Santiago de Compostela: non c’è solo il cammino

di admin
Cattedrale di Santiago de Compostela - 1

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Per il fine settimana che è allo stesso tempo l’ultimo di novembre ed il primo di dicembre torno in Spagna; in questo periodo sono davvero troppo ghiotte le occasioni di volo su Barcellona e Madrid per poter essere ignorate. Dalle due metropoli è poi facile trovare altri collegamenti per le tante località interessanti della nazione iberica: aerei, treni e pullman sono capillari ed in certi casi anche abbastanza economici. Questi due giorni pieni li dedico alla regione della Galizia nella quale non ho mai messo piede prima d’ora e quindi è tempo di porre rimedio a questa mancanza. Visiterò alla mia maniera Santiago de Compostela (di sabato) e La Coruna (di domenica); a causa dell’estrema diversità di cose da vedere ho deciso di dedicare un post per ciascuna delle due destinazioni. In questo caso, come spiega il titolo, tratterò l’argomento “Santiago de Compostela” per me abbastanza importante. La maggior parte di coloro che stanno leggendo queste righe immaginerà subito che ci sia di mezzo il famoso “cammino” o comunque qualcosa di religioso che mi spinge da queste parti…e invece non è così: da buon ateo convinto quale sono reputo totalmente sprecato il tempo necessario per il “pellegrinaggio”…parola che agli albori del 2020 non si può proprio più sentire. Se avessi così tanti giorni di ferie a disposizione potrei passare al setaccio qualcosa come tre-quattro intere nazioni anzichè mettermi a macinare kilometri nel nulla senza alcun senso logico; infatti raggiungo il capoluogo regionale nella maniera più comoda possibile, e cioè con le chiappe su un aereo in novanta minuti netti dallo scalo di “El Prat” e con ben dieci euro di spesa. Chi mi conosce e chi legge i miei racconti sa bene che adoro camminare e che mi spingo anche in trekking abbastanza impegnativi, ma ci deve essere uno scopo pratico e tangibile, non qualcosa di astratto, meramente ipotetico e quasi sicuramente inventato di sana pianta al fine di attirare creduloni. Questa è la spiegazione del mio punto di vista del tutto soggettivo; ho comunque massimo rispetto per coloro che la pensano diversamente da me. Durante la mia permanenza in città ho visto diverse persone alla fine del loro “cammino” e mai mi sono sognato di deriderle o fare di peggio. Mi sembra però giusto che ci sia la possibilità di andare liberamente fuori dal coro e di non essere costretti a vivere in un mondo stereotipato, monotono e fatto con lo stampo che “certi poteri” stanno cercando di costruire, cosa che troverà sempre la mia ferrea opposizione. Detto questo direi che è il caso di iniziare il racconto.

Venerdi pomeriggio: alle 15:50 esco dall’ufficio usufruendo di due ore di permesso e mi reco a prendere il pullman diretto allo scalo di Fiumicino; quella che sarà una seconda metà di giornata completamente nera inizia quasi subito: durante il tragitto troviamo un gravissimo incidente stradale che impone alle forze dell’ordine di bloccare totalmente la circolazione sulla via che sto percorrendo. Inutile mettersi a contare le Madonne che sparo perchè sono esponenziali per ogni minuto che passa ed i numeri oggi conosciuti non sono sufficienti. Ad un certo punto la situazione si sblocca ed il traffico comincia a defluire a senso alternato. Arrivo a destinazione alle 18:20 ed ho il volo alle 19:00, quindi lascio immaginare la corsa verso l’area partenze dove effettuo i controlli di sicurezza e raggiungo il gate appena in tempo. La tratta passa bene, cioè con un lungo sonno che inizia prima del decollo e che finisce quando il velivolo tocca terra. Ormai conosco a menadito l’aeroporto del capoluogo della Catalogna, per cui punto dritto verso le postazioni con sedia, tavolo e due prese di corrente e comincio ad “apparecchiare”: monto il mini-computer portatile con tanto di mouse e preparo due panini col formaggio che mi sono portato da casa e che sono la mia cena, con aggiunta finale di un’ottima tavoletta di cioccolato al caramello che non guasta mai. Con tre euro scarsi sono sazio, contro i dodici euro del costo di un menu del vicino Burger King. Risparmiando questi nove euro (uno dei milioni di esempi che caratterizzano la mia vita) ci ho pagato il 90% del volo per Santiago de Compostela che mi aspetta domattina. Mi metto a fare un po’ dei miei doveri e poi termino la serata col caro calcio manageriale, ma i guai non sono ancora finiti. Sto quasi per spegnere tutto e provare a coricarmi in qualche modo sulle scomodissime sedie qui presenti (da me ribattezzate “spacca-schiena” non per caso) quando arriva sulla mia e-mail un avviso di pagamento effettuato dalla mia carta di debito; peccato che io non abbia comprato un bel nulla. Capisco subito la situazione e, a distanza di due minuti netti, arriva un secondo addebito: si tratta di clonazione bella e buona. Sono all’estero, per fortuna in area UE, per cui cerco il numero da chiamare per bloccare la carta ma i problemi continuano: quando la voce registrata del servizio preposto mi dice di premere il tasto “1” lo faccio, ma il tono non viene recepito e non riesco ad accedere al servizio. Alla fine, prova e riprova, succede il miracolo e riesco nel mio intento dopo quasi quaranta minuti; nel frattempo sono passati ben otto pagamenti fraudolenti per un totale di 2.350 euro spesi. Inutile dire che, a cose fatte, scrivo subito un’e-mail alla banca pur sapendo che fino a lunedi mattina nessuno la vedrà. Non so se chi legge ha avuto la mia stessa esperienza, ma è una cosa terribile sapere di essere derubati ogni pochi minuti senza poter fare niente e non lo auguro a nessuno. Il mio intento di dormire svanisce nel nulla: sono troppo nervoso soltanto per provarci e così resto sveglio tutta la notte fino all’ora del prossimo imbarco. Alle 6:40 sono sul secondo aereo di questo week-end e stavolta, cullato dal velivolo, chiudo gli occhi per riaprirli a destinazione. Devo fare di necessità virtù e decido di godermi al meglio il fine settimana che mi si prospetta per poi cercare di risolvere il problema della clonazione della carta di debito al mio ritorno a casa, ma non posso negare che il nervosismo è fortissimo. La puntualità della Ryanair ed il piccolo aeroporto di Santiago de Compostela mi permettono di uscire dall’area arrivi abbastanza presto per prendere il bus diretto in centro che avevo previsto da casa, cioè quello delle 9:00. Servono circa trenta minuti per la fermata di “Plaza Galicia”, fine della corsa. La giornata è super-uggiosa: in questo periodo l’Europa è caratterizzata quasi totalmente da piogge incessanti e questa parte di Spagna non ne è esente. Durante le ore successive inizierà e smetterà di piovere decine di volte costringendomi sin da subito a coprire lo zaino con l’impermeabile per preservare le mie cose. In giro non c’è quasi nessuno perchè i locali a quest’ora sono ancora tra le braccia di Morfeo: è risaputo che questa nazione preferisce fare le ore piccole e poi svegliarsi con molto comodo. Quasi da solo inizio l’esplorazione della città capoluogo della Galizia (96.000 abitanti) e lo faccio dal “Parque da Alameda”, area verde di grandi dimensioni. La prima cosa nella quale ci si imbatte una volta qui è la statua che prende il nome di “As Duas Marias”: si tratta del ricordo delle due sorelle Coralia e Maruxa Fandino che, a causa del pensiero politico che contraddistingueva loro e l’intera famiglia, hanno avuto ritorsioni e problemi continui nella Spagna degli anni ’50, ’60 e ’70. Il modo di vestire e di truccarsi in maniera molto particolare e vistosa attirava l’attenzione su di loro quando ogni giorno alle due in punto uscivano a passeggiare in questo parco e nella città vecchia dove si narra che si divertivano a prendere in giro gli studenti. La verità è che le due sorelle erano molto amate dalla popolazione e venivano aiutate da tutti. La loro storia sembrava del tutto dimenticata quando l’artista “Cesar Lombera” riuscì a convincere le autorità locali ad installare la sua scultura proprio nel parco che le sorelle tanto amavano; oggi è uno dei punti della città nei quali i visitatori amano scattarsi una foto.

As Duas Marias

As Duas Marias

Alla destra dell’opera appena citata non posso non notare la “Fonte San Clemente” ed un bel gazebo che prende il nome di “Palco da Musica”; sulla sinistra invece un simpatico sistema di fontanelle e piccoli laghetti ospita il Monumento per “Casto Mendez Nunez” ,  comandante della Numancia che fu la prima nave corazzata a completare il giro del mondo. Alle sue spalle è presente la “Capela do Pilar” e, alla sua destra, la “Fonte Ornamental”.

Fonte San Clemente

Fonte San Clemente

Palco da Musica

Palco da Musica

Laghetto con fontana del Parque de Alameda

Laghetto con fontana del Parque de Alameda

A Casto Mendez Nunez

A Casto Mendez Nunez

Capela do Pilar

Capela do Pilar

Torno qualche decina di metri indietro e poi svolto sulla destra dove cerco la statua dedicata al poeta, scrittore e drammaturgo “Don Ramon Maria del Valle-Inclan”. Google Maps la indica proprio da queste parti ma non la vedo; quando poi mi trovo davanti ad un personaggio clamoroso seduto su una panchina capisco che il mio obiettivo è qui e non sarebbe potuto essere più strano di così. Vedere per credere.

Don Ramon Maria del Valle-Inclan

Don Ramon Maria del Valle-Inclan

Fregandomene della strada battuta taglio in salita per il parco fino a quando raggiungo prima la “Estatua de Castelao” (che non è altro che una grande pietra e nulla di più) e poi ” l’Adro de Santa Susana”, ovvero una piccola ma interessante chiesa.

Estatua de Castelao

Estatua de Castelao

Adro de Santa Susana

Adro de Santa Susana

Scendo alcune scale ed ecco la bella scultura dedicata alla poetessa e scrittrice “Rosalia de Castro”, nata proprio a Santiago de Compostela. Altri gradini in discesa seguono una specie di inutile “Mirador” che dà sul nulla più assoluto: quaggiù trovo il Monumento in onore del politico ecclesiastico “Manuel Ventura Figueroa”. Proseguo la passeggiata perchè vedo in lontananza uno scorcio che mi piace: tutta la forza dell’autunno manifesta il suo splendore nelle foglie giallissime di alcuni alberi che sovrastano una “vasca” piena d’acqua ubicata esattamente al centro della “Avenida de Antonio Raimundo Ibanez”. Tutte queste parole assumono sicuramente maggior rilievo nell’immagine che segue. Termino il mio giro da queste parti osservando una strana opera dell’artista “Acisclo Manzano” installata al centro della vicinissima “Plaza de Rodriguez Cadarso” come memoriale per i professori, il personale in servizio e gli studenti caduti tra il 1936 ed il 1942, cioè durante e subito dopo la Guerra Civile Spagnola.

Scultura per Rosalia de Castro - fronte

Scultura per Rosalia de Castro – fronte

Scultura per Rosalia de Castro - retro

Scultura per Rosalia de Castro – retro

Statua per Manuel Ventura Figueroa

Statua per Manuel Ventura Figueroa

Al centro di Avenida de Antonio Raimundo Ibanez

Al centro di Avenida de Antonio Raimundo Ibanez

Memoriale dell'artista Acisclo Manzano

Memoriale dell’artista Acisclo Manzano

Mi trovo in linea d’aria a due passi di numero dalla struttura che mi accoglierà per stanotte, ma è molto presto per presentarmi dato che il check-in inizia alle 14:00; inoltre non ho nessun motivo per andare a prendere la stanza dato che, come sempre, il mio zaino viaggia con me in ogni momento. Qui ci tornerò alla fine della passeggiata, cioè tra diversi kilometri. Torno indietro e mi imbatto nell’edificio che ospita il “Museo di Storia Naturale Luis Iglesias”: è molto grande e soprattutto coperto dagli alberi un po’ ovunque; per questi motivi l’unica parte che riesco a fotografare è quella dell’ingresso centrale. Risalgo poi la prima rampa di scale del “Parque da Alameda” e raggiungo la candida “Fuente de Marmol”; subito dopo mi affaccio al “Mirador della Cattedrale” e credo che il nome parli da solo senza che ci sia bisogno di aggiungere altro. La vista è molto bella, peccato solo per le solite stramaledette gru dei lavori in corso che devono sempre rovinare ogni panorama.

Museo di Storia Naturale Luis Iglesias

Museo di Storia Naturale Luis Iglesias

Fuente de Marmol

Fuente de Marmol

Vista dal Mirador della Cattedrale

Vista dal Mirador della Cattedrale

Termino così il giro di quest’area verde e, conscio del fatto che la parte nuova di Santiago de Compostela non ha assolutamente nulla da vedere, mi butto a capofitto nella città vecchia; per farlo inizio esattamente dal lato opposto della carreggiata che mi ha visto accedere al “Parque da Alameda”. Qui prende il via un dedalo di strade abbastanza strette e con pavimentazione lastricata: questo è ciò che mi piace, non i dannati sampietrini che sono stati messi appositamente per far rompere le caviglie a chi ci cammina sopra perchè prima o poi una storta ce la prendono tutti. Già muovendo i primi passi noto la presenza di moltissimi negozietti che vendono souvenirs, di punti di ristoro a non finire che propongono cucina locale e di qualche botteguccia gestita da asiatici dove si vendono bibite e generi alimentari a prezzi onestissimi, un po’ come fanno gli extracomunitari che aprono attività commerciali in Italia (cito come esempio la famosa lattina di Coca Cola iper-ghiacciata ad un euro, la stessa che nei bar si trova almeno al doppio del prezzo). I primi punti di interesse che vedo si trovano in “Plaza do Toural” e sono il “Museo Eugenio Granell” (a causa della poca luce che filtra l’edificio sembra essere bicolore come i biscotti “Ringo”) e la “Fonte do Toural” che devo immortalare alla cavolo di cane (nobile stile della fotografia moderna del quale mi pregio in caso di necessità) a causa di un maledetto individuo che ha deciso di parcheggiare il suo furgone appiccicato alla fontana.

Museo Eugenio Granell

Museo Eugenio Granell

Fonte do Toural

Fonte do Toural

E’ ora la volta della “Iglesia de Santa Maria Salomè”: faccio del mio meglio, ma il poco spazio a disposizione non mi permette di scattare un’immagine decente; giro l’angolo della strada e percorro pochi metri, ma tanto basta per poter vedere la “Iglesia de Orfas”.

Iglesia de Santa Maria Salomè

Iglesia de Santa Maria Salomè

Iglesia de Orfas

Iglesia de Orfas

Raggiungo “Plaza de Mazarelos”: qui posso osservare l’omonimo Arco e, appena lo supero, ecco l’imponente palazzo sede del “Convento das Mercedarias Descalzas”. Nella stessa piazza vedo la Statua per “Montero Rios”, politico natio di Santiago de Compostela che fu primo ministro spagnolo dal 23 giugno al 1° dicembre 1905, cioè per un periodo inferiore ai sei mesi…un po’ come durano i governi in Italia al giorno d’oggi. Subito accanto ammiro la “Chiesa Universitaria”.

Arco de Mazarelos

Arco de Mazarelos

Convento das Mercedaria Descalzas

Convento das Mercedaria Descalzas

Statua per Montero Rios

Statua per Montero Rios

Chiesa Universitaria

Chiesa Universitaria

Vado avanti spedito e, poco dopo, eccomi a tu per tu con il Monumento per “Alfonso II”: fu re delle Asturie per ben 52 anni e venne soprannominato “il casto” per aver assolto il suo compito nella maniera migliore possibile. Qui devo scegliere tra due direzioni: andare dritto e trovare altri punti di interesse oppure fare una deviazione prima a destra e poi a sinistra per infilarmi nel mercato locale; per mia indole visito i mercati solo se davvero particolari e di questo non ho mai sentito parole di elogio. L’opzione numero due è quindi scartata, così vado avanti. Prendo “Traversia de San Paio de Antealtares” e trovo l’ingresso dell’omonimo Convento: il palazzo che lo ospita è enorme e la stradina sul quale affaccia è strettissima, per cui è inutile anche solo provare a scattare una foto; so che l’altro lato della struttura sta su “Plaza da Quintana” e casomai vedrò dopo se varrà la pena provarci lì. E’ la volta di fare il mio ingresso in “Plaza de Cervantes” dove campeggia una piccola fontana che ha al centro una colonna che sorregge il busto del famoso scrittore, la cui testa è il fulcro dell’illuminazione natalizia già installata, ma che (col senno di poi) non troverò attiva al mio secondo passaggio dopo il tramonto. Sempre qui vedo anche la “Iglesia de San Bieito do Campo”.

Monumento per Alfonso II il casto

Monumento per Alfonso II il casto

Fontana-Busto a Cervantes

Fontana-Busto a Cervantes

Iglesia de San Bieito do Campo

Iglesia de San Bieito do Campo

Di ben altre dimensioni è la vicina “Iglesia de San Agustin” che raggiungo seguendo un paio di anguste stradine. Seguono poi a breve distanza la “Iglesia de Santa Maria do Camino” e la “Capela de Animas”, anch’essa resa bicolore dall’alternarsi di luce ed ombra sulla sua facciata.

Iglesia de San Agustin

Iglesia de San Agustin

Iglesia de Santa Maria do Camino

Iglesia de Santa Maria do Camino

Capela de Animas - facciata

Capela de Animas – facciata

Capela de Animas - dettaglio

Capela de Animas – dettaglio

Cambio zona per dedicarmi ad altro e camminando giungo nel punto in cui sono presenti il “Centro Galiziano di Arte Contemporanea” (sulla sinistra) ed il “Museo del Pueblo Gallego” (sulla destra). Nelle immediate vicinanze c’è l’accesso per il “Parque de San Domigos de Bonaval” che visito dopo aver affrontato qualche salita, ma che in realtà non vale neanche un secondo di tempo perchè non ha assolutamente nulla da vedere. Avevo più di qualche dubbio già in fase di preparazione del viaggio, ma non ho voluto lasciare niente di intentato.

Centro Galiziano di Arte Contemporanea

Centro Galiziano di Arte Contemporanea

Museo del Pueblo Gallego - Ingresso

Museo del Pueblo Gallego – Ingresso

Una breve passeggiata mi consente di vedere la “Capela de San Pedro” e, nella piazza antistante, di ammirare un senzatetto che sta usando una fonte pubblica come bagno privato offrendo uno spettacolo raccapricciante che, non essendoci nessuno a presidiare l’area, dura fino a quando il tizio non ha finito. Circa un kilometro mi separa dal “Convento de Belvìs”, altra struttura posizionata in modo tale da non permettere di scattare un’istantanea decente; per farlo devo posizionarmi in maniera obliqua ed accettare le circostanze. Nelle immediate vicinanze è presente un gazebo metallico dal quale si gode di una buona vista della città. Effettuando una discreta discesa si ha accesso al “Parque de Belvìs” che trovo molto molto curati, anche se composti da sole piante e zero fiori.

Capela de San Pedro

Capela de San Pedro

Convento de Belvìs

Convento de Belvìs

Gazebo metallico con vista

Gazebo metallico con vista

Giardini del Parque de Belvìs - scorcio

Giardini del Parque de Belvìs – scorcio

Terminato tutto in questa parte di città, torno indietro fino ad imboccare “Rua de San Roque”, strada che cambia più volte nome pur senza subire deviazioni. Mi condurrà verso un buon numero di punti di interesse iniziando dai primi due che sono dirimpettai: sulla destra della carreggiata c’è il “Convento de Santa Clara” mentre sulla sinistra c’è la “Chiesa dei Carmelitani Scalzi”. E’ poi la volta della “Capila de Pastoriza” seguita da “Plaza da Paz” dove vedo la “Statua di San Giacomo” al centro della rotonda stradale: è fin troppo immerso nella vegetazione lasciata un po’ troppo a se stessa e tra poco ne sarà inglobato se nessuno prenderà provvedimenti. Dedico qualche minuto anche alla “Parroquia de San Caetano” prima di svoltare a sinistra con l’obiettivo di ammirare ciò che resta dell’antico Acquedotto cittadino; quando lo raggiungo non posso fare altro che apprezzarlo perchè regala un buon colpo d’occhio. Sono ancora un po’ scosso dall’incontro fatto poco prima con una scultura di un tizio sconosciuto che sembra avermi mandato a quel paese col braccio destro…mah!

Convento de Santa Clara - ingresso

Convento de Santa Clara – ingresso

Chiesa dei Carmelitani Scalzi

Chiesa dei Carmelitani Scalzi

Capila da Pastoriza

Capila da Pastoriza

San Giacomo al centro di Plaza da Paz

San Giacomo al centro di Plaza da Paz

Parroquia de San Caetano

Parroquia de San Caetano

La ringrazio per il vaffa...

La ringrazio per il vaffa…

Antico Acquedotto - 1

Antico Acquedotto – 1

Antico Acquedotto - 2

Antico Acquedotto – 2

Ripercorro la via dai mille nomi e finisco di visitare il centro storico di Santiago de Compostela; lo faccio iniziando dal palazzo di vetro che ospita la “Biblioteca Anxel Casal”: un tocco di modernità non guasta anche se il resto dell’ambiente è totalmente diverso. Pochi passi e sono davanti all’imponente “Iglesia de San Francisco” che fa parte dell’omonimo Convento. Alla mia sinistra immortalo anche il Monumento dedicato al frate di Assisi.

Biblioteca Anxel Casal

Biblioteca Anxel Casal

Iglesia de San Francisco

Iglesia de San Francisco

Monumento a San Francisco

Monumento a San Francisco

Il cuore di Santiago de Compostela mi dà il benvenuto: sono in “Plaza de Obradoiro”, ovvero il punto esatto in cui si trova la famosa e bellissima Cattedrale. Dal Mirador del “Parque da Alameda” avevo già visto la presenza delle odiose gru dei lavori in corso, ma fortunatamente ho la conferma che l’area interessata riguarda solo il retro ed una piccola porzione laterale, quindi la facciata è salva. L’ingresso generale è gratuito, ma per vedere determinate parti va pagato un biglietto che non è neanche economico. Di fronte all’edificio religioso c’è il “Palazzo de Raxoi”, chiamato così perchè commissionato dall’omonimo arcivescovo; oggi vi sono gli uffici del Comune e del Governo della Galizia mentre in passato fungeva da seminario. Dietro ad esso si può osservare da posizione privilegiata la “Iglesia de San Fructuoso”. Concludono l’offerta localeil “Museo della Cattedrale” ed il “Parador” (ovvero un palazzo storico degno di nota sede di un hotel di lusso).

Cattedrale di Santiago de Compostela - 1

Cattedrale di Santiago de Compostela – 1

Cattedrale di Santiago de Compostela - 2

Cattedrale di Santiago de Compostela – 2

Palazzo de Raxoi

Palazzo de Raxoi

Iglesia de San Fructuoso

Iglesia de San Fructuoso

Parador

Parador

Seguendo il perimetro della Cattedrale svolto a sinistra ed entro in “Plaza das Praterias” dove trovo la “Fonte dos Cabalos” ed il “Museo del Pellegrinaggio”. Mi colpisce una scultura rappresentante due mega-piedi che ovviamente sono pappa e ciccia col “Cammino”; io che faccio per rappresentare la mia situazione? Una scultura dedicata delle chiappe sul sedile dell’aereo? Temo che non sarebbe apprezzata allo stesso modo.

Fonte dos Cabalos

Fonte dos Cabalos

Museo del Pellegrinaggio

Museo del Pellegrinaggio

Devono far male dopo tanto cammino...

Devono far male dopo tanto cammino…

“Plaza da Quintana” non ha molto da offrire se non la miglior vista possibile della “Torre da Berenguela”, ovvero il campanile della Cattedrale. E’ miracolosamente salva dai lavori in corso e posso fotografarla senza intoppi. La sua particolarità è quella di avere una sola lancetta (quella dei minuti) perchè le ore sono segnate dalle campane. Una breve rampa di scale in salita mi porta di fronte alla piccola “Iglesia de San Pelayo”, mentre nella vicina “Plaza da Inmaculada” posso ammirare il bell’edificio che ospita il “Monasterio de San Martino Pinario”.

Torre da Berenguela

Torre da Berenguela

Iglesia de San Pelayo

Iglesia de San Pelayo

Monasterio de San Martino Pinario

Monasterio de San Martino Pinario

Percorrendo altre stradine del centro storico di Santiago de Compostela arrivo dove ci sono altri due punti di interesse di carattere religioso: sto parlando della “Iglesia de San Martin Pinario” e della “Parroquia de San Miguel dos Agros”.

Iglesia de San Martin Pinario

Iglesia de San Martin Pinario

Parroquia de San Miguel dos Agros

Parroquia de San Miguel dos Agros

Guardo la mappa preparata da casa e capisco di essere quasi alla fine; restano esattamente tre attrazioni ma sono tutte in periferia, per cui metto in moto le gambe e vado. Inizio con la “Iglesia de Santa Maria a Real do Sar” che è molto particolare, ma la sua facciata è troppo vicina ad un muro e perciò non mi è permessa una fotografia globale della struttura. Sono costretto a scattare due immagini, ma il risultato è ovviamente inferiore a ciò che vedono i miei occhi in un unico blocco. Segue poi la stazione ferroviaria che mi sarà utile domani per trasferirmi a La Coruna; concludo con la piccola “Parroquia de Santa Marta”.

Iglesia de Santa Maria a Real do Sar - facciata

Iglesia de Santa Maria a Real do Sar – facciata

Iglesia de Santa Maria a Real do Sar - vista laterale

Iglesia de Santa Maria a Real do Sar – vista laterale

Stazione di Santiago de Compostela

Stazione di Santiago de Compostela

Parroquia de Santa Marta

Parroquia de Santa Marta

Mi trovo a 950 metri dalla struttura che mi ospiterà per la notte e sono da poco passate le 15:00; decido di andare a prendere la stanza e, già che ci sono, di riposarmi un paio d’ore scarse per recuperare le energie perdute in seguito alla terribile nottata che ho passato. Appena arrivo sul posto scopro che dormirò in quello che a tutti gli effetti è un ex convento o ex monastero rimodulato come se fosse un hotel. La struttura è davvero bella ed accogliente; peccato che la camera abbia solo una presa di corrente piazzata al centro e ad un’altezza fin troppo elevata rispetto al pavimento. Per poter attaccare tutti i miei aggeggi elettronici devo usare la mia spina tripla, oltre ad un po’ di fantasia: mettendo una sedia come base di appoggio per gli apparati riesco a risolvere il problemino del cavo troppo corto del caricabatterie del cellulare. Senza questo mio intervento sarebbe rimasto penzolante e quindi inutilizzabile. Ma nonostante ciò apprezzo il costo contenuto, la pulizia e la temperatura che trovo perfetta. Rispetto il mio programma e dormo veramente per poi rimettere il naso fuori intorno alle 17:30; l’obiettivo è andare a fare un giro in centro con le luci artificiali…ma ne rimango deluso: a parte la Cattedrale ci sono ben poche cose illuminate, per cui mi limito a fare una passeggiata senza meta cercando di carpire più particolarità possibile. Intorno alle 19:45 entro in un supermercato ed acquisto tutto il necessario per la mia solita ed abbondante cena del sabato sera che consumo al mio rientro in camera: trovo i termosifoni accesi e ne approfitto per asciugare gli indumenti che si sono bagnati durante l’intera giornata piovosa. Poi gioco col mio amico calcio manageriale e, fin troppo presto per i miei standard, mi metto a letto in attesa della nuova avventura di domani.

In conclusione posso dire che Santiago de Compostela è una cittadina con un centro storico molto piacevole che può essere gustato da tutti, credenti e non. Dato che la periferia non ha niente da vedere, una giornata piena è abbondante per girare dappertutto senza strafare. Se avessi trovato un meteo più consono sicuramente avrei apprezzato ancora di più ciò che la città offre, ma questo non lo si può certo decidere a tavolino altrimenti non pioverebbe mai. Resto quindi contento della scelta di visitare questa località che mi sento assolutamente di consigliare.

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