Un piacevole sabato trascorso a Pistoia ed a Pescia

di admin
Duomo di Pistoia

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Due cose hanno condizionato la scelta delle destinazioni protagoniste del mio ultimo week-end del 2018:

  • Un voucher della compagnia di bus Baltour che era arrivato alla scadenza e che avrei dovuto usare per forza senza ulteriori rinvii.
  • Il fatto che io, sempre in giro per l’Europa e per il mondo, della “mia” Toscana abbia visto troppo poco alla mia maniera.

Si perchè in tanti luoghi di questa regione ci sono stato in “gioventù” avendoli vicino casa, ma allora viaggiavo per passare il tempo e non con la passione e l’organizzazione che oggi mi caratterizzano. Per me che ho vissuto a Cecina per circa vent’anni, non aver mai visitato a dovere le realtà di Pistoia e Lucca è da considerarsi una mostruosità. Decido quindi di prendere la palla al balzo e di rimediare organizzando questo fine settimana che divido volutamente in due racconti. Nel caso specifico descriverò ciò che è accaduto a Pistoia ed a Pescia. Voci di corridoio sostengono che nel capoluogo di provincia ci sia quasi solo lo zoo, mentre nella vicina Pescia ci sia solo il Parco di Pinocchio (Collodi è infatti una sua frazione). Io sono sicuro che chi lo pensa è in torto marcio ed ho tutto il sabato per dimostrarlo.

Il bus parte ad un orario che non definirei del tutto comodo, cioè le 2:10 del mattino. Fortunatamente si tratta della notte tra venerdi e sabato ed a Roma la metropolitana che mi porta fino all’autostazione Tiburtina funziona fino alle 01:30, perciò non devo fare i salti mortali per arrivare, ma solo mettermi comodamente seduto nei vagoni semi-vuoti. Fa abbastanza freddo, ma per essere il 29 dicembre ci si può ampiamente stare. Dieci minuti di ritardo sono accettabili da sopportare, soprattutto quando vedo arrivare un bestione a due piani che in questi giorni di festa credo di  trovare abbastanza vuoto. Ed infatti è così, per cui prendo due posti tutti per me nella parte superiore sperando di fare di lì a poco una degna dormita. Ma non è tutto oro quello che luccica perchè per l’intera tratta (che dura cinque ore e mezzo) sembra che il riscaldamento sia un optional perchè internamente fa un freddo boia. Sono costretto a mettermi di tutto addosso, compreso giacchetto invernale, scaldacollo e guanti. Sento qualcuno al piano di sotto che prova timidamente a lamentarsi con l’autista ma non c’è niente da fare: il gelo durerà fino a destinazione ed è una cosa inqualificabile. La fermata dove scendo è proprio di fronte alla Stazione dei treni di Pistoia. Sono le 07:45 ed è ancora presto per iniziare la visita della città; soprattutto non potrei farlo neanche volendo perchè sono semi-congelato. Non ho altra scelta che entrare nel bar e prendere un cappuccino per stemperarmi; resto lì fino alle 08:30 leggendo il giornale e poi mi incammino. La prima cosa che colpisce andando verso il centro passando da “Via XX Settembre” è ciò che resta delle antiche mura erette nei secoli passati a protezione della città. La storia racconta che la prima cinta fu eretta dai romani; con l’arrivo dei longobardi fu distrutta e poi ricostruita sullo stesso perimetro dai nuovi dominatori. La seconda cerchia fu avviata verso la metà del XII° secolo, in pieno periodo feudale; si poteva accedere all’abitato urbano solo attraverso quattro porte, ma assolutamente non di notte. La terza ed ultima cerchia di mura fu eretta tra il 1400 ed il 1500 ed è quella che è parzialmente visibile ai giorni nostri. Le porte purtroppo non ci sono più perchè furono distrutte tra il 1910 ed il 1925.  Tornando al presente, è da “Corso Silvano Fedi” che si inizia a fare sul serio: trovo infatti la Chiesa di San Domenico e, dall’altro lato della strada, un unico palazzo che comprende sia il “Museo della Fondazione Marino Marini” che la piccola Chiesa del Tau. Subito accanto c’è Piazza Garibaldi con la statua equestre dedicata all’eroe dei due mondi.

Chiesa di San Domenico

Chiesa di San Domenico

Museo Fondazione Marino Marini e Chiesa del Tau

Museo Fondazione Marino Marini e Chiesa del Tau

Dettaglio della Chiesa del Tau

Dettaglio della Chiesa del Tau

Dedicata a Giuseppe Garibaldi

Dedicata a Giuseppe Garibaldi

Proseguo la passeggiata imbattendomi nella Chiesa di San Paolo (peccato per i veicoli bianchi parcheggiati davanti che rovinano parzialmente la foto che segue); passo poi di fronte alla Ex Chiesa di Santa Maria Nuova (oggi poco più che un rudere) ed all’Oratorio di San Desiderio per dirigermi in Piazza d’Armi e raggiungere la Fortezza di Santa Barbara. Ovviamente il mio obiettivo è quello di visitarla dall’interno, ma faccio un grave errore a non entrare subito ed a rimandare il tutto al pomeriggio perchè al mio secondo passaggio la troverò chiusa (scoprirò troppo tardi che è aperta al pubblico solo al mattino).

Chiesa di San Paolo

Chiesa di San Paolo

Fortezza di Santa Barbara - ingresso chiuso

Fortezza di Santa Barbara – ingresso chiuso

Riprendo “Via Laudesi” ed eccomi alla Chiesa della Santissima Annunziata; nell’immagine che prendo provo ad evitare di includere i lavori attualmente in corso. Vado poi avanti fino al prossimo obiettivo: la Chiesa di San Bartolomeo in Pantano.

Chiesa della Santissima Annunziata

Chiesa della Santissima Annunziata

Chiesa di San Bartolomeo in Pantano

Chiesa di San Bartolomeo in Pantano

Come accade praticamente sempre nei miei viaggi, anche qui sto eseguendo un percorso atto ad esplorare prima le zone più periferiche per poi buttarmi nel cuore del centro storico; è per questo motivo che imbocco “Via Buonfanti” ed arrivo in “Piazza San Lorenzo”. Qui trovo un edificio religioso particolare: la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, detta anche “del letto”. Il motivo è semplice: prima della Chiesa, in questo punto preciso c’era una stanza dell’Ospedale dei Santi Donnino e Lorenzo; nel 1336 un’ammalata fu guarita dalla grazia della Madonna. Ovviamente si gridò al miracolo ed in onore di ciò fu eretto un oratorio che poi fu sostituito dal luogo di preghiera che vediamo oggi. La particolarità è che in una cappella è ancora custodito un letto. E’ un peccato che anche qui ci siano delle impalcature a rovinare parzialmente l’immagine. La piazza si chiama “San Lorenzo” perchè ospita anche l’omonima Ex Chiesa: anche se restaurata non rappresenta più un luogo di culto perchè nel corso degli anni è stata adibita agli usi più disparati: alcuni esempi? Eccoli: falegnameria, caserma, fonderia ecc.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Chiesa di Santa Maria delle Grazie

“Piazza del Carmine” mi attende con una piccola area verde che ospita una fontana non attiva con al centro una pianta intagliata a forma di pennuto; il busto di Giuseppe Mazzini completa l’offerta. Di fronte spicca la bella Chiesa del Carmine.

Fontana in Piazza del Carmine

Fontana in Piazza del Carmine

In onore di Giuseppe Mazzini

In onore di Giuseppe Mazzini

Chiesa del Carmine

Chiesa del Carmine

Supero Palazzo Sozzifanti e percorro la strada che mi porta esattamente tra la Chiesa di Sant’Andrea ed il Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni. Più avanti, prima di svoltare su “Corso Antonio Gramsci”, è il turno della Chiesa di Santa Maria in Ripalta.

Chiesa di Sant'Andrea

Chiesa di Sant’Andrea

Chiesa di Santa Maria di Ripalta

Chiesa di Santa Maria di Ripalta

Entro adesso in Piazza San Francesco d’Assisi, un’area verde di medie dimensioni dove spiccano immediatamente la ruota panoramica e la pista di pattinaggio sul ghiaccio tipica del periodo natalizio. A fare da padrone c’è il Monumento ai Bersaglieri caduti in tutte le guerre. Dietro ad esso, ad un piano leggermente rialzato, ammiro una fontana che precede quello che viene definito il Pantehon dei pistoiesi.

Dedicato ai Bersaglieri caduti in tutte le guerre

Dedicato ai Bersaglieri caduti in tutte le guerre

Fontana in Piazza San Francesco d'Assisi

Fontana in Piazza San Francesco d’Assisi

Il Pantheon dei pistoiesi

Il Pantheon dei pistoiesi

Non posso non notare la figura della Chiesa di San Francesco; alla sua base c’è una zona dedicata al ricordo dell’uccisione di Aldo Moro nel 1978. Mi colpiscono soprattutto le prime pagine dei quotidiani più autorevoli (messe su pietra) che dettero la notizia della morte del politico ed una sua frase che personalmente mi sento di condividere.

Chiesa di San Francesco

Chiesa di San Francesco

In memoria di Aldo Moro - 1

In memoria di Aldo Moro – 1

In memoria di Aldo Moro - 2

In memoria di Aldo Moro – 2

Fino ad ora tutto è andato magnificamente, ma è adesso che iniziano le “madonne”…; prendo “Via Pietro Bozzi” ed inizio a scorgere in lontananza alcuni dei miei più mortali nemici durante i viaggi: i banchetti del mercato settimanale. In Italia (e non solo) si trovano un po’ ovunque, ma in Toscana sono una vera e propria tradizione che non avrà mai fine. Il problema è che quando decido di andare a visitare una località, capita quasi sempre che il giorno prescelto per tale attività sia il sabato mattina. Per carità, non ho nulla contro chi lavora e lo ribadisco, però per me che ho pagato questa trasferta rappresenta una “jattura” allo stato estremo perchè la presenza dei furgoncini e dei tendoni copre di tutto e di più rendendo inutile il giro che sto facendo. Guardo l’orologio e vedo che sono le 10:10…è ancora prestissimo perchè come minimo se ne andranno non prima delle 13:30 – 14:00. Questo complica il mio programma non poco, ma non mi perdo d’animo e cerco di sistemare la situazione. Vedo la Chiesa dei Santi Prospero e Filippo non fotografabile a causa della presenza di un banchetto che vende calzature piazzato lì davanti come peggio non avrebbe potuto, per cui taglio per quella via e mi dirigo sparato verso una delle attrazioni più importanti della città: l’antico Ospedale del Ceppo. A Pistoia si tratta di un vero e proprio simbolo poichè è stato il centro di cura di riferimento per l’intera città dalla sua fondazione (XIII° secolo) fino a luglio 2013. Da allora una nuova struttura ubicata in posizione più periferica è stata usata al suo posto, ma qualcosa è rimasto: infatti sia il CUP che il Centro Trasfusionale si trovano ancora qui e sono attivi. La leggenda narra che il nome della struttura fu scelto poichè fu trovato un ceppo fiorito in inverno e quando si hanno davanti addirittura due miracoli nello stesso momento non si può certo soprassedere. Due sono le attività da valutare quando si arriva qui: il Museo situato nella zona storica e monumentale dell’intera struttura oppure la visita guidata nel percorso che prende il nome di “Pistoia Sotterranea”. Non me lo lascio dire due volte ed opto per la seconda via.

Antico Ospedale del Ceppo

Antico Ospedale del Ceppo

Biglietto alla mano aspetto le 10:30, orario fissato per il primo “tour” della giornata e quando scocca il momento iniziamo. Per prima cosa ci viene mostrato il “Teatro Anatomico” più piccolo del mondo in cui alle lezioni potevano assistere pochissimi studenti per mancanza di spazio utile.

Esterno del Teatro Anatomico

Esterno del Teatro Anatomico

Interno del Teatro Anatomico

Interno del Teatro Anatomico

Il percorso si sposta poi sotto terra ed è questa la parte più interessante. Camminiamo dove secoli fa scorreva il letto del Torrente Brana, poi deviato per fungere da fossato difensivo della seconda cinta muraria. Il tutto è curato in ogni minimo dettaglio, frutto di un lavoro di restauro terminato non molti anni fa. L’atmosfera è degna di nota.

Veduta del percorso "Pistoia Sotterranea"

Veduta del percorso “Pistoia Sotterranea”

La competente guida ci spiega che ci troviamo proprio sotto al “Ceppo” e che le acque del torrente venivano usate in mille modi all’epoca; ad esempio ci venivano lavati gli abiti…e fin qui niente di male; la cosa brutta è che le conoscenze dei nostri avi erano molto limitate: essi pensavano che l’acqua purificasse e portasse via tutto, perciò questo luogo era considerato come una specie di “discarica” per qualsiasi residuo dell’ospedale…ed i lavatoi erano posizionati dopo le feritoie che univano la struttura sanitaria col torrente; neanche riesco ad immaginare le malattie di ogni tipo che proliferavano indisturbate grazie a questo scellerato comportamento. Le cose meno invasive che sono state trovate qui sotto sono i cocci dei contenitori usati dall’ospedale, gettati dopo che si erano rotti. Qui di seguito ne vediamo delle copie:

Oggetti gettati nel torrente come se fosse una discarica

Oggetti gettati nel torrente come se fosse una discarica

Il giro prosegue ammirando un antico frantoio che, manco a dirlo, era alimentato con la forza dell’acqua che scorreva senza sosta. L’immagine che ho davanti è fenomenale, soprattutto perchè parliamo di un tunnel sotto il piano stradale illuminato ad arte.

Il vecchio frantoio

Il vecchio frantoio

Tra un racconto e l’altro arriviamo alla fine del giro che conta circa 650 metri visitabili; pare che ci sia un progetto per ampliarlo, ma ancora non è completato. Torniamo così in superficie e ci congediamo dalla guida; devo dire che questa attività mi ha aiutato a far sbollire la bile alterata dopo la visione dei banchetti del mercato. Guardo di nuovo l’orologio e vedo che è passata piacevolmente circa un’ora di questa giornata, ma è ancora presto. Decido quindi di completare la periferia della città e raggiungo la lunghissima “Via Dalmazia”; Neanche inizio a percorrerla che mi trovo sulla destra il ristorante giapponese che avevo adocchiato su internet quando, in fase di preparazione del viaggio, la fame dovuta alla dieta ferrea che sto seguendo mi ha fatto cercare un’idea sfiziosa per rendere ancora più indimenticabile questo sabato. Alla fine però…resisto e passo avanti senza entrare; per me che adoro il sushi, trovare un “all you can eat” a 10,90 euro ed ignorarlo significa aver perso una ghiottissima occasione. Ai ristoratori è andata bene: neanche si immaginano di che cosa sono capace in situazioni del genere. Proseguo la passeggiata e vedo la Chiesa Nuova di Santa Maria in Gora; poi faccio una deviazione a destra su “Via Ammiraglio” e mi trovo all’ingresso del Parco “Villone Puccini”, con la Villa di Scornio immediatamente di fronte ai miei occhi.

Chiesa Nuova di Santa Maria in Gora

Chiesa Nuova di Santa Maria in Gora

Villa di Scornio

Villa di Scornio

Ho tempo a disposizione, per cui mi metto a passeggiare per tutta l’area usando un sentiero abbastanza battuto. La cosa più interessante è un laghetto (del quale seguo l’intero perimetro) dove abitano alcuni volatili: uno di loro mi “soffia” contro pensando che la mia intenzione sia far loro del male. Io che mi azzardo a fare qualcosa di brutto ad un animale? Amico mio…sarai anche un pennuto, ma quando la natura distribuiva il sesto senso tu eri sicuramente a far spesa al mercato in centro e ti sei perso quel fondamentale momento.

Il laghetto del Villone Puccini - 1

Il laghetto del Villone Puccini – 1

Il Laghetto del Villone Puccini - 2

Il Laghetto del Villone Puccini – 2

Uno dei pennuti, ma non è lui che mi ha "soffiato" contro

Uno dei pennuti, ma non è lui che mi ha “soffiato” contro

Ma questo bel parco, polmone verde della città, ha anche una storia poco lieta: una buona parte di esso, con tanto di costruzioni, è oggi di proprietà di privati che lo impiegano ad uso abitazione, falegnameria o deposito agricolo; per tale motivo si vedono troppo spesso delle transenne e delle reti che impediscono il passaggio in determinate zone; niente di nuovo sotto al sole: è il solito scempio delle amministrazioni pubbliche italiane che non hanno risorse per mantenere viva la storia senza doverla svendere al miglior offerente. Decido ora di tornare indietro e, dopo un paio di kilometri, prendo “Corso Antonio Gramsci”: qui vedo nell’ordine il Teatro Manzoni, la Chiesa di San Vitale e l’Ex Chiesa di San Giovanni Battista.

Teatro Manzoni

Teatro Manzoni

Chiesa di San Vitale

Chiesa di San Vitale

Ex Chiesa di San Giovanni Battista

Ex Chiesa di San Giovanni Battista

Il fedele orologio mi dice che sono le 13:00 passate; imbocco la via più vicina che porta verso il centro e noto che pian piano il mercato si sta diradando. Probabilmente di qui ad un’ora sarà tutto finito e potrò completare la visita della città. Nel frattempo però cerco qualcosa da vedere che non sia coperto da bancarelle, furgoni e tendoni. E’ così che arrivo al Santuario Basilica “Madonna dell’Umiltà”. E’ conosciuto soprattutto per la splendida cupola del Vasari e non posso far altro che confermare questo dato; internamente il complesso è davvero notevole, mentre dell’esterno preferirei non parlare perchè è semplicemente appiccicato alle costruzioni vicine e qualsiasi tentativo di fotografare la struttura va a finire in malora. Mi sposto ed arrivo ad osservare quattro punti di interesse ubicati a pochissima distanza tra di loro. Nell’ordine sono: Il Monumento a Niccolò Forteguerri (cardinale e vescovo nato a Pistoia nel 1419), la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, la Chiesa di San Michele in Cioncio e la Biblioteca Comunale Forteguerriana.

Dedicato a Niccolò Forteguerri

Dedicato a Niccolò Forteguerri

Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola

Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola

Chiesa di San Michele in Cioncio

Chiesa di San Michele in Cioncio

Biblioteca Comunale Forteguerriana

Biblioteca Comunale Forteguerriana

Adesso non posso far altro che aspettare che gli ultimi partecipanti al mercato se ne vadano via; clienti non ce ne sono proprio più, per cui manca poco. Appena vedo che tutto è finalmente libero non me lo faccio dire due volte e mi butto letteralmente in Piazza del Duomo dove trovo un palcoscenico davanti al Palazzo del Comune, probabilmente pronto per la serata del prossimo 31 dicembre. Nel cuore pulsante del centro storico ammiro il Duomo di Pistoia col suo imponente Campanile, il Palazzo dei Vescovi, il Battistero di San Giovanni in Corte (con lavori in corso), il Tribunale locale e l’edificio che porta la scritta “Palazzo del Governo” sulla facciata a caratteri cubitali. Dietro ad esso c’è la Torre di Catilina.

Palazzo del Comune

Palazzo del Comune

Duomo di Pistoia

Duomo di Pistoia

Campanile del Duomo

Campanile del Duomo

Palazzo dei Vescovi

Palazzo dei Vescovi

Battistero di San Giovanni in Corte

Battistero di San Giovanni in Corte

Tribunale di Pistoia

Tribunale di Pistoia

Palazzo del Governo

Palazzo del Governo

Torre di Catilina

Torre di Catilina

In “Via Ripa del Sale” trovo il Museo Diocesano di Palazzo Rospigliosi, seguito poi dalla Chiesa di San Leone, dalla Torre Bemporad, dalla Chiesa San Giovanni Fuorcivitas, dal Pozzo del Leoncino in Piazza della Sala e della scultura di Roberto Barni che prende il nome di “Il Giro del Sole” ubicata in Piazzetta Ortaggio. Purtroppo devo correre e credo che lo si stia notando.

Ingresso del Museo Diocesano di Palazzo Rospigliosi

Ingresso del Museo Diocesano di Palazzo Rospigliosi

Torre Bemporad

Torre Bemporad

Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas

Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas

Pozzo del Leoncino

Pozzo del Leoncino

"Il Giro del Sole" di Roberto Barni

“Il Giro del Sole” di Roberto Barni

A questo punto è proprio tutto! Altra occhiata all’orologio e vedo che sono le 15:00 in punto; stavolta consulto gli orari dei treni per capire quando potrò prendere il convoglio per Pescia e capisco di avere circa quaranta minuti a disposizione. Decido così di andare in direzione della stazione e di fermarmi a consumare l’unico pasto della giornata ad un “kebab” che avevo adocchiato durante la primissima passeggiata del mattino. Cerco di sbrigarmi a mangiare (metto qualcosa sotto ai denti una sola volta in 24 ore e mi tocca pure fare in fretta…) per arrivare a comprare il biglietto in tempo, ma quando la sfortuna si mette contro c’è ben poco da fare: un guasto momentaneo alla stazione di Montale/Agliana (proprio quella immediatamente prima di Pistoia) provoca ritardi ai treni in transito tra i 15 ed i 30 minuti; ci deve essere qualcosa che proprio non vuole farmi arrivare a Pescia…ma io sono più forte e, come sempre, avrò la meglio. Alla fine salgo sul regionale ed in circa 25 minuti sono a destinazione. Fortunatamente è ancora giorno, ma non durerà a lungo; cerco di orientarmi e di fare prima possibile per completare il giro della piccola località che mi ospita. Iniziamo però male perchè la tratta dalla stazione al centro non è proprio brevissima. Il primo paesaggio che mi si presenta è questo…e mi sembra di essere quasi in montagna:

Niente male come colpo d'occhio iniziale

Niente male come colpo d’occhio iniziale

Attraverso il Ponte Europa per passare da “Viale Garibaldi” a “Via degli Orti”. Sul ponte, in onore a Pinocchio che qui è di casa (Collodi, dove si trova il Parco dedicato al Burattino di legno più famoso del mondo, è proprio una frazione di Pescia) noto questa scultura:

Pinocchio sul Ponte Europa

Pinocchio sul Ponte Europa

Proseguo ancora finchè arrivo in una zona che racchiude tre punti di interesse in poco spazio: Il Duomo di Pescia, la Chiesa di Santa Maria Maddalena (parzialmente nascosta da un edificio che si trova davanti ad essa) e la Chiesa di Santa Chiara.

Duomo di Pescia

Duomo di Pescia

Chiesa di Santa Maria Maddalena

Chiesa di Santa Maria Maddalena

Chiesa di Santa Chiara

Chiesa di Santa Chiara

Prendo ora “Via Cesare Battisti” e riesco così a vedere il piccolo Oratorio di Sant’Antonio Abate, la Chiesa di San Francesco ed il Teatro Pacini.

Oratorio di Sant'Antonio Abate

Oratorio di Sant’Antonio Abate

Chiesa di San Francesco - facciata

Chiesa di San Francesco – facciata

Chiesa di San Francesco - campanile

Chiesa di San Francesco – campanile

Teatro Pacini

Teatro Pacini

Attraverso di nuovo il torrente passando da un nuovo ponte e raggiungo la Chiesa dei Santi Stefano e Niccolao, oggi con un bellissimo albero di Natale davanti. E’ poi la volta del vicinissimo Palazzo del Vicario, sede del comune di Pescia. Al piano terra posso notare, illuminato a giorno, il bel Sacrario dedicato ai caduti.

Chiesa dei Santi Stefano e Niccolao

Chiesa dei Santi Stefano e Niccolao

Palazzo del Vicario

Palazzo del Vicario

Sacrario ai caduti - 1

Sacrario ai caduti – 1

Sacrario ai caduti - 2

Sacrario ai caduti – 2

Sacrario ai caduti - 3

Sacrario ai caduti – 3

Esco di nuovo fuori e mi trovo su Piazza Mazzini, senza dubbio cuore commerciale di questo comune; sinceramente non vedo punti di particolare interesse per chi non volesse a fare una passeggiata tra i negozi, però una cosa la voglio sottolineare: rivolgo un bell’applauso a chi ha studiato l’illuminazione natalizia che rende piacevole questa parte di città che altrimenti sarebbe piuttosto scarna. In fondo posso notare la Chiesa della Madonna di Piè di Piazza.

Bellissima illuminazione natalizia a Piazza Mazzini

Bellissima illuminazione natalizia a Piazza Mazzini

Chiesa della Madonna di Piè di Piazza

Chiesa della Madonna di Piè di Piazza

A questo punto mi toccherebbe raggiungere il Torrione di San Michele; a dire il vero…”Via del Torrione” la trovo agevolmente, ma posso fare solo una trentina di metri prima di fermarmi e tornare indietro a mani vuote: si tratta di una strada lastricata che sale in maniera ripidissima, ma la cosa non finisce qui; infatti ad un certo punto entra nel bel mezzo di un bosco dove, a quest’ora, non si vede nulla di nulla ad un palmo dal naso. Non posso proseguire non per paura di qualcuno o di qualcosa in particolare, ma semplicemente perchè quell’arteria in salita non la conosco affatto e l’ultima cosa di cui ho bisogno adesso è cadere e tornare a farmi male alla gamba destra ancora in “riparazione” per la frattura alla tibia subìta mesi fa. Raggiungo Piazza Matteotti dove trovo una semplice ma bella fontana illuminata ed un monumento ai carabinieri caduti; entro poi a visitare una mostra di presepi provenienti da varie nazioni del mondo: è piccola ma molto interessante; ho modo di vedere come altre culture interpretano l’arte del presepe: sono letteralmente stupende le statuine sudamericane che hanno i Lama al posto del bue e dell’asinello. Torno in strada e mi dirigo ad osservare la Chiesa di San Michele Arcangelo. Qui è in corso la Santa Messa e, mentre metto a fuoco l’immagine che mi interessa, mi capita di sentire un pezzo del discorso del Parroco: sta invitando tutti a tornare l’indomani mattina (domenica) perchè a suo dire i preti non vanno a ballare il sabato sera e quindi lui sarà lì, ligio al dovere per servire i suoi fedeli. Si sà che io e la religione siamo molto lontani, per cui mi  scappa detta a voce alta questa domanda: “sei proprio sicuro che i parroci non vadano a ballare?”. Credevo di essere solo soletto, ed invece stava passando una signora anziana che non avevo visto a causa della concentrazione riposta nello scattare la foto. Mi guarda con due occhi da diavolo per ciò che è appena uscito dalla mia bocca! Meglio “fuggire” subito: non c’è niente di peggio dei buoni che si incazzano.

Fontana in Piazza Matteotti

Fontana in Piazza Matteotti

Dedicato ai Carabinieri caduti

Dedicato ai Carabinieri caduti

Chiesa di San Michele

Chiesa di San Michele

Riprendo così la mia marcia in direzione della stazione; supero senza fermarmi la strana struttura dell’ex mercato dei fiori per la quale non nutro alcun interesse. Mi mancano ancora un paio di cose da raggiungere e non voglio andare via senza aver terminato proprio tutto.  La prima è l’edificio che ospita il Convento di Colleviti e quando ci arrivo mi mordo le mani: si tratta di un bellissimo palazzo ubicato in cima ad una collinetta che sono costretto a vedere a buio pesto, anche se illuminato abbastanza bene, a causa del ritardo che mi ha fatto fare il maledetto mercato trovato a Pistoia. Con la luce del giorno sarebbe sicuramente stato ben altro colpo d’occhio. Infine riesco a portare a casa anche il ricordo visivo della Chiesa di Santa Maria Assunta in Castellare.

Convento di Colleviti - un peccato vederlo così

Convento di Colleviti – un peccato vederlo così

Chiesa di Santa Maria Assunta in Castellare

Chiesa di Santa Maria Assunta in Castellare

Un’altra cosa che mi sono perso causa ritardo e che mi sarebbe interessata abbastanza è il Museo del Bonsai che si trova un pochino fuori Pescia. Chiuderebbe alle 19:00 ed ora sono le 18:30, per cui non ce la farei neanche ad arrivare; e comunque devo correre a prendere il primo treno disponibile per Lucca, città dove stasera dormirò e che visiterò domani. Per rispetto della famiglia che mi ospiterà non me la sento di effettuare il check.in troppo tardi. Ed è proprio questo ciò che faccio: acquisto il biglietto, aspetto che passi il convoglio e ci salgo. Alle 19:23 scendo alla stazione della nuova realtà toscana. Percorro i 2,4 kilometri che mi separano dalla stanza privata prenotata con Airbnb per la notte e ci arrivo dopo aver fatto una sosta ad un alimentari per comprare una bottiglia di Coca Cola Zero, un paio di Yogurt magri che fungono da cena e l’unico sfizio di questa settimana: una lattina di birra ghiacciata. Oggi ho camminato per undici ore e anche se la mia testa avesse voglia di andare a fare un giro in notturna al centro di Lucca, le mie gambe si rifiuterebbero categoricamente di muoversi vincendo la battaglia. Così decido di aumentare la temperatura del riscaldamento e di portare avanti il mio caro vecchio gioco di calcio manageriale.

Conclusioni: a Pistoia non sono andato allo Zoo (non lo avrei mai fatto perchè sono assolutamente contrario a rinchiudere animali nelle gabbie; ritengo che vadano visti liberi nei loro ambienti naturali e basta) ed a Pescia non sono andato al Parco di Pinocchio…eppure in questo post ho scritto 4.200 parole ed ho pubblicato decine di immagini; ciò significa che in queste due località c’è molto di più ci ciò che dicono le “voci di corridoio” e che l’unico modo per scoprirlo è muoversi ed andare a vedere di persona. Nonostante l’arrabbiatura per aver trovato la città capoluogo di provincia colma di bancarelle per diverse ore, ho passato una bellissima giornata che mi ha fatto pentire ancora di più di aver aspettato tutto questo tempo per visitarla come si deve. Per chi avesse del tempo libero e volesse fare un giro in Toscana posso dire senza paura di sbagliare che Pistoia e Pescia non vanno assolutamente snobbate.

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