Tirana e Durazzo: L’Albania si conferma piacevole

di admin
Statua Equestre di Skanderberg

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Il primo week-end di febbraio mi regala la terza visita in terra albanese; anche se al momento è la sede dell’unico aeroporto funzionante del paese, nelle due precedenti volte non ho mai avuto modo di setacciare la capitale Tirana ed è quindi arrivato il momento di farlo. Attualmente il problema principale che blocca me e molta gente dal recarsi in Albania è l’elevato costo dei voli; il gioco delle tariffe è follia pura: si possono trovare offerte a cinque euro per la Germania (o per mete addirittura più lontane) mentre per percorrere la tratta che dista 215 kilometri da Bari bisogna quasi rompere il dindarolo. Qualcosa però si sta muovendo e la Wizz Air ha aperto dei collegamenti da pochissime settimane in partenza da alcune città italiane, ma non da Roma. Ciò significa che mi devo attrezzare (o per meglio dire “ammazzare”…) a modo mio, cioè costruendo un itinerario che mi farà rotolare per mezza Europa come una biglia d’acciaio dentro ad un flipper. Già che ci sono decido di andare anche a Durazzo, città portuale recentemente colpita da due forti scosse di terremoto: la prima il 26 novembre 2019 e la seconda il 28 gennaio 2020, vale a dire solo dieci giorni prima della mia partenza. Vediamo com’è andata…

Venerdi mattina: prendo qualche ora di permesso in ufficio ed alle 12:00 mi trovo già seduto all’interno della mia auto; compio il solito tragitto ed in poche decine di minuti sono dentro al terminal di Ciampino dove effettuo il controllo di sicurezza e mi reco all’imbarco. La porta “A3” è quella che indica Budapest e la capitale ungherese sarà la prima città di transito di questo crazy trip. L’aereo parte puntuale (come anche la mia dormita che non si fa certo attendere) ed alle 15:20 atterriamo senza problemi. Quando sono nell’area arrivi ci metto un attimo ad aprire l’app della mia carta Revolut, fare lo switch da circa undici euro a 4.000 fiorini e prelevare subito dopo la medesima cifra al bancomat qui presente. Con la valuta locale in mano compro i biglietti per i mezzi pubblici e vado a fare una passeggiata in centro, dato che dovrò stare qui fino a domani mattina. Però il post tratta dell’Albania, per cui salto per intero questa parte e riprendo dal momento del mio rientro in aeroporto. La Spar presente nel Terminal 2B è la mia fornitrice della cena di stasera, mentre le scomodissime sedie con braccioli poste sotto alla scala mobile che porta alle partenze saranno il mio hotel per stanotte.

Sabato mattina: Dopo aver dormito poche ore mi sveglio alle 5:20 ed uso ancora la Spar da poco aperta (fa orario 05:00 – 22:00) per comprare qualcosa per la colazione che mangio immediatamente. Salgo al piano di sopra ed inizio la trafila per il nuovo volo. Anche il Budapest-Tirana della compagnia Wizz Air parte puntuale e, dopo aver recuperato un pochino del sonno perduto, mi ritrovo alle 8:15 ad effettuare il controllo passaporti in entrata nel paese delle aquile. Il moderno ma piccolo scalo sarà la mia casa per i prossimi cento minuti perchè alle 10:00 in punto partirà un minibus che mi porterà alla prima destinazione prevista, ovvero Durazzo. Non posso fare a meno di notare che dopo i primi due week-end fuori del 2020 passati quasi interamente sotto la pioggia, oggi c’è un bellissimo sole; per questo motivo, dopo aver letto il Televideo per le ultime notizie mi piazzo fuori per quasi un’ora (il fatto che sono in piedi adesso non conta) col solo intento di farmi riscaldare dai raggi che finalmente non vengono ostacolati da alcuna nuvola; è una cosa meravigliosa da fare quando si è ben consci che il calendario indica 8 febbraio. I minuti passano e prendo il mio posto sul mezzo pubblico pagato 4,50 euro. L’autista se la prende comoda e raggiungiamo la destinazione in cinquanta minuti invece dei trentacinque previsti. Veniamo scaricati all’autostazione centrale di Durazzo, in Rruga Adria. Basta un giro a 360 gradi su me stesso per capire che questa che mi ospiterà oggi è una cittadina viva ed tranquillamente frenetica; la gente in giro è davvero tanta e tutta indaffarata ad andare da una parte all’altra, spesso con buste della spesa in entrambe le mani. Qui siamo fuori dalla UE e quindi il roaming è ancora realtà; con i costi della connessione internet non proprio regalati sono costretto a tornare ad uno dei miei vecchi cavalli di battaglia, vale a dire la mappa cartacea. La prendo dallo zaino ed inizio ad orientarmi. Decido di cominciare dal punto più alto sul livello del mare tra quelli previsti nel tour preparato da casa, per cui affronto una discreta salita fino a raggiungere quella che fu la “Villa di Re Zog”; purtroppo oggi non è visitabile in nessun modo neanche esternamente; ogni accesso è stato chiuso per evitare che venga vandalizzata ancora di più di come sia già stato fatto in passato. Pare ci sia un piano ben avviato per riportarla agli antichi splendori, ma per ora sono solo parole. L’unica vista che si può avere è quella della foto pubblicata qui sotto; già che sono qui mi basta voltarmi per avere una panoramica di una parte della città affacciata sul suo bellissimo mare.

Ex Villa di Re Zog d'Albania

Ex Villa di Re Zog d’Albania

Vista di Durazzo affacciata sull'Adriatico

Vista di Durazzo affacciata sull’Adriatico

Inizio la strada in discesa dirigendomi verso quella che è la “Torre della Guardia del Castello di Durazzo”. La passeggiata è molto breve, ma quando mi avvicino ho una delle peggiori sorprese che ci possano essere al mondo: noto che questo luogo è usato come punto di ritrovo per i teen-agers locali, ovvero giovinotti intenti a non fare una minchia col solo intento di fissare e giudicare qualsiasi estraneo gli si presenti a tiro. Per quanto amo questo genere di personaggi avrei preferito di gran lunga trovarmi faccia a faccia con un Grizzly inferocito perchè di sicuro è più gestibile dei ragazzini in branco; alla loro età andavo in piazzetta a giocare a pallone e non stavo fermo impalato a bighellonare, ma pare che la moda attuale imponga questo. Resto il tempo necessario per scattare un paio di foto significative e poi lascio volentieri l’allegra compagnia dei nullafacenti per dedicarmi ad altro.

Torre della Guardia del Castello di Durazzo

Torre della Guardia del Castello di Durazzo

Vista dalla Torre della Guardia

Vista dalla Torre della Guardia

Dopo aver superato un tratto di verde pubblico gestito da una mucca e due capre al pascolo (eh si…da queste parti è piacevolmente normale) a farsi osservare è una semplice Chiesa Ortodossa della quale on-line non riesco a trovare il nome. La sua particolarità è che affaccia su di uno strapiombo ed è quindi molto più visibile dal livello del mare che dalla strada di accesso.

Chiesa Ortodossa - lato strapiombo

Chiesa Ortodossa – lato strapiombo

Chiesa Ortodossa - lato strada

Chiesa Ortodossa – lato strada

Una cosa della quale ho sempre sentito parlare è “L’Anfiteatro Romano di Durazzo” e adesso che mi trovo a due passi da lui non vedo l’ora di andarci. Ci accedo superando una porta aperta nelle vecchie mura della città ancora in piedi, ma lo spettacolo non è dei migliori: dell’antica struttura c’è rimasta solo la forma e qualcosa che ha la parvenza delle gradinate, più poche colonne ancora in piedi ma molto pericolanti; basta così, se non per il resto della superficie coperto da erba. Oggi è il teatro di battaglie tra i gatti del quartiere (ne vedo due in diretta che se ne stanno dando di santa ragione), ma questo non giustifica il biglietto per l’ingresso. Non fraintendemi: costa meno di due euro e non è questo il problema; il punto è che non varrebbe neanche l’ingresso gratuito.

Mura della città ancora oggi in piedi

Mura della città ancora oggi in piedi

Anfiteatro Romano di Durazzo

Anfiteatro Romano di Durazzo

Il vincitore della battaglia tra gatti va via fiero e baldanzoso

Il vincitore della battaglia tra gatti va via fiero e baldanzoso

La vicina “Moschea Fatih” è, come troppo spesso accade, nascosta in un angolo e non fotografabile. Pochi passi e mi trovo per la prima volta di fronte al dramma del terremoto: un pezzo delle mura (poco distante dal precedente fotografato tutto intero) è accasciato sull’asfalto della carreggiata e transennato per dare meno fastidio possibile alla circolazione nell’attesa di una futura rimozione. Ovviamente è meglio che sia crollato questo piuttosto che case con persone all’interno, però è comunque un grandissimo peccato. Proprio di fronte vedo l’enorme edificio che ospita la sede di Durazzo “dell’Albanian College” e, alla mia destra, la “Statua per Telat Noga”, eroe locale che morì torturato nel Campo di Concentramento di Mathausen.

Antiche Mura crollate dopo il terremoto

Antiche Mura crollate dopo il terremoto

Sede di Durazzo dell'Albanian College

Sede di Durazzo dell’Albanian College

Statua per Telat Noga

Statua per Telat Noga

Mi affaccio su una delle zone più belle di Durazzo, cioè il lungomare. Ciò che trovo non mi gratifica, ma lo comprendo: si sa che l’Albania sta lentamente cercando di recuperare dopo decenni di immobilismo dovuto alla scellerata politica dell’ex dittatore Enver Hoxha, per cui per una volta accetto di buon grado i lavori in corso che chiudono di fatto tutta la Vollga Promenade. Seguendo alcuni cittadini locali sicuramente poco ligi riesco comunque ad infilarmi nell’area del cantiere ed a fare il mio giro esplorativo con gli operai che guardano increduli chiedendosi cosa ci faccia qui uno sconosciuto senza permesso con tanto di zaino e reflex. E’ così che fotografo il “Monumento ai Partigiani” ed una moderna “Statua di Gladiatori”. Di più non c’è in questo momento causa lavori in corso.

Monumento ai Partigiani

Monumento ai Partigiani

Statua di Gladiatori

Statua di Gladiatori

E’ qui che faccio un gradito incontro: un anziano artista locale capisce che sono un turista (non come quei geni che mi chiedono ogni santa volta indicazioni stradali nonostante io non sia palesemente del luogo) e, capendo che sono italiano, inizia a parlare a volume altissimo di come i nostri popoli siano amici fraterni. Mi propone di farmi fare un ritratto da lui ma io non ho tempo, per cui mi chiede di fare la foto al logo della sua attività per poi pubblicarla on-line ed io mantengo la promessa. Dopo averlo congedato vado a vedere prima il “Museo Archeologico di Durazzo” e poi, tornando indietro, la particolare decorazione di una rotonda stradale, il “Monumento al Soldato” e la “Torre Veneziana”.

Il logo del mio nuovo amico artista

Il logo del mio nuovo amico artista

Museo Archeologico di Durazzo

Museo Archeologico di Durazzo

Monumento al Soldato

Monumento al Soldato

Torre Veneziana

Torre Veneziana

Dietro all’ “Omaggio per Theofan Stilian Noli” (un esponente politico-culturale locale che nella vita ne ha fatte addirittura più di Schwarzenegger…e prendo come esempio uno che nella nazione più ridicola del mondo è passato in un batter d’occhio dal fare l’attore a decidere della pena di morte in California) c’è la bella “Chiesa Ortodossa di St. Pavel e St. Ast”; peccato che un terribile grattacielo moderno ubicato alle sue spalle ne rovini la visuale.

Omaggio per Theofan Stilian Noli

Omaggio per Theofan Stilian Noli

Chiesa Ortodossa St. Pavel e St. Ast - vista frontale

Chiesa Ortodossa St. Pavel e St. Ast – vista frontale

Chiesa Ortodossa St. Pavel e St. Ast - vista laterale

Chiesa Ortodossa St. Pavel e St. Ast – vista laterale

Faccio un salto ad osservare la “Chiesa Cattolica di Santa Lucia” che non trovo in condizioni ottimali. La “Statua per Hafiz Ali Podgorica” (ex sindaco di Durazzo) mi introduce in Piazza della Libertà (Sheshi Liria in lingua locale) che mi accoglie con due piacevoli fontane al suo centro. Alla mia sinistra noto l’edificio che ospita il “Municipio”, di fronte ho la “Xhamia e Madhe” mentre a destra vedo il “Teatro Aleksander Moisiu”. Oltre a tutto questo è chiaro come gli abitanti di Durazzo amino e sfruttino questo preciso luogo per passeggiare e sostare sulle panchine nel tempo libero.

Statua per Hafiz Ali Podgorica

Statua per Hafiz Ali Podgorica

Fontane di Piazza della Libertà - 1

Fontane di Piazza della Libertà – 1

Fontane di Piazza della Libertà - 2

Fontane di Piazza della Libertà – 2

Municipio di Durazzo

Municipio di Durazzo

Xhamia e Madhe

Xhamia e Madhe

Teatro Aleksander Moisiu

Teatro Aleksander Moisiu

Prendo Rruga Aleksander Goga e trovo quasi subito ciò che resta del “Foro e dei Bagni Romani”; la foto la scatto per documentare questo posto, ma a mio parere non c’è rimasto più nulla da conservare. Le cose disastrate fino a questo punto andrebbero finite di abbattere perchè ormai serve troppa fantasia per immaginare come fossero nei tempi d’oro. Più avanti, sulla sinistra, noto il palazzo che ospita il “Museo dei Martiri” per poi buttarmi a capofitto sullo “Stadio Niko Dovana” dove gioca la squadra locale che prende il nome di Teuta. Ogni mio sforzo per entrare nell’impianto sportivo è vano perchè è tutto chiuso; alle 17:00 si giocherà una partita di campionato valida per la massima divisione albanese, ma non potrò assistere perchè a quell’ora ho in programma la ripartenza alla volta di Tirana. Percorrendo l’intero perimetro del piccolo catino riesco ad intravedere le tribune colorate di bianco e blu (i colori sociali del Teuta Durres), ma poi più nulla. Mi imbatto in un campetto limitrofo dove è in corso una sfida tra ragazzine che mi fanno quasi tenerezza perchè eseguono la cosa più sbagliata che ci possa essere nel calcio, ovvero correre tutte dietro alla palla senza un minimo di tattica. Il goal che mi gusto in diretta è a dir poco atroce sia per la fase difensiva che per quella offensiva, ma meglio soprassedere. Anche in questa zona noto un pratino pubblico che è preda di un cavallo bianco e di un gruppo di ovini intenti a brucare l’erba. Segue il secondo ed ultimo esempio di edificio martoriato dal terremoto: stavolta tocca ad un condominio apparire ai miei occhi abbastanza sventrato, anche se ancora in piedi. Ovviamente è stato evacuato e transennato, ma fa abbastanza impressione vederlo così. Resto basito perchè pare che una scossa di oltre il sesto grado della Scala Richter non abbia lasciato quasi nessun segno, ma purtroppo i morti accertati (circa trenta povere anime) mi fanno pensare che il peggio non si sia verificato qui dove mi trovo oggi. E’ la volta della particolarissima “Cattedrale Cattolica di San Domenico” che provo a fotografare al meglio.

Foro e Bagni Romani

Foro e Bagni Romani

Museo dei Martiri - panoramica dell'edificio

Museo dei Martiri – panoramica dell’edificio

Museo dei Martiri - dettaglio

Museo dei Martiri – dettaglio

Il Cavallo Bianco e le sue amichette brucano in un parco pubblico

Il Cavallo Bianco e le sue amichette brucano in un parco pubblico

Cattedrale Cattolica di San Domenico

Cattedrale Cattolica di San Domenico

Inizia da qui una lunga passeggiata di quattro kilometri tondi tondi che, attraversando strade asfaltate e sterrate nonchè passando sotto ad un ponte ed attraversando una ferrovia monobinario senza controllo, mi conduce fino alla bella “Xhamia Riza Bajrami” che vale il tempo e la fatica appena spesi.

Xhamia Riza Bajrami

Xhamia Riza Bajrami

Con questo punto di interesse si conclude la mia visita di Durazzo che si completerà solo quando tornerò all’autostazione ubicata in Rruga Adria; ciò succederà solo dopo aver camminato per ulteriori quattro kilometri. A destinazione arriva la prima volta nella quale salgo a bordo di un “Furgon”, ovvero l’equivalente albanese delle Marshrutka dell’Europa dell’Est. Anche in questo caso si parte solo quando il mezzo è pieno (infatti l’acchiappino locale sta urlando a squarciagola “Tirana – Tirana” per attirare gente) e non costa praticamente niente (150 Lek per l’intera tratta, cioè poco più di un euro al cambio attuale). Dopo un quarto d’ora ci mettiamo in marcia e veniamo lasciati all’altezza della rotonda di Casa Italia, a circa cinque kilometri da Piazza Skanderberg, cuore della capitale del paese delle aquile. Stavolta non ci penso neanche a percorrere la tratta a piedi, per cui aspetto un bus e salgo pagando la cifra ridicola di 40 Lek (30 centesimi di euro) per la corsa ad un venditore di biglietti a bordo. Attenzione: dalla mia esperienza ho capito che in Albania i bus di una linea riportano sempre le stesse indicazioni sul display indipendentemente dalla direzione del viaggio; è quindi di fondamentale importanza capire bene il lato della strada dal quale salire perchè altrimenti si rischia di essere catapultati in periferia senza saperlo e senza averlo voluto.  Quando intravedo una grande piazza pedonale scendo alla fermata immediatamente successiva e raggiungo l’indirizzo della Guest House prenotata dall’Italia dove prendo la stanza nella quale dormirò stanotte. Chiavi in mano scendo nuovamente in cerca di una Spar dove acquisto la cena che consumo davanti al mio amico calcio manageriale prima di coricarmi per la stanchezza accumulata dalla precedente notte in aeroporto e dalla piacevole giornata appena trascorsa.

Domenica mattina: la sveglia sarebbe alle 7:45, ma la verità è che fino alle 8:30 non ce la faccio ad alzarmi; ho tante ore davanti e la capitale albanese non è una metropoli, per cui ne approfitto per oziare il più possibile. Alla fine sistemo tutto ed esco dalla stanza e, mappa alla mano, mi metto in moto col sorriso sia perchè sto per setacciare un altro posto nuovo e sia perchè il cielo è limpido come ieri e con il sole già alto. Dalla posizione in cui mi trovo mi conviene dirigermi verso la la “Rotonda di Piazza Zogu i Zi” perchè fonti on-line mi hanno fatto capire che si tratta di una punto particolare; lungo la strada per raggiungerla trovo anche il “Ricordo per Adem Jashari”, uno dei maggiori artefici della liberazione del Kosovo che fu ucciso dagli acerrimi nemici serbi.

Rotonda di Piazza Zogu i Zi

Rotonda di Piazza Zogu i Zi

Ricordo per Adem Jashari

Ricordo per Adem Jashari

Torno indietro ed imbocco appena possibile Rruga e Kavajes che percorro per una metà abbondante, nei punti giusto per vedere la candida “Moschea Dine Hoxha” e la semplice “Chiesa Cattolica del Sacro Cuore” che è un po’ troppo coperta dagli alberi per i miei gusti; per fortuna siamo a febbraio e non ci sono foglie sui rami, altrimenti avrei fatto un buco nell’acqua.

Moschea Dine Hoxha

Moschea Dine Hoxha

Chiesa Cattolica del Sacro Cuore

Chiesa Cattolica del Sacro Cuore

Altro dietro-front che stavolta mi porta a due passi dalla centralissima Piazza Skanderberg; prima di entrare qui decido di ammirare la bellissima “Cattedrale della Resurrezione di Cristo” (farla entrare tutta nell’obiettivo della reflex è un’impresa e l’immagine che mostro non rende neanche un milionesimo del valore reale di questo edificio religioso); noto anche la dirimpettaia “House of Leaves” che ospita il Museo della Sorveglianza Segreta. E’ ubicata dietro ad un muro che non permette di vedere niente all’interno del cortile e la cosa mi pare pure giusta…sennò che segreto sarebbe? Per poterla visitare occorre pagare un biglietto dal prezzo bassissimo. Si sa che ogni nazione mostra ai turisti i ricordi derivanti dalla propria storia e quella albanese (soprattutto la più recente) è abbastanza macabra e spesso anche triste; oggi però è motivo di curiosità per molti e fonte di introiti per i locali.

Cattedrale della Resurrezione di Cristo - 1

Cattedrale della Resurrezione di Cristo – 1

Cattedrale della Resurrezione di Cristo - 2

Cattedrale della Resurrezione di Cristo – 2

Finalmente faccio il mio ingresso nella enorme area pedonale dedicata all’eroe nazionale Giorgio Castriota Skanderberg (Gjergj Kastrioti Skenderbeu nella lingua locale…noi ci divertiamo sempre a storpiare i nomi di chiunque, ma è una moda che non mi piace e quando posso farlo evito di buon grado). Costui difese la sua Albania (e con essa anche l’Europa) per decenni dai tentativi di invasione ottomana al punto che persino Callisto III° (Papa dell’epoca) ne lodò le gesta definendolo difensore della fede. Incontro subito il “Monumento per Dede Gjon Luli”, capo guerrigliero che partecipo’ alla rivolta del 1911 sempre contro gli ottomani. Ciò che vedono i miei occhi dopo la scultura appena descritta è uno spazio aperto che al centro non ha nessun punto di interesse; per trovarne occorre guardare lungo il perimetro. In senso orario ci sono il “Museo Nazionale di Storia”, il “Palazzo della Cultura” (ha davanti il coloratissimo logo per i festeggiamenti del centesimo anniversario di Tirana capitale e di lato una bellissima bandiera con l’aquila a due teste su sfondo rosso che viene gonfiata dal vento proprio in questo momento),  la “Moschea Het’em Bej” (purtroppo in ristrutturazione e completamente coperta dalle impalcature),  la “Torre dell’Orologio ed il Municipio che spicca sia per lo “Stemma di Tirana” in bella vista che per una dolcissima scenografia dedicata al prossimo evento di San Valentino. In lontananza svetta la “TID Tower”, simbolo della modernizzazione che è in corso in questa nazione. Lascio per ultima in ordine cronologico (ma non di importanza) la “Statua Equestre per Skanderberg”.

Monumento per Dede Gjon Luli

Monumento per Dede Gjon Luli

Museo di Storia Nazionale - panoramica

Museo di Storia Nazionale – panoramica

Museo di Storia Nazionale - dettaglio

Museo di Storia Nazionale – dettaglio

Palazzo della Cultura

Palazzo della Cultura

Tirana - 100° anniversario come capitale d'Albania

Tirana – 100° anniversario come capitale d’Albania

Bandiera dell'Albania

Bandiera dell’Albania

Torre dell'Orologio

Torre dell’Orologio

Stemma di Tirana in formato gigante

Stemma di Tirana in formato gigante

Omaggio di Tirana alla ricorrenza di San Valentino

Omaggio di Tirana alla ricorrenza di San Valentino

TID Tower

TID Tower

Statua Equestre di Skanderberg

Statua Equestre di Skanderberg

Esco dalla piazza passando da Rruga Ludovik Shllaku e giro a sinistra appena mi è possibile; l’obiettivo è vedere la casa-museo del poeta e scrittore Ismail Kadare, ma l’edificio che la ospita è senza infamia e senza lode. Trovo però una cosa inaspettata, cioè una strana scultura donata alla città da un importante azienda assicurativa al compimento del ventesimo anno di attività. Data la mia posizione decido di allungare un pochino e di arrivare fino ad una zona per la quale non sono molto sicuro che valga la pena perdere tempo, ma ormai ci sono e non mi tiro indietro; beh, col senno di poi se non ci fossi andato mi sarei perso sicuramente qualcosa di carino: il “Pazar i Ri” è un mercato moderno mantenuto e curato divinamente, ubicato in un ambiente piacevolissimo dove passeggiare e colmo di persone tranquille e di localini dove fare una sosta ristoro. Al centro di una adiacente rotonda stradale vedo la “Statua per Avni Rustemi” (altro eroe popolare), mentre l’unica nota stonata mi viene data ancora una volta da una Moschea (in questo caso si chiama Kokonzi) anch’essa nascosta e non fotografabile.

Scultura per i 20 anni di un'attività assicurativa

Scultura per i 20 anni di un’attività assicurativa

Pazar i Ri

Pazar i Ri

Statua per Avni Rustemi

Statua per Avni Rustemi

Inverto la marcia e torno nell’area di Piazza Sulejman Pasha Bargjini dove trovo la statua a lui dedicata; a pochi metri di distanza c’è anche “L’omaggio al Milite Ignoto”, mentre basta attraversare Rruga 28 Nentori per vedere la “Tomba di Kapllan Pasha”. Sempre qui c’è da vedere il particolare “Friendship Monument”.

Statua per Sulejman Pasha Bargjini

Statua per Sulejman Pasha Bargjini

Omaggio al Milite Ignoto

Omaggio al Milite Ignoto

Tomba di Kapllan Pasha

Tomba di Kapllan Pasha

Friendship Monument

Friendship Monument

Rruga Abdi Toptani mi accompagna fino al “Bunk’Art 2”, un’altra esposizione di recente apertura che consente ai visitatori di ottenere maggiori informazioni sul periodo in cui il potere fu di Enver Hoxha; la forma dell’ingresso prende spunto dal nome del museo: rappresenta uno dei tantissimi bunker fatti costruire proprio dall’ex dittatore che, si dice, fosse ossessionato dall’idea che altre nazioni potessero invadere l’Albania in qualunque momento. Subito dietro ecco prima il “Teatro Nazionale” e poi il “Teatro Sperimentale Kujtim Spahivogli”. Una brevissima passeggiata mi porta a vedere la singolare scultura che prende il nome di “Reja (La Nuvola)”; diciamo che di fantasia ce ne vuole parecchia, almeno per tipi come me che ne hanno col contagocce. E’ ubicata davanti all’edificio che ospita la “Galleria Nazionale d’Arte”, oggi interamente coperto da degli orribili teli.

Bunk'Art 2

Bunk’Art 2

Teatro Nazionale

Teatro Nazionale

Teatro Sperimentale Kujtim Spahivogli

Teatro Sperimentale Kujtim Spahivogli

Reja (La Nuvola)

Reja (La Nuvola)

Attraverso la carreggiata per godere del verde del Parku Rinia, ma l’accesso è interdetto da dei lavori di ristrutturazione. Deluso devo fare di necessità virtù, così trovo lo stesso il modo per osservare il semplice monumento che prende il nome di “Memoriali i Pavaresise” (ovvero Memoriale dell’Indipendenza tradotto in italiano) e la bella fontana conosciuta come “Taiwan Pool”. Noto che accanto a quest’ultimo punto di interesse c’è un bar molto grande con diversi tavolini all’aperto pieni di gente che mangia e beve…ed è incredibile come l’intera area verde sia chiusa tranne questo angoletto; il potere del commercio non ha confini.

Memoriali i Pavaresise

Memoriali i Pavaresise

Taiwan Pool - panoramica

Taiwan Pool – panoramica

Taiwan Pool - dettaglio

Taiwan Pool – dettaglio

Mi avvicino per la prima volta dalle parti del Lana, il fiume che attraversa Tirana; dal mio punto di vista è più che altro un rigagnolo d’acqua incastonato in un canale di cemento. Su un lato del ponte che sto attraversando è stato piazzato una specie di Tandem (o una bicicletta…) del quale però non trovo traccia on-line; quindi è carino senza motivo. La “Scultura dedicata a Papa Francesco” in ricordo del suo viaggio qui a Tirana del 21 settembre 2014 funge quasi da guardiano per uno dei punti più particolari e controversi della capitale albanese, ovvero la “Piramide”. Inaugurata nel 1988 come vero e proprio mausoleo per il dittatore Enver Hoxha, dopo circa due anni divenne il Centro Culturale Nazionale; anche questa funzione però durò poco ed altri usi vennero fatti di tale stravagante edificio. La verità è che è stato completamente abbandonato a se stesso ed oggi non è un vero e proprio fiore all’occhiello: è pericolante ed il suo accesso è completamente transennato, anche se non mancano ragazzini che superano le recinzioni di sicurezza per salire fino alla sommità indisturbati. L’amministrazione comunale è divisa sul da farsi: c’è chi vorrebbe abbattere la piramide per costruirci la sede del nuovo parlamento, mentre ci sono i nostalgici che si oppongono a questa idea. Vedremo col tempo che succederà. Sempre qui ho modo di ammirare la “Campana della Pace”.

Il Fiume Lana

Il Fiume Lana

Tandem o Bicicletta...

Tandem o Bicicletta…

Scultura dedicata a Papa Francesco

Scultura dedicata a Papa Francesco

Piramide di Tirana

Piramide di Tirana

Campana della Pace - panoramica

Campana della Pace – panoramica

Campana della Pace - dettaglio

Campana della Pace – dettaglio

Poche decine di metri di camminata mi permettono di vedere la “Cattedrale di San  Paolo”e la stupenda “Namazgjah Mosque”; quest’ultima è ancora in costruzione, ma l’esterno è già quasi del tutto completato e lo spettacolo che regala è tanto. Una bandiera albanese dipinta su pietra ricorda il “Centenario dell’Indipendenza” della nazione delle aquile, mentre dall’altro lato della carreggiata noto le sculture per “Jeronim De Rada” (scrittore) e “Theofan Stilian Noli”, personaggio già nominato durante la precedente visita di Durazzo. Chiude quest’area il “Ponte dei Conciatori”: nonostante sia stato costruito nel XVIII° secolo è ancora oggi usato come breve passaggio pedonale.

Cattedrale di San Paolo

Cattedrale di San Paolo

Namazgjah Mosque - fronte

Namazgjah Mosque – fronte

Namazgjah Mosque - retro

Namazgjah Mosque – retro

Per il Centenario dell'Indipendenza albanese

Per il Centenario dell’Indipendenza albanese

Jeronim De Rada

Jeronim De Rada

Ponte dei Conciatori

Ponte dei Conciatori

Torno indietro nella zona della Piramide, ma stavolta la supero proseguendo la mia passeggiata lungo Bulevardi Deshmoret e Kombit. Trovo un parco che ha almeno un paio dei famosi bunker (quelli veri…) disseminati un po’ ovunque nel paese. Allungo lo sguardo al di là della carreggiata e noto di sfuggita una bellissima quanto semplice opera decorativa che sarebbe potuta passare inosservata; a dire il vero ne ho trovate altre dello stesso stile durante il mio giro, ma questa le batte davvero tutte quante. Due statue attendono solo la mia macchina fotografica ed io no le deludo: rappresentano la memoria di “Ismail Qemal Vlora” (politico) e “Qemal Stafa” (ex membro fondatore del partito comunista albanese). Una piccola deviazione mi porta davanti all’ex villa di Enver Hohxa, ma non la fotografo neanche perchè sembra una normalissima casa come ce ne sono tante, anche decisamente di migliori. E’ davvero strano credere che questo personaggio vivesse qui e non in qualche altro posto più lussuoso. E’ il momento di cercare una stranezza vista on-line: sto parlando del “Heart Tunnel”: è un normalissimo passaggio aperto alla base di un palazzo le cui pareti sono caratterizzate dalla presenza di una marea di cuori rossi su sfondo bianco. Peccato che i soliti vandali rovinino qualsiasi cosa con le loro dannatissime scritte; l’immagine che segue è solo un piccolo scorcio della superficie totale che vuole immortalare un’area ancora non imbrattata. Poco dopo la rotonda che ha al centro il “Monumento per Woodrow Wilson” c’è il piccolo “Stadio Selman Stermasi” che pagherei per poter vedere dall’interno, ma che invece trovo desolatamente chiuso; devo accontentarmi di sbirciare attraverso qualche cancellata che consente alcuni pertugi visibili.

Esempio di Bunker

Esempio di Bunker

Bellissima Opera

Bellissima Opera

Ismail Qemal Vlora

Ismail Qemal Vlora

Qemal Stafa

Qemal Stafa

Heart Tunnel

Heart Tunnel

Monumento per Woodrow Wilson

Monumento per Woodrow Wilson

Nuovo dietro-front che mi porta a metà strada tra il “Palazzo dei Congressi” e l’edificio della “Presidenza della Repubblica”.  Successivamente, la struttura che ospita il “Museo Archeologico Nazionale” quasi si fonde con l’avveneristico “Air Albania Stadium” (la nuova casa della nazionale albanese dal novembre 2019, quindi nuovo di zecca) ubicato subito dietro. Sorge nello stesso punto in cui si trovava lo storico impianto intitolato a Qemal Stafa. Dedico ora la mia attenzione al palazzo che ospita il “Politecnico Universitario di Tirana” (la cui vista è oggi ostacolata da un palcoscenico allestito per chissà quale prossimo evento). Una deviazione a destra mi permette di vedere il “Monumento a Frydeyk Chopin”, il cui nome scolpito è palesemente storpiato in lingua locale. Questo mi dà il sollievo che noi italiani non siamo gli unici al mondo a mancare di rispetto al prossimo chiamando chiunque come ci pare e piace.

Palazzo dei Congressi

Palazzo dei Congressi

Presidenza della Repubblica

Presidenza della Repubblica

Museo Archeologico Nazionale

Museo Archeologico Nazionale

Politecnico Universitario di Tirana

Politecnico Universitario di Tirana

Monumento a Fryderyk Chopin

Monumento a Fryderyk Chopin

Faccio ora il mio ingresso nel “Parku i Madh Kodrat i Liqenit”, un’enorme area verde che scopro essere molto frequentata dagli abitanti della città; sicuramente è perchè è domenica e perchè quella odierna è una giornata di inizio febbraio incredibilmente calda rispetto alla media stagionale. La presenza di un grande lago artificiale è la ciliegina sulla torta e rende questo luogo speciale, anche se oltre a questo non c’è molto altro se non qualche scultura piazzata qua e là. C’è chi fa un pic-nic, chi fa jogging e chi passeggia semplicemente per trascorrere in maniera diversa qualche ora di meritato riposo prima di ricominciare la nuova settimana. Io percorro diversi kilometri qui dentro e non me ne pento assolutamente.

Parku i Madh Kodrat i Liqenit - 1

Parku i Madh Kodrat i Liqenit – 1

Parku i Madh Kodrat i Liqenit - 2

Parku i Madh Kodrat i Liqenit – 2

Parku i Madh Kodrat i Liqenit - 3

Parku i Madh Kodrat i Liqenit – 3

Parku i Madh Kodrat i Liqenit - 4

Parku i Madh Kodrat i Liqenit – 4

Dato che ho camminato poco fino ad ora (?!?) decido di fare un’altra bella passeggiata in salita verso il Cimitero Nazionale dei Martiri d’Albania perchè voglio vedere “Mother Albania”, un’imponente statua alta dodici metri che protegge le tombe di oltre 28.000 partigiani morti durante la seconda guerra mondiale.

Mother Albania

Mother Albania

Depennato anche questo punto di interesse non mi resta altro che tornare verso il centro che è abbastanza distante; se non altro stavolta ho tutta la strada in discesa. Una volta a destinazione entro dentro ad un’agenzia turistica aperta perchè devo far stampare su carta la mia “boarding pass” per il prossimo volo, dato che l’aeroporto di Tirana non accetta biglietti salvati sullo smartphone. Tutto va liscio poichè credo proprio di non essere l’unico a richiedere questo tipo di servizio che mi viene fatto pagare 50 Lek. Sistemo a dovere il mio documento e poi guardo l’orologio: con mio grandissimo rammarico capisco che non ho la possibilità di raggiungere il “Bunk’Art 1”, ovvero un’esposizione molto particolare allestita all’interno del bunker più grande d’Albania (2680 mq) ubicato addirittura nel cuore di una collina che si trova a circa cinque kilometri dalla mia attuale posizione. Stavolta neanche il bus può aiutarmi perchè l’attrazione chiuderà tra pochissimo. Al mio prossimo passaggio da queste parti punterò dritto questo posto senza pensare ad altro. Ho quindi modo di effettuare ciò che più mi piace, ovvero vagare senza meta per scorgere caratteristiche della vita locale che i miei percorsi strutturati spesso non mi consentono di approfondire. Prima di salutare riesco a portare nel mio album dei ricordi le immagini della “Torre dell’Orologio” e della “Statua Equestre di Skanderberg” colte dopo il tramonto.

Torre dell'Orologio dopo il tramonto

Torre dell’Orologio dopo il tramonto

Statua Equestre di Skanderberg dopo il tramonto

Statua Equestre di Skanderberg dopo il tramonto

Quando giunge il momento di andare via, la capitale albanese non ha quasi più persone in giro ed è molto tranquilla, ancora più di quello che appare di giorno. Dietro al Palazzo della Cultura ci sono i pullman che, partendo allo scoccare di ogni ora, portano dritti all’aeroporto per la modica cifra di 300 Lek (2,50 euro circa). Il tragitto dura trenta minuti e, una volta a destinazione, scopro che il mio volo per Londra Luton ha già un ritardo annunciato di 45 minuti; dò la colpa al fatto che sarà l’ultima fatica della domenica sera per l’aeromobile…ma stavolta non è così. Nell’attesa scopro che, mentre io ho avuto due giorni di sole pieno e di temperature miti, il Nord della Francia, l’Inghilterra, il Belgio e l’Olanda sono attualmente colpiti da una vera e propria tempesta di pioggia con raffiche di vento che raggiungono i 200 kilometri orari. E’ un vero miracolo che io possa ripartire perchè in mattinata e nel primo pomeriggio moltissimi voli da e per Londra sono stati cancellati. L’aereo della Wizz Air fa il suo dovere e, anche se con qualche scossone di troppo in fase di atterraggio, mi permette di rimettere piede a terra grazie alla maestria del pilota. La mia prima volta allo scalo di Luton non è delle migliori perchè nello spazio dedicato alla sosta notturna c’è un sacco di gente, due mini-market, uno Starbucks e poi più nulla. Ma la cosa che più mi preme è il tabellone delle partenze e tremo mentre mi avvicino perchè già noto tante di quelle strisce rosse con scritto “cancelled” da far paura. Al momento la compagnia aerea non mi ha mandato nessun messaggio e nessuna e-mail per informarmi di cambi di programma inattesi: l’operativo per Roma Fiumicino partirà regolarmente, ma i passeggeri di ben undici voli avranno una giornata terribile al banco della Easyjet perchè non potranno decollare. Non li invidio per niente e stavolta ci tengo a dire grazie alla buona sorte. Dopo aver effettuato i controlli di sicurezza con larghissimo anticipo attendo l’imbarco e torno verso l’Italia, anche se andrò direttamente in ufficio per una lunga giornata di lavoro; per entrare a casetta devo ancora aspettare fino a stasera.

In conclusione posso dire che l’Albania è una nazione che nelle due precedenti visite non mi ha mai deluso e lo stesso vale per questo fine settimana. Durazzo è una città portuale di circa 113.000 abitanti, piacevole da visitare ma con punti di interesse abbastanza limitati. Tirana è la capitale e conta ben 885.000 residenti (ben otto volte di più); la sua estensione è veramente ampia, ma le cose più interessanti (ad eccezione del Bunk’Art 1) si trovano nel centro storico che è abbastanza piccolo e da girare completamente a piedi. E’ bellissimo vivere e respirare l’atmosfera di questi luoghi, come anche il sentirsi un po’ a casa perchè gli albanesi sono forse gli unici europei che ci rispettano, mentre un po’ tutte le altre nazioni ci prendono per gli zimbelli del continente. E’ il terzo racconto che dedico ad altrettanti viaggi in Albania e lo ripeto anche stavolta: visitate questa nazione perchè ha veramente tanto da offrire. Una sola cosa mi dispiace ogni volta che me ne vado da qua, ed è che non mi è rimasto molto altro da vedere, ma finchè ci sarà qualcosa di nuovo tornerò sempre volentieri.

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