Bulgaria parte 3: Ruse, Dobrich e la splendida Varna

di admin

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Come da titolo di questo post, in questa nuova avventura mi accingo a visitare per la terza volta il paese meno turistico d’Europa. Ci tengo davvero a scoprire cosa la Bulgaria ha da offrire e sfatare il mito ormai comune che ci sia poco o niente da vedere. E’ maggio e la stagione è davvero buona quest’anno, così vorrei spingermi dalla parte opposta rispetto a ciò che ho già visitato fino ad oggi, cioè la zona del Mar Nero. Ma arrivare da Sofia a Varna, la città più bella e famosa dell’est di questa nazione, richiede molte ore di bus…decisamente troppe per un week-end; del treno non ne parliamo neanche perchè è ancora più lento. Purtroppo i voli dall’Italia alla capitale bulgara (unico scalo fruibile in questo periodo storico) arrivano ad orari non proprio agevoli per poi dover aggiungere una traversata in pullman, complice anche il fuso orario che ogni volta ruba un’ora a causa dello spostamento in avanti delle lancette. Ed è anche vero che non posso partire ogni volta di venerdi o rientrare di lunedi usufruendo di un giorno di ferie perchè questi per me sono merce rara e preziosa che baratto solo in cambio di qualcosa di realmente speciale. Allora come fare per arrivare fino a là? Resterà sempre una mèta impossibile da raggiungere? Sicuramente non per me e qui di seguito spiego come fare per unire l’utile al dilettevole.

E’ venerdi sera; alle 18:00 esco dall’ufficio, ma stavolta con me ho il borsone/bagaglio a mano. E’ logico e normale che non mi piaccia trasportare dei pesi inutilmente, ed in questo caso lo faccio perchè, senza passare da casa, sono diretto all’aeroporto di Ciampino. Prendo così la metropolitana fino al capolinea di Anagnina, il Cotral fino al piazzale di Via Appia e con pochi passi mi trovo al terminal delle partenze. Di lì a poco avrò un volo per…Bucharest. La domanda sorge spontanea e naturale: ma se vai in Bulgaria perchè il tuo aereo arriva nella capitale rumena? La risposta è altrettanto semplice, anche se non scontata: perchè ho scovato un collegamento che mi permette di raggiungere quella precisa zona geografica più facilmente dalla Romania che da Sofia. Sembra incredibile ma è così: gli orari sono a dir poco perfetti. Dopo aver trascorso il viaggio aereo dormendo come al solito, mi sveglio al momento dell’atterraggio. Tra scendere dal velivolo e superare il controllo passaporti mi ritrovo nell’area arrivi intorno all’una di notte. Dovrò stare lì circa tre ore, per cui mi sbrigo per accomodarmi prima degli altri su una sedia che abbia vicino una presa di corrente; la trovo, ne prendo possesso e attacco il caricabatterie del computer portatile: è così che trascorro quell’intervallo rilassandomi col mio gioco di calcio manageriale al quale finalmente trovo un po’ di spazio da dedicare nella mia vita tutt’altro che vuota. Altre persone arrivano dopo di me e vorrebbero fare lo stesso, ma per chi va lento come le lumache e non muove le chiappe non c’è trippa per gatti: le prese elettriche nell’intera area saranno al massimo tre ed ovviamente chi prima arriva…meglio alloggia. Arrivo così alle 3:45 ed inizio a riporre tutti i miei attrezzi ludici nel bagaglio a mano da dove erano usciti poco più di due ore prima; appena fatto mi dirigo alla zona “D” delle “departures”, appena fuori dall’ingresso dell’aerostazione. E’ lì che alle 4:00 del mattino è in partenza la prima navetta della giornata della compagnia “Pegasus” che arriva a Varna ma che fa una fermata intermedia a Ruse, mia destinazione iniziale. Si tratta di una città di medie dimensioni situata proprio subito dopo il confine tra Romania e Bulgaria. Il viaggio dura circa due ore, ovviamente di sonno profondo. La sveglia arriva proprio alla dogana tra i due paesi “non Schengen”, per cui occorre fare la trafila come ai vecchi tempi con la consegna dei documenti alle autorità accompagnata da ricca perdita di tempo. Alle 6:00 mi trovo all’autostazione di Ruse; è prestissimo, per cui decido di piazzarmi un paio d’ore nella comodissima ed ampia sala d’attesa presente proprio per questo scopo, aspettando almeno le 8:00 per uscire. Appena arriva il momento decido di acquistare in anticipo il biglietto del bus per Varna che avrei preso nel pomeriggio; non avrei potuto perdere quel mezzo di trasporto per nulla al mondo, altrimenti i miei piani sarebbero saltati. Vado alla cassa chiedendo se accettano gli Euro perchè sono senza i leva, ma la risposta è negativa. Chiedo allora se in loco c’è un ufficio cambi ed arriva la seconda risposta negativa. Così saluto la “signora no” al di là del vetro dicendole che sarei tornato presto…tanto non capisce una parola di inglese…per cui avrei potuto dirle qualsiasi cosa senza che cambiasse qualcosa. Esco dall’autostazione e confido di trovare uno sportello cambiavalute nei paraggi: neanche duecento metri e ne vedo uno già aperto. Pratica anche un discreto tasso, così ne approfitto per procurarmi i soldi che reputo necessari per l’intero week-end e, per prima cosa, torno subito indietro ad acquistare quel “benedetto” ticket. La cassiera mi vede arrivare così presto e sgrana gli occhi, chiedendosi come avrà fatto questo straniero a procurarsi leva bulgari in così poco tempo. Ma queste sono cose secondarie. L’importante è che me ne vado definitivamente da lì col biglietto per Varna al sicuro nel portafogli; ora sono davvero pronto per visitare Ruse. Lo stradone in cui mi trovo è abbastanza periferico, così cerco di orientarmi usando il “maps” sul tablet e le mie fedeli cartine con indicate le attrazioni interessanti da fotografare. Non finisco neanche di leggere che inizia un acquazzone violentissimo, una cosa a dir poco inaudita. Ringrazio il destino perchè mi trovo ancora nei pressi dell’autostazione che posso usare come riparo, altrimenti io stesso e tutte le mie cose saremmo diventati veri e propri stracci da strizzare in pochi secondi. Fortunatamente il tutto non si protrae per più di una decina di minuti, il tempo cioè che le “mie madonne scagliate a ripetizione” facciano effetto. “C’è qualcos’altro che mi deve rompere le scatole adesso o posso andare?”…penso tra me e me. Non sento arrivare risposte (soprattutto dall’alto c’è un silenzio tombale…), per cui ingrano la marcia e vado.

Il giro inizia con la Chiesa di Sveta Petka, decisamente fuori mano e lontana dal centro. E’ per questo motivo che decido di vederla per prima. Arrivo lì e scopro che si tratta di un edificio religioso non più in uso e quindi lasciato lì a morire. Decisamente un vero peccato. Spero che chi ha preso questa decisione non abbia valutato male la cosa. Ecco in foto come appare al giorno d’oggi.

Chiesa di Sveta Petka

Chiesa di Sveta Petka

In cielo si notano ancora le nuvole della pioggia precedente che si stanno pian piano diradando. Mentre sono intento a fotografare, un signore anziano mi osserva e prova a dirmi nella sua lingua che purtroppo la chiesa è chiusa da tempo (o almeno questo è il senso che capisco…); allargo le braccia facendogli segno che mi dispiace e lo saluto. Per lui, abitante della periferia di Ruse, vedere un turista interessato è una novità colossale. Mi dirigo adesso verso la zona centrale della cittadina che mi ospita e mi imbatto dopo qualche centinaio di metri nella Chiesa Sveti Georgi. Purtroppo, come accade in molte occasioni, gli alberi che coprono tali edifici non vengono sradicati uno per uno, ma lasciati li dove sono “per bellezza”. Peccato che in questo modo non si possa avere una visuale chiara di ciò che si ha davanti. Questa che segue è la migliore immagine che si può ricavare.

Chiesa Sveti Georgi

Chiesa Sveti Georgi

Sinceramente non mi sembra di aver mai visto qualcuno pagare per andare all’estero a vedere degli alberi; se invece qualcuno c’è…batta un colpo e ne parliamo. Fatto sta che, a mio parere, ogni punto interessante di una città dovrebbe poter essere immortalato a 360 gradi, da ogni direzione e da ogni angolo, ma vallo a far capire alle autorità comunali che reputano probabilmente più attraente un comune groviglio di rami e foglie. La passeggiata mi porta poi nella bella Piazza Kniaz Aleksander Batenberg. Qui si trovano una serie di punti di interesse, primo fa tutti la fontana ubicata su una delle estremità della piazza stessa.

Fontana di Piazza Batenberg

Fontana di Piazza Batenberg

Il resto è composto dal bel palazzo storico oggi sede della Biblioteca Regionale L. Karavelov, dall’Ecomuseo, dall’edificio che ospita la Scuola Superiore “Hristo Botev” ed infine dall’attuale Museo Regionale di Storia. Tutto davvero molto curato.

Biblioteca L. Karavelov

Biblioteca L. Karavelov

 

Ecomuseo

Ecomuseo

 

Scuola Superiore "Hristo Botev"

Scuola Superiore “Hristo Botev”

 

Museo Regionale di Storia

Museo Regionale di Storia

Fatta questa scorpacciata di storia e di architettura mi dirigo verso la riva del Danubio che anche qui funge da confine naturale tra Bulgaria e Romania: questo fiume lo sto incontrando sempre più spesso durante i miei viaggi. Proprio lì si trova il famoso Sexaginta Prista Fortress and Museum…ma quando leggo l’ultima parola mi prende un colpo: pagare per vedere magari delle classiche teche di vetro? Noooo…neanche per sogno. Per cui mi diletto a fotografare la particolare statua che si trova poco prima dell’ingresso e cambio aria.

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Il prossimo obiettivo che trovo, ammiro e metto nel mio personale album dei ricordi è la bella cattedrale cattolica Saint Paul of the Cross. Non è semplicissimo fotografarla, ma alla fine trovo un’angolazione adatta.

Cattedrale Cattolica Saint Paul of the Cross

Cattedrale Cattolica Saint Paul of the Cross

Sono ormai vicino a quello che è il vero centro storico di Ruse. Man mano che proseguo la marcia incontro tre statue sul mio percorso.

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Il ragazzo col Violino

Vedo poi la strada aprirsi in una grandissima piazza e lì appaiono le prime fontane: sono finalmente arrivato a Freedom Square, cuore pulsante della cittadina in quanto frequentatissima dagli abitanti per la sua bellezza e perchè in essa sono presenti diversi localini carini. Ma a me questo aspetto non interessa, per cui inizio subito ad osservare cosa qui viene proposto. A dominare la scena nella prima parte della piazza, dopo aver “contemplato” un bambino che si rinfresca i piedi nella fontana che mi trovo di fronte, è il monumento dedicato alla libertà.

Se tornassi ad agosto troverei sicuramente questo bambino a fare il bagno nella fontana...

Se tornassi ad agosto troverei sicuramente questo bambino dentro alla fontana…

 

Monumento dedicato alla libertà

Monumento dedicato alla libertà

La piazza prosegue con coloratissime aiuole floreali e con una grande e scenica fontana posta proprio davanti all’edificio storico che ospita oggi il Tribunale.

Fontana davanti al Tribunale

Fontana davanti al Tribunale

L’area si conclude con il municipio di Ruse e, subito dietro, con il Palazzo dell’Opera e con la chiesa Sveta Troitsa. Dalla piazza parte un vialone lunghissimo (Ulica Alexandrovska, per la precisione) completamente pedonale che seguo perchè mi porta verso altri punti di interesse. Durante il suo percorso trovo e fotografo alcune tra le statue che ritengo più significative.

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Passeggiata lunga stavolta, che pare non finire mai. Poi però arrivo al Mladezhki Park, un’area verde molto estesa. Al suo interno, oltre alle solite panchine presenti ovunque, ci sono alcune statue e soprattutto uno dei simboli di Ruse: un Vaso di dimensioni enormi (si può intuire di cosa sto parlando facendo il paragone con le persone ritratte dietro di esso) tutto ricoperto di fiori secondo un motivo ben preciso e curato. Una cosa semplice e non sontuosa, ma mai vista prima d’ora in tutti i miei viaggi. Davvero un piacevole colpo d’occhio.

Vaso coperto di fiori

Vaso coperto di fiori

Con la mente torno ad un palazzo visto poco prima dell’ingresso del parco. L’ho notato perchè simile ad un teatro, ma non riesco a trovarlo come punto interessante nella mia personale mappa. Neanche una ricerca al volo su “Google Maps” col tablet mi ha aiutato. La cosa strana ed incredibile è che il ristorante ed il caffè che si trovano rispettivamente alla sua destra ed alla sua sinistra sono entrambi ben segnalati (complimenti, questi sono dati davvero importanti ed immancabili…), mentre l’edificio no. Posto la foto che ho scattato, ma non riesco in nessun modo a darle un nome. Se fosse stato un locale notturno ne avrei trovate migliaia di tracce. Fanculo il commercio…

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Sono sulla via del ritorno. Non manca ormai moltissimo al bus per Varna del quale ho già il ticket in mano, per cui faccio dietro front e, appena possibile, eseguo una deviazione per non percorrere la stessa strada dell’andata e perdere tempo rivedendo le medesime cose. Faccio assolutamente bene perchè così riesco ad imbattermi in altre importanti realtà; arrivo dopo poco al Renaissance Park che racchiude diversi punti di interesse, primo fra tutti la Chiesa di Ognissanti che, sorpresa delle sorprese, ha l’ingresso recintato ed una toilette mobile (sicuramente per i muratori) piazzata all’esterno. Anche questo edificio religioso è chiuso per lavori.

Chiesa di Ognissanti

Chiesa di Ognissanti

Segue poi un piccolo ma curato cimitero che presumibilmente ricorda le vittime della seconda guerra mondiale. Purtroppo anche di questo sul Maps non c’è traccia alcuna, ma è ovvio poichè non si tratta di un ristorante…

Scorcio del piccolo cimitero per le vittime della seconda guerra mondiale

Scorcio del piccolo cimitero per le vittime della seconda guerra mondiale

All’interno del parco vi sono poi altre opere e costruzioni minori come queste che seguono:

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Verso la fine del Renaissance Park mi imbatto nel bellissimo Pantheon of National Revival Heroes che riporto in due immagini, una frontale e l’altra presa in obliquo.

Pantheon of National Revival Heroes - Fronte

Pantheon of National Revival Heroes – Fronte

 

Pantheon of National Revival Heroes - obliquo

Pantheon of National Revival Heroes – obliquo

Saluto la piacevole cittadina di Ruse fotografando la moderna Bulstrad Arena, complesso dove si svolgono competizioni sportive.

Bulstrad Arena

Bulstrad Arena

Completo il mio percorso raggiungendo la stazione degli autobus che mi aveva accolto qualche ora prima. Sono un po’ in anticipo e ne approfitto per prendere un panino al volo ad uno dei fast foods presenti in loco. Circa dieci minuti prima della partenza arriva il pullman; mostro il biglietto all’autista e mi scelgo il mio posto sperando di poterne avere due a disposizione nel caso in cui non salgano troppe persone. Quando si chiudono le porte la situazione è proprio questa, per cui usufruisco di tutto lo spazio che ho a disposizione. Il tragitto dura circa tre ore durante le quali posso osservare ancora una volta quanto sia verde la Bulgaria. Arrivo a destinazione intorno alle 18:00 e, mappa alla mano, devo percorrere circa un paio di kilometri per raggiungere il mio hotel prenotato per la notte che si trova proprio all’inizio della zona centrale. Raggiungerlo è di una facilità estrema perchè ci sono solo quattro deviazioni da fare e praticamente tutto il percorso segue un lungo stradone ben trafficato. Arrivo lì e la porta è chiusa a chiave. Un cartello dice di comporre un numero di telefono per far arrivare i proprietari e, da buon soldatino, eseguo. Quando inizio la conversazione mi rendo conto che la signora che mi sta rispondendo si trova al bar accanto che scopro essere della stessa proprietà. Mi viene assegnata una camera in pochi minuti: entro ed è enorme. Ci sono un letto matrimoniale, un letto singolo, un divano, due poltroncine, un tavolino ed altro spazio libero per poter quasi correre. Per venti miseri euro mi sento un re, però le sorprese sono sempre dietro l’angolo: la signora mi avverte che la vasca da bagno ha un piccolo problemino e che devo evitare di stare in piedi in un certo punto (verso la fine) per non finire di sfondarla. Tra me e me penso che, se il guaio è solo questo, basta dare la giusta attenzione alle cose e tutto si risolve. Ma qui faccio un salto in avanti alla doccia della sera perchè il guasto non si limita a quanto dettomi: la vasca da bagno fa acqua da tutte le parti. Non è un eufemismo, ma la pura verità: cercando di riempirla, l’acqua che ci scorre dentro esce sistematicamente sul pavimento! Un disastro che per fortuna fermo in tempo. Non oso pensare cosa sarebbe successo se avessi aperto il rubinetto e fossi andato nella zona letto per fare altro nel frattempo che quella cosa riempisse. Dovendoci stare una sola sera decido di lasciar perdere e non fare casino, però che cavolo! Tornando indietro al punto di prima, preparo le cose che mi servono ed esco subito per un primo giro in città. Manca poco all’arrivo del buio, ma faccio ancora in tempo per vedere l’effetto che fa il Mar Nero al tramonto. Durante la passeggiata osservo velocemente ciò che ho intorno, senza fare fotografie o altro. Di tempo ne ho poco e voglio arrivare solo in spiaggia, poi cenare e magari uscire di nuovo col buio per non passare tutta la serata in camera. Dopo circa quindici minuti, di cui dieci di passeggiata e cinque di orientamento iniziale, raggiungo la destinazione desiderata: la luce del sole è fioca, data l’ora, ma si vede chiaramente che l’acqua è stupenda in questo punto.

Il Mar Nero a Varna al Tramonto

Il Mar Nero a Varna al Tramonto

Mi fermo lì ad osservare il panorama ed a rilassarmi per una trentina di minuti, finchè inizia a calare davvero la sera. E’ necessario trovare un market per poter cenare perchè dopo il panino del pranzo non mi va un kebab o qualcosa di simile. Ripercorro la strada dell’andata ma non trovo niente di aperto: è tutto già chiuso. D’altra parte questo è un luogo di villeggiatura estivo ed ora è solo la metà di maggio. Inizio a pensare che mi devo rivolgere ad uno di quei posti che avrei voluto evitare quando, imboccata una grande arteria totalmente a casaccio, mi passa in senso contrario un signore con in mano le buste del Billa. “Cavolo!!! allora un market aperto c’è ed è pure in zona!!!”… penso tra me e me. Non me lo faccio ripetere due volte ed aumento il passo finchè non arrivo a vedere l’insegna ed un cartello che indica l’orario di chiusura alle 22:00. Non c’è altro da aggiungere se non che anche stavolta ho vinto la mia personale scommessa in un luogo a me ancora sconosciuto.  Faccio la mia spesa, rientro in stanza e ceno.  A stomaco pieno decido di rispettare il programma, così esco di nuovo per vedere Varna di notte. Vicino all’hotel ho quello che è il pezzo forte della città: La Cattedrale Ortodossa. L’ho vista poco prima con un po’ di sole ed era particolare; adesso scatto una foto a dir poco fantastica.

Cattedrale Ortodossa di notte

Cattedrale Ortodossa di notte

Ho la conferma del fatto che siamo fuori periodo quando trovo poco altro illuminato ed assolutamente non degno di essere fotografato; magari a luglio ed agosto sarà migliore la situazione…chissà? Arrivo quasi fino al Mar Nero, dove ovviamente stavolta non vado, e torno indietro un po’ deluso. Meglio spendere un po’ di tempo a giocare al mio calcio manager piuttosto che stare qui fuori, praticamente unica presenza in centro nonostante sia sabato sera e non faccia freddo. Sono talmente solo che, anche se faccio di tutto per evitarlo, vengo abbordato da uno di quei rompiscatole che distribuiscono volantini dei locali della zona. Mi vede lì come un allocco ed ovviamente mi propone subito di seguirlo (che carino…mi avrebbe addirittura accompagnato lui. Ma è per premura, giusto? Non per prendere la percentuale…maledetto!) ad un Sexy Bar con Lap Dance all’interno; almeno questa era la versione ufficiale, poi siamo sempre in Bulgaria e vai a sapere fino a che punto si arriva. Ci metto qualche minuto per levarmelo di torno perchè non mi va di essere scortese. Alla fine gli faccio capire che l’articolo non mi interessa, lo dribblo e torno finalmente in stanza dove, anche in questo caso, mantengo il programma studiato.

Il mattino successivo inizia con la sveglia alle 8:00, orario abbastanza comodo per come sono abituato in viaggio. La prenotazione comprende la colazione, per cui vado in reception, lascio la chiave alla signora soprassedendo sulla storia della vasca da bagno e la seguo nell’apposita sala. Orrore!!! c’è di tutto e di più li dentro, e qualsiasi cosa è in disordine, ammucchiata e buttata da ogni parte dove non dovrebbe essere. Mi viene portato un caffè che riempie un bicchiere da succo di frutta ed un pizzetta tonda (si, a colazione…) palesemente del giorno prima perchè ci potevo tranquillamente giocare a freesbee. Ma una cosa buona però succede: la signora alza i tacchi e se ne va da un’altra parte. Sfrutto quel tempo per prendere la pizza ed infilarla nella mia borsa (ovviamente avvolta da strati di tovaglioli di carta) e per svuotare tre quarti di quella pseudo bevanda nella “tazza” del bagno proprio di fronte a me. Quando torna faccio finta di essere sazio con tanto di auto-carezza sulla pancia, ringrazio, saluto e me ne vado via. A quell’hotel ho poi riservato a casa una recensione “con i fiocchi”. Primo punto di interesse della giornata: un cestino pubblico dove rovesciare quella pizza tremenda. Lo trovo subito, memore del giro del giorno precedente. Senza più alcuna traccia di quel soggiorno, inizio il mio tour di Varna con la luce dl sole; di cose da vedere ce ne sono davvero molte e tutte degne di nota. Inizio, manco a dirlo, con la Cattedrale Ortodossa, ovvero l’attrazione più vicina che ho.

Cattedrale Ortodossa di giorno

Cattedrale Ortodossa di giorno

Con la luce ha il suo fascino, ma la versione illuminata lascia senza fiato. Di fronte, dal lato opposto della strada (ovvero da dove ho scattato la foto appena pubblicata) trovo la Clock Tower, il Teatro Balgaran ed una bellissima Statua Equestre.

Clock Tower

Clock Tower

 

Statua Equestre

Statua Equestre

Da qui in poi inizia una estesissima area pedonale che porta dritta fino alla spiaggia. Ovviamente non è povera di cose da vedere ed inizio con una bellissima fontana che non ha il getto fisso, bensì variabile, con zampilli che certe volte sono molto alti.

Fontana

Fontana

Subito accanto c’è il bel Teatro dell’Opera

Teatro dell'Opera di Varna

Teatro dell’Opera di Varna

Stavolta non proseguo la passeggiata nella direzione che conosco, bensì mi dirigo dal lato opposto per vedere cosa vi si cela ed arrivo alla Chiesa Cattolica dell’Immacolata Concezione, molto semplice ed incassata in mezzo alle case e con davanti l’ormai consueto ed immancabile albero in mezzo alle p…e

Chiesa Cattolica dell'Immacolata Concezione

Chiesa Cattolica dell’Immacolata Concezione

Più avanti mi imbatto in un fuori programma: un bel palazzo davvero si trova davanti ai miei occhi; quando scopro che è la sede della Marina di Varna mi prende male: troppo lusso sprecato per una cosa tanto inutile.

Palazzo storico

Palazzo storico

Ancora in moto i miei piedi, stavolta raggiungono la stazione centrale della città che mi ospita e, come spesso accade, la struttura merita una pausa ed un’immagine.

Scorcio della Stazione Centrale di Varna

Scorcio della Stazione Centrale di Varna

La delusione quando arriva…arriva. E’ così che si dice, giusto? O forse quello è il Natale? Bah…poco importa. E’ solo ciò che mi prende quando giungo ai famosi “Bagni Romani”, talmente conosciuti che mi fanno pena. Quattro mura scalcinate in piedi per miracolo. Se il solito albero guastafeste lo avessero messo qui non avrebbero fatto un soldo di danno. Per fortuna che non ho pagato il biglietto e sono rimasto fuori…

Roman Baths

Roman Baths

Arriva il momento di tornare nella “zona conosciuta”, cioè quella percorsa il giorno prima. Incontro una bella chiesa ortodossa dedicata a San Nicola. Purtroppo non è facilmente fotografabile perchè troppo racchiusa in mezzo ad altre costruzioni e l’immagine migliore che riesco a prendere schiaccia le belle cupole verdi che invece ad occhio nudo si ammirano in tutto il loro splendore.

Cattedrale Ortodossa di San Nicola

Cattedrale Ortodossa di San Nicola

Seguono poi una serie delle solite statue di eroi nazionali, artisti locali o similari e questo ne è un esempio a casaccio.

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Mi trovo ora di fronte all’ingresso del cuore pulsante (e verde) di Varna: il Sea Garden. Però prima un logo tridimensionale mi ricorda che questa graziosa città è Capitale Europea della Cultura proprio quest’anno.

Varna: Capitale Europea della Cultura 2017

Varna: Capitale Europea della Cultura 2017

Ma torniamo al Sea Garden perchè merita davvero: si tratta di un parco enorme situato a ridosso della riva del Mar Nero. E’ senza dubbio il polmone della città per quanti alberi racchiude, ma non solo: i fiori curatissimi si sprecano e mostrano tutta la loro bellezza in giornate soleggiate come questa. Ci sono poi innumerevoli panchine che però, non si sà perchè, non bastano mai per tutti e trovarne una per sedersi un attimo e riposare è un’impresa titanica. L’opera è completa grazie alla presenza di statue, fontane, un osservatorio astronomico, uno zoo, il museo di scienze naturali, un teatro estivo, un parco di divertimenti, un acquario, una mostra permanente di macchine da guerra ed altro ancora: vale davvero il caso di dire che chi più ne ha più ne metta.

Spettacolari aiuole fiorite del Sea Garden

Spettacolari aiuole fiorite del Sea Garden

 

Un cannone...nel Sea Garden

Un cannone…nel Sea Garden

 

Una delle tante statue di personaggi storici bulgari nel Sea Garden

Una delle tante statue di personaggi storici bulgari nel Sea Garden

 

Una Fontana nel Sea Garden

Una Fontana nel Sea Garden

 

L'imponente monumento che qui chiamano Pantheon

L’imponente monumento che qui chiamano Pantheon

 

Osservatorio Astronomico Nikolay Copernik

Osservatorio Astronomico Nikolay Copernik

Poco fuori dal Sea Garden trovo invece il Palazzo della Cultura e dello Sport.

Palazzo della Cultura e dello Sport

Palazzo della Cultura e dello Sport

Ma il vero spettacolo di questa località, anche se è ancora maggio, è lo splendido Mar Nero che di giorno si presenta in tutto il suo splendore. Io ho sapientemente portato con me un telo mare e, dopo aver fotografato quel paradiso da lontano, mi piazzo ad ammirarlo sulla spiaggia prendendo anche un po’ di caldo sole per una quarantina di minuti spesi non bene, ma benissimo.

Il Mar Nero visto dal Sea Garden

Il Mar Nero visto dal Sea Garden

Lo spettacolo del Mar Nero quasi senza anima viva nei paraggi

Lo spettacolo del Mar Nero quasi senza anima viva nei paraggi

 

Un mini-folle che tenta un bagno nell'acqua gelata di questo periodo

Un mini-folle che tenta un bagno nell’acqua gelata di questo periodo

Il bambino della foto fà sul serio, ma credetemi…lo avrei fatto anch’io se oltre al telo mare avessi portato il costume da bagno. Ma non l’ho fatto pensando di caricarmi un peso inutile nel bagaglio a mano. Mannaggia a me ed alle mie idee! Un tuffo sarebbe stato a dir poco rinfrescante ma sicuramente un bel trofeo da conquistare. Ma si sà che in queste situazioni da solo mi annoio, per cui decido di ripiegare tutto e ripartire alla volta di qualche altro punto di interesse. Raggiungo quindi una parte di Varna che la mia reflex non ha ancora immortalato e mi imbatto subito nel particolare Palazzo del Municipio.

Municipio di Varna

Municipio di Varna

Nella stessa zona ci sono anche delle belle fontane e l’imponente edificio che ospita il Museo Archeologico; posso ritrarlo solo così come segue causa i soliti alberi piazzati dappertutto.

Complesso di fontane in zona Municipio

Complesso di fontane in zona Municipio

 

Museo Archeologico di Varna

Museo Archeologico di Varna

Proseguendo la mia passeggiata alla scoperta della città trovo altre due chicche: la piccola Chiesa Evangelica Pentecostale (ovviamente coperta in parte dagli alberi) e la più suggestiva Chiesa Ortodossa Sveta Petka (incredibilmente libera da alberi).

Chiesa Evangelica Pentecostale

Chiesa Evangelica Pentecostale

 

Chiesa Ortodossa "Sveta Petka"

Chiesa Ortodossa “Sveta Petka”

Torno sui miei passi fino ad una deviazione che mi fa trovare prima la Chiesa Metodista, poi la Chiesa Armena e la non distante Sinagoga.

Chiesa Metodista

Chiesa Metodista

 

Particolare immagine della Chiesa Armena

Particolare immagine della Chiesa Armena

 

Il piccolo complesso della Chiesa Armena

Il piccolo complesso della Chiesa Armena

Con questo posso dire che il giro di Varna termina, ma ancora all’orizzonte ho qualche ora libera, per cui decido di fare una botta da matto: mi dirigo all’autostazione e prendo il primo minibus in partenza per Dobrich. Durante la preparazione del week-end avevo messo questa località come un “di più” in caso di tempo a disposizione. Dato che realmente ne ho, perchè gettarlo al vento facendo dei bis a Varna ? Il viaggio passa tranquillo in mezzo al verde senza fine della Bulgaria. A Dobrich l’attrazione principale è un enorme parco pubblico nel quale, almeno nelle foto, si adagia un lago di grandi dimensioni; oltre a questo non c’è davvero molto altro, però durante il tragitto resto comunque curioso. Scendo al capolinea di questa piccola cittadina e, mappa alla mano, mi dirigo proprio verso il Parco Sveti Georgi dove arrivo dopo circa un kilometro e mezzo. Appena entro da uno degli ingressi noto che è davvero vastissimo come avevo letto; ci sono giochi per bambini, aiuole fiorite, panchine come in ogni parco che si rispetti, ma anche ristoranti, stadio, altri impianti sportivi ecc. Tutto davvero molto bello…ma il lago non c’è! E’ al momento prosciugato. Ma cavolo…siamo a metà maggio e fa caldo; quando si pensa di colmarlo? Solo a luglio ed agosto, per caso ? Rimango esterrefatto dalala scelta ignobile fatta dall’amministrazione comunale e lascio subito l’area che, senza lago, perde l’ 80% della sua attrattiva. Deluso come pochissime volte accade, decido quindi di visitare il resto dei punti di interesse ed inizio con la Chiesa Sveta Troitsa, questa per fortuna bella da vedere, almeno prima che un maleducato ci parcheggi la propria auto proprio davanti all’ingresso; tanto i cafoni esistono in tutto il mondo, anzi ne sono i padroni.

Chiesa Sveta Troitsa

Chiesa Sveta Troitsa

Ma dopo questa brevissima parentesi tornano le dolenti note: Dobrich si rivela essere una località tristissima, praticamente senza altro interesse. Anche il resto dei monumenti (ben poca roba…) non è niente di speciale perchè si trova all’interno di un contesto insipido. L’ambiente non è curato come dovrebbe, in giro non c’è quasi anima viva anche se è domenica pomeriggio, i negozi sono tutti chiusi. Sembra una tetra cittadina di provincia di quelle dalle quali i più audaci scappano via per mancanza di prospettive. Degno di nota e di una fotografia trovo solo il Teatro.

Teatro di Dobrich

Teatro di Dobrich

Passeggiando per la fine del tour e per la strada del ritorno immediato all’autostazione mi chiedo come facciano gli abitanti a non aver voglia di cambiare aria. Lasciare un agglomerato urbano in queste condizioni, ripeto, fa venire solo tristezza. Così salgo sul minibus che mi riporterà a Varna ed arrivo in città verso le 19:00. Ho ancora del tempo da spendere perchè il mio prossimo appuntamento è intorno alle 22:30; calcolando il tempo necessario per arrivare al luogo convenuto ho circa un paio d’ore a disposizione. Decido subito di cenare, ma stavolta niente market. C’è un kebab proprio nella piazza della bellissima fontana della quale ho già parlato e mostrato la foto, per cui mi dirigo li. Prendo la mia piadina arrotolata “media” e noto con piacere che il ripieno deborda da ogni parte solo stringedo quel wrap con le mani, figuriamoci mordendolo cosa sarebbe successo. Ed infatti diversi pezzi di carne vanno a finire per terra. Ma non è un problema perchè ci sono degli avventori in agguato pronti a far pulizia in un batter d’occhio. Eccone uno…

Esattamente come gli uomini, sarà mio amico solo fino a quando gli fa comodo

Esattamente come gli uomini, sarà mio amico solo fino a quando gli fa comodo

Io ed il mio maggiordomo momentaneo (il gabbiano…) ceniamo praticamente insieme; io mi siedo su una panchina e lui mi sta a distanza di sicurezza, anche se molto ridotta. Ad un certo punto noto spuntare da sotto la panchina il musetto di un gattino che mi osserva con gli occhioni tondi, così qualche pezzo di kebab cade magicamente a terra per saziarlo un pochino. Quando termino la piadina ed inizio ad alzarmi, tutti se ne vanno e resto solo come quindici minuti prima. L’amicizia effimera che nasce quando si ha qualcosa da dare: finisce quasi prima che abbia inizio. Poco male, ci sono abituato agli aguzzini ed agli opportunisti, il mondo ne è stracolmo. Il detto “non ti curar di loro ma guarda e passa” è uno dei miei preferiti. Come ultimo atto a Varna decido di tornare nella zona del Mar Nero per salutarlo al tramonto e così faccio. Rientrando dò l’ultimo sguardo alla cattedrale ortodossa in notturna e, pian piano, faccio ritorno all’autostazione. Alle 22:45 in punto parte il minibus della Pegasus che mi riporta alle 4:00 in punto direttamente all’aeroporto Otopeni di Bucharest. Alle 6:05 ho il volo per Roma Ciampino, alle 7:25 prendo il bus verso la stazione Anagnina ed alle 7:50 sono a casa; giusto il tempo per una doccia e via in ufficio per stare lì’ alle 9:00 in punto.

Termina così questa mia terza avventura in terra bulgara. Anche stavolta questo racconto supera le 5000 parole ed ho pubblicato diverse fotografie. Sarà forse che questa nazione ce l’ha qualcosa da offrire che sia degno di una visita ? Sono riuscito a convincere gli scettici o coloro che si fidano solo del giudizio di chi parla ma nei posti non c’è stato? Oppure continuiamo imperterriti a credere ed a dire che non c’è proprio niente niente ? Mentre vi scrivo posso aggiungere che ho già completato anche la quarta tappa (il racconto arriverà prima possibile) e che ho prenotato la quinta prevista per ottobre. Personalmente in questo paese mi trovo benissimo e vorrei visitarlo davvero tutto. Per il momento l’amara esperienza di Dobrich non si è più ripetuta e sono sicuro che si tratta solo dell’eccezione che conferma la regola.

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