Laxenburg: un’oasi di pace a pochi minuti da Vienna

di admin
Franzensburg

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Il titolo di questo post dice tutto: se, come me, vi trovate a Vienna ed avete concluso la visita della capitale austriaca con qualche ora a vostra disposizione e cercate qualcosa da fare che non sia troppo distante, magari anche ben collegato e che unisca relax e cultura, ho io la soluzione che fa per voi e si chiama Laxenburg. Alzi la mano chi già conosceva questo posto, perchè io per primo ne ero totalmente all’oscuro. L’ho trovato grazie ad una delle mie solite ricerche mirate e dettagliate sulle mappe europee, sempre spinto dal mio chiodo fisso che recita più o meno così: “il mondo è pieno zeppo di segreti; l’importante è saperli svelare”. Questo racconto è il naturale seguito della mia prima volta in Svezia (vedi post dedicato) proprio perchè il viaggio di rientro verso l’Italia mi regala uno scalo lungo a Vienna e sinceramente di passare del tempo a gironzolare senza una mèta non mi va; io devo sempre avere qualcosa da fare. Per questo motivo mi armo di buona volontà e vado alla scoperta dell’ennesima realtà sconosciuta.

Domenica mattina: Sono circa le 9:30 quando scendo dal volo Wizz Air proveniente da Malmo dopo due giorni meravigliosi in terra scandinava e mi ritrovo nell’area arrivi dell’aeroporto di Vienna. Pochi passi mi portano alla fermata del treno dove, ticket alla mano acquistato poco prima alle macchinette automatiche, salgo sul primo convoglio disponibile con direzione “Hauptbahnhof” (Stazione Centrale), luogo a me già familiare. Alla biglietteria faccio una fila brevissima ed acquisto una “Tageskarte”, ovvero un titolo di viaggio valido per tutto il giorno solo nella tratta da me scelta (guai a sgarrare); costa pochissimi centesimi in più di un’andata e ritorno normali ma permette la massima flessibilità del non avere orari già predefiniti. Adesso devo trovare l’autostazione, ma ci metto poco ad orientarmi: appena dopo l’uscita che dà su “Sudtiroler Platz” noto già degli stalli di fronte a me, ma sono dedicati ad alcuni bus cittadini ed alle partenze internazionali, per cui vado oltre. Sulla sinistra, praticamente sotto ai binari dei treni in un luogo dove non batte mai il sole, c’è una lunga serie di vie canalizzate con tante paline sui marciapiedi che mi fanno capire di essere esattamente dove dovrei stare. Cerco la palina col numero della corsa che mi interessa (la destinazione finale è Eisenstadt) ed aspetto che arrivi il bus. Questo è il capolinea e già pregusto di potermi sedere per poter effettuare la tratta, seppur breve, nel miglior modo possibile. Mi domando chi oltre il sottoscritto possa andare a Laxenburg, ma vengo smentito quasi subito: da unico essere umano in attesa quale sono, col passare dei minuti si raduna in zona una folla pazzesca. Capisco che se davvero vorrò sedermi dovrò correre e magari mollare qualche sano spintone qua e là, ma vivere a Roma 365 giorni l’anno insegna questo ed altro. Ovviamente riesco a posare le mie chiappe su una delle poltrone disponibili e, seppur con ritardo, partiamo. Il motivo del ritardo è semplice: il 99% dei passeggeri (cioè tutti tranne me) deve far perdere tempo al mondo intero acquistando il biglietto dal conducente; evidentemente era troppo difficile comprarlo alla biglietteria. Il tragitto dura una quarantina di minuti, dei quali addirittura i primi venti (se non anche qualcosina di più) servono per uscire da Vienna per traffico, semafori e fermate intermedie in cui salgono altri passeggeri che devono anch’essi fare il biglietto. La cosa positiva è che oggi il meteo mi regala una bellissima giornata e, quando arrivo a destinazione, scendo col sorriso soprattutto per questo. Accanto alla pensilina c’è subito il primo punto di interesse, cioè il Monumento al Leone di San Marco illuminato a regola d’arte dal sole.

Monumento del Leone di San Marco

Monumento al Leone di San Marco

Questa ridente e piccola località di 2.861 abitanti (dato dell’ultimo censimento del 2015) si divide idealmente e fisicamente in due parti: area urbana e Schlosspark. Decido di dedicarmi alla visita seguendo esattamente l’ordine appena descritto ed è così che mi dirigo verso due delusioni. La prima: raggiungo il Kriegerdenkmal, ovvero il monumento in memoria dei caduti delle due guerre mondiali, ma un cancello chiude l’accesso alla piazzetta che lo ospita impedendomi di avvicinarmi quanto serve per scattare una foto (e menomale che Google lo definisce “aperto 24 ore su 24″…); la seconda: vorrei almeno vedere la Friedhofkapelle, ovvero la Cappella del Cimitero, ma anche questo luogo è chiuso al pubblico. Com’è possibile che ci sia al mondo un cimitero chiuso di domenica??? Nessuno risponderà mai a questa domanda, per cui decido di tornare indietro e di vedere la “Aphrodite Brunnen” , fontana senza un goccio d’acqua corrente.

Aphrodite Brunnen

Aphrodite Brunnen

E’ il momento di entrare in “Schlossplatz”, una zona pedonale di breve lunghezza ma davvero molto bella. Il “Rathaus” (Palazzo del Municipio) apre le danze che sono seguite dalla Chiesa Cattolica locale, assolutamente perfetta in ogni suo centimetro che partendo da terra si staglia verso il cielo. Una strana fontana (stavolta con acqua) completa questo lato della piazza. Dalla parte opposta c’è il “Blauer Hof”, un edificio allo stesso tempo grande e degno di nota. A questo punto la domanda sorge spontanea: ma perchè tanta grazia racchiusa in un misero villaggio? Semplice: la storia parla chiaro e dice che questa località è stata scelta dagli Asburgo per la costruzione di alcuni palazzi imperiali da adoperare come residenza estiva alternativa al ben più famoso “Schonbrunn”. Alcuni dei membri della famiglia reale d’Austria sono nati qui, in quello che oggi è uno dei luoghi preferiti per le gite fuori porta dei viennesi. Da cosa lo capisco? Per esempio dalla presenza di tantissime macchine parcheggiate un po’ ovunque e la tendenza degli arrivi è decisamente in aumento col passare del tempo; o anche dai pedoni che si muovono a gruppi (o branchi…) verso lo Schlosspark; o ancora dal fatto che tutti i ristoranti ed i bar presenti sono presi d’assalto dal movimento quasi perpetuo delle mascelle di coloro che sono seduti ai loro tavolini. Credo che questi tre elementi siano più che sufficienti per trarre la conclusione alla quale sono arrivato.

Municipio di Laxenburg

Municipio di Laxenburg

Chiesa Cattolica di Laxenburg

Chiesa Cattolica di Laxenburg

Fontana in Schlossplatz

Fontana in Schlossplatz

Blauer Hof - vista frontale

Blauer Hof – vista frontale

Blauer Hof - vista laterale

Blauer Hof – vista laterale

Dopo aver visto una scultura in onore dell’Imperatore Franz-Joseph I° giungo di fronte alla Klosterkirche, le cui dimensioni, rapportate allo spazio a mia disposizione, non mi permettono di scattare un’istantanea di qualità almeno sufficiente e per questo sono costretto a rinunciare.  Pochi passi ancora e, superata una sposa che aspetta di iniziare il servizio fotografico, mi trovo davanti una scultura del compositore e pianista austriaco Johann Nepomuk, ultimo punto di interesse dell’area urbana di Laxenburg.

Franz Joseph I°

Franz Joseph I°

Monumento a Johann Nepomuk

Monumento a Johann Nepomuk

E’ il momento di entrare all’interno dello Schlosspark e visitare anche questa parte. Non appena mi avvicino all’ingresso non posso non notare uno sbarramento: servono soldini sonanti per poter proseguire, così allungo il collo tipo giraffa per leggere sul tariffario poco lontano quanto stanno per spennarmi i gentili signori che mi stanno guardando; quando leggo che il biglietto costa solo 2,60 euro tiro un sospiro di sollievo perchè sarebbe potuta andare molto peggio. Per poter dare una prima idea di ciò che mi sto apprestando a visitare basta dire che il “verde” si estende per ben 280 ettari (non proprio bruscolini…) e che sto parlando del Parco Storico più grande di tutta l’Austria. Dopo questa informazione è meglio iniziare a muovere i piedi perchè rischio di non farcela a vedere tutto ciò che ho segnato sulla mappa. Subito alla mia sinistra trovo lo “Schlosstheater”, bell’edificio che purtroppo mi viene ostacolato da automobili in sosta davanti ad esso; niente da obiettare perchè si tratta di un parcheggio autorizzato a tutti gli effetti, probabilmente riservato a persone più importanti e migliori dei comuni mortali come me. Proseguo la passeggiata ed inizio a trovare gente che ha steso il proprio telo sull’erba e che sta godendo la giornata in tranquillità con un sano pic-nic. Adesso è la volta di ammirare l’Altes Schloss, ovvero il Castello Vecchio.

Schlosstheater

Schlosstheater

Altes Schloss

Altes Schloss

Supero un primo corso d’acqua passando sopra ad un ponticello difeso da un leone di pietra poco rassicurante e, navigatore alla mano, raggiungo la “Grunes Lusthaus” che è davvero molto carina anche per la sua posizione in uno spiazzo in mezzo al bosco; devo stare molto attento mentre la fotografo perchè diverse persone vi si sono accampate dentro per usufruire della sua ombra e non vorrei includerle nei miei ricordi.  Oltre un kilometro su un sentiero abbastanza battuto mi fa arrivare al “Concordiatempel”; questo posto è un tantino più difficile da raggiungere rispetto al precedente perchè più lontano dall’ingresso e lo testimonia la presenza di pochissima gente che si conta sulla dita di una mano. E’ proprio vero che la distanza opera sempre un filtro netto tra gli scansafatiche ed il resto del mondo. Torno sui miei passi per non più di trecento metri e poi svolto sulla destra; da qui proseguo dritto ed ogni tanto mi fermo a catturare qualche panorama.

Grunes Lusthaus

Grunes Lusthaus

Concordiatempel

Concordiatempel

Panorama-1

Panorama-1

Panorama-2

Panorama-2

Il prossimo obiettivo è la cascata che si forma sotto al “Forester Bridge”, carina ma senza infamia e senza lode. Ma la verità è che in questo periodo (seconda domenica di giugno) è già bello camminare senza pensieri in questo grande parco; tutto ciò che viene dopo è un “di più”. Un attimino più di ingegno serve per immortalare il successivo “Gotische Brucke” poichè va raggiunto un punto preciso a bordo canale che regala l’immagine migliore possibile del ponte. Poi mi sposto ancora di qualche centinaio di metri e mi trovo davanti l’attrazione più bella e particolare dello Schlosspark, ovvero il Franzensburg: è un bellissimo castello ubicato su un’isoletta del lago qui presente; è raggiungibile in barca oppure con una specie di chiatta che fa la spola da una riva all’altra. Il colpo d’occhio qui è davvero interessante, peccato solo che i troppi alberi coprano un po’ la visuale. Questo è anche uno dei punti preferiti dagli ospiti del parco perchè c’è una concentrazione di gente incredibilmente più alta rispetto a tutto il resto dell’area. Perdo qualche minuto ad osservare il maniero perchè lo merita.

Cascata sotto al Forester Bridge

Cascata sotto al Forester Bridge

Gotische Brucke

Gotische Brucke

Franzensburg

Franzensburg

A brevissima distanza posso vedere la “Rittersaule” in mezzo a tanti alberi; una camminata un po’ più lunga e tortuosa mi conduce prima al “Rittergruft (la cripta del cavaliere)” e poi al “Taubenkobel”. Per il navigatore trovare questo posto sembra tanto semplice, ma una volta lì di persona le cose si complicano e non poco. Alla fine ce la faccio, ma…se qualcuno nei commenti del post mi chiede che cos’è questo coso…sappia che è veramente bastardo. A prima vista sembra una colombaia, ma non intendo sbilanciarmi oltre. Punto la direzione verso l’uscita perchè sono giunto alla fine dell’esplorazione dello Schlosspark ed anche perchè si sta avvicinando a grandi falcate l’ora di riprendere il bus con destinazione “Hauptbahnhof” di Vienna. Manca solo da vedere il “Kaiser Franziskus Denkmal”, ovvero un monumento in onore dell’Imperatore Franz Joseph.

Rittersaule

Rittersaule

Rittergruft

Rittergruft

Taubenkobel

Taubenkobel

Kaiser Franziskus Denkmal

Kaiser Franziskus Denkmal

Dopo qualche minuto torno in strada e mi reco alla pensilina per vedere quando passerà il prossimo pullman. Dagli orari stampati capisco che è passato da pochissimo e che il successivo sarà qui tra minimo trenta minuti. Casualmente, a cinque metri di distanza da me, c’è un fast-food molto invitante che vende Kebab e la combinazione “fame + tempo a disposizione ” è micidiale, così mi siedo ed ordino un bel menù completo che mi sazia per un po’. Con qualche minuto di ritardo arriva il bus sul quale salgo; stavolta è mezzo vuoto ed è facile trovare una poltrona libera per me. Scendo al capolinea nella capitale austriaca e, con calma, vado al solito “Spar” a fare il pieno di bibite fresche e di qualcosa di sfizioso per la cena. Si perchè il programma prevede il rientro a casa con il NightJet della OBB che mi scaricherà direttamente a Roma Termini domani mattina. Il treno parte in orario e trovo nel mio scompartimento a sei posti una madre, due figlie femmine ed un figlio maschio. Ovviamente un uomo in tutto questo non c’è perchè al giorno d’oggi la “famiglia tipo” non lo prevede; sembra che quando la donna ottiene ciò che vuole se ne disfa come se fosse un pezzo di carta straccia. Questo bel gruppetto familiare, assolutamente non curante della mia presenza (sono uomo anch’io, per cui non esisto…) si fa tutta la serata i beati cazzi propri: urlano, starnazzano, si alzano centinaia di volte, si cambiano di posto, chiudono ed aprono la tapparella del finestrino a loro piacimento senza chiedere il permesso, giocano a carte, mangiano roba di un colore “nucleare” e chi più ne ha più ne metta. Mi verrebbe voglia di fare una di queste due cose: l’angioletto che è in me vorrebbe dire loro “prego continuate pure a fare ciò che volete…tanto io non ci sono”; il diavoletto che è in me invece vorrebbe rifilare a tutti e quattro un calcio nel culo a tutta potenza, utile per buttarli fuori in un battibaleno (ormai la mia intolleranza al genere umano è incurabile e me lo dico da solo). Alla fine non faccio nè l’una nè l’altra cosa; sopporto in silenzio facendo confluire tutta la rabbia in una palletta virtuale conscio del fatto che l’educazione oggi è merce rara e che prima o poi la fine di questo tormento sarebbe arrivata. Così è…e quando leggo il cartello con la destinazione finale posso tirare un sospiro di sollievo.

Conclusione: Laxenburg non è niente di più che un villaggio alle porte di Vienna. E’ però positivamente particolare e degno di una visita perchè non è del tutto normale che un centro abitato con 2.861 abitanti censiti abbia tutto questo ben di Dio che ho appena descritto. Se riusciste a mettere nel vostro bagaglio un telo da mare a persona sarebbe il top: potreste tranquillamente fare anche voi un sano e rilassante Pic-Nic sui tantissimi prati presenti, altrimenti di cose da vedere ce ne sono ed il tempo passa in scioltezza. Sono tornato contento dopo questa esperienza poichè sinceramente non mi aspettavo di trovare un luogo simile e così facilmente raggiungibile e poter passare in maniera piacevole lo scalo lungo a mia disposizione.

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