Skopje ed Ohrid: due gioielli della Macedonia.

di admin

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Quella che oggi chiamiamo erroneamente Macedonia ha in realtà un nome ben più complesso: Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. Probabilmente chi legge avrà visto qualche volta la sigla FYROM che altro non è che la traduzione in inglese di quanto appena scritto: Former Yugoslavian Republic Of Macedonia. Tutto questo casotto per colpa della vicina Grecia che ha all’interno dei suoi confini una regione che si chiama per l’appunto Macedonia. Affinchè ci potesse essere il riconoscimento del più meridionale degli stati della ex Jugoslavia da parte degli ellenici si è dovuto ratificare questo compromesso. Ma come sempre si tratta di mere idiozie perchè tutto il mondo chiama lo stesso lo spicchio di terra dove sto per andare col nome più semplice che esista che è Macedonia. La cosa ancora più buffa è che i “litigi” con la Grecia non si limitano a questo, ma li spiegherò più avanti perchè adesso voglio concentrarmi sul viaggio che è assolutamente la cosa più importante. E’ da tanto tempo che aspettavo di poter visitare la Macedonia, nazione dove fino ad oggi non avevo mai messo piede. Purtroppo non è mai stato possibile perchè nessun vettore low-cost collegava la capitale Skopje con l’Italia. Poi qualcosa si è mosso ed è stato lo scalo di Orio al Serio il primo ad ospitare tale tratta, ma decisamente a prezzi poco “low”. Ho dovuto aspettare ancora per vedere prima l’arrivo della rotta Roma-Skopje a prezzi elevati e poi, con tutta la pazienza del mondo, ho gioito per il tanto atteso calo delle tariffe; in questo momento nel quale sto scrivendo, per esempio, si può volare in Macedonia con prezzi da 15 euro a viaggio se si è fortunati ed attenti. Ma non tutte le ciambelle vengono col buco: infatti gli orari degli operativi sono qualcosa di osceno. L’andata e ritorno da Roma, per esempio, fanno letteralmente buttare via quasi due giorni sui tre di permanenza. Non ne vale assolutamente la pena…perciò mi sono dovuto ingegnare come al solito per trovare un’alternativa valida.  Una cosa è certa: non avevo intenzione di perdere questa occasione ed avrei fatto anche l’impossibile per riuscire nel mio intento. Ce l’avrò fatta? Scopriamolo…

Come appena scritto, la partenza da Ciampino è per me qualcosa di totalmente insolito: l’aereo prende il volo alle 12:55 per arrivare puntuale a Skopje alle 14:30. Personalmente sono abituato ad atterrare a destinazione di primo mattino e ciò significa aver già perduto oltre mezza giornata di possibile visita. Se avessi potuto scegliere qualcosa di diverso lo avrei evitato volentieri…ma di altre soluzioni non ce ne sono, per cui prendere o lasciare…ed io ho preso. La mia solita corsa iniziale però non me la faccio mancare neanche stavolta: alle 15:00 esatte sarebbe partito l’autobus della compagnia Vardar Express che avrebbe portato i passeggeri dall’aeroporto al centro città con la modica spesa di 3 euro al cambio. Non lo voglio perdere per nulla al mondo perchè il prossimo bus ci sarà addirittura alle 18:00 con il taxi come unica alternativa al “modico” costo da ladrocinio (come al solito direi) di 20 euro tondi. Con questa cifra ci avrei pagato quasi 7 tratte in pullman. Nonostante ormai io conosca questa solfa, non riesco davvero a non restare a bocca aperta per lo schifo. Problemino: la nazione in cui mi trovo non fa parte dell’Unione Europea, per cui tutto l’aereo si deve mettere in fila per il controllo passaporti. Cerco di scendere dalle scalette prima possibile e poi con passo sveltissimo supero a terra almeno metà delle persone che ho davanti. Ma non è finita qui: tutte le file di fronte ai gabbiotti sono già comunque belle piene tranne una decisamente mezza vuota, quella in fondo a destra. Mi avvicino e vedo che è riservata ai diplomatici ed affini. Ma la cosa mi puzza un po’ quando dò uno sguardo a chi sta attendendo il proprio turno: ci sono persone che sono vestite molto peggio di me e che sono tutto tranne che diplomatici. “O la và o la spacca”…e mi metto proprio in quella coda. Rischio un po’ di arrivare all’obiettivo ed essere rispedito al mittente, ma alla fine mi va bene. Faccio in tempo a prelevare da un bancomat qualche dinaro macedone (l’ufficio cambi c’è ma è un vero furto legalizzato) e ad acquistare il biglietto del bus allo sportello della compagnia in bella vista nell’area arrivi dell’aeroporto. Il pullman è lì che mi aspetta appena fuori dalla porta successiva a dove mi trovo, così salgo e mi metto comodo con ben una decina di minuti di anticipo. Il tragitto dura circa 35 minuti e scendo all’ultima fermata disponibile. Mi trovo in centro che sono le 15:40 circa, ma i miei doveri non sono ancora finiti: imposto il navigatore e mi reco all’indirizzo dove avrei dovuto prendere possesso della stanza prenotata. Ci arrivo che sono quasi le 16:00 ed il tizio con le chiavi non si vede. Lo chiamo per dirgli di muovere le chiappe perchè ho da fare ed alle 16:20 finalmente si degna di arrivare. Nel frattempo noto dietro di me un ufficio cambi cittadino che effettua il tasso reale, così mi approvvigiono di valuta locale per tutta la durata del soggiorno. La camera è davvero molto carina e pulita con un bel letto matrimoniale tutto per me; se penso di averla pagata 17 euro a notte ancora non ci credo. La posizione è strategica con supermarket ed altri negozi a pochi metri ed il centro storico a 7 minuti a piedi circa volendo procedere tranquilli. Finalmente mi libero del gestore della camera, sistemo il borsone e preparo il bagaglietto a mano: sono quasi le 17:00 quando esco a visitare la capitale macedone; per fortuna è fine agosto e posso contare su altre ore di luce.

Dò un rapido sguardo alla mappa e mi rendo conto di essere abbastanza vicino ad alcune attrazioni situate poco fuori dal centro, così decido di andare lì. Poche centinaia di metri e mi trovo davanti lo spettacolo della bella e particolare chiesa di San Clemente di Ohrid, all’interno della quale è in corso un matrimonio.

Chiesa di San Clemente di Ohrid – 1

 

Chiesa di San Clemente di Ohrid – 2

 

Osservo quanto basta cercando di non impicciarmi troppo, poi giro i tacchi e riparto.  Il prossimo obiettivo è il Palazzo del Governo della Repubblica di Macedonia che trovo agevolmente. A dire il vero entro anche all’interno dei sui cancelli perchè voglio fotografare da vicino una statua, così…come se fosse casa mia. Mi aspetto che da un momento all’altro compaia una guardia a cacciarmi fuori a calci nel di dietro ma fortunatamente non accade.

Palazzo del Governo

Torno all’esterno e mi trovo davanti al fiume che attraversa la città che si chiama niente popo’ di meno che…Vardar…esattamente come la compagnia di autobus ed ancora esattamente come la squadra di calcio più importante della città (il Vardar Skopje); beh…in quanto a fantasia non stanno messi proprio al top. Mi guardo intorno e vedo che c’è molto da osservare in zona: di fronte a me c’è il bel Palazzo dell’amministrazione doganale che si riflette nel corso d’acqua sul quale si affaccia in maniera spettacolare (vedere per credere).

Palazzo dell’amministrazione doganale

Proseguendo lungo il percorso che mi sono prefissato vedo lo strano Palazzo della Posta Centrale (abbastanza tetro, devo dire) e due bellissimi leoni di pietra che sembrano fare la guardia al ponte che sto per attraversare.

 

Fantastico Leone in Pietra

Quando arrivo dalla parte opposta noto che ce ne sono altri due anche lì. Ma scoprirò presto che questo è unicamente il preambolo: se ho ribattezzato Skopje come la capitale delle statue ci sarà un motivo. Non sono riuscito a tenere il conto di quante ce ne sono…un vero e proprio amore infinito per questa forma di arte, al punto da tappezzarci l’intero centro storico e non solo.  Alzo gli occhi in sù e non posso non vedere le mura della “Kale Fortress” che si estendono in cima alla collina; per questo motivo seguo le indicazioni lungo la salita finchè arrivo all’ingresso.

Un tratto della Kale Fortress visto dal piano strada

Mini-panico perchè vedo fermi sulla soglia 4 turisti che non vogliono decidersi ad entrare. Mi viene subito in mente che ci potrebbe essere un biglietto da pagare, ma quando realizzo che non è così metto in atto un dribbling degno della “Serie A” e passo oltre lasciando gli altri nei loro pensieri, ancora lì immobili. Già dai primi passi mi rendo conto del perchè non mi abbiano chiesto soldi per entrare: la fortezza non è poi tenuta in maniera perfetta e, tanto per cambiare, sono in corso dei lavori di restauro. Uniche cose degne di nota sono le torrette, le stesse che avevo visto dal basso e che mi avevano tanto attirato.

Dettaglio di una delle torrette

 

Resto davvero il tempo appena sufficiente per vedere tutto ciò che la fortezza ha da offrire e poi percorro la strada a ritroso fino all’uscita. Poche decine di metri e mi imbatto nella bella Moschea Mustafà Pasha che cerco di immortalare della migliore angolazione possibile.

Moschea Mustafa Pasha

 

Questa sarà solo la prima di una lunga serie di moschee che incontrerò poichè in questa nazione Cristiani e Musulmani riescono a convivere pacificamente, proprio come dovrebbe essere da ogni parte del mondo. Il tempo scorre inesorabile; iniziare un giro esplorativo alle 17:00 purtroppo non dà scampo e detta ogni possibile tempistica. Arriva quindi l’ora di entrare in quello che è il vero centro della capitale e la prima costruzione degna di nota che incontro lungo il mio cammino è il Teatro Nazionale Macedone. Come Palazzo è molto bello ed è ornato in ogni suo lato da particolari statue in tema con l’occasione. Ci trovo una coppia appena sposata intenta a farsi realizzare un servizio fotografico e non li disturbo; una moderna tettoia ostacola qualsiasi velleità di scattare un’istantanea, ma alla fine ci riesco: questa che vedete è l’unica angolazione con la quale si può riprendere decentemente questo teatro. Anche se è molto “obliqua”…mi devo accontentare.

Teatro Nazionale di Macedonia

 

Prima di rientrare sulla strada volgo un ultimo sguardo a questo lato del teatro: affaccia sul fiume e non posso non notare i lavori in corso per la costruzione di quello che sarà nel prossimo futuro un nuovo ponte tra una sponda e l’altra del “Vardar”.  Neanche il tempo di fare pochi passi che finalmente inizia il bello e tanto atteso spettacolo: in una cornice che sembra essere stata costruita di recente si trovano il Museo della Storia Macedone e, di fronte, il Museo dell’Olocausto.

Museo dell’Olocausto

 

Subito più avanti si apre una prima grande piazza caratterizzata da diverse fontane delle quali due sono davvero degne di nota: La Fontana delle Madri della Macedonia e la Fontana dedicata a Filippo II il Macedone. Secondo me sono tutte e due stupende e non ce n’è una più bella dell’altra. La prima ha delle bocchette che zampillano l’acqua dal basso verso l’alto seguendo una prefissata cadenza; in più, ed è questa la cosa spettacolare, la ricezione dell’acqua avviene anche dall’alto verso il basso grazie a larghe cascatelle che, trasportate dal vento, vanno a cadere sulle statue in maniera decisamente soft.

Fontana delle Madri della Macedonia – 1

 

Fontana delle Madri della Macedonia – 2

 

Fontana delle Madri della Macedonia – 3

La seconda invece è davvero imponente sia per l’altezza (addirittura tre piani di sculture) che per il fatto di ricevere acqua un po’ da tutte le direzioni, anche qui con zampilli diversi programmati a tavolino. Grandiosa è la rappresentazione di Filippo II (posto al gradino più alto), ma da non sottovalutare anche un leone in posizione di relax posto nella parte più bassa.

Fontana Filippo II di Macedonia – 1

 

Fontana Filippo II di Macedonia – 2

 

Fontana Filippo di Macedonia – 3

 

La Piazza si conclude poi con la Chiesa Ortodossa di St. Demetrius e con la spendida vista della Kale Fortress nella totalità della sua estensione.

Chiesa Ortodossa di St. Demetrius

 

Adesso ho due strade da poter percorrere: la prima che mi porta verso l’Old Bazar e la seconda che mi conduce attraverso il Ponte di Pietra fino a Makedonia Square. Entrambe le direzioni mi allettano, ma l’ora tarda (col tramonto sempre più vicino) ed il fatto che oggi è un giorno festivo per i musulmani e che quindi tutto il “vecchio mercato” ha i negozi chiusi mi fanno scegliere per la seconda opzione. Prima però non mi perdo la miglior foto che posso scattare al “Daut Pasha Hamam” che si trova proprio dietro di me.

Daut Pasha Hamam

Così mi incammino in quella direzione…ma ho una sorpresa poco piacevole. Inizio però col ricordare che lo “Stone Bridge” è senza dubbio il simbolo di Skopje. Il bellissimo ponte storico che permette di attraversa il fiume Vardar nel punto più centrale della città non passa certo inosservato.

Stone Bridge al tramonto

Passo dopo passo ammiro il panorama, ma la luce purtroppo è già calata sulla grande piazza e le foto per oggi (almeno da questa parte) sono terminate. Mi rifarò senza dubbio domani arrivando direttamente qui senza passare da altre parti. Ho infatti un programma diabolico, ma ogni cosa al suo tempo. Il sole sta ancora baciando una serie di palazzi costruiti ad arte in stile antico anche se si vede che sono palesemente recenti. Uno accanto all’altro si trovano il Museo Archeologico di Macedonia (secondo me il top del top esternamente) di fronte al Bridge of Civilization, la sede della polizia finanziaria di fronte all’Art Bridge ed il ministero degli affari esteri.

Museo Archeologico di Macedonia visto dallo Stone Brige

 

Museo Archeologico di Macedonia visto dal Bridge of Civilization

Il tutto è clamorosamente condito con statue di ogni tipo, forma e dimensione. Ce ne sono una marea al punto da non saper più dove guardare senza che gli occhi ne incontrino una. Davvero impressionante.  Dalla parte “di qua” del fiume, quella opposta ai palazzi per capirci meglio, c’è un pullulare di localini tranquilli all’aperto che aspettano solo i clienti per dare il via alla serata. Si trova di tutto: dalla gelateria al ristorante, dal bar/pub al bistrot che serve qualsiasi cosa. L’organizzazione promette davvero bene per le prossime ore. Entro lo stesso in Makedonia Square e non posso non notare, oltre alle innumerevoli statue che anche qui troneggiano, una fontana che definire enorme è estremamente riduttivo: si tratta del famosissimo “Guerriero a Cavallo”…o almeno questo è il nome ufficiale. Si perchè non la possono dar a bere a nessuno: ho di fronte semplicemente la rappresentazione di Alessandro Magno sul suo destriero Bucefalo, inutile girarci intorno e dire che non è vero. La sua imponenza è indescrivibile e, come per il nome “FYROM”, anche qui torniamo nei “giochetti diplomatici con i greci” perchè Alessandro IL MACEDONE è storicamente un eroe greco…ma l’antica regione della Macedonia è oggi divisa tra i due paesi e così nascono altri altarini a non finire.  Pare l’abbia fortemente voluto il presidente della repubblica e che sia costato uno sproposito se paragonato alle reali necessità di un paese come questo che certamente non naviga nell’oro. Ma storia o non storia, questo monumento lo reputo davvero fantastico per com’è fatto. Peccato solo che la luce non lo “accenda” a dovere. Continuo così la mia passeggiata e raggiungo la vicinissima “Porta Makedonia”.

Porta Makedonia

 

Superata questa mi trovo nel “Park of the woman freedom fighter” che, manco a dirlo, è tempestato di statue anche lui. Eccone tre esempi…altrimenti si fa fatica a crederci.

Statua nel Parco – 1

 

Statua nel parco – 2

 

Statua nel parco – 3

 

Quando torno indietro su Makedonia Square il tramonto è in fase avanzata e si iniziano ad accendere le luci artificiali. Questo è ciò che mi trovo davanti in quel grande spazio aperto:

Makedonia Square al tramonto

 

Di un particolare mi rendo conto solo ora: sono quasi le 20:00 e, tra una cosa e l’altra, ho consumato il mio ultimo pasto a cena del giorno precedente. Sento che lo stomaco sta gridando vendetta in dodici lingue correnti più una morta…però quando sono in giro divento una specie di macchina e nelle pause come questa, quando torno ad essere un umano vulnerabile, giunge l’ora di porre rimedio urgentemente ad eventuali mancanze. Vicino all’ingresso dell’Old Bazar avevo notato un fast food che vendeva un bel Kebak+bibita ghiacciata di frigorifero all’incredibile cifra di 2,50 euro totali. Posso lasciarmelo scappare? Neanche per scherzo. E’ così che vado a mangiare con calma e nel frattempo aspetto il buio vero per poter gustare Skopje anche di notte. Al termine della cena sono sazio e soddisfatto, così mi rimetto in marcia. Noto con piacere che tutti i monumenti sono illuminati, ma ciò che mi colpisce arriva proprio dal cuore pulsante della città: vedo una luce più forte rispetto a tutte le altre zone e, ovviamente, tantissima gente che va e che viene dal Ponte di Pietra. Mi dirigo da quella parte e non avrei potuto fare cosa migliore: questa zona di Skopje, bella di giorno, assume le sembianze di una vera favola con l’illuminazione comunale. Non ci sono parole per descriverla, ma solo foto da mostrare.

Lo Stone Bridge di notte

Il Museo Archeologico di Macedonia di notte

Palazzi goverativi di notte

 

E poi lui…il Guerriero a Cavallo (Alias “Alessandro Magno e Bucefalo”) illuminato con effetti speciali

Il Guerriero a Cavallo – 1

 

Il Guerriero a Cavallo – 2

 

Dopo aver ammirato tutto ciò non ho alcuna voglia di rientrare in stanza anche se al mattino mi sarei dovuto svegliare prima dell’alba. La gente è tanta, ma ordinata. I rumori sono controllati, l’atmosfera che vivo è fantastica…quasi da sogno. Peccato essere lì da solo e non poter condividere queste emozioni con qualcuno di speciale, ma è così che va adesso e ci devo stare. Me ne invento di tutte pur di non andarmene e, come ultima carta, gioco quella della birra. Mi siedo così ad un bar all’aperto tra i tanti di cui ho parlato e ordino una “locale alla spina”. Ci metto tantissimo per berla proprio per non lasciare questo posto. Alla fine arriva il conto: 500ml di birra alla spina in pieno centro a due passi da Makedonia Squadre ed all’aperto: 2 euro. Con 4,50 euro mi sono fatto cena e dopo cena. “Sogno o son desto?”…mi viene da pensare? Adesso non ho più scuse; per me è tardissimo e torno così in stanza a preparare tutto per il mattino seguente. E’ tutto programmato come sempre: sveglia alle 4:30 con uscita dalla camera alle 4:45; passeggiata notturna di 2,1 km in direzione dell’autostazione con percorso da compiere già studiato (sperando di non trovare ubriachi, matti o maniaci vari ovviamente…) e primo bus delle 5:30 in partenza per Ohrid, storica cittadina patrimonio UNESCO sita sull’omonimo lago. Ma stavolta qualcosa va storto: noncurante dell’orario esagerato per poter fronteggiare tale situazione in maniera ottimale, accendo il portatile e mi metto a navigare su internet. Il sonno mi si porta letteralmente via e così mi si chiudono gli occhi senza che lo volessi e senza prima aver messo la sveglia. In questo modo sono fottuto ed Ohrid l’avrei vista solo in cartolina…ma invece succede il miracolo inaspettato. Non so spiegarmi come, ma apro gli occhi a fatica da solo e quando mi rendo conto di ciò che era successo mi prende un colpo. Guardo il tablet rimasto accanto a me e leggo sul display che sono le 4:27 del mattino! Mi sono svegliato senza nessun input 3 minuti prima dell’ora decisa a tavolino. Che sia solo un caso? Viene da pensare di si a… Detto questo, mi preparo ed esco per tempo. La situazione a Skopje a  quell’ora della notte è iper-tranquilla. Incredibilmente durante tutto il percorso non trovo una sola persona che dorme per terra…mentre da noi ne è pieno ovunque. Arrivo all’autostazione in anticipo, faccio il biglietto e trovo il bus alla corsia numero uno con direzione Ohrid.

Arrivo a destinazione alle 8:30 con pieno rispetto della tabella di marcia del pullman. Mi metto in cammino in direzione del lago perchè quello, oltre a rappresentare una vista magnifica, è anche il punto di partenza verso la scoperta della parte antica e storica. La camminata dura circa dieci minuti e quando sono sulla riva capisco il perchè si definisca uno “specchio” d’acqua:

Lago di Ohrid

 

I barcaioli, con molta gentilezza, mi propongono subito giri sui loro piccoli natanti ma faccio capire che non sono un turista, bensì un viaggiatore, che non ho il culo di piombo e che per me i luoghi è importante viverli e non solo vederli. Così metto la prima ed inizio a muovere le gambe: la passeggiata non sarà breve e neanche “in pianura”, se proprio devo dirla tutta. Mi infilo nelle strette viuzze della cittadina in cerca dei punti di interesse segnati sulla mia personale mappa. Se tutto andrà bene dovrei vedere il 100% della zona compiendo un giro circolare dell’abitato, stando all’andata lungo la strada più vicina al lago e tornando in quella immediatamente parallela. Il primo punto di interesse che incontro è la bella Chiesa Ortodossa di Santa Sophia, purtroppo “incassata” abbastanza bene (forse troppo) tra le case e non facile da fotografare.

Chiesa Ortodossa Santa Sophia

 

Ringrazio sentitamente il proprietario della macchina rossa dell’anteguerra targata OH0167AB (o qualcosa del genere…) per averla parcheggiata in mezzo alle palle. Magari te la portassero via…; la strada da ora in poi prosegue in salita, prima con una lunga serie di gradini e poi con un percorso abbastanza liscio, per fortuna. Ma la fatica è ripagata da due cose: dalla splendida visione che da quassù si ha del lago e soprattutto dalla meravigliosa Chiesa Ortodossa di St. John, sia per la stupenda costruzione che per la posizione in cui è stata sapientemente ubicata.

Il Lago di Ohrid visto dall’alto

 

Chiesa Ortodossa di St. John

 

Quando mi sento sazio di tanta bellezza riprendo la passeggiata. Arrivo fino al centro abitato della zona di Kaneo dove fotografo la lunga spiaggia che sicuramente più tardi sarà teatro di molti bagni da parte sia dei turisti che dei locali.

Lago di Ohrid in località Kaneo

 

Il percorso continua a salire. L’obiettivo è la parte più alta in assoluto. Se raggiungerò quella poi sarà poi tutta una discesa a seguire. Inutile dire che il sole è già alto nel cielo e che la maglietta ne sta risentendo. Arrivo finalmente all’ingresso della Samuel’s Fortress; anche qui, come a Skopje, c’è una fortificazione in cima alla collina. A differenza della capitale però c’è un ticket di ingresso di 60 dinari macedoni (1 euro); calcolando che con questa cifra in Italia non ci onori neanche il parcheggio, pago col sorriso. Poco dopo però l’allegria cala un po’ perchè dentro non c’è molto da vedere se non le antiche mura; per fortuna è possibile salire fino alla loro sommità quasi su tutto il perimetro della struttura, cosa che permette una vista eccellente sull’intera cittadina e sul Lago.

Ingresso della Samuel’s Fortress

 

Panoramica della Samuel’s Frortress

 

Termino il giro, abbastanza insipido, ed esco. La prossima destinazione so che non mi deluderà. Sono diretto nell’area di Plaoshnik dove trovo degli scavi in corso d’opera e, lì che mi aspetta, il bellissimo Monastero di St. Pantelejmon. Non sto nella pelle di vedere con i miei occhi quella costruzione osservata su internet quando il momento magico viene interrotto da un campanellino. Si, esatto…proprio da un campanellino stile “reception degli alberghi”. A suonarlo è un tizio che si trova dentro ad una casupola ovviamente adibita a cassa: si paga anche qui. Lo ammetto: gli sbatto dritto in faccia il miglior “Aridaje” di tutta la mia vita, partiro direttamente dal cuore; peccato che il mio interlocutore è macedone e che quindi non mi abbia capito a dovere, ma la mia faccia parla già da sola. Gli dò i 100 dinari macedoni che chiede e finalmente entro. Neanche faccio due passi che da lontano ne spunta un altro come un fungo dalla terra. Mi chiede in inglese: “Scusi, le interesserebbe conoscere la storia del monastero?” Io me lo guardo due secondi e poi rispondo con un mega-sorriso “mi piacerebbe tantissimo, peccato che vado di corsa” indicando l’orologio. Se ci fosse stato un traduttore simultaneo “inglese-italiano” di ciò che avrei realmente voluto dire avrebbe riportato testualmente così: “Avete finito di chiedere soldi dappertutto e per qualunque cavolata? Grazie di togliersi di mezzo che mi ostacola la visuale”.  Capisco che ognuno fa quello che può, ma vedere uno straniero sempre e solo come un pollo da spennare è un’usanza che troppa gente si dovrebbe scrollare di dosso. Con me poi hanno trovato quello sbagliato, questo è poco ma sicuro. Torno a ciò che ho davanti perchè sicuramente merita più di tutto il resto e sono qui per il “primo piatto”, non certo per il contorno.

Monastero di St. Pantelejmon

 

Lascio questo panorama bellissimo per spostarmi ancora e proseguire il mio giro. Stavolta mi imbatto nel Teatro Antico. Pochi passi più avanti e fotografo la “Upper Gate”

Teatro Antico di Ohrid

 

Upper Gate

 

Qui ne succede un’altra: mentre scatto queste foto mi passa accanto un gruppo di turchi. Saranno almeno una trentina con la guida davanti a tutti. Calcolando che sia io che loro siamo diretti al prossimo punto di interesse che si trova chiuso all’interno di una recinzione, se arriveranno prima di me mi posso dimenticare di portare via istantanee della chiesa li presente. Avete presente quando un gruppo organizzato deve passare e magicamente si piazzano tutti davanti al punto che state osservando ? Beh…allungo il passo talmente tanto al punto di seminarli in pochi metri. Arrivo a destinazione ed ho il tempo necessario per immortalare l’area della Chiesa Ortodossa Holy Mary Peryblebtos prima che sia troppo tardi. Proseguendo la passeggiata mi imbatto anche nella piccola ma graziosa Chiesa Ortodossa di Saints Constantine and Helen.

Holy Mary Perybleptos – 1

 

Holy Mary Perybleptos – 2

 

Saints Constantine and Helen

 

Esco da lì e proseguo, ma non prima di aver portato via con me una bella immagine della Samuel’s Fortess che, da qui dove mi trovo, appare in tutto il suo splendore; e poi a seguire la piccola Chiesa Ortodossa di St. Varvara.

Samuel’s Fortress da una corretta distanza

 

Chiesa Ortodossa di St. Varvara

 

Il percorso circolare pianificato sta giungendo al termine ed è così che rientro nella zona della Chiesa Ortodossa di Santa Sophia. Da qui però, come da programma, prendo la strada parallela a quella scelta all’andata ed incontro la Chiesa Ortodossa di St. Nikola Gerakomija, la Robev Family House e due piccole chiesette ortodosse incassate in una viuzza e probabilmente addirittura chiuse al pubblico, ma non indago perchè vedo in un attimo che non è il caso. Poco dopo si apre davanti a me la parte commerciale di Ohrid: una via abbastanza lunga con negozi da ambo i lati. Peccato per la Moschea di Ali Pasha tutta coperta dai teloni per i lavori in corso; mi sarebbe piaciuto vederla. Arrivo nella piazza della fontana e vengo colpito dall’alto minareto della Moschea Halveti Hayati Tekke.

Fontana di Ohrid

 

Halveti Hayati Tekke: dettaglio del minareto

 

Da qui in poi ci sono quasi solo ristoranti /posti generici dove mangiare fino alla fine dell’area pedonale. Per quanto mi riguarda imbocco una salita fino ad arrivare a  vedere la Chiesa Ortodossa Sveta Borogodica-Kamensko e poi cambio decisamente strada cercando di vedere cosa offre l’altro lato del lago, quello decisamente meno ricco di opere, palazzi e monumenti.  Infatti trovo soltanto la Chiesa Ortodossa “St. Michael the Miracleworker”, una bella vista “totaled” di Ohrid e la Moschea Hadzi Turgut lungo la strada che mi riporta all’autostazione.

Sveta Borogodica-Kamensko: dettaglio

 

St. Michael the Miracleworker

 

Ohrid vista dal suo lago

 

Moschea Hadzi Turgut

 

Sono le 12:43 quando metto piede nella biglietteria. Chiedo cortesemente quale sia il primo bus diretto a Skopje. La signora allunga un po’ il collo e mi indica quello che sta chiudendo le porte pronto per andarsene. Basta un’occhiata e nessuna parola per capirsi: si alza dalla sedia e, in barba ai potenti mezzi di comunicazione del 2017, inizia ad urlare a squarciagola “Goran…Goran…” fino a quando l’autista la sente e riapre le porte. Giusto il tempo di pagare e mi trovo dentro al pullman con tutti che mi guardano…chissà perchè…; arrivato a questo punto mi viene da pensare che fosse realmente destino che io vedessi Ohrid. Non mi spiego la fortuna sfacciata della “sveglia notturna” e neanche questa del mezzo pubblico preso letteralmente al volo. Un caso può anche succedere…ma due nella stessa mattinata mi pare un tantino difficile. Il viaggio passa tranquillo e verso le 16:00 mi trovo all’autostazione della capitale macedone. Ho ancora una bella fetta di pomeriggio a disposizione per terminare ciò che non ho fatto in tempo a vedere ieri e devo assolutamente finire. Perciò..in marcia!

Il primo obiettivo sarebbe senza dubbio arrivare a Makedonia Square con ancora la luce del sole ben visibile…se ci fosse il sole. Infatti un manto di nuvole lo sta coprendo, così decido di incamminarmi prima verso l’Old Bazar nella speranza che, alla fine del giro, possa io avere maggior sorte dal punto di vista del meteo. Durante il percorso mi imbatto  in uno spiazzo in cui c’è un susseguirsi di macchine che va e che viene. Mi fermo ad osservare anche perchè vedo l’ennesima imponente fontana lì presente. Allungo un po’ lo sguardo e capisco il perchè di quel piccolo caos: dietro alla fontana stessa si trova la Chiesa della Madre di Dio (sembra tutto tranne che un edificio religioso se si esclude il lontano campanile che si intravede in fondo) dove si sta per celebrare un matrimonio. Pare sia una fissa da queste parti; sicuramente qui non ci sono le assurde leggi italiane che trasformano un marito/padre in un barbone da Caritas anche se la decisione di finire un rapporto non è presa da lui, ma questo è un altro discorso ed è meglio lasciar perdere.

Fontana e Chiesa della Santa Madre di Dio

 

Ancora una volta sto passeggiando a bordo fiume; piccolo particolare del quale non ho ancora parlato: proprio nel tratto centrale del “Vardar” ci sono ancorati due barconi enormi che fungono da ristoranti/hotels. Sinceramente tale decisione può risultare particolare, caratteristica o qualcosa di molto simile…ma a me non entusiasma affatto. Ci stanno come il cavolo a merenda.

Uno dei barconi fermi sul Fiume Vardar

 

Altri passi ancora e mi trovo davanti al Teatro dell’Opera in Piazza Madre Teresa; anche qui ci sono statue a non finire.

Teatro dell’Opera di Skopje

Esempi di statue sotto al colonnato

 

Finalmente arrivo nel luogo che sto cercando: l’Old Bazar è la parte musulmana antica della capitale macedone. Si dirama in una serie di vie e viuzze piene zeppe di negozi con vetrine stracolme di merce in tipico stile orientale. I posti per mangiare non mancano assolutamente e neanche qualche particolarità. Una fra tutte è una speciale tettoia composta da ombrelli colorati che serve per fare ombra ai clienti di un bar intenti a parlare o a giocare tra loro.

Tettoia fatta con ombrelli

Qui è davvero bello passeggiare e provare anche a perdersi…come si suol dire in certi casi. E’ solo che la dimensione di questo quartiere è davvero minuta e la strada si ritrova praticamente sempre. Addentrandosi un po’ in giro si riescono a trovare punti di interesse degni di nota come la Chiesa Ortodossa dell’Ascensione di Gesù, la Moschea Murat Pasha, il Chifte Hamam e la Moschea Arasta per esempio.

Moschea Arasta

Chifte Hamam

Moschea Murat Pasha

Scorcio dell’Old Bazar di Skopje

 

Alzo gli occhi al cielo e vedo finalmente il sole fare capolino dalle nuvole. Torno sui miei passi, saluto l’Old Bazar e mi dirigo verso Makedonia Square. Quando ci arrivo lui, il Guerriero a Cavallo, è lì che mi aspetta in posa per le foto di rito. Di giorno è quasi bello come di sera.

Il Guerriero a Cavallo – 1

Il Guerriero a Cavallo – 2

 

Il mio giro è quasi giunto al termine. Mancano solo altre poche zone per dichiarare archiviata con successo anche la pratica Skopje. Mi dirigo ora verso la Casa alla memoria di Madre Teresa che ha accanto a se la Chiesa di St. Constantine ed Helena. Quest’ultima è in evidente (ed invadente…) stato di ristrutturazione e l’immagine che segue è la migliore che potessi prendere senza includere l’obrobrio delle impalcature.

Casa Memoriale di Madre Teresa

Chiesa St. Constantine and Helena

 

Più avanti trovo un toro enorme di metallo in assetto d’attacco…ed ancora oltre il Museo Cittadino di Skopje.

Toro in mezzo ai negozi…

Museo Cittadino di Skopje

 

A questo punto mi viene in mente una cosa: troppe volte sono stato in città nelle quali si svolgevano partite di calcio e, per mille motivi, non ci sono mai potuto andare pur volendolo fare. Stasera non ho impegni programmati, quindi quale idea migliore di andare a vedere lo stadio sperando di trovare un bel match dove poter passare del tempo in allegria? Purtroppo però, espressione già detta all’inizio del racconto, non tutte le ciambelle vengono col buco: essendo fuori dall’UE non ho internet a portata di mano se non in stanza, per cui devo necessariamente arrivare lì e vedere senza potermi informare prima. Quando giungo a destinazione ammiro la Telekom Arena, bellissimo impianto in cui milita la squadra cittadina (il Vardar Skopje) e che pochi giorni fa ha ospitato la sfida tra Real Madrid e Manchester United valida come finale della Supercoppa Europea. Ho modo di fotografarlo sia esternamente che internamente tramite una fessura bella ampia di un cancello…ma mi rendo conto dalla troppa calma che gira da queste parti che di “football” stasera non ce ne sarà neanche l’ombra. Pensandoci bene capisco anche perchè: i campionati sono tutti fermi per far giocare quelle ciofeche delle nazionali (io le odio perchè sono partite inutili con mucchi di giocatori che si allenano insieme tre giorni ogni due mesi e dai quali si pretende un’organizzazione di gioco…ma andiamo!) e per giunta la Macedonia sta per scendere in campo in Israele. Quindi, morale della favola, dovrò passare la serata in centro come quella precedente. Non che la cosa mi dispiaccia, per carità. Per una volta che avrei potuto…ci rimango un pochino male.

Esterno della Telekom Arena

Interno della Telekom Arena

 

In cielo c’è ancora un filo di luce ed intendo usarla fino in fondo, per cui mi dirigo verso la vicina Chiesa Cattolica del Sacro Cuore di Gesù; una volta lì prendo due piccioni con una fava perchè trovo anche un’interessante statua da portare a casa nel libro dei ricordi del tutto inaspettata.

Bella e particolare statua

Chiesa Cattolica del Sacro Cuore di Gesù

 

L’esplorazione della capitale macedone finisce ufficialmente qui. Mi dirigo in camera dove ceno con ciò che mi è rimasto dalla spesa al market del giorno precedente e poi, verso le 22:00, torno in centro per gustare per l’ultima volta di quello spettacolo pieno di luci che è il cuore di Skopje non facendomi mancare la birra alla spina, proprio come la sera precedente. Bevendo bevendo vedo l’Italia under 12 che prende tre schiaffoni dalla Spagna (temo però che quella in campo fosse la nostra nazionale “maggiore” ma ha talmente tante “pippe al sugo” nella formazione che l’under 12 farebbe maggiore figura…) ed anche la Macedonia che vince in Israele col goal del solito marpione Pandev. Stavolta saluto davvero e vado a dormire. Al mattino seguente mi attende la soluzione per fregare le compagnie aeree e non buttare via il 90% della domenica tornando da Skopje a Roma.

La sveglia è alle 6:10 e l’uscita con “armi e bagagli” alle 6:30 con destinazione l’autostazione, proprio come il mattino precedente. Il cielo è stranamente cupo, ma posso solo camminare e tirare dritto. Arrivo nel punto convenuto e, appena mi affaccio alla biglietteria, mi giro verso l’esterno e vedo scendere una pioggia talmente forte che se fossi uscito solo 5 minuti dopo dalla camera sarei adesso un unico straccio da strizzare. Mamma mia che fortuna! Acquisto il ticket per la tratta Skopje-Sofia…ed ecco svelata la soluzione al mistero: da Sofia c’è un volo che parte alle 20:45 ed userò il pomeriggio per esplorare ancora meglio i meandri della già visitata capitale bulgara, cosa che niente c’entra con questo post. Concludo solo dicendo che alla frontiera tra Macedonia e Bulgaria il minibus con 16 persone a bordo nel quale mi trovo anche io viene bloccato per 50 minuti inutilmente. I poliziotti di dogana vogliono trovare a tutti i costi qualcosa di irregolare nelle nostre tasche, nei nostri borsoni ed addirittura nei nostri documenti ma se la sono presa riccamente nel secchio. Alla fine ci hanno dovuto dare il via senza prendere un fico secco. Ben gli stà!

Il mio giudizio finale è che Skopje ed Ohrid siano assolutamente da vedere. Il resto della Macedonia, territorio abbastanza esteso, non dovrebbe avere una densità così clamorosa di punti di interesse, ma questi due sono davvero dei gioielli da non perdere. Ho trovato prezzi clamorosamente bassi, una tranquillità in giro difficile da vivere ed un ambiente accomodante in tutto ciò che mi è servito. Ho notato un particolare che reputo fondamentale: il 100% di coloro coi quali ho parlato conosceva bene la lingua inglese. E’ davvero raro in un paese come questo fare “il pieno” senza defezioni. E’ segno di grande cultura e di grande attenzione/astuzia affinchè il turismo possa essere davvero usato un giorno come forma di ricchezza nazionale. Peccato però che questa zona d’Europa non sia tra le più battute e spero con questo piccolo contributo di spingere chi leggerà ad acquistare una carta di imbarco al più presto. Sicuramente tornerò in Macedonia per vedere altre zone, ma ripeto che Skopje ed Ohrid vanno messe assolutamente nella lista dei luoghi da visitare.

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