Edimburgo, Manchester e Bolton in un unico week-end

di admin

Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Edimburgo? Clicca qui!

Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Manchester? Clicca qui!

Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Bolton? Clicca qui!

 

Anche se decisamente troppo tardi (lo ammetto…) arriva per me la prima volta di mettere piede sul suolo britannico. Per tale grande occasione non ho nè la voglia nè il tempo utile di andare nella solita e banale Londra. Verrà presto il momento anche per lei, ma non adesso. Per questo “battesimo” in ritardo (per me che adoro il calcio inglese è sicuramente una bestemmia) costruisco un week-end particolare che toccherà tre località in due giorni: la prima in Scozia di sabato (Edimburgo) e le altre in Inghilterra di domenica (Manchester e Bolton). Io non sto nella pelle ed ho una gran voglia di partire, per cui meglio cominciare a spiegare com’è andata…

Sabato mattina: un volo Vueling a maggio inoltrato con partenza all’alba da Roma Fiumicino mi costringe ad una levataccia clamorosa per andare a prendere il Terravision dalla stazione Termini. Tornerò nella serata di domani su Ciampino, per cui meglio usare i mezzi pubblici per evitare di lasciare la macchina da una parte e ritrovarmi dall’altra. Alle 5:10 metto piede nel principale scalo romano e mi dirigo subito ai controlli di sicurezza che supero agilmente. La prima fatica della giornata per l’aeromobile fa sì che sia già in parcheggio e che quindi tutte le operazioni, dall’imbarco al decollo, avvengano con una buona puntualità…salvo il fatto che da Fiumicino niente di niente parte mai perfettamente in orario. Il sonno mi si porta letteralmente via, così l’intera tratta la passo a dormire profondamente; i rumori delle hostess che cercano di vendere i loro prodotti non mi scalfiscono neanche. Atterro nell’aeroporto della capitale scozzese e mi sveglio grazie al contatto delle ruote con la pista, pronto per il controllo passaporti. Credevo che fosse abbastanza rigido, ma non è così e passo indenne senza subire domande da parte degli agenti di polizia. Prelevo qualche sterlina ad un bancomat e poi vado sparato verso la fermata del bus che porta in centro città. E’ ovviamente a due piani in totale stile british e non posso esimermi dall’andare a sedermi di sopra. Come avrebbe potuto accogliermi il meteo da queste parti se non con una giornata nuvolosa? Chiedere un po’ di sole sarebbe stato troppo e me ne rendo conto. Il cielo minaccia pioggia e sono quasi certo che non sarò risparmiato: è solo questione di tempo. Termino la mia corsa all’inizio di Waverley Bridge e da qui inizio il mio giro. Andando verso Princes Street vedo sulla mia destra un grande centro commerciale corrispondente con la stazione di “Edinburgh Waverley”, ma non faccio neanche in tempo a raggiungerne l’ingresso che un violento acquazzone mi si abbatte sulla testa; devo ripararmi li dentro. Ora che il benvenuto è davvero servito, deposito il borsone in custodia in zona e noto un ufficio cambi che mi potrà essere utile in caso di evenienze. La precipitazione non dura poi molto, giusto il tempo di fare un tour tra i negozi. Torno fuori e, anche se la direzione da me scelta sarebbe un’altra, non posso non fermarmi ad ammirare i monumenti a David Livingstone (missionario ma soprattutto famoso esploratore), Adam Black (editore e politico) e Walter Scott; quest’ultima opera è la seconda commemorazione più grande al mondo dedicata ad uno scrittore.

A David Livingstone

A David Livingstone

In onore di Adam Black

In onore di Adam Black

Scott's Monument: esterno

Scott’s Monument: esterno

Scott's Monument - interno

Scott’s Monument – interno

Inverto la marcia perchè voglio raggiumgere Calton Hill, la famosissima collina che domina tutta la città dalla quale vengono scattate le foto più caratteristiche. Durante il percorso, davanti al bell’edificio che ospita l’Archivio Nazionale Scozzese, vedo la statua equestre di Arthur Wellesly, primo Duca di Wellington (detto Duca di Ferro) che, tra le altre cose, inflisse a Napoleone la sconfitta nella battaglia di Waterloo.

ad Arthur Wellesley, il Duca di Ferro

ad Arthur Wellesley, il Duca di Ferro

Sulla destra mi fermo a visitare l’Old Calton Burial Ground, cimitero aperto nel 1718 dove sono sepolti diversi personaggi molto importanti e conosciuti non solo in Scozia. I due punti forti di tale luogo sono l’obelisco per i martiri (persone che lottarono per l’introduzione del suffragio universale e per il riconoscimento di più diritti per il popolo ottenendo una condanna a quattordici anni di deportazione) ed il monumento per gli scozzesi-americani (i caduti locali che combatterono durante la guerra civile americana).

Monumento per i Martiri

Monumento per i Martiri

Monumento per gli scozzesi-americani

Monumento per gli scozzesi-americani

Lascio il cimitero e mi rimetto in marcia; alcune scale mi permettono di raggiungere la destinazione ricca di punti di interesse. Primo fra tutti il famosissimo monumento a Dugald Stewart (filosofo) che viene inserito nella maggior parte delle foto panoramiche scattate dai visitatori. In ordine di ubicazione trovo l’area dell’osservatorio, che però è interdetta da lavori in corso, ed un piccolo tempio chiamato Playfair Monument. Poi c’è il Portuguese Cannon che prende la scena, prima di lasciarla al Nelson Monument ed al National Monument. Quest’ultimo ha una strana storia da raccontare: quando fu progettato (con il Partenone di Atene come base da copiare) per essere un memoriale alle vittime scozzesi delle guerre napoleoniche andava tutto a meraviglia; durante la fase della costruzione si ebbe una carenza di risorse economiche e quindi ne fu eretto solo metà. Il tutto si chiude con una strana opera in onore del Parlamento Scozzese.

Il Dugald Stewart Monument ed il panorama di Edimburgo

Il Dugald Stewart Monument ed il panorama di Edimburgo

Portuguese Cannon

Portuguese Cannon

Nelson Monument

Nelson Monument

National Monument

National Monument

Scendo dalla parte più alta della collina e prendo la direzione della scultura dedicata al poeta Robert Burns, un tempietto circolare in stile neo-ellenico. Faccio una sosta anche al non lontano Palazzo del Parlamento scozzese ma lo trovo esternamente senza infamia e senza lode, sicuramente troppo moderno per la zona in cui si trova, proprio a pochi passi dallo stupendo Holyrood Palace. Ma c’è una cosa molto importante che non posso tralasciare: qui inizia la Royal Mile, antica strada che taglia in due la città di Edimburgo unendo il suddetto palazzo col Castello. Raggiungo un punto in cui, svoltando a sinistra tornerò alla Waverley Station mentre a destra proseguo su South Bridge; è quest’ultima la direzione che prendo, però prima faccio una capatina di pochi secondi dalla parte opposta  per vedere il Memoriale per le vittime di varie campagne di guerra avvenute tra il 1878 ed il 1902.

Per le vittime delle campagne tra il 1878 ed il 1902

Per le vittime delle campagne tra il 1878 ed il 1902

Proseguo la passeggiata finchè trovo il particolare edificio che ospita il “Surgeon’s Hall Museum” e poi la sala per concerti chiamata “The Queen’s Hall”. A questo punto torno indietro ed imbocco “W Crosscauseway” che mi porta dritto davanti alla “Baccleuch and Greyfriars free Church of Scotland”.

Surgeon's Hall Museum

Surgeon’s Hall Museum

The Queen's Hall

The Queen’s Hall

Baccleuch and Greyfriars free Church of Scotland

Baccleuch and Greyfriars free Church of Scotland

La vicina Moschea centrale è davvero molto strana dal punto di vista architettonico e la osservo con piacere; in quanto a palazzi fuori dall’ordinario, incontro una chiesa dopo qualche minuto e mi metto a cercare di capire di quale si tratti tra le tante presenti ad Edimburgo: alla fine non ci credo che sia il Bedlam Theatre…

Moschea Centrale di Edimburgo

Moschea Centrale di Edimburgo

Bedlam Theatre

Bedlam Theatre

Purtroppo ricomincia a piovere e farà lo stesso molte volte durante il corso della giornata. Faccio tutto il possibile per coprire la reflex e pulire l’obiettivo quasi ad ogni foto, ma qualche volta le gocce hanno il sopravvento e rovinano parzialmente il risultato del mio lavoro. Mi trovo ad entrare nel Greyfriars Kirkyard, il più famoso cimitero della città. Secoli di storia si vedono nelle tantissime lapidi presenti; anche sè è un luogo da rispettare per le povere persone che vi riposano, non posso negare che passeggiare qui è un piacere per gli occhi. C’è una chiesa che vorrei osservare meglio, ma ha troppi alberi intorno che ne rovinano la facciata. Su questo luogo esiste una leggenda bellissima, ed è quella di Greyfriars Bobby che non voglio tralasciare. Bobby era un cane che fu adottato da un poliziotto; quando nella seconda metà dell’ottocento il padrone morì, l’amico animale veglio sulla sua tomba per quattordici anni ed ora anche lui è sepolto nei pressi dell’entrata. A suo ricordo c’è una scultura.

Greyfriars Kirkyard - 1

Greyfriars Kirkyard – 1

Greyfriars Kirkyard - 2

Greyfriars Kirkyard – 2

Greyfriars Kirkyard - 3

Greyfriars Kirkyard – 3

Grfeyfriars Church - retro

Grfeyfriars Church – retro

Dedicata a Greyfriars Bobby

Dedicata a Greyfriars Bobby

Proprio di fronte al cagnolino, e sempre a proposito di cose strane, posso osservare l’edificio che ospita il Museo Nazionale di Scozia: una costruzione enorme con l’ala destra che non c’entra assolutamente niente col resto della struttura. L’ingresso è “custodito” da due statue di famosi architetti; una è dedicata a William Henry Playfair e l’altra a William Chambers.

Museo Nazionale di Scozia: ala destra

Museo Nazionale di Scozia: ala destra

Statua di William Henry Playfair

Statua di William Henry Playfair

La Augustine United Church è il prossimo obiettivo e si trova a pochi passi dal Museo, su George IV° Bridge. E’ seguita dalla National Library of Scotland e dalla Lothian Chambers, quest’ultima utilizzata per meetings e matrimoni civili.

Augustine United Church

Augustine United Church

National Library of Scotland

National Library of Scotland

Lothian Chambers

Lothian Chambers

Rieccomi sulla Royal Mile dopo averne tagliato un piccolo tratto, cosa che a me ha regalato parecchi punti di interesse messi nel paniere. Giro a destra per rimediare e trovo la statua in onore di Walter Montagu Douglas Scott, V° Duca di Buccleuch; dietro ad essa posso ammirare la Cattedrale di Sant’Egidio.

Monumento a Walter Montagu Douglas Scott

Monumento a Walter Montagu Douglas Scott

Cattedrale di Sant'Egidio

Cattedrale di Sant’Egidio

Panoramica della cattedrale + il monumento

Panoramica della cattedrale + il monumento

Proseguo ancora avanti e dopo poco mi trovo di fronte al Municipio di Edimburgo (nel piazzale davanti all’ingresso principale vedo la statua di Alessandro e Bucefalo); qui posso vedere anche Mercat Cross ed il monumento ad Adam Smith, filosofo ed economista scozzese. Dietro a tutto questo, in Parliament Square, c’è la statua di Carlo II (fu re di Inghilterra, Scozia, Irlanda e Francia dal 1649 al 1685).

Primo accesso al Municipio di Edimburgo

Primo accesso al Municipio di Edimburgo

Alessandro e Bucefalo

Alessandro e Bucefalo

Mercat Cross

Mercat Cross

Monumento ad Adam Smith

Monumento ad Adam Smith

Parliament Square

Parliament Square

Inverto la marcia perchè nell’altra direzione c’è ancora moltissimo da vedere; in primo luogo mi imbatto nel ricordo del filosofo David Hume, seguito poi da un’imponente Chiesa che…in realtà è un ristorante/caffè/pub o qualcosa del genere: semplicemente pazzesco, negativamente parlando.

Statua di David Hume

Statua di David Hume

Qui dentro non si prega, bensì si mangia e si beve...

Qui dentro non si prega, bensì si mangia e si beve…

Pochi passi ancora ed arrivo alla fine della Royal Mile: il Castello di Edimburgo mi aspetta dopo una non difficile salita. Ovviamente non poteva mancare il casottino con la guardia in divisa tipica. Il prezzo di ingresso è di 18,50 sterline…assolutamente caro, però ne vale la pena perchè da vedere c’è veramente tanto. Provare per credere.

Veduta del Castello di Edimburgo

Veduta del Castello di Edimburgo

Guardia in divisa tipica

Guardia in divisa tipica

A questo punto una parte della città è finita, ma c’è n’è ancora da esplorare. Per farlo decido di tornare, tra una pioggia e l’altra, al punto di partenza. Dalla stazione di Weverley avevo scelto una direzione e proprio da li voglio prendere un’altra direttrice, proprio per cercare di non lasciare niente di intentato. Prendo St. Andrew Street e mi trovo davanti la Dundas House (sede di una famosa banca locale) che è preceduta dalla statua equestre di John Hope, quarto Conte di Hopetun. Dall’altro lato della strada, l’altissimo Melville Monument domina la piazza.

Dundas House e Monumento equestre

Dundas House e Monumento equestre

Melville Monument

Melville Monument

Su Queen Street trovo il palazzo che ospita la Scottish National Portrait Gallery; mi dirigo poi su George Street dove vedo prima la Chiesa di Sant’Andrea e San Giorgio e poi la statua eretta in memoria di George IV, re del Regno di Gran Bretagna.

Scottish National Portrait Gallery

Scottish National Portrait Gallery

Chiesa di Sant'Andrea e San Giorgio

Chiesa di Sant’Andrea e San Giorgio

Dedicata a George IV°

Dedicata a George IV°

Svolto su Hanover Street dove, alla fine, mi imbatto nel palazzo dell’Accademia Nazionale Scozzese; purtroppo in questo momento la pioggia sta martellando come non mai e la qualità della foto è clamorosamente pessima. Decido di andare a mangiare qualcosa nella speranza che il meteo si rimetta ed il miracolo succede; temporaneamente…ma succede. Cammino ora su Princes Street ed arrivo in un punto davvero molto affascinante: davanti a me ho il Monumento ai “Royal Scots Greys” (unico reggimento di cavalleria scozzese) e, dietro ad esso, ho una vista impareggiabile dell’area del Castello di Edimburgo.

Accademia Nazionale Scozzese

Accademia Nazionale Scozzese

Dedicato ai Royal Scots Greys

Dedicato ai Royal Scots Greys

Il panorama alle spalle del monumento

Il panorama alle spalle del monumento

Decido di “scendere” al piano inferiore, cioè camminare all’interno del parco “Princes Street Garden” per un po’. Durante la passeggiata trovo il monumento chiamato “The Call 1914” in onore delle vittime scozzesi della prima guerra mondiale ed una scultura dal nome “Wojtek – memoriale all’orso soldato”. Ebbene si, un orso fu allevato da alcuni militari polacchi e, una volta cresciuto ed educato, fu arruolato nella ventiduesima compagnia di artiglieria di quella nazione partecipando attivamente alla seconda guerra mondiale uscendone vivo. Una volta congedato seguì i suoi commilitoni in Scozia e visse nello zoo di Edimburgo dove morì nel 1963 all’età di 22 anni.

The Call 1914

The Call 1914

Wojtek - Memoriale all'orso soldato

Wojtek – Memoriale all’orso soldato

Risalgo su Princes Street e mi imbatto subito nel monumento dedicato a Thomas Guthrie (predicatore e filantropo); poi trovo l’omaggio a James Young Simpson (importante medico scozzese) e la Chiesa Parrocchiale di St. Cuthbert immersa nel verde; all’angolo con Lothian Road, la Chiesa Episcopale di St. John mi aspetta.

Dedicato a Thomas Guthrie

Dedicato a Thomas Guthrie

Statua di James Young Simpson

Statua di James Young Simpson

Chiesa Parrocchiale di St. Cathbert

Chiesa Parrocchiale di St. Cathbert

Giunge il momento di avventurarmi un po’ in periferia e lo faccio seguendo Shandwick Place. Come primo punto di interesse vedo la Chiesa Battista chiamata “Charlotte Chapel” seguita dal monumento a William Ewart Gladstone (politico quattro volte primo ministro del Regno Unito) al centro della piazza.

Charlotte Chapel

Charlotte Chapel

Dedicato a William Ewart Gladstone

Dedicato a William Ewart Gladstone

Svolto sulla destra in Palmerstone Place ed ho davanti prima l’omonima Chiesa e poi l’imponente figura della St. Mary’s Cathedral. Proseguo nella medesima direzione e trovo un’altra stranezza: l’ennesima figura di un edificio religioso che invece è usato come ostello; deve essere un vizio…; prima di tornare indietro sulla strada principale ho modo di osservare anche il palazzo che ospita la Scottish National Gallery of Modern Art.

Palmerstone Place Church

Palmerstone Place Church

St. Mary's Cathedral - fronte

St. Mary’s Cathedral – fronte

St. Mary's Cathedral - lato

St. Mary’s Cathedral – lato

Questo qui sarebbe un ostello...

Questo qui sarebbe un ostello…

Scottish National Gallery of Modern Art

Scottish National Gallery of Modern Art

Continuo avanti e, sulla destra, vedo qualcosa di bellissimo non segnato in nessuna mappa, così mi documento un po’ e scopro che si tratta di un istituto scolastico per ragazzi non udenti e con difficoltà di comunicazione: la Donaldson’s School. Poco dopo la storia si ripete: altra chiesetta…stavolta adibita a sede della “Scottish Bible Society”. Arrivo fino allo stadio Murrayfield, casa del Rugby scozzese.

Donaldson's School

Donaldson’s School

Sede della Scottish Bible Society

Sede della Scottish Bible Society

Seguendo per un tratto la stessa strada che mi ha portato fino a qui inverto la marcia per tornare verso il centro in cerca di qualcos’altro da vedere. In pratica sto facendo la spunta sulla mappa per capire cosa manca in relazione al tempo a mia disposizione. Eccomi di nuovo dove finisce Shandwick Place ed inizia Princes Street; arrivo a Charlotte Square ed osservo il Prince Albert Memorial. Sempre qui c’è anche il bell’edificio che ospita la West Register House.

Prince Albert Memorial

Prince Albert Memorial

West Register House

West Register House

Imbocco nuovamente George Street (la parte che in precedenza non avevo visto deviando su altra strada) ed ecco che trovo prima il monumento per l’economista Thomas Chalmers e poi quello per l’ex primo ministro britannico William Pitt “The Younger”. Arrivo fino al Saint Stephen’s Stockbridge, un edificio religioso con un’acustica fenomenale che viene usato per concerti corali e recital musicali.

Monumento a Thomas Chalmers

Monumento a Thomas Chalmers

Dedicato a William Pitt "The Younger"

Dedicato a William Pitt “The Younger”

St. Stephen's Stockbridge

St. Stephen’s Stockbridge

Faccio ora la mia seconda apparizione in un luogo che in precedenza mi aveva fatto letteralmente scappare causa meteo avverso. Ecco che dietro all’Accademia Reale Scozzese trovo la National Gallery of Scotland. Seguendo “The Mound” raggiungo il monumento ai caduti per la Guerra in Sudafrica.

National Gallery of Scotland

National Gallery of Scotland

Ai caduti nella guerra in Sudafrica

Ai caduti nella guerra in Sudafrica

Una bella passeggiata mi porta su York Place dove vedo la Chiesa Episcopale di San Paolo e San Giorgio seguita, svoltando a destra al primo incrocio, dalla Cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione. Il palazzo che ospita una casa d’aste prende la mia attenzione per qualche secondo e poi, siccome non c’è tre senza quattro (…non era proprio così il detto…), arriva la quarta “falsa” chiesa della giornata: mi scervello per capire cosa sia e scopro che si tratta di una location per matrimoni dove, anche li, si mangia e si beve.

Chiesa Episcopale di San Paolo e San Giorgio

Chiesa Episcopale di San Paolo e San Giorgio

Cattedrale di Nostra Signora dell'Assunzione

Cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione

Questo ospita una casa d'aste...

Questo ospita una casa d’aste…

...e quest'altro una location per matrimoni

…e quest’altro una location per matrimoni

Guardo l’orologio e la mappa: capisco che è tutto per oggi. Manca poco meno di un’ora al prossimo spostamento e decido di andare a cena in un fast food sia per mettere qualcosa nello stomaco che per riposare un po’ le gambe perchè di strada ne ho fatta davvero molta. Dopo cena mi reco in autostazione e torno a prendere il mio amatissimo Megabus che è morto in tutta Europa (avendo ceduto l’attività ai pullman verdi), ma non nel Regno Unito. Non ci salgo da tantissimo tempo e sono quasi emozionato: chi mi ha dato la possibilità di viaggiare per mesi in Italia spendendo un euro a tratta non potrei mai dimenticarlo. Mi siedo su uno dei posti disponibili e mi preparo alla nottata: sono diretto a Manchester.

Domenica mattina: alle 4:00 in punto arrivo a destinazione. So che è prestissimo, ma non c’erano altre possibilità ed in fase di prenotazione ho dovuto per forza prendere questa tratta. Ho anche provato a chiedere all’ufficio di informazione turistica locale se ci fosse qualcosa aperto a quest’ora in città per passere il tempo fino alla mattina, ma la risposta che ho ricevuto via e-mail non ha dato seguito alle mie speranze. Confido però nell’ottima organizzazione “british” grazie alla quale avrei trovato un’autostazione riscaldata a dovere ed è proprio il posto in cui mi reco immediatamente dopo la discesa dal Megabus. “Porca puttana che freddo!!!”: sono queste le testuali parole (non pensieri…) che pronuncio appena apro la porta a vetri; sarei stato meglio in una cella frigorifera a parlare con i quarti di bue. Guardo un po’ sul tablet e scopro che non lontano c’è un McDonald, ma aprirà alle 6:00…quindi almeno due ore le dovrò passare in questa “ghiacciaia”. Alla fine il tempo passa in qualche modo, così aspetto che spunti un po’ di luce per due ragioni ben precise: A) la zona non mi sembra totalmente raccomandabile; B) è risaputo che gli inglesi si ubriacano un po’ ogni sera, ma anche che il sabato è sempre il sabato: trovarmi davanti un gruppo di “nottambuli” che non ricorda la strada di casa potrebbe essere possibile ed è l’ultima cosa che voglio. Finalmente mi dirigo a fare colazione, non tanto per la fame ma per poter sostare in un luogo più caldo. Ci resto fino alle 8:00 circa e poi inizio il giro. Sono sicuro che, leggendo il titolo del post, più di qualcuno abbia corrucciato le sopracciglia: come si possono visitare due località nello stesso giorno, che poi è anche quello del ritorno a casa? Niente di più semplice: Bolton è una cittadina di dimensioni abbastanza ridotte, per cui si gira davvero in poco tempo; Manchester invece è ben più grande, ma è un centro prettamente moderno e con poche cose da vedere se rapportate alla sua estensione ed alla popolazione che ci vive. Quando torno all’aria aperta mi trovo già in St. Anne Square, per cui inizio da qui. Il Monumento ai caduti del reggimento di Manchester nella Guerra in Sudafrica (317 persone senza specificare inutili differenze dato che siamo TUTTI UGUALI e che i “gradi” possono essere tranquillamente infilati nel sedere di chi crede in queste idiozie) è la prima cosa che vedo. Sulla sinistra c’è il Royal Exchange Theatre.

Monumento ai caduti della Guerra in Sudafrica

Monumento ai caduti della Guerra in Sudafrica

Ingresso del Royal Exchange Theater

Ingresso del Royal Exchange Theater

Dalla parte opposta della medesima piazza ecco la statua dedicata a Richard Cobden (politico) con alle spalle la bella St. Ann’s Church.

Dedicato a Richard Cobden

Dedicato a Richard Cobden

St. Ann's Church

St. Ann’s Church

Proseguo la passeggiata in direzione di Albert Square, la piazza del Municipio. Durante la tratta mi fermo ad osservare la Chiesa di St. Mary, detta “la gemma nascosta”: è la chiesa cattolica più antica della città.

Chiesa di St. Mary

Chiesa di St. Mary

Quando arrivo a destinazione ho una pessima sorpresa: l’intera area è transennata per la presenza del “German Village Festival”…una sorta di mini-oktoberfest britannico che credo apra solo di sera. Fatto stà che, a causa di ciò, mi sono interdetti sia la statue di Jonh Bright ed Oliver Heywood che l’Albert Memorial. Oltre a questo, fotografare la facciata dell’enorme palazzo del Municipio è un’impresa titanica. L’unica cosa rimasta libera in zona è il monumento a James Fraser, vescovo anglicano riformista.

Dedicato a John Fraser

Dedicato a John Fraser

Scorcio della facciata del Municipio di Manchester

Scorcio della facciata del Municipio di Manchester

Il retro del Municipio è invece libero da impedimenti ed ha di fronte il memoriale per le vittime dalla prima guerra mondiale in avanti; è conosciuto col nome di “Cenotaph”. A pochi metri vedo l’edificio che ospita la Manchester Art Gallery.

Municipio di Manchester - retro

Municipio di Manchester – retro

Cenotaph

Cenotaph

Prendo la vicina Faulkner Street di proposito perchè voglio entrare nella locale Chinatown superando l’arco che suggella il passaggio. Ovviamente qui ci sono solo negozi e ristoranti cinesi/asiatici. Dritto per dritto arrivo ai Piccadilly Gardens dove trovo un’area pedonale con una fontana, la statua dedicata alla Regina Vittoria, tanta gente (anche in sosta seduta dove possibile) e troppi negozi. Sinceramente mi aspettavo molto di meglio.

Arco di Chinatown a Manchester

Arco di Chinatown a Manchester

Fontana dei Piccadilly Gardens

Fontana dei Piccadilly Gardens

Monumento alla Regina Vittoria

Monumento alla Regina Vittoria

Torno indietro e, quando arrivo su Albert Square, prendo Brazennose Street: non ci vuole molto per vedere, nello stesso luogo, sia il monumento dedicato ad Abraham Lincoln che il memoriale per la scomparsa di Lady Diana.

Abraham Lincoln

Abraham Lincoln

In memoria di Lady Diana

In memoria di Lady Diana

E’ risaputo che uno dei maggiori punti di interesse del Regno Unito è rappresentato dalle biblioteche storiche; una di esse si trova proprio alla fine della strada in cui mi trovo ed è la famosa “The John Rylands Library”. In un edificio in stile neo-gotico, decisamente più bello all’interno che esternamente, è custodita una quantità incredibile di libri, manoscritti, mappe ed altro ancora. La visita è gratuita ed è un piacere passeggiare per le varie sale; si viene quasi catapultati in un’altra epoca in cui i computers e tutti i moderni aggeggi di oggi non esistevano. Tutto è davvero magico…tranne quando si raggiunge la sezione in cui gli studenti si riuniscono per studiare, ognuno col proprio portatile davanti agli occhi; questo si che è un cazzotto in un occhio che fa perdere di colpo l’atmosfera. Sinceramente passare davanti ad un nutrito numero di rampolli che mi guardano incuriositi non è il massimo della vita (credevo che questo posto fantastico non fosse fruito quotidianamente come una normale biblioteca, poi ho letto che fa parte dell’università locale ed ho capito tante cose). Inoltre mi chiedo sinceramente come ci si possa concentrare per imparare qualcosa quando davanti a te sfilano chissà quanti turisti e visitatori al giorno, anche se tutto ciò avviene più o meno in silenzio. Questa cosa rasenta l’esibizionismo, secondo me; io non avrei mai potuto capire un’acca in quelle condizioni. Ecco forse perchè oggi escono più caproni che luminari.

L'edificio che ospita la "John Rylands Library"

L’edificio che ospita la “John Rylands Library”

Il logo della "John Rylands Library"

Il logo della “John Rylands Library”

Appena esco vado a vedere la “Manchester Opera House” e poi torno indietro. Percorro il Trinity Bridge (detto anche “Calatrava”) e mi sposto sull’altra sponda del fiume Irwell; arrivo fino a Chapel Street dove posso vedere la Sacred Trinity Church. Più avanti trovo anche una strana struttura che prende il nome di “!Audacious Church” (il punto esclamativo non è un mio errore…si chiama proprio così). Provo a documentarmi e vedo solo video di concerti ed un sacco di gente al buio davanti ad un palco. Da una parte non si finisce mai di imparare; dall’altra c’è che alzo i tacchi e me ne vado perchè è meglio così.

Sacred Trinity Church

Sacred Trinity Church

!Audacious Church...

!Audacious Church…

A dire proprio tutta la verità non mi trovo più a Manchester, bensì a Salford. Si tratta di un comune a parte, ma è talmente appiccicato alla città capoluogo da esserne considerato “inglobato”. Il fatto che passo davanti al Municipio di Salford significa più di qualcosa. Termino la mia camminata da queste parti andando avanti su Chapel Street ed ammirando due cose: la Cattedrale di Salford e la St. Philips Church.

Cattedrale di Salford

Cattedrale di Salford

St. Philips Church

St. Philips Church

Inverto la marcia e torno indietro per un tratto di strada; effettuo poi una deviazione con l’intenzione di cambiare decisamente quartiere, ma succede un episodio a metà tra il divertente ed il grottesco. Mi sto dirigendo verso due punti di interesse segnati sulla mia mappa quando vedo sulla sinistra un’edificio troppo particolare per poter passare oltre senza avvicinarmi. Premetto che la zona non è delle migliori e ci sono moltissimi capannoni che, essendo domenica, sono chiusi; tutto ciò contribuisce a rendere l’ambiente tipico dei films sull’apocalisse, quando il protagonista esce dal bunker e vede che fuori non c’è nessuno. Non riesco a spiegarmi che cosa sia quella affascinante struttura non indicata da nessuna parte e mi scervello per capire perchè non ci sia un modo per entrare…ma la risposta ce l’ho quando mi trovo esattamente davanti all’ingresso: è il carcere di Manchester e l’area dove sono adesso viene sorvegliata da pattuglie in ricognizione e telecamere. Appena apprendo ciò mi allontano in un nanosecondo, ma resta il fatto di come si possa trasformare in una prigione un tale edificio. Ancora stupìto raggiungo prima la Chiesa di St. Chad e poi il Museo Ebraico.

Carcere di Manchester

Carcere di Manchester

Chiesa di St. Chad

Chiesa di St. Chad

E’ il momento di fare marcia indietro e di vedere ciò che ancora manca. Supero la Manchester Arena e la Stazione Victoria, così mi trovo davanti ad un’altra importante biblioteca cittadina: la Chetham’s Library. Stavolta però decido di non entrare; ho letto che fa parte di una scuola di musica e che è abbastanza piccola, anche se caratteristica. Proseguo quindi verso la Cattedrale.

Cattedrale di Manchester

Cattedrale di Manchester

Raggiungo poi il vicino Museo Nazionale del Calcio; non so che fare tra entrare e lasciar perdere. Non è un problema di soldi perchè l’ingresso è gratuito, bensì di tempo a disposizione. Alla fine, anche se adoro questo sport, preferisco rinunciare e riuscire a vedere anche Bolton. Non mi resta altro che fare dietro front ed entrare nella Victoria Station; acquisto un ticket promozionale alle macchinette automatiche che prevede un forte sconto comprando nello stesso momento sia l’andata che il ritorno e poi mi reco al binario corretto. Pochi kilometri separano le due località ed in men che non si dica mi trovo fuori dalla stazione ferroviaria di Bolton, ridente cittadina inglese che mi accoglie con due caratteristiche: quella buona è un bel sole alto nel cielo (c’è qualche nuvola, ma la giornata è buona nel complesso); quella cattiva è la presenza di invasivi lavori in corso su parecchie delle sue strade. Spero di riuscire a fare i dovuti miracoli per non inserire transenne ed impalcature nelle foto che verranno. Appena esco trovo la bellissima Holy Trinity Church e la faccio mia.

Holy Trinity Church

Holy Trinity Church

Imbocco Newport Street per andare in direzione del centro e passo su un particolare ponte. Alla fine delle strada svolto momentaneamente a destra e trovo la Chiesa Cattolica di St. Patrick.

Il ponte su Newport Street

Il ponte su Newport Street

Chiesa Cattolica di St. Patrick

Chiesa Cattolica di St. Patrick

Torno su Newport Street e proseguo fino ad arrivare a Victoria Square. Qui posso osservare il monumento ai caduti della prima guerra mondiale e due statue: una dedicata a Samuel Taylor Chadwick (medico e filantropo) e l’altra dedicata a Benjamin Alfred Dobson (ex sindaco di Bolton). L’attenzione è catturata però del bellissimo palazzo del Municipio.

Ai caduti della prima guerra mondiale

Ai caduti della prima guerra mondiale

In onore di Benjamin Alfred Hobson

In onore di Benjamin Alfred Hobson

Municipio di Bolton

Municipio di Bolton

Proseguo per la medesima direzione e mi imbatto nella statua di Frederick Dibnah. Sulla targa posta alla base si legge del suo mestiere di “steeplejack”, ma fu anche presentatore televisivo. La cosa importante è che c’è scritto anche “revered son of Bolton”.

Per Frederick Dibnah

Per Frederick Dibnah

Sempre dritto, all’incrocio tra Knowsley Street e St. George’s Road, vedo la St. Andrew and St. George Church, ma soprattutto la “RCCG Breakthrough Church”. Mi soffermo su quest’ultima qualche minuto perchè, grazie al portone spalancato, posso sentire i presenti cantare a squarciagola. Deve essere una di quelle chiese dove chi strilla di più ottiene la redenzione. E’ la prima volta che mi capita una cosa del genere; vederlo nei films è una cosa, ma trovarcisi a due metri di distanza fà tutto un altro effetto. La verità è che per attirare gente non si sà più che inventarsi.

St. Andrew and St. George Church

St. Andrew and St. George Church

RCCG Breakthrough Church

RCCG Breakthrough Church

Poco più avanti trovo la Bethel Evangelical Church…e mi viene davvero da pensare stavolta che ci sia più di qualcosa che non va. Ormai si sveglia qualcuno la mattina e fonda qualcosa di strano. Ed il brutto è che c’è chi gli va dietro. Proseguendo la passeggiata vedo anche la Chiesa Cattolica Ucraina di Ognissanti.

Bethel Evangelical Church

Bethel Evangelical Church

Chiesa Cattolica Ucraina di Ognissanti

Chiesa Cattolica Ucraina di Ognissanti

Appena prendo Churchgate non posso non notare un bell’obelisco con una croce in cima. Poco dopo, la stupenda St. Peter’s Church attende la mia reflex; peccato che ci siano un po’ troppe piante a bloccare parzialmente la visuale.

Churchgate Cross

Churchgate Cross

St. Peter's Church

St. Peter’s Church

Arrivo in Nelson Square e vedo il monumento dedicato a Samuel Crompton. E’ un inventore che nel 1779 ideò un rivoluzionario macchinario per la filatura automatica che prese il nome di “Mule”. E’ la stessa persona la cui tomba si trova nel parco della St. Peter’s Church che ho appena lasciato.

In onore di Samuel Crompton

In onore di Samuel Crompton

Faccio adesso una buona passeggiata in cerca di altri punti di interesse prima di dire addio alla città ed è così che trovo la St. Paul’s Church.

St. Paul's Church

St. Paul’s Church

Arrivato a questo punto credo sia proprio tutto; mi dirigo quindi verso la stazione e sfrutto il mio biglietto di ritorno verso Manchester.  Scendo a Victoria Station e mi sposto verso Piccadilly Station: da li partirà il treno diretto verso l’aeroporto. E’ ancora presto per andare via, così quando sono in zona e sicuro di non perdere troppo tempo per raggiungere il binario, faccio un altro giro nella grande città. Avrei tanto voluto vedere l’Old Trafford, il mitico stadio del Manchester United, ma la fortuna non mi assiste: le visite sono in programma tutti i giorni tranne quando i Red Devils giocano in casa…e proprio oggi è prevista l’ultima giornata della Premier League 2016/2017 con tutte le partite di domenica alle 16:00 e con lo “United” che ospita il Sunderland. Poteva andarmi peggio da questo punto di vista? L’ultima partita sono andato a beccare…ma è così e non ci posso fare niente. Sinceramente dell’Etihad Stadium (casa dei “cugini” del City) non me ne può fregare un accidente. La mia fede calcistica credo sia ormai chiara. Riesco a vedere ancora il Palazzo di Giustizia e l’Alan Turing Memorial, poi l’orologio mi dice che devo andare, anche se la verità è che ho terminato tutto ciò che dovevo. Il treno (costo cinque sterline) è ovviamente puntualissimo. Trovo un controllo di sicurezza fin troppo meticoloso in aeroporto, al punto che stavolta perdo un po’ le staffe con l’addetto che veramente la sta facendo fuori dal vaso ed è bene che si dia una calmata perchè non tutti sono degli incapaci. Il volo è puntuale e, dopo il solito sonno ristoratore, arrivo a Ciampino in tempo per tornare a casa con i mezzi pubblici come sempre. Per una volta…non arrivo di lunedi mattina e posso godermi qualche ora in pace.

P.S.: sono andato via da Manchester nel tardo pomeriggio del 21 maggio 2017; il giorno dopo c’è stato l’attentato all’Arena durante il concerto di Ariana Grande in cui hanno perso la vita decine di persone innocenti. Ci sono passato a piedi poco più di 24 ore prima accanto a quella sala a Victoria Station e quando ho visto in tv le immagini del disastro mi è venuto davvero da pensare, ben più delle altre maledette volte.

In conclusione, Edimburgo è una città che reputo molto molto bella. Consiglio davvero a tutti di andarci perchè le cose da vedere sono moltissime, ma credo che dal racconto lo si sia capito. E’ ovvio che a Bolton non ci si può organizzare un viaggio di proposito, ma si può “usare” per riempire piacevolmente qualche ora proprio come ho fatto io. Capitolo Manchester: secondo me non vale la pena di andarci da turisti/visitatori. Se si capita in zona per lavoro o per qualsiasi altro fine, allora un giro lo si può organizzare tranquillamente, ma in poche ore la si gira tutta senza trovare poi grandi cose.

 

You may also like

Scrivi un commento