Kaunas, Vilnius e Trakai: Ho portato il freddo in…Lituania

di admin

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Finalmente un volo da Roma e, ancora finalmente, la Lituania ad un prezzo decente. Non voglio fare il gradasso (ed il bugiardo allo stesso tempo…) scrivendo che ho pagato 20 euro un andata/ritorno per Vilnius perchè non è così. Però è vero che con poco più di 40 euro me la sono cavata e, da Fiumicino, si tratta davvero di qualcosa di più unico che raro. Piccolo dettaglio: questo prezzo l’ho spuntato per la fine di novembre, periodo che nella più grande delle repubbliche baltiche si sposa solo con una parola: freddo! Ma sto per andare a visitare un paese del tutto nuovo, per cui mi copro bene e dico “Chi se ne frega delle basse temperature?”. L’attesa è davvero tanta; chissà se sarà un viaggio soddisfacente oppure no ? E’ il momento di scoprirlo.

Venerdi pomeriggio: come ogni tanto capita sono arrivato in ufficio dalla mattina col bagaglio a mano; ho infatti salutato casa intorno alle 8:00, dato che non ci sarei più ripassato prima della partenza. Sarei infatti andato direttamente all’aeroporto. Quella giornata posso definirla solo con un termine: nera. di motivi ce ne sono due: il primo è che è il fatidico “Black Friday”, altra budinata americana che ci siamo fatti impiantare nel cervello; da utente che compra di tutto e di più on-line posso testimoniare che in tale ricorrenza la maggior parte degli sconti bollati come incredibili sono fasulli. Personalmente ho comprato meglio in altre date ed è normale che sia così; se tutti attendessero solo di acquistare in quelle 24 ore o in quel week-end a prezzi stracciati, i negozi andrebbero falliti. Ma i commercianti sanno bene il fatto loro e non si lasciano certo fregare. E’ però conclamato che questa “america-mania” proprio non ce la vogliamo togliere dalla zucca. A me non sembra affatto un paese da imitare, poi ognuno ha le sue idee che ovviamente rispetto. Il secondo motivo del venerdi nero è lo sciopero dei mezzi pubblici: io che sono un pendolare da metropolitana, oggi sono arrivato in ufficio con la macchina perchè avrei voluto evitare di dover fare le corse attendendo la lenta ripresa del servizio dei macchinisti  nella cosiddetta fascia di garanzia. Ma questi tizi che non sono mai contenti mentre fuori c’è gente che muore di fame operano per vie sconosciute (una volta era Dio che lo faceva…oggi sono gli autisti del trasporto urbano ai quali manca solo l’aureola per poter essere i padroni delle nostre vite…sempre fino a quando gli “inquilini dei piani alti dei palazzi del potere” continueranno ad essere troppo buoni e glielo permetteranno). Per tutto il giorno mi posiziono sul sito dell’ATAC (la disastrosa società che “gestisce” i trasporti pubblici romani) e leggo testualmente che la Metro A è totalmente chiusa per sciopero. Ringrazio la decisione di aver preso l’automobile e lavoro tranquillo. Per poter essere in aeroporto intorno alle 19:00 in quella giornata di pieno marasma decido comunque di scacrificare un’ora e mezzo di preziosi permessi ed esco prima. Un mix di stupore e rabbia (più rabbia, però…) mi prende quando vedo che la Metro A è regolarmente funzionante. Domanda: ma si può sapere che cavolo succede in questa nazione di emeriti pagliacci??? E’ sciopero o non è sciopero? Perchè su quel maledetto sito c’è scritta una cosa ed invece la verità è un’altra ? Morale della favola: se avessi preso il treno sotterraneao sarei arrivato all’usuale parcheggio della mia auto in circa 15 minuti ed invece impiego più di un’ora solo per uscire dalla città e prendere il Grande Raccordo Anulare a causa del clamoroso traffico generato da chi si diverte, almeno una volta al mese, a farci usare i nostri abbonamenti (sonoramente pagati) come carta igienica. Grazie a tutti per la preziosa collaborazione. Peccato che se mi permetto io di scioperare, il mio amministratore troverà presto la maniera per cacciarmi per vie traverse. Ormai è un “must” nei miei diari di viaggio, però non posso non scriverlo anche stavolta: Italia vergognati!!! Arrivo al parcheggio in tempo, questo è vero, ma ci impiego 90 minuti anzichè i 30 abituali. L’importante però è non aver perso il volo. Supero i controlli con sempre maggiore agilità, anche se stavolta il borsone è più pieno che mai; sull’aereo Wizz Air ho a disposizione il solo “bagaglio a mano piccolo” ma sono riuscito a farci entrare l’abbigliamento pesante che sarebbe servito poi a destinazione. Il volo è incredibilmente puntuale (una rarità per le partenze del venerdi sera) ed arrivo dopo 3 ore di sonno intensissimo allo scalo di Vilnius. Sono le ore 00:50 locali (+1 ora rispetto all’Italia) quando mi reco al secondo piano dell’area partenze in cui mi sta aspettando un taxi prenotato via e-mail da casa. Perchè ho fatto questo? I taxi sicuramente non mancano all’aeroporto, soprattutto se sanno che è previsto un volo in arrivo; c’è un “però”: se lo si prende dalla normale area arrivi si paga la corsa 15 euro, mentre se si fa il pre-booking attendendo dalla zona partenze si paga la corsa dai 6 agli 8 euro a seconda della distanza da percorrere. Questa piccola dritta me l’ha data la reception della guest house in cui avrei dormito la prima notte e si è rivelata azzeccata. Un perfetto servizio mi avvisa con un sms che è in loco una Toyota Corolla numero 56 ad attendermi: la intravedo e salgo. L’autista neanche mi parla perchè sà già la mia mèta; in neanche 10 minuti sono alla reception con 6,85 euro di spesa. Ovviamente ho dovuto prendere il taxi perchè a quell’ora della notte non esiste nessun altro mezzo per spostarsi dall’aeroporto a Vilnius e viceversa, altrimenti avrei sicuramente scelto un’alternativa. Ma è abbastanza tardi e devo riposare quelle misere 6 ore scarse che mi separano dalla prima tappa del mio viaggio. Tra le altre cose, la stanza ha anche la lampada che avrebbe dovuto illuminare l’ambiente fulminata, ma sinceramente lascio perdere e vado avanti.

Mi sveglio di buon mattino quando a Vilnius è ancora notte fonda; a certe latitudini il sole sorge tardi in questo periodo. Preparo tutte le mie cose e faccio il check-out. Mi aspettano circa 2,4 km a piedi fino alla stazione dei treni e li percorro sotto ad una pioggerellina talmente fina da sembrare filtrata. Col navigatore arrivo con tranquillità a vedere l’inconfondibile edificio color bianco e celeste che mi ricordavo dalle foto presenti su internet. In pochissimi istanti mi oriento e faccio il biglietto per Kaunas, mia prima vera destinazione lituana. Stavolta però decido di fare uno stravizio e mi compro la prima classa. Ebbene sì…ma c’è un motivo: la differenza tra il prezzo delle due categorie è di neanche 80 centesimi di euro: per tale miseria decido di trattarmi bene. Qui devo spezzare una lancia a favore dei treni in questa nazione: non avrei mai pensato di trovare dei convogli tanto nuovi, puliti ed ordinati in Lituania. La linea ferroviaria è molto sviluppata e porta praticamente ovunque; questa cosa mi sarà molto utile dal prossimo viaggio in poi, cioè quando dovrò necessariamente spostarmi perchè la capitale l’avrò già vista. La cosa buffa del comodissimo viaggio su rotaia è che alcune fermate avvengono proprio in mezzo al nulla nel vero senso della parola: certe stazioni sono composte solo da una pensilina prefabbricata di quelle che da noi si usano per aspettare gli autobus, con sopra scritto il nome del luogo in cui ci si trova; poi più niente intorno fino al primo villaggio/paesino visibile in lontananza. Idea originale, non c’è che dire. Il tragitto dura circa 80 minuti che volano letteralmente via: sedili comodi, poggiapiedi, prese di corrente e chi più ne ha più ne metta. Arrivo così a destinazione: la stazione dei Kaunas è grande poco meno di quella di Vilnius; l’unica differenza tra le due è che questa in cui mi trovo adesso è più “austera” mentre l’altra è più carina. Navigatore alla mano (e borsone da 15 kg su una spalla…) procedo percorrende i 3,5 km a piedi che mi separano dalla camera prenotata. Vi arrivo con tutta calma intorno alle 11:00 accompagnato da un timidissimo sole e da folate di vento gelido che tagliano letteralmente la faccia. Per fortuna la stanza è già pronta ed il receptionist mi fa la cortesia di darmi le chiavi in anticipo. Salgo due rampe di scale ed entro: è davvero molto carina e funzionale per essere una singola. La prima cosa che faccio è attaccarmi alle manopole del riscaldamento per girarle sul numero “5” (il massimo possibile) in vista della serata che sarebbe stata molto ma molto pungente. Ripongo tutto con cura, prendo il mio solito zainetto nel quale metto fotocamera e poco altro e parto per la visita della città. Devo dire che ho prenotato l’alloggio in una buona posizione, anche se Kaunas ha un centro molto allungato. Di solito posti come questo hanno tutto racchiuso nell’arco di un perimetro circolare pure abbastanza ristretto, ma non è questo il caso. Qui da un punto di interesse all’altro passano fino a 4-5 km: un toccasana per le mie gambe che hanno già percorso 6 km solo per arrivare dalla guest house di Vilnius a quella di Kaunas, cioè senza aver visto ancora nulla. La città in cui mi trovo ha veramente tante cose da osservare; a causa delle ampie distanze decido di non buttare via tempo e fatica inutilmente tracciando un itinerario abbastanza lineare. Inizio dalla bella Piazza del Municipio nella quale si sta lavorando per allestire sia il mercatino di Natale che aprirà i battenti in serata, sia per qualche altra cosa che sinceramente ignoro; staremo a vedere di che si tratta. L’edificio del Municipio è l’attrazione principale (ci sarebbe anche una bella chiesa, ma da mesi è coperta da impalcature per lavori di restauro ed è quindi non fotografabile in quelle condizioni): col suo colore candido vede stagliarsi verso il cielo una stupenda torre.

Torre del Municipio

Torre del Municipio

Dò più di un’occhiata in giro e poi mi dirigo verso la Perkunas House situata in una traversa poco lontano.

Perkunas House

Perkunas House

A seguire ammiro la bella Chiesa Vytautas, col suo tipico colore rosso che ritroverò spessissimo nei monumenti e nelle opere lituane.

Chiesa Vytautas

Chiesa Vytautas

Il giro prosegue lungo il corso del fiume: decido infatti di visitare il Santakos Parkas fino all’utimo centimetro: lì infatti si ha la confluenza di due fiumi, il Nemunas ed il Neris. Come si può vedere dalla foto seguente, sono arrivato proprio al passo finale poichè in uno spazio ristrettissimo ho acqua da ambo i lati.

Confluenza tra i fiumi Nemunas e Neris

Confluenza tra i fiumi Nemunas e Neris

Durante la bella passeggiata ho modo di icontrare ed immortalare i soliti germani, accompagnati stavolta anche da qualche cigno. Tornando sui miei passi eseguo una deviazione per non passare sempre dalla stessa parte: è così che trovo nell’ordine il monumento in onore di Papa Giovanni Paolo II, il Castello di Kaunas, la Chiesa di San Giorgio con Monastero di Bernardino e la Chiesa della Santa Trinità, proprio accanto al Municipio dove sono tornato dopo il mio tragitto.

Monumento a Papa Giovanni Paolo II

Monumento a Papa Giovanni Paolo II

 

Castello di Kaunas

Castello di Kaunas

 

Chiesa della Santa Trinità

Chiesa della Santa Trinità

Dò un’occhiata agli interni della Cattedrale/Basilica di Santi Pietro e Paolo perchè purtroppo gli esterni sono oggetto di lavori in corso e nessuna foto con le impalcature, neanche se fatta in maniera sublime, può rendere giustizia alla realtà. Giunge così il momento di cambiare zona e lo faccio iniziando a camminare lungo Vilnius Street, una delle due strade dello shopping di Kaunas, davvero tenuta molto bene. E’ qui che mi imbatto in un negozio che vende prodotti tipici sardi ed è così che rammento nuovamente che noi italiani abbiamo appestato il mondo in ogni suo centimetro senza soluzione di continuità: continuo a credere sempre di più che la frase comica  che recita che il primo uomo atterrato sulla Luna trovò un italiano che vendeva con il proprio banchetto…non sia poi tanto comica. Proseguo l’esplorazione della città seguendo Vilnius Street e poi la seguente Freedom Avenue (la seconda strada dell shopping) imbattendomi, nell’ordine, nei seguenti punti degni di nota:

  • Monastero dei Giacobini e Chiesa del Sacro Corpo del Signore;
Chiesa del Sacro Corpo del Signore

Chiesa del Sacro Corpo del Signore

  • Sinagoga
Sinagoga

Sinagoga

  • Chiesa di Santa Gertrude
  • Palazzo Presidenziale
Palazzo Presidenziale

Palazzo Presidenziale

  • Monumento di Vytautas
Monumento di Vytautas

Monumento di Vytautas

  • Giardini Cittadini e Teatro nazionale della musica
Teatro Nazionale della Musica

Teatro Nazionale della Musica

  • Giardini di Vytautas
Monumento commemorativo nei Giardini di Vytautas

Monumento commemorativo nei Giardini di Vytautas

  • Chiesa di San Michele Arcangelo
Chiesa di San Michele Arcangelo

Chiesa di San Michele Arcangelo

  • Chiesa di Santa Croce
Chiesa do Santa Croce

Chiesa do Santa Croce

Discorso a parte merita la Chiesa della Resurrezione di Cristo: si trova infatti su una collina che raggiungo dopo aver macinato un buon numero di scalini in salita; una volta lì, si vede che è davvero mastodontica. La sua caratteristica è una torre altissima che, con scale o con ascensore, è possibile “scalare” per arrivare poi ad una terrazza panoramica talmente alta da permettere la vista totale di Kaunas; unica nota negativa: il meteo. La giornata è abbastanza uggiosa e non si riesce a godere degli effetti che quell’altezza avrebbe potuto imprimere nella fotocamera. Così, dopo pochi secondi decido di scendere a terra. Lì trovo la sorpresa: ad attendermi c’è un’anziana signora di quelle che si vedono solo nei films: tarchiatella e vestita con abiti semplicissimi, mi guarda con quello che dalle mie parti è comunemente chiamato “occhio pio” (un occhio aperto ed uno semichiuso, per capirci). Pronuncia qualcosa in lituano stretto ed io le rispondo “English, please”; avendo finalmente realizzato che non capirò mai una singola parola di ciò che vuole dirmi, punta il ditone (tarchiato anche lui) verso il cartello del prezzo per godere della terrazza: 90 centesimi di euro se si usano le scale e 2,40 euro se si usa l’ascensore. La verità ? Personalmente sono salito a piedi e sono sceso con l’ascensore…ma sinceramente non me la sono sentita neanche di provare a spiegare alla signora questa cosa: ho pagato i 2,40 euro e sono uscito. Se avessi saputo del “biglietto” non sarei neanche salito proprio perchè immaginavo che non si sarebbe visto granchè.

Chiesa della Resurrezione di Cristo

Chiesa della Resurrezione di Cristo

Tornando ai punti salienti, dall’elenco appena fatto si evidenzia che non ho voluto vedere per mia scelta la “Aleksotas Hill” con tanto di funicolare da prendere per arrivarci; ho ritenuto che non fosse per me interessante. Sorte diversa per il “Nine Forth” al quale avrei fatto volentieri una visita ma la distanza dal centro è davvero proibitiva (7,2 km dalla mia stanza sarebbero raggiungibili solo con un taxi, ma assolutamente non a piedi). Tutto ciò visto fino ad ora fa parte della zona antica della città, ma durante la mia permanenza ho dato spazio anche alla “vita mondana”: prima di tutto ho scattato una bella foto alla Zhalgirio Arena, la casa della famosa squadra di Basket locale che è una delle più forti in Europa.

Zalgirio Arena

Zalgirio Arena

A dire il vero mi sarebbe piaciuto spendere un paio d’ore per vedere una partita, ma la supersfida tra lo Zhalgiris Kaunas ed il Ljetuvos Ritas è in programma solo il giorno dopo…cioè quando sarò a non meno di 100 km da lì. Peccato perchè un biglietto in tribuna centrale costa tra 8 e 10 euro, cioè una vera miseria. In secondo luogo ho percorso in lungo ed in largo il centro commerciale a 3 piani “Akropolis” che reputo davvero completo e ben fornito; è qui che si convoglia tutta la vita cittadina, mentre ho trovato i negozi del centro storico desolatamente vuoti. D’altra parte posso comprendere gli abitanti perchè fuori fa davvero freddo. A questo punto posso reputare terminata la visita essenziale di Kaunas; credo di non aver percorso meno di 15 km a piedi oggi, per cui mi fermo all’IKI (un market locale) per comprare qualcosa per la cena. Spiego il perchè: la Lituania da non molto tempo ha l’euro come moneta corrente. Questo ha provocato anche qui un aumento dei prezzi; quindi ho potuto constatare che comprando nei supermercati si risparmia molto, mentre mangiando nei locali (con tanto di menù posti al loro esterno) il conto sarebbe lievitato troppo. Proprio all’interno dell’IKI faccio una sensazionale scoperta: un dolcetto preso a caso per il dopo cena diventa un vero e proprio “must”: ha forma rotonda e la parte esterna del cerchio è abbastanza compatta; al centro c’è una specie di glassa solida al gusto di vaniglia e questo è tutto ciò che l’occhio può vedere. Ma nessuno può immaginare che sotto alla glassa solida ci sia un ripieno di fresca marmellata in abbondanza che rende quella pastarella davvero deliziosa, al punto da farla diventare parte della mia cena ed anche colazione e merenda per i giorni a seguire. Torno così in stanza, ma c’è qualcosa che non mi quadra: in giro c’è troppo movimento rispetto a prima. Non è tanto…ma davvero troppo. Mi accorgo che all’interno del cortile del Palazzo Presidenziale c’è in pieno svolgimento un concorso canoro in piena regola che vado a vedere e che tollero forse per 6-7 minuti; poi scappo a gambe levate da quella noia mortale. Ma è avvicinandomi alla stanza che vedo orde di persone dirigersi nella mia stessa direzione; la curiosità è tanta, ma adesso ho solo voglia di stendere le gambe su un morbido letto. Dopo sarei uscito di nuovo per vedere la città in notturna, o almeno questo è ciò che sto sognando. Ma il destino è strano…nel senso che dopo neanche 15 minuti di permanenza e dopo essermi tolto gli abiti di dosso, sento musica arrivare proprio dalla Piazza del Municipio. Magari un altro al posto mio avrebbe ignorato pensando a rimettersi in sesto, ma io non posso proprio; fuori sta succedendo qualcosa ed io non voglio perdermela. Mi rivesto da capo ed esco benedicendo la scelta di aver preso una sistemazione proprio a 150 metri dal luogo di interesse del momento. Ci arrivo subito e noto un’enorme folla presente; c’è talmente tanta gente che l’accesso alla Piazza è ostruito. Pare che tale situazione fosse prevista perchè poco prima, in un punto ancora camminabile, è stato allestito un maxi-schermo che proietta ciò che sta accadendo nel fulcro cittadino. Davanti alla torre del municipio c’è uno spettacolo con degli attori che impersonano dei cavalli indossando delle tute gonfiabili; devo dire che l’idea è davvero originale e ben riuscita. Tanta musica locale accompagna il tutto e, dopo circa un’oretta (ma non so dire di preciso quanto sia durato) partono una marea di fuochi d’artificio che illuminano il cielo terso di Kaunas. Finalmente capisco il perchè di tutto ciò: oggi, come già scritto, è il giorno di apertura dei mercatini di Natale in Europa e quella è stata una sorta di cerimonia per suggellare l’evento. Ho anche sentito dire (ma non ci metto la mano sul fuoco) che Kaunas quest’anno è la capitale del Natale delle Repubbliche Baltiche. Ciò giustifica ancora di più quella bella e festosa organizzazione. Terminato lo spettacolo si aprono i cancelli del mercatino…ma se quella è la “capitale del 2016” c’è poco da stare allegri perchè ci saranno si e no una quindicina di stands; dopo aver visto i mercatini  in altre parti d’Europa posso affermare senza ombra di dubbio che quelli sono davvero risicati. Comunque ormai sono fuori e decido di trattenermi invertendo il programma: resterò finchè vorrò e poi farò una tirata in stanza senza uscire più. Tra i pochissimi banchi del mercato ce n’è uno che mi colpisce perchè vedo una bandiera con le cinque croci rosse sul suo tettuccio: è un banchetto georgiano e, avvicinandomi, vedo che vendono il Kachapuri (la focaccia locale con formaggio fuso all’interno). Io la cena l’ho già comprata poco prima, per cui decido solo di dare un’occhiata per vedere la consistenza di quei prodotti. A ragione non prendo niente perchè la porzione è a dir poco ridicola; in Georgia con un pezzo di Kachapuri si assimilano le energie di un pasto completo…mentre quel cosetto rinsecchito che sta davanti ai miei occhi non avrebbe saziato neanche un gatto. La folla presente in piazza sta pian piano defluendo e tutti iniziano a tornare verso le varie parti della città dalle quali erano venuti passando per Vilnius Street e per Freedom Avenue. Li seguo perchè i negozi sono ancora aperti ed arrivo fino al punto opposto di Kaunas. E’ lì che decido che il viaggio di ritorno sarà l’ultimo in quella particolare città e così succede. Rientro in stanza dove fa un caldo abominevole grazie alla mia manomissione dei termosifoni; lì ceno e piazzo il mio portatile sul tavolo: sarà una lunga notte di meritato relax…finalmente.

Mi sveglio al mattino intorno alle 8:00; sistemo tutto e faccio un check-out alternativo: in reception non c’è nessuno e sul bancone c’è già un altro mazzo di chiavi appoggiato. Decido di fare lo stesso perchè ho orari ferrei ed esco dalla guest house in cui mi sono trovato davvero bene per spazi disponibili, pulizia, riscaldamento “autonomo” e cortesia dei dipendenti/proprietari. Percorro i 3,5 km che mi dividono dalla stazione ormai senza navigatore: a me basta poco per orientarmi ovunque vado. Arrivo con 15 minuti di anticipo ed acquisto il mio biglietto di prima classe; il treno è già lì e ne approfitto per salire e scaldarmi dopo la lunga passeggiata mattutina. Il tragitto scorre di nuovo in maniera fantastica ed arrivo a Vilnius, dove poco più di 24 ore prima tutto era cominciato. Sono le 10:40 e mi metto in cammino verso la terza ed ultima sistemazione per questo week-end lungo in Lituania. C’è da percorrere altri 1,8 km ma li prendo con tutta la calma del mondo. Passeggiando vedo degli scorci di centro e già da quello capisco che oggi sarà tutta un’altra musica: Kaunas è una città piacevole, ma ciò che ho davanti agli occhi è semplicemente il top. Arrivo alla guest house intorno alle 11:10 ed ho la conferma che si trova a pochi passi da un paio di attrazioni della capitale, proprio come letto in fase di prenotazione. Mi sarebbe bastato depositare il borsone per essere già operativo in pochi secondi. Ma dopo il check-out alternativo non poteva mancare il check-in alternativo: oggi è domenica e la reception della sistemazione che ho scelto è chiusa tutto il giorno; riaprirà solo il lunedi mattina. Ma io questo lo sapevo già ed ho stampato tutte le istruzioni prima della partenza da casa; le chiavi si trovano infatti in una key-box con combinazione. Le prendo in maniera facilissima ed entro in camera. Essendo una singola è anch’essa piccola, ma davvero funzionale…compresi i termosifoni che regolo a mia immagine e somiglianza pure qui. In bagno non c’è un termosifone vero e proprio, bensì una serpentina di metallo collegata con la corrente elettrica che sfioro soltanto perchè è bollente: una vera goduria! Ma non è il momento di pensare al calduccio; ora si va al freddo per esplorare la città più grande ed importante della nazione che mi ospita. Vilnius è davvero bella e tenuta come meglio non potrebbe: lavori in corso quasi zero, cartacce e sporcizia per terra proprio non esistono ed un numero abominevole di punti di interesse che posso riassumere così:

  • La Cattedrale di San Stanislao e San Vladislao
Cattedrale di

Cattedrale di San Stanislao e San Vladislao (fronte)

 

Cattedrale di San

Cattedrale di San Stanislao e San Vladislao (lato)

  • Il Castello Superiore e la Torre di Gediminas
Torre di Gediminas

Torre di Gediminas

  • La Chiesa di Sant’Anna e la Chiesa dei Bernardini
Chiesa di Sant'Anna e Chiesa dei Bernardini

Chiesa di Sant’Anna e Chiesa dei Bernardini

  • Il Giardino dei Bernardini
  • La Torre dell’Orologio
Torre dell'Orologio

Torre dell’Orologio

  • Palazzo della Filarmonica
Palazzo della Filarmonica

Palazzo della Filarmonica

  • La Repubblica di Uzupis
Ingresso della Repubblica di Uzupis

Ingresso della Repubblica di Uzupis

 

"Uzupis Angel" sito in Piazza Uzupis

“Uzupis Angel” sito in Piazza Uzupis

  • Il Viale di Gediminas
  • Il Museo delle Vittime del Genocidio
  • Il Palazzo Presidenziale
  • La Biblioteca Nazionale
Biblioteca Nazionale

Biblioteca Nazionale

  • Il Palazzo del Municipio
Palazzo del Municipio

Palazzo del Municipio

  • La Porta dell’aurora
Porta dell'alba

Porta dell’aurora

  • il Castello di Vilnius
Castello di Vilnius

Castello di Vilnius

  • La Chiesa di Santi Pietro e Paolo
  • La Chiesa di Ognissanti
La Chiesa di Ognissanti

La Chiesa di Ognissanti

  • La Chiesa Ortodossa di Saint Nicholas
Chiesa Ortodossa di Saint Nicholas

Chiesa Ortodossa di Saint Nicholas

  • La Chiesa dell’Ascensione
Chiesa dell'ascensione

Chiesa dell’ascensione

  • La Chiesa del Cuore di Gesù
Chiesa del Cuore di Gesù

Chiesa del Cuore di Gesù

  • La Chiesa di Saint Michael
Chiesa di Saint Michael

Chiesa di Saint Michael

  • La Chiesa Ortodossa di Saint Paraskeva
Chiesa Ortodossa di Saint Paraskeva

Chiesa Ortodossa di Saint Paraskeva

  • La Chiesa Ortodossa di Saint Michael e Saint Constantine
Chiesa Ortodossa di Saint Michael e Constantine

Chiesa Ortodossa di Saint Michael e Constantine

  • La Chiesa Ortodossa di “Our Lady of the Sign”
Chiesa Ortodossa "Our Lady of the Sign"

Chiesa Ortodossa “Our Lady of the Sign”

  • La Chiesa Greco Cattolica
Chiesa Greco-Cattolica: ingresso nel cortile

Chiesa Greco-Cattolica: ingresso nel cortile

 

Chiesa Greco-Cattolica

Chiesa Greco-Cattolica

  • La Cattedrale Ortodossa della Madre di Dio
Cattedrale Ortodossa della Madre di Dio

Cattedrale Ortodossa della Madre di Dio

  • La Cattedrale di Saint Casimir
Cattedrale di Saint Casimir

Cattedrale di Saint Casimir

  • Chiesa di Santa Teresa
Chiesa di Santa Teresa

Chiesa di Santa Teresa

  • La Chiesa Ortodossa del Santo Spirito
Chiesa Ortodossa del Santo Spirito

Chiesa Ortodossa del Santo Spirito

  • La Chiesa di Santa Caterina
Chiesa di Santa Caterina

Chiesa di Santa Caterina

  • La Chiesa di San Filippo e San Giacomo
Chiesa di San Filippo e San Giacomo

Chiesa di San Filippo e San Giacomo

  • La Sinagoga
Sinagoga

Sinagoga

  • Alcune Chiese abbandonate (ci sono anche queste…)
Una chiesa abbandonata di Vilnius

Una chiesa abbandonata di Vilnius

Insomma, come si può vedere Vilnius è un concentrato di bellezze a misura di cammino: a piedi si va da una parte all’altra della città senza eccessiva fatica. Discorso a parte lo meritano due zone: la prima è la piazza del Castello, luogo decretato per l’allestimento del Mercatino di Natale cittadino. E’ stato scelto di installare un enorme albero al centro illuminato con luci verdissime; poi dalla cima sono stati tirati altri fili di luci bianche più lunghi dei precedenti e disposti in maniera regolare che terminano dietro ai singoli stands fino a generare un candido cerchio. Ma la mia descrizione è terribile, per cui posto la foto ed è sicuramente meglio così.

Il Natale a Vilnius

Il Natale a Vilnius

L’altro punto di interesse è la Repubblica di Uzupis: è ovviamente una trovata pubblicitaria perchè siamo sempre in Lituania (non è il San Marino della situazione, per capirci meglio), ma si tratta davvero di uno spazio denominato “Repubblica degli Artisti”; ha un proprio inno, una propria costituzione, un presidente, un vescovo, due chiese, un cimitero antichissimo, sette ponti ed un santo patrono. Che dire se non che, passeggiando in lungo ed in largo per le sue vie, ho trovato tutto abbastanza stupido ? Che senso ha una cosa del genere ? Allora domani mattina raccolgo migliaia di firme nel mio quartiere a Roma tra i residenti e le presento al sindaco chiedendo di formare la Repubblica dei viaggi (o qualsiasi altra cosa mi venga in mente). Va bene l’originalità…ma ritengo personalmente che le budinate prettamente turistiche siano da evitare sempre e comunque. Per vedere tutto ciò che ho elencato fino ad ora ci metto diverso tempo sia in questo secondo giorno pieno che nel restante tempo libero del successivo del quale parlerò tra poco. Questo perchè oggi ho perduto circa un paio d’ore a causa di pioggia e grandine che sono scese nel bel mezzo della visita e che mi hanno costretto a rifugiarmi al coperto. A dire il vero tutto ciò il meteo lo aveva previsto, però non mi aspettavo di essere colpito ptoprio mentre mi trovavo a fotografare la Torre di Gediminas dopo aver fatto tutta quella salita…ma non può andare sempre tutto liscio. Anche per la serata decido di fare spesa al mio ormai fedele supermercato IKI, presente in tutta la nazione, e mi reco in stanza. Questa sera però non ci devono essere ragioni: voglio uscire dopo cena e finalmente ci riesco. Sono davvero troppo vicino al centro per non farlo e sarebbe una bestemmia restare confinato. Infatti ceno, mi copro non bene…ma di più, e chiudo la porta della camera alle mie spalle. Appena metto il naso fuori sento qualcosa di fresco che ci cade sopra: NEVICA! Per il momento scende piano piano, ma l’intesità aumenta col passare del tempo. Sto vedendo in diretta il lento imbiancarsi della città iniziando dai tetti e dalle macchine, proseguendo lentamente anche sui marciapedi e sulle strade. Lo spettacolo è davvero impareggiabile. Qualcuno matto come me fuori c’è, ma ho la conferma che si tratta  per la maggior parte di forestieri perchè sento parlare italiano e tedesco. Immagino che i lituani ne abbiano le scatole piene delle nevicate, per cui se ne stanno tranquilli al calduccio. Passeggiando arrivo fino alla piazza del mercatino di Natale, ma rimango deluso perchè gli stands stanno già chiudendo per mancanza di visitatori. D’altra parte è domenica sera e domattina per i locali c’è una giornata di lavoro, mentre per me c’è l’ultima di vacanza/esplorazione. Non vorrei rientrare perchè la neve cade sempre più copiosa, ma alla fine cedo agli eventi e torno in stanza. Non necessito neanche di scattare foto “in notturna” perchè le ho già fatte nel pomeriggio: qui alle 16:30 è giù buio pesto. Una volta dentro, ripongo le mie cose e finisco la serata accanto al termosifone col portatile che lavora a più non posso.

Il terzo ed ultimo giorno lituano inizia con la sveglia alle 6:20; inutile dire che fuori dalla finestra ci sono le tenebre più assolute. Ma ho ben poca scelta perchè il treno utile per la mia destinazione odierna (Trakai) è previsto alle 7:40 oppure…alle 12:30. Ovviamente non posso prendere il secondo perchè non farei in tempo a vedere tutto il dovuto e tornare in città per correre all’aeroporto. Per cui mi armo di pazienza e via. La reception però aprirà alle 8:30 ed io devo lasciare il borsone in custodia ai proprietari della guest house; per questo mi ci ero messo d’accordo il giorno prima tramite sms, così ho lasciato il bagaglio a mano in camera chiudendo a chiave e riponendo la stessa nella key-box dove l’avevo trovata il giorno precedente. Quando c’è l’organizzazione c’è tutto e per fortuna a me questa caratteristica non manca. Uscendo noto che durante la notte la nevicata è proseguita leggera: c’è un piccolo strato bianco sopra ogni cosa, ma sinceramente avrebbe potuto fare meglio. Fa solo un freddo boia. Camminando arrivo alla stazione con congruo anticipo (ormai la strada la conosco meglio di quella di casa mia) ed ho tempo per infilarmi da IKI sia per un po’ di sano calduccio che per comprare il mio dolcetto preferito per colazione. Orrore!!! Non ce l’hanno!!! Mestamente ripiego su un’altra soluzione che mi ispira ma ovviamente non è la stessa cosa; purtroppo sarà per il prossimo viaggio in Lituania. Acquisto il biglietto del treno: stavolta la percorrenza è breve essendo un tragitto locale, per cui non ci sono classi tra cui scegliere, quindi tariffa unica per tutti. Appena passa il controllore (qui succede sempre, per fortuna) legge la mia destinazione e comincia a parlarmi; io ovviamente non capisco un cavolo e gli chiedo se può spiegarmi in inglese. Stavolta non sono fortunato: il tizio parla solo lituano. Capisco solo la parola “Autobus” e mi indica di andare avanti. Rimango titubante qualche secondo e poi seguo la sua indicazione percorrendo tutti i vagoni fino ad arrivare al primo. Lì mi siedo ed aspetto che ripassi per vedere se ho capito oppure no. Quando lo vedo gli chiedo se è tutto ok e lui mi dice di si; un passo è fatto, ma non mi è ancora chiaro che cosa volesse da me. Lo capisco poco dopo, quando la corsa del treno finisce prima di arrivare a Trakai: scendono tutti e corrono verso un autobus parcheggiato poco lontano. Avremmo fatto l’ultimo tratto fino alla mèta finale in pullman. Cosa assai strana…ma se è così non posso certo oppormi. Tra l’altro noto con piacere che, a differenza di Vilnius, qui è tutto completamente coperto di neve e che la candida soffice precipitazione sta venendo giù a rotta di collo. Certamente avrei visitato i luoghi di interesse desiderati in una maniera altamente suggestiva, ma il terrore per la temperatura polare (soprattutto per le mani impegnate a scattare le fotografie) comincia a salire. Cinque minuti e ci fanno scendere: siamo arrivati. Leggo un cartello e vedo che da lì al punto più lontano da raggiungere ci sono 2 km. Sta nevicando come mai ho visto in 38 anni, con una forza davvero incredibile. Ho la testa piena di neve ed il giaccone è più bianco che nero. Mani in tasca e zaino impermeabile ben chiuso, inizio a passeggiare decidendo di percorrere all’andata il tratto asfaltato ed al ritorno quello ben più suggestivo sul lungolago. Incontro dopo poco la Chiesa Ortodossa della Santa Madre di Dio, ovviamente in ristrutturazione e con impalcature dappertutto che ne deturpano la vista; niente foto stavolta. Proseguendo trovo l’enorme Chiesa della Visitazione della Beata Vergina Maria, davvero imponente.

Chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria

Chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria

Subito dopo, al centro di uno slargo della strada, si trova una colonna che racchiude all’interno una statua seicentesca in legno di Saint John Nepomuk e poco dopo ancora il palazzo del museo storico di Trakai.

Saint John Nepomuk

Saint John Nepomuk

 

Museo storico di Trakai

Museo storico di Trakai

Successivamente ci sono i resti di quello che viene definito il Castello sulla Penisola: rimangono in piedi solo poche mura ed una costruzione…ma niente di che.

Resti del Castello sulla Penisola

Resti del Castello sulla Penisola

Il bello però viene adesso: eseguo una deviazione dalla strada asfaltata e mi dirigo verso un primo ponte che attraverso; arrivo su un’isola in cui non c’è assolutamente niente se non un po’ di vegetazione che sta seccando causa freddo. Alcuni passi ancora e si apre la vera chicca di quella escursione: oltre il secondo ponte si staglia in tutta la sua imponenza il Castello di Trakai, quello sull’isola e finalmente intero. La visione è spettacolare, soprattutto perchè è già palesemente innevato.

Castello di Trakai

Castello di Trakai

Oggi è lunedi ed è giorno di chiusura, per cui le visite al suo interno non sono possibili, ma non era mia intenzione procedere in quel senso. Mi trovo li per ammirare quel panorama mozzafiato e, complici sia la “serrata” che il meteo particolare ma effettivamente poco clemente, sono l’unico turista. Inutile dire che godo come non mai perchè posso sbizzarrirmi a scattare tutte le foto che voglio, certo che dentro di esse non ci sarebbe stata nessuna testa, nessuna mano o nessuna persona completa a rovinarne l’effetto. Faccio il giro del Castello immortalando ogni punto degno di nota e poi, appena terminato, torno sui miei passi. Stavolta, come da programma, non rientro sulla strada principale ma percorro tutta la direttrice che costeggia il lago. E’ tutto completamente bianco e ad ogni passo sento il rumore particolarissimo delle mie scarpe che schiacciano la neve fresca. E’ una sensazione che provo solo quando viaggio, dato che a Roma nevica solo ogni “tot” di anni (e dico anche per fortuna, visto che la città non è attrezzata per tale evenienza e va in tilt dopo pochi fiocchi). Decido di prendere quel percorso con tutta la calma del mondo e ci metto davvero tanto ad arrivare alla fine. Però ne vale la pena perchè escono sprazzi di sole durante il tragitto che mi permettono di fare foto che reputo davvero belle e suggestive.

Panorama Lungolago - 1

Panorama Lungolago – 1

 

Panorama lungolago - 2

Panorama lungolago – 2

Ma un passo dopo l’altro arrivo alla stazione degli autobus di Trakai. Non avrei potuto tornare in treno perchè ci sarebbe stato solo alle 13:00 circa (adesso non ricordo bene l’orario esatto) mentre ora sono le 10:20 ed ho terminato la visita. Chiedo al chiosco informazioni dove c’è un’anziana signora che parla un buon inglese; mi dice che il prossimo bus per Vilnius partirà alle 10:35 al costo di 1,80 euro da pagare direttamente all’autista. Aspetto all’uscita numero 9 e di li a poco arriva qualcosa che somiglia ad un pullman, ma non può esserlo per quanto è disastrato. Ed invece è lui, non ci sono dubbi. Siamo ben 3 passeggeri; io salgo per ultimo, pago e mi “scelgo un posto”, quello cioè che a mio avviso è il più pulito. La carretta della strada si mette in moto puntualissima ed arriva a Vilnius “stazione” che sono le 11:00 passate. Sta nevicando anche in città e decido di prendermi una trentina di minuti di pausa per bere qualcosa di caldo in uno dei tanti locali presenti. Sinceramente, col senno di poi, posso dire che ci voleva proprio. Ho ancora tre ore di tempo quando esco dal bar e lo dedico per recuperare i momenti di pioggia del giorno prima terminando il giro della capitale lituana, il cui elenco di punti di interesse è già stato scritto in precedenza. Alle 15:00 finalmente conosco quelli della reception dell’ultima guest house, mai visti prima d’ora, perchè ho appuntamento sia per pagare la stanza che per ritirare il mio borsone. Tutto fila liscio e, prima di andare via, sistemo le mie cose prima dell’ultima camminata. Saluto ed esco alle 15:15 circa con destinazione (neanche a dirlo) la stazione dei treni. Adesso siamo di lunedi pomeriggio, non di venerdi notte all’ 1:00; morale della favola: i taxi se la prendono “nel secchio” stavolta. Acquisto il biglietto del treno diretto che da Vilnius porta all’aeroporto per la spesa di 70 centesimi di euro, altro che 7 euro pagati all’arrivo o 15 euro che avrei dovuto dare senza la dritta della guest house della prima sera. Alle 16:00 parte il treno ed alle 16:10 sono già dentro all’area partenze. Mancano due ore al decollo, per cui mi siedo su una poltrona libera e mi rilasso bevendo l’ultima coca-cola rimasta perchè il cibo non si spreca mai e buttarlo è peccato mortale. Il volo parte poi puntuale ed arriva all’orario prestabilito a Fiumicino. La solita navetta mi viene a prendere e la macchina mi riporta a casa verso le ore 21:00.

Anche l’avventura lituana è terminata. Kaunas è una bella città con qualche chiaro-scuro, Trakai è un luogo davvero suggestivo dove perdersi…e Vilnius è una vera bomboniera.

Panoramica di Vilnius dalla Torre di Gediminas

Panoramica di Vilnius dalla Torre di Gediminas

Ho adorato questa città per tantissimi motivi. Prima o poi ci tornerò, anche se l’ho vista già in lungo ed in largo e vorrei dedicare le prossime visite al resto di questa nazione. Sicuramente il giro che ho fatto sarebbe stato diverso in estate, ma sono convinto che certe realtà vadano vissute con questo clima (ho visto un’immagine della Piazza di Kaunas “non vestita a festa” ed era un po’ triste, sinceramente). Credo quindi di aver fatto benissimo a prendere al volo l’offerta della Wizz Air e se tornassi indietro lo rifarei ancora. I lituani con i quali ho avuto a che fare sono stati tutti educatissimi. L’inglese è abbastanza diffuso tranne per il controllore del treno Vilnius-Trakai, ma si è trattato solo di un piccolo particolare. Certo…stavolta mi trovavo nella capitale ed in un’altra città importante; è da valutare se lo stesso livello di conoscenza verso la lingua universale lo si avrà anche nelle realtà minori. Ma questo potrò scorpirlo solo in futuro. Concludo dicendo che, purtroppo, l’euro ha rovinato un po’ le cose. Se da una parte è più facile arrivare e non dover cambiare valuta, dall’altra ciò che è accaduto in Italia ad inzio 2002 (aumento sconsiderato dei prezzi) credo sia successo anche qui. Purtroppo tutto il mondo è paese e le persone non vedono l’ora di fregare il prossimo traendo vantaggio da ogni situazione a loro favorevole. Certe volte vorrei vivere su un’isola deserta proprio per non far parte di questo scempio e di questo schifo, ma purtroppo non è possibile.

 

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