Padova e la sorpresa Vicenza

di admin

Accompagnato sia in andata che al ritorno dal solito bus notturno very-low-cost, stavolta è il turno di un mix di due città venete: Padova e Vicenza. Mix perchè, per poter combaciare al meglio le visite, gli orari e non buttare tempo prezioso, ho visto prima una parte di Padova, poi mi sono spostato a Vicenza (dove avevo prenotato la stanza per la notte) per poi ancora, nel giorno successivo, tornare a Padova per terminare i punti di interesse lasciati in sospeso. Magari scitto così sembra un caos totale, ma quando ho messo in pratica il programma è risultato tutto molto semplice e lineare. Anzi, nel tardo pomeriggio del secondo giorno mi è anche avanzato tempo da dedicare a giri fuori programma ai mercatini di Natale. Meglio di così… 🙂

Arrivo a Padova di primissimo mattino; è dicembre e fa freddo, ma si regge tranquillamente. Poco fuori dalla stazione noto un McDonald dove vado a fare colazione al calduccio; avrei dovuto comunque attendere l’orario di apertura dell’ufficio turistico nei paraggi per ritirare la “Padova Card” che avevo prenotato da casa. Sicuramente chi mi conosce avrà strabuzzato gli occhi: ebbene si, ho acquistato la Padova Card, cioè una carta turistica di una determinata città o zona. Ma se l’ho fatto, una ragione sicuramente ci dovrà essere stata. Per chi non lo sapesse, reputo queste “cards” delle vere e proprie fregatura nel 99,99% dei casi poichè, pagandole profumatamente, scontano l’ingresso ai musei…ma a me i musei non piacciono a meno che non siano davvero particolari. Non pranzo o ceno neanche nei ristoranti convenzionati perchè sono ultra-turistici ed ultra-cari, per cui quali vantaggi avrei facendola se non gettare i soldi dalla finestra ? Ma, come detto, a Padova la situazione è diversa. L’intenzione è quella di vedere e contemplare un’opera importantissima di Giotto, cioè la “Cappella degli Scrovegni”. Il singolo ingresso costa non meno di 13 euro mentre la Padova Card valevole per 48 ore si acquista con 16-17 euro (se non vado errato) e dà diritto all’ingresso senza alcun supplemento proprio al capolavoro di mio interesse. Morale della favola: con pochissimi euro di differenza avrei potuto prenotare in anticipo on-line la visita della Cappella (che altrimenti avrei trovato sicuramente “sold-out” se non grazie ad un colpo di fortuna pazzesco che generalmente non mi sfiora neanche) ed avere tutti i mezzi pubblici della città completamente gratuiti. C’erano anche i soliti sconti su altri musei cittadini e ristoranti, ma a me di quelli poco importava. Passano i minuti e finalmente l’ufficio turistico apre. Mi reco lì con la mia bella ricevuta, ma mi gelano dicendomi che hanno terminato le “Padova Card” valide 48 ore (è forse destino che non avessi dovuto acquistarla?), per cui mi riempiono dei soliti volantini ed opuscoli sulla città che ho puntualmente conservato per i posteri (io non ho mai tempo di leggere certe cose, purtroppo) e mi sono diretto verso il punto di ritiro “di riserva” della card. Arrivato ai Musei Civici Eremitani noto che manca circa un’oretta all’ingresso prenotato per la Cappella degli Scrovegni, quindi decido di fermarmi lì e di visitare il museo. Col senno di poi ho fatto bene; è davvero bello e ricco di preziose testimonianze, diviso in zona storico-archeologica (i puristi dell’arte mi perdoneranno per questo quasi certo strafalcione) e zona pinacoteca.  Mi perdo letteralmente osservando quanto presente e mi accorgo dell’orario solo quando mancano venti minuti all’ora “X”. Calcolando che la visita prevedeva un filmato informativo della durata di 15 minuti da visionare prima dell’orario di ingresso, penso di essere completamente fottuto. Ma non mi perdo d’animo e cerco una soluzione. Chiedo a due-tre custodi dove sia la Cappella degli Scrovegni e mi metto a correre stile “Momenti di Gloria”. Alla fine arrivo alla saletta della proiezione quando il video è già iniziato, ma poco importa. Sono lì ed aspetto solo di entrare dove ho pianificato tempo addietro. Arriva il momento: viene chiamato il mio gruppo e ci fanno entrare. Ci sediamo obbligatoriamente in un’altra mini sala nella quale, per mia fortuna, viene proiettato un altro video con la storia di quel luogo, per cui non ho perso assolutamente nulla col precedente ritardo. In realtà quella specie di mini sala ha uno scopo ben preciso: la Cappella degli Scrovegni viene conservata attentamente all’interno di un luogo a temperatura costantemente controllata per fare in modo che gli affreschi non si deteriorino ulteriormente. Quei minuti di attesa servono per abituare chi viene da fuori a quel determinato clima. Finito il filmato ci fanno entrare. La Cappella degli Scrovegni è un’opera d’arte in piena regola e decisamente il capolavoro che mi aspettavo. Nonostante tutti gli accorgimenti presi, nel corso dei tantissimi anni trascorsi dalla sua creazione, qualche dipinto si è rovinato a causa di tantissimi fattori spesso incontrollabili. Ma nel complesso lascia totalmente esterrefatti. Sono rimasto per tutti i 15 minuti consentiti per la visita col naso all’insù ed ho avuto anche la fortuna di avere nel gruppo una persona preparatissima sull’argomento (probabilmente era una guida o qualcosa del genere) che ha spiegato molti dettagli degli affreschi presenti dando a tutti gli altri la possibilità di capire la giusta essenza di ciò che stavamo ammirando. Con rammarico, termina la visita tanto attesa.  Decido di non tornare nella pinacoteca al piano superiore per terminare il giro del museo; vista la Cappella degli Scrovegni, tutto il resto sarebbe apparso come acqua fresca. Devo però continuare il programma stabilito ed ora prevede il ritorno in stazione per il primo treno con destinazione Vicenza, non prima di aver pranzato però.

A stomaco clamorosamente pieno, arrivo nella seconda delle città da visitare e mi dirigo subito all’hotel per prendere possesso della camera e soprattutto lasciare lì il borsone; girare con quel coso sempre sulle spalle non è proprio il massimo della vita, ma troppe volte l’ho dovuto fare e troppe altre volte lo dovrò rifare in viaggi futuri. Sbrigata questa formalità inizia il percorso dei punti di interesse. Scendo col bus poco fuori dal centro storico e mi reco subito ai “Giardini Salvi”, sia per comodità perchè li ho proprio davanti al mio naso e sia perchè la giornata è un po’ nuvolosa e sta lentamente calando la luce; vedere dei giardini col buio non è mai nè bello nè troppo sicuro. La passeggiata è breve ma piacevole. Si tratta di una piccola zona verde che, su due lati del perimetro, vede scorrere un piccolo corso d’acqua. Questo, insieme al tipo di alberi presenti  decisamente azzeccato, genera un bel colpo d’occhio.

Scorcio dei Giardini Salvi

Scorcio dei Giardini Salvi

Uscito dal parco entro subito nella zona più centrale dalla quale rimango davvero colpito. Vicenza non è una città enorme ed è anche turisticamente meno conosciuta della vicina Padova, ma personalmente l’ho trovata molto curata e con una propria identità; le luci natalizie che sono state allestite, essendo in dicembre, non sono per niente invasive e danno un tocco in più ai monumenti già degni di nota. Mi trovo a mio agio con ciò che ho intorno e questo mi aiuta a portare avanti la scoperta anche di vie più nascoste e non segnalate dalle guide consultate. Vagare in questo modo ed in questa serata è del tutto appagante. Mi fermo più che altro in Piazza dei Signori che ospita la Basilica Palladiana, la Torre di Piazza e la Loggia del Capitaniato; il panorama è davvero incantevole già di per se; come se non bastasse sono stati messi alcuni (o meglio pochi, per fortuna…) fili di luci bianchissime che, partendo quasi dalla sommità della torre, coprono il resto dell’ambiente regalando un aspetto fiabesco alla Piazza stessa. Inutile cercare di smettere: non riesco a distogliere lo sguardo dall’alto e non riesco a smettere di guardare quel piccolo capolavoro.

Torre di Piazza

Torre di Piazza

 

Loggia del Capitaniato

Loggia del Capitaniato

 

Scorcio dell'imponente Basilica Palladiana

Scorcio dell’imponente Basilica Palladiana

 

Scorciodi Piazza dei Signori

Scorcio di Piazza dei Signori

Tra le altre cose che spiccano a Vicenza ci sono:

  • Duomo-Cattedrale di Santa Maria annunciata.
Duomo-Cattedrale Santa Maria Annunciata

Duomo-Cattedrale Santa Maria Annunciata

  • Corso Andrea Palladio, da percorrere per intero ammirando i molti palazzi d’epoca che lo ornano (tra i quali c’è anche la casa del Palladio stesso).
  • Palazzo Chiericati
  • Teatro Olimpico

Quando termino il giro è buio pesto, ma ovviamente non è strano perchè a dicembre il sole se ne va alle 17:00. Decido che è davvero tutto, per cui ripercorro a ritroso lo stesso percorso dell’andata, riprendo l’autobus e scendo davanti all’hotel. A pranzo (a Padova) ho mangiato sushi a volontà, tanto per cambiare. Per questo motivo l’appetito non è un gran che per cena e decido di comprare qualcosa da stuzzicare in caso di fame successiva ad un vicino supermarket ancora aperto. Subito dopo, armato di pigiama e mega-temperatura tipo sauna nella camera, mi metto su internet sfruttando l’ottima wi-fi disponibile fino a quando cado in un sonno profondo dovuto al viaggio notturno in pullman e poi alle visite fatte.

Al mattino la sveglia non è proprio all’alba. Vicenza è davvero bella, ma anche non troppo estesa, per cui la sera prima avevo terminato di vedere davvero tutto. In questi casi perchè correre ? Decido di uscire dall’hotel per sgranchirmi le gambe e vedo una cosa inaspettata. Fuori dalla hall, nel parcheggio di fronte ai miei occhi, c’è il pullman della squadra di calcio della Salernitana e diversi “personaggi” che indossano la tuta della società sportiva: ho dormito nello stesso albergo scelto per la trasferta a Vicenza della squadra campana. La partita ci sarebbe stata in quel giorno alle 17:00 e sarebbe poi finita 0-0 in una noia a dir poco mortale; però non mi era mai successa una cosa del genere; dopo tutto si parla sempre di un gruppo di sportivi che militano nella serie B italiana, mica degli amatori. Non mi va però di andare lì a chiedere autografi e soprattutto a rompere le scatole (perchè queste incursioni temo siano viste così da calciatori e personaggi più o meno conosciuti); quindi mi limito ad osservare un po’ la scena e poi rientro a preparare il borsone.

Lascio definitivamente la stanza, mi dirigo in stazione e prendo il primo treno utile per Padova; manca ancora tutta la città da vedere perchè la Cappella degli Scrovegni si è dimostrata magnifica, ma non è assolutamente l’unico punto di interesse della capoluogo di Provincia. Nel dettaglio:

  • Chiesa di San Gaetano
  • Palazzo della Ragione in Piazza delle Erbe
  • Torre dell’Orologio
Dettaglio dell'orologio dell'omonima torre

Dettaglio dell’orologio dell’omonima torre

  • Palazzo del Bò
  • Orto Botanico
  • Abbazia di Santa Giustina
Abbazia di Santa Giustina

Abbazia di Santa Giustina

  • Duomo e Battistero

Lascio a parte due punti di secondo me particolari. Inizio con Prato della Valle. Si tratta dell’importante piazza che, quando si parla di Padova su internet, sulle guide turistiche, sui depliants ecc. è sempre presente. Spesso inquadrata dall’alto o anche a livello strada, è quella piazza con tante belle statue equidistanti poste su tutto il perimetro e circondata per interno da un corso d’acqua, tanto per spiegare meglio a chi non avesse ancora capito. Ci tenevo davvero tanto a vederla ed a fotografarla bene come le istantanee di cui ho appena parlato, ma non ho potuto. In quella giornata era in programma un mercato, anche abbastanza grande, che bloccava tutta la visuale: da una parte non si poteva fotografare perchè andava fatto da dentro il mercato stesso; andando dalla parte opposta, qualsiasi foto avessi fatto non avrei potuto evitare le bancarelle ed i loro tendoni. Ho scattato qualche foto, ma non come avrei voluto.

Scorcio di Prato della Valle

Scorcio di Prato della Valle

L’altro punto al quale dedico doverosamente più spazio è la Basilica di Sant’Antonio da Padova; luogo di culto sito in Piazza del Santo, molto conosciuto dai cattolici di tutta Europa. La costruzione è davvero bella e particolare.

Basilica di Sant'Antonio da Padova

Basilica di Sant’Antonio da Padova

La gente presente è davvero tanta, ma me l’aspettavo. Con un po’ di attesa riesco ad entrare all’interno e ciò che vedo non mi delude. Anzi, trovo tutto degno della città che lo ospita. Ma c’è troppa calca, per cui decido di uscire fuori, scattare qualche foto e mettermi a sedere su uno dei muretti alla fine del piazzale. Mi fermo a guardare l’insieme dato dal luogo di culto e dalla marea di gente presente; sono del parere che quella domenica fosse addirittura relativamente calma perchè mi immagino quel luogo come un pigia pigia generale durante i giorni di festività canonici. Ho il tempo di ammirare ciò che ho davanti ed anche di starmene in “religioso” silenzio prima di rimettermi in cammino.

Alla fine, anche di Padova città avevo visto tutto ciò che reputavo interessante. C’è scappata una cena tranquilla (avrei avuto il pullman notturno dopo le 22:00…) ed un’ultima passeggiata in cerca di qualche scorcio sapientemente illuminato in quella fredda sera di dicembre. Torno a ripetere che, se di Padova mi aspettavo le grandi cose che ho visto, mi ha stupìto davvero Vicenza che, racchiusa in se stessa, si è dimostrata città del tutto degna di essere inserita nei circuiti turistici del Veneto più di quanto non lo sia già.

 

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