Cipro: una vacanza studiata male e non appagante

di admin

Navigando in internet in cerca di offerte e nuove destinazioni vedo che la compagnia aerea irlandese Ryanair ha aperto il collegamento tra l’Italia e Pafos rendendo più economica ed accessibile la conoscenza di Cipro, chiamata anche  “Isola di Afrodite”. Una possibilità da non sottovalutare per visitare una terra non molto “battuta” dal nostro turismo e ricca di spunti da approfondire.
Cipro potrebbe sembrare ad una prima e poco attenta occhiata una delle tante realtà che compongono la Grecia, ma non è assolutamente così. Essa gode infatti di una propria sovranità e di una propria identità nazionale…condizione che però non vale per l’intero suo perimetro. Nel 1974 una guerra interna ha decretato che la popolazione turca che viveva sull’isola prendesse possesso della parte superiore che venne denominata “Repubblica Turca di Cipro Nord”, mentre gli abitanti di etnia greca restarono ad abitare la parte sud dell’isola. La zona nord è un territorio ben delimitato e chiuso da vere e proprie dogane con guardie preposte al controllo dei passaporti ed all’emissione di visti timbrati sia per l’ingresso che per l’uscita. Tale territorio, essendo stato occupato militarmente e non per decisioni politiche, non è ad oggi riconosciuto da nessuno stato al mondo tranne che dalla Turchia. E’ una zona del pianeta che praticamente non esiste e che viene vista come un cancro da estirpare. Dopo tutto questo tempo si nota molto bene che la convivenza è ancora molto forzata.
Entrambe le zone (quella nord e quella sud) meritano il dovuto spazio nel viaggio che ho intrapreso e del quale vorrei cercare di trasmettere le emozioni e le sensazioni molto diverse tra loro che mi hanno suscitato.

La visita della parte nord (quella occupata militarmente) necessita di un’organizzazione particolare e di alcuni accorgimenti:
1) L’aeroporto di Ercan (locato nella zona non riconosciuta a livello mondiale) non può ricevere in arrivo nessun volo diretto. Gli unici voli che vi atterrano sono quelli provenienti dalla Turchia. Il che significa che chiunque vi voglia atterrare è costretto ad arrivare nel “paese del quarto di luna” e poi prendere un altro volo per Ercan. Per la complessità dell’operazione e per i costi maggiori che tutto questo comporta ho preferito arrivare nella Cipro Greca.
2) Non tutte le compagnie di noleggio auto con base nella parte greca permettono ai noleggianti “lo sconfinamento” nella parte nord dell’isola. E’ così’ necessario prenotare la macchina telefonicamente tramite un broker che individuerà la ditta che avalla tale passaggio di confine (tralascio volutamente la parte in cui ho dovuto insegnare io questa regola all’addetto del customer service che si è dimostrato totalmente ignorante in materia…meglio non infierire). Tutto questo succede perché recandosi in una zona nella quale il mondo intero vorrebbe eliminare il turismo per dare un duro colpo al regime militare che detiene il potere, una volta varcato il confine non sarà assolutamente valida nessuna polizza assicurativa e quindi portare una vettura nella parte occupata è a piena ed unica responsabilità del viaggiatore. Esiste un’assicurazione obbligatoria che vale solo per risarcimento danni in favore di terzi (ne parlerò più avanti), mentre i danni alla “mia” autovettura dovranno essere totalmente risarciti alla compagnia dal noleggiante del veicolo. Se pensiamo che sull’intero territorio la guida è all’inglese (cioè si tiene il lato sinistro della strada) si può capire come la perplessità sia tanta e che il rischio che possa succedere qualcosa di sgradevole sia elevato.
3) Pur essendo in una nazione che fa parte dell’unione europea (parlo stavolta della parte greca) è sempre bene avere con se il passaporto. Il motivo lo spiegherò più in là.
Atterro all’aeroporto di Pafos (ripeto, zona greca) con l’intento di passare sull’isola un’intera settimana suddivisa in 3 pernottamenti nella “Cipro Nord” e 4 pernottamenti nella “Cipro Sud”.
In fase di noleggio dell’autovettura, l’impiegato è la prima persona che mi invita a ripensare a quello che sto per fare dopo che ha scoperto che ero diretto nel territorio proibito e senza coperture. Ho fatto capire che sapevo ciò che stavo facendo, ho preso le chiavi della macchina (una KIA Picanto a benzina che aveva già macinato 146.000 km…) ed ho ingranato la prima.
La rete stradale di Cipro è una vera sorpresa: ci sono autostrade completamente gratuite che collegano i maggiori centri urbani. Il “problema” è che il limite massimo consentito è di 100 km/h e quindi le distanze si coprono in un tempo maggiore rispetto all’Italia. Purtroppo il paese è disseminato di autovelox in tratti di strada dove è consentito andare non oltre i 50 km/h , i 65 km/h ed i 75 km/h e non è praticamente possibile guadagnare tempo prezioso spingendo un po’ di più sull’acceleratore senza essere “beccati”dalle telecamere. Inoltre in mezzo ai centri abitati sono presenti moltissimi dossi artificiali che obbligano gli automobilisti a ridurre drasticamente la velocità non oltre i 30 km/h, pena lo sfondamento della vettura.
La mia prima destinazione, dove ho alloggiato per 3 notti, è stata Cipro “turca”. In questa zona le città arrivano ad avere anche tre nomi diversi (uno greco, uno turco ed uno inglese o internazionale). La città dell’albergo prescelto era Kyrenia (nome greco) o Girne (nome turco): è sempre la stessa ma viene chiamata a piacimento. Questa situazione genera non pochi problemi quando si guida e si devono leggere (o meglio interpretare) i cartelli stradali. La distanza da percorrere era di circa 180 km e, partendo dall’aeroporto di Pafos, mi sono messo in marcia. Tutto bene fino alla capitale del paese, Nicosia per tutti noi e Lefkosia per i locali. Una volta in città è cominciata la difficilissima ricerca del confine tra Cipro Greca e Cipro Turca, unico punto di passaggio per le autovetture. Gli abitanti di etnia greca chiamano tale confine col nome di “Agios Dometios” mentre gli abitanti di etnia turca chiamano lo stesso posto col nome di “Metehan”. La zona è realmente poco segnalata e sono riuscito a trovarla solo chiedendo a qualche negoziante, anche loro restii ad aiutarmi perchè stavo andando dove non avrei dovuto. Una volta lì, procedendo a passo d’uomo, si arriva nel vero punto di confine. Occorre che il guidatore scenda dalla macchina con i passaporti di tutti i passeggeri e si rechi a compiere due operazioni ben precise:
1) La stipula dell’assicurazione integrativa: come detto precedentemente, entrando in questa zona non riconosciuta a livello mondiale tranne che dalla Turchia, si perde qualsiasi tipo di copertura assicurativa. Per questo motivo le autorità turche obbligano chiunque voglia oltrepassare il confine a dotarsi di una assicurazione apposita che copre solo ed esclusivamente i danni procurati a terzi con il massimale di 3.000.000,00 di euro per le persone e di 50.000,00 euro per le cose. Tale polizza ha una durata minima di un mese (30 giorni di calendario) e costava a suo tempo 35,00 euro. Oggi davvero non so se sia aumentata ma temo di si.
2) Il visto di ingresso: un secondo stand rilascia un foglio di carta molto elementare e semplice per ogni passeggero dell’autovettura. Si compila con nome e cognome, numero del passaporto e nazionalità. Il tutto viene registrato su un computer e viene apposto un timbro di entrata con la data.
Fatto questo si è autorizzati dalle autorità turche ad entrare nella zona occupata. Risalgo in macchina e mi metto in marcia.
Appena varcato il confine entro in un mondo surreale: in pochissimi metri si passa da una zona abbastanza moderna e dotata di ogni servizio possibile (come ci si aspetta da ogni paese membro della comunità europea) ad un luogo che ricorda molto (forse troppo) il medio-oriente. Per carità, niente di male. E’ solo che cambia proprio tutto addirittura dalla prima occhiata. La differenza tra le due parti è di almeno 30-40 anni di sviluppo: la parte greca lo ha cavalcato mentre la parte turca si è totalmente fermata.
Nei primi 500 metri dopo il confine turco, una persona un po’ più ansiosa potrebbe anche arrivare a spaventarsi per cosa si presenta di fronte ai suoi occhi:
1) Si passa sotto un arco sopra al quale c’è scritto testualmente “I am proud to say I am Turk” , la cui traduzione dall’inglese è “Sono fiero di dire che sono turco”. La domanda che viene spontanea è la seguente: come mai in un paese in cui vige la lira turca come moneta, in cui tutto è scritto in turco e nel quale esiste un nazionalismo sfrenato…tale frase è stata scritta in inglese ? Se fosse stata scritta in turco sarebbe servita a ricordare agli abitanti del luogo di essere fieri della loro identità. In questo modo invece è assolutamente rivolta a tutti, soprattutto ai non turchi, perché riportata nella lingua internazionale. Non mi è stato chiaro il senso di tutto ciò.
2) Gli occhi si trovano di fronte due enormi bandiere turche visibili da centinaia di metri di distanza perché issate su pali altissimi: entrambe hanno il famoso motivo del quarto di luna con la stella; una ha il disegno di colore bianco e lo sfondo rosso (Turchia) e l’altra ha il disegno di colore rosso e lo sfondo bianco (Repubblica Turca di Cipro Nord).
3) Ultima cosa sicuramente più impressionante di tutte (da una parte veramente affascinante): dietro le due mega-bandiere si trova una catena montuosa; su una di queste montagne è stata dipinta in maniera perfetta una enorme bandiera turca con il disegno rosso e lo sfondo bianco, assolutamente impossibile da non vedere da tutte le angolazioni. Se qualcuno non lo avesse ancora capito, non sono entrato in quella che chiamano “Repubblica Turca di Cipro Nord”…sono a tutti gli effetti in una frazione della Turchia.

Bandiera dipinta sulla montagna

Bandiera dipinta sulla montagna

Per arrivare a Kyrenia ho dovuto attraversare una catena montuosa che ha messo alla prova il cambio automatico delle macchina, ma la strada è comunque molto buona. Trovo l’albergo prenotato mesi prima dall’Italia tramite internet (un buon 3 stelle con piscina e mezza pensione) e mi sistemo. La prima sera ceno e scopro che nella struttura si mangia molto bene. Qui si usa servire un piccolo “starter” (antipasto) che può essere una zuppa, dei tramezzini o altro, per poi seguire con un piatto unico: ho mangiato vari tipi di pollo, insalata di tonno e moussaka nei tre giorni di permanenza, tutti veramente molto buoni.
Comincia l’ esplorazione di questa parte di Cipro che è stata a mio avviso molto interessante per incrementare la conoscenza di nuove culture ma allo stesso tempo abbastanza deludente dal punto di vista naturalistico-ambientale per i seguenti motivi:
1) Kyrenia, la città dove ho alloggiato, non è il paesino o villaggetto che si pensa di trovare quando si va in vacanza a Cipro in pieno agosto. E’ a tutti gli effetti una città grandissima che si estende per chilometri. E’ assolutamente sovraffollata e l’unico modo di fare due passi in un luogo carino e rilassante si ha sul porticciolo, il quale è non è come me lo aspettavo, anche se nelle vicinanze ha un bellissimo castello. La passeggiata è colma di bazar e negozietti di ogni genere pieni di cianfrusaglie. Gli unici negozi un po’ più ordinati sono i supermarkets, ma non posso passare l’intera vacanza in cerca solo di roba da mangiare. Per poter pranzare o cenare ci sono una marea di locali: tutti propongono kebab o cose simili ma la pulizia lascia a desiderare; per questo motivo i miei tre pranzi in questa zona sono stati consumati presso una catena di paninoteche: sarà stato poco etnico, ma sicuramente molto più igienico.
2) Le spiagge della zona sono al 95% private: appartengono agli hotels, ai bars o ai beach clubs. Per poter andare al mare occorre pagare un biglietto che va dalle 5 lire turche (circa 2,5 euro) alle 15 lire tuche (circa 7 euro) a persona. Il mito dei chilometri di spiagge incontaminate a disposizione di tutti non è del tutto vero “ovunque”. Ci sono anche quelle, ma non dove mi trovavo (qi questo ne parlerò più avanti perchè, per quello che cercavo, mi è stato subito chiaro che avevo sbagliato destinazione. L’importante però è saper ammettere i propri errori perchè nessuno è perfetto).
3) Il panorama è veramente tutto uguale in ogni luogo frequentato ed il posto più ricercato è diventata alla fine la piscina dell’hotel…
Capitolo mare e spiagge libere: la prima cosa che non dimenticherò mai di Cipro Nord è la temperatura dell’acqua, così calda che non si poteva non tuffarcisi dentro ad ogni occasione. Occorre poi far presente che tali spiagge libere sono fortunatamente sempre deserte o semi-deserte. I turco-ciprioti preferiscono gli stabilimenti balneari che offrono loro ombrelloni, lettini, sdraio, servizi e tutti gli sports acquatici che si possano immaginare. Li ringrazio molto per questa loro scelta e mi dirigo verso le località che avevo messo in programma. Degna di nota la splendida spiaggia chiamata “Alagadi Turtle Beach” situata pochissimi chilometri ad est di Kyrenia: su questo tratto di costa le tartarughe “Caretta Caretta” depongono le uova ed infatti trovo sulla spiaggia dei piccoli recinti posti lì proprio per custodirle e proteggere dai bagnanti. L’arenile è dorato e l’acqua limpidissima. Peccato che ci sia in giro un po’ di immondizia, ma l’inciviltà umana è comune in tutto il globo terrestre.

Veduta della Alagadi Turtles Beach

Veduta della Alagadi Turtles Beach

Gli stessi colori li trovo anche in un tratto ad ovest di Kyrenia nei pressi dell’Escape Beach Club; stessa cosa trovo anche il giorno successivo sulle spiagge della zona di Famagusta (circa 75 km da Kyrenia sul lato est dell’isola): la Long Beach, la Salamis Beach e la Glapsides Beach (frequentata soprattutto da persone del luogo) fanno parte dello stesso golfo e ciò che cambia da una all’altra spiaggia è solo il nome. Particolare e stupenda sarebbe stata la zona della penisola della Carpasia (Karpaz in linguaggio locale) che offre davvero miglia e miglia di spiagge libere e deserte. E’ un ambiente particolare perché, tranne che nel villaggio di Dipkarpaz, non vi è la corrente elettrica e quindi nessun altro servizio di base; purtroppo (e con tantissimo rammarico causa compagnia non d’accordo con il mio punto di vista) non ho potuto spingermi fin là, ma è una meta che prenoterò in futuro al 101%. E qui termino un discorso interrotto in precedenza: per i miei gusti era questo il posto che avrei dovuto scegliere per passare le 3 notti nella Cipro turca…non Kyrenia e dintorni. Col senno di poi è facile parlare, ma rimedierò appena possibile. Sono dunque arrivato alla conclusione che le spiagge di tutta Cipro Nord sono molto simili tra di loro (tranne, ripeto, la Penisola di Karpaz che non ho visitato); belle, ma senza quella varietà che mi aspettavo.
Ho terminato così il mio primo blocco di visita; purtroppo sono rimasto un pochino deluso dall’incuria dei palazzi, delle strade, dell’igiene dei luoghi frequentati perchè davvero non me l’aspettavo in quel modo. A mio modo di vedere tale situazione non migliorerà mai ed anzi andrà sempre più in degrado. E’ stata comunque un’esperienza che mi ha arricchito ulteriormente e che, nonostante tutto, mi sarei pentito amaramente di non aver fatto; a casa ho gelosamente conservato i visti e l’assicurazione integrativa della macchina (fortunatamente la paura di essere coinvolto in un incidente stradale in un luogo in cui non ho alcun tipo di tutela o copertura perché mi trovo lì senza il consenso del resto del mondo stava per finire). Sono la prova tangibile della mia visita a Cipro Nord, territorio occupato militarmente dai turchi nel 1974 nel quale molta gente, per paura ingiustificata, neanche si avvicina.

Assicurazione auto obbligatoria a Cipro Nord

Visto di ingresso e uscita per Cipro Nord

Il quarto giorno mi sveglio presto perché la strada da fare è tanta e non voglio buttare ore preziose. Occorre però tornare al confine turco; arrivati lì, leggo uscendo (ancora in inglese) una frase un po’ meno “minacciosa” di quella che ho letto all’andata entrando nel territorio: il cartello recita “Peace at Home Peace in the world”. Suppongo che il senso sia stato “pace a casa come e nel resto del mondo” o qualcosa di simile. Fermo la macchina e mi reco alla dogana per far timbrare il visto per l’uscita; mostro i passaporti ai ciprioti di origine greca ed è fatta: la prima mèta del “nuovo corso” è la capitale Nicosia (o Lefkosia). Come ricordato in precedenza, basta superare il confine e fare poche decine di metri per trovarsi di fronte un altro mondo: Cipro Sud è un paese che chiaramente fa parte a tutti gli effetti della comunità europea; lo dimostrano la sua pulizia, la sua organizzazione, le sue infrastrutture, addirittura i suoi bars ed i suoi monumenti, tutte cose che nella parte turca sono lasciate al degrado ed all’abbandono. La città è molto carina e vivibile; il centro è pieno di negozi di souvenir e non, posti su un’area abbastanza ampia totalmente pedonale. Cammina cammina…arriva la sorpresa: vedo gli stessi gabbiotti che avevo trovato alla dogana tra Cipro Greca e Cipro Turca appena arrivati con la macchina. Incredibile ma vero, la città è divisa perfettamente a metà da una linea di confine stavolta esclusivamente pedonale. Volendo proseguire avanti da quel punto, pur trovandoci sempre a Nicosia, lo si può fare solo ottenendo un visto con timbro di ingresso nella ormai famosa “Repubblica Turca di Cipro Nord” con tanto di consegna in visione dei passaporti. Anche se l’operazione è più una rogna che altro, non me la sono sentita di non proseguire la passeggiata passando dal territorio greco a quello turco; qui il contrasto si nota ancora di più che con la macchina perché in una decina di metri si passa dalla capitale di uno stato membro dell’unione europea alla capitale dell’incuria. Non sto scherzando quando parlo di pochi metri: la parte turca è come mi ricordavo Kyrenia, con i suoi bazar incasinati, la sua poca igiene, negozi di kebab sparsi ovunque e chi più ne ha più ne metta. Degnissimi di nota, invece, il “Buyuk Han” (un anticho e bellissimo caravanserraglio) e la Moschea Selimiye, un tempo Cattedrale di Santa Sofia. Un piccolo giro è stato sufficiente per farmi capire che da quella realtà ero quasi “scappato” poco prima e quindi ho deciso di tornare nella Cipro Greca, andare verso la macchina parcheggiata precedentemente in un posteggio a pagamento e riprendere così la traversata dell’isola verso il luogo prescelto per la seconda parte delle vacanze: il distretto di Pafos.

Buyuk Han

Buyuk Han

 

Particolare della Moschea Selimiye

Particolare della Moschea Selimiye

Dopo essermi documentato minuziosamente ed aver deciso di tenermi più alla larga possibile dalla località vacanziera di Agia Napa (famosa per le sue spiagge dorate e per l’acqua del mare chiarissima ma anche troppo colma di gente, ombrelloni ed alberghi di dimensioni mastodontiche) posta nella parte Est dell’isola di Cipro e mèta di una marea di turisti da tutto il mondo (Italia compresa), mi sono recato nella parte nord-ovest del paese, verso la cittadina di Polis. Tale zona è l’unica dell’isola di Cipro a non essere ancora battuta e contaminata dal turismo straniero di massa. Nonostante la sua vicinanza all’aeroporto (circa 45 km) le persone che atterrano allo scalo appena citato sembrano non conoscere tale località e quindi non vi si recano. Una volta lì ho trovato quasi solo turismo locale, magari gente che viene da Nicosia o altre città, ma pochissimi stranieri.

Ho prenotato un appartamento (studios) per 3 notti proprio a Polis. La particolarità di questa zona sono i Bagni di Afrodite, un punto di mare molto molto bello che vede una serie di gigantesche pietre fuoriuscire dall’acqua limpida, di un colore prima chiarissimo che poi digrada piano piano verso un azzurro intenso.

Bagni di Afrodite

Bagni di Afrodite

Subito dopo i Bagni di Afrodite la strada asfaltata finisce. Ci si può recare oltre (anzi…ci si deve recare oltre…) con un Jeep Safari oppure con un tour in barca che esplora la penisola di Akamas, un luogo dove è possibile accedere solo tramite questo tipo di servizi. Al suo interno ci sono molte spiagge bellissime ed incontaminate: le più famose tra tutte sono la Blue Lagoon, Lara Beach e Fontana Amoroza. Per la sera ci sono due opzioni: il paese di Polis ha un centro piccolino ma accogliente con tavernette, bars e ristorantini.

Chisa di Polis

Chisa di Polis

Chi invece vuole mangiare e fare una passeggiata in riva al mare può farlo presso la località di Latsi che si trova a soli 2 km verso il mare dopo Polis. Si tratta di un tipico porticciolo “alla greca” con un ristorantino dopo l’altro e vari servizi.

Porticciolo di Latsi

Porticciolo di Latsi

L’ultimo giorno ho deciso di recarmi e pernottare a Pafos. Il volo di rientro sarebbe partito la mattina successiva alle 6.45 e quindi avrei dovuto essere in aeroporto per l’imbarco del bagaglio non più tardi delle 5.00 del mattino. Dopo circa una quarantina di minuti di macchina sono arrivato in città ed ho sistemato le valigie presso l’ultimo hotel del viaggio, il Kiniras: lo nomino perché possa essere di aiuto a tutti affinchè nessuno ci vada. E’ infatti un hotel con stanze molto piccole, neanche troppo pulito e che chiede 5 euro al giorno di supplemento per l’aria condizionata in una nazione nella quale non sparare a cannone questo tipo di servizio equivale a bollire tutta la notte per il caldo afoso che c’è. Detto questo, ho visitato il centro di Pafos ed il suo porto, luogo nel quale si svolge tutta la vita estiva della città. A parte alcuni reperti storici di un certo rilievo mi chiedo come questo centro possa essere candidato a capitale europea della cultura nel 2017. Ma tutte le risposte non si possono certo avere…

Castello di Pafos

Castello di Pafos

Appena arrivato il caldo asfissiante che ci ha accompagnato per tutto il viaggio, prendo la macchina e mi reco verso l’ultima spiaggia da cartolina che avevo in programma di vedere: il bellissimo sito di Petra Thou Romiou, o meglio conosciuto come luogo di nascita della dea Afrodite. Anche in questo caso il colpo d’occhio è stupendo: mare azzurro come difficilmente si vede e pietre gigantesche disseminate una vicina all’altra. Questo posto è di gran lunga più conosciuto del precedente nei pressi di Polis; lo capisco dal fatto che c’è un’uscita dedicata dell’autostrada e dall’affollamento che minuto dopo minuto si va creando. Decido di fermarmi qui tutto il giorno e così faccio.

Petra Thou Romiou

Petra Thou Romiou

Alla sera, dopo una doccia, nuova visita al porto di Pafos dove mi fermo a mangiare alla “Rocks Taverna” (locale molto caratteristico che si trova all’interno di una caverna costruita per l’occasione, ma comunque molto pittoresca). Passeggiata sul lungomare stracolmo di gente e poi rientro in Hotel per circa 5 ore di sonno che culmineranno con “l’alazataccia” delle 4.00 del mattino e della conseguente corsa verso l’aeroporto.

Conclusione con specifica DOVEROSA: Quello che ho scritto e le sensazioni che ho raccontato sulla parte nord sono state totalmente condizionate dall’errore da me fatto in fase di pianificazione dell’intero viaggio. Cipro turca è in realtà una parte di mondo bellissima, davvero particolare e che ha le proprie testimonianze storiche e spiagge incontaminate nella Penisola di Karpaz. Come già detto, tornerò in questa “nazione” e mi recherò nelle zone a me più consone. Però, scrivendo questo racconto, mi sono chiesto se fosse il caso di raccontare bugie dicendo che tutto è stato magnifico e che tutto è andato benissimo: la risposta più semplice che posso dare è “assolutamente no, perchè non sono tipo che dice il falso, nè prima, ne ora e nè mai”. Questa è stata realmente Cipro come l’ho vissuta e se non ne ho un ricordo entusiasta non è perchè il caos della parte turca non mi piaccia (anzi, ho imparato ad adorare certi modi divivere), ma solo perchè a causa mia sono partito con altre errate aspettative. Reputo infatti di non aver fatto un giro sufficientemente completo nei 6 giorni e mezzo a mia disposizione in un’isola che, se uno lo volesse, è in grado di far macinare molti molti più chilometri. Posso però dire di aver visto e raccontato la parte turca dell’isola, luogo non riconosciuto dalle autorità mondiali che tanta gente non conosce o non vuole avvicinare per paura di carenza di sicurezza. E posso dire anche che, col senno di poi, il mio lasciare l’isola di Afrodite quella mattina non è stato un addio ma un arrivederci a presto, cioè a quando potrò scrivere un post sulla vera natura di Cipro Nord e della sua incontaminata Penisola di Karpaz.

You may also like

6 Commenti

Orlando Esposito 08/09/2018 - 16:35

Waoow tutto perfettamemte chiaro ,un esperienza che mi ha aiutato molto nel mio viaggio a Cipro ,grazie mille !

Reply
admin 08/09/2018 - 16:41

Grazie mille. Gli apprezzamenti fanno sempre piacere, ma sapere di essere stato utile è ancora più importante.

Reply
Franci 08/10/2019 - 21:47

Hai scritto un ” racconto” meraviglioso!
Mi piacerebbe riuscire a girare così, ma molti motivi, in primo luogo le lingue, nelle quali sono veramente analfabeta mi condizionano nelle scelte. Ti ringrazio perché attraverso le tue parole ho partecipato anch’io al tuo viaggio. Buona fortuna.

Reply
admin 09/10/2019 - 2:41

Ciao.
Prima di tutto grazie per le bellissime parole e perché dedichi un po’ del tuo tempo a ciò che scrivo 😊.
Questo è uno dei primissimi racconti del mio blog in ordine di pubblicazione. Col passare dei mesi e degli anni ho acquisito esperienza e se ti è piaciuto questo ti invito a leggere qualcosa di più recente, sicuramente migliore in tutto, dallo stile alle immagini.
Premessa: non intendo spingere o forzare nessuno a fare ciò che non si sente, però un consiglio te lo voglio dare: io ho gettato al vento un sacco di tempo perché avevo una paura matta di volare; poi ho rotto il ghiaccio ed oggi se non prendo un tot di aerei l’anno mi sento perso. Le lingue sono importanti quando si va all’estero e non lo metto in dubbio, ma da questa parte dello schermo c’è uno che conosce un inglese basico o poco più. Capita poi di andare in paesi in cui sono i locali a non parlare altro che la loro lingua,ma ti assicuro che con la buona volontà si ottiene praticamente tutto. Non perdere occasioni per la troppa paura, fidati di me.
Per qualsiasi info scrivi pure. Ti aiuterò con piacere. Grazie ancora per l’apprezzamento.

Reply
Cris 26/01/2020 - 20:10

Complimenti per il tuo interessante resoconto! Alla fine per sconfinare a nord di che compagnia di noleggio ti sei servito? Hai fatto un un’ulteriore assicurazione oltre a quella al confine ? Mi sembra di capire che Kyrenia ti abbia un po’ deluso ; dove mi consiglieresti di soggiornare per 4-6 giorni al nord? Grazie!

Reply
admin 28/01/2020 - 18:52

Ciao Cris.

Scusa per il ritardo di questa risposta ma sono tornato stamattina dall’Inghilterra ed ho potuto leggere solo poco fa il tuo messaggio.

Provo ad aiutarti, ma ti preavviso che a Cipro sono stato nell’agosto 2012, quindi alcune cose (o forse tante…chi può dirlo?) sono sicuramente cambiate.
La compagnia di noleggio che all’epoca mi permise di sconfinare fu la Sixt. Ho appena controllato nei miei “ricordi cartacei” (ho un archivio di tutti i miei viaggi) e te lo dico con estrema certezza. Ovviamente ti consiglio di verificare se al momento anche altre aziende danno il via libera, almeno per poter capire la situazione e magari fare un raffronto dei prezzi.

Non ho fatto nessun’altra assicurazione oltre a quella stipulata al confine. Era l’unica che si potesse fare per coprire i danni da me provocati agli altri. I danni alla vettura a noleggio sarebbero stati comunque tutti a mio carico.

Come hai avuto modo di leggere a cominciare dal titolo del mio racconto, allora non ero la stessa persona che sono oggi e non ho vissuto questo viaggio con l’enfasi di come adesso mi godo letteralmente ogni minuto fuori casa.
Prima di tutto in questa occasione non ero da solo e questo ha frenato totalmente i miei spostamenti e la mia voglia di vedere e conoscere i luoghi più particolari; poi non avevo l’esperienza che ho acquisito col tempo e con le varie partenze successive anche in paesi decisamente più difficili di Cipro. Se dovessi tornarci oggi (e ti dirò che ci sto facendo più di un pensierino) riscriverei il post come si deve, dando una marea di info in più e soprattutto fornendo un giudizio senza dubbio diverso. Di questo ne sono convinto.

Kyrenia mi ha un po’ deluso per le spiagge: i locali preferivano infilarsi all’interno di lidi privati dove c’era talmente tanta gente da dovercela mettere come i mattoncini del Tetris ed a me queste cose non sono mai piaciute. Di contro, le poche spiagge libere dei dintorni erano sì deserte, ma allo stesso tempo poco curate e spesso con una buona dose di rifiuti presenti. La città praticamente non l’ho vista a causa della compagnia sbagliata che avevo, assolutamente non adatta a quel tipo di località. Quindi se ti dicessi di non andarci potrei farti perdere qualcosa che a te potrebbe piacere.

Mi sono perso tutta la Penisola di Karpaz e questo ancora mi brucia: kilometri e kilometri di spiagge incontaminate dove si diceva ci fosse elettricità solo a Dipkarpaz (il villaggio più grande) e poi il nulla più totale (ma sono solo le voci che ho sentito)…ho visto Famagosta solo di passaggio, Nicosia per pochissime ore…per poi correre a buttarmi nella Cipro Greca (il paesino sopra Paphos del quale parlo) pagando per la seconda volta le ultime 4 notti del soggiorno per accontentare l’altra persona.

Insomma…la verità è che Cipro non la conosco affatto e non saprei darti il consiglio che mi chiedi. Nel blog ci sono ad oggi 180 racconti pubblicati e potrei raccontarti ogni centimetro quadro di tantissime località, ma questo non vale per Cipro e mi dispiace doverlo ammettere.
Però sono sicuro che apprezzi la sincerità.

Insomma, dipende molto da che tipo di persona sei e da che cosa ti aspetti da questa eventuale partenza. Come ho già detto, c’è modo sia di fare una settimana o più di solo mare “organizzato”, così come c’è la possibilità di andare allo “stato brado” nella penisola di Karpaz e perdersi letteralmente li senza niente e nessuno intorno. Se invece vai per le città, le più importanti della zona nord sono Nicosia (ovviamente la parte turca dato che parliamo in particolare del Nord), Kyrenia e Famagosta.

Grazie per essere passata dal mio spazio on-line.

Reply

Scrivi un commento