Malmo ed Helsingborg: due belle favole svedesi

di admin
Castello di Malmo

Vuoi vedere il video realizzato con le più belle foto di Malmo? Clicca qui !

Vuoi vedere il video realizzato con le più belle foto di Helsingborg? Clicca qui !

 

Ed arriva così anche il turno della Svezia: in questa nazione fino ad ora non ci avevo mai messo piede, ma da tanto sapevo che sarebbe stata solo questione di tempo e di ricerca dell’occasione giusta, cosa che finalmente ho trovato; l’ho fatto costruendo un viaggio complicato come ormai mio solito, ma riuscito in ogni sua fase…anche se qualcuno ha provato a mettermi i bastoni tra le ruote. Ovviamente spiegherò tutto nel racconto che segue. Concludo questo “cappello” ricordando solo una cosa: da amante del nord Europa non sto davvero nella pelle ed ho una voglia matta di esplorare, anche se in sole due città per il momento, quest’altra parte di Scandinavia.

Giovedi pomeriggio: esco dall’ufficio verso le 16:00 e punto la fermata della metropolitana “San Giovanni” in direzione della stazione Termini; il tempo a mia disposizione è risicato, ma ormai so benissimo che la breve tratta la si copre più o meno in una quindicina di minuti e così è anche stavolta. Anzi…giungo alla fermata del Terravision in Via Giolitti addirittura in anticipo e devo aspettare l’arrivo del bus regolarmente prenotato on-line per risparmiare qualcosa. Sarà pure incredibile, ma riesco ad addormentarmi anche nei pochi kilometri che mi separano da Fiumicino: ormai è chiarissimo che il ronzio continuo dei mezzi pubblici mi fa abbassare ogni difesa. Una volta a destinazione mi reco al Terminal 3 dove cerco i dettagli del mio volo sul tabellone elettronico, ma non trovo niente. Ci metto poco a capire la situazione: per la prima volta sto per prendere un volo della compagnia Eurowings che parte niente popò di meno che dal Terminal 1, cioè quello delle “grandi firme dell’aeronautica civile” romana. Tra me e me penso che sia davvero troppa grazia per aver pagato solo venti euro tondi ed aver potuto addirittura scegliere il posto a sedere senza acquistare priorità o spendere un solo centesimo in più. Cammino fino al punto in cui mi attendono per i controlli di sicurezza e li passo agevolmente sedendomi poi alla porta C8 dalla quale effettuerò a breve l’imbarco con destinazione Vienna. Ricordo con un sorriso quando volare sulla capitale austriaca costava una fortuna, ma si sà che i tempi cambiano e questa volta ne sono felice. L’aereo è piccolino (26 file in totale) e soprattutto è mezzo vuoto; roba che non mi capita praticamente mai di vedere, soprattutto quando ci sono queste tariffe iper-promozionali. Quasi sicuramente influisce molto il fatto che è giovedi e non venerdi. Un’altra bella dormita non me la toglie nessuno, anche se la traversata è abbastanza breve. Alle 22:00 circa faccio il mio ingresso nello scalo viennese e trovare il supermercato “Spar” è un gioco da ragazzi perchè è ubicato sulla destra subito dopo l’uscita dall’area del rilascio bagagli. Chiuderà alle 22:30 ed ho tutto il tempo necessario per scegliere cosa comprare per cena e, nonostante la mia dieta che seguo in maniera rigorosa, stasera decido di lasciarmi un po’ andare perchè me lo merito proprio. Trovo delle sedie morbidissime ed estremamente comode lontane dalla bolgia e mi ci piazzo per mangiare in santa pace. Alla fine mi rimetto in piedi con un obiettivo ben preciso: tentare in ogni direzione possibile di trovare un posto a sedere che abbia vicina una presa di corrente perchè ho necessità di accendere il mini-computer e portare avanti un po’ di doveri; il tempo non mi manca perchè devo passare qui il resto della notte poichè verso le 6:00 del mattino avrò la coincidenza per Malmo. Come dico sempre io, chi cerca trova: l’area di mio interesse alla fine esce fuori e mi piazzo comodo per le prossime ore. Alle 2:30 circa arriva un sms che guardo inizialmente con poco interesse: è Flixbus che mi informa gentilmente che il mio viaggio previsto per sabato è stato cancellato e che devo organizzarmi in altro modo per la tratta Malmo-Helsingborg. La cosa mi pare stranissima: generalmente la compagnia dei bus verdi inserisce nelle sue comunicazioni tutti i dettagli possibili in caso di ritardo/soppressione delle corse, mentre in questo caso non c’è niente di tutto questo. Il mio dubbio è: sarà stata cancellata solo l’andata, solo il ritorno o tutte e due le tratte? E’ troppo tardi per contattare il servizio clienti e me ne occuperò quando sarò in terra svedese, però sicuramente questo viaggio non inizia con i migliori auspici. Se ho pagato poco la tratta Fiumicino-Vienna, quella che sto per prendere è costata ancora meno: Vienna-Malmo e ritorno hanno fatto uscire dal mio portafogli addirittura venti euro totali, cioè dieci per volta. Come avrei potuto rinunciare ad una simile occasione? In questo caso il vettore che funge per me da letto volante è Wizz Air: altra bella ed inevitabile dormita in arrivo, tanto più che mi è stato riservato dalla sorte uno dei rarissimi posti con spazio illimitato per le gambe. Di una cosa però sono rammaricato: il sonno mi fa perdere l’atterraggio in terra scandinava, cosa che invece avrei voluto vedere assolutamente; invece apro gli occhi solo quando le ruote dell’aereo toccano il suolo, quindi devo rimandare questo momento alla prossima volta. Sta piovendo e la cosa non mi è gradita. Alle 7:10 del mattino esco dal piccolo aeroporto di Malmo e cerco il pullman della Flygbussarna: i soliti ladri autorizzati mi fanno pagare il trasferimento alla stazione centrale esattamente lo stesso importo sborsato per il volo da poco concluso. Ne avrei fatto tranquillamente a meno, ma la verità è che non esiste altra scelta se non farsi derubare dai tassisti, per cui mi tocca fare silenzio scegliendo il “ladro minore”. Anche in questo caso ho prenotato on-line sia l’andata che il ritorno per risparmiare qualche soldo. Alle 8:10 scendo dal bus e magicamente non piove più: guardo il cielo e noto che, con tutta calma, si sta aprendo. E’ molto presto ed ho tutto il giorno a disposizione per visitare la città, per cui decido di andare all’interno delle stazione centrale e prendere un po’ confidenza con il nuovo ambiente. Ovviamente la pulizia è impeccabile, ma di questo non avevo alcun dubbio: mica sono in Italia! Ho il dubbio se cambiare gli euro in corone ad un cambiavalute qui presente oppure se prelevare valuta locale da un bancomat, ma la cosa si risolve quasi subito: un piccolo bar riporta un cartello che mi lascia basito: dice testualmente che i contanti non sono accettati e che si può pagare solo con la carta di credito. La conferma ce l’ho ad una “Coop” che si trova a pochi passi: entro ed acquisto una lattina di Coca-Cola zero gelata; quando arrivo a pagarla noto che non ci sono cassieri, bensì solo postazioni self-service che mi permettono di saldare il conto di circa un euro con la carta di debito. Morale della favola: decido che per i due giorni di permanenza a queste latitudini non avrò mai modo di vedere come sono fatte le corone svedesi ed userò sempre la moneta virtuale. Intanto mi diverto a far scorrere un po’ il tempo (e le nuvole soprattutto…) dando un’occhiata al tabellone delle partenze dei treni sognando già dove poter andare in una nuova occasione, ma alla fine i minuti scorrono ed arriva il momento di cominciare il giro. E’ inizio giugno, ma non fa caldo; sento un leggero fresco mentre noto i locali girare in calzoncini e magliette a maniche corte. La temperatura percepita è più bassa di quella reale a causa del vento che quassù soffia molto spesso, ma ho tutta l’intenzione di sopportare ed andare avanti. Il primo punto di interesse che trovo è il vecchio faro.

Vecchio faro di Malmo

Vecchio faro di Malmo

Una passeggiata mi porta fin sotto al “Turning Torso”, ovvero un unico e particolare grattacielo attorcigliato costruito in mezzo a normalissime case che ovviamente fa da padrone incontrastato. Ai suoi piedi noto la presenza di una bella opera d’arte raffigurante un grande occhio. Pochi passi ancora e raggiungo il mare che bagna il Dania Park; da queste parti non è proprio meraviglioso, se poi ci si aggiunge il cielo cupo e la poca luce che filtra dalla coltre di nuvole…la situazione non può che essere più o meno tetra. Nonostante ciò è comunque particolare essere quassù e vedere, anche se da molto lontano, il famoso Ponte di Oresund che unisce Svezia e Danimarca. Voltandomi verso la via del ritorno non posso fare a meno di notare i condomini qui presenti che adoro alla follia perchè realizzati in puro stile nordico che mischia la perfezione dei dettagli ad un pizzico di moderna fantasia con un’immensità di ordine e linearità.

Turning Torso

Turning Torso

Occhio ai piedi del Turning Torso

Occhio ai piedi del Turning Torso

Mare che bagna il Dania Park

Mare che bagna il Dania Park

Non ho altra scelta che tornare al faro ripercorrendo la stessa strada dell’andata; una volta lì proseguo oltre nella direzione opposta: noto con piacere un edificio completamente avvolto dalle piante rampicanti e lo porto con me nell’album dei ricordi; evito molto volentieri di entrare a vedere il “Disgusting Food Museum” che, come recita il nome stesso, è un’esposizione in cui si possono vedere moltissimi cibi disgustosi provenienti da tutto il mondo (uno tra essi è il formaggio sardo infestato dai vermi, per esempio).  Giro la bussola verso il centro città e trovo nell’ordine la coloratissima opera di Matti Kallioinen chiamata “Spectral Self Container”e la buffa ma significativa “Knotted Gun” che rappresenta esattamente ciò che farei io a tutte le armi del mondo prima di fonderle in una mega-fornace. Registro anche una buona vista del ponte “Bagers Bro”, uno dei più originali tra i tanti che permettono di attraversare i canali che bagnano la città.

Edificio avvolto dai rampicanti

Edificio avvolto dai rampicanti

Spectral Self Container

Spectral Self Container

The Knotted Gun

The Knotted Gun

Bagers Bro

Bagers Bro

Il prossimo punto di interesse che cerco è il palazzo che ospita la “World Maritime University”. Alla sua sinistra c’è spazio per un isolato iper-moderno che è composto da un albergo (dal quale non ci tengo a fare il nome) e da una Sala Concerti.

World Maritime University

World Maritime University

Isolato iper-moderno

Isolato iper-moderno

Qui posso scegliere tra due direzioni: ognuna di esse mi permetterebbe di proseguire il giro senza problemi; devo trovare un buon motivo per seguirne una piuttosto che l’altra ed a far pendere l’ago della bilancia ci pensa il Monumento a Frans Suell, uomo d’affari svedese del passato, che sembra mi stia guardando dall’altro lato della carreggiata. Dopo averlo fotografato a dovere prendo la vicina strada intitolata proprio a lui fino a raggiungere la bella ed ampia piazza “Stortorget”. Qui noto qualcosa che non mi piace: un gruppo di operai sta montando un grande palcoscenico che rovina il colpo d’occhio. La stessa situazione ricordo di averla trovata un paio d’anni fa a Bergen, in Norvegia; deduco che sia una specie di fissazione a queste latitudini. Non posso perdere tempo e dare la possibilità ai lavoratori di ostruire ulteriormente la visuale, per cui mi sbrigo ad ammirare la statua equestre per Karl “X” Gustav ed il Palazzo del Municipio che ha di fronte una bella fontana.

Monumento a Frans Suell

Monumento a Frans Suell

Statua equestre di Karl X Gustav

Statua equestre di Karl X Gustav

Municipio di Malmo

Municipio di Malmo

Dettaglio della Fontana di Stortorget

Dettaglio della Fontana di Stortorget

Lasciando la piazza in direzione di “Sodergatan” incontro la Farmacia Storica “Lejonet”: è un piacere fare un giro al suo interno perchè questa esperienza regala un vero e proprio balzo indietro nel tempo; tutto è arredato come una volta e ci sono decine di contenitori che oggi non si vedono più in posti del genere. Pochi passi ed ecco le sculture cubiste che formano la “Optimistic Orchestra”, opera del 1985 di Yngve Lundell; ovviamente sono il bersaglio preferito delle macchine fotografiche di coloro che passano di qui e ci metto un pochino di tempo per averle tutte per me.

Farmacia Storica Lejonet

Farmacia Storica Lejonet

Optimistic Orchestra

Optimistic Orchestra

Mi sposto verso la Chiesa di San Pietro che è indubbiamente imponente e bella allo stesso tempo; è però troppo vicina agli edifici che la circondano e fotografarla dalla parte anteriore è praticamente impossibile. Per questo motivo sono costretto a scattare l’istantanea dal retro; col senno di poi, guardando su “Google Immagini” ho la conferma che non esiste altra scelta e che tutti fanno esattamente così. Camminando verso lo “Stadsteater” mi fermo perchè, all’interno del cortile di quello che scopro essere il Tribunale Amministrativo, c’è una strana scultura; anche se non è casa mia decido di fare capolino finchè non ci finisco dentro con tutte le scarpe. Sulla base c’è scritto testualmente questo: “Il potere pubblico in Svezia è delle persone. Il Potere pubblico è esercitato secondo le leggi”. Non conoscendo la situazione locale posso solo augurarmi che la realtà sia questa. So per certo invece che in un noto paese chiamato Italia succede tutto il contrario. Raggiungo il teatro e la solfa è la stessa di poco fa: l’immagine migliore che si può rubare è di scarsa qualità.

Chiesa di San Pietro

Chiesa di San Pietro

Scultura nel Tribunale Amministrativo

Scultura nel Tribunale Amministrativo

Malmo Stadsteater

Malmo Stadsteater

Il prossimo punto di interesse affaccia sul parco “Rundelen” ed è la Ebba’s House; si tratta di una piccola casa del diciottesimo secolo che permette ai visitatori di vederne l’arredamento originale e, soprattutto, di capire come vivevano le persone a Malmo in quel periodo. Una buona passeggiata mi conduce prima davanti alla “Caroli Church” (forse un tantino abbandonata a se stessa) e poi in “Drottningtorget”, piazza che ha come attrazione un vecchio maneggio (o stalla che dir si voglia) ristrutturato a puntino e trasformato oggi in un bar.

Ebba's House

Ebba’s House

Caroli Church

Caroli Church

Ex Stalla in Drottningtorget

Ex Stalla in Drottningtorget

Il “Moderna Museet” non tradisce affatto: lo strano palazzo che lo ospita dice già tutto. All’interno ci sono mostre temporanee che variano più volte durante l’anno. Percorro il ponte che mi permette di superare il “Rorsjokanalen” ed è d’obbligo fermarmi per qualche minuto ad ammirare la Chiesa di San Paolo; faccio tutto il giro della struttura in cerca del punto migliore dove scattare una foto perchè merita davvero. Il parco qui presente, ubicato nello spartitraffico di “Kungsgatan”, ha al suo interno pochissime sculture e nulla più. Poche centinaia di metri e si cambia religione: è la volta della Sinagoga di Malmo che reputo particolare. A venti metri di distanza è presente anche la piccola Chiesa di Betania.

Moderna Museet

Moderna Museet

Chiesa di San Paolo

Chiesa di San Paolo

Statua nel parco Kungsgatan

Statua nel parco Kungsgatan

Sinagoga di Malmo - vista frontale

Sinagoga di Malmo – vista frontale

Sinagoga di Malmo - vista laterale

Sinagoga di Malmo – vista laterale

Chiesa di Betania

Chiesa di Betania

Mi dirigo verso il “Folkets Park” e quando sono lì ho modo di girarlo tutto e di notare quanto è originale: un’area verde di discrete dimensioni che ha aree gioco attrezzate e possibilità di praticare alcuni tipi di sport; c’è anche l’immancabile ed inutile bar o ristorante (sinceramente non ho indagato a dovere), ma ci sono anche belle fontane ed alcune opere d’arte. In questo periodo c’è fermento ed attesa per i campionati mondiali di calcio femminile che per la prima volta stanno destando interesse a livello globale (anche in Italia) mentre a certe latitudini tale disciplina è seguita da sempre. La Svezia ha infatti una nazionale di tutto rispetto che può competere anche per il titolo. A tale proposito vedo un maxi-schermo pronto a trasmettere la partite nelle serate a venire.

Folkets Park - Fontana a forma di Rosa

Folkets Park – Fontana a forma di Rosa

Folkets Park - Altra bella Fontana

Folkets Park – Altra bella Fontana

Folkets Park - in onore di Olof Palme

Folkets Park – in onore di Olof Palme

Qui faccio un ragionamento: tra i punti di interesse che si trovano su Google ci sarebbe, a distanza fattibile da dove mi trovo, lo “Zlatan Court”, ovvero il primo campetto sul quale ha tirato i primi calci al pallone Zlatan Ibrahimovic che è originario proprio di Malmo. A me lo sport piace e soprattutto il calcio, ma davvero si può considerare come attrazione da vedere una cosa del genere? Ritengo che bisogna essere più che malati. Premesso questo mi pare ovvio che non raggiungo tale luogo e mi dedico invece a “Mollevangstorget”, piazza nella quale ogni giorno prende vita un mercato ortofrutticolo molto colorito; oltre a questo c’è anche una scultura che porto nel mio album dei ricordi.

Scultura in Mollevangstorget

Scultura in Mollevangstorget

Mi aspetta il Parco “Sankt Johannesplan” nel quale, manco a dirlo, c’è la bella Chiesa di San Giovanni meritevole della dovuta osservazione. Poco più di un attraversamento pedonale serve per arrivare alla “Konsthall” ospitata da un edificio moderno; una strana scultura accoglie i visitatori poco prima dell’ingresso. Tornando per un attimo allo sport, ecco disponibile per una visita interna veloce l’Idrottsplats, ovvero lo stadio in cui gioca le partite casalinghe la squadra femminile del FC Rosengard; ciò che colpisce è che buona parte della struttura è realizzata in legno. A breve distanza mi rituffo nella cultura con la vista del Palazzo dell’Opera.

Chiesa di San Giovanni - vista frontale

Chiesa di San Giovanni – vista frontale

Scultura nella zona della Konsthall

Scultura nella zona della Konsthall

FC Rosengard - lo stemma

FC Rosengard – lo stemma

Opera di Malmo

Opera di Malmo

Arriva così il momento di mettermi l’anima in pace: per un po’ dovrò pensare quasi solo a muovere i piedi perchè punto verso una zona periferica; quando è così, ormai lo so per certo, la strada da fare è tanta e le attrazioni sono poche ma buone. Inizio con il “Pildammsparken”, una grande area verde di Malmo che racchiude nel suo perimetro un laghetto (chiamato “Pildammarna”), la “Galleri Pildammstornet” (una vecchia torre usata oggi per l’organizzazione di piccole mostre), varie sculture ed il “Margaretapaviljongen”. La verità è che è piacevole passeggiare qui senza una mèta precisa perchè, soprattutto in questo periodo, il colpo d’occhio è molto gradevole grazie alla cura per i fiori presenti. Si sà che io di tempo non è che ne abbia mai in abbondanza, per cui appena reputo la visita esauriente mi rimetto in marcia.

Galleri Pilsdammtornet

Galleri Pilsdammtornet

Scultura nel Pildammsparken - 1

Scultura nel Pildammsparken – 1

Scultura nel Pildammsparken - 2

Scultura nel Pildammsparken – 2

Scultura nel Pildammsparken - 3

Scultura nel Pildammsparken – 3

Margaretapaviljongen

Margaretapaviljongen

Giungo in un ampio piazzale dove sono esattamente in mezzo a due stadi: alla mia sinistra c’è l’impianto che oggi viene chiamato semplicemente “Stadion” (fino al 2018 una banca locale fungeva da sponsor e ci associava il proprio marchio…ma poi ha smesso di erogare pecunia e le cose sono cambiate) mentre alla mia destra c’è il “Malmo Stadion”. Viene proprio da dire che la fantasia da queste parti è padrona incontrastata delle scene. Che differenza c’è? Lo “Stadion” è nuovissimo (inaugurato nel 2009) ed ospita le partite della squadre locale di calcio maschile, mentre il “Malmo Stadion” è l’impianto storico che ha svolto questa funzione dal 1957 al 2009.

Veduta dello Stadion

Veduta dello Stadion

Malmo FF - Stemma

Malmo FF – Stemma

Il prossimo quartiere che visito è quello di “Hyllie”; vado qui e non da altre parti perchè lo reputo molto particolare. Ciò che lo caratterizza è la presenza di due fontane che definire poco usuali è riduttivo: prendono il nome di “Child” (figlio) e “Mother” (madre) ed il motivo di tale scelta è spiegato direttamente dalle immagini che sto per pubblicare. La zona è molto moderna ed ancora in fase di costruzione; degne di nota ci sono anche la “Malmo Arena”, il “Malmomassan Exhibitions and Congress Center” e la Torre dell’Acqua.

Child

Child

Mother

Mother

Malmo Arena

Malmo Arena

Torre dell'Acqua

Torre dell’Acqua

Tornare in centro non sarà un gioco da ragazzi data la distanza, ma non ho scelta e lo faccio; il prossimo obiettivo è la Biblioteca: è ospitata all’interno di due edifici adiacenti dei quali il primo è storico ed il secondo modernissimo.  Una passeggiata all’interno del Vecchio Cimitero mi serve sia per apprezzare questa parte di città che per raggiungere senza troppe deviazioni “Gustav Adolfs Torg”, un’ampia piazza pedonale in cui trovo tante fontane (delle quali cinque sono uguali e poste equidistanti l’una dall’altra), il grifone (è il simbolo di Malmo, qui seduto su una sfera di metallo e pietra) e soprattutto un buon numero di persone, segno che sono in uno dei luoghi più frequentati.

Biblioteca di Malmo - edificio storico

Biblioteca di Malmo – edificio storico

Biblioteca di Malmo - edificio moderno

Biblioteca di Malmo – edificio moderno

Gustav Adolfs Torg - Fontana 1

Gustav Adolfs Torg – Fontana 1

Gustav Adolfs Torg - fontana 2

Gustav Adolfs Torg – fontana 2

Gustav Adolfs Torg - fontana 3

Gustav Adolfs Torg – fontana 3

Il grifone, simbolo di Malmo

Il grifone, simbolo di Malmo

Sto per cambiare strada quando mi accorgo che sta iniziando qualcosa di inaspettato e lo capisco a causa sia dell’intensificarsi del traffico che dell’aumento smodato di rumori molesti nelle vicinanze. In pochi minuti succede il putiferio: giovani e giovanissimi si riversano per le strade rigorosamente in macchina ed iniziano a suonare il clacson a più non posso; molti di loro mostrano la bandiera della nazione dalla quale provengono dal finestrino dei veicoli e rimango basito per quanti stranieri ci siano in Svezia: Egitto, Siria, Albania, Bosnia sono i vessilli più gettonati mentre le piccole strade di Malmo ci mettono un attimo a congestionarsi del tutto: una giornata tranquilla si trasforma in una bolgia di ragazzini esaltati ed io non ne conosco il motivo. La chicca (ovviamente in negativo) arriva quando passano addirittura dei camions con decine di persone che saltano ed urlano da dentro ai rimorchi. Non ci posso credere, così mi fermo da una parte e prendo il cellulare per capire cosa si sia scatenato, ma non ci sono informazioni di nessun tipo. Leggo che la festa nazionale svedese è il 6 giugno (cioè ieri…e per fortuna l’ho mancata per un soffio perchè io in queste cose ci casco ogni volta), quindi cosa minchia stanno festeggiando questi oggi??? Resta il mistero, anche se scopro che l’anno scolastico da queste parti termina proprio all’inizio di giugno; credo quindi di essere capitato qui per l’ultimo giorno di scuola. Avete presente cosa succede quando, a persone solitamente calme, tranquille e rispettose viene concesso di scatenarsi senza limiti per qualche ora? Bene…esattamente questo. Una marea di esaltati per le strade, non ho altro modo per definirli. Personalmente ho festeggiato l’ultimo giorno di scuola, ma mica in questo maniera animalesca! Fortunatamente mi mancano solo pochi punti di interesse da vedere qui e poi mi getterò sicuramente fuori da questo maledetto casino. E’ con questo spirito che entro nel “Raoul Wallenbergs Park” dove trovo solo una particolare fontana. Raggiungo poi il “Davidshallsbron”, un ponte caratterizzato dalla presenza di ventinove paia di scarpe di bronzo dedicate ad altrettanti artisti svedesi che formano tutte insieme l’opera chiamata “Way to Go”. Di seguito riporto l’esempio del paio di scarpe che rappresentano Anita Ekberg. Scendo poi a bordo del canale perchè ho visto un paio di sculture di gatti che mi incuriosiscono, e per fortuna con questo è tutto e posso cambiare aria.

Fontana nel Raoul Wallenbergs Park

Fontana nel Raoul Wallenbergs Park

Esempi di scarpe su Davidshallsbron

Esempi di scarpe su Davidshallsbron

Gatto lungo il canale - 1

Gatto lungo il canale – 1

Gatto lungo il canale - 2

Gatto lungo il canale – 2

Aumento il passo a velocità folle per entrare prima possibile nello “Slottstradgarden” (ovvero il giardino del castello), un’ oasi di pace dove finalmente le mie orecchie possono tornare a vivere ed i miei occhi possono smettere di vedere tanta idiozia. A me non piacciono i posti dove si gioca d’azzardo e mi concedo al massimo una o due puntate settimanali alle scommesse sportive dove investo un paio di euro per giocata, ma il “Casinò Cosmopol” (primo obiettivo nel grande parco) lo vedo davvero con piacere stavolta, soprattutto apprezzo il silenzio che lo circonda. Fontane e sculture interrompono ogni tanto la presenza fissa di verde e canali. Degni di nota ci sono anche un Mulino ed il “Technology and Maritime Museum”, per concludere ovviamente col pezzo forte, vale a dire il Castello di Malmo che ammiro dopo aver sorpreso un dolce coniglietto a fare uno spuntino ed aver visto una scultura per il Club della Canoa che ha sede proprio qui a due passi.

Casinò Cosmopol

Casinò Cosmopol

Parco del Castello - Fontana

Parco del Castello – Fontana

Parco del Castello - Scultura

Parco del Castello – Scultura

Parco del Castello - Mulino

Parco del Castello – Mulino

Parco del Castello - Coniglietto affamato

Parco del Castello – Coniglietto affamato

Parco del Castello - Club della Canoa

Parco del Castello – Club della Canoa

Castello di Malmo

Castello di Malmo

Se prima il viaggio verso la periferia l’ho collegato all’aumento della fatica, adesso lo vedo come una salvezza perchè continuo il mio allontanamento dal centro e dalla bolgia. La mia attenzione è diretta verso la “St. Andrew Church” che raggiungo e fotografo. Ancora più avanti eccomi arrivare alla “Riberborgsstranden”, una spiaggia apprezzabile per queste latitudini che su Google avevo letto essere balneabile. Sinceramente vedo dell’acqua neanche troppo pulita con un fondale sassoso che non invoglia ad azzardare qualche passo. Noto anche una passerella di legno che, dopo qualche decina di metri, conduce ad una costruzione; vedo gente che va e che viene e mi domando che cosa sia, così mi informo. Si tratta della “Kallbadhus”, ovvero un luogo in cui si pratica la tipica tradizione nordica della sauna calda (rigorosamente senza costume) seguita poi da un tuffo nelle fredde acque del Mar Baltico. Chi non volesse fare tutto ciò può usare il pontile per fare solo un bagno in mare partendo da un punto in cui il livello dell’acqua è maggiore rispetto alla riva, un po’ come succede con i pontili in Egitto che permettono di andare oltre la barriera corallina. Da questa spiaggia si ha una vista meravigliosa della città dominata dalla “Turning Torso”, la torre di cui ho parlato all’inizio del mio giro. Vedere per credere.

St. Andrew Church

St. Andrew Church

Passerella per la Kallbadhus

Passerella per la Kallbadhus

Vista della Turning Torso dalla spiaggia

Vista della Turning Torso dalla spiaggia

A questo punto torno indietro nella speranza che le acque si siano un po’ placate, anche perchè mi manca solo un punto da vedere tra tutti quelli segnati sulla mia mappa, cioè l’edificio che ospita il Tribunale poichè ho letto essere una struttura moderna abbellita dall’affaccio sul canale e, una volta lì, ne ho conferma.

Palazzo del Tribunale

Palazzo del Tribunale

Adesso è veramente tutto; guardo l’orologio e sono le 18:00 passate, per cui imposto il navigatore verso la via della stanza prenotata per la notte e mi metto in marcia coprendo la distanza con la massima tranquillità possibile. Grazie ad AirBnb sono ospite di Maria, una signora di madre svedese e padre italiano (sardo per l’esattezza) che vive nell’appartamento insieme alla figlia. Parlando del più e del meno scopro che ha avuto una vita sentimentale peggiore della mia e questa è l’ennesima conferma che la maggior parte della gente che popola questo mondo non ne avrebbe diritto perchè far soffrire per i propri tornaconti è da pezzi di merda e su questo argomento non accetto repliche. Prendo possesso della stanza a me riservata e dopo poco esco a fare acquisti per la cena alla “Coop” locale che si trova a poche centinaia di metri. Anche nella costosa Svezia riesco a non andare oltre i dieci euro di spesa riuscendo a riempire lo stomaco di cose sane. La serata la passo col mio solito calcio manageriale, ma prima devo finire di risolvere il problema che mi ha creato Flixbus: alla fine, per non rischiare di buttare la giornata di domani, sono costretto a prenotare e pagare di tasca mia sia l’andata che il ritorno per Helsingborg col treno. Il tutto mi costa esattamente il doppio di ciò che avevo pagato col Flixbus per la stessa tratta ed ho la promessa scritta da parte della compagnia dei bus verdi che le spese extra mi sarebbero state rimborsate. Volete sapere com’è andata? Ho dovuto lottare con le unghie e con i denti per 75 giorni per farmi riconoscere il diritto al rimborso e, ad oggi, devo attendere da quattro a sei settimane per ricevere l’accredito in banca tramite bonifico. Quindi la storia non si è ancora conclusa del tutto. E’ proprio vero che più soldi si hanno e più si tende a derubare il prossimo.

Sabato mattina: la sveglia è alle 6:30 per uscire dalla stanza non più tardi delle 7:00; mi metto in viaggio verso la stazione e, lo devo ammettere, l’idea di provare un treno in Svezia non mi dispiace. A metà del tragitto a piedi inizia a piovere e la cosa non è affatto positiva. La speranza è quella di non trovare lo stesso meteo anche alla destinazione finale. Il convoglio è ovviamente ultra-puntuale al punto di spaccare il minuto; mi siedo in seconda classe e mi godo il panorama nordico, anche se incupito da acqua e nuvole. Alla prima stazione intermedia entra un adulto che accompagna una quindicina di teen-agers tutti vestiti con abiti da trekking che ovviamente si piazzano tutti intorno a me facendo un discreto baccano: la mia solita fortuna colpisce ancora. Scendiamo tutti insieme ad Helsingborg, città che supera di poco i 100.000 abitanti. Piove anche qui e non sembra voler smettere a breve. Per fortuna so che ho molte meno cose da vedere rispetto a Malmo e quindi non ho motivo di dovermi mettere l’impermeabile ed uscire lo stesso con quelle condizioni. Decido di attendere seduto su una panchina della stazione sperando comunque di doverci restare poco. Alla fine deformo le mie chiappe quasi per un’ora e mezzo, ma alla fine le precipitazioni finiscono e posso mettermi in marcia. Prendo “Jarnvagsgatan”  ed in pochi minuti raggiungo lo Stadsparken che, in mezzo ad una buona quantità di verde, ospita una fontana ed il palazzo della Biblioteca Cittadina.

Fontana nello Stadsparken

Fontana nello Stadsparken

Fontana e Biblioteca Cittadina

Fontana e Biblioteca Cittadina

Da questa parte non c’è già più nulla, per cui ingrano la marcia indietro e mi concentro nella zona opposta; lo faccio intrufolandomi nelle vie del centro, strette e carine proprio come me le aspettavo. Un po’ per il viaggio ed un po’ per l’attesa nel dolce far niente causa pioggia non è proprio prestissimo e ci sono già i negozi aperti con persone che fanno avanti e indietro senza soluzione di continuità. Purtroppo appena sono di fronte alla St. Mary Church non posso fare altro che constatare lo stato avanzato dei lavori in corso ai quali è sottoposta l’intera struttura che appare coperta da impalcature. Mi rifaccio però poco dopo quando posso letteralmente ammirare il bellissimo Municipio e la Statua Equestre dedicata  a Magnus Stenbock (feldmaresciallo svedese)  ubicata davanti ad esso. Il colpo d’occhio qui è davvero degno di nota.

Municipio di Helsingborg

Municipio di Helsingborg

Dedicata a Magnus Stenbock

Dedicata a Magnus Stenbock

Ho voglia di dirigermi verso il mare e non me lo faccio certo ripetere due volte; il prossimo obiettivo è la “Dunkers Kulturhus”: ne vedo la facciata prima di fare gli occhi a palla per lo stupore perchè noto un’area stranamente attrezzata con sabbia e lettini prendisole nella piazza antistante; imbocco “Brogatan” che si conclude con l’inizio del ponte “Kvickbron” ed entro in un porticciolo che prende il nome di “Norra Hamnen Marina”: ci sono tante barche parcheggiate in maniera ordinatissima intorno alle varie banchine. Ho modo di osservare il retro della “Dunkers Kulturhus” ed altri edifici moderni posti alla sua sinistra che completano il panorama. Alla fine del ponte colgo due immagini assolutamente meritevoli: una è composta dalla bandiere iper-sventolanti dei cinque paesi che formano la Scandinavia e l’altra, al di là del mare, è la cittadina di Helsingor ubicata in terra danese. Ebbene si: in questo punto esatto le due nazioni si guardano ad una distanza ridicola l’una dall’altra, tratta coperta moltissime volte al giorno dai traghetti della “Forsea” che vedo passare in continuazione.

Dunkers Kulturhus - fronte

Dunkers Kulturhus – fronte

Dunkers Kulturhus - retro

Dunkers Kulturhus – retro

Bandiere delle nazioni della Scandinavia

Bandiere delle nazioni della Scandinavia

Traghetto della Forsea

Traghetto della Forsea

Vado verso sinistra con l’intenzione di toccare con mano la fine del molo; finalmente il sole prevale sulle nuvole e la giornata si mette bene. C’è vento e non posso negarlo, ma a queste latitudini è la normalità. Accedo a quella che viene chiamata “Tropical Beach” perchè è una zona in cui il mare è un po’ più chiaro rispetto alla media locale e soprattutto la sabbia assume delle tonalità biancastre da farla sembrare caraibica (Si…forse nei loro sogni…). E’ un lido a tutti gli effetti con tanto di casottino-bar alla sua estrema sinistra, peccato che ad inizio giugno sia ancora impensabile fare il bagno. Prima di tornare da dove sono venuto ho modo di vedere quella che dovrebbe essere una sorta di torretta di controllo (o che forse lo era…) più un paio di interessanti sculture: una dedicata ai marinai ed un’altra che prende il nome di “Sail Around the World” dell’artista Tomas Nordback.

Tropical Beach - scorcio

Tropical Beach – scorcio

Torretta di controllo del porto

Torretta di controllo del porto

Scultura per i marinai

Scultura per i marinai

Sail Around the World di Tomas Nordback

Sail Around the World di Tomas Nordback

Esco da questa zona e mi imbatto in una alta colonna che ha una statua alla sua estremità. Google Maps non ne rivela l’esistenza e su internet non trovo fonti attendibili. Ai miei occhi sembra come una dea del mare o qualcosa di simile. Passo ora per “Kullagatan”, ovvero la via centrale di Helsingborg. E’ la mattinata inoltrata di sabato, cioè uno dei migliori momenti della settimana per lo shopping. Nonostante questo particolare, in giro c’è sempre una quiete invidiabile.  Dopo aver concluso la visita di questa strada vedo, una accanto all’altro, la “Konserthuset” ed il Teatro Cittadino. Proprio dietro di me c’è una bella fontana che non può mancare nella mia collezione di ricordi.

Statua al porto - panoramica

Statua al porto – panoramica

Statua al porto - dettaglio

Statua al porto – dettaglio

Konserthuset

Konserthuset

Teatro Cittadino di Helsingborg

Teatro Cittadino di Helsingborg

Fontana in Sankt Jorgens Plats

Fontana in Sankt Jorgens Plats

Faccio una deviazione e cambio area della città. Percorro “Stortorget” fino a quando mi trovo davanti la statua di “David l’uccisore di Giganti”; dietro di lei c’è una bellissima scalinata adornata anche con getti d’acqua che, una volta salita, lascia di fronte ad un vero spettacolo: tra due bandiere svedesi c’è il Karnan, ovvero l’unica torretta rimasta in piedi ai giorni nostri di quella che un tempo era una grande ed importante fortezza medievale. Sicuramente il cambiamento del meteo mi aiuta ad ammirarla come si deve e non in mezzo a cupi nuvoloni. Vedere per credere.

David l'uccisore di giganti

David l’uccisore di giganti

Scalinata alla fine di Stortorget

Scalinata alla fine di Stortorget

Karnan

Karnan

Il grande parco verde che circonda la torretta (Slottshagen) è punteggiato da una scultura e da un laghetto/fontana. Appena esco dal suo perimetro ho di fronte l’edificio che ospita il Medical History Museum; più che altro la foto che segue sembra la pubblicità di un’autovettura sportiva, ma purtroppo non posso rimuovere coattivamente le macchine che la gente piazzerebbe fin sulla schiena delle proprie madri pur di trovare  parcheggio. E’ la volta di incontrare la zona sportiva della città: lo “Stadion Olympia” ospita le partite della squadra di casa che milita nella massima divisione svedese con medi risultati. Particolari perchè strane due statue poste proprio nella zona dello stadio che mostro di seguito. Sulla sinistra c’è la Helsingborg Arena che è usata per gli sport che necessitano di un palazzetto chiuso.

Statua nello Slottshagen

Statua nello Slottshagen

Fontana-Laghetto nello Slottshagen

Fontana-Laghetto nello Slottshagen

Medical History Museum

Medical History Museum

Stadion Olympia

Stadion Olympia

Statue nella zona dello stadio

Statue nella zona dello stadio

Helsingborg Arena

Helsingborg Arena

La mia passeggiata continua fino al raggiungimento dell’ingresso del “Fredriksdal Open-Air Museum and Botanical Garden”; di cosa si tratta lo recita il nome stesso ed un luogo simile non prende più di tanto il mio interesse. Appena mi avvicino e leggo della presenza di un biglietto da pagare eseguo un dribbling da fare invidia ad un top player e cambio aria. Ora una piccola delusione: quando da casa avevo letto della presenza di un “Tropikarium” (in svedese si dice Tropikariet) lo avevo immaginato in un certo modo; quando me lo trovo davanti e vedo che pare più un negozio di animali che altro non ci resto poi così bene. Ma, come successo anche qualche tempo prima, dalle stalle si passa alle stelle in pochi minuti: il “Borgen” è un castello che prende fin troppo la mia attenzione. Purtroppo ho letto che viene usato soprattutto per cerimonie e quindi sminuito.

Tropikariet

Tropikariet

Borgen

Borgen

Cammina cammina arrivo ben fuori città, ma fortunatamente ho tempo e proseguo. Giungo nel quartiere residenziale di Palsjo dove mi fermo ad osservare il cimitero locale che, oltre ad un ordine maniacale e fiori di una bellezza clamorosa in ogni dove, presenta una Cappella semplice ma degna di osservazione. Ma il bello non finisce certo qui: uscendo dal giardino della memoria ed andando avanti per la strada incontro la zona che ospita il “Krematorium”. Capisco che si tratta di un argomento delicato, ma anche questo aspetto fa parte delle cose da imparare di una nazione diversa dalla nostra e quindi non me ne faccio un problema. Il palazzo è ubicato in un’area di una bellezza fuori dal comune: c’è “verde” dappertutto ed un piccolo corso d’acqua che pare essere stato colorato per l’occasione per quanto è perfettamente incastonato in questo ambiente. La foto che segue è una vista laterale; purtroppo i tanti alberi presenti mi impediscono di scattare un’immagine frontale decente e ci devo rinunciare.

Palsjo - Ingresso del Cimitero

Palsjo – Ingresso del Cimitero

Palsjo - Cappella del Cimitero

Palsjo – Cappella del Cimitero

Krematorium - vista laterale

Krematorium – vista laterale

Una buona distanza (parlo di kilometri…non bruscolini) mi separa dall’ultimo punto di interesse mancante; l’orologio è dalla mia parte e le gambe, dopo averle consultate a dovere, sembrano essere entrambe d’accordo. Decido di andare e, man mano che scorre il tempo, capisco sempre di più di aver fatto bene. La strada è al 90% nella tranquilla campagna svedese; attraverso un tratto che ha decine di cavalli in recinti enormi divisi su ambo i lati. Le cose peggiorano un tantino quando il navigatore, come al solito, mi dice di intrufolarmi in mezzo ad un sentiero nel bosco che è pieno di pantani a causa della pioggia caduta fino a qualche ora fa. Alla fine, dopo essere passato davanti ad una sorta di agriturismo dove diversi ospiti mi fissano mentre addentano chissà quanti kili di carne arrivo al “Sofiero Palace and Gardens”, ovvero un castello che le foto viste su internet me lo hanno fatto classificare come da non perdere. E se vi dico che appena arrivo al cancello di ingresso ci trovo tanta gente, maggiordomi in livrea pronti ad accogliere gli ospiti ed un tendone piazzato proprio davanti alla facciata del castello stesso…ci credete? Fate bene a crederci perchè è così. Cerco in tasca il mio rosario ma non lo trovo, così inizio a smadonnare tra me e me senza poter contare fino a quanto arrivo, tanto da queste parti difficilmente mi capiscono. Imposto il GPS con l’indirizzo del porto di Helsingborg e quando vedo che dovrò percorrere 5,1 kilometri senza portare con me nessuna foto del Sofiero Palace, la voglia di ricominciare a parlare da solo è tanta, ma stavolta mi contengo. Le feste…le stramaledette feste che gli stupidi essere umani si inventano solo per rompermi i coglioni…quanto mi piacciono le feste!!! Fortunatamente la maggior parte del tragitto che affronto è sia in discesa che lungomare e ciò mi regala fatica ridotta e scorci da cartolina. Come successo a Malmo, anche qui ho modo di vedere una costruzione su palafitte che permette di realizzare la tradizione svedese della sauna tutti nudi seguita dal tuffo nel mare gelato. Più avanti vedo l’impossibile due volte: la prima si concretizza con la statua dedicata ad Henryk Larsson, un ex calciatore nato proprio qui ad Helsingborg che oggi allena la squadra della sua città; la seconda è quando vedo due bambini che stanno facendo il bagno da soli. Avranno forse 10-12 anni per uno e sono in acqua con quella temperatura e senza adulti che li controllino. Su quest’ultimo punto non c’è molto da aggiungere, ma sulla statua dedicata a Larsson direi di si: una scultura per lui??? Un attaccante che ha toccato l’apice della sua carriera giocando sette stagioni nel Celtic (in Scozia…) che vince il campionato da dieci anni di fila perchè gli avversari sono delle pippe al sugo e quando va in Europa viene eliminato dalle squadre cipriote? Allora ai campioni veri che cosa dovrebbero fare? Scolpire i loro volti nelle montagne? No No…stavolta non ci siamo proprio.

Dedicata ad Henryk Larsson

Dedicata ad Henryk Larsson

Delle vere e proprie spiagge balneabili mi accompagnano fino al porto (prima o poi un tuffo a queste latitudini lo farò, lo giuro su me stesso) dove acquisto il biglietto di andata e ritorno per il traghetto della Forsea che mi porterà a finire il pomeriggio in Danimarca, ad Helsingor. Ma di questo parlerò in un post dedicato. Quando torno in terra svedese ho giusto il tempo per un ultimo giro veloce in città e poi prendo il treno che mi riporta a Malmo dove mi aspetta un nuovo appartamento sempre prenotato con AirBnb. La proprietaria non c’è (oggi è sabato ed è andata con la famiglia a trascorrere il week-end alla casa al mare) così mi dà le chiavi una vicina di casa; ho l’intero appartamento per me e non solo la stanza ed è davvero tutto bellissimo, ovviamente arredato in stile nordico. All’interno c’è pure un povero Porcellino d’India che non mi conosce e, impaurito come non mai, non se la sente di uscire dalla sua gabbia. Ci provo a fargli due coccole, ma quando mi accorgo che faccio più male che bene smetto e mi comporto come se non ci fosse. Esco a fare la spesa per la cena alla stessa “Coop” di ieri sera e termino le ore a disposizione col mio calcio manageriale prima di crollare nel sonno.

Domenica mattina: La sveglia suona prestissimo; devo percorrere 2-3 kilometri fino alla fermata del Flygbussarna che mi riporterà all’aeroporto di Malmo dove si concluderà la mia prima avventura svedese con il ritorno a Vienna. Anche qui succede una stranezza: al controllo di sicurezza gli addetti obbligano tutti i passeggeri a mettere i liquidi nel loro sacchetto trasparente, anche se il mio è perfettamente accettato in tutti gli scali del mondo. Vorrei chiedergli se hanno un criceto al posto del cervello, ma ormai manca poco e lascio perdere.

La conclusione è scontata: la parte di Svezia che ho visto è davvero bellissima e mi ha fatto accrescere la voglia di tornare a vedere molto altro ancora. Malmo è una signora città, mentre Helsingborg è sicuramente più minuta e meno ricca di punti di interesse ma non per questo meno meritevole di una visita. Il solo fatto di poter arrivare in 20 minuti in Danimarca e viceversa con cinque euro a tratta è un notevole punto a favore. Un sacco di cose mi hanno colpito in questa esperienza, ma chi mi conosce ormai sa che sono un patito del Nord Europa, una zona di mondo nella quale funziona proprio tutto come dovrebbe.

 

You may also like

Scrivi un commento