Un sabato a Lucerna mi fa scoprire una magnifica sorpresa

di admin

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Questo che sto per descrivere è un viaggio nato davvero all’ultimo minuto; per essere del tutto preciso ho studiato le destinazioni a 24 ore dalla partenza. Prima? Buio pesto. Tale situazione scaturiva in primis dal meteo che da giorni stava flagellando il nord Italia senza tregua, con temporali, grandinate ed inondazioni in piena estate. In secondo luogo perchè, avendo prenotato un’andata e ritorno per Milano, non riuscivo a trovare collegamenti validi per raggiungere altre località. La verità è che della Lombardia mi manca ancora molto da vedere, ma passare il 28 e 29 luglio andandomi a perdere in qualche capoluogo di provincia non mi andava proprio e preferivo qualcosa di diverso. E’ così che, anche con una buona dose di fortuna, costruisco l’itinerario che mi avrebbe portato a Lucerna il sabato ed in uno dei miei grandi pallini alla domenica: la Val di Mello. Data la diversità dei due luoghi divido il viaggio in due posts distinti.

Venerdi sera: alle 23:00 parte il bus che mi porterà nella metropoli lombarda; è a due piani e siamo in pochi, così a tutti toccano due sedili dove potersi stravaccare nella maniera preferita. Fino alle 4:00 del mattino va tutto bene; poi un extracomunitario che ho nella fila dietro alla mia pensa bene di mettersi al cellulare a parlare con chissà quanti membri della sua famiglia calcolando che nel suo paese d’origine, causa fuso orario, è già mattina inoltrata. Che esiste il divieto di disturbare gli altri con telefonate durante i bus notturni lo si sà da tempo immemore, ma solo io cerco di fargli capire che è un maleducato bifolco e che la deve smettere. Morale della favola: continua imperterrito fino alle 6:00, orario di arrivo all’austostazione Lampugnano. In mezzo alle varie conversazioni ci mette anche una serie infinita di “sbadigli con strascico a volume altissimo” e flatulenze che fuoriescono sia da “sopra” che da “sotto”; un Animale con la “A” maiuscola. Mancano due ore di sonno al mio appello e quando scendo dal bus sono mezzo “rinco”. Inizia subito la corsa contro il tempo che consiste prima nell’andare in Hotel (precedentemente contattato) per lasciare il borsone in custodia e poi verso la fermata della metro verde “Famagosta”. E’ qui che ho appuntamento con una macchina che mi deve venire a prendere. Ebbene si, dopo anni di viaggi posso dire di aver provato anche “BlaBlaCar”, il sito che permette di condividere tratte in auto. Questa prima esperienza è stata più ombre che luci ed i motivi sono i seguenti:

  • Ho prenotato con un conducente sessantenne che ha 688 passaggi alle spalle e centinaia di recensioni positive e…mi trovo al volante il figlio ventunenne con fidanzatina scosciata sul sedile del passeggero. Tutto ok, ma se a me non andasse di fare la tratta Milano-Lucerna con un driver poco più che neopatentato? E tra l’altro senza il minimo avvertimento.
  • I due si presentano con la macchina stracarica di bagagli: c’è addirittura un trasportino con tre gattini piccoli all’interno senza un filo di acqua nè un grammo di cibo.
  • Questo tizio arriva al luogo convenuto con trenta minuti di ritardo.

Il padre mi chiama e si scusa, ma io resto allibito. Vorrei dirgliene più di quattro, ma poi lascio perdere altrimenti il viaggio sarebbe stato abbastanza movimentato ed è l’ultima cosa  che avrei voluto. Unica nota positiva: l’altra persona che ha prenotato il viaggio con me è un simpatico uomo di colore che credo sia quasi mio coetaneo. Molto educato, lavoratore in un’azienda di vendite on-line e di piacevole conversazione. Ecco: nell’arco di neanche quattro ore mi sono trovato in mezzo a due situazioni molto distinte: quest’ultima da lodare, e quella sul pullman da cestinare in toto. Forse l’idea di accogliere a braccia spalancate le “risorse buone” e di ricacciare da dove vengono gli Animali non è del tutto sbagliata. Purtroppo ci si mette anche il traffico dovuto ad alcuni lavori in corso sull’autostrada svizzera a complicare le cose, fatto stà che arrivo a destinazione un’ora e un quarto dopo il preventivato. E’ ovvio che una sola volta non è sufficiente a dare un giudizio ad un servizio che attira milioni di utenti nel mondo, per cui darò a BlaBlaCar un’altra opportunità, ma sarà l’ultimissima in caso di nuovo flop. Scendo dalla macchina, saluto e mi trovo già in pieno centro; almeno non ho perso tempo arrivando in qualche eventuale autostazione periferica. La situazione meteo non è positiva perchè pioviggina ed il cielo ha un colore tetro, però non mi perdo d’animo ed inizio l’esplorazione della città nella speranza che la fortuna inizi ad assistermi.

  • C’era una volta…
  • La Provincia di Lucca! – diranno subito i miei piccoli lettori.
  • Eh no…somari che non siete altro. C’era una volta la Provincia di Lucerna, in Svizzera.

E’ ovvio che mi sono servito della targa di quell’ignara automobile e dell’inizio del libro per bambini “Pinocchio” del buon Carlo Lorenzini, detto Collodi, per cercare di sdrammatizzare un’inizio di giornata non proprio idilliaco. La vista che ho davanti però ripaga ogni male: il fiume Reuss prosegue la sua corsa uscendo dal Lago dei Quattro Cantoni (detto anche Lago di Lucerna) proprio sotto al ponte dove mi trovo adesso. Inutile dire che l’acqua è pulitissima e di un colore favoloso, al punto da far venire voglia di un tuffo, cosa per la quale non sono assolutamente attrezzato. Allungando lo sguardo posso così ammirare il Kapellbrucke, ovvero il Ponte della Cappella. Lungo 170 metri, costruito interamente in legno nel XIV° secolo in maniera da sopportare la decisa corrente del fiume, è ad oggi il più antico ponte coperto d’Europa. Peccato che sia in larga parte ricostruito dopo che un’incendio nel 1993 lo ha semi-distrutto. I fiori posizionati per tutto il perimetro lo rendono ancora più bello. Quella che si vede accanto è la Torre dell’Acqua.

Kapellbrucke - Panoramica

Kapellbrucke – Panoramica

Kapellbrucke - Dettaglio delle decorazioni floreali

Kapellbrucke – Dettaglio delle decorazioni floreali

La Torre dell'Acqua

La Torre dell’Acqua

Decido di effettuare il giro partendo dalla sponda sinistra (Bahnhofstrasse, per capirci meglio). Due punti di interesse vicinissimi mi aspettano e sono il Luzerner Theater (teatro cittadino con di fronte la scultura “Pastore con pecore” dell’artista locale Rolf Brem) e la Jesuitenkirche, degnissima di nota.

Luzerner Theater

Luzerner Theater

"Pastore con Pecore" di Rolf Brem

“Pastore con Pecore” di Rolf Brem

Jesuitenkirche

Jesuitenkirche

Lascio per un po’ il lungofiume e mi dirigo verso l’interno; il primo obiettivo è la Franziskanerkirche, Chiesa cattolica. Problema: è ubicata talmente male da non poter essere fotografata per intero; c’è sempre qualche ostacolo che non permette un’istantanea decente. Per tale motivo posso pubblicare solo la foto di un dettaglio e quelle di due fontane che si trovano su Franziskanerplatz, una da un lato ed una dall’altro della Chiesa stessa.

Dettaglio della Franziskanerkirche

Dettaglio della Franziskanerkirche

Fontana in Frazniskanerplatz - 1

Fontana in Frazniskanerplatz – 1

Fontana in Franziskanerplatz - 2

Fontana in Franziskanerplatz – 2

Uscendo dalla piazza e proseguendo nella direzione della Sinagoga si incontra la particolare “Eckhaus” che metto nel mio album dei ricordi. L’edificio religioso ebraico è, in questo caso, molto ben amalgamato con i palazzi che lo circondano e, se non si è molto attenti, neanche lo si noterebbe. Proseguo poi per circa 800 metri e trovo prima la Tellbrunnen e poi la bella Pauluskirche.

Eckhaus

Eckhaus

Sinagoga di Lucerna

Sinagoga di Lucerna

A questo punto torno indietro fino ad arrivare in “Philipp Anton Von Segesser Platz” dove trovo un’altra fontana molto simile alle precedenti. Da qui parte Pfistergasse che seguo fino ai palazzi che ospitano il Museo Storico del Cantone di Lucerna ed il Natur-Museum.

Fontana in "Philipp Aton Von Segesser platz"

Fontana in “Philipp Aton Von Segesser platz”

Museo Storico del Cantone di Lucerna

Museo Storico del Cantone di Lucerna

Natur-Museum

Natur-Museum

Torno ad affacciarmi sul fiume Reuss per osservare due importanti realtà: la prima è il Naldelwehr (chiuse ad ago) costruito tra il 1859 ed il 1960 totalmente in legno; è un sistema che serve per regolare il livello del Lago di Lucerna con “gli aghi” che vengono abbassati o alzati a mano a seconda delle necessità. Questo provoca la formazione di rapide molto potenti dove il fiume ha totale libertà di scorrimento. La seconda è lo Spreuerbrucke: abbastanza simile al Kapellbrucke (ma meno scenico), è anch’esso un ponte coperto realizzato in legno e completato nel 1408.

La rapida che si forma al Nadelwehr di Lucerna

La rapida che si forma al Nadelwehr di Lucerna

Spreuerbrucke

Spreuerbrucke

Attraversato il ponte mi reco direttamente al Museggmauer. Si tratta di un’interessantissima passeggiata lungo le mura di Lucerna, risalenti al XIV° secolo, che ad oggi sono ancora in piedi. Il complesso ad ingresso gratuito è composto da ben 9 torri ottimamente conservate, al punto che su quattro di esse (Schimer, Zyt, Wacht e Mannli) si può salire. Io inizio il percorso dalla Nolliturm, cioè quella più vicina al fiume, ma lo si potrebbe fare anche dalla parte opposta.

Nolliturm

Nolliturm

La torre seguente è la Mannliturm ed è anche l’unica per la quale mi cimento nella nobile arte di salire decine di gradini di altezza irregolare. Quando arrivo in cima sono decisamente sudato perchè, anche se mi trovo in Svizzera, è pur sempre il 28 luglio. Non mi pento affatto della scelta perchè da lassù riesco ad avere una panoramica complleta e meravigliosa della città e dei suoi ponti. Vedere per credere.

Mannliturm

Mannliturm

Bellissima vista di Lucerna

Bellissima vista di Lucerna

Il Lago dei Quattro Cantoni dall'alto

Il Lago dei Quattro Cantoni dall’alto

Scendo al piano terra e proseguo il giro osservando nell’ordine la Luegislandturm, la Wachturm, la Zytturm, la Schirmerturm, la Pulverturm, la Allenwindenturm e la Dachliturm. Dò particolare attenzione alla torre Zyt poichè ospita il più antico orologio di Lucerna (1535) opera di Hans Luter. La sua caratteristica principale (forse anche un po’ stramba/fanatica) è quella di essere stato impostato per scandire le ore esattamente un minuto prima rispetto a tutti gli altri.

Luegislandturm

Luegislandturm

Wachturm

Wachturm

Zytturm

Zytturm

L'orologio di Hans Luter...come lo si riesce a fotografare

L’orologio di Hans Luter…come lo si riesce a fotografare

Schirmerturm

Schirmerturm

Allenwindenturm

Allenwindenturm

Verso la fine del percorso mi imbatto anche nella Chiesa Cattolica “Christuskirche”.

Christuskirche

Christuskirche

Prendo Zurichstrasse alle mia sinistra e cambio zona; all’incrocio con Lowenstrasse vedo il Bourbaki Panorama. Già l’edificio è di per sè particolare, ma il bello viene all’interno: opera del pittore Edouard Castres nel 1881, un dipinto circolare di 112 X 10 metri avvolge totalmente il visitatore. Rappresenta l’episodio storico in cui 87.000 soldati francesi guidati dal Generale Bourbaki, sconfitti dai prussiani ed in fase di ritirata, chiedono asilo in Svizzera venendo accolti ed aiutati dai locali. Il dipinto (una delle pochissime opere circolari rimaste al mondo) è implementato dall’installazione di manichini ed oggetti che lo rendono ancora più realistico. Come ogni cosa in Svizzera, anche  questo capolavoro ha un prezzo da salasso: 12 Franchi mi sembrano esagerati…ma in una nazione in cui un piatto di pasta arriva a costare 24 franchi direi che ci si può stare.

Edificio che ospita il Bourbaki Panorama

Edificio che ospita il Bourbaki Panorama

Più avanti ci sono altri due punti di interesse: il primo è l’Alpineum Museum; decido di non fotografarlo perchè l’unica cosa che si nota davvero è un dannato bar che qualche sapientone ha piazzato proprio accanto all’ingresso, così da rovinare il palazzo. Proprio di fronte si ha l’accesso (stavolta fortunatamente gratuito) al Monumento del Leone. Realizzato tra il 1820 ed il 1821 da Lukas Ahorn su progetto di Bertel Thorvaldsen commemora le Guardie Svizzere trucidate nel corso della Rivoluzione Francese (anno 1792 per l’esattezza). Il leone ferito a morte è un’opera allo stesso tempo bellissima e commovente.

Il Monumento del Leone

Il Monumento del Leone

Lascio questa zona e, seguendo Lowenstrasse, arrivo davanti all’imponente Hofkirche. Subito dopo Haldenstrasse mi mostra la Chiesa Evangelica “Markuskirche” da una parte e l’inutile edificio del Casinò cittadino: un esempio lampante di come unire il sacro ed il profano nello spazio di pochissimi metri.

Hofkirche

Hofkirche

Chiesa Evangelica "Markuskirche"

Chiesa Evangelica “Markuskirche”

Pochi passi ancora e, svoltando alla mia destra, ho accesso al lungolago che qui prende il nome di “Nationalquai”. Anche in questa giornata uggiosa nella quale il sole va e viene a suo piacimento, ciò che ho di fronte è semplicemente spettacolare. Il colore dell’acqua è fantastico ed elementi come le barche, i fiori sapientemente posizionati ed il panorama danno un risultato veramente degno di nota.

Il Lago dei Quattro Cantoni a Lucerna - 1

Il Lago dei Quattro Cantoni a Lucerna – 1

Il Lago dei Quattro Cantoni a Lucerna - 2

Il Lago dei Quattro Cantoni a Lucerna – 2

Il Lago dei Quattro Cantoni a Lucerna - 3

Il Lago dei Quattro Cantoni a Lucerna – 3

Vedo anche il Musikpavillion di Nationalquai che, proprio in questo istante, vede una band musicale che sta facendo le prove per il concerto previsto per la serata. Da qui in avanti e per un tratto di strada molto esteso il lungolago è tappezzato da banchetti che vendono cose di ogni tipo, sia alimentari che non. Una deviazione su Hertensteinstrasse mi fa fa trovare davanti alla Matthauskirche.

Matthauskirche

Matthauskirche

Torno sulla strada principale che devo attraversare nuovamente in direzione del lago: da lontano ho visto i cigni…creature che mi fanno letteralmente impazzire per bellezza ed eleganza; qualche minuto glielo voglio dedicare e vengo ricompensato stavolta con un battito d’ali niente male.

Cigno in azione

Cigno in azione

Mi trovo ora in “Schwanenplatz”, uno dei luoghi nevralgici di Lucerna; soprattutto noto che sono a due passi dal ponte che divide il Lago dei Quattro Cantoni dal fiume Reuss, cioè il primissimo posto che ho visto in città al mio arrivo. Questo significa che ho completato il cerchio che avevo disegnato mentalmente sulla mappa, ma non che ho visto tutto ciò che dovevo. Proprio qui succede qualcosa che, ancora una volta, mi conferma il fatto che il destino opera come cavolo gli pare e che non c’è modo di contrastarlo: rimango a bocca aperta quando vedo due turisti di quelli che viaggiano per migliaia di kilometri con la bicicletta stracarica di borse che si tolgono la maglietta e, uno alla volta (poichè l’altro riprende la scena col telefono) si tuffano dal ponte. Cavolo!!! Proprio quello che avrei voluto fare io ore fa capita a due centimetri dal mio naso. Coincidenza forse? Mmm…ne succedono un po’ troppe sinceramente per essere definite tali. Mi torna la voglia di fare lo stesso, ma poi ragiono e penso che loro indossano dei pantaloncini da ciclista mentre io dovrei fare lo show davanti a tutta Lucerna di sabato pomeriggio…in boxer; direi che non è il caso, per cui desisto. La St. Peters Kapelle mi aspetta pochi metri più avanti e, in Kapellplatz, osservo un’altra fontana tipica del luogo.

St. Peters Kapelle

St. Peters Kapelle

Fontana su Kapellplatz

Fontana su Kapellplatz

Faccio una deviazione su Sternenplatz e vedo che vi affacciano due particolarissimi palazzi; al piano terra hanno “ovviamente” due ristoranti che c’entrano come il cavolo a merenda. Sono però belle le facciate che cerco di fotografare come meglio non potrei senza includere i nomi dei locali commerciali.

Palazzo che affaccia su Sternenplatz - 1

Palazzo che affaccia su Sternenplatz – 1

Palazzo che affaccia su Sternenplatz - 2

Palazzo che affaccia su Sternenplatz – 2

Da qui inizio una passeggiata nelle strette vie del centro storico che hanno il loro top in “Kornmarkt” (mercato del grano è la traduzione letterale) dove si affaccia il Municipio di Lucerna.

Municipio di Lucerna - lato "Kornmarkt"

Municipio di Lucerna – lato “Kornmarkt”

Municipio di Lucerna - lato fiume Reuss

Municipio di Lucerna – lato fiume Reuss

Lascio anche questa zona e mi sposto verso la stazione centrale, davvero ben organizzata. Davanti ad essa c’è l’autostazione per i bus di linea che ospita la Torbogen proprio nel suo centro. Accanto c’è un’enorme ed avveneristica costruzione che prende il nome di KKL, cioè “Kultur und Kongresszentrum Luzern” (centro culturale e congressuale della città). Qui si svolge una larghissima parte della vita mondana locale ed infatti non posso non notare che l’area è stracolma di gente. Purtroppo l’autostazione, gli alberi ed una fantastica gru edile in sottofondo non permettono una foto decente della struttura.

Torbogen

Torbogen

Fontana di fronte al KKL

Fontana di fronte al KKL

Non manca molto al pullman che mi porterà verso Milano e credo di aver esaurito le cose da vedere, per cui resto in zona. Noto, causa rumore assordante, la presenza di un gruppo di persone che sta urlando in cerchio; sono tutte vestite alla stessa maniera ma non capisco nè chi siano nè perchè siano lì. Sinceramente non me ne importa un fico secco. Quando poi mi giro verso la fontana e ce li vedo dentro che si tirano acqua a vicenda mentre continuano a gridare capisco che per me è troppo e me ne vado. Passo gli ultimi minuti della mia giornata svizzera girando per l’Inseli Park, un’area verde lungolago che ospita qualche statua di non particolare rilevanza. Appena fuori c’è il parcheggio per i bus turistici ed è esattamente lì che arriverà il “mio” Flixbus. Con la partenza alla volta di Milano (viaggio decisamente migliore rispetto a quello di andata) si chiude la visita.

Alla fine dei giochi posso affermare che Lucerna è una vera sorpresa: il centro storico adagiato da una parte sul fiume Reuss e dall’altra sul Lago dei Quattro Cantoni la rende una città-cartolina. Le dimensioni non eccessive ed una decente organizzazione permettono di vederla interamente in poche ore. Meno conosciuta di altre realtà elvetiche, mi ha davvero stupìto in positivo. Consiglio di inserirla come tappa in un tour della Svizzera o anche come posto dove passare un week-end dai ritmi lenti e rilassati.

 

 

 

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