Romania parte 8: Targoviste ed un doveroso bis a Brasov

di admin

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Ebbene si: questo è l’ultimo viaggio del 2017. Dopo avrò una pausa “natalizia” di circa 25 giorni durante i quali metterò a posto tante cose lasciate in sospeso e ricaricherò le batterie per il nuovo anno. Come è ormai consuetudine, dal 20 dicembre al 10 gennaio non si parte causa prezzi troppo alti di voli e servizi turistici, non tralasciando il fatto che ci sono giornate intere in cui tutto (ma proprio tutto) è chiuso e non si ha la possibilità di acquistare quasi neanche i generi di prima necessità. La verità su questa partenza (la mia ottava nella amata Romania) è che stavolta non è stata del tutto voluta: non potevo però lasciarmi scappare un’occasione volo in cui ho pagato l’andata ed il ritorno meno di 15 euro totali prenotando con mesi di anticipo. Tra me e me ho pensato che sicuramente un itinerario da percorrere lo avrei trovato, ma è stato più difficile del previsto. La zona di Bucharest ormai la conosco quasi tutta e c’è rimasto ben poco da esplorare. Insomma, tra un impegno e l’altro…ho scelto il giro e prenotato l’hotel solo 36 ore prima della partenza. Come se non bastasse, ho dovuto persino invertire il tutto in extremis causa previsioni meteo avverse. E’ così, con un pizzico di difficoltà, che parto alla scoperta della città di Targoviste e per fare un meritato bis a Brasov, località già visitata ma, come spiegherò più avanti, non alla “mia maniera”; siccome a me non piace restare con l’amaro in bocca, perchè non approfittare della situazione? E’ il momento di partire…

Il volo di andata lo prendo da Roma Ciampino in una delle tantissime e maledette giornate di sciopero indotte nel settore dei trasporti. Personalmente questi sobillatori opportunisti e scansafatiche che non sono altro (perchè solo così si possono definire) non li reggo più. Avrei due cosucce da dire anche su chi li spinge a fare queste “giornate ludiche” , ma è decisamente meglio lasciar perdere. Ho 39 anni e sono due le cose che ricordo da sempre, fin da quando ne ho memoria: i casini nella striscia di Gaza e gli scioperi selvaggi nei trasporti. Mi domando come mai, in tutto questo tempo, nessuna forza politica abbia mai licenziato in tronco questa gentucola da quattro soldi per dargli un esempio su come si vive, come se solo loro fossero maltrattati e senza diritti in Italia. Una sola espressione vi meritate: andate a lavorare con la testa bassa per la VERGOGNA!!! Rovinare ferie e giornate di servizio a migliaia di persone solo per i vostri interessi personali è normale? Spero vi si ritorca contro in qualche modo prima o poi. Chiusa parentesi, stavolta ho un motivo in più per fare la nanna appena seduto sul velivolo: mi aspetta una notte in bianco in aeroporto e questo è il mio unico momento utile per riposare un po’. Non me lo lascio dire due volte e mi sveglio direttamente allo scalo di Otopeni. Dopo il controllo passaporti ho una sola speranza: fare mia l’unica sedia dell’area arrivi che si trova vicina ad una presa di corrente funzionante; in questo modo avrei potuto passare il tempo giocando al mio calcio manageriale fino al mattino. Ma a quell’ora le possibilità sono vane e ci trovo già qualcuno piazzato con tanto di computer portatile e faccia sorridente. Vado a prendere la solita Coca Cola + biscotti e mi siedo da un’altra parte utilizzando il tablet come diversivo, ma non è affatto la stessa cosa. La notte passa così; alle 6:05 prendo il bus n. 780 per la stazione centrale (Gara de Nord), arrivo lì alle 6:45 e vado a fare il biglietto per la destinazione di oggi. Qui inizia una mattinata per me “movimentata”, se così si può definire. Scelgo una cassa e mi metto in fila; ad un certo punto, ad un metro e mezzo dietro di me, sento un forte rantolo: appena mi giro vedo un uomo stramazzare per terra  con le bolle alla bocca, la faccia viola e le mani bloccate tipo robot. La moglie lo chiama disperata ed intanto arriva un po’ di gente intorno a lui. La situazione è terribile: io non sono un medico e non parlo rumeno, quindi non posso intervenire. Fortunatamente qualcuno lo gira su un fianco e un altro chiama l’ambulanza, ma il tizio sembra non respirare. Dopo una trentina di secondi muove debolmente una mano e poi, con tanto affanno, sembra riprendere piano piano le capacità vitali di base. La moglie sempre con lui, che è stata bravissima a non perdere la calma, lo accarezza, lo conforta e lo chiama. Io e tutti gli altri non possiamo più combinare nulla: ora ci deve pensare l’ambulanza che ancora non si vede. Ci rimettiamo in fila tenendolo però sempre d’occhio, ancora lì steso per terra. Quando tocca a me, altra tegola in arrivo, anche se molto meno grave: il treno delle 7:30 che avrei voluto prendere ha tutti i posti esauriti ed il successivo ci sarà alle 9:30. Prendo il biglietto per non rischiare di perdere anche questo, ma è decisamente troppo tardi come orario: cosa avrei fatto altre due ore in stazione? E ancora: una volta arrivato a Targoviste avrei avuto solo due ore e mezzo per visitare la città, assolutamente troppo poco. Occorre usare anche stavolta quella dote che ho (in mezzo a tanti difetti) che si chiama “problem solving”. A 500 metri da dove mi trovo c’è l’autostazione “Basarab”; ci vado e faccio bene: alle 8:00 sarebbe partito un minibus per la mia destinazione, ma non è ancora lì ed il biglietto lo si acquista solo dall’autista. Altra scelta da dover fare su due piedi: torno di corsa alla stazione dei treni dove ottengo il rimborso del biglietto che non avrei usato (penale 40 centesimi di euro…chi se ne frega!) e torno all’autogara; adesso il minibus è in parcheggio e la mia paura di non trovare più posto svanisce quando mi affaccio al suo interno: gente ce n’è già abbastanza, ma vedo 3-4 sedili liberi. Salgo, pago e finalmente parto. Al termine di tutta questa situazione arrivo a Targoviste solo con 20 minuti di ritardo rispetto al treno delle 7:30 che avrei dovuto prendere. Contento e rinfrancato inizio il mio giro. Come spesso accade in Romania, le stazioni sono lontane dal centro; questa è una media/piccola città, ma occorre far quadrare tutto per non perdersi nessuna attrazione nel limitato tempo a disposizione. Sono a dicembre nel cuore dell’Europa orientale…ma stranamente fanno 13 gradi, come a Roma. Com’è possibile una cosa del genere? In terra non c’è un filo di neve e la giornata sembra pure abbastanza chiara, seppur con qualche nuvola: il mondo si sta totalmente rovesciando, secondo me. E’ con questo spirito che mi imbatto subito nel Teatro “Tony Bulandra” che fotografo.

Teatro “Tony Bulandra”

La passeggiata prosegue in maniera piacevole, anche se resto un po’ interdetto per ciò che è accaduto a quel poveretto proprio dietro di me qualche ora prima. Per visitare Targoviste ho un personale percorso studiato e provo a seguirlo alla lettera, così per raggiungere i successivi punti di interesse devo camminare un bel po’. Alla fine arrivo alla Cattedrale Ortodossa “Eroilor Inaltarea Domnului”: si accede nell’area ad essa dedicata tramite una porta dalla strada principale che si mostra molto bella e decorata. L’edificio poi lo trovo davvero affascinante, ma ormai è risaputo che ho un debole per questo stile.

Particolare dell’ingresso all’area della Cattedrale

Cattedrale Ortodossa “Eroilor Inaltarea Domnului”

Vado avanti e…mi sento come a casa quando vedo l’insegna di un piccolo market. Socprirò poi che qui è una realtà conosciuta perchè, nelle ore successive, ne incontrerò altre filiali. Buffo 🙂

Supermarket “Livorno” a…Targoviste

Ancora una discreta passeggiata mi si prospetta davanti, ma la faccio volentieri. Quando arrivo alla rotonda stradale di riferimento la trovo giustamente addobbata per il Natale: una cosa semplice ma carina campeggia nel suo centro. Vedere per credere.

Buon Natale da Targoviste

Da qui in poi si inizia a fare sul serio: i punti di interesse ci sono e sono tutti più o meno a distanze non siderali l’uno dall’altro. Il primo della lista è la Chiesa di St. Niphon: per quanto è posizionata male rispetto alla strada provo a fare almeno 10-12 scatti da varie angolazioni ed il migliore in assoluto (comunque non è niente di che come qualità) è quello che segue. In più…continuano le stranezze gentilmente offerte dal comune che mi ospita: guardate che cartello stradale quantomeno bizzarro è stato apposto.

Chiesa di St. Niphon

Divieto di transito…alle carrozze???

Adesso eseguo una deviazione a sinistra dove prendo…manco a dirlo…via “Vlad Tepes”. Tradotto in italiano sarebbe “Via Dracula” (Vlad Tepes è il personaggio storico realmente esistito dal quale poi è stata costruita la fantasia sul vampiro e tutto ciò che ne consegue). Devo dire che tutto il mondo è paese: noi chiamiamo le strade con il nome dei politici e qui usano “Via Dracula”…parliamo sempre di succhia-sangue, in fin dei conti. Qui trovo la Chiesa Ortodossa “Buna Vestire”.

Via Dracula a Targoviste

Chiesa Ortodossa “Buna Vestire”

Torno sui miei passi per raggiungere la strada principale dopo questa brevissima deviazione. Sempre dritto adesso, finchè ammiro, a pochi metri l’uno dall’altro, sia il Palazzo di Giustizia che la “Poarta Bucuresti”.

Palazzo di Giustizia

Poarta Bucuresti

Ancora dritto davanti a me per poi deviare leggermente a sinistra e trovare la Chiesa Sfantul Nicolae Simuleasa: particolare si, ma con un po’ troppa ruggine sul tetto di lamiera. Questo lo rende autentica, ma fa capire anche la poca manutenzione che le viene riservata. Poco dopo, sempre di ritorno sulla strada principale, ho di fronte a me la Biserica Alba (Chiesa Bianca, tradotto alla lettera).

Chiesa Sfantul Nicolae Simuleasa

Biserica Alba

Mi addentro adesso nel cuore di Targoviste lasciando per un po’ di tempo Calea Domneasca, lo stradone che mi ha condotto fino a qui e che più tardi ritroverò. Qui è in arrivo il pezzo forte di questa cittadina; prima però non posso non notare che Piata Tricolorului è addobbata a festa per l’imminente Natale, con le classiche decorazioni ma anche con un mini luna-park. Infatti il monumento che segue è “deturpato” dallo stand delle auto-scontro che ha dietro di se.

Monumento ai caduti

Arrivo al Parco Metropolitano (Parcul Mitropoliei in lingua locale) dove, insieme ad alcuni reperti archeologici, si trova la bellissima Cattedrale Metropolitana “Inaltarea Domnului”. Di fronte ad essa, dopo il parco, si trova una statua equestre “dorata” dedicata a Mihai Viteazul, ormai un classico nelle città rumene.

Cattedrale Metropolitana “Inaltarea Domnului”

Mihai Viteazul…tutto d’oro

Prendo adesso lo stradone a destra e poi un vicoletto a sinistra: qui costeggio la piccola e non proprio curata Biserica Lemnului, anch’essa con la parte alta realizzata in lamiera o materiale similare.

Biserica Lemnului – 1

Biserica Lemnului – 2

Torno sui miei passi ed imbocco “Strada Ion C. Visarion”: qui posso mettere un’altra spunta sulla mia personale mappa perchè vedo e fotografo il Municipio. Subito dopo il piccolo parco posto proprio di fronte all’edificio del primo cittadino trovo il monumento dedicato a Constantin Basarab Brancoveanu, principe di Valacchia tra il 1688 ed il 1714. Non bisogna far caso a quella sottospecie di numero 8 che si vede nello sfondo della foto qui di seguito: fa parte delle decorazioni natalizie di Targoviste e non ho avuto modo di eliminarlo dall’obiettivo, tanto era vicino alla statua.

Municipio di Targoviste

Constantin Basarab Brancoveanu

Anche questa zona interna è terminata, per cui torno dalla parte di Calea Domneasca e vado avanti. Il primo obiettivo è la piccola Biserica Stolnicului,  di “fattura” molto simile alle precedenti chiese. Di fronte ci sono due uomini con una bara che aspettano qualcuno…menomale che non sono io l’ospite d’onore; è sempre bellissimo non essere al centro dell’attenzione, soprattutto in casi simili.

Biserica Stolnicului

Riprendo lo stesso stradone di sempre e, poco più avanti sulla sinistra, mi imbatto nella Biserica Sfantul Nicolae Geartoglu (piccola e senza particolari caratteristiche) e nel Monastero Stelea; vedo il portone di ingresso costruito in legno completamente chiuso, ma non mi arrendo: giro la maniglia come se fossi a casa mia ed accedo nel cortile. Non c’è anima viva; davanti a me noto le statue dedicate a Vasile Lupu (sovrano di Moldavia dal 1634 al 1653) e Matei Basarab (Principe di Valacchia tra il 1633 ed il 1654). Di fronte a me un nuovo ingresso, stavolta aperto,  che ovviamente supero; è qui che ammiro finalmente il Monastero.

Biserica Sfantul Nicolae Geartoglu

Vasile Lupu e Matei Basarab

Ingresso all’area del Monastero

Monastero Stelea

Esco dalla struttura senza alcun problema; ho notato solo una persona all’interno di un casottino tipo guardiano, ma non mi ha rotto le scatole. Riattraverso la solita strada e stavolta vado sul lato destro. Qui trovo diversi punti di interesse: il primo è il piccolo complesso museale degli scrittori Damboviteni; sulla sinistra c’è la storica Casa Armatei (sinceramente non comprendo cosa vada apprezzato) e poi lo stadio dove gioca la squadra di calcio locale, il Chindia Targoviste. Ancora a sinistra, tornando verso Calea Domneasca, altri musei che cito nell’ordine: Museo di Storia Dambovita, Museo dell’Arte, Museo della Polizia rumena e Museo della stampa. Per finire in bellezza, dietro a tutto questo si nasconde la Biserica Sfanta Vineri, quasi impaurita di farsi guardare.

Museo degli Scrittori Damboviti

Casa Armatei

Stadio Eugen Popescu

Museo di Storia Dambovita

Museo dell’Arte

Piccola deviazione verso il centro pedonale per non perdere un altro dei pezzi da novanta di Targoviste: la Biserica Targului, ristrutturata non molto tempo fa e lo si nota chiaramente dalla perfezione di colore e dettagli.

Biserica Targului

Una cosa molto particolare da vedere è rappresentata dal Complesso Monumentale della “Curtea Domneasca” (o corte reale in italiano), un complesso di edifici storici con ingresso a pagamento (12 lei + 6 lei se si vogliono scattare fotografie, come sempre avviene da queste parti) composto da alcune rovine, dalla Biserica Mare Domneasca e dalla Torre Chindia.

Curtea Domneasca – Ingresso

Biserica Mare Domneasca

Torre Chindia

Subito dietro a questo parco dedicato alla storia locale c’è un altro tipo di parco, quello classico fatto di tanto verde, alberi e viottoli; in questo caso ci sono anche tante statue in ricordo dei soliti eroi e personaggi storici rumeni ed un laghetto che fa la sua figura solo perchè illuminato dal pallido sole ormai quasi invernale (mancano 5 giorni alla data ufficiale del 21 dicembre). Una lenta passeggiata è quello che ci vuole per rilassarmi dopo ore di semi-corsa.

Parco Chindia – ingresso

Parco Chindia – Statua di Vlad Tepes

Parco Chindia – Mulino e parte del laghetto

Arriva il momento di uscire anche da qui perchè il giro non è ancora finito. Dopo un’altra camminata incontro nell’ordine la Biserica Sfantul Gheorghe e, tornando indietro, la Biserica Cretulescu situata in una via nella quale tutte le case presenti hanno almeno un cane rompiscatole che abbaia non appena qualcuno passa: un vero canaio insopportabile.

Biserica Sfantul Gheorghe

Biserica Cretulescu

Inizio adesso la strada del ritorno verso la stazione, ma in questa incredibile città (tanto piccola ma anche tanto ricca di edifici religiosi) mi imbatto ancora nella Biserica Sfintii Constantin si Elena, nella Biserica Sfantul Nicolae, nella Biserica Sfinti Arhangheli  che vi risparmio non pubblicando le rispettive foto perchè ormai l’antifona si è capita. Arrivo alla fermata del minibus esattamente con tre minuti di ritardo (che fortuna…); il prossimo lo avrò tra 27 minuti, ma decido di non allontanarmi e restare in zona per non perdere la priorità acquisita (esattamente come recitano quelle maledette voci registrate quando si chiamano i call centers). Quando arriva l’autista salgo, pago e compio il tragitto di ritorno verso l’autostazione di Bucharest dalla quale ero partito circa 8 ore prima. Alla Gara de Nord vado ad acquistare il biglietto del treno per la seconda ed ultima destinazione di oggi: Brasov, la porta della Transilvania. Il convoglio partirà puntualissimo alle 16: 43. E’ l’equivalente del nostro intericity, è comodo ed ha i posti a sedere prenotati. Le quasi tre ore che mi separano da Brasov le passo un po’ col tablet ed un po’ sonnecchiando, cercando ancora adesso di recuperare le energie dopo la notte in bianco. Quando scendo dal vagone ed esco dalla stazione è buio pesto: solo le luci artificiali mi tengono compagnia. Ma adesso devo spendere qualche doverosa riga sul perchè di questo “bis”: Brasov l’avevo già visitata durante il mio primissimo viaggio in terra rumena, nel febbraio del 2015. Il giorno prima lo avevo dedicato a Bucharest e fu abbastanza stancante girarla tutta. Arrivai qui, proprio dove mi trovo ora, alle 8:30 del mattino con la temperatura di -7 gradi e ghiaccio ovunque. Per raggiungere il centro (3,7 kilometri di distanza) presi un bus…cosa per me insolita. Il tempo per visitare questa località era troppo poco: circa 4 ore totali. Tutti questi fattori mi spinsero a stare in giro un paio d’ore e poco più, per poi a terminare la mattinata al “Paradisul Aqvatic”, un piccolo parco acquatico al coperto in cui mi sono rilassato sia nuotando che sguazzando nella calda acqua termale. In tutto questo però…non posso dire neanche lontanamente di aver visto Brasov, ma solo di esserci passato di sfuggita. Sinceramente per ciò che avevo visto su internet e per ciò che si sente dire…fu un vero scempio…un madornale errore che non posso non rimediare e l’occasione è adesso. Detto questo procedo dividendo il tragitto in tre tappe: la prima è la ricerca di un market aperto per poter acquistare le solite bibite + qualcosa da sgranocchiare per la stanza e non è cosa molto difficile; la seconda consiste nell’andare a cena in una pizzeria locale con recensioni molto positive. Raggiungo il posto con facilità grazie al navigatore e mi siedo all’unico tavolo disponibile. Non posso non notare, sia dalla caciara presente che da alcuni abbigliamenti degni delle occasioni di festa che c’è un corso un compleanno e mi fermo qui con la descrizione (è meglio). Ordino bruschetta al pomodoro, pizza diavola da 500 grammi (formato maxi) ed una birra alla spina da mezzo litro. Che dire? La bruschetta era stratosferica: da noi servono 3 pezzettini di pane secco pieno di crosta durissima col pomodoro quasi solo strusciato sopra, mentre qui mi portano 4 triangoloni di focaccia morbidissima con sopra tonnellate di pomodori a tocchetti. Della pizza non ne parliamo neanche: la più buona che io abbia mangiato da almeno due anni a questa parte. La birra è decente, senza grandi qualità. Quindi, ricapitoliamo: la pizza è buona solo in Italia? La risposta è assolutamente no; ci hanno fottuto anche questo primato rendendoci ancora più insignificanti nel mondo di quanto già non lo fossimo diventati. Pago circa 9 euro compresa la mancia ed esco felicissimo dal locale. La terza tappa è l’albergo,:, ho davvero bisogno di una camera con un bagno tutto mio stasera, così decido di non uscire più e di rilassarmi davanti al mio gioco del calcio manageriale, cosa che a casa  non mi riesce mai di fare. Nonostante il sonno, il campionato che sto giocando mi appassiona e non vado a dormire prima delle 2:00; credo che ormai mi trovo di fronte ad una malattia: il rifiuto del sonno fino a quando il mio fisico non decide di sprangare gli occhi e crollare.

Domenica mattina: ovviamente, dopo tutto ciò che ho fatto poche ore prima, spengo la sveglia e mi alzo dal letto tardi. Sono le 9:00 quando apro gli occhi, cosa per me altamente inusuale. Cerco di preparare tutto al meglio ed in fretta, ma prima delle 9:30 abbondanti non riesco a fare il check-out ed a lasciare in custodia il borsone alla struttura. Quando scendo alla reception per la riconsegna delle chiavi guardo fuori dalla porta a vetri e vedo che per terra è tutto bagnato: “maledizione! Sta piovendo” penso tra me e me (se volete conoscere la vera versione della mia espressione basta sostituire alla parola “maledizione” un’altra parola di cinque lettere con doppia “z” al suo interno ed il gioco è fatto).  Ma uscendo scopro la piacevole verità: non è acqua quella che scende dal cielo, bensì neve che non attacca sull’asfalto perchè la temperatura è di due gradi sopra lo zero. La prospettiva di visitare Brasov a metà dicembre nel bel mezzo di una nevicata mi alletta moltissimo, ed è per questo che indosso il k-way ed inizio il giro. Primo stop, considerando il mio punto di partenza, è la zona del Parco Nicolae Titulescu, quella compresa tra Strada Nicolae Iorga e Bulevardul Eroilor, per spiegare meglio a chi volesse andare a vedere su Google Maps. A parte il cimitero evangelico che ho volutamente saltato (ne vedrò altri più interessanti nel corso delle ore successive) dedico la giusta attenzione alla bellissima Chiesa Ortodossa “Buna Vestire”, con di fronte la solita zingara armata di bambino per raccattare soldi; sembra di stare in Italia…ma ormai tutto il mondo è paese.

Chiesa Ortodossa “Buna Vestire”

Altro edificio degno di nota, passando dal sacro al profano, è il palazzo del Municipio con tanto di statua della Lupa Capitolina (un classico trovato in molte città rumene fino ad oggi). Nella foto che segue lo ritraggo dietro alla statua di Titu Maiorescu (letterato, politico ed accademico locale da me ribattezzato amichevolmente “l’uomo nero” per ovvi motivi).

Titu Maiorescu ed il Municipio di Brasov

Lupa Capitolina

L’enorme ed imponente Palazzo della Prefettura lo si vedrebbe lontano un miglio per quanto è bello; per questo rimango qualche minuto ad osservarlo. Dietro di esso ci sono altri punti di interesse: i primi sono il Teatro Drammatico “Sica Alexandrescu” con accanto la statua dedicata ad Andrei Muresanu, poeta e rivoluzionario rumeno. Di fronte al Teatro si trova il monumento alla memoria di chi ha lottato contro il comunismo, con tanto di fuoco perpetuo. Tornando sui miei passi ho modo di immortalare anche una piccola chiesetta ed una croce, entrambe ad uso commemorativo. Poi, subito dietro, la Chiesa Evangelica Luterana Maghiara completa il quadro.

Prefettura di Brasov

Teatro Drammatico “Sica Alexandrescu”

Andrei Muresanu

In memoria di chi ha lottato contro il comunismo

Chiesa Evangelica Luterana Maghiara

A ritroso su Bulevardul Eroilor, prima di svoltare verso un’altra direzione, osservo il palazzo che conserva il Museo dell’Arte e, subito alla sua destra, l’ingresso per il Museo Etnografico. Poi, tagliando per una stradina interna, si raggiunge il Monastero Francescano “Sfantul Ioan”. Da qui percorro per un po’ Strada Republicii, la più grande via pedonale di Brasov: i negozi si sprecano, dalle catene conosciute in tutto il mondo a delle vere chicche locali. E’ il classico “corso” cittadino ma è lo stesso un piacere farci una passeggiata e vivere questo momento sotto candidi fiocchi gelati.

Museo dell’Arte

Monastero Francescano “Sfantul Ioan”

Sono vicino alla piazza principale, ma prima di arrivarci voglio terminare di vedere le attrazioni del primo settore rimaste ancora fuori. E’ così che giungo agevolmente di fronte alla Biserica Sfintii Apostoli Petru si Pavel. Adesso giro l’angolo verso sinistra e, dopo aver superato la zona riservata alle fermate di bus e taxi, raggiungo la Biblioteca “George Baritiu” che, neanche a farlo di proposito, ha di fronte la stata di colui che gli ha gentilmente prestato il nome.

Biserica Sfintii Apostoli Petru si Pavel

George Baritiu

Biblioteca “George Baritiu”

Non riesco a credere di aver terminato la prima pagina della  mia mappa a settori in un lasso di tempo così breve. Continuando con questo ritmo dovrò senza dubbio cambiare i miei già ambiziosi piani in qualcosa di ancora superiore, ma questo potrò vederlo solo più tardi. E’ il momento di raggiungere “Piata Sfatului”, la piazza centrale di Brasov. Qui i punti di interesse sono davvero molti, però prima faccio notare che è stato allestito in loco un bell’albero di Natale con qualche chioschetto in legno in stile “mercatino” a fare da contorno. L’ingresso in piazza è accompagnato immediatamente dalla visione di due attrazioni: Il Museo di Storia e la Chiesa Ortodossa “Sfanta Adormire Maicii Domnului”.

Museo di Storia

Chiesa Ortodossa “Sfanta Adormire Maicci Domnului”

Albero di Natale in Piata Sfatului

Ma è la attraversando tutta la piazza e prendendo una stradina sterrata (dal nome “Curtea Honterus”) che si arriva al vero pezzo forte di Brasov: l’area della Biserica Neagra (Chiesa Nera in italiano). L’edificio religioso è enorme ed occupa una superficie notevole; da qui non è neanche facile fotografarlo perchè molto racchiuso da altre costruzioni. Dopo questo paragrafo riporto le foto di ciò che mi colpisce di più di questa zona, ma la Chiesa Nera sarà poi immortalata più avanti in maniera nettamente migliore tramite uno scatto preso da una posizione favolosa. Da notare come il teologo umanista Johannes Honterus sia stato piazzato proprio davanti al Liceo Teoretico a lui dedicato…come se stesse dicendo a tutti di andare a studiare li.

Edificio nella zona della Biserica Neagra

Johannes Honterus

Liceo Teoretico “Johannes Honterus”

Biserica Neagra

Imbocco ora la piccola “Strada Hans Benker” per sbucare su “Strada Poarta Schei”, ma prima non posso non soffermarmi a fotografare una bicicletta che ha subìto da tempo un trattamento speciale.

Un tempo era una bicicletta…

Trovo poco dopo la famosa “Strada Sforii”: altro non è che un vicolo strettissimo (è largo circa 83 cm) e lungo. A dire il vero non lo avevo messo nella lista dei punti da vedere, ma me lo trovo davanti in maniera del tutto involontaria e, già che ci sono, porto anche questa foto nei miei ricordi. Dimenticavo di dire che la gente si diverte a farsi fare i peggiori scatti in questo vicolo: hanno tutta la mia solidarietà.

Strada Sforii

Sarebbe ora la volta di ammirare la bella Sinagoga Beth Israel, ma se uso il condizionale…un motivo ci sarà. Il biondone ossigenato detto Trump ha in questi giorni messo in atto l’ennesima cazzata del suo mandato come Presidente degli Stati Uniti riconoscendo Gerusalemme come capitale dello stato di Israele. Questa decisione ha fatto scalpore ed ha avuto come prima conseguenza l’ulteriore destabilizzazione del Medio Oriente che, a forza di accordi, dialoghi, cessate il fuoco ed altro sta cercando una soluzione al problema infinito tra israeliani e palestinesi. Tutto ciò solo perchè agli americani (almeno a parere di quell’ameba dai capelli colorati) questa decisione conviene. Ammesso e non concesso che è il resto del mondo che sbaglia poichè dovrebbe isolare quel personaggio non dando alcun peso alle sue parole ed alle sue azioni…un bel “MA CHI SE NE FREGA DEGLI AMERICANI” scritto in cielo a caratteri cubitali ci starebbe proprio a pennello, ora più che mai; peccato che non ho il potere di farlo. Questa doverosa premessa è perchè devo vedere e fotografare la Sinagoga (che sembra interessante) con davanti uno striscione con scritto “Pace! Israel! Shalom!”che ne oscura mezza visuale: ci giurerei che tale aggiunta è stata fatta proprio dopo il casino che si è generato dalla decisione tanto ridicola quanto scellerata della quale ho appena parlato. Ma attenzione: non perchè io ritenga che Gerusalemme sia o non sia la capitale dello stato di Israele (non sono nessuno per deciderlo e sarà la storia futura che ci dirà come la questione andrà a finire), ma perchè da quasi un anno a questa parte dobbiamo sopportare prese di posizione oltraggiose da un elemento che col mondo moderno non ha niente a che fare, un elemento che con pochi colpi di spugna sta cancellando anni e decenni di lavoro dei suoi predecessori minando la fragile pace nel mondo. Chi lo ha votato può mangiarsi le mani.

Sinagoga Beth Israel

Proseguo ancora avanti in direzione dell’attrazione che dà il nome alla via in cui mi trovo: Poarta Schei; a dire il vero non ci trovo nulla di particolarmente interessante, a parte il fatto che sia una realtà storica. Più accanto invece la Poarta Ecaterinei è più degna e trovo più di un motivo per osservarla.

Poarta Schei

Poarta Ecaterinei

Secondo me Poarta Schei perde molto interesse perchè è attraversata da un continuo flusso di macchine senza soluzione di continuità. Poarta Ecaterinei invece ha il suo bel posto in un’area pedonale e già questo la aiuta a fare maggiore figura. All’altezza della Biserica Evanghelica Luterana (che decido di vedere dopo) faccio una deviazione a sinistra prendendo “Strada Doctor Gheorghe Baiulescu”. E’ qui che trovo la bella chiesa “Sfanta Parascheva”, il cui parco è adibito a cimitero; così descritto può sembrare un luogo solamente macabro, ma invece ha il suo perchè. Poco fuori dalle mura di recinzione si trova un altro particolare cimitero composto da una serie più o meno ordinata di lapidi nel terreno; l’impatto della neve fresca si nota tantissimo e fa la differenza.

Chiesa Santa Parascheva

Cimitero all’aperto

Qui si apre una zona dedicata allo sport: è composta da campi da tennis e dall’Arena Sportiva “Ion Tiriac”; il Museo dello sport è ubicato all’interno di un bellissimo palazzo (anche se nella foto si legge più che altro l’ambigua scritta “Olimpia Restaurant”…vai a capire…) e completa il quadro. Verso le montagne si ha poi una visione meravigliosa della nevicata che sta cadendo da qualche ora su Brasov: tutte le piante che compongono il bosco sono completamente imbiancate.

Arena Sportiva “Ion Tiriac”

Museo dello Sport

Un quadro dipinto con la neve

La direzione che sto per prendere punta proprio verso i monti: si trova qui una parte delle mura che circondano il centro storico della città di Brasov intervallate da storiche torri e bastioni. Durante il senso del mio giro ho incontrato nell’ordine il Bastionul Tesatorilor, la Turnul Artelor, la Turnul Funarilor, il Bastional Funarilor, la Turnul Vanatorilor, la Turnul Lemanrului ed il Bastionul Tabacarilor. Da questa posizione ho anche modo di scattare una foto della città innevata davvero bella: il rosso cupo dei tetti e l’atmosfera tipicamente invernale mi fanno apprezzare lo scatto.

Bastionul Tesatorilor

Turnul Artelor

Turnul Funarilor

Turnul Vanatorilor

Bastionul Tabacarilor

Brasov

Dopo questa scorpacciata vera e propria di storia difensiva, torno sui miei passi e lo faccio tramite una stradina nel bosco, giusto per non percorrere il bis esatto di ciò che avevo visto poco prima. Qui incrocio l’edificio che ospita la funivia per il monte Tampa: ho letto da casa che sarebbe un’esperienza da fare, vista la possibilità di vedere Brasov dall’alto e di organizzare ottime passeggiate nei sentieri lì presenti. Peccato che oggi, con questa neve, la vedo dura per poter tentare entrambe le attività…per cui soprassiedo e preferisco portare avanti la visita della località che mi ospita.  E’ il momento di tornare nella zona della Porta Schei, dalla quale ho effettuato l’ultima deviazione. Qui ritrovo la Biserica Evanghelica Luterana con un bel portone di legno chiuso; ormai l’audacia non mi manca e spingo semplicemente: il portone si apre ed ho modo di fotografare la chiesa. Appena fuori posso entrare nel campetto sportivo li di fianco (cancello divelto da chissà chi…) per fotografare il Collegio Andrei Saguna. Immediatamente sulla destra completo l’area con la Biserica Reformata.

Biserica Evanghelica Luterana

Colegiul Andrei Saguna

Biserica Reformata

Imbocco adesso “Strada Prundului” e percorro un buon tratto a piedi. L’obiettivo è il sito che accoglie la Biserica Sfantul Nicolae e la Prima Scoala Romaneasca (prima scuola rumena). Quando arrivo, la figura della Chiesa di San Nicola è fantastica; il complesso comprende altri due piccoli edifici e la statua dedicata a Diaconul Coresi (diacono ortodosso, traduttore e tipografo). Appena fuori dal complesso c’è la Statua dedicata al Milite ignoto.

Biserica Sfantul Nicolae

Complesso della Biserica Sfantul Nicolae – 1

Complesso della Biserica Sfantul Nicolae – 2

Monumento a Diaconul Coresi

Milite Ignoto

Anche se non ho ancora terminato la seconda delle tre parti della mappa di Brasov da me preparata, decido di voltare pagina e di iniziare (e concludere nell’immediato) la terza area per poi tornare alla precedente; il tutto per esigenze di itinerario. E’ così che arrivo al complesso della Biserica Sfanta Treime che comprende la chiesa ed un cimitero che, complice lo sfondo boschivo innevato, appare davvero particolare.

Biserica Sfanta Treime – 1

Biserica Sfanta Treime – 2

Cimitero

Esco dall’area dedicata a quest’ultima chiesa e torno verso il centro. Passo per la chiesetta Crucea Capitanului, ma non è niente di che. Di nuovo all’altezza della Poarta Schei, stavolta eseguo una deviazione a sinistra ed imbocco la stradina che passa lungo le altre mura cittadine, esattamente dalla parte opposta di quelle della zona della funivia del monte Tampa, per capirci. Mi trovo su una viuzza molto stretta che posso definire un sentiero asfaltato; alla mia sinistra scorre un piccolo rigagnolo d’acqua. Poco dopo vedo una deviazione che porta ad uno sterrato in salita verso la Turnul Neagra, uno dei punti di interesse ancora da vedere, e non me lo lascio certamente sfuggire. Salgo con  un po’ di difficoltà quel terreno sconnesso, ma quando arrivo a destinazione trovo non solo la torre nera, ma anche e soprattutto la vista pazzesca sulla città e sulla Biserica Neagra che ho anticipato in precedenza.

Fiumiciattolo dietro alle mura di Brasov

Turnul Neagra

Biserica Neagra: da qui è spettacolare

Panoramica di Brasov

Lascio la Turnul Neagra ed ho due scelte per proseguire: scendere sul percorso di prima e poi salire delle scale alla volta della Turnul Alb (Torre Bianca) oppure seguire il sentiero in mezzo al bosco. Dato il panorama fantastico modellato dalla nevicata in corso (e dato che non mi va di salire scale ripidissime) scelgo la seconda opzione. Faccio assolutamente bene perchè mi godo per qualche minuto un paesaggio per me poco usuale nella zona d’Italia in cui vivo. Una volta giunto alla Turnul Alb faccio le dovute foto, ma la vista (seppur bella) non è all’altezza di quella della torre sorella. Vedo le scale che avrei potuto scegliere poco prima: per fortuna le devo solo scendere…

Archi naturali innevati nel bosco

Turnul Alb (Torre Bianca)

“Dolci” scale…

Ma…come sempre succede…la “sfortuna” non si può aggirare perchè ti seguirà sempre finchè non si sarà divertita a dovere: guardo la mia cartina e la prossima tappa è la Cittadella fortificata, sita ovviamente in cima ad una collina raggiungibile tramite tante scale. Torno su Strada Nicolae Iorga e, proprio accanto alla Biserica “Buna Vestire”, prendo la deviazione per la salita. Alla fine non è tutta questa fatica e quando arrivo in cima ho solo un respiro leggermente affannato. La neve non accenna a smettere di cadere dal cielo quando scatto le foto di rito alla struttura antica risalente al 1580.

Cittadella Fortificata

Dopo aver fatto l’intero giro del perimetro giunge così il momento di tornare al piano strada e di andare a prendere il borsone in hotel: l’itinerario è finito ed anche Brasov entra a far parte a pieno titolo delle città visitate come si deve. Quando esco dall’albergo, bello carico come al solito, la nevicata aumenta la sua intensità. Adesso che non ho più obiettivi da osservare e che la stazione dista circa 3,7 kilometri da dove mi trovo, è tutto molto bello ma anche leggermente fastidioso, dato che non posso usare il navigatore per preservarlo dalle condizioni atmosferiche avverse. Lo accendo solo prima di partire, guardo la strada a grandi linee e provo a seguirla mentalmente traslando nella “vita reale” la striscia blu vista sullo schermo per pochi secondi. Alla fine, tranne un’unica deviazione toppata, arrivo ed acquisto il biglietto. Il treno partirà dopo 35 minuti, per cui ho il tempo di acquistare un paio di bibite ed un pacchettino di biscotti per il viaggio di ritorno verso Bucharest. Durante il tragitto vedo che la neve caduta a Brasov è una barzelletta a confronto di quella precipitata in località sciistiche come Predeal e Sinaia, letteralmente coperte da uno spessissimo strato bianco. Anche la ferrovia ne risente di questa situazione: i freni del convoglio fanno un rumore incredibile nei pressi di ogni stazione, come se non ce la facessero a fare il loro dovere causa eccessivo ghiaccio; come se non bastasse, un cavo elettrico ha ceduto generando una fiammata pazzesca (accompagnata da un bel boato) a poca distanza dal “mio” finestrino. Alla fine arrivo nella capitale con quasi un’ora di ritardo rispetto all’orario previsto, a dimostrazione del fatto che il meteo qualche problema lo ha generato. L’aereo lo avrò il mattino seguente alle 6:00 ed ora sono le 20:45; è troppo presto per rintanarmi in aeroporto e vedo che sta nevicando anche a Bucharest. Decido di prendere la metro (che qui adoro perchè ha vagoni larghissimi dove difficilmente si sta appiccicati agli altri come da noi) e di andare in centro per vedere come nella capitale rumena vivono il Natale. Non avrei potuto fare cosa migliore. Scendo in Piata Unirii e vedo le fontane (ovviamente senza acqua) addobbate a festa con giochi di luci. Ma il meglio deve ancora venire: alla fine di Bulevard Unirii c’è il Palazzo del Parlamento tutto acceso e, davanti a lui, un mega albero di Natale fa da maggiordomo al mercatino che si sta svolgendo. Non posso assolutamente non andarci. Man mano che mi avvicino, l’atmosfera si fa sempre più intensa ed adeguata al periodo. Una volta lì ho un ritorno alla realtà con transenne e guardiano da superare; tutto questo grazie agli attentatori che si divertono a fare del male a casaccio. Ma due parole sull’addetto alla sicurezza le voglio spendere perchè è davvero “fantastico”, direi l’esempio dell’essere umano medio con cui ho a che fare tutti i giorni e che mi sta facendo isolare sempre di più causa stupidità galoppante. Spiego. mi presento all’ingresso con due borse: una piccola dove tengo gli oggetti più preziosi ed il borsone che ho sempre con me per riporre ciò che mi serve durante i viaggi. Avrei potuto nascondere di tutto in entrambe le sacche, ma a maggior ragione in quella più capiente. Cosa succede? Mi ferma, mi fa aprire solo la borsa piccolina e mi fa passare senza neanche guardare il borsone a spalla. Quando mi lamento dei controlli RIDICOLI che ci obbligano a fare dovunque (in primis negli aeroporti dove devo rivoltare tutto ciò che ho ogni santa volta che mi imbarco) mi viene detto che sono un ingrato e che non capisco nulla perchè tutto ciò viene fatto per la mia sicurezza. Bene: e dopo questo ENNESIMO caso (magari fosse il primo…) dovrei sentirmi sicuro dentro questo mercatino? Chi apre la boccaccia solo per partito preso e senza muovere il cervello, mi faccia il piacere e la chiuda, dato che il punto di vista dei buonisti è sempre assolutamente e totalmente sbagliato. Grazie! La gente che esegue i controlli a quel modo è lì solo per prendere uno stipendio rompendo così le scatole agli altri. Punto. Tornando a ciò che ho davanti, l’atmosfera è magica (con tanto di palco con musica dal vivo e molte bancarelle sia gastronomiche che non).  Passo più di un’ora sotto la neve ed in totale relax osservando i locali e l’ambiente che mi circonda.

Bulevard Unirii verso il mercatino

Festa di Luci a Bucharest

Sono abbastanza stanco adesso e decido che è ora di andare via. Dopo tre minuti scarsi da quando mi incammino, la musica finisce ed il palco si spegne: ho fatto giusto in tempo! Mi dedico ad una passeggiata nel Centrul Vechi perchè non so se prendermi un kebab oppure no; alla fine non ho molta fame e lascio perdere. Quando non ho più nulla da fare mi reco alla fermata del bus 783 con destinazione aeroporto, sempre in Piata Unirii. Questa che si vede in foto è la nevicata che mi godo. I fiocchi sono ora enormi.

Nevicata a Bucharest

Arrivo allo scalo “Henri Coanda” intorno a mezzanotte. Mi fiondo subito a cercare l’unica sedia che ha accanto la presa elettrica e stavolta la trovo. E’ mia e sarei pronto ad infilzare con uno stiletto chiunque soltanto pensi di avvicinarsi. Attacco la batteria del PC portatile e passo le successive quattro ore al calduccio, giocando con il mio calcio manageriale. Alle 6:00 in punto parte il volo per Roma Ciampino ed alle 7:06 italiane mi trovo già sul bus verso la stazione Anagnina dove ho la macchina parcheggiata. Giro la chiave nel portone di casa alle 7:30 in punto, neanche trenta minuti dopo la discesa dall’aereo. Sono questi i casi in cui ringrazio me stesso per aver scelto di vivere qui. Termina in questo modo l’ultimo viaggio del 2017, il quarantaduesimo dall’inizio dell’anno: un vero record!

In conclusione: Targoviste è una città gradevole, piena di edifici religiosi che quasi monopolizzano l’offerta di punti di interesse. Ci sono anche dei musei (per coloro cui piacciono queste cose) ma durante la mia visita li ho visti desolatamente senza fila alle casse. Brasov è invece una città davvero bella e la scelta di questo bis per esplorarla a dovere è stata pienamente azzeccata. Solo adesso comprendo il motivo per cui la “Porta della Transilvania” sia così apprezzata dai visitatori. La Romania comunque resta una nazione molto ospitale e dove ci si sente a proprio agio. Soprattutto la gente aiuta quando può e quando gli viene richiesto, ma non è invadente. Ognuno sa farsi i cavoli propri ed io questa condizione la adoro alla follia. Al momento, per ora nel 2018 non è previsto di tornare in questa nazione, ma il tour totale non è ancora ultimato e  prevede molte altre tappe da preparare e mettere in pratica. Quindi…un buon Natale e felice anno nuovo dalla terra di Dracula.

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