Ancora Ungheria in pieno inverno: Debrecen e Szolnok

di admin

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Dopo il periodo Natalizio di circa tre settimane durante il quale me ne sto ogni anno a casa al calduccio per ricaricare le batterie e riordinare le idee (complici prezzi elevati di voli ed alberghi e, soprattutto, il numero di persone che si spostano e che sarebbero capaci di riempire ogni centimetro quadrato del mondo), ecco che si presenta l’occasione per ricominciare la serie delle mie avventure. Il primo viaggio del 2018, in pieno gennaio, mi fa scegliere una mèta non decisamente calda ed afosa: sto parlando dell’Ungheria, nazione che ritrovo volentieri dopo le uscite di Budapest, Gyor, Sopron e Szombathely del passato. Le città che mi dovranno sopportare stavolta sono Debrecen (seconda solo alla capitale per estensione e numero di abitanti) e Szolnok; quest’ultima è più che altro un’aggiunta per sfruttare tutto il tempo a mia disposizione, ma come succede quasi sempre in questi casi…me ne ha fatte vedere di particolari. E’ il momento di mettersi in marcia.

Sabato mattina: la partenza del volo Ryanair da Ciampino a Budapest è prevista per le 8:30 con arrivo alle 10:10 in terra magiara. E’ il penultimo giorno della “grande pacchia”: infatti da lunedi entreranno in vigore le nuove (e stupide) regole del bagaglio consentito a bordo. Stupide perchè si passa dalle stelle (un bagaglio grande più una borsetta a persona direttamente in cabina) alle stalle (la sola borsetta in cabina ed il bagaglio grande sempre imbarcato in stiva gratuitamente) nel giro di qualche ora. Ma attenzione: qual’è la genialata? Se si compra la priorità o una delle formule “flex” previste si possono portare magicamente a bordo entrambi i “pezzi”. Se dapprima la motivazione del troppo ritardo causato dai passeggeri indisciplinati per riporre decentemente tutti i loro effetti personali ci poteva anche stare, con questa boiata degna del miglior Houdini, tutto decade. E’ totalmente ovvio che la compagnia, dopo aver abituato ben bene i clienti a volare con due bagagli, punta così a vendere per ogni tratta le novanta priorità messe a disposizione al costo di 5 euro cadauna. Se tutti i viaggiatori facessero così, la Ryanair intascherebbe senza colpo ferire almeno 350 euro in più ad ogni volo, cosa che non fa mai schifo. Però cari signori, così non si fà. Se si vuole fare un cambiamento si dice chiaramente che è per battere cassa ed anche se si continua a fare la figura dei furbastri, allo stesso tempo si passa da signori e la musica cambia molto. Una cosa la voglio dire: spero davvero che vengano vendute 90 priorità per ogni volo, perchè quando si è così tanti ad avere un diritto…lo stesso perde molti dei suoi vantaggi; sarò il primo spettatore che si godrà lo spettacolo offerto da coloro che hanno pagato di più: non sarà più piacevole come quando erano solo 10-15 eletti al massimo, poichè essere in mezzo ad una coda di 90 persone non la vedo esattamente una priorità. Chiusa la doverosa parentesi, l’aereo parte puntuale anche se tutti hanno con sè i due bagagli (Com’è possibile, cari cervelloni della Ryanair?) e così il mio piano diabolico ha buone possibilità di essere realizzato: prendere il treno per Debrecen che parte solo 33 minuti dopo l’atterraggio sarà un’impresa come al solito, ma forse meno titanica di quanto poteva sembrare con consueta incognita del decollo in orario. Appena si aprono le porte del velivolo e con tutte le energie ricaricate dopo il sonno terminato da pochissimo, mi fiondo verso l’uscita. Dalla mia ultima esperienza in questa nazione ho portato con me (come sempre) qualche soldino locale, per cui evito di perdere tempo al cambio o al bancomat. Al “mio tabaccaio di fiducia” acquisto il ticket per il bus n. 200E superando così la fila interminabile dei turisti “classici” che stanno gettando la mattinata per acquistare lo stesso biglietto al distributore automatico. Salgo sul frequentissimo pullman (ne parte circa uno ogni 7-10 minuti) e scendo alla fermata Ferihegy, punto di scambio con la stazione ferroviaria più vicina. Quando mi affaccio sui binari sono le 10:33 ed ho ancora dieci minuti prima del passaggio del treno che mi interessa. Cerco la biglietteria ma è chiusa, per cui non resta altro da fare che acquistare il titolo di viaggio presso la cassa automatica, ovviamente selezionando la lingua inglese. L’operazione è abbastanza semplice, soprattutto per chi è già entrato in confidenza da casa, studiando orari e fermate, su come funziona il trasporto pubblico in Ungheria. Non ho ancora detto che a Budapest il tempo è uggioso e che sta piovigginando in questo momento, per cui sono ancora più voglioso di allontanarmi da qui. Alle 10:53 (spaccando il minuto) passa l’Intercity diretto a Niyregyhaza sul quale salgo. Qui svelo anche un mistero che mi ha attanagliato per il breve tempo di attesa: il mio ticket parla di “vagone n. 23 e posto n. 26”. “VAGONE 23???…questo non è un treno, ma un torpedone!!!” penso tra me e me. Invece niente di tutto ciò: sono solo 4-5 vagoni al massimo, numerati in maniera strana ed apparentemente senza senso; sarebbe troppo facile ed intuitivo usare i numeri da uno a cinque in questo caso, quindi perchè non complicare un po’ le cose? L’interno del convoglio è bello, spazioso, con sedili comodi e con un calduccio niente male (fuori stavo con i guanti e con la faccia dentro al cappotto, per far capire la situazione). Il viaggio non presenta particolarità rilevanti, se non altro perchè mi sto dirigendo nella regione chiamata della “Grande Pianura”; non è un nome a caso: si tratta di una distesa sconfinata in cui c’è terra piana a perdita d’occhio in ogni direzione. Finalmente, intorno alle 13:00, scendo dal convoglio e mi trovo a destinazione. La stazione di Debrecen è senza infamia e senza lode, tipica dei paesi dell’Est Europa, quindi abbastanza tetra e piena di gente sia in partenza sia a bivaccare. Il mio primo obiettivo è l’albergo: voglio prendere possesso della stanza e mollare il borsone per poi essere libero di camminare senza pesi. 950 metri mi separano dalla stanza prenotata: li compirei in un batter d’occhio, se non fosse che proprio in quel momento inizia a nevicare. In fase di preparazione dell’itinerario guardo sempre le condizioni meteo: incredibilmente in Ungheria avevo visto anche 8 gradi alle ore 23:00, cosa che in gennaio è del tutto inusuale. Morale della favola? L’inverno ha aspettato me per iniziare a scatenarsi, così ringrazio e vado avanti. Quando supero il portone di ingresso della pensione prenotata incontro una gentile signora abbastanza anziana e molto educata. L’unico difetto è che conosce solo due parole di inglese e sono “hello” e “pay”. Stavolta però le va male perchè accetta solo contanti ed io non ho con me 8.340 fiorini sull’unghia, per cui allargo il suo vocabolario insegnandole la parola “tomorrow”; fatto ciò…prendo le chiavi e saluto. Preparo le poche cose utili da mettere nello zainetto e finalmente inizio il tour: avrò tempo oggi e domattina per esplorare bene la città ed è ciò che intendo fare. Mi trovo praticamente in centro e questo facilita moltissimo le operazioni. Pochi passi ed ho davanti la bellissima Cattedrale di Sant’Anna, costruita in maniera assolutamente tipica per queste zone.

Cattedrale di Sant’Anna

Davanti alla Cattedrale di Sant’Anna

Svolto a destra ed arrivo sull’importantissima Piac Utca: proprio qui, ad angolo, c’è un palazzo storico che si mostra, oggi sede governativa della regione dell’Hajdù-Bihar.

Sede governativa dell’Hajdù-Bihar

Basta addentrarsi poco su Miklos Utca per poter ammirare una semplice (ma originale) Chiesa Evangelica.

Chiesa Evangelica

Riprendo la via principale e continuo fino ad arrivare all’inizio della piccola zona pedonale di Debrecen. Poco prima però posso ammirare da una parte il Reformatus Kistemplom (che trovo un po’ abbandonato a se stesso, a differenza di tutti gli altri edifici della città) e dall’altra un palazzo storico adibito a Centro Culturale.

Reformatus Kistemplom

Centro Culturale

Appena dentro all’area interdetta alle automobili (vi passa solo il tram) posso ammirare il bel Municipio, talmente grande da entrare con difficoltà nell’obiettivo della reflex.

Municipio di Debrecen

Prima di proseguire faccio una deviazione in Kossuth Utca fino a raggiungere il Teatro Csokonai. Tornando indietro scopro anche una originale fontanella nelle vicinanze.

Teatro Csokonai

Fontanella

Eccomi adesso nella piazza principale della città, Kossuth Ter. Qui ci sono una serie di punti di interesse più o meno importanti e direi di elencarli un po’ tutti andando con ordine: Un’opera dello scultore ungherese Pal Patzay, una fontana (oggi senza acqua, come sempre in inverno a queste latitudini), la scultura della sarta ed un’altra statua dedicata a Lorincz Szabo, poeta locale.

Scultura di Pal Patzay

Dettaglio della fontana

Scultura della Sarta

Statua di Lorincz Szabo

I pezzi forti sono proprio qui davanti: il primo è il monumento dedicato a Lajos Kossuth, politico ungherese a capo dei nazionalisti che sancirono l’indipendenza dall’impero austriaco durante la sommossa del 1848; il secondo è il simbolo indiscusso di Debrecen: il Nagytemplom.

Monumento a Lajos Kossuth

Nagytemplom

Colpo d’occhio su Kossuth Ter

Da qui segue una deviazione sulla sinistra, fino a Pasti Utca, dove trovo la Sinagoga. Da ciò che avevo letto speravo in qualcosa di meglio, sinceramente.

Sinagoga in Pasti Utca

Proseguo la passeggiata: subito dietro al Nagytemplom e davanti al palazzo che ospita il Reformatus Kollegium Muzeum (assolutamente non fotografabile poichè coperto da alberi in ogni suo centimetro), trovo il Parco Kalvin Ter. Qui sono presenti la statua dedicata ad Istvan Bocskai (Massima carica del Principato di Transilvania), il Monumento dedicato ai pastori protestanti venduti come schiavi delle galee nel 1673 ed il Memoriale della Riforma (in occasione ed in onore del 500° anniversario della Riforma e del 450° anniversario della Chiesa Riformata Ungherese).

Monumento ad Istvan Bocskai

Monumento agli Schiavi delle Galee

Memoriale della Riforma

Mi sposto ancora più avanti, anche se il sole sta calando inesorabilmente. In Ungheria nel mese di gennaio…le 16:30 iniziano già ad essere considerate come inizio della serata. Ho ben poco tempo per andare alla scoperta di qualcosa di nuovo e cerco di sfruttarlo al massimo. Ecco quindi che arrivo nella zona dei musei: segnalo il MODEM (il museo dell’arte moderna e contemporanea) ed il Deri Museum.

MODEM

Deri Museum

Mi rimane giusto il tempo di ammirare la statua dedicata a Mihaly Csokonay Vitez (importante poeta ungherese) ed il bel Verestemplom. Poi, subito dopo, cala la notte.

Mihaly Csokonai Vitez

Verestemplom

Di ritorno decido di fare un salto al Centro Commerciale Forum, che si trova di strada. Lo so che per me è una cosa del tutto inusuale, però ho ben tre motivi per farlo: 1) sta iniziando a nevicare pesantemente. 2) Fa abbastanza freddo ed un po’ di calore artificiale di un luogo chiuso mi farebbe riprendere le funzioni vitali. 3) Un giretto lì dentro sicuramente mi farà tutto tranne che del male…; resto non più di una trentina di minuti, giusto per fare una passeggiata approfondita esplorando i tre piani che compongono il centro. Quando esco inizia lo spettacolo che solo la neve può regalare. Di seguito una carrellata di immagini che testimoniano la magia che vivo in diretta. So che non dovrei dirlo perchè è una cosa che riguarda me stesso, ma alcuni degli scatti che sto per pubblicare sono semplicemente fantastici.

Meravigliosa nevicata in corso

Il Nagytemplom di sera sotto la neve

Capolavoro: il monumento a Lajos Kossuth sotto tanta tanta neve

Le piante di Kossuth Ter…

…e le panchine di Kossuth Ter

Alle 17:00 il termomentro segna -3°

Bella scultura nei pressi del Teatro

Il Verestemplom di sera

La Cattedrale di Sant’Anna di sera

La Chiesa Greco-Cattolica durante la tormenta

Beh…adesso un mega applauso a Debrecen glielo faccio: difficilmente ho trovato città che hanno TUTTI i loro monumenti illuminati. Ho avuto delusioni pazzesche durante passeggiate serali in località ben più conosciute ed in paesi ben più agiati. Quindi tanto di cappello alla seconda città ungherese. A questo punto mi ricordo che non metto niente in bocca (nè mangiare nè bere) dalla sera precedente, quindi quasi 24 ore di digiuno. Dato che alle 14:00 tutti i negozi cambiavalute qui chiudono le serrande e che al centro commerciale Forum chiedono un documento (che ho furbescamente lasciato in stanza) decido di cercare un bancomat e prelevare in un’unica soluzione il dovuto per l’intero proseguimento del fine settimana (circa 17.000 fiorini). Con i soldi in mano…e qui so di essere davvero malato…vado in un fast food e mi faccio fare una margherita + Coca Cola. Più di qualcuno mi ha fatto notare che mangiare la pizza all’estero è un rischio e che bisognerebbe assaggiare pietanze locali per comprendere davvero un viaggio; certe volte lo faccio…ma sul cibo sono abbastanza particolare e non mi va di rovinarmi un pasto rischiando di prendere cose che potrebbero non piacermi. La pizza più o meno è sempre quella, anche se con tante varianti. D’altra parte…l’ho mangiata anche in Kirghizistan (dopo 4 giorni di sola carne avevo lo stomaco sottosopra solo all’idea di proseguire con quel ritmo), come potrei non farlo in Ungheria? Alla fine il sapore si rivela buono, ma forse è la fame che mi fa giudicare. Felice per quel pasto vado al vicino market (stranamente aperto fino alle 22:00) e mi compro qualcosa di sfizioso per il dopo cena (buoni i panini al formaggio, ma assolutamente inferiori a quelli georgiani). Sono le 20:15 quando rientro in stanza dopo ore al gelo. Fa talmente tanto caldo qui dentro (come piace a me) al punto che gli occhiali si appannano un un nano-secondo e devo toglierli se non voglio sbattere contro qualcosa. Ho tutta una serata davanti che passo col mio gioco del calcio manager ed organizzando la mattinata che verrà. Dopo un periodo per me molto molto difficile e stancante durante le festività natalizie che sono andate tutto al contrario di come speravo, finalmente arriva un meritato sonno.

Domenica mattina: la sveglia suona verso le 7:45 ma io riesco ad alzarmi dal letto solo alle 8:15. In fretta e furia per i trenta minuti già persi, mi affaccio alla finestra e vedo che c’è già il sole alto nel cielo e che la giornata si prospetta decisamente migliore rispetto a ieri. Con questo spirito preparo tutte le mie cose, scendo in reception dove trovo il marito della signora “hello+pay+tomorrow” e pago finalmente il dovuto, lasciando il borsone in custodia. Ho circa tre ore scarse per completare il giro perchè alle 11:53 ho l’ultimo treno utile per poter visitare senza affannarmi anche la seconda mèta di questo mini tour, ma di ciò parlerò dopo. Primo obiettivo della mattinata è la Chiesa Riformata alla fine di Csapo Utca e, rischiando diecimila volte di scivolare per il ghiaccio accumulato per terra durante la rigida notte, la raggiungo (ormai conosco a menadito questa parte della città).

Chiesa Riformata

Da qui percorro tutto il pezzo a piedi che mi porta in direzione del Nagyerdo (Bosco Grande). La passeggiata è abbastanza lunga, ma anche gradevole: costeggio case moderne e di stile, con fior di citofoni ultramoderni. E menomale che nell’Europa dell’Est si vive male…farei volentieri il paragone con tante zone rurali italiane e sicuramente questa zona di Debrecen le batte 100 a 1 come qualità. Arrivo a destinazione ed il parco è completamente coperto di neve: uno spettacolo per gli occhi. Un po’ meno per le scarpe che continuano a “pattinare” troppo spesso. Prima dell’ingresso “ufficiale” sancito da un cancello trovo due monumenti alla memoria dei quali reputo il secondo di qualità superiore.

Monumento – 1

Monumento – 2

Supero la cancellata e sono dentro al Nagyerdo: 1092 ettari di area protetta sono pronti all’uso. Ci sarebbe da camminare all’infinito ma purtroppo non ho tutto questo tempo. Comunque non è che vado via subito: giro un bel po’ e mi imbatto nel laghetto, nella scultura di un simpatico micio che sembra mascherato ad arte dalla neve ed in panorami mozzafiato.

Laghetto del Nagyerdo – 1

Laghetto del Nagyerdo – 2

Micio “mascherato”

Lo splendore del Nagyerdo in inverno

Esco dal parco e vado dritto in direzione della zona universitaria dove trovo la Chiesa Universitaria Riformata, con di fronte il bel monumento della Rosa Bianca in onore della Rivoluzione ungherese del 1956.

Chiesa Universitaria Riformata

Monumento della Rosa Bianca

Più avanti c’è il maestoso e bellissimo palazzo dell’Università che affaccia su di un ampio parco completamente innevato. Il rammarico è che la fontana non è in funzione…poichè l’impressione è che sarebbe stato uno spettacolo poterla ammirare. Ma d’altra parte l’estate dura solo 3 mesi e non si può vedere tutto in quel periodo. I viaggi che si fanno quando c’è il gelo hanno di queste controindicazioni e bisogna accettarle senza fiatare, oppure l’alternativa è restare a casa.

Università di Debrecen

Dettaglio sul Parco dell’Università

Una delle sculture del Parco dell’Università

Ho ancora tempo e decido di andare verso la zona dello stadio che si trova a 950 metri da qui; su internet avevo visto foto di un impianto molto bello, quindi perchè non provarci? Mi metto in cammino già consapevole che potrebbe essere una bufala: gli stadi sono strutture enormi e si apprezzano molto bene dall’alto (ma io non ho un elicottero…) e se sono posizionati in aree molto spaziose. In caso contrario si perde solo un’occasione. Il fatto che questo si trovi a contatto con un bosco non mi lascia buone speranze. Durante il percorso mi trovo davanti un altro palazzo universitario (ben più piccolo del precedente) con tanto di monumento.

Altro edificio universitario

In genere avere ragione è una cosa positiva; significa che il proprio pensiero si rivela corretto. Ma non è questo il caso di gioire: purtroppo lo stadio di Debrecen non si fotografa a causa della sua posizione che rende questa operazione impossibile. Poco male…ho fatto una passeggiata in un luogo mai visto ed ho modo di immortalare la Water Tower, alta 34 metri e “visitabile”: da lassù si ha una bella vista del Nagyerdo, della città universitaria e del comune che la ospita.

Water Tower

E’ il momento di tornare indietro, in direzione del centro. Stavolta passo dal vialone di fronte al parco dell’università percorrendolo completamente. Tra me e l’hotel c’è di mezzo una sosta al market che mi aveva venduto un po’ di cosucce ieri sera e l’ultimo punto di interesse che non ho visto con la luce del sole: la Chiesa Greco Cattolica, beccata proprio dopo la fine della messa.

Chiesa Greco-Cattolica

Rientro in albergo per prendere il borsone. Ci trovo il signore anziano col quale avevo concluso gli affari poche ore prima. Saluto e mi sorprendo moltissimo: avevo capito che neanche lui parla inglese, però se ne esce con un lentissimo e difficilissimo “have a good day” che avrebbe sciolto chiunque. Rispondo e saluto definitivamente, quasi con la lacrimuccia per la tenerezza. Dopo una decina di minuti arrivo in stazione ed acquisto il biglietto per la prossima ed ultima destinazione di questo week-end: la cittadina di Szolnok. E’ indubbiamente un luogo anonimo ai più e fuori dalle rotte turistiche. La visito soprattutto perchè devo trovare qualcosa di “papabile” per occupare tre ore libere durante il rientro da Debrecen all’aeroporto di Budapest. Però è proprio in questi casi che escono fuori le sorprese: meno aspettative si hanno e più la visita ci aggrada. Un’ora a mezzo circa dura la tratta sul secondo dei tre intercity presi durante il soggiorno, ed anche questo spacca il minuto; credo che qualche dirigente di Trenitalia debba prendere esempio da questa gente in quanto ad organizzazione. La stazione locale è stranamente grande più o meno come quella della città precedente, anche se le differenze di importanza e dimensione tra le due realtà sono ben note. L’altro elemento che le accomuna è che sono entrambe tetre. Penso immediatamente ad acquistare il ticket per il prossimo convoglio: essendo treni con posto assegnato ed essendo oggi domenica potrebbe capitare il tutto esaurito in direzione della capitale. Appena esco sul piazzale noto che non c’è quasi traccia di neve: qui non è arrivata. Solo pochi mucchietti sparsi qua e là, ma niente di continuativo. Inizio il giro con la dovuta calma e vado in direzione del centro seguendo la mappa preparata da casa. I primi due punti di interesse che trovo sono abbastanza vicini e sono la water tower (quasi una copia di quella vista nella medesima mattinata) e lo “Szent Joszef Jesus Szive Szegenyhazi Templom”, altro nome facile facile come solo da queste parti sanno proporre.

Water Tower

Szent Joszef Jezus Szive Szegenyhazi Templom

Su Ady Endre Utca poi è la volta della “Xaveri Szent Ferenc Kapolna”, poco prima di un centro commerciale e dell’autostazione locale.

Xaveri Szent Ferenc Kapolna

Posso paragonare questo momento ad un pasto al ristorante: ho iniziato con due-tre assaggini (o antipasti) per poi andare verso i primi piatti veri e propri. Svolto a destra su Boldog Sandor Istvan Korut e percorro tutta questa strada fino alla fine, perchè le attrazioni degne di nota di Szolnok si trovano più o meno racchiuse nello stesso posto. Come sempre inizio dalla fine e posso così ammirare l’imponente Belvarosi Szentharomsag Templom che ha davanti all’ingresso principale un piazzale con delle sculture.

Belvarosi Szentharomsag Templom – panoramica

Belvarosi Szentharomsag Templom – Facciata

Monumento-1

Monumento-2

Dall’altro lato della carreggiata trovo il Monumento a Gesù.

Monumento a Gesù

Svolto adesso a sinistra ed imbocco la passeggiata panoramica lungo al fiume Tisza (o Tibisco, come viene impropriamente tradotto in lingua italiana. Mi domando perchè ci divertiamo a deturpare tutti i nomi peggio di quando eravamo nel periodo fascista. Se si chiama Tisza perchè non chiamarlo Tisza questo povero corso d’acqua?).  Il colore del fiume, sicuramente complice l’inverno, è marrone fango…che più marrone non si potrebbe. Non è una bellissima impressione, sinceramente. Se confrontato con altri vialetti simili visti nel mondo prima d’ora, questo di Szolnok lascia un po’ a desiderare per la sua scarsità di particolari. Però, guardando bene…ci sono due colonnine interattive che danno info sulla cittadina. Ma bisogna davvero guardare bene perchè neanche ci si immagina di poterle trovare. Una statua un po’ ambigua completa questo primo tratto.

Strano monumento…

Da qui ho la vista più completa su ciò di cui il primo cittadino di Szolnok va fiero: un modernissimo ponte pedonale (il Tiszavirag-Hid) che stona completamente con l’ambiente circostante. Eppure, leggendo il benvenuto del sindaco sul sito internet del Comune, pare sia considerato un punto di estremo vanto. Questo è ciò di cui parlo:

Tiszavirag-Hid dal lungofiume

Tiszavirag-Hid visto durante il suo percorso

Da questa altezza ho modo di ammirare un bellissimo palazzo storico degno di nota che oggi ospita la Szolnoki Gallery. Meglio rifarsi gli occhi…

Szolnoki Gallery

Tra questo edificio ed il ponte ho modo di vedere il bellissimo e struggente monumento dedicato ai caduti delle due guerre mondiali. Proprio lì accanto c’è quella che, in funzione, sarebbe una graziosa fontana…ma che è senza acqua per le basse temperature presenti.

Monumento ai caduti delle due guerre mondiali

Dettaglio della fontana

Mi rimetto in cammino e trovo quasi subito un particolare edificio religioso: il Reformatus Templom. Si affaccia sul piccolo Tisza Park che ha, come unica cosa da ricordare, l’originale struttura di un’altra fontana spenta.

Reformatus Templom

Fontana

Qui accanto c’è il bell’edificio che ospita le terme, caratteristica immancabile di quasi ogni zona dell’Ungheria. Non scatto alcuna foto perchè fondamentalmente si tratta di un hotel e non mi va di fare pubblicità. Caratteristica del luogo: sul retro del palazzo (lato fiume) c’è una fonte che sgorga acqua calda (ho toccato con mano ed è così). Credevo fosse un getto continuo…ed invece stando lì qualche minuto noto che viene acceso e spento a comando. Alla fine delle terme si apre il Parco Verseghy che, tra le altre cose, ospita la scultura dedicata a Ferenc Verseghy, poeta che presta il nome alla causa (in primavera/estate deve essere uno spettacolo pieno di fiori mentre oggi il gelo fa il suo lavoro come meglio non potrebbe). Del tutto limitrofo c’è il Giardino Pubblico “Roszakert” che affaccia sul retro del Palazzo della Contea. Sulla strada c’è l’Evangelikus Templom.

Monumento a Ferenc Verseghy

Vista sul Roszakert e sul retro del palazzo della Contea

Evangelikus Templom

E come si dice…se vedo il retro vorrei vedere prima o poi anche la facciata! E’ con questo spirito che mi porto su Lajos Kossuth Utca e mi trovo di fronte all’ingresso del Palazzo della Contea.

Palazzo della Contea – fronte

Svolto in direzione del “Magyarok Nagyasszonya Vartemplom” che raggiungo dopo aver attraversato il Nyary Lorinc Hid. Completa il piazzale il monumento dedicato a Szent Istvan (Santo Stefano…in parole povere).

Magyarok Nagyasszonya Vartemplom

Monumento a Szent-Istvan

Torno sui miei passi e quindi su Lajos Kossuth Utca. Prima di svoltare di nuovo per l’ultima passeggiata sul lungofiume di Szolnok vedo, uno di fronte all’altro, il Municipio ed il palazzo che ospita il Damjanich Janos Museum. Manca poco al termine della visita, giusto due luoghi non molto distanti l’uno dall’altro, così mi incammino in quella direzione costeggiando il Tisza per un po’. Il primo è un vero e proprio Museo dell’aviazione comprendente tantissimi modelli di velivoli e non solo. A me queste cose piacciono poco, ma devo dire che l’esposizione è davvero ben fornita. Ecco alcuni esempi:

Reptar Aviation Museum – 1

Reptar Aviation Museum – 2

Reptar Aviation Museum – 3

Reptar Aviation Museum – 4

Il secondo è invece la Chiesa “Ujvarosi Temetoi Szentlelek Templom” che protegge il Cimitero Romano-Cattolico ubicato subito dietro di lei. Causa alberi in ogni dove, devo fare i miracoli per prendere la migliore immagine possibile, forse troppo di lato.

Ujvarosi Temetoi Szentlelek Templom

Sono arrivato al punto di non ritorno anche di questa avventura: il tempo stringe e, a giro finito, non resta altro da fare che tornare alla stazione. Percorro circa 1,4 kilometri e mi ritrovo in Piazza del Giubileo dove vedo e fotografo la “Torre dei Testimoni”.

Torre dei Testimoni

Pochi passi ancora ed entro nella sala principale dell’edificio. Non mi capacito dalla felicità per avere già il biglietto del treno con me nel portafogli: l’intero palazzo è al buio senza un briciolo di corrente elettrica, e quindi tutti gli uffici sono momentaneamente fermi. Se mi fossi trovato senza ticket…credo che sarebbe saltata anche qualche Madonna in ungherese antico, oltre che il solito rosario in italiano. Scendere nel sottopassaggio verso il binario numero 7 è un’impresa: senza luce sembra di essere in un cunicolo da film dell’orrore. Incredibile quante cose succedano in viaggio: proprio oggi e proprio adesso! Ma alla fine tutto è bene ciò che finisce bene: finchè il problema è l’edificio della stazione mentre i treni funzionano con regolarità, poco importa…soprattutto se si è previdenti come il sottoscritto. Anche in questo caso il convoglio arriva e parte puntuale e, dopo neanche un’ora, scendo alla fermata di Budapest Ferihegy. Noto che è nevicato anche qui mentre aspetto il bus numero 200E in direzione dell’aeroporto che passa da lì a quattro minuti (servizio eccellente). Una volta nell’aerostazione passo i controlli di rito e mi godo il ritardo fisiologico serale di 30 minuti circa in partenza. Arrivo a Fiumicino dopo l’ennesima bella e profonda dormita, esco di corsa dal velivolo e mi butto sul primo Terravision presente. Poi Stazione Termini, metropolitana fino al capolinea di Anagnina, macchina e finalmente casetta che mi attende.

Conclusioni: ammetto che, a prima vista, l’Ungheria può sembrare una nazione piatta e monotona, ma non è assolutamente così. Se penso che la maggior parte della gente (95%) va solo a Budapest per turismo e per le terme mi viene da pensare a quanta ignoranza ci sia in giro. Basta vedere quanto ho scritto e mostrato su Debrecen per rendersi conto di ciò che ci si perde non visitando questa città. Certo, non saranno cose particolarmente eclatanti, ma si tratta anche di una realtà secondaria e per quello che è offre pure troppo. Personalmente sono rimasto impressionato in maniera positiva e, col senno di poi, riorganizzerei il viaggio oggi stesso. Capitolo Szolnok: c’è poco da dire: da tappabuchi si trasforma in una vera sorpresa con i suoi bei monumenti, pochi ma buoni. Alla fine, a Debrecen un soggiorno di due giorni lo si può tranquillamente pianificare. La stessa cosa non vale per Szolnok: qui ci si viene solo di passaggio e non consiglierei mai di organizzare una visita appositamente, però perchè evitarla quando si hanno 3-4 ore libere ? Non posso fare altro che dare un nuovo appuntamento al più presto possibile alla terra magiara che ha ancora molto da mostrarmi.

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