Due capolavori della Tuscia: Villa Lante e Palazzo Farnese

di admin

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Lunedi dell’Angelo, meglio conosciuto col nome di “pasquetta”. La tradizione è pessima perchè, ogni anno, il giorno teoricamente da dedicare ai pic-nic sui prati, alle scampagnate, al primissimo mare…è caratterizzato da piogge e maltempo. La sera prima avevo messo comunque la sveglia confidando nelle previsioni meteo che ultimamente si sono sbilanciate quasi promettendo cielo sereno. Apro gli occhi e poi mi dirigo verso la serranda: sole!!! La prima domanda che viene in mente è come sia possibile; la seconda invece riguarda che cosa avrei potuto fare per sfruttare tale irripetibile evento. Come noto, durante le festività canoniche non prenoto mai viaggi perchè costa tutto almeno il doppio rispetto ai week-end “normali”. Soprattutto gli hotels si sbizzarriscono troppo spesso con prezzi da capogiro. Ma a dire il vero…qualcosina l’avevo studiata. Ma l’ho fatto in totale silenzio, tra me e me, proprio per fare in modo che il gestore delle condizioni atmosferiche non se ne accorgesse. E’ così che mi preparo in pochi minuti ed esco di casa di corsa. Il mio è un piano diabolico che spero mi permetta di ammirare due capolavori della Tuscia viterbese senza troppa calca durante un giorno festivo.

Alle 7:40 del mattino sono già al volante e, dopo una sosta alla stazione di servizio per fare il pieno di GPL, mi metto in marcia con destinazione Bagnaia, frazione di Viterbo. Parto prestissimo proprio per sfruttare al massimo l’incorreggibile pigrizia delle persone durante questo tipo di giornate: se il mondo non dorme un po’ di più del solito, si sente male. Ma non è questo il mio caso. Guidato dal navigatore solo nell’ultimo tratto perchè conosco benissimo come raggiungere il capoluogo di provincia dell’alto Lazio, parcheggio nella prima area disponibile, poco prima dell’ingresso nel centro abitato. Da lì, poche scale mi portano nella piazzetta centrale ed un cartello a sfondo marrone mi indica con chiarezza la direzione del mio primo obiettivo di oggi: Villa Lante della Rovere. Supero il primo ingresso ed immancabille, sulla sinistra, noto il gabbiotto della biglietteria. Si, perchè oggi i musei statali sono “aperti” in maniera straordinaria, ma assolutamente non gratuiti come accade durante la prima domenica di ogni mese. Il ticket costa 5 euro a testa (2,5 euro il ridotto per alcune categorie di persone). Dopo aver pagato mi viene detto che avrei dovuto salire la scalinata di fronte a me e poi andare a sinistra. Mi metto in marcia già pronto con la reflex in posizione di tiro perchè, subito, si mostra la bella Fontana di Pegaso che non mi lascio di certo sfuggire.

Fontana di Pegaso - Panoramica

Fontana di Pegaso – Panoramica

 

Fontana di Pegaso - Dettaglio

Fontana di Pegaso – Dettaglio

Macino uno ad uno i pochi gradini che mi separano dall’ingresso della villa e seguo le indicazioni alla lettera; mi trovo davanti una persona che mi oblitera il biglietto nel peggiore dei modi possibili, cioè strappandolo di netto in due parti. Quel titolo di ingresso lo avrei voluto conservare con tanta cura nel mio archivio personale; non è che non lo farò lo stesso…è solo che sarà monco e non intero. Il punto forte di Villa Lante sono i giardini e le fontane, mentre gli “interni” passano in secondo piano. Fa abbastanza fresco perchè mi trovo qui circa dalle 9:00 del mattino in una giornata che si presenta ventosa, ma c’è una luce perfetta per poter scattare delle bellissime foto e questo supera qualsiasi altro problema. Il primo colpo d’occhio è spettacolare grazie soprattutto alla vegetazione posizionata e tagliata con precisione sopraffina. Il primo livello che visito è composto da un grande Giardino all’italiana con al centro la bella Fontana dei Mori; davanti a ciò, nei due angoli destro e sinistro, si trovano due edifici. Il tutto è regolato dalla perfetta simmetria tra gli elementi: rispetto ad un ipotetico asse centrale, ogni singolo particolare presente sulla parte destra si ripete esattamente anche sulla parte sinistra. Inizio a passeggiare nei vicoli tra una aiuola ed un’altra guardandomi intorno a bocca aperta: i colori accesi dal sole dominano incontrastati facendo immaginare di essere in un eden in terra.

Giardini all'italiana - Panoramica dall'alto

Giardini all’italiana – Panoramica dall’alto

 

Fontana dei Mori - Dettaglio

Fontana dei Mori – Dettaglio

 

Fontana dei Mori - Navicella

Fontana dei Mori – Navicella

 

Cura maniacale del Giardino all'italiana

Cura maniacale del Giardino all’italiana

Adesso decido di visitare i due edifici posti alle due estremità di questo primo “livello” di Villa Lante e che prendono il nome di Palazzina Gambara e di Palazzina Montalto; per entrambi è visitabile solo la prima stanza, quella di ingresso. Ci sono porte che sembrano aprire in altre realtà, ma sono ben chiuse. La particolarità di questi ambienti sono gli affreschi, molto belli e discretamente conservati, anche se un po’ sbiaditi.

Affresco - 1

Affresco – 1

 

Affresco - 2

Affresco – 2

 

Affresco - 3

Affresco – 3

Riprendo la visita degli esterni, decisamente più impressionante. Lo faccio salendo la prima rampa di scale che porta al secondo livello. Qui, il verde infinito che caratterizza l’intero ambiente viene rotto in maniera estremamente piacevole da una favolosa Azalea Rosa.

Azalea Rosa

Azalea Rosa

Seguo l’esplorazione e mi imbatto nel particolare che mi piace di meno dell’intero ambiente: la Fontana dei Lumini. Per carità…è un mio parere personale, ma proprio non mi dice nulla. Tanto più che non sono ispirato neanche a scattare una foto decente. L’unica che ho non è adatta. Salgo altre scale e mi trovo ora sul terzo livello di questa villa; intanto i giochi d’acqua continuano senza soluzione di continuità.

Singolare fuoriscita d'acqua da una vasca

Singolare fuoriscita d’acqua da una vasca

Subito dietro, stavolta, il parco regala un vero Capolavoro con la “c” maiuscola: la Fontana dei Giganti. Anche qui l’acqua, che assume un particolare colore verde/tuchese, sgorga da vari zampilli tra bellissime statue; come in precedenza la simmetria di ogni elemento la fa da padrone.

Fontana dei Giganti - Panoramica

Fontana dei Giganti – Panoramica

 

Fontana dei Giganti - Dettaglio lato sinistro

Fontana dei Giganti – Dettaglio lato sinistro

 

Fontana dei Giganti dall'alto

Fontana dei Giganti dall’alto

Come si nota dall’immagine appena pubblicata, salgo altre scale e vado sul quarto livello. Qui una singolare via d’acqua si trova davanti ai miei occhi; è lunga e stretta ed ha una forma decisamente insolita. Non a caso si chiama Fontana della Catena: con un minimo di immaginazione si notano i singoli elementi che compongono la “catena d’acqua”. Purtroppo in questo punto gli alberi coprono totalmente la luce e non ho un’immagine mia decente da mostrare. Così eccezionalmente prendo in prestito la foto pubblicata sul sito ufficiale della villa. Stavolta ammetto che se fosse stato possibile pubblicare un mio scatto sarebbe stato di gran lunga migliore di questo…

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Fontana della Catena – Foto del sito ufficiale della Villa

Salgo ancora fino al quinto ed ultimo livello di  questa fantastica struttura che non manca di stupire ancora. Il primo elemento che ho di fronte è la Fontana dei Delfini.

Fontana dei Delfini

Fontana dei Delfini

Da ambo i lati si aprono due vialetti che terminano con questi edifici:

Immagine che vale sia per il vialetto di destra che per quello di sinistra

Immagine che vale sia per il vialetto di destra che per quello di sinistra

Esattamente al centro, dietro alla testa a quattro facce di un antico dio romano messo lì probabilmente a fare da guardiano, c’è il luogo dove tutto inizia. L’acqua della Villa arriva da qui e non ci poteva essere finale più semplice e scenografico allo stesso tempo. La Fontana del Diluvio è composta da tre zampilli molto vicini tra loro. La particolarità di questo luogo è che la superficie dell’acqua contenuta nella vasca è completamente coperta di alghe che formano un vero e proprio tappeto simile ad un perfetto panno da biliardo, di un verde incredibilmente acceso da sembrare finto. Tutto ciò fà contrasto col colore blu scuro dei tre punti in cui gli zampilli raggiungono la vasca stessa. L’effetto per chi si trova qui davanti è davvero surreale.

Testa a quattro facce di un antico dio romano

Testa a quattro facce di un antico dio romano

 

Fontana del Diluvio - dettaglio di uno dei tre zampilli

Fontana del Diluvio – dettaglio di uno dei tre zampilli

 

Fontana del Diluvio - Panoramica ravvicinata

Fontana del Diluvio – Panoramica ravvicinata

A questo punto il giro arriva al capolinea. L’unico modo per abbandonare la struttura è ripercorrere gli stessi passi dell’andata fino all’ingresso che, in questo caso, funge da uscita. Ma non lo faccio in fretta, così ho modo anche di immortalare altri particolari.

Balaustra dei vasi

Balaustra dei vasi

 

Accesso al Giardino all'italiana oggi chiuso

Accesso al Giardino all’italiana oggi chiuso

Mi trovo fuori da Villa Lante e vedo di fronte a me un altro parco molto grande, anche se semplicissimo e composto solo da una distesa d’erba comunque ben curata. I cestini dell’immondizia pieni mi fanno capire che questo luogo viene usato per i pic-nic e che ieri (giorno di Pasqua) molta gente non è rimasta dentro casa. Potrebbe essere un’idea per chi si trova in zona ed ha con se teli e cibo: l’ingresso è gratuito. Personalmente ho l’occasione di vedere due volte un grosso scoiattolo che, in lontananza, va e viene da un albero.

Per un pic-nic a costo zero appena fuori da Villa Lante

Per un pic-nic a costo zero appena fuori da Villa Lante

Calcolando che ho terminato la visita per intero di questo primo obiettivo e che ho visto all’interno del perimetro forse 7-8 persone a parte me, direi che il piano di ammirare delle meraviglie restando quasi isolato in una giornata festiva sta funzionando. Mentre scendo verso la macchina ne ho conferma: vedo gruppi molto assortiti di persone venire verso di me, vedo tre coppie seguite dai rispettivi figli che percorrono la via di Bagnaia che porta a Villa Lante passandosi a vicenda un pallone da calcio e così via. Ringrazio la mia organizzazione per avermi fatto risparmiare le orde dei barbari, tutte unite nel famosissimo “esercito degli occhi gonfi dal sonno alle 11:15 del mattino”;  io, cari signori, tolgo il disturbo. All’andata avevo però notato che la piazzetta centrale qui presente è anch’essa degna di nota. Nel raggio di pochi metri ci sono La Torre dell’Orologio con annessa la Porta del Borgo, La fontana di Piazza Castello all’interno delle mura e la Fonta del Pisciarello fuori dalle mura. Ed ancora la Chiesa di San Giovanni Battista ed un’altra chiesetta sconosciuta anche su internet.

Torre dell'Orologio e porta del Borgo

Torre dell’Orologio e Porta del Borgo

 

Fontana di Piazza Castello

Fontana di Piazza Castello

 

Fontana del Pisciarello

Fontana del Pisciarello

 

Chiesa di San Giovanni Battista

Chiesa di San Giovanni Battista

 

Chiesetta anonima di Bagnaia

Chiesetta anonima di Bagnaia

Adesso è davvero tutto. Scendo le scale che mi conducono fino al parcheggio e metto in moto verso la seconda ed ultima destinazione della giornata. Così imposto il navigatore (stavolta da subito) in direzione di Caprarola, altro gioiello della Tuscia.

Guido con tutta calma, non ho alcuna fretta di arrivare; la giornata è troppo bella e per una volta me la godo più del solito. Accosto anche un minuto sul lato della strada dal quale si vede il Lago di Vico, davvero suggestivo. Arrivo nella piccola cittadina dopo circa 30-35 minuti. L’obiettivo qui è visitare il famoso Palazzo Farnese; non conoscendo il posto, per un pelo mi faccio fregare: in un punto lontanissimo dal palazzo storico c’è un cartello che indica “Centro visitatori – parcheggio”.  Vedo anche gente che esce da lì a piedi, probabilmente dopo aver posteggiato la macchina. A me la cosa puzza molto: mi accosto e mi volto verso la Villa: è davvero troppo troppo lontana e non è possibile che non ci si possa avvicinare almeno un altro po’. Spengo il GPS e vado a naso infilandomi dentro al borgo ed arrivando con tutta la macchina proprio di fronte all’imponente struttura; da lì seguo il senso unico a sinistra andando pianissimo in cerca di un miracolo che accade: dopo neanche 150 metri una vettura fa marcia indietro, se ne va e mi lascia un parcheggio in fascia bianca! Non me lo faccio dire due volte e senza il tempo di mettere la freccia mi ci trovo già posizionato. Meglio di così non poteva andare. Ma per visitare Palazzo Farnese è troppo presto; sicuramente “l’esercito degli occhi gonfi” è tutto là dentro. Ammazzo il tempo facendo una passeggiata per il paese fino ad arrivare quasi all’inizio dove avevo visto poco prima una pizzeria aperta. Decido di mettermi comodo perchè sarei rimasto lì dentro almeno un’oretta buona. In questo modo sarei uscito con lo stomaco pieno trovando tutti gli altri da poco seduti a tavola. Entro nel locale convinto di spendere poco per una margherita ed una coca cola e, guardando il menù, ci resto di sasso: le pizze vanno tutte da un minimo di 9 euro ad un massimo di 12 euro l’una. “Cacchio…9 euro per una margherita? Ma è fatta con oro zecchino, forse???”. Credo che questo pensiero (che ho molto ripulito per poterlo pubblicare) mi venga concesso. Ormai ci sono e non ho la faccia per andarmene, però tra una margherita a 9 euro ed una pizza più completa a 10 euro scelgo la seconda opzione ed ordino. Dopo poco arriva la bibita e, da lì a qualche minuto, comprendo la realtà delle cose. Vedo la cameriera uscire dal banco del forno con in mano una “cosa” di dimensioni abnormi; deborda dal piatto in maniera angosciante ed i 10 euro pagati diventano così quasi normali.

Vi presento la mega-pizza

Vi presento la mega-pizza

Mi esce un’esclamazione con la quale rendo pubblico il fatto che probabilmente per pranzo sia un tantino esagerata, proprio mentre  accanto a me passa il pizzaiolo ancora pieno zeppo di farina; mi dice che se mangerò con calma la finirò tutta. A dire il vero io già lo so che il finale sarà quello, in primis perchè adoro la pizza ed in secondo luogo perchè il cibo non si butta mai, a costo di esplodere. Ci sono nazioni intere senza cose da mangiare e sprecare è un peccato mortale. Inizio ad usare il coltello e la forchetta fino a quando comincio a masticare l’ultimo quadratino di quella “pizza familiare”. Consumo la coca cola fino all’ultima goccia per rendere il mio stomaco un po’ meno compatto causa farinacei in eccesso e chiedo il conto. Alla fine con 13 euro me la cavo e va bene così. Guardo l’orologio e sono le 13:20; passeggiatina verso Villa Farnese ed ingresso, tutto secondo prgramma. Camminando passo davanti ad altri ristoranti e, con somma gioia, li sento stracolmi; riesco quasi a distinguere le bocche che masticano, per quante ce ne sono ammassate. Allungo il passo con un sorriso stratosferico, entro nel luogo di interesse ed acquisto il biglietto (anche qui 5 euro a persona).

Palazzo Farnese a Caprarola

Palazzo Farnese a Caprarola

A questo punto faccio una premessa doverosa: non sono affatto un esperto d’arte, quindi non mi cimento neanche nel tentativo di descrivere le opere che trovo qui come posso aver fatto con i giardini di Villa Lante; sono due cose estremamente diverse e, su questa non so praticamente niente; se devo prendere un testo e copiarlo di sana pianta per fare bella figura, preferisco di gran lunga essere sincero. Posso scegliere tra due ingressi: il piano terra ed il piano nobile. Decido di partire ovviamente dal basso e mi trovo in un ambiente di forma circolare completamente affrescato su ogni parete. La parte centrale è aperta, senza un tetto. Alcune porte mi conducono dentro le sale visitabili dove ammiro le bellezze che vi sono contenute.

Scorcio del piano terra

Scorcio del piano terra

 

Dettaglio del soffitto di una stanza al piano terra

Dettaglio del soffitto di una stanza al piano terra

 

Dettaglio di una stanza al piano terra - 1

Dettaglio di una stanza al piano terra – 1

 

Dettaglio di una stanza al piano terra - 2

Dettaglio di una stanza al piano terra – 2

Arriva il momento di salire al piano superiore che sapevo essere molto più ampio e completo di quello appena concluso. Già il colpo d’occhio sulle scale è degno di nota.

Dettaglio scala di accesso al Piano Nobile

Dettaglio scala di accesso al Piano Nobile

Arrivo in cima ed il percorso guidato inizia, come per il piano terra, con un’area circolare; dopo pochissimo però vengo indirizzato nelle stanze. Ce ne sono davvero tante, ognuna diversa dall’altra; contengono affreschi stupendi, opere in rilievo, soffitti fantastici ed addirittura mappe geografiche nell’apposita sala; il tutto con colori  conservati meglio di quelli visti poco prima: sicuramente qui la luce del sole non arriva in maniera troppo invasiva. Non credo ad un’opera massiccia di restauro perchè in Italia i soldi non vengono spesi per questo genere di cose, almeno di solito. Spero però di essere smentito da chi conosce la verità. Qui di seguito posto una serie di immagini che ritengo le più belle, senza didascalia. Il tutto per dare un’infarinatura di cosa puà regalare una visita a Villa Farnese.

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A questo punto segue solo l’uscita in giardino; subito dopo la visita giungerà al termine. A differenza di Villa Lante, qui la situazione è nettamente diversa. Non c’è niente di speciale se non della vegetazione tagliata bene, ma in maniera molto classica. Fotografo quindi ciò che è degno di nota, cioè una statua ed una bella grotta che ha al suo interno l’effetto “pioggia” con acqua che scende dall’alto verso il basso quando viene aperta da un custode manualmente, cioè solo quando c’è gente. Calcolando che ci sono solo io (confermo il piano diabolico totalmente riuscito, a quuesto punto), il meccanismo viene acceso “in forma privata”.

Statua nel giardino di Villa Farnese

Statua nel giardino di Villa Farnese

 

Grotta con "effetto pioggia", spento al momento di questa foro

Grotta con “effetto pioggia”, spento al momento di questa foro

Avevo letto però di una parte bellissima di questa villa che fino ad ora non ho trovato; il cartello con freccia qui presente mi indica l’uscita a meno di 50 metri, per cui colgo l’occasione per chiedere al custode se sono io pessimamente informato o se c’è qualcosa che non va. Mi conferma che esiste la zona della “Casina dei Piaceri” a circa 700-800 metri dal Palazzo (così chiamata perchè i signori Papi dell’epoca la usavano per “benedire” a modo loro le fedeli) ma che oggi posso pure attaccarmi al tram perchè, essendo solo tre custodi preposti alla cura dell’intera struttua, non potrebbero controllare due aree così a tale distanza l’una dall’altra. Mi invita quindi a tornare dal martedi al sabato e quindi a pagare altri 5 euro causa la negligenza dello Stato Italiano (tanto per cambiare, mi viene da aggiungere) che per non dare lavoro a qualcuno in più nega a me ed a tutti i visitatori di oggi la possibilità di vedere fontane e giochi d’acqua altamente spettacolari. Questo “insignificante” particolare avrebbe reso Villa Farnese davvero completa avendo sia interni di pregio che giardini stupendi e le avrebbe fatto vincere il confronto diretto di oggi con Villa Lante. Grazie Italia, continua a spendere soldi in cazzate abnormi (chiedo scusa e spero di non aver offeso la sensibilità di nessuno, ma quando ci vuole non bisogna nascondere i toni) invece che in queste cose meravigliose. Grazie Italia che assumi amici di amici di amici e parenti di parenti di parenti nelle amministrazioni pubbliche senza uno straccio di concorso,  ma solo per “curriculum” (ed io li vorrei tanto vedere questi curriculum tanto eccelsi…), mentre io lavoro da quasi 20 anni con estrema soddisfazione in aziende private grazie alle mie sole forze perchè sono letteralmente figlio di nessuno; oltre al danno pure la beffa: devo essere privato di una bella visita culturale a causa di mancanza di personale preposto dove invece servirebbe davvero. Grazie Italia perchè mi hai messo al mondo con un aspetto che non ricorda il resto della tua popolazione media, così posso osannare la polizia aeroportuale estera che quando vede me ed il mio passaporto mi dice che non sembro per niente italiano: almeno questo di buon per me lo hai fatto. E per questo ribasco: GRAZIE di non assomigliarti!

Fortuna vuole che l’uscita sia praticamente davanti al parcheggio della mia auto. Ma prima di andarmene scatto un paio di foto della bella Caprarola dall’alto e mi scuso con gli abitanti se non ho potuto visitare le altre bellezze del posto. Come detto, la giornata di oggi non è dedicata nè a Bagnaia nè a Caprarola, ma solo ai due capolavori che custodiscono. Tornerò un’altra volta per vedere e documentare il resto, promesso.

Caprarola dall'alto - 1

Caprarola dall’alto – 1

 

Caprarola dall'alto - 2

Caprarola dall’alto – 2

 

Chiesa di Santa Teresa

Chiesa di Santa Teresa

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Sono le 15:20 quando salgo in macchina e metto in moto. Secondo me sono in perfetto orario per tornare a casa evitando il traffico del rientro della “Pasquetta”, e così è. Percorro le stradine della Tuscia in maniera perfetta, la Cassia a 90 km/h ed il raccordo anulare come una scheggia. Ho giusto il tempo di salire le scale del mio condominio, scaricare le foto della giornata ed accendere la tv sul telegionale che, guarda caso, mostra immagini pazzesche dei caselli autrostradali intorno a Roma congestionati all’inverosimile. Che dire? Volevo visitare due gioielli del patrimonio artistico nazionale senza troppa gente intorno e ce l’ho fatta; volevo guidare in tranquillità in andata ed al ritorno e ce l’ho fatta. Meglio di così non poteva andare. Penso sempre di più ad una cosa: la vita per me non è che giri proprio come dovrebbe, o meglio…come vorrei che fosse. Ho un mare di delusioni nel mio bagaglio personale. Però quando viaggio sono rarissime le cose che non vanno come le programmo. Che sia un destino questo ? Quando mi convincerò di si sarà un bel problema…

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