Varsavia: tutti la snobbano ma non sanno cosa si perdono

di admin

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Varsavia è ufficialmente la capitale della Polonia e su questo non ci piove; nel 99% delle nazioni del mondo, la capitale è anche la città più visitata, ma non in questo caso perchè Cracovia vince la sfida. E’ anche il motivo per cui io ci sono arrivato così tardi, dando la precedenza ad altre località. Le voci comuni dicono che c’è molto di meglio e che una visita qui può essere evitata tranquillamente. Ho però imparato da tempo che non bisogna fidarsi di “coloro che respirano” e che le cose vanno viste con i propri occhi per poter dare un giudizio veritiero. Così finalmente organizzo un viaggio low-cost: una bella faticata perchè prevede diversi mezzi di trasporto. Vediamo cosa è successo…

Venerdi sera: Calcolando che il volo Roma-Varsavia non è quasi mai a basso costo sono costretto ad organizzarmi diversamente. Vado a Termini dove, intorno alla mezzanotte, parte un Intercity che mi porterà a Bari. Ebbene si, la tratta che pago due spicci partirà proprio dal capoluogo pugliese. So bene che è un controsenso andare a sud per poi venire scaraventato molto più a nord, ma la logica delle compagnie aeree è di difficile interpretazione. La tratta in treno scorre liscia senza problemi e soprattutto è puntuale. Quando arrivo ho circa un’oretta di tempo a disposizione prima del trasferimento allo scalo di Palese e così, conoscendo già la città, vado a fare colazione ad un bar che dista qualche centinaio di metri dalla stazione. Subito dopo, a pancia piena, mi dirigo verso la Ferrotramviaria, una linea metropolitana leggera che serve la zona. Qui dovete fare attenzione perchè io sono stato letteralmente fregato: se acquistate il biglietto per l’aeroporto lo pagate cinque euro tondi. E’ vero che il servizio è comodissimo perchè vi porta quasi dentro al terminal, però l’importo per un tragitto così breve è il solito furto studiato ad arte a danno di chi viaggia. Basta scendere alla stazione precedente (chiamata “Europa”) e camminare per poco meno di un kilometro e mezzo per usufruire del ticket a soli 1,30 euro. Capito la bastardata? 10 euro contro 2,60 euro per l’andata + il ritorno. No comment…è meglio. L’attesa è breve ed anche in questo caso la puntualità della compagnia Wizz Air è ineccepibile: alle 8:50 prendo il volo e piazzo una di quelle sonore dormite da competizione svegliandomi solo quando l’aereo effettua l’atterraggio. Mi trovo allo scalo “Chopin”, quello dentro alla città. Arrivare in centro è un gioco da ragazzi e lo si fa con un autobus ed un tragitto in metro. Per girare in tutta tranquillità con i mezzi pubblici basta acquistare un biglietto speciale che vale per l’intero week-end alla modica cifrà di 24 zloty , cioè neanche 6 euro. Torno un attimo indietro: 5 euro per un sola tratta da Bari stazione a Bari aeroporto e meno di 6 euro per poter prendere tutti i mezzi di Varsavia in un interno week-end. Se non ricordo male è da un po’ che non scrivo una certa cosa ed è sempre bene non dimenticare: Italia vergognati!!! La metropolitana viaggia che è un piacere e mi accompagna a 150 metri dalla stanza prenotata: mi dirigo lì perchè devo lasciare il borsone. Quando arrivo ho però una gradita sorpresa: anche se non sarebbe ancora l’ora del check-in mi viene data lo stesso la camera. Ormai so che su queste cose l’Est Europa ha tanto da insegnare. Ho tralasciato una cosa importantissima: oggi è il 10 marzo e nello stivale si sta consumando un inverno gelido e pieno di precipitazioni mentre qui a Varsavia (centro nord della Polonia) si preannuncia una giornata di sole stupenda, pure mite per la media delle temperature locali del periodo. Ovviamente godo tantissimo perchè posso camminare senza mettere il giacchetto mentre, se fossi rimasto a casa, starei con tre giacconi addosso e l’ombrello in mano. Torno nella metro e scendo alla fermata “Ratusz Arsenal”: il mio giro inizia da qui. Da programma devo seguire per un buon tratto il viale che prende il nome di “Andersa” e lo faccio. Subito sulla sinistra posso osservare il Mostowski Palace, attuale quartier generale della polizia cittadina.

Mostowski Palace

Più avanti, in Piazza dei Prigionieri Politici dello Stalinismo, trovo il Monumento al Soldato della prima armata omaggiato da fiori freschissimi.

Monumento al Soldato della Prima Armata

Quando arrivo all’incrocio con “Piazza della Madre Siberiana” svolto a destra in quest’ultima e vedo di fronte a me il Monumento ai Caduti d’oriente.

Monumento ai Caduti d’oriente

Arrivo su Bonifraterska e la imbocco ancora verso destra. Dall’altro lato della strada mi si mostra la piccola e semplice Chiesa di San Giovanni di Dio.

Chiesa di San Giovanni di Dio

La prossima deviazione, stavolta a sinistra, avviene appena arrivo dalle parti di Franciszkanska. Percorrendo questa via mi trovo ad ammirare la bella Chiesa delle Sante Stimmate di San Francesco. Più avanti, difficile da fotografare a causa sia della sua mole che dei troppi alberi presenti, mi imbatto anche nella Chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria.

Chiesa delle Sante Stimmate di San Francesco

Chiesa della Visitazione della Beata Vergine Maria

Già da queste prime battute capisco subito l’andazzo di questi due giorni: Varsavia conferma l’amore dei polacchi sia per i loro eroi che per la religione. Sempre qui c’è un monumento dedicato a Marie Sklodowska, conosciuta ai più come Marie Curie. Fu un’importante chimica e fisica locale, poi però naturalizzata francese. Portando lo sguardo oltre vedo lo scheletro di quelle che dovrebbero essere delle Fontane Multimediali (si sà che certe cose nei paesi dell’est sono chiuse durante l’inverno ed oggi non è da meno) e soprattutto ho il mio primo incontro con la Vistola, il fiume che bagna Varsavia.

Monumento a Marie Sklodowska-Curie

Passo davanti alla Chiesa di S. Benon (senza infamia e senza lode) e giungo in “Rynek Nowego Miasta”, spazio aperto fortunatamente senza le bancarelle del mercato che avevo visto nella foto aerea del Google Maps. Qui si affacciano il “Teatro Warsawy” e soprattutto la Chiesa di S. Kazimierz che offre un ottimo colpo d’occhio.

Chiesa di S. Benon

Chiesa di S. Kazimierz

Svolto a sinistra e prendo “Freta” dove mi aspettano diversi punti di interesse; primo fra tutti è il palazzo che ospita il Museo di Marie Sklodowska-Curie. Subito dopo, poste quasi una di fronte all’altra, ci sono la Chiesa di S. Jacek e la Chiesa del Santo Spirito e Pauline Monastery.

Museo di Marie Sklodowska-Curie

Chiesa di S. Jacek

Chiesa del Santo Spirito e Pauline Monastery

La passeggiata prosegue verso la zona del centro storico alla quale si accede passando dal “Barbakan”, costruzione difensiva a pianta semicircolare che si trova subito dietro le mura. A mio giudizio si tratta di un edificio a solo fine scenico perchè dubito fortemente che possa aver avuto qualche seppur minima valenza anche in passato. E’ però particolare l’insieme Barbakan+mura cittadine.

Il Barbakan di Varsavia

Qui faccio una piccola pausa perchè ci tengo a parlare di una cosa che mi ha colpito molto. In questa zona c’è un monumento dedicado a due personaggi di nome Wars e Sawa. Vista così…la statua può sembrare anche insignificante, ma c’è una bellissima storia dietro che voglio riportare integralmente; a me non ha annoiato…anzi: anche se la vita mi ha portato a non credere più nella bontà del prossimo, non posso cancellare del tutto quelle che erano (un tempo) le mie aspettative ed i miei sogni.

Tanto tempo fa, sulle rive del fiume Wistola, viveva un giovane pescatore di nome Wars. Quando i suoi fratelli andavano a trovarlo, cercavano di convincerlo ad andare a vivere con loro in campagna, dicendogli che lì avrebbe trovato una bella ragazza che lo avrebbe reso felice, ma lui rispondeva sempre che lontano dal fiume non sarebbe riuscito a vivere. La sera, prendeva la sua barca e iniziava a pescare. Una notte, udì il canto di una dolce voce femminile. Incuriosito, iniziò a dirigersi verso quel suono, e più si avvicinava, più il suono si faceva forte. A un tratto, vide su una roccia una creatura metà donna e metà pesce che cantava. Anche lei lo vide e si tuffò in acqua. Da allora, Wars smise di mangiare e di dormire per andare alla ricerca della donna sul fiume. Un giorno, i suoi fratelli, preoccupati, lo portarono dal vecchio saggio il quale, ascoltato il suo racconto, gli disse: “Quella creatura è una Sirena”. Wars si era innamorato, ma il saggio aggiunse: “Non potrete mai vivere insieme; le sirene possono vivere solo nel fiume. Esiste una sola possibilità per farla innamorare di te: al sorgere del sole, chiamala con un nome di donna, e lei diventerà una ragazza”. Wars continuò tutte le notti a cercarla. Una notte tempestosa, nel fiume si formò un vortice, la barca si capovolse e Wars venne inghiottito dalla corrente. Stremato pensò: “Amore mio, visto che tu non vuoi venire da me, sarò io a venire da te”. Mentre credeva di morire, si sentì abbracciare, poi svenne. Quando riprese i sensi, il sole stava sorgendo e vide accanto a sé la sirena. Ricordandosi le parole del Saggio, disse:“Ti chiamerò Sawa”. “Sawa”, rispose la sirena e, in quel momento, anche il resto del suo corpo divenne quello di una ragazza. Da allora Wars e Sawa vissero insieme nella casa sul fiume, dove oggi sorge una grande città che porta i loro nomi: Warsawa… (Varsavia).

Statua di Wars e Sawa

Il breve racconto appena riportato non è scritto di mio pugno, ma è una citazione presa da un sito/forum. Decido di non entrare ancora all’interno delle mura, ma di seguirne il perimetro per un po’. Mi trovo di fronte a quello che letteralmente viene tradotto come “Monumento al piccolo insorto”. A prima vista sembra uno scherzo, ma rappresenta una cosa molto seria: è la commemorazione di tutti quei giovani (anche bambini) che hanno fatto la loro parte come potevano (ed anche di più…) durante la rivolta per l’indipendenza di Varsavia.

Monumento al Piccolo Insorto

Snobbo ancora la zona centrale e faccio una deviazione verso Piazza Krasinskich per rimanere sullo stesso tema: infatti mi aspetta il bellissimo Monumento dedicato all’Insurrezione di Varsavia che mi lascia a bocca aperta. In più un’altra opera completa la piazza. Dalla parte opposta purtroppo la Cattedrale dell’Esercito Polacco è irriconoscibile a causa di lavori in corso che ne coprono l’intera facciata.

Monumento in memoria dell’Insurrezione di Varsavia

Altra scultura nella medesima piazza

Veduta d’insieme della piazza

Sulla sinistra vedo uno spiazzo con all’interno delle strane figure: guardo meglio e capisco che si tratta di cavalli alati tutti colorati. Poco più in là si apre il Giardino Krasinskich sul quale si affaccia l’omonimo palazzo, davvero degno di nota. Il laghetto del giardino ha ancora l’acqua gelata, ma la temperatura odierna sta dando una grande mano affinchè possa tornare presto allo stato liquido.

Cavalli alati colorati…

Palazzo Krasinskich (fronte)

Laghetto ghiacciato del parco e Palazzo Krasinskich (retro)

Mi trovo ora su “Miodowa” e procedo; su questa strada trovo la Chiesa della Dormizione della Vergine Maria che sembra tutto tranne che un edificio religioso, la Chiesa della Trasfigurazione del Signore ed anche una strana mano gigante a righe bianche e blu che se ne sta placida a prendere il sole su un balcone…chissà per cosa è lì?

Chiesa della Dormizione della Vergine Maria

Chiesa della Trasfigurazione del Signore

Ciao…

Entro in “Kapitulna” e mi ritrovo nella zona delle mura, poco lontano da dove prima le avevo lasciate di fronte al Monumento al Piccolo Insorto. Qui ad aspettarmi c’è un’altra statua: quella di Jan Kilinski, davvero degna di nota. Alla sua sinistra attira la mia attenzione anche il particolarissimo Orologio di Sigismondo.

Monumento a Jan Kilinski

Orologio di Sigismondo

Finalmente, dopo tanto rimandare, entro nel centro storico di questa bella capiale. Lo faccio col botto perchè mi trovo in men che non si dica in “Rynek Starego Miasta”, piazza di forma rettangolare quasi completamente chiusa da edifici storici tutti colorati in classico stile locale sulla quale si affaccia anche il “Muzeum Warszawy”; C’è un bel po’ di gente qui, ma è una cosa normale. Al centro della piazza stessa c’è la statua dedicata alla Sirena, uno dei simboli di Varsavia.

Veduta su Rynek Starego Miasta

Edifici su Rynek Starego Miasta tra cui il Muzeum Warszawy

La Statua della Sirena

Un bell’orologio occupa l’angolo tra la Piazza e “Swietojanska”; quest’ultima è una via abbastanza stretta dove però ci sono più cose da vedere: poste una accanto all’altra trovo il Santuario di Nostra Signora della Grazie e la Basilica Arcicattedrale di San Giovanni Battista. Data la loro mole ed il poco spazio a disposizione per fotografarle…faccio del mio meglio ma il risultato è quello che è. Dal vivo è tutta un’altra cosa.

Santuario di Nostra Signora delle Grazie

Basilica Arcicattedrale di San Giovanni Battista

Pochi passi ancora e sono nel punto più famoso della capitale polacca: Stare Miasto. Qui si affaccia il bellissimo Castello Reale (che è anche museo) che domina la scena incontrastato. Sempre qui si trova anche la Colonna di Sigismondo. Quando poi mi piazzo in una determinata posizione ho modo di scattare un’istantanea che reputo davvero ben riuscita di un colorato scorcio di centro storico. Peccato che ci siano un po’ troppe transenne metalliche a rovinare l’atmosfera. Dopo aver cercato informazioni su cosa stesse succedendo vengo a sapere che si terrà in giornata una schifosa cerimonia politica che implicherà l’arrivo di qualche alta carica dello stato. La speranza è che tutto ciò non mi dia fastidio limitando in qualche modo il mio giro.

Palazzo Reale

Veduta del Centro Storico con la Colonna di Sigismondo

Particolarità di questa zona è quello che viene chiamato letteralmente il “Palazzo col tetto di Rame”, edificio posto su una bella piazza. La passeggiata prosegue sul corso “Krakowskie Przedmiescie” dove si affaccia sin da subito la Chiesa di Sant’Anna. Bei palazzi ornano la strada da entrambe le parti. E’ qui che vedo per la prima volta le famose “Panchine Musicali”: sono delle normalissime panchine dove ci si può sedere liberamente; in più hanno installato un dispositivo che libera nell’aria note di Chopin quando il loro meccanismo viene azionato.

Palazzo col tetto di Rame

Chiesa di Sant’Anna

Una della “Panchine-Chopin” sparse per la città

La Chiesa Anglicana si trova alla mia sinistra e, di fonte ad essa, c’è il Monumento alla Nostra Signora di Passau con la base stracolma di fiori freschi. Seguono il Monumento dedicato ad Adam Mickiewicz (famoso poeta e scrittore polacco) e, poco distante, la Carmelite Church.

Monumento a Nostra Signora di Passau

Monumento ad Adam Mickiewicz

Carmelite Church

Questo viale monumentale non intende terminare, anzi…continua ad offrire spunti ancora migliori. Sempre alla mia sinistra provo a vedere il Palazzo Presidenziale che è volutamente tenuto sotto controllo ed a debita distanza dalla folla di passaggio. Di fronte svetta però il Monumento equestre dedicato a Jozef  Antoni Poniatowski, Principe di Polonia e del Sacro Romano Impero…ai suoi tempi 🙂 .

Ciò che si può vedere del Palazzo Presidenziale

Monumento equestre a Jozef Antoni Poniatowski

“Piazza di Padre Jan Twardowski” è ciò che incontro andando avanti: una bella area verde piena di aiuole dove campeggiano la panchina dedicata a colui che dà il nome alla zona ed il Monumento a Boleslaw Prus, scrittore e giornalista locale. Poco oltre la scoperta della città va avanti con la statua a Stefan Wyszynski (cardinale ed arcivescovo polacco) posta proprio di fronte alla Chiesa della Visitazione.

Panchina Monumento dedicata a Padre Jan Twardowski

Monumento a Boleslaw Prus

Monumento a Stefan Wyszynski

Chiesa della Visitazione

Adesso è la volta del complesso dell’Università di Varsavia dove faccio capolino ma non mi spingo troppo oltre. Di fronte c’è l’ingresso del parco che conduce fino al bel Palazzo Czapskich, attuale sede dell’Accademia delle Belle Arti. Il Monumento equestre a Bartolomeo Colleoni sembra fare da guardia alla struttura.

Ingresso del complesso universitario di Varsavia

Palazzo Czapskich

Monumento equestre a Bartolomeo Colleoni

La Chiesa di Santa Croce è ubicata poco prima di Piazza Mikolaj Kopernik (da noi conosciuto come Niccolò Copernico, dopo la solita italianizzazione che tanto ci piace). L’area ospita la statua dedicata al famosissimo astronomo polacco. Alle sue spalle si trova l’imponente Palazzo Staszic, oggi sede dell’Accademia delle Scienze polacca e della Società Scientifica di Varsavia. Poco lontano, il Teatro “Arnold Szyfman” completa il quadro.

Chiesa di Santa Croce

Monumento a Niccolò Copernico

Palazzo Staszic

Teatro “Arnold Szyfman”

Andando ancora avanti si aprirebbe una nuova ed importante zona da esplorare ma lo farò in futuro. Per il momento devo terminare questa parte di città e, incredibile ma vero, manca ancora un bel po’.  E’ così che, prendendo “Traugutta”, arrivo fin di fronte alla Chiesa Evangelica della Santa Trinità che mi pare un tantino oggetto di lavori in corso. Alla sua destra il Palazzo della Galleria d’Arte Nazionale è davvero degno di nota.

Chiesa Evangelica della Santa Trinità

Galleria d’Arte Nazionale

Pochi passi mi conducono su Piazza Pilsudski, un’estesa area cementata che ospita la Croce Papale e soprattutto la Tomba del Milite Ignoto, costantemente piantonata da militari. Dall’altro lato della strada vedo il Monumento dedicato proprio a Jozef Pilsudski, padre della riconquistata indipendenza polacca ed una tra le più importanti figure politiche dei suoi tempi.

Croce Papale

Tomba del Milite Ignoto

Monumento a Jozef Pilsudski

Dietro alla Tomba del Milite Ignoto si estendono i Giardini Sassoni, zona verde della città caratterizzata, tra le varie cose, da una bella fontana (spenta), dal Tempio di Vesta e da un laghetto…ovviamente ghiacciato ma in fase di disgelo.

Fontana dei Giardini Sassoni

Tempio di Vesta

Cambio zona percorrendo “Wierzbowa” fino ad arrivare in Plac Teatralny. Qui resto a bocca aperta di fronte alla maestosità del Gran Teatro Nazionale dell’Opera. Provo a scattare la miglior foto possibile considerando che davanti ad esso staziona spessissimo più di un autobus, ma devo capitolare perchè l’intera struttura non entra nell’obiettivo. Devo quindi limitarmi ad immortalarne solo la parte centrale. I monumenti dedicati a Wojciech Boguslawski (attore teatrale e drammaturgo polacco) e Stanislaw Moniuszko (compositore) completano il quadro. Dalla parte opposta della piazza noto la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo.

Corpo centrale del Gran Teatro Nazionale dell’Opera

Statua di Wojciech Boguslawski

Statua di Stanislaw Moniuszko

Chiesa di Sant’Andrea Apostolo

Adesso accade una cosa che proprio non posso contrastare: inizia ad arrivare la sera ed il sole sta per salutarmi. D’altra parte è il 10 marzo, quindi ancora inverno pieno e mancano ancora una quindicina di giorni al cambio dell’ora. Anche se mi ritengo soddisfattissimo di ciò che sono riuscito a fare in così poche ore decido di proseguire ancora, almeno fino a quando il buio non porrà la parola fine per la giornata odierna. Mi rendo conto di essere molto molto vicino alla fermata metro di Ratusz Arsenal, cioè dal punto esatto in cui il mio giro è iniziato. Nell’esatto ordine vedo il Monumento dedicato agli Eroi di Varsavia, la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, il Monumento a Juliusz Slowacki (poeta romantico polacco), il Municipio e la Chiesa Evangelica Riformata. Qui inevitabilmente cala il sipario.

Monumento agli Eroi di Varsavia

Chiesa di Sant’Antonio da Padova

Monumento a Juliusz Slowacki

Municipio di Varsavia

Chiesa Evangelica Riformata

Ci ragiono un po’ ed arrivo ad una conclusione: è una serata troppo bella per rientrare in camera. Per questo motivo decido di cambiare zona e di andare a fare qualche foto in notturna, anche nella parte di città che non ho ancora visto; la cosa mi sarebbe servita per andare più spedito il giorno seguente. Col senno di poi posso dire che mai decisione è stata più saggia. Tra le cose più belle mi vengono in mente il Gran Teatro Nazionale dell’Opera e la zona del Palazzo della Cultura; quest’ultimo viene illuminato ad arte con fasci di luce colorata creando un effetto veramente fantastico. Vedere per credere.

Il Gran Teatro Nazionale e dell’Opera di sera

L’area del Palazzo della Cultura di sera – 1

L’area del Palazzo della Cultura di sera – 2

Per cena trovo un ottimo kebab che per pochi spicci mi preapara un menu completo (piadina stra-ripiena + patatine + bibita) e mi sazio totalmente. Acquisto le solite bevande per la stanza, prendo la metro e rientro. Il tempo rimanente prima di cadere nel sonno più profondo lo dedico come sempre al mio gioco di calcio manageriale.

Domenica mattina: la sveglia è intorno alle 8:00, nè troppo presto e nè troppo tardi. Ieri ho già fatto molto ed oggi resta la seconda parte che mi risulta essere meno ricca…ma qualcosa mi dice che non è la verità. Lascio la camera dopo aver preparato tutte le mie cose e chiedo alla reception di poter custodire il borsone fino al pomeriggio ottenendo risposta positiva. Sono pronto per partire e non me lo lascio dire due volte. Mi dirigo verso la metropolitana e scendo alla fermata “Politechnika”; il primo obiettivo di oggi è la Chiesa del Santissimo Salvatore, ma ho una sgradita sorpresa perchè dei lavori in corso ne stanno coprendo una buona parte. Scatto ugualmente una foto per averla nel mio album ma non la pubblico. La giornata non è bella e soleggiata come ieri e ci sono troppo nuvole in cielo; questo è quello che vedo mentre cammino fino al Monumento dedicato a Ronald Reagan. Poco lontano trovo anche il Monumento alla resistenza polacca all’occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale.

Monumento a Ronald Reagan

Alla resistenza polacca durante la seconda guerra mondiale

Attraverso passeggiando tutto il Parco Ujazdowski e mi soffermo sulla statua in onore di Ignacy Jan Paderewski (pianista, compositore e politico locale). Più avanti è il Monumento a Roman Dmowski (politico polacco) a prendere la mia attenzione. Supero il giardino botanico e poco dopo posso osservare una nuova statua: stavolta il protagonista è Henryk Sienkiewicz (scrittore e giornalista).

Monumento a Ignacy Jan Paderewski

Monumento a Roman Dmowski

Monumento a Henryk Sienkiewicz

Qui arriva uno dei pezzi forti della giornata: sto parlando del bellissimo Monumento dedicato a Fryderyk Chopin, uno dei maggiori compositori di sempre che ancora oggi conosciamo; è nato in Polonia per poi essere naturalizzato francese.

Monumento a Fryderyk Chopin

Questa è una delle porte di accesso dell’enorme Lazienki Park, quello che è il vero polmone verde di Varsavia. Si estende per una superficie ampissima e racchiude una marea di punti di interesse. Già guardando la mappa prevedo che la mia sosta qui sarà abbastanza prolungata. Il primo step ce l’ho col bianchissimo Tempio della Sibilla che ha accanto a se la strana scultura dell’artista greca Christina Papageorgiu dal nome “Omfalos – L’Ombelico del Mondo”. Il tutto si completa con la bella vista sullo Stagno Belvedere ancora parzialmente ghiacciato.

Tempio della Sibilla

Omfalos – L’Ombelico del Mondo

Veduta dello Stagno Belvedere

Continuando la passeggiata noto la simpatica presenza di uno scoiattolo rosso che gironzola indisturbato tra le foglie secche e riesco anche a fotografarlo come si deve. Lo scatto però lo tengo per me perchè andando avanti col racconto arriverà un momento ancora migliore che definirei clamoroso. Mi colpisce uno scorcio del piccolo corso d’acqua che scorre nel parco: sarà il periodo di fine inverno, sarà la luce particolare o chissà cosa…fatto sta che mi innamoro letteralmente di questa immagine che sembra uscire da una favola:

Scorcio incantato del Lazienki Park

Cerco di girare l’intero parco e mi imbatto nel Padiglione Bianco, nella Vecchia Orangerie, nella Nuova Orangerie, nella “Nowa Kordegarda” e…in uno stupendo pavone che gode di tutta la libertà che vuole. Certo, se avesse aperto “la ruota” sarebbe stato il top ma non ho questo privilegio.

Nowa Kordegarda

Il Pavone del Lazienki Park

Successivamente raggiungo il Lazienki Palace (detto anche “Palazzo sull’Isola) e poi L’anfiteatro. La camminata mi porta fino ad un successivo ponte che mi regala una stupenda visuale sia del Palazzo che del corso d’acqua che scorre nel parco. Proprio qui ci sono altri splendide figure, stavolta vestite di bianco.

Il Lazienki Palace visto dal suo piazzale

Il Lazienki Palace visto dal ponte sul corso d’acqua

Stupendi cigni nello stagno

E così arriva il momento tanto bello quanto inatteso. In un determinato punto del parco noto diversi scoiattoli rossi come quello visto all’inizio dell’esplorazione. Corrono da una parte all’altra dei prati, salgono e scendono dagli alberi con la rapidità che li contraddistingue e sono uno spettacolo della natura. Inizio a scattare foto a raffica toppandone diverse ma anche ottenendo dei soggetti spettacolari. Ma ce n’è una in particolare che porterò sempre con me: ad un certo punto decido di chinarmi e di aspettare con la reflex puntata verso gli scoiattoli; voglio vedere se, stando fermo immobile, almeno uno di loro si avvicina di più.  Beh…succede l’incredibile: non solo uno si è davvero avvicinato molto, ma addirittura si è messo in piedi per due-tre secondi dandomi il tempo di premere il pulsante della macchina fotografica. Per me che non sono un professionista è una soddisfazione enorme.

Scoiattoli sull’albero

Lo scoiattolo fiuta qualcosa

Lo scoiattolo si mette in posa per me!

Proseguo più carico di energia che mai per questo siparietto del tutto casuale. Prossimo obiettivo è il Myslewicki Palace; da qui ho una superba vista del retro del Lazienki Palace che si affaccia sullo stagno completamente ghiacciato. Sembra un’immagine degna di altri luoghi ben più freddi di questo.

Myslewicki Palace

Retro del Lazienki Palace

Esco dal parco perchè credo di aver visitato un po’ tutto e percorro “Agrykola”. Ad un certyo punto mi trovo a passare su un ponte che custodisce l’imponente Monumento dedicato a Jan III Sobieski, un tempo Re di Polonia conosciuto con il soprannome di “Leone di Lehistan”.

Monumento a Jan III Sobieski

Torno così al punto di partenza (quello in cui sono entrato nel Lezianki Park) perchè devo terminare di vedere davvero tutto prima di invertire la marcia ed andarmene. Sto parlando del Monumento a Jozef Pilsudski (sappiamo già chi è) e del Palazzo del Belvedere.

Monumento a Jozef Pilsudksi

Scorcio del Palazzo del Belvedere

Una discreta passeggiata mi aspetta fino a quando non riprendo la metropolitana. Stavolta decido di cambiare completamente zona e scendo alla fermata “Stadion” dove…ovviamente…c’è lo stadio cittadino. Non riesco ad entrare in nessun modo perchè c’è in corso una manifestazione ed è richiesto un ticket, ma comunque lo spettacolo è davvero degno di nota, se non altro per la forma originale dell’impianto. Poco dopo arrivo ad osservare anche il famoso Swietocrzyski Bridge.

Warszawa Stadion

Swietokrzyski Bridge

Camminando lungo “Wybrzeze Szczecinskie” arrivo fino ad un bellissima quanto inaspettata statua: il Monumento Kosciuszko. Commemora i soldati dell’esercito polacco che liberarono il quartiere “Praga” dall’occupazione tedesca. Per me davvero stupendo.

Monumento Kosciuszko

Dopo raggiungo l’area che ospita la stupenda ed imponente Cattedrale di San Michele Arcangelo e San Floriano;  nel piazzale antistante c’è il Monumento a Padre Ignacy Skorupka. Nei pressi della fermata della metropolitana chiamata “Dworzec Wilenski” (poco distante) posso ammirare anche la Cattedrale Ortodossa di S. Mary Magdalene.

Cattedrale di San Michele Arcangelo e San Floriano

Monumento a Padre Ignacy Skorupka

Cattedrale Ortodossa di S. Mary Magdalene

Riprendo i mezzi pubblici per cambiare nuovamente zona. Mi trovo di giorno dove ho scattato alcune foto fantastiche ieri sera, cioè nell’area che ospita il Palazzo della Cultura. Ovviamente non c’è solo questo. Inizio infatti la visita dalla Chiesa di Ognissanti: peccato che ci siano troppi alberi ad ostruirne la visuale. Raggiungo lo Swietokrzyski Park e ci trovo il Monumento dedicato a Janusz Korczak, scrittore e medico polacco morto durante l’olocausto perchè di origine ebraica.

Chiesa di Ognissanti

Monumento a Janusz Korczak

L’immenso Palazzo della Cultura ospita un sacco di cose, tra le quali ne cito due: Il “Teatro Studio” ed il Teatro Drammatico di Varsavia. E’ un edificio davvero incredibile che ai più non piace perchè ricorda troppo lo stile sovietico. Io non sono affatto di questo avviso e reputo il colpo d’occhio fantastico.

Palazzo della Cultura di Varsavia

Teatro Drammatico

Teatro Studio

Da qui con una nuova passeggiata arrivo fino a “Nowy Swiat”: si tratta di un viale molto conosciuto a livello commerciale perchè pieno zeppo di negozi da ambo i lati. Sono quasi sempre le solite marche famose ed internazionali che appestano i corsi cittadini, per cui si tratta di tanto rumore per nulla. Appena capisco l’antifona rimango davvero poco qui, giusto il tempo per fare una deviazione ed andare a vedere il palazzo che ospita il Museo Fryderyk Chopin.

Museo Fryderyk Chopin

Raggiungo “Aleje Jerozolimskie” e lo percorro per un discreto tratto. Mi imbatto in diversi punti di interesse: il primo è il Monumento agli insorti che combattono per la Polonia libera. Inverto poi la marcia e mi soffermo un po’ girando all’interno del Museo delle Forze Armate Polacche, gratuito e stracolmo di aerei, carri armati, cannoni e chi più ne ha più ne metta riguardo i mezzi da guerra.

Monumento agli insorti che combattono per la Polonia libera

Museo delle Forze Armate – 1

Museo delle Forze Armate – 2

Museo delle Forze Armate – 3

Subito accanto c’è il gigantesco Museo Nazionale Polacco seguito dal Monumento dedicato a Charles de Gaulle.

Monumento a Charles de Gaulle

Cammino fino alla zona, non molto distante, che ospita la Chiesa di Sant’Alessandro ed il Monumento dedicato a Vincent Witos, ex membro di rilievo del Partito Popolare Polacco.

Chiesa di Sant’Alessandro

Monumento a Vincent Witos

Guardo contemporaneamente la mappa e l’orologio. A quanto pare dovrei aver finito e mi rimangono ancora una trentina di minuti liberi prima dell’ora prefissata per andare a prendere il borsone e poi lasciare Varsavia. Decido di passare questi ultimi attimi tornando al Palazzo della Cultura per scattare altre foto e non rischiare di tornare a casa solo con scatti poco decenti.

Altro scatto del Palazzo della Cultura

Faccio davvero una toccata e fuga verso la reception per poi saltare nuovamente sulla metro in direzione della fermata del bus che mi riporterà all’aeroporto. Qui ho qualche minuto di tempo ed acquisto un po’ di sfizietti da mangiare durante il viaggio ad un piccolo market, sempre che non lo passerò addormentato per l’intera tratta come spesso avviene. Vedo una bella Chiesa e decido di fotografarla, ma lo faccio proprio mentre vedo comparire il bus, per cui devo sbrigarmi e la qualità dell’immagine ne risente molto.

Chiesa di San Tommaso Apostolo

Scende la sera, come si vede dall’istantanea appena pubblicata, ed il volo parte puntuale. Ma la destinazione non è Roma (lo avevo detto che questa uscita sarebbe stata abbastanza faticosa…) bensì Lamezia Terme. Arrivo allo scalo calabrese e mi fiondo letteralmente a prendere il bus che porta alla stazione dei treni ( a quest’ora ci siamo solo io e l’autista a bordo). Da lì’ ad un’ora circa avrò l’intercity notturno che mi riporterà a Termini. Devo ancora cenare; mi guardo intorno ma non vedo niente tranne desolazione. D’altra parte è tardi. Faccio una passeggiata per vedere se la musica cambia allontanandomi un po’ e rimango piacevolmente sorpreso: un pub ha la cucina aperta fino a mezzanotte e mezzo, per cui mi fiondo lì dentro ed ordino pizza, patatine e Coca-Cola mentre ascolto buona musica. A questo punto voglio fare un paragone doveroso: è la prima volta che mi trovo qui mentre, per esempio, diverse volte sono atterrato a Pisa alla medesima ora. Nella cittadina toscana dopo le 21:30 (al massimo) non si mangia più niente perchè tutto completamente sprangato. Se hai fame te la tieni e zitto, a meno di andare a comprare qualcosa di confezionato nelle decine di negozi presenti gestiti da extracomunitari o in miseri fast food della medesima proprietà. A Lamezia invece, dove proprio non me lo aspettavo, ho trovato una degnissima soluzione. Il tempo passa e finalmente arriva il momento di salire sul treno dove trovo lo scompartimento già barbarizzato dagli altri passeggeri che stanno dormendo usando pose assurde. Scusandomi, entro e mi faccio spazio per poi cadere anch’io tra le braccia di Morfeo dopo aver impostato la sveglia. Arrivo abbastanza presto a Roma ed ho tempo di passare a casa per una bella doccia. La tappa successiva, quella meno bella di tutto il tour, è l’ufficio che mi aspetta a braccia aperte.

Per le conclusioni riprendo esattamente da dove ho terminato l’introduzione: per chi dice che a Varsavia non c’è niente da vedere ho sfornato un post di 5400 parole abbellito da decine e decine di immagini. A me non sembra proprio che questa capitale non meriti almeno due giorni pieni. Anzi, devo ammettere che mi ha davvero stupìto come poche altre realtà hanno fatto fino ad ora. I punti di interesse sono tantissimi, si gira in maniera facile ed intuitiva, i mezzi pubblici sono ottimi, puntuali ed economicissimi…ma si può sapere che cosa si chiede di più ad un viaggio? Morale della favola, personalmente mi sento di consigliare Varsavia a tutti perchè sono sicuro di non pentirmene. Vedere per credere.

 

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