Mannheim e Karlsruhe: sconosciute ma interessanti

di admin
Castello di Karlsruhe - Fronte

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In questo week-end lungo faccio un’eccezione ad una delle mie regole più importanti (è raro, ma certe volte succede): non viaggiare mai durante festività di qualsiasi genere. I motivi li ho già elencati in altre occasioni, ma li ripeto volentieri per chi non li conoscesse: sotto le feste tutto costa il triplo dei giorni normali ed i luoghi sono più affollati rispetto alla media. Stavolta però ho un’occasione d’oro e non posso lasciarmela scappare: riesco a pagare pochissimo una tratta Flixbus molto lunga ed impegnativa nonostante il periodo pasquale e scelgo destinazioni che a me potrebbero interessare, ma che non sono proprio il top del top per i cultori delle gite fuori porta che caratterizzano la fine di aprile. Il venerdi santo è per molti un giorno importantissimo dal punto di vista spirituale, mentre per me è…un buon momento per piazzare le chiappe su un pullman e partire (ognuno è libero di adorare chi/cosa vuole ed io scelgo i mezzi di trasporto). Ringraziando la pasquetta avrò tre giorni pieni a disposizione e scelgo di scoprire altrettante realtà in questo preciso ordine: Mannheim, Strasburgo e Karlsruhe. Decido di dividere il racconto in due posts distinti: qui sto per affrontare il lato tedesco della visita mentre nel prossimo articolo mi dedicherò al lato francese. Ora basta chiacchiere perchè è il momento di andare…

Venerdi pomeriggio: sono circa le 16:00 quando esco dall’ufficio usufruendo di due ore di permesso; la metropolitana di Roma (linea “A” e poi linea “B” con cambio a Termini) mi accompagna fino alla Stazione Tiburtina. Qui mi dirigo verso il mio negozietto di fiducia per acquistare un paio di lattine ultra-ghiacciate di Coca Cola Zero che saranno utilissime durante il tragitto: ho già la cena con me avendo acquistato qualcosa al market durante la pausa pranzo e manca solo da bere. Fatto ciò mi reco allo stallo n. 9 dell’autostazione ed aspetto che arrivi il Flixbus che da Roma terminerà la sua corsa addirittura a Francoforte. Prima del via si verifica l’ennesimo caso di idiozia umana: un paio di persone pretendono di salire a bordo di una tratta internazionale avendo con loro solo la patente di guida, quindi niente passaporto nè carta di identità; va bene che le frontiere sono abolite, ma è risaputo che la compagnia dei bus verdi non permette a nessuno di viaggiare oltre confine senza un documento valido…ed il nuovo formato della patente in vigore da anni non lo è. Nonostante lo scoramento, quelle “povere anime pie” ci salutano restando a terra anche se sono in possesso di un regolare biglietto pagato. Alle 17:17 (di buon auspicio, vero?) il mezzo si mette in moto ed inizia il viaggio che, esattamente come accadde il mese scorso quando andai a scoprire Stoccarda ed Heidelberg, scorre tranquillo e sereno finchè non arriviamo dalle parti di Lochau, al confine tra Austria e Germania. Qui mi rendo conto che quello che credevo fosse stato un incidente di percorso è in realtà una cosa che accade ogni santa mattina da chissà quanto tempo: la “polizei” ferma il bus in un’area recintata ed effettua il controllo dei passaporti a tappeto. L’altra volta rimanemmo fermi circa un’ora e poi ai quattro extracomunitari più sospetti venne concessa la possibilità di andare avanti; stavolta la situazione è peggiore: le persone che vengono invitate a scendere sono circa una decina e l’attesa snervante in quel quadrato di asfalto raggiunge le due ore nette. Ho il tempo per documentarmi con gli autisti, cioè coloro che sono ormai avvezzi a questo genere di pratiche. Tutto ciò mentre i passeggeri europei stanno sbraitando contro le persone di colore, contro la Flixbus che permette loro di salire e contro Renzi che ha causato tutto questo svendendo la nostra nazione per due spicci. Alla fine dei giochi imparo che diversi migranti raggiungono il nostro paese con documenti falsi, ma non solo: in certi casi di documenti ne hanno più di uno; la foto resta la stessa mentre il nome cambia su ognuno di essi. I “signori” chiedono asilo politico in Italia ed ottengono il sussidio per rifugiati; con quei soldi (ed un secondo documento) vanno poi in Germania dove chiedono asilo politico pure lì ottenendo un secondo aiuto economico. Morale della favola: questi nullafacenti ottimamente instradati da chi conosce le nostre leggi campano a sbafo senza fare un cavolo, mentre noi abbiamo milioni di disoccupati che non sanno come finire la giornata. Mi vengono due domande in questo preciso istante: 1) chi ha chiuso i porti dello stivale da un annetto a questa parte ha davvero tutti i torti oppure sarebbe il caso che la gente che critica si svegliasse una buona volta? 2) Perchè da noi entra qualsiasi tipo di persona nonostante dovremmo essere i garanti di una parte del confine dell’Europa Unita mentre i poliziotti tedeschi svolgono con diligenza il loro lavoro smascherando i malviventi, bloccandoli e preparando per loro un immediato rimpatrio nei loro paesi di origine? Siamo alle solite, purtroppo…siamo un paese di merda e va detto e ripetuto fino allo spasimo. Grazie a questo schifo e ad un ritardo fisiologico dovuto alla lunga distanza prevista non arrivo alle 12:00 a Mannheim (orario previsto), bensì alle 14:45. E’ una cosa normale aver perso due ore e aver detto stop per sempre a prendere di nuovo questa tratta a causa dei falsi rifugiati? A me francamente pare di no. Comunque sia mi ritrovo in Germania con quasi tre ore in meno di tempo a disposizione rispetto a quello che avevo previsto in termini di permanenza nella città che mi ospita, quindi non mi resta altro da fare che prendere la mappa e cominciare a muovere le gambe: sicuramente non intendo darla vinta a chi, volontariamente o no, mi mette i bastoni tra le ruote.  Fortunatamente la giornata è da sogno, con un sole che spacca le pietre ed un caldo decisamente fuori stagione. Usando la Stazione centrale come punto di partenza raggiungo “Bismarckplatz” dove troneggia il Monumento al Cancellerie di Ferro Otto von Bismarck; più avanti mi imbatto nella Chiesa dello Spirito Santo che devo immortalare quasi lateralmente a causa dei troppi alberi che ne ostruiscono la facciata. La Kunsthalle conclude l’area.

In onore di Otto von Bismarck

In onore di Otto von Bismarck

Chiesa dello Spirito Santo

Chiesa dello Spirito Santo

Pochi passi e faccio il mio ingresso in un luogo meraviglioso, uno di quelli che nessuno si immaginerebbe mai di trovare in una località apparentemente anonima come Mannheim: sto parlando di Friedrichsplatz. Il nome non lascia spazio all’immaginazione ed è ovvio che si tratta di una piazza, ma è qualcosa di veramente poco usuale. A farla da padrone c’è la Wasserturm e, ai piedi di essa, ha inizio un gioco d’acqua che prima scende dei gradini e poi va a cullarsi in una grande vasca; tutto intorno ci sono alcune statue, tanto verde e moltissimi fiori colorati. Il tutto si trova un livello più in basso rispetto al piano stradale e ci si accede scendendo delle scale, cosa che rende l’insieme ancora migliore. La luce del sole fa il resto aumentando ancora di più, se possibile, le sensazioni positive. Manca però la ciliegina sulla torta, e cioè il meccanismo della fontana che ancora oggi è fermo causa “pausa invernale”. Se ci fosse stato anche quello, il tripudio sarebbe stato totale. Le immagini che seguono non rendono neanche lontanamente l’idea dell’atmosfera che sto assaporando, ma è soprattutto per questo che i posti è bello viverli e non limitarsi a guardarli on-line. Attenzione: nel mondo c’è sicuramente di meglio, ma l’effetto sorpresa ed il colpo d’occhio sono davvero fenomenali.

Friedrichsplatz - Panoramica

Friedrichsplatz – Panoramica

Misera parte dei fiori di Friedrichsplatz

Misera parte dei fiori di Friedrichsplatz

La cosa che mi fa un pochino arrabbiare è che dietro alla Wasserturm c’è una fontana funzionante, ovviamente molto più piccola e meno scenica di quella ora spenta. Perchè questa differenza? A tale domanda non avrò mai risposta. Dalla parte opposta ho modo di osservare il Karl Benz Memorial formato da due “pezzi”: una scultura in onore di colui che viene definito come l’inventore dell’automobile (ha vissuto e lavorato anche qui a Mannheim) e la riproduzione della “Patent Motorwagen”, ovvero quella che a tutti gli effetti è la prima autovettura al mondo.

Fontana dietro alla Wasserturm

Fontana dietro alla Wasserturm

Karl Benz Memorial - Scultura

Karl Benz Memorial – Scultura

Karl Benz Memorial - Patent Motorwagen

Karl Benz Memorial – Patent Motorwagen

La verità è che non voglio lasciare questo luogo, ma il giro deve andare avanti senza pause. Anzi, a voler dire proprio tutto…mi trovo di fronte ad un importante bivio sempre a causa dell’incredibile ritardo del pullman; scelgo di seguire una certa direzione sacrificando per ora i punti di interesse della periferia est della città, con la speranza di poter tornare più tardi sui miei passi. Prendo “Elisabethenstrasse” e mi trovo di fronte alla Christuskirche che osservo come si deve. Qualche minuto di cammino in più ed ecco una delusione: generalmente in Germania i teatri sono ospitati da edifici storici di una certa fattura, ma questo non vale per il locale “Nationaltheater” che reputo brutto ed insignificante. Una limpida visione del fiume Neckar mi mostra la “Fernmeldeturm”, ovvero la Torre della Televisione che a queste latitudini considerano come un’attrazione.

Christuskirche

Christuskirche

Nationaltheater

Nationaltheater

Il fiume Neckar e la Fernmeldeturm

Il fiume Neckar e la Fernmeldeturm

Indirizzo le mie gambe verso il cimitero locale perchè ho letto su internet che, proprio vicino all’ingresso, c’è un’ala dedicato alle tombe ebraiche che sono sempre molto particolari. Ma quando sono lì, la solita sorpresa è dietro l’angolo: quello è l’unico settore di tutto l’enorme spazio occupato dal camposanto che ha l’accesso chiuso da un cancello. E’ il primo pomeriggio del sabato ed il cimitero tedesco è spalancato per chiunque voglia visitarlo. Si può sapere perchè questo è chiuso? E si può sapere perchè lo è da ogni parte del globo??? La mia bile è attualmente in fermentazione perchè certe cose sono insopportabili, eppure continuano a persistere. Faccio marcia indietro cercando di non pensarci e punto dritto verso la St. Bonifatius Kirche. Non molto lontano da qui c’è il parco “Herzogenried” del quale ho scovato cose interessanti durante la fase della preparazione del viaggio, così mi avvicino per dare un’occhiata…ma ci trovo la biglietteria con tanto di cassa e capisco che è la solita fregatura che serve al comune per fare soldi: ingresso bocciato.

St. Bonifatius Kirche

St. Bonifatius Kirche

Mi aspettano altre due chiese prima di attraversare nuovamente il fiume e potermi buttare a capofitto in centro e sono la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù e la DiakoniePunkt Lutherkirche. Per quanto riguarda la prima va tutto bene e riesco a vederla come si deve; per la seconda c’è più di qualcosa che non va. Per carità…so benissimo di essere un tipo polemico (forse anche troppo) e questo mio modo di essere e di pensare non lo nascondo nei miei posts. Spesso mi lamento perchè i punti di interesse che segno sulla mappa li trovo coperti da troppi alberi; magari sbaglio…ma se vi trovate di fronte a ciò che sto vedendo io non pensereste la stessa cosa? Non pensereste a richiedere l’intervento di una squadra di potatori professionisti perchè ciò che appare è un vero scempio? Giudicate voi stessi se la seconda foto è normale oppure no…

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

Diakoniepunkte Lutherkirche in mezzo alla foresta

Diakoniepunkte Lutherkirche in mezzo alla foresta

Bella, non è vero? In questo specifico caso ho pagato il viaggio e fatto tutti questi sforzi per guardare qualche albero che potevo vedere tranquillamente sotto casa mia. Un grazie di cuore al Comune di Mannheim. Per la serie “non ti curar di loro, ma guarda e passa” , me ne frego ed arrivo in un punto che mi permette di osservare sia la “Jugendkirche Samuel” sia la Moschea Centrale.

Jugendkirche Samuel

Jugendkirche Samuel

Moschea Centrale

Moschea Centrale

Qui è d’obbligo una piccola spiegazione: sto per entrare nel centro storico di Mannheim che è a dir poco particolare; la sua “pianta” è a scacchiera e, guardando la mappa, sembra un’enorme gioco del “Forza 4” con strade esattamente perpendicolari tra di loro. Oltre a questo c’è da sottolineare che non ci sono vie come siamo abituati ad avere in tutte le città del mondo, bensì una serie di isolati che prendono il nome di “quadrati”. Un indirizzo di questa zona non si chiamerà mai “Alexanderstrasse”, ma B4 o D3, il tutto ordinato secondo logica. I numeri civici si comportano di conseguenza: non seguono il corso della strada, ma il perimetro del quadrato.  Sembra una cosa difficilissima da memorizzare, ma una volta presa l’abitudine sarà una cavolata orientarsi. Il motivo è semplice: se cercassimo “Alexanderstrasse” servirebbe per forza un navigatore o uno stradario per sapere dove si trova perchè non avremmo punti di riferimento coincidenti con tale nome; se invece volessimo andare a B4 e fossimo ad A2, seguendo la logica arriveremo a destinazione senza bisogno di niente. Di seguito mostro l’indicazione visiva del primo quadrato del centro di Mannheim, ovvero il famigerato A1, nel lato in cui ci sono i numeri civici da 1 a 3:

A1 del Mannheimer Quadrat

A1 del Mannheimer Quadrat

Capito questo, mi metto in moto alla ricerca di ciò che devo ancora vedere iniziando con il “Friedensengel”, ovvero l’angelo della pace. Si tratta di un memoriale per le vittime del nazismo e della seconda guerra mondiale ed è ubicato in un piccolo spazio accanto alla candida “Spitalkirche”. Spostandomi di poco incontro, uno di fronte all’altro e divisi solo da una strada, il Museo “Zeughaus” ed il “Reiss Engelhorn Museen”.

Friedensengel

Friedensengel

Spitalkirche

Spitalkirche

Museo Zeughaus

Museo Zeughaus

E’ ora la volta della Sinagoga locale, edificio senza infamia e senza lode che però mi introduce nel Markt, ovvero la piazza centrale, dopo pochissimo. Nelle città tedesche è quasi sempre il luogo più bello, ma qui noto solo una fontana ubicata esattamente al centro (Marktplatzbrunnen) ed un bel palazzo che funge sia da Altes Rathaus (vecchio municipio) che come Chiesa di San Sebastiano.

Sinagoga

Sinagoga

Marktplatzbrunnen

Marktplatzbrunnen

Altes Rathaus e Chiesa di San Sebastiano

Altes Rathaus e Chiesa di San Sebastiano

La mia passeggiata continua in direzione di Paradeplatz, ma prima di arrivarci vedo una libreria che espone un volume bellissimo sulla Germania che dal prezzo di 19,90 euro è sceso a 3,90 euro e non posso non entrare ad acquistarlo. Con un ulteriore peso da portare giungo nella piazza dove trovo un sacco di gente seduta a non fare un bel niente ed una fontana senza acqua corrente. La mia ricerca dell’Oststdadt Theater muore quasi subito perchè noto che è all’interno di un edificio moderno che comprende anche un centro commerciale, quindi niente che valga la pena di fotografare.

Fontana di Paradeplatz

Fontana di Paradeplatz

Poco lontano mi ritrovo in Schillerplatz, dove osservo il monumento in onore di colui che dà il nome alla piazza. Dalla parte opposta ci sarebbe un capolavoro, ma la posizione a stretto contatto con altri palazzi di fronte non permette di scattare un’istantanea di qualità. Sto parlando della Jesuitenkirche che avrei sicuramente voluto fotografare meglio. Da come si vede qui di seguito non sembrerebbe niente di eccezionale, ma non è così.

Monumento a Friedrich Schiller

Monumento a Friedrich Schiller

Jesuitenkirche

Jesuitenkirche

E’ il momento di osservare il Castello di Mannheim, costruzione davvero enorme; si tratta di un palazzo barocco abitato in passato da Principi-Elettori del Palatinato mentre oggi è utilizzato dalla locale università. Il mio parere schietto e sincero? Così a prima vista non mi ispira niente di particolare. Nel grande piazzale su cui si affaccia ci sono le statue dedicate a “Karl I° Ludwig del Palatinato” e “Karl Friedrich von Baden”. E’ presente anche una chiesa che però si fonde col resto dell’edificio.

Castello di Mannheim

Castello di Mannheim

Karl I° Ludwig del Palatinato

Karl I° Ludwig del Palatinato

Karl Friedrich von Baden

Karl Friedrich von Baden

Guardo l’orologio e vedo che ho ancora tempo prima che faccia buio, per cui il mio passo svelto mi ha permesso di recuperare quasi tutto il ritardo accumulato in arrivo. Anche se la passeggiata non è breve decido lo stesso di mettermi in marcia e di raggiungere le zone che prima ho dovuto sacrificare, cioè la periferia est. I primi punti di interesse che vedo, o meglio che “intravedo” tra gli alberi (in questa zona sono veramente mortali…) sono la Friedenskirche e la St. Peter Kirche. Concludo poi il tutto con il Planetario locale che mi regala un sorriso per qualche attimo: è accerchiato da un’area verde dove, vista l’ora tarda e la scarsa presenza umana (ci sono solo io…) stanno scorrazzando una decina di coniglietti in cerca di cibo; è una di quelle cose che non ci si aspettano, per cui è tenerissimo vederli fuggire impauriti al solo pensiero del male che avrei potuto far loro. Purtroppo non lo sanno che mi avvicinerei solo per coccolarli 🙁

Friedenskirche

Friedenskirche

St. Peter Kirche

St. Peter Kirche

Planetario

Planetario

Adesso è davvero tutto. Prendo il navigatore ed imposto il percorso migliore per tornare a vedere il Markt dopo il tramonto perchè il sole sta calando proprio adesso; circa tre kilometri mi separano dalla destinazione che raggiungo senza troppa fatica. Colgo l’occasione per entrare nel Lidl che si affaccia sulla piazza centrale ed acquistare qualcosa da mangiare e da bere sia per il viaggio che mi aspetta che per l’arrivo in hotel a Strasburgo previsto per l’ 1:30 di notte: a quell’ora sicuramente troverò tutto chiuso senza alcuna possibilità di rifocillarmi in loco, così devo pensarci adesso. L’ultimo saluto alla città di Mannheim che ha allietato il mio sabato pasquale lo dò immortalando l’edificio dell’Altes Rathaus e della Chiesa di San Sebastiano di sera.

Altes Rathaus e Chiesa di San Sebastiano di sera

Altes Rathaus e Chiesa di San Sebastiano di sera

Con calma mi avvio verso l’autostazione dove aspetterò il Flixbus diretto in Francia; della prossima giornata parlerò in un post a parte, come già detto. Per questo motivo salto le prossime 24 ore e mi catapulto in avanti tipo macchina del tempo.

Lunedi mattina: Alle 8:45 ho il Flixbus con destinazione Karlsruhe, quindi si torna in Germania per passare la pasquetta, ultimo atto di questo mio week-end lungo. Alle 10:05, dopo circa 80 minuti, scendo dal torpedone verde e mi ritrovo in un luogo abbastanza inaspettato per una nazione tanto ricca: gli stalli sono ubicati in una zona decisamente triste in una traversa della “Hauptbahnhof” e tra la gente che frequenta questo spazio mi pare di intravedere più di qualcuno poco raccomandabile; probabilmente il mio occhio clinico stavolta si sta sbagliando, o almeno questo è ciò che spero. Comunque sia, il problema non si pone perchè ho voglia di dedicarmi subito alla scoperta di questa nuova località senza perdere tempo utile. Così attraverso tutta la stazione ferroviaria e sbuco dalla parte opposta. La giornata è soleggiata, anche se più di qualche nuvola si sta facendo largo con forza; da notizie arrivate su whatsapp so che a Roma anche oggi piove ed è una giornata di cacca, per cui non posso che essere contento di trovarmi molto lontano. Davanti a me, un tantino spostato sulla destra, vedo l’ingresso del “Tiergarten”, ovvero del giardino zoologico locale. La zona della biglietteria è posta su una specie di terrazza che permette di guardare la primissima parte del parco che appare davvero molto curato. I problemi sono tre: 1) la visita non è prevista dalla mia tabella di marcia; 2) Gli animali vanno visti in libertà nei loro luoghi abituali e non nelle gabbie; 3) Dodici euro preferisco tenerli in tasca e spenderli in cibarie piuttosto che alimentare uno zoo. Detto questo, saluto la compagnia dei genitori con prole che sta formando la fila per entrare e me ne vado verso altri lidi. Già da queste prime battute noto che questa città ha qualcosa di diverso rispetto alla media tedesca e riassumo il tutto in una sola parola: è sporca; ebbene si, in terra c’è di tutto. E ‘come se un pezzo di Italia (dove è risaputo che c’è di tutto e di più gettato dai maleducati cronici che affollano il nostro paese) fosse stata staccata di netto e piantata qui. Non è usuale camminare in Germania e trovare le vie così poco curate…e se sommo questo alla visuale dell’autostazione di poo fa direi che non ci siamo proprio. La mia camminata mi porta davanti ai primi due punti di interesse sui quali perdo un po’ di tempo con scarsi risultati: è come se la maledizione degli alberi selvaggi di sabato a Mannheim continuasse qui oggi; la Liebfrauenkirche è totalmente non fotografabile mentre questo è ciò che si può prendere della Johanneskirche:

Johanneskirche

Johanneskirche

Sono io quello strano o è uno scempio in piena regola? Se fossi un botanico probabilmente qualcosa apprezzerei, peccato che io sia la cosa più lontana da un amante delle piante su questa terra. Proseguo per la mia strada ed incontro, immancabili, i lavori in corso massivi che stanno rimodellando l’intera nazione teutonica; ormai sono più di tre anni che me li porto dietro e non intendono finire per nessuna ragione. Giunto nella zona del Baadisches Staatstheater devo fare un giro per trovare la posizione migliore per poterlo immortalare. Trovo anche una buffa scultura di quello che sembra essere un cavallo, ma non chiedetemene il senso perchè proprio non ne ho idea.

Baadisches Staatstheater - panoramica

Baadisches Staatstheater – panoramica

Baadisches Staatstheater - buffa scultura

Baadisches Staatstheater – buffa scultura

Faccio il mio ingresso in Rondelplatz, uno spazio circolare semplice ma suggestivo che ospita la “Colonna Costituzionale” al centro ed anche lo storico Palazzo Margravial; poco importa se oggi sia occupato dalla sede di una banca perchè è degno di nota e basta.

Colonna Costituzionale

Colonna Costituzionale

Palazzo Margravial

Palazzo Margravial

Svolto a sinistra su “Erbprinzenstrasse” e mi dirigo verso il Museo Statale di Storia Naturale, ma quando gli rivolgo lo sguardo non posso non notare che mezza della sua figura è avvolta dalle impalcature. Nella adiacente Friedrichsplatz vedo una bella fontana stranamente funzionante e non ci penso due volte ad immortalarla. Lo stesso vale per la prossima, ovvero la Marienbrunnen, opera dell’artista Emil Wachter, che è ubicata proprio dietro alla bella Kirche St. Stephan; infine, alla sinistra dell’edificio religioso, ecco il Kammertheater.

Fontana in Friedrichsplatz

Fontana in Friedrichsplatz

Marienbrunnen

Marienbrunnen

Kirche St. Stephan

Kirche St. Stephan

Kammertheater

Kammertheater

Ormai mi sono fatto prendere e proseguo in questa direzione, anche se sto andando ad istinto invece di seguire i piani studiati a casa. Cammino e raggiungo Stephansplatz dove osservo una fontana, stavolta inattiva. Un po’ più avanti trovo prima il Monumento Equestre a Kaiser Wilhelm e poi la Christuskirche.

Fontana a Stephansplatz

Fontana a Stephansplatz

Statua Equestre a Kaiser Wilhelm

Statua Equestre a Kaiser Wilhelm

Christuskirche

Christuskirche

A questo punto torno indietro in direzione del centro; a dire il vero mancano ancora un paio di cose da vedere in questa direzione ma, mappa alla mano, noto che sono molto lontane; ci tornerò più tardi se avrò tempo a disposizione. Percorro gran parte di Kaiserstrasse (la via principale) e mi rendo conto di due particolari: 1) a differenza della vicina Francia, qui tutti i negozi oggi saranno chiusi e potrebbe essere un problema reperire bibite fresche a buon mercato avendo solo i bar come scelta disponibile; 2) questa città continua a non entrare in sintonia con me: anche questa zona la trovo spartana, abbastanza triste e poco curata nonostante le forti opere di riqualificazione in atto. Sento anche due signori anziani che parlano in italiano del meteo che secondo loro sta cambiando; sicuramente sono due emigranti che hanno maggior piacere a stare insieme che a mischiarsi ai locali. L’unica cosa che mi fa voltare per qualche istante durante la marcia è questa strana fontanella…ma si tratta di poca roba:

Fontanella su Kaiserstrasse

Fontanella su Kaiserstrasse

Sono quasi arrivato nella piazza principale (il Markt) quando vedo diverse transenne atte a recintare una fetta abbastanza grande di quell’area: è in corso la ripavimentazione tutta intorno ad un Mausoleo a forma di Piramide. E’ sempre più difficile soprassedere…però lo faccio anche stavolta perchè mi rimangono ancora da osservare il Rathaus (Municipio) e la Chiesa Protestante ubicati uno di fronte all’altra.

Rathaus

Rathaus

Chiesa Protestante

Chiesa Protestante

Prima di andare nel punto più interessante e più atteso della città che mi ospita faccio una piccola deviazione sulla destra per osservare la Kleine Kirche. Poi più nulla può separarmi dalla Schlossplatz, ovvero la Piazza del Castello. E’ come un incanto, una magia o qualcosa di simile: ad un certo momento finiscono le strade ed inizia una visione da sogno, quasi da fiaba. Il Castello di Karlsruhe è davanti ai miei occhi e lo vedo in tutto il suo splendore dopo aver superato il Monumento/Fontana in onore di Carl Friedrich Grossherzog von Baden. Inutile dire che il sole alto nel cielo fà la sua parte illuminando l’edificio ed il bel parco antistante.

Kleine Kirche

Kleine Kirche

Carl Friedrich Grossherzog von Baden

Carl Friedrich Grossherzog von Baden

Castello di Karlsruhe - Fronte

Castello di Karlsruhe – Fronte

Castello di Karlsruhe - dettaglio di Schlossplatz

Castello di Karlsruhe – dettaglio di Schlossplatz

Castello di Karlsruhe - dettaglio della facciata

Castello di Karlsruhe – dettaglio della facciata

Dimenticavo: all’interno c’è un museo…ma a me non importa proprio visitarlo. E’ incredibile come questa tetra città abbia riconquistato buona parte dei punti perduti in precedenza in un batter di ciglia; non è del tutto usuale per le altre località sfoggiare un edificio del genere. Ma la cosa non finisce qui perchè ho ancora l’intero parco da visitare e non mi faccio certo pregare. L’ingresso è gratuito e questo agevola molto le cose, ma temo che lo sia perchè alla fine dei conti non c’è poi moltissimo da vedere. E’ grande, ma anche abbastanza spoglio in rapporto alla dimensione. C’è un laghetto che non ha niente di particolare, una fontana che senza acqua corrente (com’è adesso) perde tutto il suo valore ed un trenino che fa il giro dell’intera area verde per il piacere dei più piccoli. Le cose più interessanti le trovo camminando un po’ ed uscendo dalla zona in cui le persone presenti stendono i teli sull’erba per rilassarsi e fare la gita fuori porta tipica del giorno di pasquetta. Ciò che apprezzo è rappresentato dalla Teehaus (davvero carina) e della Cappella Sepolcrale Granducale (molto bella); quest’ultima si trova completamente immersa nel bosco e regala un’immagine molto suggestiva. In zona c’è anche il Wildparkstadion, casa della locale squadra di calcio che ai tempi della mia giovinezza visse annate sportive con ottimi risultati, ma che oggi milita nella terza serie tedesca e sta lottando in questo momento per tornare almeno nella Zweite Liga. Tornando sui miei passi ho modo di osservare anche il Castello visto dal retro.

Teehaus

Teehaus

Cappella Sepolcrale Granducale

Cappella Sepolcrale Granducale

Castello di Karlsruhe - retro

Castello di Karlsruhe – retro

Come si nota da quest’ultima immagine, quei due anziani italiani ci stanno prendendo riguardo al meteo…mortacci loro! Ma non mi darò certo per vinto perchè, male che vada, sono attrezzato a sopportare tutto. Da questa parte mi manca da vedere solo una cosa che è la Kunsthalle ed è proprio lì che rivolgo la direzione.  Ma prima colgo l’occasione per qualche altro scatto carino del Parco del Castello.

Parco del Castello - scorcio

Parco del Castello – scorcio

Kunsthalle

Kunsthalle

Il giro sta procedendo in maniera assolutamente lineare e non come nella giornata di sabato a Mannheim in cui ho dovuto fare le corse nel vero senso della parola. E’ così che, prima di andare avanti con ciò che rimane, decido di andare a pranzo ad un fast food adocchiato durante la passeggiata fatta fino ad ora: non avrei potuto fare scelta migliore perchè il kebab è sublime (soprattutto la piadina ha un sapore mai sentito prima) e la porzione di patatine fritte che completa il menù deborda dal piatto. A pancia piena si viaggia sicuramente meglio; il prossimo obiettivo è esplorare la parte di Kaiserstrasse non ancora battuta: qui trovo nell’ordine la Chiesa Evangelica “Oststadt” e la bellissima ed imponente Kirche St. Bernhard, un vero gioiello. Ultima attrazione in questa zona è lo “Schloss Gottesaue”, ovvero un castello oggi adibito a Conservatorio che vale proprio tutta la distanza percorsa fino al suo raggiungimento.

Chiesa Evangelica Oststadt

Chiesa Evangelica Oststadt

Kirche St Bernhard

Kirche St Bernhard

Schloss Gottesaue - fronte

Schloss Gottesaue – fronte

Schloss Gottesaue - retro

Schloss Gottesaue – retro

Non resta altro da fare che tornare indietro per dedicarmi all’ultima parte rimasta ancora non toccata per la città di Karlsruhe. Percorro cinque kilometri a piedi per arrivare prima alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e poi alla Karl-Friedrich-Gemeinde. Visto ciò, prendo “Weinbrennerstrasse” e continuo la camminata fino a quando incontro la semplice Markuskirche.

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Chiesa dei Santi Pietro e Paolo

Karl-Friedrich-Gemeinde

Karl-Friedrich-Gemeinde

Markuskirche

Markuskirche

La prossima tappa è lo “ZKM” , ovvero il Centro  per l’Arte e la Tecnologia dei Media; scopro presto che si tratta di un polo di recentissima costruzione (quindi moderno e senza particolari interessanti) in cui si fanno esposizioni, si organizzano eventi e cose simili; è anche un punto di ritrovo pomeridiano per i giovanissimi del luogo, cioè quelli che iniziano ad uscire per la prima volta accompagnati con la macchina dai genitori che li “scaricano” lì’ e se ne vanno. Assisto a più di una di queste scene nei cinque minuti in cui attraverso l’area. La verità è che sono ormai agli sgoccioli e mi manca da vedere solo la “Neuapostolische Kirche” ed il bellissimo Palazzo della Corte di Cassazione Federale. Per l’edificio religioso ho fortuna e posso portarlo nel mio album dei ricordi; va meno bene con il palazzo governativo sempre a causa dei lavori in corso  che vietano l’accesso proprio sul suo piazzale.

Neuapostoliche Kirche

Neuapostoliche Kirche

E’ tutto…ed ho ancora un’ora piena a disposizione prima di dover andare via; decido di tornare in centro, su Kaiserstrasse, per due motivi: 1) capire se a quest’ora del pomeriggio/inizio sera si è un po’ animata la situazione nell’area dello “struscio”; 2) ho un’immensa voglia di una birra tedesca gelata alla spina al punto che potrei infilzare qualcuno con uno spillone pur di averla. Riguardo il primo punto…non ci siamo proprio: gente ce n’è molta più di prima, ma il massimo che si può fare qui è creare file kilometriche (non scherzo…) per comprare un gelato; riguardo il secondo punto, appena trovo la birreria che mi ispira entro e mi siedo. Il tizio mi vuole vendere della birra in bottiglia, ma basta uno sguardo satanico (ricordate la storia dello spillone…?) per fargli prendere un bicchiere vuoto e farlo dirigere verso il macchinario giusto. Che dire se non che quel mezzo litro è andato giù più velocemente dell’acqua? Chi mi conosce sa che non bevo alchol tranne che in rarissime occasioni, e sinceramente trovarsi in Germania e non approfittarne è da idioti. Mi alzo dalla sedia e, dopo aver salutato il barista, mi metto in cammino lentamente verso l’autostazione; durante il tragitto ho modo di ammirare gli abbellimenti floreali che il comune di Karlsruhe tenta di allestire per contrastare la brutturia dei lavori in corso ed in parte riesce nell’intento.

Fiori a Karlsruhe - 1

Fiori a Karlsruhe – 1

Fiori a Karlsruhe - 2

Fiori a Karlsruhe – 2

Costeggio anche il giardino zoologico ed in certi punti riesco anche a dare una sbirciatina a qualche povero animaletto costretto lì dentro: se non altro sembrano in salute. Concludo il tutto con l’acquisto di qualcosa da sgranocchiare e da bere durante l’infinito viaggio di ritorno che mi attende da qui a Roma. Il Flixbus arriva addirittura prima del previsto, così salgo e mi metto comodo al posto 26B. Inutile dire che da quando ci sono i sedili numerati ed assegnati la situazione è decisamente peggiore: prima potevo entrare di corsa sfruttando il fatto che non ho bagaglio da stivare nel retro per scegliere la zona migliore dove mettermi, mentre ultimamente mi devo sorbire il posto che il sistema di prenotazione mi assegna in automatico perchè vale sempre la regola che pagare per questo tipo di servizio extra è uno spreco di soldi. Tutte quelle ore passano però tranquille e al ritorno in Italia non c’è mai il problema del controllo passaporti per gli extracomunitari come quando si entra in Germania. Alle 13:10 del giorno successivo rispetto a quello della partenza arrivo all’autostazione Tiburtina e, una volta lì, mi dirigo a prendere la Metro “B” seguita dalla Metro “A” in direzione dell’ufficio. Anche questa avventura giunge al termine.

La conclusione stavolta non è poi molto scontata; ho visto due località tedesche che aggiungo alla mia già ampia collezione: Mannheim che conta 308.000 abitanti e Karlsruhe che ne ha 312.000; da questi numeri sembrerebbero due città apparentemente simili, ma non è così ed il risultato finale ribalta le sensazioni iniziali. Mannheim la trovo forse con punti di interesse meno belli ed altisonanti, però è più viva. Karlsruhe ha dalla sua parte il Castello principale, l’altro Castello oggi conservatorio ed alcune chiese davvero belle, però come città è più morta e meno curata. Per chi non è malato di viaggi come me, partire appositamente dall’Italia per vedere queste due realtà non darebbe una soddisfazione sufficiente; se però ci si trova da queste parti si potrebbero tranquillamente includere come tappe di un tour più ampio ed articolato. Per quanto riguarda il sottoscritto è stata un’esperienza comunque positiva perchè mi ha permesso di scoprire nuovi posti e di continuare a vincere la monotonia devastante che mi dà il rimanere a casa da solo.

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