Strasburgo: Pasqua perfetta in un città perfetta

di admin
Ponts Couverts e Torri difensive

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Questo post rappresenta il completamento dello strano giro che ho compiuto durante il week-end di Pasqua 2019; sono stato in tre realtà diverse (una per giorno) che sono Mannheim e Karlsruhe in Germania (vedi post dedicato) e Strasburgo in Francia. Qui parlerò in maniera specifica della mia esperienza proprio in terra francese. Nel capoluogo della storica regione dell’Alsazia, dal punto di vista amministrativo fusa con la Champagne-Ardenne e con la Lorena dal 1° gennaio 2016 con il nome di Grand-Est, ci avevo fatto già una toccata e fuga anni ed anni fa nel periodo dei mercatini di Natale, ma fattori come il poco tempo a disposizione, la città invasa dalle bancarelle e le ore di sole ridotte al minimo non mi hanno permesso di apprezzarla a dovere. In questa occasione prendo la palla al balzo e decido di dedicarle una giornata intera, la più importante del trittico, e cioè la domenica di Pasqua. N.B.: torno in Francia dopo cinque mesi esatti dall’ultima volta, quella in cui quei maledetti “Gilet Gialli” riuscirono quasi a rovinarmi parzialmente il sabato; nonostante sia passato tanto tempo (allora era il primissimo giorno della protesta) sono ancora in azione. Non aggiungo altro se non questo: gente che per 25 sabato consecutivi non ha niente di meglio da fare che vestirsi come pagliacci ed andare per le strade a protestare e distruggere (in alcuni casi) la definisco una massa di poveretti e provo tanta tanta pietà per loro. Io, nel frattempo, ho visto 10-15 destinazioni in Europa e nel mondo senza dare fastidio agli altri, perchè la sola cosa che sanno fare è questa. Tornando al tema principale del racconto, ho davvero grandi aspettative per la visita che mi attende e tra poco scopriremo se sono state rispettate o disilluse. Andiamo…

Sabato sera:  sono le 22:45 quando, terminata la visita di Mannheim, arriva all’autostazione locale il Flixbus che mi porterà a Strasburgo con circa quindici minuti in più rispetto alla tabella di marcia; siamo in quattro ad aspettare il bus: io, una coppia madre-figlio ed una ragazza che scopro essere italiana. Non sapeva niente del ritardo e chiede lumi rivolgendosi a me in francese, ma l’accento maccheronico è sempre inconfondibile e ci metto un attimo a capire da dove viene. La tranquillizzo dicendole che è una prassi normale e che io sono stato avvisato tramite sms, per cui tutto ok. Oltre al bagaglio a mano ho con me una busta con dentro una tavoletta di cioccolato che mangerò durante il viaggio ed una bottiglia di Coca Cola Zero per la camera: sicuramente a destinazione troverò tutto chiuso e nessuna possibilità di acquistare qualcosa, così mi sono premunito. Servono un paio d’ore per arrivare in città e precisamente alla fermata di Place de l’Etoile. Guardo l’orologio ed è mezzanotte e cinquanta, ma fuori si sta da paura (in senso buono) al punto che ho il giacchetto piegato su un braccio perchè non serve indossarlo. Imposto il navigatore: è una cosa necessaria quando sono nel cuore della notte in un posto nuovo  e la camera che mi ospiterà sta a 2,5 kilometri di distanza. La raggiungo dopo circa trenta minuti di cammino, effettuo il check-in e vado al primo piano. E’ tardi e vengo da una notte (quella precedente) passata in viaggio da Roma a Mannheim…ma non ho ancora sonno! Decido di mettere in sicurezza le foto della giornata, di mettere in carica tutte le batterie possibili e riesco anche ad accendere il mini-pc per una sana partita al mio calcio manageriale finchè non mi si chiudono le palpebre.

Domenica mattina: La sveglia suono verso le 8:30, in modo tale da permettermi di uscire per le 9:00; guardo fuori dalla finestra e si prospetta un’altra giornata meravigliosa…proprio mentre ascolto i messaggi whatsapp in arrivo da Roma che mi parlano di freddo e pioggia. Le cose da vedere sono davvero tante ed ho solo oggi per poterlo fare, quindi ho un giro ferreo da rispettare e lo seguo iniziando dalla vicina “Synagogue de la Paix”; questo spiega la presenza in massa di persone vestite in stile tipicamente israeliano nel quartiere del mio hotel.

Synagogue de la Paix

Synagogue de la Paix

Il luogo è presidiato dalle forze dell’ordine, soprattutto in questo periodo in cui si sono verificati atti di vandalismo contro cimiteri ebraici proprio in Alsazia. Proseguo la passeggiata fino ad arrivare in “Place de la Republique” dove trovo un tripudio di punti di interesse: al centro dell’area pedonale, oltre ad un giardino curatissimo, c’è il candido Monumento ai Caduti di Strasburgo; il perimetro della piazza è composto da bellissimi palazzi storici e, nell’ordine, noto la Direzione Regionale delle Finanze Pubbliche, la Prefettura della Regione del Grand-Est, La Biblioteca Nazionale ed Universitaria, il Teatro Nazionale di Strasburgo ed il Palais du Rhin.

Monumento ai Caduti di Strasburgo

Monumento ai Caduti di Strasburgo

Direzione Regionale delle Finanze Pubbliche

Direzione Regionale delle Finanze Pubbliche

Biblioteca Nazionale e Universitaria

Biblioteca Nazionale e Universitaria

Teatro Nazionale di Strasburgo

Teatro Nazionale di Strasburgo

Palais du Rhin

Palais du Rhin

Prendo “Avenue de la Libertè” per visitare le attrazioni che offre il prossimo quadrante immaginario in cui ho diviso la città per orientarmi meglio. La vista della “Eglise Reformèe Saint-Paul” dal Pont d’Auvergne lascia a bocca aperta, al punto di avere la necessità di riprenderla da più di un’angolatura. Sento fischiettare insistentemente alle mie spalle, così mi volto e vedo un tenerissimo uccellino che non sembra per niente spaventato dalla mia presenza; anzi, a pensarci bene pare proprio che mi stia chiamando, così non ci penso due volte e gli faccio una foto ricordo.

Eglise Reformèe Saint-Paul - vista frontale

Eglise Reformèe Saint-Paul – vista frontale

Eglise Reformèe Saint-Paul - vista laterale

Eglise Reformèe Saint-Paul – vista laterale

Uccellino che mi chiama

Uccellino che mi chiama

Attraverso la strada ed eccomi su “Place de l’Universitè”: ho di fronte il Monumento allo scrittore Johann Wolfgang von Goethe e due belle fontane simmetriche che precedono l’imponente Palazzo dell’Università (talmente grande da non entrare tutto nell’obiettivo della mia reflex) che, tra le altre cose, ospita anche il Musèe Adolf-Michaelis.

In onore di Johann Wolfgang von Goethe

In onore di Johann Wolfgang von Goethe

Una delle due fontane simmetriche di Place de l'Universitè

Una delle due fontane simmetriche di Place de l’Universitè

Palazzo dell'Università

Palazzo dell’Università

Sulla destra imbocco “Boulevard de la Victoire” e trovo prima il Museo di Mineralogia e poi quello di Zoologia; all’angolo con “Rue de l’Universitè” osservo l’Eglise des Dominicains seguita dall’Osservatorio Astronomico e dal Giardino Botanico, oggi chiuso per la festività. Concludo l’area con l’Eglise Saint Maurice ubicata un po’ più distante, in “Place Arnold”.

Museo di Zoologia

Museo di Zoologia

Eglise des Dominicains

Eglise des Dominicains

Osservatorio Astronomico

Osservatorio Astronomico

Eglise Saint Maurice

Eglise Saint Maurice

Una passeggiata un po’ più lunga mi conduce fino all’Eglise Tres-Sainte-Trinitè dove, a parte l’architettura piuttosto atipica dell’edificio, noto uno strano siparietto: è appena finita una cerimonia in cui ci sono tutti invitati “di colore” e solo una ragazza di pelle chiara, probabilmente la fidanzata/moglie di qualcuno; la scena fa sorridere perchè è come vedere un vassoio in cui c’è una mozzarella in mezzo a tanta cioccolata. Ovviamente si fà per ridere e non c’è niente di offensivo da ambo le parti. Qui vicino c’è l’ingresso al Parco della Ciitadella, ovvero una bella area verde che i locali usano per rilassarsi e fare jogging; il nome è tutto un programma: si trova all’interno di una zona fortificata, per l’appunto un’antica cittadella. Oltre a questo però non c’è molto altro.

Eglise Tres-Sainte-Trinitè

Eglise Tres-Sainte-Trinitè

Un ingresso del Parco della Cittadella

Un ingresso del Parco della Cittadella

Vado avanti ed ho modo di incontrare per la prima volta in maniera seria uno dei canali che attraversano Strasburgo dandogli un tocco in più in qualità. La zona in cui mi trovo adesso è molto moderna e comprende alberghi, centri commerciali, cinema multisala ed il palazzo che ospita la Città della Musica e della Danza; in più, degni di nota, ci sono l’edificio della “Mediateca Andrè Malraux” e due gru fluviali d’altri tempi che francamente credo abbiano oggi più funzione ornamentale che pratica. Supero il semaforo pedonale e mi trovo su Place de l’Etoile, proprio il punto in cui sono arrivato in città col bus qualche ora fa. Da vedere c’è il monumento al Mahatma Gandhi.

Mediateca Andrè Malraux

Mediateca Andrè Malraux

Gru fluviali d'altri tempi

Gru fluviali d’altri tempi

Monumento al Mahatma Gandhi

Monumento al Mahatma Gandhi

Il prossimo obiettivo è abbastanza lontano, ma mi armo di pazienza e vado; il tragitto è reso piacevole proprio dal canale che seguo a lungo, bellissimo perchè illuminato dal sole che continua a scaldare sempre di più col passare delle ore. Quando arrivo alla Moschea Centrale entro nel cancello che dà l’accesso all’area antistante l’ingresso e ci trovo alcuni musulmani intenti a compiere dei lavori di sistemazione qua e là; ovviamente, come sempre accade, si voltano tutti verso di me nello stesso secondo chiedendosi cosa ci faccia un europeo nella loro casa. La risposta è sempre la stessa, ma loro continuano a stupirsi.

Moschea Centrale

Moschea Centrale

Nel pezzo di strada che segue ho la conferma di ciò che mi aspettavo: uno dei motivi per cui non amo partire durante le festività è che molto probabilmente tutte le attività commerciali saranno chiuse ed avrò quindi grandi difficoltà a reperire cibo a buon mercato essendo aperti solo bar e ristoranti. Ma ero sicuro al 99% che in Francia questo problema non lo avrei avuto perchè questa nazione è stracolma di negozi gestiti da non cattolici che se ne sbattono altamente le scatole delle nostre usanze e che, anzi, usano tali giorni per arrotondare ancora di più: i soldi non hanno religione. E’ così che mi fermo e compro la colazione: un pacchettino mono-porzione di biscottini turchi favolosi ed una coca cola zero iper-congelata come piace a me. Sono quindi anche rinfrancato perchè so che potrò comprare la cena di stasera che consumerò rigorosamente in camera. Proseguo il giro vedendo l’Eglise Notre Dame de Lourdes e successivamente il palazzo dove si trova il Museo del Vodou che racchiude tantissimi oggetti particolari provenienti dal Ghana, dal Benin, dal Togo e dalla Nigeria. Tutti sono stati rigorosamente usati nei riti di questa misteriosa credenza.  Nota: ho scritto “Vodou” proprio come riporta l’insegna stessa del museo, anche se questo nome viene storpiato in mille modi in Italia e nel mondo.

Eglise Notre Dame de Lourdes

Eglise Notre Dame de Lourdes

Museo del Vodou

Museo del Vodou

Tocca ora alla Stazione Centrale di Strasburgo finire nel mio album dei ricordi: è particolarissima perchè il palazzo storico che la contiene è stato circondato nel 2007 da una copertura semi-trasparente che fa sembrare il tutto come una grande bolla, anche se francamente è più simile ad un moderno stadio. Da qui faccio il mio ingresso nel centro storico della città che mi ospita ed inizio con l’Eglise Saint-Pierre-le-Vieux, difficilissima da fotografare causa posizione e cattiva esposizione solare.

Stazione di Strasburgo

Stazione di Strasburgo

Eglise Saint-Pierre-le-Vieux

Eglise Saint-Pierre-le-Vieux

Mi sto avvicinando verso uno dei punti nevralgici di Strasburgo e lo faccio osservando la “Tour de Bourreau” che fa da introduzione al “Barrage Vauban” che mi fermo ad ammirare per qualche minuto; passo sopra ai “Ponts Couverts” che in realtà…non sono coperti; lo erano fino al 1784, anno in cui fu tolto il tetto in legno, ma il nome è rimasto lo stesso. Raggiungo così il Barrage che è visitabile in due modi: attraversandolo dall’interno tramite il “Passage George Frankhauser” oppure da sopra tramite l’apposito camminamento. Inutile dire che la seconda opzione è la più spettacolare perchè regala un ottimo colpo d’occhio  sulle torri difensive e sulla città che si espande alle loro spalle (vedere per credere). Completano la zona il Museo di Arte Moderna e Contemporanea ed un gioiello di casetta ubicata proprio dietro ai Ponts Couverts.

Tour de Bourreau

Tour de Bourreau

Barrage Vauban

Barrage Vauban

Passage George Frankhauser

Passage George Frankhauser

Ponts Couverts e Torri difensive

Ponts Couverts e Torri difensive

Museo di Arte Moderna e Contemporanea

Museo di Arte Moderna e Contemporanea

Casa-Gioiello dietro ai Ponts Couverts

Casa-Gioiello dietro ai Ponts Couverts

Terminata questa fase mi dedico a girare senza una mèta precisa nel vicino quartiere “Petite-France” che trovo semplicemente stupendo: case a graticcio e non si affacciano sui canali sovrastati da ponti semplici ma che si fondono perfettamente nel contesto che li circonda; passeggiare e perdersi per queste stradine sarebbe meraviglioso se non fosse per le tonnellate di persone che ci sono, soprattutto quelle sedute ai ristorantini ad ingozzarsi ad ogni ora. Purtroppo è la domenica di Pasqua e sapevo che, almeno al centro della città, sarebbe finita così. Ecco qualche immagine che aiuta a capire meglio la poesia che si vive qui:

Petite-France - 1

Petite-France – 1

Petite-France - 2

Petite-France – 2

Petite-France - 3

Petite-France – 3

Petite-France - 4

Petite-France – 4

Petite-France - 5

Petite-France – 5

Pont Saint-Martin

Pont Saint-Martin

Torno su “Quai Saint-Jean” (dietro all’Eglise Saint-Pierre-le-Vieux, per capirci meglio) ed inizio un nuovo percorso. Il primo punto di interesse che vedo è l’Eglise Saint-Jean seguita poi, ad una certa distanza, dall’Eglise Protestante Saint-Pierre-le Jeune che però è troppo coperta dagli alberi e devo fare i salti mortali per fotografarla, e comunque con scarsi risultati.

Eglise Saint-Jean

Eglise Saint-Jean

Eglise Protestante Saint-Pierre-le-Jeune

Eglise Protestante Saint-Pierre-le-Jeune

Proseguo come un treno ed arrivo su una piazza che ospita sia un palazzo amministrativo che uno religioso, entrambi degni di nota; sto parlando del “Tribunal de Grande Instance” e dell’Eglise Catholique Saint-Pierre-le-Jeune. Il mio itinerario circolare mi riporta nella zona di Place de la Republique che ho già visto, così entro in Place Broglie e continuo la passeggiata vedendo prima la singolare “Fontaine de Janus” (adesso senza acqua) ed il Palazzo dell’Opera. Sempre qui ci sono anche il Monumento al Marechal Leclerc, la statua dedicata a Kellermann  e l’Hotel de Ville, ovvero il Municipio di Strasburgo. In poche decine di metri c’è tantissima carne al fuoco.

Tribunal de Grande Instance

Tribunal de Grande Instance

Eglise Catholique Saint-Pierre-le-Jeune

Eglise Catholique Saint-Pierre-le-Jeune

Fontaine de Janus

Fontaine de Janus

Palazzo dell'Opera

Palazzo dell’Opera

Monumento al Marechal Leclerc

Monumento al Marechal Leclerc

Statua di Kellermann

Statua di Kellermann

Municipio di Strasburgo

Municipio di Strasburgo

Mi dirigo ora verso l’Eglise Sainte-Etienne, ma purtroppo la trovo dietro ad un muro invalicabile e ad un cancello chiuso, quindi non la posso vedere. Nella piazza antistante immortalo una simpatica statua-fontana in cui il protagonista è un pifferaio. Allungo fino all’Eglise Saint-Guillaume e poi seguo nuovamente un canale fino a raggiungere l’Eglise Sainte-Madeleine che posso fotografare male causa la pessima posizione in cui si trova: tra alberi ed altri edifici troppo vicini non c’è niente da fare anche se le provo davvero tutte.

Statua-Fontana del Pifferaio

Statua-Fontana del Pifferaio

Eglise Saint-Guillaume

Eglise Saint-Guillaume

Eglise Sainte-Madeleine

Eglise Sainte-Madeleine

Attraverso il canale usufruendo di “Pont du Corbeau” ed osservo il palazzo che ospita il Museo di Storia di Strasburgo; da qui si diramano altre stradine che mi conducono fino a “Place du Chateau” dove ci sono diverse cose importanti: il Museo de l’Oeuvre-Notre-Dame ed il bellissimo Palais Rohan (al suo interno ci sono altri musei). Ma la cosa più bella della città è qui accanto e mi riferisco alla mastodontica Cattedrale di Notre-Dame. E’ talmente alta (142 metri) che in nessun modo riesco a farla entrare tutta nell’obiettivo della reflex. Ciò che segue è il meglio che io abbia potuto fare. Conclude la zona la particola Casa Kammerzell che ha un’unica pecca: al piano strada del palazzo c’è un negozio che rende meno suggestiva la vista d’insieme.

Museo di Storia di Strasburgo

Museo di Storia di Strasburgo

Museo de l'Oeuvre Notre-Dame

Museo de l’Oeuvre Notre-Dame

Palais Rohan - Fronte

Palais Rohan – Fronte

Palais Rohan - retro

Palais Rohan – retro

Cattedrale di Notre-Dame - 1

Cattedrale di Notre-Dame – 1

Cattedrale di Notre-Dame - 2

Cattedrale di Notre-Dame – 2

Casa Kammerzell

Casa Kammerzell

Cammino fino al Temple Neuf, ma è fatica sprecata: le impalcature dei lavori in corso se lo stanno mangiando vivo e tutto intero. Mi consolo senza ombra di dubbio con la vicina “Place Kleber”: il colpo d’occhio di questa area è molto bello grazie agli edifici che ne fanno da perimetro, ad alcune fontane ed al Monumento a Kleber. Segue “Place Gutenberg” che però è completamente occupata da alcune giostre per bambini; sarebbe importante poter osservare il palazzo che ospita la Camera di Commercio ma le “attrazioni” non lo permettono, così mi devo accontentare di una foto rapidissima al Monumento a Gutenberg prima che ci si piazzi davanti qualche altro genitore che deve adorare il figlio mentre va sulle macchinine…

Place Kleber - Fontane

Place Kleber – Fontane

Monumento a Kleber

Monumento a Kleber

Statua di Gutenberg

Statua di Gutenberg

Proseguo il mio giro con la vicina ed imponente “Eglise Saint-Thomas” che ha ai suoi piedi un piccolo mercato in corso di svolgimento: più che altro ci sono prodotti alimentari, ma anche qualcosa di artigianato locale. La successiva “Eglise Saint-Louis” è molto piccola e nascosta in mezzo a case comuni, mentre “l’Eglise Saint-Nicolas” mi piace di più. La zona si conclude col Museo Alsaziano che probabilmente all’interno ha molto da offrire, ma esternamente è un edificio come tanti altri.

Eglise Saint-Thomas - Vista frontale

Eglise Saint-Thomas – Vista frontale

Eglise Saint-Thomas - vista laterale

Eglise Saint-Thomas – vista laterale

Eglise Saint-Louis

Eglise Saint-Louis

Eglise Saint-Nicolas

Eglise Saint-Nicolas

In questo preciso momento posso asserire che l’85% di Strasburgo l’ho vista; manca solo la parte nord-est che ho volutamente lasciato per ultima perchè si trova più vicina rispetto alla camera dove dormirò anche stanotte. E’ pomeriggio inoltrato e, come mio solito, è ora di mangiare. Tantissima gente oggi si strafoga per il pranzo di Pasqua, mentre io resto fedele alle mie tradizioni personali e trovo un fast-food proprio in zona, di fronte all’Eglise Saint-Nicolas. Entro ed ordino un menù kebab che qui chiamano “Tacos”: la porzione di patatine fritte lascia un po’ a desiderare causa scarsa quantità, ma sulla piadina la Francia non mi delude mai, neanche stavolta: è di una bontà unica, addirittura col formaggio fuso all’interno, ingrediente più unico che raro. Mangio il tutto con una coppia di concittadini che, ignari della mia italianità, stanno parlando tra di loro con un terribile accento romanesco (soprattutto lui…) degno “dei migliori quartieri della capitale”; ovviamente sto attentissimo a non far uscire una singola parola dalla mia bocca. Dato che a pancia piena si ragiona e si cammina meglio, sono pronto per la camminata che mi separa da ciò che ancora manca da vedere. Il primo obiettivo è il “Palais de la Musique et des Congres” seguito poi niente popò di meno che dal Parlamento Europeo. Si prega di notare che tra le bandiere che sventolano davanti all’edificio c’è ancora quella del Regno Unito; anche se non sono ancora usciti definitivamente, io l’avrei estirpata a morsi subito dopo il risultato del referendum.

Palais de la Musique et des Congres

Palais de la Musique et des Congres

Parlamento Europeo

Parlamento Europeo

Dettaglio delle bandiere degli stati membri UE

Dettaglio delle bandiere degli stati membri UE

Più avanti, dopo aver attraversato un’area molto bella in cui l’acqua la fa da padrona, trovo il singolare Palazzo che ospita la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo e poi uno degli edifici che compongono il Consiglio d’Europa che nello specifico caso prende il nome di Agorà.

Corte Europea per i Diritti dell'Uomo

Corte Europea per i Diritti dell’Uomo

Consiglio d'Europa - Agorà

Consiglio d’Europa – Agorà

Poche centinaia di metri e faccio il mio ingresso in una grandissima area verde che prende il nome di “Parc de l’Orangerie”; se mi stavo chiedendo dove fosse finita tutta la gente che mi aspettavo di trovare a Strasburgo per Pasqua oltre al quartiere Petite-France, adesso ho la risposta: una marea di persone si stanno rilassando sdraiati sulle tantissime zone d’erba presenti, chi armato di telo e chi no. Una passeggiata qui mi fa scoprire un angolo di tranquillità e tante belle cose. Eccone alcuni esempi:

Parc de l'Orangerie - 1

Parc de l’Orangerie – 1

Parc de l'Orangerie - 2

Parc de l’Orangerie – 2

Parc de l'Orangerie - 3

Parc de l’Orangerie – 3

Parc de l'Orangerie - 4

Parc de l’Orangerie – 4

Parc de l'Orangerie - 5

Parc de l’Orangerie – 5

Esco a malincuore, ma devo farlo. Manca ancora qualcosa per dichiarare terminato ufficialmente il giro della città, così varco i cancelli del parco e miro l’attenzione verso la Chiesa Ortodossa Russa che, quando ci arrivo, vedo come un vero gioiellino. Infine la particolare “Eglise Saint-Bernard” chiude i giochi.

Chiesa Ortodossa Russa

Chiesa Ortodossa Russa

Eglise Saint-Bernard

Eglise Saint-Bernard

Con questo è davvero tutto. Adesso non mi resta altro da fare che comprare qualcosa per la cena da consumare in stanza e lo faccio; poi, complice uno strano ed inusuale  dolore all’anca sinistra decido di fermarmi su una panchina in Place de la Republique dove, rimanendo quasi un’ora a contemplare il panorama, vedo tramontare il sole e terminare questa meravigliosa giornata. Che comunque non può definirsi finita senza il mio amato calcio manageriale cui dedico un bel po’ di tempo mentre ricarico tutte le batterie possibili, salvo le foto e soprattutto riposo gli arti inferiori.

Lunedi mattina: mi sveglio alle 7:30, mi sistemo ed effettuo il check-out. Subito dopo, con l’anca ancora indolenzita ma in condizioni migliori di ieri sera, arrivo all’autostazione di Place de l’Etoile dove aspetto il Flixbus delle 8:45 che mi farà passare la Pasquetta a Karlsruhe, in Germania. Ma questo lo si può leggere nel post dedicato.

In conclusione non posso far altro che confermare il titolo di questo racconto: Strasburgo è una città bellissima che stra-consiglio a tutti di vistare prima o poi. In Francia non c’è solo Parigi ed ormai questo lo ripeto da una vita; un esempio per vedere qualcosa di diverso è proprio il capoluogo della regione storica dell’Alsazia. Ho trascorso un giorno di Pasqua letteralmente meraviglioso in una città grande (oltre un milione di abitanti) ma comunque a misura d’uomo, dove si respirano storia e modernità allo stesso tempo. Sono contentissimo di esserci tornato per vederla come si deve perchè, se non lo avessi fatto, mi sarei perso un vero gioiello. Ho deciso di fare uno strappo alla regola e di pubblicare altri scorci che nel racconto non hanno avuto modo di essere inseriti:

Turisti in giro per i canali

Turisti in giro per i canali

Un Cigno nel canale

Un Cigno nel canale

Vista da Pont Saint-Thomas

Vista da Pont Saint-Thomas

Palazzi su Quai des Bateliers

Palazzi su Quai des Bateliers

 

 

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