Liberec e Jablonec: carine per chi si trova in zona

di admin
Municipio di Liberec - fronte

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Questo post è la naturale conclusione del precedente in ordine di pubblicazione sul blog, ovvero quello dedicato alla localita di Kharkiv. Per poter trovare un buon incastro di rientro dall’Ucraina sono finito in Polonia di passaggio, poi mi sono fermato in Repubblica Ceca alla quale è seguita una nuova toccata e fuga in Polonia col solo fine di ripartire per Roma da Berlino. Non ci avete capito molto, vero? E’ normale…perchè ho fatto fatica anch’io che questo giro l’ho messo in pratica 🙂 . Ovviamente spiegherò tutto nei paragrafi che seguiranno. Venendo alle località visitate, Liberec è per me una sorta di bis molto particolare: a 16 anni, durante il mio primo viaggio fuori Italia, ero con i miei genitori di stanza a Pardubice, ridente località  che dista 120 kilometri da Praga. Come ci siamo finiti? Ovviamente grazie alla fregatura che ci rifilò un conoscente, ma non ho intenzione di dilungarmi in dettagli deprimenti. So solo che fu la prima di una serie infinita di gocce che hanno contribuito a far traboccare il famoso vaso ed a portarmi oggi a non fidarmi più di nessuna anima viva. Da Pardubice prendevamo il treno e visitavamo quasi ogni giorno una città diversa e Liberec mi rimase in mente, tra l’altro, perchè servirono ore ed ore per raggiungerla tramite un percorso composto da un unico binario che tagliava la foresta boema. Ovviamente allora non ero il viaggiatore attento che sono oggi, perciò…24 anni dopo mi capita l’occasione e decido di rimetterci piede come si deve.

Lunedi notte: è da poco passata la mezzanotte quando esco nell’area arrivi dell’aeroporto di Wroclaw proveniente da Kharkiv con un volo Wizz Air; conosco già questo scalo perchè ci sono stato in passato: la città l’ho setacciata alla mia maniera in quell’occasione, per cui oggi sono solo di passaggio. Fuori dal terminal, sulla destra, c’è la banchina del bus locale che porta alla stazione centrale per la misera cifra di 3,40 zloty (meno di un euro). Il pullman è già qui, per cui non devo far altro che salire ed aspettare la partenza scendendo poi all’ultima fermata prevista. E’ quindi notte fonda quando ho una piacevole sorpresa: la volta scorsa l’autostazione era un brutto piazzale asfaltato pure male con delle strisce sbiadite che delimitavo gli stalli. Oggi trovo una struttura nuova di zecca e climatizzata, ubicata a dieci metri dalla stazione ferroviaria e sotto ad un fornitissimo centro commerciale ovviamente chiuso a quest’ora: davvero una meraviglia! Dovrò stare qui circa ottanta minuti, ma sicuramente li passerò meglio di come mi aspettavo e sono contento. Alle 2:20 arriva puntuale il Flixbus sul quale salgo: sarà il mio letto per le prossime tre ore scarse. Alle 5:15 del mattino devo scendere perchè il viaggio per il quale ho pagato è finito: le mie scarpe si stanno poggiando sul suolo di Liberec, E’ prestissimo, ma oggi è anche il 1° luglio e la luce ha già preso il posto del buio e non fa freddo per niente. Sarebbe la condizione ideale per una visita estiva, ma perderei qualità per le foto perchè il sole ancora non è al livello ottimale. Decido quindi di andare lentamente verso il centro città e dare un’occhiata esplorativa in giro: ho la conferma che non ricordo assolutamente nulla della mia presenza precedente. Alle 6:00 apre il “Tesco” e decido di perdermi un po’ li dentro acquistando anche la colazione: da queste parti ci sono dei dolcetti niente male che si possono comprare sfusi nei supermercati. Dato che questo week-end non è stato del tutto fortunato per il sottoscritto (chi ha letto il racconto su Kharkiv già sa di cosa sto parlando), anche qui l’andazzo non cambia: scelgo una fila per pagare e, quando arriva il turno della signora di fronte a me, la cassa svalvola e smette di funzionare. Arrivano tre persone che provano a rianimarla, ma non c’è niente da fare. Sono costretto a fare una nuova coda che stavolta è risolutiva. Mi metto su una panchina a mangiare e poi faccio un nuovo giro per far passare altro tempo. Alle 8:00 trovo un cambiavalute che sta aprendo e mi doto di un po’ di moneta locale: adesso sono davvero pronto per iniziare. Come da titolo, le località da vedere sono due e si trovano a breve distanza l’una dall’altra; dato che dovrò andare via ripartendo da Liberec decido di visitare per prima la vicina Jablonec. Ci sono ben tre modi per arrivarci e sono bus, treno e tram. Scelgo la terza opzione: mi pare la più “suggestiva” tra quelle possibili perchè mi permetterà di passare per vie interne e non da anonime periferie. Le partenze sono frequenti, per cui acquisto i biglietti di andata e ritorno e salgo sul primo mezzo disponibile. Effettivamente la tratta è piacevole, forse addirittura troppo breve. Quando scendo, mappa alla mano, cerco di capire dove mi trovo e di orientarmi per scovare ciò che mi interessa.  Prendo “Postovni” ed arrivo all’incrocio con “Liberecka”: alla mia sinistra trovo il Teatro Municipale mentre alla mia destra ecco l’edificio storico che oggi ospita la Posta centrale.

Teatro Municipale

Teatro Municipale

Posta Centrale di Jablonec

Posta Centrale di Jablonec

Mentre tutto scorre sereno in questa piccola realtà di 45.000 abitanti davvero poco abituata al turismo (la gente che incrocio durante il mio cammino guarda la mia reflex quasi non capacitandosi del perchè io sia lì) non ci metto molto a raggiungere “Mirove Namesti”, una piazza il cui perimetro è formato da palazzi medio-bassi dalle facciate curate, qualche negozietto e soprattutto lui. il Nuovo Municipio che la fa da padrone; i tavolini di un bar occupano una porzione della piazza stessa.

Nuovo Municipio

Nuovo Municipio

Continuo il giro mentre la temperatura si alza sempre di più; ieri in Ucraina non ce l’ha mai fatta a superare i 22 gradi mentre qui (in piena Repubblica Ceca) già sta toccando i trenta. Prossimo obiettivo è la Chiesa Hussita Cecoslovacca: è molto bella, anche se il sole ha deciso di farmi un dispetto piazzandosi proprio dietro l’edificio religioso.

Chiesa Hussita Cecoslovacca

Chiesa Hussita Cecoslovacca

Il “Glass and Jewelry Museum” si trova all’interno di un bel palazzo; peccato solo per la posizione che non mi permette (a causa di poco spazio disponibile e ad ostacoli lungo il campo visivo) di fotografarlo come vorrei. Poche decine di metri ancora e mi affaccio su “Dolni Namesti”: è quasi la fotocopia della piazza precedente, ma senza i tavoli de bar. La cosa clamorosa è che dove prima c’era il Nuovo Municipio, qui c’è il Vecchio Municipio; questi cechi hanno una fantasia da competizione …non c’è che dire.

Glass and Jewerly Museum

Glass and Jewerly Museum

Dolni Namesti - panoramica

Dolni Namesti – panoramica

Vecchio Municipio

Vecchio Municipio

Percorro per intero “Soukennà” e prendo “Kostelni”; qui ecco altre due attrazioni degne di nota: la prima è la Chiesa di Sant’Anna mentre la seconda è la casa (oggi galleria d’arte) dedicata al pittore Josef Vaclav Scheybal (morto proprio a Jablonec nel 2001 all’età di 72 anni) ed alla moglie Jana. Il colore celeste scelto per quest’ultima costruzione ci sta proprio a pennello.

Chiesa di Sant'Anna

Chiesa di Sant’Anna

Galleria per Jana e Josef Vaclav Scheybal

Galleria per Jana e Josef Vaclav Scheybal

Google, si sà, è fonte di grande ispirazione…ma qualche volta dà pure qualche fregatura; mi riferisco nel caso specifico al “Museo del Giocattolo” pubblicizzato sulla mappa di questa località: quando mi ci trovo davanti vedo un edificio finemente fatiscente con delle lettera adesive bianche attaccate alle finestre del primo piano atte ad indicare cosa c’è all’interno. Mi viene un’idea: quasi quasi compro le stesse lettere per comporre la scritta “Louvre” o “Uffizi” e le appiccico ben bene alle finestre di casa mia con tanto di segnalibro sul “Maps”; magari è la volta buona che sbanco! Ovviamente sto scherzando perchè una volta entrati dalla porta principale si ha davanti una discreta collezione di giocattoli del passato. Visitatelo se ci capitate e se ovviamente l’argomento è di vostro gradimento. Nonostante il mio approccio volutamente goliardico…il palazzo resta molto “kitsch”…e gli ho appena fatto un enorme complimento.

Museo del Giocattolo

Museo del Giocattolo

E’ il momento di una bella passeggiata verso la periferia nord di Jablonec dove, durante il percorso, mi imbatto prima in una strana opera ubicata in mezzo ad “Horni Namesti” che on-line prende il nome di “Dancer Woman Sculpture” (anche se non sono affatto sicuro dell’esattezza di questo dato) e poi nella Chiesa del Sacro Cuore di Gesù. Ma c’è dell’altro: il lago artificiale “Mseno” è il più grande bacino idrico dell’Europa Centrale formato dalle acque del fiume Nisa; l’area viene usata soprattutto per scopi ludico-ricreativi. In questo momento vedo tanta gente “in spiaggia” (si fa per dire…) ed anche a mollo, nonostante la pulizia dell’acqua lasci un po’ a desiderare; nei dintorni poi ci sono strutture sportive completamente gratuite per tutti coloro che ne volessero usufruire. Da non sottovalutare la diga ultimata nel 1909.

Dancer Woman Sculpture

Dancer Woman Sculpture

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

Lago Artificiale Mseno - panoramica

Lago Artificiale Mseno – panoramica

Diga del Lago Artificiale Mseno - scorcio

Diga del Lago Artificiale Mseno – scorcio

Lago Artificiale Mseno - fauna

Lago Artificiale Mseno – fauna

Per questa zona è tutto, così non mi resta altro da fare che andare a vedere anche la periferia sud che risulta essere più scarsa della precedente perchè formata solo dallo stadio locale dove gioca il club “FK Jablonec” (buon team della massima divisione ceca che ogni tanto dà filo da torcere alle squadre migliori del paese) ed il Monumento in onore delle vittime della Prima Guerra Mondiale. Questo ultimo punto è situato a poche decine di metri dalla fermata del tram, per cui colgo la palla al balzo e salgo sul mezzo pubblico che, in una ventina di minuti, mi riporta in quel di Liberec.

Stadio di Jablonec - scorcio

Stadio di Jablonec – scorcio

FK Jablonec - stemma del club

FK Jablonec – stemma del club

Monumento per le vittime della Prima Guerra Mondiale

Monumento per le vittime della Prima Guerra Mondiale

Il giro fatto nella primissima mattinata di oggi mi ha dato l’impressione di una cittadina (103.000 abitanti circa) abbastanza moderna che conserva un cuore antico, ovvero il suo centro storico. Sono molto indeciso se iniziare proprio dal centro oppure se fare una capatina in periferia, ma alla fine scelgo la prima opzione. E’ pero ora di pranzo e mi trovo in una zona molto commerciale, per cui faccio un giro a 360 gradi su me stesso e adocchio un fast food che serve il kebab; entro ed ordino un menu accompagnato stavolta da una birra locale alla spina perchè quando mi trovo in Europa dell’Est, dove c’è la birra più buona del mondo, è quasi una bestemmia pasteggiare con la mia amata Coca Cola Zero. Mangio abbastanza alla svelta perchè il tempo a mia disposizione non è moltissimo, per cui torno all’aperto e mi dirigo verso il Castello, costruito con architettura classica, che oggi è adoperato per ospitare importanti esposizioni. Ma è poco dopo che l’offerta diventa “top”: faccio il mio ingresso in “Dr. E. Benese Namesti”, ovvero la piazza principale. Le sue dimensioni non sono affatto grandissime ed è perimetrata da palazzi bassi perfettamente mantenuti e vivacemente colorati; infatti sembra di essere dentro ad un quadro. Uno di fronte all’altro, ecco i gioielli che tale luogo custodisce: il primo è la Fontana di Nettuno (nella foto che segue un maledetto ombrellone di un maledetto bar si intromette prepotentemente nell’obiettivo della mia reflex) mentre il secondo è il Municipio, un vero capolavoro che propongo sia di fronte che con inquadratura laterale.

Castello di Liberec

Castello di Liberec

Fontana di Nettuno

Fontana di Nettuno

Municipio di Liberec - fronte

Municipio di Liberec – fronte

Municipio di Liberec - lato

Municipio di Liberec – lato

Dietro alla piazza è il momento di ammirare, senza neanche il tempo di una sosta per quanto sono vicine le attrazioni, il “Teatro F.X. Salda” e la Nuova Sinagoga, letteralmente incastonata nella modernissima costruzione tutta in vetro che ospita la Biblioteca Regionale Scientifica. Se devo essere sincero ho fatto fatica ad individuare l’edificio religioso, ma alla fine ce l’ho fatta perchè ho scoperto che è quello in muratura sul lato sinistro .

Teatro F.X. Salda

Teatro F.X. Salda

Nuova Sinagoga e Biblioteca Regionale Scientifica

Nuova Sinagoga e Biblioteca Regionale Scientifica

Prendo ora “Zelezna” ed arrivo esattamente di fronte alla bella Chiesa di Antonio il Grande. A poche decine di metri rimanendo sulla stessa strada ma con una leggera deviazione a destra su “Vetrna” vado a vedere anche le “Wallenstein Houses” che sono tre case a graticcio ubicate una dopo l’altra. La loro particolarità è quella di essere le costruzioni residenziali più antiche di Liberec ancora oggi conservate. Sono totalmente non fotografabili perchè la via dove affacciano è strettissima ed ogni prova porta a risultati pessimi; l’unica cosa che porto nel mio album dei ricordi è il loro “portiere peloso” che sta facendo la guardia a modo suo. E’ la volta di ammirare la “Church of the Holy Cross” ed anche una particolare scultura situata nel giardino della chiesa stessa che, essendo inaccessibile, mi costringe a fare i salti mortali. L’area si conclude qualche centinaio di metri più in là quando raggiungo la Chiesa di Santa Maria Maddalena che mi appare un tantino abbandonata. Giudicate voi…sembra che le erbacce se la stiano divorando pian piano.

Chiesa di Antonio il Grande

Chiesa di Antonio il Grande

Portiere peloso delle Wallenstein Houses

Portiere peloso delle Wallenstein Houses

Church of the Holy Cross

Church of the Holy Cross

Scultura nel giardino della Church of the Holy Cross

Scultura nel giardino della Church of the Holy Cross

Chiesa di Santa Maria Maddalena

Chiesa di Santa Maria Maddalena

Scelgo di fare una passeggiata piuttosto lunga per andare a vedere lo stadio, ma sono meno fortunato rispetto a Jablonec: lo raggiungo, ma non c’è alcun modo di entrare all’interno. Devo dire che è un vero peccato perchè la squadra locale (lo Slovan) ha vinto il campionato ceco per ben tre volte tra il 2001 ed il 2012 tra lo stupore generale, ma anche con mia grande gioia perchè ricordo di aver seguito con incredula simpatia la cavalcata del primo trionfo; i tifosi del Milan ricorderanno questa piccola realtà perchè in un preliminare di Champions League per un pelo non vennero sgambettati da questi “montanari” (attenzione: il termine non vuole affatto essere offensivo; la verità è che Liberec si trova davvero nelle montagne della Repubblica Ceca, per cui tutto nella norma). Con la coda fra le gambe non posso fare altro che tornare al mio giro. Cambio totalmente zona e mi fiondo dove ci sono tre punti di interesse molto ravvicinati: si tratta del “Technical Museum”, della “Regional Art Gallery” e del “North Bohemian Museum”.

Technical Museum

Technical Museum

Regional Art Gallery

Regional Art Gallery

North Bohemian Museum

North Bohemian Museum

Il prossimo obiettivo segnato sulla mappa porta un tocco di modernità rispetto alla maggior parte delle cose viste fino ad ora: l’edificio che ospita il Rettorato dell’Università locale sembra uscito da un film di fantascienza. Anche qui non poteva mancare un bacino idrico con tanto di diga storica; quando ci arrivo noto di nuovo dei bambini che si stanno facendo il bagno; guardo l’acqua e, ripeto, non mi sarei tuffato li dentro neanche dietro lauto compenso. Mi rendo conto di essere io troppo strano ed incapace ad adattarmi nonostante tutte le mie avventure (o anche disavventure in certi casi), però è così e non posso farci nulla. Lascio la breve parentesi naturale per tornare all’area urbana e lo faccio prima con la visione della Chiesa del Sacro Cuore e poi con quella, del tutto casuale e fuori mappa, del palazzo che ospita la “TJ Lokomotiva”, un club/associazione per lo sport; non sarà un’opera d’arte, ma per me merita una menzione.

Rettorato dell'Università di Liberec

Rettorato dell’Università di Liberec

Bacino Idrico di Liberec con bagnanti

Bacino Idrico di Liberec con bagnanti

Diga del Bacino Idrico di Liberec

Diga del Bacino Idrico di Liberec

Chiesa del Sacro Cuore

Chiesa del Sacro Cuore

Palazzo della TJ Lokomotiva

Palazzo della TJ Lokomotiva

Un tocco particolare lo regala la visita alla “Liebig Town”, ovvero quella parte della città nata come quartiere residenziale per i lavoratori della famosa fabbrica tessile. Avete capito bene: ho scritto “particolare”, non eccelso o incredibile…per cui passo e chiudo senza dilungarmi troppo. La mia visita di questa località si conclude ufficialmente quando osservo la Chiesa di San Vincenzo di Paola (incredibile che sia così nascosta rispetto al centro) e la vicina scultura in omaggio a John of Nepomuk, il Santo della Boemia fatto uccidere tramite annegamento da Venceslao, re dei romani e della stessa Boemia.

Chiesa di San Vincenzo da Paola

Chiesa di San Vincenzo da Paola

Omaggio a John of Nepomuk

Omaggio a John of Nepomuk

Totalmente fiero di me faccio pian piano rientro verso l’autostazione; per arrivarci passo di nuovo in mezzo alla zona commerciale che a quest’ora è strapiena di gente a passeggio ed intenta a fare compere. Per tutto il racconto non ho mai scritto di come ho finito le corone ceche che ho cambiato alle 8:00 del mattino: sembra incredibile, ma tolti i biglietti del tram per Jablonec ed il pranzo…ho speso tutto andando a caccia di bibite gelate nei vari negozietti della città; sì perchè il termometro ha toccato anche i 34 gradi e da queste parti è una cosa abbastanza pazzesca. Sono a destinazione con una trentina di minuti di anticipo, per cui ho rispettato in pieno anche stavolta la mia tabella di marcia preparata a casa. Qui succedono due cose strane ed inizio dalla prima: ho passato la notte in bus, per cui non ho avuto una camera e mi scappa la pipi dopo aver bevuto di tutto e di più causa caldo. Vedo un bagno pubblico e mi ci fiondo trovandoci una signora che più arcigna non si può a fungere da cassiera. Con mia somma sorpresa leggo un testo in lingua locale del quale non faccio alcuna fatica a comprenderne il significato: il bisognino “liquido” costa sei corone mentre quello “solido” costa sette corone; la signora mi vede e mi rivolge una domanda, per cui intuisco che mi sta chiedendo che tipo di bisogno io debba fare e la cosa è imbarazzante all’ennesima potenza. Dal cuore mi viene da dirgli un livornesissimo “Fatti i cazzi tuoi”, ma tanto non capirebbe. E’ per questo che dalla mia bocca esce fuori solo la parola “Tourist” che mi provoca l’addebito della tariffa massima di sette corone; ho forse la faccia di uno che deve fare la cacca? Evidentemente si. Colgo anche l’occasione per asciugarmi il sudore con delle salviettine umidificate perchè penso di puzzare come una capra con la lana bagnata dopo un intero giorno di pioggia mentre sento che un altro ospite della toilette sta sputando di tutto e di più dalla sua boccuccia ai lavandini provocando suoni infernali e di cloaca. Quando esco dal bagno lui non c’è più, ma entra proprio in quel momento la cassiera che, vedendo ciò che il tizio aveva lasciato, dà la colpa a me per quei “ricordini” pronunciando parole che mi sanno di offesa. Lì non ci vedo più ed un “vaffanculo” detto col cuore stavolta non glielo leva nessuno, accompagnato dal rafforzativo che recita così: “a te ed a tutta la tua gentaccia sudicia!!!”. Io sono famoso per non iniziare mai una lite, ma se vengo provocato rispondo praticamente sempre. Dopo il dovuto sfogo vado allo stallo indicato sul biglietto e, quando arriva il Flixbus, vedo per la prima volta in vita mia caricare una lavatrice nel portabagagli. Per carità…è nuova ed imballata, ma è pur sempre una lavatrice. Inizia così il lungo viaggio di ritorno verso casa: in tre ore e quaranta minuti torno a Wroclaw. In quel breve lasso di tempo passo da un caldo quasi torrido in Repubblica Ceca ad un allerta meteo con forti piogge e raffiche di vento che fanno tardare il pullman all’arrivo in Polonia. Poco più di un’oretta di attesa nella nuovissima autostazione locale mi servono per comprare e mangiare la cena al market visto meno di 24 ore fa, per poi prendere un nuovo bus con destinazione aeroporto di Berlino Schonefeld dove finisco di passare la notte. Alle 6:30 del mattino un volo Ryanair mi conduce fino a Ciampino, ma anche se sono a 4 kilometri da casa non ci posso andare perchè mi aspetta direttamente l’ufficio.

Conclusione: alla fine di un viaggio pazzesco formato da tanti mezzi di trasporto, da cambi di nazione a non finire e condito da stranezze e troppe disavventure (comprese anche quelle in Ucraina descritte nel post precedente) posso affermare che Liberec e Jablonec sono perfette se inserite come tappe in un tour della Repubblica Ceca, ma non come uniche destinazioni di un week-end. Io le ho visitate con questa consapevolezza aggiungendole come completamento di un’uscita ben più ampia, ma non sarei mai partito da casa di proposito per loro. Hanno sicuramente i loro punti di interesse (più Liberec, per la verità) però restano realtà secondarie. Personalmente sono stato felice di tornare da queste parti dopo 24 anni perchè finalmente ho immagazzinato qualcosa che ricorderò per sempre.

 

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