Romania Parte 7: Botosani e la meravigliosa Iasi

di admin

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Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Botosani? Clicca qui!

 

Sono arrivato al settimo capitolo per quanto riguarda l’esplorazione della Romania, paese che più visito e più adoro. Stavolta mi spingo a nord-est, ma non troppo. In che senso? Beh, da queste parti il top sarebbe noleggiare una macchina e fare il giro di tutti i monasteri dipinti della Bucovina, ma mi riservo questo itinerario per un prossimo futuro. Ci sono ancora bellissime realtà che posso raggiungere con i miei amati mezzi pubblici e non disdegno certo di farlo. Il week-end che sto per raccontare si sarebbe svolto in maniera differente se non avessi cambiato programma all’ultimo momento. Nei piani avrei dovuto vedere Suceava (la città dell’aeroporto di arrivo) al sabato e Iasi (la città dell’aeroporto di ripartenza) il giorno successivo. Ma internet è sempre in agguato nella mia vita e 24 ore prima di partire, guardando attentamente Google Maps, mi è balzato davanti agli occhi il pallino che mostra l’agglomerato urbano di Botosani. Scrivo questo nome in “Google Immagini” ed il gioco è fatto: noto la presenza di moltissimi punti di interesse, almeno il triplo di quelli che ho scovato per Suceava. Un rapido controllo ai siti di riferimento degli autobus e delle ferrovie rumene e vedo con piacere che c’è un treno diretto in partenza circa un’ora dopo il mio arrivo in aeroporto. Giusto il tempo di raggiungere l’hotel con la navetta privata gratuita, sistemare gli effetti personali prendendo solo l’indispensabile e lasciando lì il resto del borsone, correre in stazione (sapientemente locata a soli 300 metri di distanza da dove avevo prenotato per dormire) ed il gioco sarebbe stato fatto. Con un po’ di fortuna ed il volo di andata in perfetto orario…la cosa si può fare. Ci sarò riuscito? Vediamo…

L’inizio di questa avventura è prevista da Bologna; per questo motivo parto da Roma con il solito bus notturno ed arrivo nel capoluogo dell’Emilia Romagna che non sono ancora le 5:00 del mattino. Per passare un po’ il tempo mi dirigo al mio bancomat di fiducia in zona Piazza Maggiore e poi, prelevato il dovuto contante, faccio marcia indietro verso la stazione dei treni. Da lì aspetto il mitico bus n. 91 che mi permette di arrivare all’aerostazione per le 7:00 circa. Manca ancora un po’ alla partenza delle 9:15, per cui mi metto comodo ed attendo che si muovano le lancette dell’orologio. Quando giunge il momento passo i controlli di sicurezza e vado al gate; il volo pare puntualissimo (e così sarà davvero) ed è già tanto per il totale rispetto dei miei piani. La tratta scorre tranquilla mentre recupero le ore di sonno arretrato; quando apro gli occhi vedo sotto di me le distese verdissime che questa parte di Romania può vantare e che il mese di maggio sicuramente accentua col suo clima finalmente mite dopo il rigidissimo inverno che si vive a tali latitudini. L’aereo tocca terra e da quel preciso istante inizia per me il conto alla rovescia che culminerà con la partenza del treno. Supero più o meno agevoltmente il controllo passaporti (la lentezza dei poliziotti non ha paragone alcuno) e vedo subito dopo che una persona sta reggendo un foglio formato A4 col mio nome. Stretta di mano di rito e subito in macchina verso l’hotel. La strada da percorrere per fortuna è poca (una decina di kilometri al massimo) e di traffico non se ne vede neanche l’ombra. Proprio per sincerare ogni dubbio, chiedo al mio autista se sto facendo bene a dirigermi verso Botosani lasciando perdere per questa volta Suceava e lui, in maniera molto onesta, mi conferma che dove sto andando c’è realmente di più da vedere. Convinto ulteriormente di aver fatto una buona scelta, arrivo al parcheggio e mi fiondo alla reception dove prendo le chiavi spiegando la situazione alla ragazza dietro al bancone. Lei capisce e mi libera in men che non si dica. La stanza è bella, spaziosa e pulita…ma ora non me la posso godere; sicuramente lo farò in serata. Apro la sacca e prendo lo zainetto più piccolo; lo colmo con tutto ciò che mi sarà utile nelle ore a venire. Più veloce di Speedy Gonzales chiudo a chiave la porta dietro di me, scendo le scale, supero la reception e mi trovo in strada. Guardo l’orologio ed ho ancora circa quindici minuti; la stazione già la vedo in lontananza e sono quasi sicuro di farcela. Solo l’eventuale fila per il biglietto potrebbe fregarmi, ma davanti ho una signora e nessun’altro. Ormai pratico delle ferrovie rumene, prendo il ticket e vado al binario con ben tre minuti di anticipo rispetto alla partenza e col convoglio che sta entrando nell’area preposta. Missione compiuta! Finalmente posso mettermi comodo ad ammirare il panorama per i prossimi novanta minuti perchè tanto durerà il viaggio che mi appresto ad iniziare. Piano piano lo scompartimento a sei posti si riempie e gli altri cinque passeggeri, sconosciuti fino a quel momento, iniziano a parlare come se fossero amici di infanzia senza mai smettere. Non capisco una parola di ciò che dicono e mi sento un pesce fuor d’acqua, soprattutto perchè sempre più spesso volgono lo sguardo anche verso di me…come per voler sapere il mio punto di vista sull’argomento. Sono straniti quando notano che sono l’unico a non aprire bocca. Alla fine arriva l’occasione che mi salva da una figuraccia colossale: il ragazzo di fronte a me prova a caricare il suo cellulare attaccandolo alla presa di corrente del treno che però non funziona. Appare visibilmente in difficoltà, come se quella carica gli fosse indispensabile. Tiro fuori dallo zainetto la mia mega batteria portatile stra-carica e, rivolgendomi a lui in inglese a voce alta, gli offro di usarla. Accetta anche se incredulo e mi ringrazia. Il buon gesto serve sia a dare una mano a lui, sia a far capire a tutti che non prendo parte alla conversazione non perchè sono un cafone ma perchè non sono rumeno. All’arrivo a Botosani mi viene restituita la batteria e tutto finisce con una stretta di mano. Anche stavolta il destino mi ha dato un’occasione utile. La stazione di destinazione è piccola; mi guardo intorno e, come sempre accade da queste parti, la zona in cui si trovano certi servizi di trasporto non è curata, ma ormai ci sono abituato e non ci faccio più molto caso. Armato di mappa con segnati i punti di interesse da trovare e vedere, noto di fronte a me (circa 150 metri più avanti) che ci sono molte macchine che sfrecciano da ambo le direzioni. Capisco subito che quella è l’arteria principale e mi dirigo lì. Mi trovo davanti una vera e propria zona commerciale tipica delle periferie, con grandi supermercati alimentari e negozi di vario tipo. Ma a queste cose penserò dopo. Per il momento devo constatare che sono quasi le 15:00 (ora locale) e che alle 19:23 avrò il convoglio di ritorno verso Suceava e la stanza d’albergo. In fase di rapida pianficazione dell’ultimissimo minuto avevo visto che la città sarebbe stata abbastanza contenuta da girare a piedi, ma poi quando si è sul posto occorre sempre andare da una parte all’altra in un tempo abbastanza risicato con la concreta possibilità di saltare qualche punto importante. Per cui, senza saper nè leggere nè scrivere, muovo le gambe più velocemente che posso. Inizio subito l’esplorazione di Botosani con la Biserica Sfantul Nectarie e, come primo impatto, non è niente male.

Biserica Sfantul Nectarie

Biserica Sfantul Nectarie

Come si può vedere dalla prima immagine pubblicata, la giornata è soleggiata; qualche nuvoletta è in agguato, ma niente che faccia presagire al rischio di pioggia. Questo rende la visita ancora più piacevole. Pochi passi più avanti e ci sarebbe da vedere la Biserica Roset. Uso il condizionale perchè, una volta arrivato in zona, preparo la reflex e la punto verso l’obiettivo dello scatto quando intuisco che è in corso un funerale; nel piazzale ci sono diverse persone tutte vestite di nero e, credetemi, lo sguardo che mi rivolgono è di una tonalità ancora più scura dei loro abiti. Il “clic” non riesce neanche a partire. Per rispetto, decenza e quieto vivere metto giù l’attrezzatura ed inizio ad indietreggiare. A dire il vero nel mio archivio ho un’immagine di questa chiesa, ma si vede talmente male persa com’è in mezzo alla vegetazione che non vale la pena di postarla. Ed è così che giungo ad una delle attrazioni maggiori di questa località: il Parco dedicato al poeta Mihail Eminescu. Si estende in un’area abbastanza grande ed al suo interno, oltre agli spazi verdi che la fanno da padrone, ha un laghetto artificiale sovrastatato da un ponticello. Se si vuole passare qualche minuto “diverso dal solito” si possono noleggiare delle barchette per davvero pochi spicci. Completano l’opera un gazebo posto su di una piano rialzato e tante panchine.

Mihail Eminescu, il poeta cui il parco è dedicato.

Mihail Eminescu, il poeta cui il parco è dedicato.

 

Laghetto artificiale

Laghetto artificiale

 

Gazebo su piano rialzato

Gazebo su piano rialzato

Esco dal parco e trovo uno strano monumento diviso in tre parti:

Panoramica

Panoramica

 

Dettaglio - Lato Sinistro

Dettaglio – Lato Sinistro

 

Dettaglio - Lato Centrale

Dettaglio – Lato Centrale

 

Dettaglio - Lato Destro

Dettaglio – Lato Destro

Mi resterà il dubbio ancora per un po’ perchè non ho ancora trovato informazioni precise su cosa esso rappresenti. Attraverso la strada e noto che da lì parte un viale pedonale ricco di alberi, panchine e tutto ciò che serve per passare un buon sabato pomeriggio in santa pace. Decido di visitarlo più tardi, alla fine del giro. Colgo però l’occasione per ammirare il Museo di Storia Nazionale (da fuori…ovviamente); la luce del sole ne risalta i colori.

Museo di Storia Nazionale

Museo di Storia Nazionale

Proseguo la mia passeggiata imbattendomi nella Casa Antipa (edificio storico), nella Biserica Sfintii Trei Ierarhi (fotografata solo parzialmente perchè il corpo centrale è tutto coperto da alberi) ed in quella che ha tutta l’aria di essere una chiesa ortodossa in costruzione; chi visiterà Botosani tra qualche mese avrà la fortuna di vederla completa.

Casa Antipa

Casa Antipa

 

Biserica Sfintii Trei Ierarhi

Biserica Sfintii Trei Ierarhi

 

Chiesa in piena costruzione

Chiesa in piena costruzione

Cambio zona della città ed arrivo, dopo non molti minuti, dove si trovano prima la Biserica Vovidenia e poi la Biserica Nasterea Sfantului Ioan Botezatorul.

Biserica Vovidenia

Biserica Vovidenia

 

Biserica Nasterea Sfantului Ioan Botezatorul

Biserica Nasterea Sfantului Ioan Botezatorul

E’ un sabato di maggio ed in Romania fioccano i matrimoni senza soluzione di continuità. Ce n’è davvero uno ad ogni chiesa e ad ogni municipio. Probabilmente in questo paese che continuiamo a credere più indietro del nostro ci sono delle leggi decisamente più moderne che non trasformano una cosa così bella in un cappio al collo a vita per i mariti come invece accade nella “evolutissima” Italia. Alla prima delle due chiese, per esempio, credo si sia conclusa da poco una cerimonia: è infatti presente sul posto una coppia in cui lei è vestita in maniera simil elegante/angosciante e si sta facendo fare foto in pose plastiche dal compagno/marito/amante con il giardino come sfondo. Soprassiedo e proseguo verso l’ultimo punto di interesse di questa parte della città: la Biserica Sfantul Ioan. Arrivo così all’incrocio tra Calea Nationala e Strada Ioan Pilat; sulla prima grande arteria vedo e fotografo il bel monumento “Sfintei Cruci”.

Monumento "Sfintei Cruci"

Monumento “Sfintei Cruci”

Imbocco poi la seconda arteria e da lì si diramano altre vie meno ampie ma con tante cose da vedere. Nell’ordine trovo la Biserica Adormirea Maicii Domnului e la Biserica Armeana (o quel che ne resta perchè è abbandonata a se stessa chissà da quanto tempo) .

Biserica Adormirea Maicii Domnului

Biserica Adormirea Maicii Domnului

 

Scorcio della Biserica Armeana

Scorcio della Biserica Armeana

Percorro la via parallela e trovo così prima la Biserica Sfintii Voievozi, poi il Teatro “Vasilache” ed ancora la bella Biserica Sfantul Gheorghe  falcidiata dalle impalcature. Poteva esserci un viaggio intero senza che qualche monumento fosse deturpato dai muratori? Ovviamente la risposta è “no”…

Biserica Sfintii Voievozi

Biserica Sfintii Voievozi

 

Teatro Vasilache

Teatro Vasilache

 

Biserica Sfantul Gheorghe "puntellata" per i lavori

Biserica Sfantul Gheorghe “puntellata” per i lavori

Decido di arrivare fino alla parte più lontana della città rispetto alla stazione ferroviaria, mio punto di arrivo e di ripartenza verso la camera situata a Suceava. E’ così che mi imbatto nella chiesa ortodossa “Sfantul Spiridon” e, subito dopo, nella semplicissima Casa di preghiera evangelica “Philadelphia”.

fasfsafsa

Chiesa Ortodossa Sfantul Spiridon

A questo punto torno indietro sui miei passi per conquistare (o forse è meglio dire semplicemente trovare…) la zona del centro storico vero e proprio. Non ci metto molto ad arrivare a Piata 1° Decembrie 1918, un’ampia zona pedonale dominata da questa statua dedicata agli eroi della pima guerra mondiale:

Al centro di Piata 1° Decembrie 1918

Al centro di Piata 1° Decembrie 1918

Superata la piazza entro in Strada 1° Decembrie 1918 (fantasia a go-go qui…) dove si affaccia la Biserica Uspenia.

Biserica Uspenia

Biserica Uspenia

Tranne un bar aperto, unico negozio che fa gli onori di casa nel “Centrul Vechi” di Botosani, è tutto desolatamente chiuso. I palazzi che si affacciano qui sono abbastanza curati, ma non proprio tutti quanti. In più, e francamente non riesco a capirne il motivo, in giro ci sono solo persone e famiglie di etnia Rom. Che stranezza che è questa: perchè solo loro e perchè tutti in centro? . Esco da quell’oasi di pace senza macchine e mi ributto in uno degli stradoni che compongono la città. Noto che  il tour sta volgendo al termine e lo vedo da alcuni particolari che mi erano rimasti impressi durante la tratta di andata. C’è un grande centro commerciale aperto: per me che ho problemi di cambio Euro/Lei, nel senso che i normali chioschi/uffici sono tutti con le serrande abbassate a quest’ora del sabato, è una salvata. Decido così di entrare, memore dell’avventura stupenda già vissuta in un’altra zona delle Romania e più precisamente a Turda: lì l’ufficio cambi interno allo shopping center segnava il tasso migliore del momento. Si dice che il mondo è bello perchè è vario, ma in questo caso non è affatto vero: trovo qui il “change rate” peggiore che un Leu rumeno abbia mai avuto di fronte ai miei occhi. Ovviamente decido di soprassedere e di cercare una soluzione durante il resto della serata. Appena esco dalla porta principale del grande magazzino vado verso destra fino ad incontrare la bella Biserica Sfantul Ilie.

Biserica Sfantul Ilie

Biserica Sfantul Ilie

Attraverso la strada e mi trovo sul lato opposto. Questa è l’ultima parte di Botosani che manca da esplorare. Trovo subito un interessante monumento dedicato agli eroi della seconda guerra mondiale; di fronte invece c’è la Biserica Militara (strano nome per una chiesa…) dove ovviamente è in corso l’ennesimo matrimonio della giornata. Più avanti il Municipio con altra celebrazione nuziale.

Monumento ai caduti della seconda guerra mondiale

Monumento ai caduti della seconda guerra mondiale

 

Biserica Militara

Biserica Militara

 

Municipio di Botosani

Municipio di Botosani

Qui siamo alla fase delle foto con tutti gli invitati con tanto di drone intento a fare il video dall’alto. Non so davvero dove andremo a finire. Un numero abominevole di ospiti tutti vestiti in maniera pacchianissima è in posa; solo pochi di loro si salvano con qualcosa che sta veramente bene addosso. A questo punto, col teatro Mihai Eminescu completamente impegnato in una serie invasiva di lavori in corso, non resta altro che percorrere l’area pedonale fuori dal parco che al mio arrivo avevo volutamente lasciato per ultima. Il bello di ogni giro è che, proprio come dice il nome stesso, se viene organizzato bene ti porta alla fine nello stesso punto dal quale sei partito e questo conferma che il perimetro cittadino è stato coperto davvero tutto o al massimo in larghissima parte. La passeggiata è come mi aspettavo: niente di entusiasmante. Alcuni palazzi che sembrano avere una storia si alternano tra loro ed il tutto è completato dalla chiesa dedicata a Sfanta Parascheva (con sposa in arrivo) troppo incassata in mezzo agli alberi per poterne avere una foto degna di questo nome. Fine dei giochi anche per Botosani, quindi. Guardo l’orologio e mancano ancora circa ottanta minuti al treno di rientro, così penso tra me e me che non avevo visto nessun tipo di market decente vicino all’hotel; sarebbe sicuramente stato meglio fare qui la spesa per la cena e poi, mio malgrado, percorrere l’intera tratta nel convoglio con tanto di sacchetti al seguito come le vecchie casalinghe di una volta. Ricordo della fornitissima zona commerciale situata nei pressi della stazione e mi dirigo li. Con tutta la calma del mondo scelgo ciò che mi va e poi esco: me la sono cavata con una sola busta di plastica. Meglio così. Arrivo alla biglietteria, compro il ticket con gli ultimissimi soldi locali rimasti e prendo il treno che alle 21:00 circa mi riporta a 300 metri dalla stanza. Questa giornata si conclude, oltre che con la lauta cena, con la solita connessione ad internet per vedere cosa il mondo ci offre in termini di news e, subito dopo, mega-partita al mio inseparabile gioco di calcio manager, amico fidato di ogni fine serata fuori casa. Preparo la borsa per la sveglia del mattino seguente (come sempre non proprio “comoda” come orario) e vado a nanna.

Il suono della sveglia, quando sono in viaggio, assume un tono diverso rispetto a quando sono a casa in vista dell’ufficio. Non sto dicendo che possa essere piacevole. Resta sempre una rottura perchè un buon sonno non fa schifo a nessuno, però è come se fosse il rumore dello starter in una gara dei 100 metri olimpici: un tono che dà il via ad un evento piacevole. A casa invece…è tutta una lenta e terribile agonia. Prima di tutto non mi muovo dal letto fino alla quarta sveglia poichè le prime tre le chiudo voluamente. A quel punto penso tra me e me qualcosa del tipo: “cavolo, se non vado a lavorare non potrò più viaggiare”…ed è così che, seppur con tanta malavoglia, mi metto in piedi. Ma ora mi trovo in Romania, per cui me la godo anche se è presto come al solito. Prendo tutte le mie cose, lascio la stanza e mi reco  una volta tanto nella sala colazione; ebbene si, stavolta ho il tempo di concedermi questo stravizio già pagato in fase di prenotazione. Colgo anche l’occasione per parlare con la receptionist e porle il mio attuale problema: quello del cambio valuta. Le chiedo come può fare un turista a procurarsi soldi rumeni quando a Botosani tutti gli uffici preposti hanno chiuso alle 14:00. Normalmente tali strutture dovrebbero essere chiuse magari il mercoledi ma restare aperte durante il week-end ed invece non è così. La ragazza sembra spiazzata dalla mia domanda, ma non ci trovo niente di strano. Devo andare a prendere un treno e pagare il biglietto; come posso fare se non ho soldi rumeni ? Addirittura va a chiamare il collega per trovare una soluzione e la cosa diventa un problema di stato. Alla fine arriva il lampo di genio di questo tizio: in centro a Suceava avrei trovato un centro commerciale con dentro un cambiavalute sempre aperto. Faccio uno più uno e ragiono: certo, bel suggerimento; peccato che:

  1. il centro di Suceava sta a circa 3,5 km dall’hotel
  2. ho un treno che partirà tra 40 minuti
  3. Il cambio del centro commerciale sarà sicuramente da ladrocinio come quello dal quale sono scappato il giorno prima a Botosani.

Morale della favola: capisco perfettamente perchè la tua vita si riduce a condurre una navetta gratuita di un hotel e niente di più. Quando vivi in un posto ed hai la predisposizione alla risoluzione dei problemi pari a zero, non hai molte altre aspettative e devi accontentarti. A quel punto sono solo e devo trovare una soluzione. Come sempre “chi fa da sè fa per tre” e mi viene in mente che, durante l’acquisto del ticket del treno precedente, potrei aver intravisto un POS dietro al vetro della biglietteria. Non ho molta scelta che fidarmi del mio istinto, così saluto, vado in stazione e mi gioco le mie carte. Quando arrivo lì e vedo che potrò pagare il ticket usando la carta di debito mi viene un sorriso che prende il volto da orecchio ad orecchio: anche stavolta è andata bene (e non grazie agli altri…). Avrei sicuramente trovato un cambio aperto e più conveniente a destinazione. Salgo quindi sul treno per Iasi, la città più importante della Moldavia rumena. Il viaggio non è brevissimo, per cui ho il tempo di ammirare tante cose durante il percorso, ma anche di riposare un po’ gli occhi (o meglio…di dormire a tratti anche profondamente). Arrivo in città verso le 10:00 ed ho a disposizione parecchie ore per esplorare.

Stazione di Iasi

Stazione di Iasi

Esco dalla stazione, attraverso il primo stradone e mi trovo davanti almeno 10 uffici cambio in un raggio di 200 metri. Alcuni sono chiusi, ma altri sono regolarmente aperti. Con la soddisfazione alle stelle ho anche modo di scegliere quello col tasso migliore, così in men che non si dica sistemo la pratica dei contanti cambiando il dovuto. Da qui inizia la vera scoperta di quella che a prima vista sembra una città come tante ma che, all’interno del suo cuore, nasconde una bellezza davvero indescrivibile. Il primo impatto ce l’ho con una zona che mi mostra nell’ordine: la Biserica Sfanta Paraschiva-Pacurari, la Biblioteca Centrale Universitaria, la statua  dedicata a Mihai Eminescu e la Casa de Cultura a Studentilor. Come inizio non c’è male.

Biserica Sfanta Paraschiva-Pacurari

Biserica Sfanta Paraschiva-Pacurari

 

Statua di Mihai Eminescu

Statua di Mihai Eminescu

 

Biblioteca Centrale Universitaria

Biblioteca Centrale Universitaria

 

Casa de Cultura a Studentilor

Casa de Cultura a Studentilor

Proseguo la mia passeggiata, che è ancora agli inizi, trovando la Biserica Banu, la Biserica Mitocul Maicilor e, proprio di fronte, l’ampia Piata Indipendentei dominata dalla Statuia Indipendentei.

Biserica Banu

Biserica Banu

 

Biserica

Biserica Mitocul Maicilor

 

Statuia Indipendentei

Statuia Indipendentei

Fino a qui tutto bene; proseguo la passeggiata arrivando nella zona Universitaria dell’Istituto di Medicina, composta da due edifici e preceduta da una piazza con due sculture.

Scultura di fronte all'Istituto di Medicina - 1

Scultura di fronte all’Istituto di Medicina – 1

 

Scultura di fronte all'Istituto di Medicina - 2

Scultura di fronte all’Istituto di Medicina – 2

 

Istituto di Medicina - Palazzo Principale

Istituto di Medicina – Palazzo Principale

 

Istituto di Medicina - Palazzo Secondario

Istituto di Medicina – Palazzo Secondario

Nella via in salita che si trova immediatamente dietro a questo complesso trovo la Biserica Sfintii Atanasie Si Chiril (ortodossa) ma, come spesso accade, i troppi alberi lungo il suo perimetro mi impediscono una foto nitida. Torno sul Bulevardul Indipendentei, lo percorro fino alla fine e lì mi imbatto nel primo pezzo da novanta di questa fantastica ed inattesa città: il Monastero Golia. E’ racchiuso da un complesso di mura e per accedervi si deve oltrepassare una porta alla base di una torretta. Una volta lì, complice anche la perfetta luce del sole, il colpo d’occhio lascia senza fiato.

Accesso del Complesso del Monastero Golia

Accesso del Complesso del Monastero Golia

 

Il Monastero Golia

Il Monastero Golia

Si fa fatica a lasciare questa immagine una volta che ci si trova così vicini, ma “the show must go on” e non ci si può fare niente. Volto le spalle a questa bellissima costruzione tenuta come meglio non si potrebbe, e mi reco al prossimo punto di interesse. Proprio di fronte, percorso un breve tratto di strada, c’è un’altra torretta che funge da ingresso, stavolta per la Chiesa di Santi Pietro e Paolo. Anche questa è degna di nota, ma non all’altezza dell’edificio precedente.

Ingresso al cortile della Chisa di Santi Pietro e Paolo

Ingresso al cortile della Chiesa di Santi Pietro e Paolo

 

Chiesa di Santi Pietro e Paolo

Chiesa di Santi Pietro e Paolo

Esco anche da qui e mi rimetto in viaggio. Il prossimo obiettivo sarebbe la Biserica Armeana, ma c’è un piccolo intoppo: il cancello di accesso è chiuso con catene e lucchetto. Mi affaccio e vedo erba incolta lasciata a se stessa; presumo che questo luogo sia stato almeno momentaneamente abbandonato e questa che segue è la migliore immagine che si riesce a prendere di straforo.

Biserica Armeana in abbandono: uno scempio.

Biserica Armeana in abbandono: uno scempio.

Girato l’angolo della strada trovo invece una nuova chiesa, stavolta nel pieno della sua attività. Credo stia ospitando un matrimonio ma non ne sono sicuro al 100%. La cosa che per me conta è che è interessante anche se non sembra essere antica: si tratta della Biserica Sfantul Sava.

Biserica Sfantul Sava

Biserica Sfantul Sava

Guardo la mia personale mappa stampata a casa e provo a seguire il percorso prefissato; in quel preciso momento non mi ritrovo su quella cartina e non capisco bene dove sono. Sicuramente un momento di distrazione e niente più. Appena rialzo la testa mi si pone davanti una vista totalmente inaspettata: il centro storico di Iasi è proprio lì, a poche centinaia di metri da me. Resto a bocca aperta per ciò che vedo da lontano: un complesso di diverse costruzioni una più fantastica dell’altra poste lungo quello che sembra un bellissimo viale totalmente pedonale. La bocca non riesce a chiudersi: mai mi sarei immaginato cotanta grandezza da queste parti. La Romania ormai posso dire di conoscerla abbastanza bene e di aver visto varie sue sfaccettature, ma ciò che ho lì di fronte è la ciliegina sulla torta che rende la città principale della Moldavia rumena la più bella dell’intera nazione vista fino ad ora. Non c’è niente da fare: viaggiare è una attività bellissima e ricca di sorprese e sfido chiunque a smentirmi. Nessuna foto, neanche la migliore, potrebbe mai darmi le stesse sensazioni che ho in questo momento. Non mi resta che muovere i miei piedi verso quella direzione e godermi la giornata perchè il bello finalmente è arrivato. Giungo sul vialone e decido volutamente di lasciare per ultima la Piazza alla mia sinistra, la più magica di tutte. Mi concentro quindi su ciò che ho a destra. In un tripudio di aiuole colme di fiori e mantenute come difficilmente si vede in giro, è una meraviglia soltanto passeggiare. Se poi durante il cammino, a distanza di pochi metri l’una dall’altra, si incontrano così tante bellezze, allora si che la cosa diventa incredibile. Per far soltanto intuire di cosa sto letteralmente tessendo le lodi, ecco alcune immagini che parlano da sole:

Cura maniacale delle aiuole di Iasi - 1

Cura maniacale delle aiuole di Iasi – 1

 

Cura maniacale delle aiuole di Iasi - 2

Cura maniacale delle aiuole di Iasi – 2

 

Cura maniacale delle aiuole di Iasi - 3

Cura maniacale delle aiuole di Iasi – 3

Detto questo (sperando di aver reso almeno l’idea) il primo edificio è religioso e si tratta della Chiesa dei Tre Gerarchi: semplicemente stupenda, da mostrare da due angolazioni diverse.

Chiesa dei Tre Gerarchi - 1

Chiesa dei Tre Gerarchi – 1

 

Chiesa dei Tre Gerarchi - 2

Chiesa dei Tre Gerarchi – 2

Poche decine di metri dopo entro in un complesso, sempre religioso, nel quale vedo la Catedrale Sfanta Fecioara Maria Regina dalla forma davvero singolare. Poco più in là vedo anche la Chiesa Cattolica Adormirea Macii Domnului.

Cattedrale Sfanta Fecioara Maria Regina

Cattedrale Sfanta Fecioara Maria Regina

 

Chiesa Cattolica Adormirea Macii Domnului

Chiesa Cattolica Adormirea Macii Domnului

Per spezzare un po’ il tema trovo ed immortalo il particolare palazzo del municipio. Non poteva essere anonimo in questo contesto pazzesco.

Municipio di Iasi che gioca a nascondino tra le piante

Municipio di Iasi che sembra giocare a nascondino tra le piante

Subito dopo entro nel complesso che comprende la storica Biserica Sfantul Gheorghe e l’immensa Cattedrale Metropolitana. Se ancora oggi sentite l’eco delle madonne lanciate a mazzi da dodici alla volta…sappiate che sono stato io quando ho realizzato che l’edificio più bello di Iasi è sotto ristrutturazione e deturpato dalle impalcature. Una beffa che proprio non ci voleva, ma che ci si può fare? Sembra che tutto il mondo stia cadendo a pezzi all’unisono, ma ovviamente non è possibile. Per cui tutti questi lavori massivi quasi certamente inutili e fuori luogo vengono fatti per far girare tonnellate di mazzette e per arricchire i soliti noti potenti. Chiedo scusa, ma non ho altra spiegazione allo scempio che sta accadendo ai giorni nostri e che sta privando viaggiatori come me di immagini altrimenti superbe.

Biserica Sfantul Gheorghe

Biserica Sfantul Gheorghe

 

Ecco il mio ricordo della Cattedrale Metropolitana di Iasi, con 'sta caxxo di mutanda sulla facciata...

Ecco il mio ricordo della Cattedrale Metropolitana di Iasi, con ‘sta caxxo di mutanda sulla facciata…

Uscito fuori dal complesso incacchiato come una iena, attraverso il Parco del Teatro e ne ammiro le semplici ma azzeccatissime fontane, per poi arrivare di fronte al Teatrul National Vasile Alecsandri.

Fontana nel Parco del Teatro

Fontana nel Parco del Teatro

 

Teatrul National Vasile Alecsandri

Teatrul National Vasile Alecsandri

Incontro poi Piata Unirii, immancabile anche qui come in tutte le città rumene da me visitate fino ad oggi. Qui si staglia la statua dedicata ad Alexandru Ioan Cuza; vicino ad essa altre fontane zampillano acqua fresca.

Statua di Alexandru Ioan Cuza in Piata Unirii

Statua di Alexandru Ioan Cuza in Piata Unirii

 

Semplice fontana in Piata Unirii

Semplice fontana in Piata Unirii

Arriva il momento di tornare sui miei passi per scoprire, quasi per ultimo, il vero pezzo forte della città di Iasi. Ma prima di arrivarci trovo altri punti di interesse che ci tengo a segnalare, come la particolare Scuola Primaria “Gheorghe Asaki” , la Casa Dosoftei e la chiesa ortodossa Sfantul Nicolae Domnesc.

Scuola Primaria "Gheorghe Asaki"

Scuola Primaria “Gheorghe Asaki”

 

Casa Dosoftei

Casa Dosoftei

 

Biserica Sfantul Nicolae Domnesc

Biserica Sfantul Nicolae Domnesc

Ormai ci sono: il pezzo più pregiato di questa città è qui davanti ai miei occhi. Ci divide solo la statua equestre di Stefal Cel Mare.

Stefan Cel Mare

Stefan Cel Mare

Sto parlando dell’incredibile Palazzo della Cultura: questo edificio si può vivere su due lati. Dove mi trovo ora è il peggiore o, pr meglio dire, il meno bello. E se questa è la parte più misera, come sarà dopo aver raggiunto l’altro lato ? Non resta che scoprilo, finalmente.

"Lato A" del Palazzo della Cultura di Iasi

“Lato B” del Palazzo della Cultura di Iasi

 

"Lato A" del Palazzo della Cultura di Iasi

“Lato A” del Palazzo della Cultura di Iasi: uno spettacolo vero e proprio.

Le immagini parlano da sole, anche se come sempre non riescono a rendere l’idea in pieno. Si tratta di un palazzo fantastico, imponente e direi perfetto in ogni sua parte. La cura dei dettagli, dei colori e di tutto quanto è maniacale ed il risultato è semplicemente superbo. Ma non è finita qui: un parco favoloso si estende davanti all’edificio, con ampi spazi verdi curatissimi che i locali sfruttano per un pic-nic o semplicemente per rilassarsi in questa bella domenica di sole primaverile. Come se non bastasse è presente un ampio sistema di fontane, sia sulla scalinata che al piano strada stesso. Davvero emozionante osservare dal vivo questo colpo d’occhio inaspettato.

Una delle fontane che ornano il Parco del Palazzo della Cultura

Una delle fontane che ornano il Parco del Palazzo della Cultura

Che dire ancora di quest’opera architettonica? Non saprei. Credo di aver già espresso tutto il mio stupore ed il mio orgoglio per aver trasformato anche questa volta un sogno in realtà. Resto un po’ di tempo qui; la verità è che non ho voglia di andarmene. Il giro è praticamente finito e manca davvero poco altro da vedere, così stando attento a non macchiare i miei vestiti di verde, mi adagio anch’io un po’ sull’erba del bellissimo parco, proprio come un vero abitante di Iasi. Mi rimetto in cammino cercando un market per dissetarmi un po’ perchè fa veramente caldo. Durante il percorso mi imbatto prima nella Biserica Barnovschi e la fotografo per tenerne un ricordo sempre con me.

Biserica Barnovschi

Biserica Barnovschi

Guardo l’orologio. Mancano meno di trenta minuti al bus n. 50 che mi avrebbe accompagnato all’aeroporto; sinceramente non so cosa altro vedere. La verità è che sto camminando senza sosta da almeno sette ore e mezzo, per cui decido di gustare la bibita fresca, che nel frattempo ho trovato, stando seduto al fresco su una panchina in Piata Indipendentei. Quegli ultimi attimi di Iasi passano via veloci e mi reco così alla fermata. Il piccolo aeroporto di questa bellissima località è a pochi kilometri dal centro e si raggiunge davvero senza problemi. Il volo di rientro è puntuale e mi riporta a Ciampino senza ritardi. Da qui prendo il mio solito bus fino ad Anagnina e poi la macchina verso casa.

Anche questa avventura in terra rumena giunge al termine ma, come ripetuto più volte, finisce col botto. Senza paura di essere smetito reputo Iasi la più bella città di questa nazione che io abbia visto fino ad ora, addirittura meglio della capitale Bucharest e sinceramente non me lo aspettavo proprio; se qualcuno me lo avesse detto prima di partire avrei riso a crepapelle. Ma nonostante i sette viaggi già fatti in Romania, sono convinto che le sorprese non sono ancora finite e che ciò che manca ancora da vedere sarà capace di lasciarmi ancora a bocca aperta. Chiudo così questo post…ho già detto tante volte il mio punto di vista su questa terra che reputo davvero ricca di bellezze di ogni genere. Appuntamento dunque al prossimo viaggio nel paese di Dracula.

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