Helsingor: piacevole toccata e fuga in Danimarca

di admin
Castello di Kronborg - vista dal traghetto

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Helsingor è una cittadina danese di circa 47.000 abitanti, quindi piuttosto piccola rispetto alla media delle località che normalmente visito. Il titolo di questo post, come tutto ciò che scrivo sul blog, non è casuale: basta una toccata e fuga di poche ore per visitare tutto e passare qui una giornata intera sarebbe molto riduttivo. Dall’altro lato della medaglia, non venirci per niente sarebbe un errore per due motivi: il primo è che ha punti interessanti che la caratterizzano, mentre il secondo è che si trova  a soli quattro kilometri di mare dalla Svezia, precisamente dalla città di Helsingborg, luogo in cui mi trovo attualmente e dal quale parto per questa breve ma intensa avventura.

Sabato pomeriggio: sono le 14:50 quando, passando attraverso la stazione ferroviaria di Helsingborg, giungo alla biglietteria della compagnia di navigazione “Forsea”; ci sono quattro casse aperte e zero fila, per cui acquisto per qualcosa meno di dieci euro due tickets (uno per l’andata e l’altro per il ritorno) per la Danimarca che si trova dall’altro lato del mare.  Guardo gli orari e noto che le corse partono ogni 15 minuti, quindi sono frequentissime. Neanche il tempo di sedermi in sala d’aspetto che un addetto apre le porte di ingresso e fa entrare tutti nel corridoio che porta alla nave. Due minuti a piedi ed eccomi all’interno  dell’imbarcazione, ovviamente nella zona in cui ci sono i vari punti ristoro; a me non interessa niente del genere e mi fiondo subito all’esterno del piano superiore perchè voglio passare sul ponte i venti minuti di traversata che mi aspettano. Appena ci mettiamo in moto comincia a soffiare un vento talmente forte da farmi decidere di togliere gli occhiali: se una raffica di tale portata si fosse incuneata in un certo modo tra me e ciò che mi aiuta a vedere meglio, sicuramente li sentirei volare via in un nano-secondo e ciò sarebbe molto negativo.  Risolto questo problema, ne rimangono altri: uno è la sicurezza della mia reflex che tengo stretta nelle mani come non mai (questa vola un tantino più difficilmente rispetto agli occhiali ma è sempre meglio non rischiare) mentre l’altro è il freddo pungente che il vento mi regala. La verità è che sono troppo contento di trovarmi qui in questo momento al punto di non far caso a tutto il resto, temperatura compresa. Il 95% dei passeggeri è dentro la nave, mentre io e pochissimi altri stoici siamo fuori. Approfitto del breve periodo di navigazione per scattare foto sia alla città di Helsingor in avvicinamento costante che al Castello di Kronborg, massima attrazione locale che probabilmente da qui si vede meglio che dalla terraferma, ma di questo avrò certezza solo in seguito. Intanto è molto meglio premunirsi.

Helsingor - Vista dal traghetto

Helsingor – Vista dal traghetto

Castello di Kronborg - vista dal traghetto

Castello di Kronborg – vista dal traghetto

Anche adesso l’uscita dalla barca avviene passando tramite la stazione ferroviaria e due volte su due non sono più un caso.  Sembra incredibile, ma il colpo ‘occhio che ho di fronte è molto diverso da quello offerto dal lato svedese nonostante ci sia solo un fazzoletto di mare tra le due realtà: si vede che sono in Danimarca. Mappa alla mano cerco di orientarmi; ho poco più di tre ore per completare il giro e ci devo riuscire.  Il primo punto da vedere è lo “Sveasojlen”, un monumento a forma di colonna che ricorda l’aiuto che la Svezia diede alla Danimarca durante la seconda guerra mondiale accogliendo molti rifugiati.  Poco lontano, precisamente al civico 91 di “Strandgade”, c’è lo “Skibsklareregarden”, un piccola casa-museo che offre una breve visita atta a mostrare uno stralcio della vita marittima locale del 18° secolo. Arriva il momento di infilarmi (ed è il termine giusto) tra le strette vie che compongono l’abitato; da qui in poi finisce l’asfalto ed inizia una pavimentazione ben più sconnessa, ma sicuramente caratteristica.  Vedo il Municipio che faccio fatica a fotografare a causa dello spazio risicato a disposizione, ma alla fine ci riesco dopo varie prove.

Sveasojlen

Sveasojlen

Municipio di Helsingor

Municipio di Helsingor

I “ciottoli” per terra sono carini, ma allo stesso tempo sono anche un gran rottura di scatole perchè non permettono un passo spedito come vorrei. Pian piano arrivo davanti alla bella Cattedrale di Sant’Olav e le dedico il tempo necessario prima di soffermarmi un minuto su un dipinto murale molto particolare; su “Sct Anna Gade”, oltre ad uno scorcio carinissimo fatto di casette basse e colorate una diversa dall’altra (sembra di essere in una mezza fiaba), trovo prima il Museo Cittadino (cioè una delle casette appena descritte) e poi la Chiesa di Santa Maria, famosa perchè ospita anche il “Karmliteklostret” che si fa apprezzare.

Cattedrale di Sant'Olav

Cattedrale di Sant’Olav

Dipinto Murale

Dipinto Murale

Museo Cittadino di Helsingor

Museo Cittadino di Helsingor

Chiesa di Santa Maria

Chiesa di Santa Maria

Scorcio del Karmeliteklostret

Scorcio del Karmeliteklostret

Appena fatto mi rimetto in cammino e prendo “Groskenstraede”; qui capisco perchè fino ad ora ho visto in giro pochissima gente: “Axeltorvet”, ovvero una bella piazza locale, è quasi totalmente invasa dai tavolini dei bar presenti un po’ ovunque lungo il suo perimetro. In pratica…tutta Helsingor sta qui a ciarlare e ad idratarsi la bocca con bevande che sicuramente non sono analcoliche. Inutile dire che quando arriva “lo sconosciuto con la reflex” che si mette in mezzo a loro per fotografare il Monumento in onore di Erik di Pomerania (che fu re di Norvegia, Danimarca, Svezia e dell’Unione di Kalmar) si gira tutta la piazza nella mia direzione mettendomi non poco in difficoltà. Come dei veri automi, quando finisco e mi allontano tornano tutti ai loro bicchieroni ed alle loro chiacchiere perchè lo spettacolo è finito.

Monumento ad Erik di Pomerania

Monumento ad Erik di Pomerania

Adesso mi attende una camminata un pochino più lunga che mi porta al “Kirkegard”, il cimitero di Hesingor. Circa duecento metri dopo l’ingresso, il cielo si incupisce in un minuto netto e dal sole si passa alla pioggia; qualche madonna viene giù mentre cerco di raggiungere un riparo di fortuna, ovvero un grosso albero che quasi sicuramente non permette il passaggio delle gocce. Divido lo spazio con un signore che ha un minuscolo cane al guinzaglio.  Si, lo so che quando piove non si deve stare sotto agli alberi, ma non ho davvero altra scelta. Le precipitazioni durano una decina di minuti e poi torna il sereno. A questo punto posso vedere e fotografare sia la Chiesa del cimitero che il “Franske Krigergrave” , ovvero il memoriale per le tombe dei prigionieri di guerra francesi che arrivarono qui alla fine della prima guerra mondiale e che sono morti non riuscendo a tornare a casa.

Chiesa del Cimitero di Helsingor

Chiesa del Cimitero di Helsingor

Monumento ai Soldati Francesi

Monumento ai Soldati Francesi

Esco dal cimitero ed inizio a tornare verso il centro quando mi imbatto nella Chiesa di San Vincenzo. Il Castello di Marienlyst  è oggi un albergo, per cui la visita dello stesso non sarebbe possibile ai non clienti. All’incrocio  tra “Kronborgvej” ed “Allegade” c’è un mini-giardino curato con al centro la fontana che prende il nome di “Danserindebronden”. Poco più a destra noto la colonna in onore del costruttore navale ed armatore Mads Christian Holm, qui ricordato per aver fondato la “Helsingor Dockyard” nel 1882; per un secolo è stato la maggior fonte di lavoro per i cittadini locali.  Andando avanti nella stessa direzione, al numero 2 di “Allegade” c’è l’ingresso (forse un tantino troppo nascosto) al “Vaerftsmuseet”, il museo del cantiere navale. Pochi metri ancora ed ecco una serie di statue che mi si presenta davanti: vogliono rappresentare tutti i lavoratori che hanno prestato la loro opera nel cantiere stesso. Ne vedo prima tre tutte insieme e poi, un po’ oltre, ce n’è una singola: che fosse stato il solito ritardatario del cartellino?

Chiesa di San Vincenzo

Chiesa di San Vincenzo

Danserindebronden

Danserindebronden

In onore di Mads Christian Holm - panoramica

In onore di Mads Christian Holm – panoramica

In onore di Mads Christian Holm - dettaglio

In onore di Mads Christian Holm – dettaglio

Statue dei lavoratori del cantiere navale - 1

Statue dei lavoratori del cantiere navale – 1

Statue dei lavoratori del cantiere navale - 2

Statue dei lavoratori del cantiere navale – 2

Appena giro l’angolo mi trovo  su una grande area cementata che termina sul mare e la prima cosa che mi colpisce è un edificio modernissimo e molto grande: la Casa della Cultura (in danese è “Kulturvaerftet”). E’ la volta di osservare un’opera abbastanza particolare che, nonostante sia qui da pochi anni, ha già fatto discutere più di qualcuno: si tratta del lavoro degli artisti Elgreen & Dragset chiamato “Han”, è fatto di acciaio lucido ed è la versione maschile della famosissima Sirenetta di Copenhagen. Meno controverso, ma comunque degno di nota, è il “Garbage Fish”, o meglio il pesce-immondizia” che ricorda a tutti coloro che lo vedono che cosa stiamo facendo al nostro pianeta tramite una devastante gestione dei rifiuti, ma soprattutto tramite la mancanza quasi totale di educazione ambientale.

Kulturvaerftet

Kulturvaerftet

Han - Il Sirenetto

Han – Il Sirenetto

Garbage Fish

Garbage Fish

Applausi vanno anche fatti a coloro che hanno prima ideato e poi realizzato il “Danish Maritime Museum” che conclude i punti di interesse su questa grande banchina. Si tratta di un’esposizione che si sviluppa totalmente sotto terra attraverso un percorso interno ed esterno tramite favolose gallerie che rendono unica l’esperienza per i visitatori. Credetemi, è difficilissimo spiegare a parole ciò che ho davanti ai miei occhi. A circa un kilometro da qui c’è l’Oresund Aquarium, un piccolo acquario d’acqua salata curato dall’Università di Copenhagen. Non mi resta altro da fare che tornare sui miei passi e dedicarmi all’attrazione più importante di Helsingor, ovvero il Castello di Kronborg, patrimonio mondiale UNESCO. Dall’ormai famosa banchina si accede all’area dopo aver attraversato due ponti intervallati da un’isoletta. Una volta in zona ho la conferma dell’idea che ho avuto al mio arrivo: l’immagine migliore del maniero la si prende dal traghetto perchè da distanza ravvicinata (come mi trovo adesso) diventa tutto molto più complicato. Orgoglioso di avere già con me ciò che mi serve decido di proseguire la visita. Purtroppo non ho tempo sufficiente per entrare all’interno del palazzo e vedere le stanze, però mi consola il fatto che di posti del genere ne ho già visti diversi e che, bene o male, si somigliano un po’ tutti variando solo per alcuni dettagli. Decido però di effettuare tutto il giro del perimetro esterno fino a raggiungere la bella statua che prende il nome di “Ercole e l’Idra” ubicata nella parte più estrema dell’area prima del mare.

Castello di Kronborg - Ingresso alla cinta muraria

Castello di Kronborg – Ingresso alla cinta muraria

Castello di Kronborg - dettaglio delle mura

Castello di Kronborg – dettaglio delle mura

Ercole e l'Idra

Ercole e l’Idra

E’ ora di rientrare verso l’imbarco dei traghetti e lo faccio con calma passando da “Ny Kronborgvej”. L’ultima cosa che mi rimane da vedere è l’edificio che ospita la stazione ferroviaria. Dopo salgo al primo piano della stessa struttura col biglietto già in mano ed aspetto che qualcuno apra la porta di accesso all’imbarcazione. Si ripete la storia dell’andata: il 95% dei passeggeri restano dentro a bere e chiacchierare mentre io e pochissimi altri troviamo la porta che dà sul ponte e passiamo tutto il tempo a godere del meraviglioso panorama che queste latitudini sanno offrire nonostante il forte vento da sopportare. Appena rimetto piede ad Helsingborg, in terra svedese, si conclude la mia piccola toccata e fuga in Danimarca di oggi.

Stazione ferroviaria di Helsingor

Stazione ferroviaria di Helsingor

Conclusione: Helsingor è una tranquilla località dellla Danimarca orientale raggiungibile comodamente sia da Copenhagen che in traghetto da Helsingborg. Io l’ho vissuta in maniera che ritengo esaustiva e credo sia una piacevole sosta da fare se si è nelle due situazioni appena descritte; in caso contrario non è degna di un viaggio fatto fin quassù di proposito. Il posto è carino ed offre scorci storici di rilievo, come anche testimonianze più moderne ed avveneristiche (il Danish Maritime Museum, per esempio). E’ da vedere, ma non proprio un “must”.

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