Giorgio

Mura del XIV° Secolo - dettaglio

Mura del XIV° Secolo – dettaglio

Rieccomi su via del Prione, ed esattamente di fronte al “Museo Etnografico Podenzana e Museo Diocesano”. Eseguo altre due deviazioni dalla strada principale: la prima (a destra) mi permette di vedere la “Chiesa Abbaziale di Santa Maria Assunta”; affaccia su piazza Giulio Beverini che è in realtà un grande parcheggio. La relativa immagine del blocco seguente devo scattarla salendo su un piedistallo di fortuna, utile per evitare il più possibile di includere automobili nella foto. La seconda deviazione (a sinistra) mi regala la “Statua di Richard Wagner”.

Museo Etnografico Podenzana e Museo Diocesano

Museo Etnografico Podenzana e Museo Diocesano

Chiesa Abbaziale di Santa Maria Assunta

Chiesa Abbaziale di Santa Maria Assunta

Statua di Richard Wagner

Statua di Richard Wagner

Il prossimo obiettivo è il “Teatro Civico” e non faccio fatica a trovarlo; devo ammettere che orientarsi qui è molto più facile rispetto ad altre località. Un nuovo cambio di direzione mi fa apprezzare il moderno edificio che ospita il “CAMeC” (Centro di Arte Moderna e Contemporanea); più avanti, nella piazza a lui dedicata, vedo il “Monumento al Generale Chiodo”, mentre sull’altro lato della carreggiata c’è il Museo Tecnico Navale ubicato poco dopo l’ingresso dell’Arsenale Militare dove noto un viavai continuo di macchine in entrata ed in uscita.

Teatro Civico

Teatro Civico

CAMeC - Centro di Arte Moderna e Contemporanea

CAMeC – Centro di Arte Moderna e Contemporanea

Monumento al Generale Chiodo

Monumento al Generale Chiodo

Ingresso dell'Arsenale Militare

Ingresso dell’Arsenale Militare

Mi sposto nell’area dei Giardini Pubblici, uno spazio pedonale abbastanza esteso nato in maniera molto ridotta rispetto a quella attuale già dal 1825; a seguito di interventi di riqualificazione della città ci fu anche l’ampliamento di questa parte che, all’incirca dopo il primo ventennio del novecento, è come la vediamo oggi. Degni di nota in questo primo tratto sono il “Monumento Equestre a Giuseppe Garibaldi”, il Centro Salvador Allende, il Palco della Musica, una piccola fontana ed il “Ricordo di Alberto Picco”.

Monumento Equestre a Giuseppe Garibaldi

Monumento Equestre a Giuseppe Garibaldi

Fontana dei Giardini Pubblici

Fontana dei Giardini Pubblici

Ricordo di Alberto Picco

Ricordo di Alberto Picco

Attraverso Viale Italia ed osservo la scultura chiamata “La Sirena del Golfo”. Essendo una zona portuale, il mare non è particolarmente piacevole, soprattutto perchè stracolmo di barche. Ci tengo  ad ammirare il “Ponte Thaon di Revel”, circa 160 metri di acciaio bianco che in poco tempo sono diventati un simbolo per questa città. Passeggiarci da parte a parte regala una buona vista, ma cercare di fotografare il ponte è un’impresa, soprattutto per chi non conosce bene il luogo ed ha un tempo limitato a disposizione. Alla fine, dopo alcuni tentativi riesco a fare ciò che posso, ma il risultato non mi soddisfa.

La Sirena del Golfo

La Sirena del Golfo

Ponte Thaon di Revel

Ponte Thaon di Revel

Attraversare il ponte permette una piacevole passeggiata sul porto nuovo dove ci sono negozi e punti di ristoro, oltre a tantissimi natanti come è normale che sia. Personalmente non vado pazzo per queste cose, ma è una valutazione del tutto soggettiva. Torno nuovamente su Viale Italia e continuo il giro percorrendo la relativa parte pedonale. Trovo il “Monumento agli Aviatori della Provincia di La Spezia Caduti per la Patria”, poi attraverso la carreggiata per rimettere piede nei Giardini Pubblici. Qui devo cercare di non disturbare una decina di bengalesi che stanno giocando a carte (ovviamente senza mascherina perchè loro se lo possono permettere…) a due passi dalla “Fontana-Monumento alla Resistenza” grande 6×4 metri e fatta di marmo. Ci mancherebbe solo di dover chiedere loro il permesso per poter procedere e poi saremmo davvero a posto, tanto ormai comandano certi soggetti. Già che ci sono faccio un salto anche al vicino “Monumento ai Bersaglieri” per non farmi mancare proprio nulla.

Monumento agli Aviatori della Provincia di La Spezia Caduti per la Patria

Monumento agli Aviatori della Provincia di La Spezia Caduti per la Patria

Fontana-Monumento alla Resistenza

Fontana-Monumento alla Resistenza

Monumento ai Bersaglieri

Monumento ai Bersaglieri

Visito poi piazza Europa, un’area cementata molto ampia con due lati del suo perimetro occupati da quattro blocchi di fontane senza infamia e senza lode. Oltre a questo c’è da vedere il “Palazzo Comunale” costruito in stile razionalista nel 1933. Al centro del vicino Piazzale del Marinaio c’è il “Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre”: davanti presenta la Vittoria Alata di Angiolo del Santo, mentre dietro reca una semplice iscrizione. Dalla parte opposta la vista è monopolizzata dalla grande “Cattedrale di Cristo Re” che apprezzo molto anche se sembra un U.F.O.

Palazzo Comunale di La Spezia

Palazzo Comunale di La Spezia

Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre - retro

Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre – retro

Cattedrale di Cristo Re

Cattedrale di Cristo Re

Prendo via Vittorio Veneto ed arrivo in Piazza Giuseppe Verdi: qui da pochissimi anni sono terminati dei lavori di riqualificazione durati più del previsto e costati il doppio della cifra stanziata (strano, vero? In Italia non succede mai…) che hanno reso tale spazio quasi del tutto pedonalizzato (eccezion fatta per bus, taxi, mezzi di soccorso e biciclette che hanno libero passaggio). In più è stata installata un’opera dell’artista francese Daniel Buren (“Gli Archi”) che, si dice, riprende i mosaici del bel “Palazzo delle Poste” che affaccia sulla piazza stessa dal 1933. Nei miei post sottolineo sempre che io di arte non ne capisco un tubo, ma sedondo me questa modernità galoppante così spiattellata in un bel contesto storico ci sta come il cavolo a merenda e pare che la pensino allo stesso modo anche molti abitanti di La Spezia; inoltre non trovo nessuna similitudine con l’edificio appena citato.

Palazzo delle Poste

Palazzo delle Poste

Archi di Buren - 1

Archi di Buren – 1

Archi di Buren - 2

Archi di Buren – 2

Archi di Buren - 3

Archi di Buren – 3

Archi di Buren - 4

Archi di Buren – 4

Giunge così il momento di andare a prendere possesso della stanza prenotata per la notte; è in zona stazione e non proprio vicinissima. Mi incammino ed arrivo all’appuntamento col proprietario del B&B che, tra una chiacchiera e l’altra, mi illumina sul perchè ho trovato la pattuglia ferma proprio a Piazza Brin: pare che qualche genio abbia individuato lì il focolaio che ha dato origine ai contagi in zona; guarda caso l’area è bazzicata soprattutto da stranieri, per cui è iniziata la classica caccia alle streghe contro i colpevoli. Appena ci congediamo vado a comprare qualcosa da mangiare per la cena nei dintorni ma, non ancora contento, decido di fare l’ultima passeggiata raggiungendo lo Stadio Picco, attualmente in fase di ristrutturazione per ospitare un giorno la tanto agognata Serie A (per il momento la squadra gioca le gare casalinghe a Cesena, in campo neutro). La mia è più una scusa per stare ancora un po’ in giro perchè già immagino di trovare l’impianto chiuso e non visibile come da buona tradizione italica, cosa che si verifica puntualmente. Torno indietro e mi dedico alla cena ed al relax col mio solito calcio manageriale…mentre il rimbombo di tutti i treni che passano a poche decine di metri di distanza dalla mia finestra mi fanno compagnia, nessuno escluso.

Domenica mattina: La sveglia è intorno alle 7:00 perchè il mio programma prevede la visita alle Cinque Terre in giornata e non intendo perdere tempo prezioso. E’ abbastanza difficile calcolare esattamente quanto servirà per esplorare i paesini in lungo ed in largo, per cui dico fra me e me che sarà meglio avere un po’ di tempo libero in serata piuttosto che dover correre per finire a tutti i costi. Il B&B che mi ospita non serve la colazione e per ovviare a questa mancanza offre un buono da consumare in un bar della zona; ironia della sorte: è lo stesso locale che ho scelto autonomamente ieri mattina. Vado a mangiare e poi acquisto il pass giornaliero per il Parco delle Cinque Terre presso l’ufficio ubicato all’interno della stazione di La Spezia al costo di 16 euro. Oltre all’ingresso comprende anche viaggi illimitati sui treni regionali. L’addetta mi informa di fare molta attenzione a non prendere gli Intercity perchè i controllori locali sono avvelenati e si divertono a multare i trasgressori anche in caso di semplice errore (poi ci si chiede perchè io certi individui li chiamo sciacalli…). Siccome le località che compongono quest’area turistica non sono esposte al sole nello stesso modo e dato che il mio intento è quello di portare via più foto panoramiche possibile passerò le ore a venire saltando da un treno all’altro per cercare di essere sempre nel posto giusto al momento giusto. A differenza di altri viaggi, qui non c’è un gran numero di punti di interesse da segnare sulla mappa e trovare nella realtà; si viene da queste parti anche per la gioia di scoprire i piccoli borghi uno dopo l’altro, per camminare senza meta per le loro stradine e per immergersi per quanto possibile nelle abitudini e nella cultura locale. Sappiate anche che la caratteristica che accomuna tutto quanto è la necessità di avere delle buone gambe: salite e discese anche abbastanza ripide sono all’ordine del giorno, quindi chi ha voglia di venire da queste parti è avvertito. Dopo aver premesso tutto ciò, non mi va di tediare chi legge con questa girandola di spostamenti, per cui eccezionalmente riporterò le caratteristiche principali dei singoli paesini secondo l’ordine geografico partendo da La Spezia.

Riomaggiore è abitato da circa 1.400 persone. La piccola stazione si trova a pochi passi dall’inizio del percorso a picco sul mare conosciuto come “Via dell’Amore” che la collega con la vicina Manarola. Tale camminamento nel 2012 è stato colpito da un’imponente frana e da allora è chiuso al pubblico. Ho letto che sarà oggetto di un accurato intervento di ripristino e che potrebbe essere riaperto nel 2023; trattandosi di Italia il condizionale è d’obbligo. Il centro di questa piccola località si raggiunge in due modi: il meno utilizzato è imboccando la salita che si vede immediatamente fuori dalla stazione, mentre quello più preso di mira è tramite un breve tunnel che costeggia la ferrovia. Al termine della galleria si presentano altre due opzioni: verso destra si scende sul mare e verso sinistra si sale nel cuore del borgo. Dalle scogliere presenti si possono scattare le classiche immagini che si vedono comunemente sia on-line che sulle riviste specializzate (quelle che mostrano le tante casette colorate che abbracciano la montagna ed ancora quelle delle barchette azzurre parcheggiate nel piccolo porticciolo) ed ovviamente, per chi fosse attrezzato, c’è la possibilità di fare il bagno. Dalla parte opposta si prende via Colombo, piena in ogni centimetro di negozietti di ogni tipo, e si inizia a scarpinare fino a trovare “l’Oratorio di Nostra Signora Assunta in Cielo”. Svoltando a sinistra si raggiunge tramite una scalinata piuttosto leggera la “Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista” che precede un bell’affaccio sui tetti sottostanti. A pochi metri l’uno dall’altro ci sono il semplice “Oratorio di San Rocco” ed il “Castello di Riomaggiore” che ha una posizione dominante sul resto dell’abitato.

Stazione di Riomaggiore

Stazione di Riomaggiore

Primo tratto della Via dell'Amore

Primo tratto della Via dell’Amore

Riomaggiore - 1

Riomaggiore – 1

Riomaggiore - 2

Riomaggiore – 2

Riomaggiore - 3

Riomaggiore – 3

Riomaggiore - 4

Riomaggiore – 4

L'Inizio di Via Colombo

L’Inizio di Via Colombo

Oratorio di Nostra Signora Assunta in Cielo

Oratorio di Nostra Signora Assunta in Cielo

Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista

Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista

Oratorio di San Rocco

Oratorio di San Rocco

Castello di Riomaggiore

Castello di Riomaggiore

Riomaggiore - 5

Riomaggiore – 5

Riomaggiore - 6

Riomaggiore – 6

Manarola: è ben più piccolo di Riomaggiore (conta circa 350 anime) ed è una sua frazione. La stazione è alla fine della Via dell’Amore ed è unita alla prima strada urbana da un tunnel pedonale. Una volta fuori dalla galleria si può andare a sinistra verso il mare ed a destra verso la parte alta dell’abitato. La cosa più bella in assoluto qui è la vista panoramica che si gusta da un camminamento a picco sul mare. Su via Antonio Discovolo (la strada principale) non mancano affatto le bottegucce dove i proprietari sono intenti a fare affari secondo dopo secondo. Dopo aver affrontato la salita la strada si allarga per accogliere la “Chiesa di San Lorenzo” che ha la “Torre Campanaria” distaccata. Posizionandomi alla destra del Campanile prendo uno scatto dei tetti sottostanti che mi piace particolarmente. Chiude il cerchio un altro edificio che sembra essere religioso, ma da nessuna parte trovo informazioni di cosa sia in realtà.

Stazione di Manarola

Stazione di Manarola

Manarola - 1

Manarola – 1

Manarola - 2

Manarola – 2

Chiesa di San Lorenzo

Chiesa di San Lorenzo

Torre Campanaria

Torre Campanaria

Panoramica dalla Torre Campanaria

Panoramica dalla Torre Campanaria

Mistero...

Mistero…

Corniglia: questa è la vera anomalia delle Cinque Terre, ovvero l’unico dei paesini che si trova distante dal mare. E’ il più piccolo di tutti con meno di 200 abitanti censiti e per questo non ha un suo municipio, ma è una frazione del vicino comune di Vernazza; potrei definirlo come una manciata di casette colorate in cima ad una collina. La stazione è a valle e per arrivare in centro occorre affrontare la Scalinata Lardarina che è abbastanza lunga e faticosa, al punto da costringere i meno allenati a più di una sosta prima di arrivare in cima. Il benvenuto lo dà la “Chiesa di San Pietro”, carinissima guardandola mentre ci si avvicina e poi quasi impossibile da fotografare il loco perchè il piazzale antistante non concede lo spazio necessario per uno scatto di qualità sufficiente. Si entra poi in via Fieschi, di fatto l’unica vera arteria, che propone sempre la stessa tiritera…ovvero negozietti in ogni dove anche se il posto a disposizione è davvero risicato. In quello che si può definire come uno slargo (in verità quasi tutto occupato dai tavolini dei vari localini qui presenti) trovo il “Monumento ai Caduti di Corniglia”; dietro di esso, su di un piano rialzato, c’è la “Cappella dei Flagellati”. Camminando fino alla fine del paese si giunge su di una terrazza panoramica che consente una vista meravigliosa sul mare sottostante.

Corniglia - panoramica

Corniglia – panoramica

Chiesa di San Pietro

Chiesa di San Pietro

Monumento ai Caduti + Cappella dei Flagellati

Monumento ai Caduti + Cappella dei Flagellati

Corniglia - veduta dalla terrazza panoramica

Corniglia – veduta dalla terrazza panoramica

Vernazza: località che vanta poco meno di 800 anime, la cui stazione si trova praticamente in centro. Via Roma è la strada principale colma di negozietti in ogni centimetro quadro (ormai è un must da queste parti). Visto l’ormai classico “Monumento ai Caduti” che anche qui non poteva mancare, si inizia la discesa verso il mare. Il numero dei bagnanti che trovo qui è decisamente più alto rispetto a quello di Riomaggiore e Manarola (ovviamente escludo a priori Corniglia perchè è un po’ difficile fare vita di mare su di un cucuzzolo). La “Chiesa di Santa Margherita di Antiochia” è un gioiellino, proprio come lo è il porticciolo (ubicato sempre in zona) punteggiato dalle tante barchette parcheggiate. Alzando gli occhi al cielo si riesce a vedere il “Castello Doria” che guarda tutto e tutti da lassù. E’ poi possibile camminare in mezzo a vicoli strettissimi (addirittura ne trovo uno nel quale può passare solo una persona alla volta) che si inerpicano sulla collina tra le case per raggiungere la Chiesa di San Francesco che confina col Municipio: da qui si ha una vista panoramica molto bella…peccato solo che io ci arrivo quando ho il sole totalmente contrario.

Monumenti ai Caduti di Vernazza

Monumenti ai Caduti di Vernazza

Chiesa di Santa Margherita di Antiochia

Chiesa di Santa Margherita di Antiochia

Porticciolo di Vernazza

Porticciolo di Vernazza

Panoramica di Vernazza dal Porticciolo

Panoramica di Vernazza dal Porticciolo

Castello Doria visto dal porticciolo

Castello Doria visto dal porticciolo

Vista Panoramica dal Municipio

Vista Panoramica dal Municipio

Monterosso al Mare: è il paesino più abitato con circa 1.500 anime (batte Riomaggiore per poche decine di unità), ma è di gran lunga quello strutturato meglio e più turistico sotto ogni punto di vista…nel bene e nel male. Ad esempio qui si concentrano varie spiagge di grandi dimensioni che al mio arrivo trovo completamente colme di persone. La stazione è ubicata proprio di fronte all’arenile più grande ed è da lì che inizio il giro dirigendomi verso la zona più esterna che può vantare la piccola “Chiesa di Santa Maria Nascente” (quasi sempre oscurata dall’ombra degli alberi) e la Statua del Gigante che attualmente è strapiena di impalcature a causa di lavori di restauro e quindi da considerare come non pervenuta. Torno indietro e vado ad esplorare la parte opposta che so essere decisamente più interessante. Lo “Scoglio di Monterosso” è uno di punti in cui i turisti si fanno fotografare di più, ma come dargli torto? Il masso è enorme e vicinissimo alla riva, l’acqua che lo circonda assume colori indescrivibili che la fanno sembrare quella dei Caraibi (attenzione: ho scritto solo “sembrare”…conosco i Caraibi e sono un’altra cosa). Ad un certo punto ci sono due opzioni per proseguire: attraversare un tunnel che concede un po’ di refrigerio a chi è scottato dal sole oppure continuare la passeggiata lungo il costone di roccia a picco sul mare, ovviamente servendosi di strade battutissime. Scelgo la seconda opzione e, oltre a scattare delle panoramiche spettacolari (tra le quali becco anche un “Bunker”!), salgo una scalinata abbastanza ripida che mi consente di osservare da buona posizione sia la “Statua di San Francesco d’Assisi” che la “Torre Aurora”, purtroppo oggi trasformata in ristorante. Già che ci sono continuo con le salite e raggiungo anche la “Chiesa di San Francesco” che ha annesso il Convento dei Cappuccini. Terminato ciò faccio marcia indietro e torno al piano strada, pronto per visitare il vero cuore di Monterosso al Mare, ma solo dopo aver buttato gli occhi su una nuova bellissima spiaggia (peccato per la presenza degli stramaledetti stabilimenti balneari dei quali la Liguria è satura). In Piazza Garibaldi c’è la Statua per l’eroe dei due mondi che fa da apripista per l’edificio molto carino che ospita il “Municipio”. Mi infilo nei vicoletti cercando di orientarmi: rintracciare la “Chiesa di San Giovanni Battista” e “l’Oratorio dei Neri” è facilissimo perchè sono una davanti all’altro. L’Oratorio di Santa Croce (o dei bianchi) è un amore, ma non si può immortalare perchè troppo appiccicato alle case di fronte; pazienza, resterà nella mia memoria.

Stazione di Monterosso

Stazione di Monterosso

Spiaggia di Monterosso appena fuori dalla Stazione

Spiaggia di Monterosso appena fuori dalla Stazione

Chiesa di Santa Maria Nascente

Chiesa di Santa Maria Nascente

Scoglio di Monterosso

Scoglio di Monterosso

Panoramica della Spiaggia principale di Monterosso

Panoramica della Spiaggia principale di Monterosso

Bunker di Monterosso

Bunker di Monterosso

Statua di San Francesco d'Assisi

Statua di San Francesco d’Assisi

Torre Aurora

Torre Aurora

Chiesa di San Francesco

Chiesa di San Francesco

Altra Spiaggia di Monterosso

Altra Spiaggia di Monterosso

Statua di Giuseppe Garibaldi

Statua di Giuseppe Garibaldi

Municipio di Monterosso

Municipio di Monterosso

Chiesa di San Giovanni Battista

Chiesa di San Giovanni Battista

Oratorio dei Neri

Oratorio dei Neri

Monterosso - 1

Monterosso – 1

Monterosso - 2

Monterosso – 2

Monterosso - 3

Monterosso – 3

Monterosso - 4

Monterosso – 4

Monterosso - 5

Monterosso – 5

Monterosso - 6

Monterosso – 6

Monterosso - 7

Monterosso – 7

Alla fine a La Spezia ci torno intorno alle 20:00, abbastanza stanco dalle tante salite affrontate, ma allo stesso tempo soddisfatto perchè ho avuto la fortuna di vedere questa bellissima zona con l’ausilio di un sole incredibile. E’ ovvio che in condizioni meteo avverse sarebbe stata tutta un’altra storia. Il problema viene adesso: come ho spiegato ad inizio post, gli orari per arrivare ed andare via da qui sono terrificanti, ed infatti avrò il treno di ritorno alle 01:27 di stanotte. Ho quasi cinque ore e mezzo a disposizione e sta calando la sera, quindi non posso fare più niente di nuovo; non ho una stanza dove appoggiarmi per mangiare la solita cena da comprare al market e quindi decido di cercarmi un posticino su via del Prione dove mangiare un panino con patatine e contorni vari, per poi finire la serata in un cinema locale dove trasmettono un film pessimo che preferisco non nominare perchè prima riuscirò a rimuoverlo dalla mia memoria e meglio sarà. Quando torno all’aria aperta resta circa un’oretta che passo in giro per il centro città, per poi avviarmi verso la stazione dove prendo il treno prenotato ed alle 5:45 scendo a Roma Ostiense. Da lì inizio il viaggio verso casa dove mi aspetta una nuova giornata di smart working.

In conclusione sappiamo tutti che La Spezia non è una località turistica per eccellenza: i punti da vedere ci sono, ma numericamente pochi e di qualità media. Sottolineo volentieri che da quando non c’è più il servizio di leva obbligatorio non è più la città militarizzata e piena di gentucola da quattro soldi che ricordavo quando, da povero ragazzetto di provincia inesperto quale ero, mi ci hanno mandato con la forza e totalmente controvoglia. Ora è decisamente un’altra cosa. Ma da queste parti sono le Cinque Terre a fare da padrone incontrastate per ovvi motivi. Difficilmente (anzi…direi proprio mai) dei borghi tanto piccoli attirano una mole di turisti così incredibile; da una parte devo ringraziare il Covid-19 per avermi fatto trovare molta meno gente del solito (come successo a Firenze e Venezia nei mesi scorsi, per esempio) ma nonostante la pandemia le persone c’erano eccome. Non oso immaginare cosa succede per quelle stradine in tempi normali. Mi pare scontato raccomandare a tutti di passare di qua perchè nel corso della vita sarebbe uno scempio non farlo almeno una volta.

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