Zagabria tutta da scorpire e la piacevole Varazdin

di admin
Chiesa di San Marco - Panoramica

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Finalmente ce l’ho fatta! La pazienza paga (quasi) sempre: ho aspettato tanto tempo, ma alla fine sono riuscito a fare mie due offerte Flixbus che mi hanno permesso di effettuare la tratta Roma-Zagabria e ritorno a 4,99 euro cadauna. Si…sono conscio che sto parlando di dodici ore di viaggio per volta, ma la comodità dei pullman verdi è tale da permettere anche queste traversate. Pagare 10 euro scarsi ciò che a prezzo pieno costerebbe 80 euro equivale ad un risparmio del 87,5% ed è un’occasione che non si può certo buttare al vento. Colgo quindi l’occasione per capire se posso sfatare un mito: si dice che la parte continentale della Croazia non abbia nulla da offrire e che tutte le bellezze si trovino solo lungo la costa. Facendo un rapido calcolo, la capitale di questa nazione si trova proprio nella zona interna e non mi pare possibile che possa essere una città totalmente da snobbare; adesso ho la possibilità di verificare di persona. A dire il vero una toccata e  fuga ce l’ho già fatta circa 16-17 anni fa, ma allora valevo addirittura meno di turista sprovveduto e ricordo che non vidi quasi nulla. Ho due giorni pieni a disposizione e decido di aggiungere anche la visita di Varazdin, altra località nelle vicinanze (solo 75 kilometri di distanza). Vediamo com’è andata.

Venerdi sera: alle 20:15 esco da casa diretto all’autostazione Tiburtina dove mi aspetta il Flixbus con destinazione Zagabria; come sempre arrivo in anticipo ed il viaggiare col solo bagaglio a mano mi permette di salire per primo e di scegliere il posto migliore in assoluto. In questo febbraio 100% atipico con temperature quasi primaverili incappo nella nottata che prevede l’arrivo di aria gelida dalla Russia; il meteo indica delle minime di -5° dove sono diretto, per cui il mio abbigliamento è consono all’occasione. Non mi resta altro che rilassarmi ed aspettare ed è proprio ciò che faccio: una dormita colossale mi accompagna per larghissima parte del percorso; mi sveglio solo quando la luce del mattino entra prepotentemente dai finestrini. Purtroppo ancora è presente il posto di frontiera tra Slovenia e Croazia che al giorno d’oggi è totalmente inutile; pare che dal 1° gennaio 2020 sparirà anche questo e sarebbe anche l’ora. Alla fine i gentili addetti al controllo ci fanno perdere circa quaranta minuti ed arriviamo all’autostazione alle 10:00 con un pizzico di ritardo rispetto all’orario previsto. Scendo dal mezzo e, oltre al fatto già noto che mi aspetta una bellissima giornata di sole, sento l’annunciato freddo colpire con decisione le poche parti scoperte che ho; il tutto è accentuato dal vento che soffia in maniera non indifferente. Come dico sempre, è meglio questo che la pioggia. Ho circa settanta minuti da qui al prossimo bus che mi porterà a Varazdin, per cui ne approfitto per orientarmi un po’ facendo una passeggiata esplorativa fino alla stazione ferroviaria (1,4 kilometri a tratta). Una volta lì noto già alcuni punti di interesse che vedrò domani, ma poi faccio marcia indietro quando giunge il momento. Tornato in autostazione (ottimo il fatto che ci sia un mini centro commerciale per qualsiasi evenienza) resta da capire da quale stallo partirà il pullman per Varazdin; mi metto a cercare qualche tabellone o qualche cartello, ma non c’è niente di niente. L’unica soluzione sarebbe chiedere in biglietteria, ma preferisco continuare ad essere autodidatta come sempre, così faccio un giro tra le varie corsie: noto che alcuni bus già fermi nella fila numero 4 hanno come tappa la città che sto cercando, ma nessuno di loro è “il mio”. Deduco però che, se c’è un minimo di logica, anche il mezzo che sto aspettando partirà da questa zona. Ad un certo punto, circa dieci minuti prima dell’orario previsto per la partenza, vedo spuntare un minibus tipo Marshrutka (ma nuovissimo) che riporta sul parabrezza il cartello con la scritta “Varazdin” e di lato la scritta “Vincek”, cioè la compagnia intestataria del mio ticket: è lui! Salgo e mi metto comodo perchè mi aspettano altre due orette di viaggio, come se quello notturno non fosse stato abbastanza. Durante il tragitto vedo effettivamente che le zone che attraversiamo non sono niente di speciale in quanto a panorami offerti: si alternano paesini anonimi ed una campagna abbastanza arida. Alle 13:25 finalmente l’autostazione di Varazdin ci accoglie e sono pronto per iniziare il giro. Non ci metto molto a capire che il sole oggi non sarà benevolo perchè si trova esattamente dietro alla maggior parte dei punti di interesse della città: in questo modo le foto verranno una mezza ciofeca. Decido quindi di organizzare la visita seguendo un ordine ben preciso atto a vedere le attrazioni in determinati momenti della giornata, tanto avrò circa sei ore a disposizione e le distanze non sono enormi. Dato che non sono proprio in centro, mi butto subito nella zona periferica verso sud e vado a vedere lo stadio locale: lo trovo aperto ed entro come sempre come se fossi di casa; persone che mi guardano storto ci sono, ma anche stavolta devono farsene una ragione. Qui gioca il Varteks, squadra che attualmente milita nella seconda divisione nazionale ma che in passato ha avuto anche buone partecipazioni nella massima serie arrivando anche a piazzarsi per le coppe europee. Di fronte all’impianto si trova la piccola Cappella “Sv. Roka”.

Stadio del Varteks Varazdin

Stadio del Varteks Varazdin

Cappella Sv. Roka

Cappella Sv. Roka

Torno sui miei passi e provo a fare un giro nella parte storica, ma senza fortuna. L’ombra avvolge praticamente tutti i monumenti e la cosa non è piacevole. Per il momento si salvano solo il Municipio e la Chiesa di St. George (che si trova nella zona di un mercato già chiuso per oggi). Resta comunque piacevolissimo fare una passeggiata in mezzo a queste stradine tipiche delle nazioni balcaniche. Non so se è per colpa dell’orario post-pranzo o del freddo che a tratti gela le mani, ma in giro non c’è proprio nessuno e l’atmosfera è tranquilla alla massima potenza.

Municipio di Varazdin

Municipio di Varazdin

Chiesa di St. George

Chiesa di St. George

Per il resto, proprio non è aria; per questo motivo opto per cambiare totalmente zona e mi dirigo verso il cimitero locale. E’ molto grande per una città di circa 45.000 abitanti; è diviso in varie aree, ognuna con una propria organizzazione: vicino all’ingresso ci sono le tombe avvolte dall’abbraccio di vegetazione curatissima…proprio come se la natura volesse dare protezione ai defunti; successivamente c’è la sezione ben più affollata composta da coloro che si trovano semplicemente sotto terra senza fronzoli ed infine una parte che sembra più recente rispetto alle precedenti, un necessario prolungamento per sopravvenute esigenze. Appena fuori dal perimetro vedo la bella Chiesa “Dobroga Pastira”.

Chiesa Dobroga Pastira

Chiesa Dobroga Pastira

Prendo una scorciatoia che passa proprio accanto all’edificio religioso ed arrivo su “Optujska Ulica”, strada sulla quale la mia mappa indica due cose da vedere. La verità è che ne vedo solo una (la chiesetta dei santi Fabijan e Sebastijan) perchè l’altra (la cappella Sveti Juraj) si trova al centro di una zona militare recintata; quando giro l’angolo per proseguire la mia opera di avvicinamento al secondo punto mi trovo davanti un cancello chiuso, un casottino ed una guardia con tanto di fucile. Faccio il gesto con la mano che indica che ho scherzato…e poi giro le spalle.

Chiesetta Sv. Fabijan e Sv. Sebastijan

Chiesetta Sv. Fabijan e Sv. Sebastijan

Prendo ancora un po’ di tempo e vado a cercare un posto per mangiare il mio solito menu kebab del sabato, ma mi viene in mente che fino ad ora non ho trovato molte paninoteche per le strade di Varazdin. Mi reco dove so di aver visto sia un McDonald (se proprio non troverò altro mi fermerò lì) ed un localino che sembrava fare al caso mio. Passo davanti al McDonald e capisco perchè a passeggio non c’è nessuno: facile, stanno tutti qui dentro! C’è una marea di gente (soprattutto ragazzini) e non ci penso neanche un po’ ad entrare. Per cui l’unica scelta rimasta è il localino di cui parlavo. Entro e la situazione è abbastanza casareccia: ci sono due commesse dietro al banco e si vede che hanno appena aperto perchè stanno sistemando degli scatoloni. Alla fine ordino ciò che voglio e ci associo una birra (da queste parti guai a bere qualcos’altro). Quando esco ho lo stomaco pieno e mi rimetto in moto; il sole è fortunatamente calato di intensità perchè il tramonto si sta preparando ad arrivare. Trovo subito la Chiesa Sv. Ivana Krstitelja che ha di fronte il monumento dedicato a Grgur Ninski, vescovo croato.

Chiesa Sv. Krstitelja

Chiesa Sv. Krstitelja

In onore di Grgur Ninski

In onore di Grgur Ninski

Entro nel cortile del vicino Monastero Francescano e posso osservare una statua del santo di Assisi. Subito dopo mi imbatto nella Chiesa della nascita di Cristo.

San Francesco d'Assisi

San Francesco d’Assisi

Chiesa della Nascita di Cristo

Chiesa della Nascita di Cristo

Pochi passi ancora ed eccomi ad ammirare il punto di interesse più famoso della località che mi ospita, ovvero il Castello; costruito tra il XIV° ed il XV° secolo ha al suo interno il museo civico. Si trova in un’area verde attraversata da un viottolo “pavimentato” con la ghiaia che sembra arrivare a noi direttamente dal passato. Una cosa semplice da fare, ma importante, è cercare di vedere il Castello da tutte le angolazioni possibili sfruttando anche delle collinette erette a scopo difensivo presenti su tre dei quattro lati che ne formano il perimetro. Di fronte al maniero c’è la statua dedicata a Sv. Ivan Nepomuk, presbitero boemo e canonico nella Cattedrale di Praga.

Castello di Varazdin - Vista Frontale

Castello di Varazdin – Vista Frontale

Castello di Varazdin - Vista Laterale

Castello di Varazdin – Vista Laterale

In onore di Sv. Ivan Nepomuk

In onore di Sv. Ivan Nepomuk

Attraverso la Torre di Guardia ed entro nel centro storico da un’altra parte rispetto a quanto fatto in precedenza; su una bella piazzetta si affaccia il Sermage Palace, storico edificio che oggi ospita una esposizione d’arte; a pochi metri di distanza trovo il singolare “Muzej Andela”: tradotto letteralmente significa “Museo degli Angeli” , è stato creato da un artista locale (Zeljko Prstec) che ha dedicato oltre tre decenni della sua vita a realizzare opere che hanno proprio gli angeli come protagonisti. Chiudo questa zona vedendo la Chiesa di Sv. Florijan.

Torre di Guardia

Torre di Guardia

Sermage Palace

Sermage Palace

Muzej Andela

Muzej Andela

Chiesa di Sv. Florijan

Chiesa di Sv. Florijan

Ho modo si ritornare sulla Piazza del Municipio ed a quest’ora riesco a portare nel libro dei ricordi una panoramica completa di questo spazio; la vicina Cattedrale dell’Assunzione di Maria Vergine è il mio prossimo obiettivo, prima di imbattermi nel monumento dedicato a Vatroslav Jagic, importante docente di studi slavi in varie nazioni europee.

Panoramica della Piazza del Municipio

Panoramica della Piazza del Municipio

Cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine

Cattedrale dell’Assunzione di Maria Vergine

In onore di Vatrsolav Jagic

In onore di Vatrsolav Jagic

Continuo la passeggiata ed arrivo nella piazzetta che ospita quella che fu la prima scuola elementare di Varazdin; niente di estremamente particolare…però mi piace l’insieme con un pizzico di luce artificiale ed un’unica bicicletta parcheggiata lì davanti. Segue poi la Chiesa Sv. Nikola che fatico un po’ a fotografare per mancanza del campo necessario. Alla fine rimangono soltanto la Chiesa dei Cappuccini (l’immagine è quella che è perchè ostacolata sia dalle mura di recinzione che dagli alberi) e la piccola Chiesa Sv. Vida. Come si può vedere, ormai il sole è andato del tutto.

Prima Scuola Elementare di Varazdin

Prima Scuola Elementare di Varazdin

Chiesa Sv. Nikola

Chiesa Sv. Nikola

Chiesa dei Cappuccini

Chiesa dei Cappuccini

Chiesa Sv. Vida

Chiesa Sv. Vida

Guardo l’orologio ed ho a disposizione ancora un’oretta prima di dovermi rifugiare nell’autostazione in attesa del bus che mi riporterà a Zagabria. Ormai il posto lo conosco a memoria, così decido di ripercorrere i punti salienti per vederli anche con la luce artificiale; certo…la temperatura non invoglia, ma io sono sempre più forte del meteo. Di seguito pubblico qualche chicca:

Chiesa Sv. Krstitelja di sera

Chiesa Sv. Krstitelja di sera

Castello di Varazdin di sera

Castello di Varazdin di sera

Castello di Varazdin visto dal ponte della Torre di Guardia

Castello di Varazdin visto dal ponte della Torre di Guardia

Adesso per Varazdin è proprio tutto; il mezzo della “Croatia Bus” arriva un pochino prima allo stallo ed io ne approfitto per entrare a ripararmi dal freddo. La partenza è puntuale ed arrivo a destinazione alle 21:30 circa rispettando in pieno gli orari previsti. Non mi resta altro da fare che comprare qualcosa per la cena ed andare in stanza. Sono tranquillo perchè ho letto on-line che un market alla stazione ferroviaria è aperto fino a mezzanotte, per cui mi incammino. Quando arrivo lì…qualcosa non va come avrebbe dovuto: il negozio c’è, ma è chiuso dalle 18:30 o qualcosa del genere. Morale della favola: sono senza cena. Non mi fido più della rete e, guardandomi intorno, non vedo botteghe alimentari; non ho altra scelta che mettermi a camminare verso il centro in cerca di qualcosa da mangiare a buon mercato da portare in camera. Sono fuori da ieri alle 20:15 e non ho alcuna intenzione di mangiare in un ristorante o qualcosa di simile. Alla fine la sorte mi viene incontro: la Croazia ha tantissimi forni disseminati per strada che vendono delle squisitezze locali con ripieno di carne, di formaggio e chi più ne ha più ne metta. Compro qualche pezzo e poi mi fermo da un “Tabak” ad acquistare una bottiglia di Coca Cola Zero. Con finalmente tutto ciò che mi serve vado all’indirizzo indicato dalla prenotazione di AirBnb dove posso effettuare un self check-in. Lo spazio che trovo è nuovo, pulito e carino; soprattutto ha i riscaldamenti regolabili e mi diletto subito nella nobile arte dello spostare la levetta dall’attuale livello “2” al nuovo livello “5”. Fatto ciò inizia la cena ed il relax totale fino a tarda notte col mio amico calcio manager.

Domenica mattina: la sveglia oggi è abbastanza comoda e fino alle 8:35 non mi alzo dal letto. Calcolando che voglio uscire per le 9:00 avrò circa dodici ore per andare alla scoperta di ogni angolo di Zagabria, tempo che ritengo sufficiente. Sistemo tutto (me stesso in primis…) e poi faccio il self check-out. I punti salienti segnati sulla mappa sono davvero tanti, ma non mi lascio certo impaurire. Sono arrivato alla resa dei conti: la capitale croata merita un’intera giornata e tutta questa sfacchinata oppure ha ragione chi la definisce tetra e vuota? Inizio da ciò che ho più vicino, e cioè dalla grande Piazza “Re Tomislav”: il colpo d’occhio è davvero bello: racchiusa da edifici su tre dei suoi quattro lati, lascia l’ultimo aperto per coloro che arrivano dalla vicina stazione ferroviaria; altrettanto belle sono sia la statua equestre che la fontana qui presenti, entrambe dedicate proprio al sovrano del passato. Uno dei palazzi di cui ho appena parlato è il bellissimo “Art Pavillion” che osservo, come anche la scultura di Fran Krsinic chiamata “Esecuzione degli ostaggi” posta sull’altro lato della strada.

In onore di Re Tomislav

In onore di Re Tomislav

Fontana Re Tomislav

Art Pavillion

Art Pavillion

Esecuzione degli ostaggi

Esecuzione degli ostaggi

Prendo adesso “Ulica Baruna Trenka” che poi diventa “Ulica Jurja Zerjavica” e raggiungo l’imponente Archivio di Stato Croato; di fronte ha un monumento dedicato al poeta Marko Marulic e sul retro quello dedicato al prete/archeologo Frane Bulic. Non lontano posso ammirare anche il palazzo che ospita il Museo Mimara, talmente grande da non riuscire ad entrare completamente nell’obiettivo della mia reflex.

Archivio di Stato croato

Archivio di Stato croato

Dedicato a Marko Marulic

Dedicato a Marko Marulic

Museo Mimara

Museo Mimara

Il giro va in crescendo e su questo non ho assolutamente dubbi: è la volta dell’edificio adibito a Museo delle Arti e dei Mestieri, della statua equestre di San Giorgio che uccide il Drago, del Teatro Nazionale Croato e dell’opera “The Weel of Life” dello scultore Ivan Mestrovic. Il tutto si trova nella stessa piazza (Trg Republike Hrvatske): basta semplicemente girare su se stessi e si rimane sempre soddisfatti.

Museo delle Arti e dei Mestieri

Museo delle Arti e dei Mestieri

San Giorgio uccide il Drago

San Giorgio uccide il Drago

Teatro Nazionale Croato

Teatro Nazionale Croato

The Well of Life di Ivan Mestrovic

The Well of Life di Ivan Mestrovic

Nelle vicinanze ci sarebbe anche il Museo Etnografico, ma è invaso dai lavori in corso e quindi coperto da impalcature. Su “Frankopanksa Ulica” trovo la Chiesa “Sveti Vinko Paulski”, seguita poi dall’Academy of Music che non ha particolari motivi per essere ricordata. Cerco e trovo il monumento in onore di Nikola Tesla (fisico ed ingegnere elettrico) e poi chiudo il primo cerchio della giornata raggiungendo il Park Zrinjevac dove trovo una stazione meterologica, una fontana, un gazebo ed una serie di busti raffiguranti personaggi importanti per la Croazia.

Chiesa Sveti Vinko Paulski

Chiesa Sveti Vinko Paulski

Dedicato a Nikola Tesla

Dedicato a Nikola Tesla

Stazione Metereologica

Stazione Metereologica

Gazebo di Park Zrinjevac

Gazebo di Park Zrinjevac

E’ il momento di spostarmi fino ad arrivare ad osservare la Basilica del Sacro Cuore: è già il secondo caso in poco tempo di chiesa “incassata” tra le comuni abitazioni ed inzio a credere che per Zagabria sia normale. Più avanti ecco il “Mestrovic Pavillion” che, insieme alla fontana qui presente, regala un ottimo colpo d’occhio. La passeggiata continua vedendo prima la sede della Banca Nazionale Croata e poi la Chiesa di San Pietro.

Basilica del Sacro Cuore

Basilica del Sacro Cuore

Mestrovic Pavillion

Mestrovic Pavillion

Sede della Banca Nazionale Croata

Sede della Banca Nazionale Croata

Chiesa di San Pietro

Chiesa di San Pietro

Torno indietro fino al prossimo obiettivo che è il monumento allo scrittore croato August Senoa, seguito da quello in onore di Stjepan Radic (politico locale che nel 1905 fu uno dei fondatori del Partito Contadino; ancora oggi esiste anche se con ben minore seguito rispetto ad allora). Resto qualche minuto in attesa di poter fare la foto perchè una guida e le sue “pecorelle” si sono piazzati proprio davanti alla statua e di andarsene non ne vogliono proprio sapere. Alla fine ci riesco e proseguo.

August Senoa

August Senoa

Stjepan Radic

Stjepan Radic

Faccio il mio ingresso in Piazza “Josip Jelacic”, ovvero il cuore di Zagabria. E’ un po’ il fulcro della città, anche se non ha particolari segni distintivi. Al centro c’è la statua equestre dedicata all’ex bano di Croazia che dà il nome a quest’area. Da notare poi la piccola fontana “Mandusevac” e…due maxischermi tipo stadio che indicano ora e luogo. Cosa assolutamente negativa: una specie di tendonato dove al suo interno vengono venduti oggetti tipici locali occupa una larga parte della piazza e va quasi a toccare la statua; inutile dire che questo elemento rovina molto l’atmosfera.

Statua Equestre di Josip Jelacic

Statua Equestre di Josip Jelacic

Fontana Mandusevac

Fontana Mandusevac

Uno dei due Maxischermi in Piazza Josip Jelacic

Uno dei due Maxischermi in Piazza Josip Jelacic

Colpo d'occhio di Piazza Josip Jelacic

Colpo d’occhio di Piazza Josip Jelacic

Inizio l’esplorazione delle vie che da qui si diramano e lo faccio scorgendo il “Grounded Sun”, opera totalmente vandalizzata dai writers; mi trovo ora in Piazza “Petar Preradovic” (poeta, scrittore e militare) e posso fotografare il monumento in suo onore; a brevissima distanza osservo anche la Cattedrale Ortodossa e, arrivato su “Ilica”, la scultura per il poeta scrittore Andrije Kacic. Chiudo anche questa parte arrivando fino alla piccola Cappella “Sveti Rok” che si trova all’inizio della salita per la città alta.

Grounded Sun

Grounded Sun

Dedicata a Petar Preradovic

Dedicata a Petar Preradovic

Cattedrale Ortodossa

Cattedrale Ortodossa

Andrije Kacic

Andrije Kacic

Cappella Sveti Rok

Cappella Sveti Rok

Non ho ancora intenzione di andare fin lassù, per cui percorro in discesa il breve tratto appena affrontato e torno in Piazza Josip Jelacic da dove prendo una nuova direzione: salgo le scale che mi portano fino a “Dolac”, una piazza che nella prima metà della giornata è adibita a mercato ortofrutticolo; c’è qualcuno che ama queste cose, ma francamente quel qualcuno non sono io. Ci trovo solo confusione e soprattutto maggiore possibilità di venire borseggiati, per cui aumento in me stesso la modalità “allerta”. Noto subito la statua in onore di “Kumica Barica”: è una simbolo che vuole rappresentare la contadina anziana dei dintorni di Zagabria;  devo scendere di nuovo delle scale (stavolta alla mia sinistra) per poter vedere la facciata della St. Mary Church. Salgo nuovamente su “Dolac” e trovo il monumento a “Petrica Kerempuh”, un personaggio immaginario di alcune opere letterarie locali.

Kumica Barica

Kumica Barica

St. Mary Church

St. Mary Church

Scultura a Petrica Kerempuh

Scultura a Petrica Kerempuh

E’ la volta di uno dei pezzi forti della città, ovvero la Cattedrale. Purtroppo però, come troppo spesso accade, ci trovo dei “bellissimi” lavori in corso che ne rovinano la facciata. E’ una cosa che ho già scritto in diverse occasioni e ripetermi non mi piace proprio, ma pare come se tutto il mondo stesse per crollare nello stesso momento; possibile che si debbano fare tutti insieme questi interventi di manutenzione? So già che non avrò risposta, ma la domanda me la continuo a porre. Di fronte all’edificio religioso c’è l’Holy Mary Monument.

Cattedrale di Zagabria

Cattedrale di Zagabria

Holy Mary Monument

Holy Mary Monument

Una breve passeggiata mi porta fino alla Chiesa Cattolica di San Francesco d’Assisi: è molto bella, anche se dall’immagine che segue non sembra niente di speciale; purtroppo un problema di spazio limitato non mi permette in nessun modo di inquadrarla per intero. Entro per pochi secondi nel “Park Opatovina” e lo uso spudoratamente per raggiungere una scalinata e scendere verso la famosa “Ulica Ivana Tkalcica”: si tratta di una strada molto particolare perchè è stracolma di localini per mangiare/bere qualcosa (l’offerta culinaria proviene da diverse parti del mondo) nonchè di negozi vari di souvenirs. Ci faccio giusto un passaggio perchè a me ciò che è prettamente commerciale non interessa. Ci trovo il ricordo di Marija Juric Zagorka che pare essere stata la prima giornalista donna della Croazia. Salgo fino alla statua di San Giorgio e vedo la famosa Porta di Pietra, l’unica arrivata a noi dal medioevo attraverso la quale si accede alla città alta; vi aleggia la leggenda di un dipinto della Madonna che pare essere rimasto intatto dopo un terribile incendio e per questo è diventata meta di pellegrinaggio. Nella medesima strada noto una particolarità: un negozio di cravatte ne ha in esposizione una gigantesca a scacchi bianchi e rossi che ricordano i colori della Croazia (esempio classico è la maglia della nazionale di calcio). Non posso andare via senza fotografarla.

Chiesa di San Francesco d'Assisi

Chiesa di San Francesco d’Assisi

Marija Juric Zagorka

Marija Juric Zagorka

Statua di San Giorgio

Statua di San Giorgio

La mega-caravatta croata

La mega-caravatta croata

Torno sui miei passi e mi reco all’ingresso del “Tunel Gric”: come recita il nome stesso, si tratta di un tunnel fatto scavare in tempo di guerra sia come rifugio anti aereo che come strumento di passaggio. Oggi è ancora qui e fortunatamente viene usato solo per la seconda delle due funzioni. Una cosa simile l’avevo già vista sempre in Croazia (per la precisione durante la visita di Rijeka) ed in questo caso ne rimango meno impressionato; la volta precedente l’ho trovato più grezzo e ciò significa probabilmente che fosse più autentico. Decido di attraversarlo tutto e, appena esco dalla parte opposta, vado a vedere una buffa statua di Charlie Chaplin che si trova nelle immediate vicinanze di un cinema (e non poteva essere altimenti)

Tunel Gric - Ingresso

Tunel Gric – Ingresso

Tunel Gric - Interno

Tunel Gric – Interno

In onore di Charlie Chaplin

In onore di Charlie Chaplin

Giunge il momento di affrontare la “salitina” che mi divide dalla città alta e lo faccio tramite la scalinata che porta alla Strossmayer Promenade: è una bella passeggiata che permette di ammirare Zagabria dall’alto verso il basso, ma il bello arriverà alla fine. Per il momento noto prima la Torre “Lotrscak” ed una particolare scultura del giornalista/scrittore Antun Gustav Matos con tanto di panchina in coordinato.

Torre Lotrscak

Torre Lotrscak

In onore di Antun Gustav Matos

In onore di Antun Gustav Matos

Accedo ad un piazzale che finalmente regala il meglio della capitale croata: da qui ho l’affaccio privilegiato verso la parte della cattedrale (ma non solo) ed è impossibile spiegare a parole che spettacolo sia. Immancabili le turiste asiatiche che si cimentano in centinaia di scatti in pose di ogni tipo credendo di essere pure belle. La verità è che sono solo ridicole, ma spiegandoglielo alla mia maniera finirebbero dritte in analisi. Torno sulla strada asfaltata e posso ammirare la bella Chiesa di Santa Caterina. Mi reco poi nel piccolo “Park Bele IV” e lo faccio con un preciso intento: vedere e portare con me l’immagine della “Bambina Gioiosa”, nome di una statua che regala ben più di un sorriso.

Zagabria dall'alto

Zagabria dall’alto

Chiesa di Santa Caterina

Chiesa di Santa Caterina

La Bambina Gioiosa

La Bambina Gioiosa

Imbocco “Cirilometodska Ulica” e mi imbatto in tre punti di interesse uno dietro l’altro: il primo è la Concattedrale dei Santi Cirillo e Metodio, il secondo è il Museo croato di Arte Naif ed il terzo è il Palazzo del Municipio. Ma non è finita qui perchè qualche passo ancora e si apre Piazza San Marco che ospita l’omonima Chiesa: sfoggia un tetto semplicemente pazzesco, reso ancora più bello dal sole clamoroso che rende questo inverno da ricordare nella storia per quanto è speciale dal punto di vista metereologico (chissenefregadellagricolturaiovogliosoloilsole…). Ci sarebbero anche altri uffici governativi ma nessuno prende più di tanto la mia attenzione.

Concattedrale dei Santi Cirillo e Metodio

Concattedrale dei Santi Cirillo e Metodio

Museo Croato di Arte Naif

Museo Croato di Arte Naif

Chiesa di San Marco - Panoramica

Chiesa di San Marco – Panoramica

Chiesa di San Marco - dettaglio del tetto

Chiesa di San Marco – dettaglio del tetto

Una serie di traverse mi conducono prima al Museo di Storia Croata, poi all’Atelier Mestrovic ed infine al Museo Cittadino. Da questo momento inizia una discreta camminata (qualche kilometro a tratta) che mi porta ad ammirare il Cimitero Monumentale “Mirogoj” che, credetemi, vale davvero la pena di essere visitato. Tornando indietro percorro la stessa strada dell’andata (cosa strana per me, ma stavolta preferisco così) e dedico cinque minuti anche alla piccola Chiesa di San Giorgio che trovo quasi per caso in quanto fuori dalla mia mappa.

Cimitero Monumentale Mirogoj

Cimitero Monumentale Mirogoj

Chiesa di San Giorgio

Chiesa di San Giorgio

La giornata prosegue con un’altra degna passeggiata: l’obiettivo più vicino sta “solo” a 3,8 kilometri  di distanza, così mi armo di pazienza e vado. Arrivo a destinazione e vedo nell’ordine il Museo della Tecnologia intitolato a Nikola Tesla (ho già citato prima questo personaggio), lo stadio dove gioca la squadra del NK Zagabria ed il Museo-Memoriale intitolato a Drazen Petrovic. Quest’ultimo è stato uno dei migliori giocatori europei di basket di tutti i tempi; i suoi numeri ed i suoi records fanno impallidire ancora oggi; destino ha voluto che un campione del genere morisse in un incidente stradale all’età di 28 anni, cioè quando aveva ancora tantissimo da regalare agli appassionati. Questo è il modo in cui i suoi connazionali non lo dimenticheranno mai.

Museo della Tecnologia Nikola Tesla

Museo della Tecnologia Nikola Tesla

Museo-Memoriale a Drazen Petrovic

Museo-Memoriale a Drazen Petrovic

Vado avanti imperterrito con le scarpe che mi stanno odiando (per non parlare di cosa pensando di me i piedi e le gambe…) ed arrivo fino al punto in cui si trovano la Sala Concerti intitolata a Vatroslav Lisinski e, dal lato opposto della strada, le “Fontane Bandicene”, ovvero un’area molto ampia piena di verde e fontane a non finire. E’ presente anche il monumento in onore di Franjo Tudjman, primo presidente della Croazia indipendente dopo la scissione assolutamente non indolore dalla ex Jugoslavia. Completa il quadro l’edificio che ospita la Biblioteca Nazionale ed Universitaria.

Sala Concerti Vatroslav Lisinski

Sala Concerti Vatroslav Lisinski

Fontane Bandicene - un piccolo esempio

Fontane Bandicene – un piccolo esempio

Monumento a Franjo Tudjman

Monumento a Franjo Tudjman

Biblioteca Nazionale ed Universitaria

Biblioteca Nazionale ed Universitaria

Ho ancora del tempo a disposizione e resta qualcosa da vedere; il problema è che il prossimo punto segnato sulla mappa si trova a 4,7 kilometri dalla mia posizione attuale. Ci penso qualche minuto sedendomi su una panchina posta nell’area delle fontane, ma poi decido di andare e mi infondo coraggio promettendomi che avrei mangiato il mio solito menu kebab (questa dieta maledetta deve finire ed ormai mancano solo tre settimane, per fortuna…) solo dopo aver terminato di vedere davvero tutto. Ci metto un po’ ed è inutile negarlo, però alla fine giungo nella zona dello Stadio Maksimir, quello in cui gioca la squadra più forte e rinomata dell’intera nazione: il Croatia Zagabria. Ho la fortuna di presentarmi in zona proprio poco prima dell’inizio di un match di campionato, per cui vedo l’area vissuta dai tifosi che si recano a prendere posto sulle gradinate. L’impianto è molto grande e moderno, talmente di nuova concezione che non sembra affatto uno stadio. Ho modo di vedere anche il Monumento al Discobolo prima di fare una passeggiata nell’enorme Maksimir Park. La luce del giorno si sta affievolendo sempre di più (l’inverno è atipico…lo ribadisco…ma è pur sempre il 24 febbraio) ed io posso spingermi solo fino al “Vidkovac”, ma assolutamente non oltre; sicuramente c’è dell’altro, compreso un bel laghetto, ma devo dire basta.

Monumento al Discobolo

Monumento al Discobolo

Vidikovac

Vidikovac

Torno indietro in direzione del centro; mantengo la mia promessa con me stesso, così cerco e trovo un fast food dove entro e mangio: sarebbe il pranzo, anche se sono le 18:30 circa. Preso il vassoio mi siedo ad un tavolino e mi gusto in TV uno spezzone della partita che si sta giocando più o meno ad un kilometro da me, quella tra Croatia Zagabria ed Osijek che al ventiduesimo minuto del primo tempo è già sul 2-0 per i padroni di casa; ormai il Croatia Zagabria vince campionati a mani basse da chissà quanti anni consecutivi al punto da non farci più caso. Rimango seduto il più possibile, ma alla fine rieccomi in strada. Decido di fare l’ultima passeggiata su Piazza Josip Jelacic e, come ultimo servizio, penso anche alla cena che consumerò più tardi a bordo del Flixbus: rientro nello stesso forno che mi ha letteralmente salvato la vita ieri sera e compro le stesse cose che mi sono piaciute molto. Adesso posso dire che è davvero tutto; rimetto in moto le gambe per l’ultima volta ed arrivo all’autostazione circa quaranta minuti prima della partenza del bus. Intuisco quale sia lo stallo giusto, aspetto ed entro per primo appena possibile. Il viaggio di ritorno parte con un ritardo di quarantacinque minuti causa un imprecisato problema tecnico, però fortuna vuole che stavolta superiamo le frontiere di Croazia e Slovenia in una decina di minuti in totale. La notte passa benissimo, cioè in un sonno totale per quanto mi riguarda. L’arrivo a Roma è tranquillo, in modo tale da permettermi di andare direttamente in ufficio per l’inizio di una nuova settimana lavorativa.

In conclusione posso dire, senza paura di essere smentito, che Zagabria non sarà una città mirabolante e che lascia un segno indelebile, però arrivare a descriverla come tetra, grigia e vuota è un errore colossale. L’ho girata in lungo ed in largo ed ho portato via quasi cento fotografie, quindi la morale può avere solo due facce: o sono matto io, oppure chi parla male di questa capitale non l’ha vista bene come me. Varazdin viene definita la “piccola Praga”…ed è questo il vero mistero: perchè? Non ne vedo proprio il motivo; è una cittadina carina e contenuta, ma tale paragone mi sembra abbastanza azzardato. Purtroppo, anche grazie ad ulteriori ricerche che ho fatto nel recente passato, nella Croazia continentale non c’è davvero molto altro da vedere a parte Zagabria e Varazdin; o meglio, ci sarebbero anche altre località carine, ma assolutamente non da dedicarci un giorno intero. Forse noleggiando una macchina e fermandosi circa un’ora o due al massimo in ogni centro si potrebbe organizzare una ricca giornata, ma per chi si sposta con i mezzi pubblici come faccio io rischia di essere più noia che altro. Quindi ripeto il consiglio di visitare sia Zagabria che Varazdin perchè da queste parti di grigio e tetro c’è solo il cervello di chi viaggia per sparare cazzate a non finire.

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