Amiens, Rouen ed una capatina a Beauvais

di admin

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365 giorni dopo la visita di Marsiglia e Nizza, il viaggio di compleanno del 2018 mi vede tornare in terra francese; non c’è un motivo particolare per questo bis: si sà ormai che le mie uscite dipendono dalle offerte del momento. L’importante è scoprire posti sempre nuovi; il dove è del tutto secondario. Di quel fine settimana lungo ricordo ancora con piacere il meteo meraviglioso che ho trovato nelle due città d’oltralpe…così in cuor mio il desiderio di avere come regalo le medesime condizioni atmosferiche c’è. Il nuovo obiettivo è spostato ben più a nord rispetto al precedente mini-tour: le realtà di Amiens (in Piccardia) e di Rouen (in Normandia) sono un boccone troppo prelibato per essere lasciate nel dimenticatoio ed è così che inizio il mio racconto di ciò che è successo senza perdere altro tempo prezioso.

Sabato mattina: memore del casino che è accaduto il mese scorso al rientro dall’avventura a Valladolid e Segovia (vedi post dedicato) decido di raggiungere l’aeroporto di Ciampino posteggiando l’auto al mio solito parcheggio custodito; non posso più permettermi che un eventuale ritardo mi tolga ogni possibilità di tornare a casa. Sono le 4:20 del mattino quando ci arrivo dopo una traversata di ben…5 minuti (è questo l’enorme vantaggio di abitare a tre kilometri dalla pista di decollo) ed alle 4:33 la navetta mi scarica di fronte all’area partenze. Quella che sto per vivere è una situazione particolare per due motivi:

  1. Prendo un aereo per la prima volta dopo l’ennesima modifica della policy bagagli di Ryanair e Wizz Air che, sinceramente, adesso avrebbero anche scassato le balle. Mettere una regola e farla durare 200 anni è troppo difficile?
  2. In Francia è stato indetta proprio per oggi una manifestazione a carattere nazionale contro il rincaro dei costi del carburante e sono previsti fortissimi disagi.

Quest’ultima cosa mi ha messo un bel po’ di agitazione, dato che ho anche riflettuto se partire lo stesso oppure annullare tutto. E’ risaputo che i francesi siano delle teste calde e quando ci si mettono creano danni e casini anche per idiozie. Alla fine, dopo aver consultato le ultime notizie su internet, opto per andare. In quanto al bagaglio ho ovviato a modo mio: reputo semplicemente ignobile che un biglietto aereo non comprenda neanche un trolley da poter portare a bordo o in stiva. La soluzione sarebbe facile per la compagnia irlandese: basta acquistare la priorità a 6 euro a tratta oppure un bagaglio registrato da 10kg ad 8 euro a tratta. In primis, e chi mi conosce bene lo sa, non pago un bel nulla se non è strettamente dovuto; premesso questo faccio un rapido calcolo: il 2017 è stato il mio anno dei record con 81 voli acquistati (tutti rigorosamente low cost); se avessi dovuto comprare sempre la priorità (opzione meno cara delle due previste) avrei avuto un esborso supplementare di 486 euro in soli dodici mesi. Va da sè che è semplice fantascienza e che io non vado a lavorare per ingrassare Ryanair o Wizz Air per un servizio dovuto. Ho quindi messo mano al portafogli lo stesso, ma in un altro modo: ho cercato e trovato su Amazon uno zainetto che avesse le misure richieste dai due vettori al centimetro. Grazie a questi signori ho dovuto modificare totalmente il mio modo ormai automatico di preparare il borsone, ma non importa: la mia soddisfazione è stata ai massimi livelli quando, ieri sera, sono passato al volo allo scalo ed ho provato il nuovo acquisto nel misuratore: assolutamente PERFETTO! Calzava a pennello e non regalava neanche un millimetro di spazio a chi lucra pensando a come fregare i passeggeri. Sinceramente sogno il momento in cui un addetto pignolo mi chiederà di verificare l’idoneità del mio zainetto: le mie risate saranno così grasse da essere udite fino al Polo Nord. Felice sia per aver risparmiato una marea di quattrini che per avere con me un bagaglio dal peso esiguo che avrei trasportato su entrambe le spalle non sentendolo neanche, mi accingo a fare i soliti controlli di sicurezza e mi dirigo al gate. Il volo è puntualissimo ed arrivo a Beauvais addirittura in anticipo rispetto all’orario preventivato. Una volta qui ho un unico desiderio: lasciare questo punto preciso perchè sono quasi sicuro che la strada di accesso all’aeroporto sarà una delle principali arterie che i manifestanti bloccheranno. La fortuna mi assiste perchè dopo un solo minuto dal momento della mia uscita dall’area arrivi è in partenza il bus locale (linea numero 6) che al costo di un euro mi porta dritto alla stazione ferroviaria senza intoppi. Scendo e comincio a sentire che la temperatura è ben diversa da quella che stiamo vivendo in Italia nel medesimo periodo: un termometro luminoso segna due gradi e li sento tutti quanti nonostante il mio abbigliamento pesante.  Non sono neanche le 9:00 del mattino ed il bus con destinazione Amiens è in programma per le 10:30 dall’autostazione, salvo ritardi causa manifestanti. Di stare un’ora e mezzo fermo ed impalato proprio non mi va, così decido di andare alla scoperta della cittadina che mi ospita anche se sono senza mappa.  Cammino in direzione del centro e non tardo ad imbattermi in una chiesa molto grande che scopro essere l’Eglise Saint-Etienne. La facciata è però completamente schiacciata da altri edifici troppo vicini, per cui riesco ad immortalarla solo in maniera obliqua.

Eglise Saint-Etienne

Eglise Saint-Etienne

Proseguo la passeggiata e dopo poco mi trovo in una piazza (esattamente “Place Jeanne Hachette”, eroina locale alla quale è qui dedicata una statua) che presumo essere la più importante di Beauvais per la sua dimensione e per il fatto che vi si affaccia il palazzo del Municipio. Al centro della stessa c’è un’area transennata con delle casette di legno piazzate in ordine sparso: tutto è già pronto per l’apertura dei mercatini di natale prevista per l’ultimo fine settimana di novembre, cioè il prossimo.

Municipio di Beauvais

Municipio di Beauvais

Dedicata a Jeanne Hachette

Dedicata a Jeanne Hachette

La vicina “Rue de la Frette” mi mostra la fontana chiamata “La nascita di Venere”; poi tocca a “Rue Jean Vast” condurmi dritto verso un gioiello: la Cattedrale. E’ enorme, ma ciò che mi colpisce di più è la sua altezza. Documentandomi in maniera sommaria e veloce scopro che si tratta della Chiesa più alta del mondo, le cui volte arrivano a toccare i 48,5 metri; chi lo avrebbe mai detto?

La Nascita di Venere

La Nascita di Venere

Cattedrale di Beauvais vista da "Rue Jean Vast"

Cattedrale di Beauvais vista da “Rue Jean Vast”

Cattedrale di Beauvais - Panoramica

Cattedrale di Beauvais – Panoramica

Sempre nella stessa piazza si affacciano anche il particolare ingresso del MUDO (il Musèe de l’Oise) e, un po’ più lontana, ciò che rimane dell’Ancienne Collegiale Saint-Barthelemy.

Ingresso del MUDO

Ingresso del MUDO

Ancienne Collegiale Saint-Barthelemy

Ancienne Collegiale Saint-Barthelemy

Imbocco “Rue Saint-Pierre” e vedo un’altra fontana, carina anche questa; ha solo il difetto di essere totalmente all’ombra, ma non è certo colpa sua se il sole si trova in una posizione non consona.

Fontana in "Rue Saint-Pierre"

Fontana in “Rue Saint-Pierre”

Cammino ancora passando su strade piene di negozi, tutti attrezzati per la settimana del “Black Friday”. Dò un’occhiata alle vetrine, ma lo shopping non è di mio interesse neanche a casa, figuriamoci quando viaggio. Arrivo così alla “Giratoire des Marechaux” che ha al centro una spazio verde (Esplanade de Verdun) che ospita le statue dedicate ai quattro marescialli che si distinsero durante la seconda guerra mondiale (De Lattre, Juin, Koenig e Leclerc) create da Charles Correia. Al di là della carreggiata osservo anche il “Lycèe Felix Faure”.

Omaggio ai Marescialli

Omaggio ai Marescialli

Lycèe Felix Faure

Lycèe Felix Faure

Il giro mi sta piacendo e sono sicuro che ci sia anche dell’altro da vedere; magari non molto…ma qualcosa di più sì. Ma l’orologio è impietoso e quando lo guardo indica le 10:05. Non ho altra scelta che invertire la marcia ed andare all’autostazione perchè il programma della giornata prevede ben altro. Ci arrivo alle 10:20 e, come indicato dal tabellone, mi reco allo stallo numero uno. Comincio a preoccuparmi quando il bus non si vede, mentre gli altri viaggiatori locali iniziano a sbuffare. Non vorrei mettere in pratica il piano “B” che ovviamente avevo già pensato da casa (un passaggio Blablacar alle 12:30) perchè perderei due ore nette di tempo prezioso. Alla fine, alle 10:50, il pullman della compagnia Keolis fa il suo ingresso nel piazzale; salgo, acquisto il biglietto per 12,20 euro e mi siedo nel miglior posto disponibile. La tratta dura circa un’ora e mezzo, periodo che sfrutto per osservare la campagna francese illuminata da un sole che sembra primaverile. I paesini che attraversiamo non sono da meno, tutti con una propria caratteristica che li differenzia l’uno dagli altri. Durante il percorso subiamo un blocco dei cosiddetti “Gilet Gialli” che stanno affilando le armi per il prosieguo di questo sabato di protesta.

"Gilet Gialli" tra Beauvais ed Amiens.

“Gilet Gialli” tra Beauvais ed Amiens.

Rubo poche righe alla descrizione, ma credo sia doveroso. Premesso che il libero pensiero e la possibilità di manifestare le proprie idee sia sacrosanto, perchè continuare a farlo così? Cosa si crede di ottenere creando problemi alla gente comune? Blocchi stradali scriteriati, scioperi selvaggi…perchè? Alla fine si resta, come in questo caso, con un pugno di mosche in mano. Alla luce dei fatti ed al momento in cui sto scrivendo, si parla di 120.000 persone coinvolte in circa 2.000 postazioni. Ma se tutta quella massa avesse lasciato stare questo tipo di protesta e si fosse riversata tutta a Parigi davanti ai palazzi del potere non sarebbe stato meglio? Dopo che ci è scappato il morto e dopo quasi 500 feriti di cui decine gravi (bilancio folle per un aumento del prezzo del carburante), il primo ministro ha detto che non arretrerà di un millimetro sulla decisione del governo. Per forza…la protesta non ha toccato direttamente nessun organo di potere. E’ questo che non si vuole capire. Non è più come decenni fa che bastava andare in piazza per tornare a casa con la pagnotta calda; oggi la realtà è ben diversa ed i politici se ne fregano di qualche blocco alla circolazione che, tra le altre cose, neanche subiscono. Sveglia gente…sveglia! Così create solo problemi al resto della popolazione; bisogna colpire mirato dove fa più male.

Arrivo ad Amiens alle 12:20 circa e di tempo a disposizione ne ho parecchio; dato che il prossimo spostamento lo avrò in treno, sono pronto a dire che il peggio è passato e che ho avuto ragione scegliendo di partire nonostante tutto. Occorre dire che tutto ciò che si trova in un certo raggio da Parigi viene clamorosamente snobbato un po’ da tutti; troppo grande l’eco di risonanza della città turistica per eccellenza da lasciare anche solo le briciole alle piccole realtà vicine. Ma l’errore è proprio questo: non si sà cosa ci si perde tralasciando certi luoghi. Esco dall’autostazione (che si trova sotto alla stazione ferroviaria) e mi trovo davanti una fontana che zampilla acqua dal pavimento. Subito dietro mi aspettano una ruota panoramica e la Tour Perret, edificio di 110 metri di altezza oggi usato sia per fini residenziali che commerciali; è chiamato così in onore del suo progettista e tra il 1952 ed il 1970 è stato l’edificio più alto di Francia.

Fontana alla stazione di Amiens

Fontana alla stazione di Amiens

Ruota Panoramica Amiens

Ruota Panoramica

Tour Perret

Tour Perret

“Rue de Noyon” mi porta fino a “Place Renè Goblet”: si tratta di un’area verde che si apre con una commemorazione agli abitanti della Piccardia martiri della resistenza; la statua di Charles Dufresne du Cange (storico, linguista e filologo nato proprio ad Amiens) ed il bel monumento al Generale Leclerc completano l’offerta.

Commemorazione ai martiri della resistenza

Commemorazione ai martiri della resistenza

Charles Dufresne du Cange

Charles Dufresne du Cange

Monumento al Generale Leclerc

Monumento al Generale Leclerc

Prendo la prima strada a destra ed arrivo di fronte alla statua di Pietro l’Eremita, anch’esso nativo di Amiens. Il prossimo obiettivo è di quelli top: la Cattedrale. Grazie ai suoi 7.000 metri quadri è la più grande di tutta la Francia, anche se può suonare strano che un edificio di tale maestosità si trovi proprio qui. La facciata è spettacolare, ma non mi fermo all’esterno ed entro (l’ingresso è gratuito). Devo ammettere che ho visto di meglio in passato, ma non posso dire che questo luogo non meriti una visita. Le particolarità che mi colpiscono di più sono due: la prima è che non ci sono panche per i fedeli come siamo abituati a vedere, bensì tantissime sedie poste una accanto all’altra in un ordine maniacale (dubito che dopo le funzioni religiose rimangano esattamente così); la seconda è rappresentata dalla bellissime vetrate colorate. La cura dei dettagli è massima.

Statua di Pietro l'Eremita

Statua di Pietro l’Eremita

Cattedrale di Amiens - facciata

Cattedrale di Amiens – facciata

Cattedrale di Amiens - dettaglio dell'esterno

Cattedrale di Amiens – dettaglio dell’esterno

Cattedrale di Amiens - vista dall'ingresso

Cattedrale di Amiens – vista dall’ingresso

Cattedrale di Amiens - le sedie

Cattedrale di Amiens – le sedie

Cattedrale di Amiens - una delle tante vetrate

Cattedrale di Amiens – una delle tante vetrate

Esco dalla Cattedrale e mi sposto fino al vicino quartiere “Saint Leu” del quale avevo letto cose positive in fase di preparazione del viaggio. Con tutta la sincerità del mondo, questa parte di città non mi entusiasma come mi sarei aspettato. E’ una zona caratterizzata dalle diramazioni del fiume Somme che la attraversano, ma senza grandissimi spunti visivi, almeno a mio parere. Di carino posso notare una scultura che omaggia Jules Verne bambino con suo fratello Paul (Amiens è proprio il luogo in cui il celebre scrittore è deceduto, ma su questo ci tornerò tra poco) e le casette che affacciano sul fiume. Poi…poco o niente.

Scorcio del quartiere Saint Leu

Scorcio del quartiere Saint Leu

Omaggio s Jules Verne bambino ed a suo fratello Paul

Omaggio s Jules Verne bambino ed a suo fratello Paul

Abitazioni sul fiume Somme

Abitazioni sul fiume Somme

Proseguo la passeggiata raggiungendo l’Eglise de Saint-Leu; non sarebbe affatto male se non ci fosse quel maledetto furgone bianco parcheggiato lì davanti.

Eglise de Saint-Leu

Eglise de Saint-Leu

Percorro l’omonima via finchè posso osservare due monumenti in uno: l’Horloge Dewailly e la statua “Marie Sans Chemise”. La colonna con l’orologio è nata per prima e prende il nome dal sindaco che ne commissionò la realizzazione. Successivamente fu aggiunta la scultura di una donna nuda che fece scandalo, visti i tempi, in buona parte della popolazione locale. Alla fine fu accettata e battezzata “Maria senza camicia”.  Subito dietro noto anche una piccola fontana.

Horloge Dewailly e Marie sans Chemise

Horloge Dewailly e Marie sans Chemise

Fontana dietro all'Horloge Dewailly

Fontana dietro all’Horloge Dewailly

Svolto a sinistra ed arrivo al “Parque Jules Bocquet”, area verde senza infamia e senza lode. Su di esso affacciano da un lato il Palazzo di Giustizia (edificio talmente grande da non entrare completamente nell’obiettivo della macchina fotografica) e dall’altro lato la coppia di palazzi chiamati “Logis du Roi” e “Maison du Sagittaire”.

Palazzo di Giustizia di Amiens

Palazzo di Giustizia di Amiens

Logis du Roi e Maison du Sagittaire

Logis du Roi e Maison du Sagittaire

Supero una porta e mi ritrovo su “Rue des trois Cailloux”, una via piena di negozi da ambo i lati. Camminando arrivo davanti al Municipio di Amiens, un bell’edificio a forma di ferro di cavallo. Si sta quasi sicuramente per celebrare un matrimonio con rito civile perchè vedo gente vestita di tutto punto…peccato che nella strada parallela gli idioti col gilet giallo stiano iniziando a disturbare la quiete pubblica con le loro auto e con i loro motori rombanti.

Scorcio del Municipio di Amiens

Scorcio del Municipio di Amiens

Un paio di strade e una breve distanza mi separano dal Beffroi che ammiro e fotografo. Nella medesima direzione mi imbatto anche nell’Eglise Saint Germain, purtroppo oscurata da troppa ombra. Successivamente trovo anche la moderna costruzione che ospita la “Maison de la Culture”.

Il Beffroi

Il Beffroi

Eglise Saint Germain

Eglise Saint Germain

Maison de la Culture

Maison de la Culture

L’Eglise Saint-Jacques è il prossimo punto di interesse che vedo, l’ultimo prima di una buona camminata. Decido infatti di saltare la visita al Giardino Zoologico (pare che sia piccolo e meritevole, ma sempre di un zoo si tratta ed io preferisco vedere gli animali liberi nel loro ambiente naturale piuttosto che rinchiusi in gabbia) e di arrivare fino al Cimetiere de la Madeleine. Visito questo genere di luoghi solo quando so che ne vale la pena, per cui i 2,2 kilometri a tratta dovrebbero essere ben spesi. Appena arrivo vedo che è proprio così: le tombe non sono comuni, ma monumentali. Ognuna è diversa dall’altra creando un’atmosfera unica. Il tutto si completa quando giungo di fronte al luogo di sepoltura di Jules Verne.

Eglise Saint-Jacques

Eglise Saint-Jacques

Cimetiere de la Madeleine - 1

Cimetiere de la Madeleine – 1

Cimetiere de la Madeleine - 2

Cimetiere de la Madeleine – 2

Cimetiere de la Madelein - la tomba di Jules Verne

Cimetiere de la Madelein – la tomba di Jules Verne

Esco dal cimitero e ripercorro la stessa strada che mi ha condotto fino a qui. Quando arrivo davanti alla Maison de la Culture devio in direzione del bel palazzo che ospita il Museo della Piccardia. Subito dopo posso vedere il “Cirque Jules Verne” ed ancora la Casa-Museo del celebre scrittore.

Cirque Jules Verne

Cirque Jules Verne

Casa-Museo Jules Verne

Casa-Museo Jules Verne

Seguono la Paroisse Saint Martin, un bel monumento situato al centro della rotonda in “Place Marechal Joffre” e l’Eglise Sainte-Anne, anch’essa oscurata da troppa ombra.

Paroisse Saint Martin

Paroisse Saint Martin

Monumento in Place Marechal Joffre

Monumento in Place Marechal Joffre

Eglise Sainte-Anne

Eglise Sainte-Anne

Mi trovo quasi dietro alla stazione ferroviaria e per raggiungere ciò che manca devo passare proprio di lì. Ci arrivo in un particolare momento e me lo godo tutto: tantissimi gilet gialli stanno paralizzando la strada da tempo creando disagi non da poco alla gente comune. In pochi secondi arrivano una ventina di camionette della polizia francese che ci mettono un attimo a disperderli ed a farli andare via con la coda fra le gambe ripristinando la circolazione. Ma non avrebbero potuto farlo prima? Riprendo la marcia e proseguo in direzione della bella Paroisse du Sacre Coeur.

Paroisse du Sacre Coeur

Paroisse du Sacre Coeur

Per terminare il giro di Amiens manca solo la zona de “Les Hortillonages”, un’ampia area verde in cui è possibile passeggiare e rilassarsi in riva ai canali che la attraversano. Per chi volesse è anche possibile fare dei giri su delle barchette, ma a prima vista direi che tale attività viene messa in moto solo nei mesi più caldi perchè i natanti mi sembrano lasciati al loro destino.

Le barchette nel canale de "Les Hortillonages"

Le barchette nel canale de “Les Hortillonages”

Dall’altro lato della strada si apre il “Parc Saint Pierre”, altra parte verde della città caratterizzata dalla presenza di un laghetto. E’ il punto migliore per riposarmi un po’ su una panchina, momento in cui riordino anche le idee perchè le ore sono passate inesorabili ed il buio inizia mestamente a prendere il sopravvento.

Scorcio del Parc Saint Pierre

Scorcio del Parc Saint Pierre

Quando mi alzo decido di fare un giro “in notturna”, ma la mia positività dura ben poco: raggiunta la Cattedrale (già immaginavo chissà quale spettacolo avrei trovato) devo ricredermi perchè la vedo totalmente non illuminata; non una singola luce è stata messa per omaggiare quell’edificio meraviglioso. Lo stesso vale per quasi tutto il resto…per cui mi dedico ad una passeggiata per il corso centrale (è sabato pomeriggio ed è abbastanza carico di gente) prima di andare a rifugiarmi dentro ad un fast food per mangiare qualcosa e stemperarmi. Alle 19:27 è prevista la partenza del treno che mi porterà alla prossima destinazione, per cui mi reco in stazione. In realtà il convoglio che va a Rouen parte con dieci minuti di ritardo e, durante il percorso, perderà altri venti minuti portando in totale lo scompenso a mezz’ora. Una volta lì, mi fermo a prendere qualcosa da bere e da mangiare ad una botteguccia ancora aperta e poi vado a prendere possesso della stanza per la notte.

Domenica mattina: la sveglia è abbastanza comoda perchè ritengo che le sette ore piene che ho a disposizione per visitare Rouen siano sufficienti. Prima di proseguire col racconto ci tengo a dare un paio di informazioni utili per chi avesse intenzione di recarsi da queste parti: in questo periodo (novembre 2018) è in corso un ampissimo programma di ripavimentazione e di riqualificazione dell’intero centro storico; ci sono blocchi al traffico e ruspe da lavoro dappertutto con passaggi obbligati per i pedoni che rovinano l’atmosfera. In più, non vi venga in mente di passare di quà al mattino: la città è posta in una posizione tale da non far passare la luce del sole nella maniera ottimale (cioè illuminando palazzi e monumenti, per capirci) se non dopo le 14:00; passeggiare per i vicoli e le stradine è sempre bello, ma scattare foto invase dall’ombra lo è un po’ meno. Per tale motivo ho dedicato la prima parte della giornata ad osservare e la seconda a rifare il giro velocemente per immortalare i punti di interesse finalmente baciati dal sole. Detto questo, andiamo avanti.  Il 99% delle attrazioni si concentra sulla riva destra della Senna, lo stesso fiume che bagna Parigi. Vorrei iniziare di botto ammirando l’Eglise Sainte Nicaise, ma una serie di impalcature rovinano la vista. Mi rifaccio poco dopo con l’Eglise Saint Viven.

Eglise Saint Vivien

Eglise Saint Vivien

Entro nel “Jardin de l’Hotel de Ville” ma vedo che la cura e la manutenzione non sono eccellenti, per cui mi dedico ad altro. La splendida vista dell’Abbatiale Saint-Ouen mi fa tornare il sorriso di colpo. Sulla stessa piazza si affacciano il monumento equestre a Napoleone I° ed il palazzo del municipio…peccato che anche lui sia coperto da lavori in corso per il 40% della facciata.

Abbatiale Saint-Ouen - facciata

Abbatiale Saint-Ouen – facciata

Abbatiale Saint-Ouen - panoramica

Abbatiale Saint-Ouen – panoramica

Dedicata a Napoleone I°

Dedicata a Napoleone I°

Arrivando fino a qui (dopo aver percorso solo poche centinaia di metri) mi sono reso conto di essere nel luogo con la maggiore presenza di case a graticcio rispetto a qualsiasi altro posto visto fino ad ora; sono davvero tantissime.

Uno dei tanti esempi di case a graticcio di Rouen

Uno dei tanti esempi di case a graticcio di Rouen

Imbocco “Rue de la Republique” e raggiungo l’Eglise Saint-Maclou: scattare una foto decente è difficile perchè si trova incassata tra altri edifici, ma non mi tiro indietro e ci provo.

Eglise Saint-Maclou

Eglise Saint-Maclou

Rouen è il luogo dove venne arsa viva Giovanna d’Arco il 30 maggio 1431. La città non l’ha dimenticata, tanto da farne il suo personaggio storico più importante. A lei è dedicata la strada principale ed il museo che prende il nome di “Historial Jeanne d’Arc”. La visita dura circa un paio d’ore e spiega benissimo le vicende che coinvolsero l’eroina nazionale francese. Si trova in “Rue Saint-Romain”, la strada che seguo dopo l’Eglise Saint-Maclou. Il prossimo punto di interesse è la ciliegina che mi ha spinto ad organizzare questo viaggio: la Cattedrale. Avevo visto tantissime foto on-line e mi ero incuriosito molto da tanta maestosità, per cui non ho potuto fare a meno di rimanere un po’ deluso da ciò che mi trovo davanti agli occhi. La costruzione è enorme e su questo niente da dire, così come per la bellezza dello stile gotico che esprime; però gli immancabili lavori in corso che stanno avvolgendo l’intera città non l’hanno risparmiata e questo è un vero peccato. Inoltre il comune ha deciso di posizionare il mercatino di Natale proprio davanti alla sua facciata e le tante casette di legno già piazzate con largo anticipo rovinano la visuale. Infine, i palazzi vicini si trovano a distanza troppo breve per poter scattare un’immagine decente e completa della struttura. Morale della favola: ho una sola fotografia della Cattedrale di Rouen che però non pubblico perchè non è neanche lontanamente degna del suo nome. Proseguo la passeggiata ed osservo le Gros-Horloge, un orologio astronomico a due quadranti molto bello.

Gros-Horloge

Gros-Horloge

A questo punto, causa mancanza totale di luce nonostante in cielo ci siano zero nuvole, decido di prendere “Rue Jeanne d’Arc” e di andare a vedere i punti di interesse situati lungo la Senna: sicuramente lì avrei trovato condizioni migliori e intanto avrei dato un po’ di tempo al sole per poter continuare il suo giro. E’ così che osservo la Tour Saint-Andrè, seguita dal Teatro dell’Opera che ha davanti la statua dedicata a Pierre Corneille, drammaturgo e poeta francese nato proprio a Rouen.

Tour Saint-Andrè

Tour Saint-Andrè

Teatro dell'Opera

Teatro dell’Opera

Monumento a Pierre Corneille

Monumento a Pierre Corneille

Serve una discreta passeggiata per raggiungere la “Promenade Normandie-Niemen”: si tratta di un’area pedonale abbastanza estesa che i locali usano per trascorrere il tempo libero lungo al loro fiume: vedo tantissime persone che fanno jogging, altre che si recano in uno dei “cafè” o delle palestre presenti ed altre ancora che semplicemente camminano con la famiglia sfruttando in pieno la  bellissima giornata odierna. A me interessano due cose: la prima è la buffa costruzione del “Panorama XXL” (sembra un capannone industriale, ma racchiude al suo interno enormi murales circolari creati da Yadegar Asisi che riportano ai giorni nostri la tecnica del “panorama” che fu soppiantata dalle nuove tecnologie); la seconda è il Ponte Flaubert.

Lungo Promenade Normandie-Niemen

Lungo Promenade Normandie-Niemen

Panorama XXL

Panorama XXL

Ponte Flaubert

Ponte Flaubert

A questo punto faccio marcia indietro e mi reco ad osservare l’Eglise Sainte-Madeleine che si trova proprio accanto alla Prefettura; sempre in zona c’è il Museo Flaubert di Storia e Medicina.

Eglise Sainte-Madeleine

Eglise Sainte-Madeleine

Mi rimetto in marcia e raggiungo la casa natale di Pierre Corneille, anche se è praticamente invisibile a chi non ne conosce l’esistenza. Pochi passi ed eccomi su “Place du Vieux Marchè”, esattamente il luogo in cui fu uccisa Giovanna d’Arco circa seicento anni fa. Indovinate un po’ cosa c’è adesso? Una chiesa…è ovvio: la religione prima ammazza e poi idolatra. La costruzione è talmente strana e particolare da risultare sminuita nella foto che sto per pubblicare, ma in realtà è molto più bella. Parlando della piazza, il colpo d’occhio che regala non è niente male; inoltre il “vecchio mercato” c’è ancora, anche se opportunamente rimodernato.

Eglise Sainte Jeanne d'Arc

Eglise Sainte Jeanne d’Arc

Colpo d'occhio su Place du Vieux Marchè

Colpo d’occhio su Place du Vieux Marchè

Uno dei punti di interesse segnalati da internet è un palazzo situato in Place de la Pulcelle…peccato che oggi sia un hotel e che per effettuare fotografie occorrerebbe esserne ospiti. Facendo lo slalom tra i lavori in corso riesco a trarre almeno un’immagine del Temple Sainte-Eloi che si trova sempre in zona.

Temple Sainte-Eloi

Temple Sainte-Eloi

Riprendo “Rue Jeanne d’Arc” e vado nella direzione opposta rispetto a quella presa in precedenza; trovo poco dopo il Palazzo di Giustizia, altro edificio di dimensioni mastodontiche. Successivamente arrivo im “Place Verdrel” sulla quale affaccia il Museo delle Belle Arti di Rouen. Dietro di esso ci sono il “Musèe Le Secq des Tournelles” e l’Eglise Saint-Godard.

Palazzo di Giustizia

Palazzo di Giustizia

Museo delle Belle Arti

Museo delle Belle Arti

Musèe le Seq des Tournelles

Musèe le Seq des Tournelles

Eglise Saint-Godard

Eglise Saint-Godard

Le stradine di Rouen mi conducono fino al Donjon (chiamato anche “Tour Jeanne d’Arc): è un torrione appartenente al castello fatto costruire nel 1204 da Philippe Auguste. E’ qui che Giovanna d’Arco venne minacciata di essere torturata. Oggi è chiuso alle visite causa lavori in corso (strano…vero? Chi lo avrebbe mai detto…). Pare che sempre qui si possa effettuare uno di quegli escape-game che vanno tanto di moda oggi.

Donjon

Donjon

I passi successivi sono l’ingresso del Lycèe Corneille (in Italia le scuole crollano mentre all’estero sono dei veri e propri gioielli), il Museo di Storia Naturale e la stupenda Fontaine Sainte-Marie…peccato solo che non sia attualmente attiva.

Ingresso del Lycèe Corneille

Ingresso del Lycèe Corneille

Museo di Storia Naturale

Museo di Storia Naturale

Fontaine Sainte-Marie

Fontaine Sainte-Marie

Guardo l’orologio e vedo che ho ancora tempo a disposizione, così decido di fare una passeggiata in una zona meno centrale. Per poterci andare devo salire una scalinata e, appena arrivo in cima, vedo una specie di piccolo paradiso residenziale: le vie e le case sono talmente belle, tranquille ed avvolte dal silenzio da farmi venire la voglia di abitarci. Anche se non c’è niente di particolare da vedere, ci dedico comunque più del previsto prima di tornare indietro. Ma non sono venuto qui per caso: l’ho fatto perchè sto cercando l’Eglise Saint-Joseph e non posso andarmene senza averla trovata. In più scopro un nuovo modo di parcheggiare la macchina: va bene che quella in cui vivi è una strada senza uscita, però sta di fatto che sei un bel vandalo, caro il mio cittadino di Rouen.

Eglise Saint-Joseph

Eglise Saint-Joseph

Il parcheggiatore-vandalo

Il parcheggiatore-vandalo

A malincuore lascio quest’area e mi dirigo verso il Teatro dell’Opera, luogo in cui avrei avuto l’appuntamento col conducente di un Blablacar che mi avrebbe riportato dritto all’aeroporto di Beauvais. Prima ho modo di fare una passeggiata sul Ponte Boieldieu che, tra un lavoro in corso e l’altro, è caratterizzato dalla presenza di piccole statue dedicate a dieci navigatori storici; nella foto seguente c’è James Cook.

James Cook su Pont Boieldieu

James Cook su Pont Boieldieu

Per Rouen è davvero tutto. La macchina è di una puntualità devastante (arriva addirittura cinque minuti prima) ed è così che saluto questo angolo di Normandia. Durante il tragitto troviamo di nuovo i gilet gialli che stavolta ci fermano per un quarto d’ora buono. La cosa agghiacciante è che quando sei in coda si affiancano a tutte le macchine e salutano col sorriso. Ma brutta testa di c…o, non contento di disturbare fai anche l’educato? Ripeto: io certe forme di protesta con le quali si danneggia la gente comune non le capisco. E’ più un atto di vigliaccheria che altro perchè è facile voler colpire i forti prendendosela con i deboli. Alla fine dei giochi, per me non è affatto un problema: avevo calcolato tutto in modo tale da arrivare allo scalo con un’ora di anticipo rispetto al normale, per cui le manifestazioni non mi hanno  neanche scalfito. Arrivo a Beauvais e qui voglio vedere se è vero ciò che ho letto su internet a proposito di questo aeroporto: pare che sia una specie di inferno, affollatissimo e con addetti ai controlli di sicurezza integerrimi e bastardi fino all’osso. Ci arrivo con questa convinzione, ma posso dire senza ombra di dubbio di averci messo massimo quattro minuti tra fila e passaggio dal metal detector; tutto scorre liscio come l’olio e nessuno fa storie. Allora mi viene da pensare una cosa: forse chi scrive lamentele è colui che si presenta con cose fuori norma/proibite o qualcosa di simile credendo di avere sempre ragione. La verità è che le cose vanno fatte con cognizione di causa: prendere un aereo ha delle regole che vanno rispettate; se non lo si vuole fare è meglio rimanere a letto. Incredibilmente succede una cosa inusuale: il volo di rientro per Roma Ciampino di domenica sera è puntualissimo! Un evento più unico che raro. E’ così che faccio il mio solito sonnellino a 11.000 metri di altezza e mi ritrovo a casa alle 23:15 dopo aver preso la macchina dal parcheggio.

In conclusione posso dire che mi aspettavo meno da Amiens e più da Rouen, mentre in realtà è accaduto tutto il contrario. Ma è anche questo il bello di viaggiare: vedere con i propri occhi non ha nulla a che fare con ciò che si legge e le opinioni sono sempre soggettive. Sono entrambi posti che reputo positivi (peccato per i lavori in corso invasivi cui è sottoposta attualmente Rouen) e probabilmente troppo nascosti dalla vicina Parigi e da Eurodisney. Le cattedrali sono semplicemente spettacolari e fanno da padroni in tali contesti, ma come abbiamo visto non ci sono solo loro. Forse organizzare un viaggio solo per queste località potrebbe non valerne la pena per le persone comuni, ma se ci si trova da queste parti sarebbe un peccato snobbare tali realtà.

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