Lubiana, Ptuj, Maribor e Celje per la prima volta in Slovenia

di admin

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Dopo anni di viaggi in cui ho visto tante nazioni in più continenti, la vicina Slovenia è sempre rimasta fuori dai miei circuiti. Capita quasi sempre così nella testa di un viaggiatore: si pensa a terre lontane ed in maniera assolutamente sbagliata si tralasciano le zone vicine. A voler dire proprio tutta la verità, Lubiana l’avevo già visitata nel 2001 o 2002, ma è esattamente come se non lo avessi mai fatto; era uno dei miei primissimi viaggi all’estero (andando a memoria, forse il secondo in assoluto). Arrivai lì senza neanche un millesimo dell’esperienza che ho adesso, senza uno straccio di mappa, senza una macchina fotografica nè un’organizzazione precisa. Una specie di anima in pena che vagava per le vie di quella capitale senza un perchè, solo per il fatto di essere lì in vacanza. Se ci ripenso mi viene da domandarmi chi fossi all’epoca, ma è meglio lasciar perdere perchè con questo viaggio ho decisamente rimediato agli errori del passato. Stavolta Lubiana (e non solo lei) l’ho studiata in lungo ed in largo, e sono pronto a raccontarla a chi avrà la pazienza di leggere ciò che segue.

L’occasione arriva da una congeniale tratta proposta da Flixbus che non mi lascio assolutamente scappare. E’ così che, biglietto alla mano, salgo sul pullman verde in partenza alle 20:35 dall’autostazione Tiburtina di Roma. La tratta prevede fermate intermedie solo a Firenze e Bologna per poi arrivare dritti a Lubiana di primissimo mattino. E’ così che, dopo qualche ora passata su internet ed a giocare col tablet sgranocchiando qualche snack portato per l’occasione, sfrutto il fatto di non aver nessuno sul sedile accanto al mio e mi sdraio come solo io so fare dormendo a più non posso. Mi sveglio alle 6:00 in punto perchè l’autista annuncia l’arrivo nella capitale slovena, addirittura con 20 minuti di anticipo sulla tabella di marcia. Scendo e recupero il bagaglio a mano: fuori è ancora buio pesto ed i 21 gradi di Bologna sono sostituiti dagli 11 gradi locali. Una bella differenza che si sente benissimo addosso nonostante avessi degli abiti più pesanti del solito. Inutile iniziare il giro adesso perchè non avrei visto niente, per cui rispetto il programma entrando in stazione. Neanche una sedia in vista, ma in compenso noto almeno 10-15 persone sdraiate a dormire per terra. Personalmente preferisco passare venti ore in piedi che prestarmi a quegli atteggiamenti da barbonaggio…così cammino ancora un po’ in cerca di una soluzione diversa che alla fine trovo: c’è una piccola sala d’attesa con tanto di sgabelli, di cui uno piazzato ad arte accanto ad un termosifone funzionante. Ovviamente mi sono piazzato lì per i novanta minuti successivi dovendo anche sopportare l’ingresso di due derelitti in cerca di soldi. D’altra parte mi trovo in stazione e non è neanche l’alba…che cosa mi posso aspettare di trovare? L’importante è saperli ignorare finchè non se ne vanno. Verso le 7:30 parte “l’operazione Lubiana”. Poco fuori dalla sala d’attesa vedo i lockers: con 3 euro deposito il borsone al sicuro per tutta la giornata e non sono obbligato a trascinarlo con me. Con in  spalla lo zainetto con gli effetti personali (portafogli, documenti, chiavi, batteria, reflex ecc) mi metto in marcia. Il primo punto di interesse che trovo durante il percorso è proprio lì davanti, attraversata la strada. Si tratta del monumento a Rudolf Maister, un ufficiale militare sloveno, poeta ed attivista politico allo stesso tempo. Lo troverò praticamente in tutte le città che visiterò.

Monumento a Rudolf Maister

Avevo letto che la maggior parte delle attrazioni di Lubiana si trovano concentrate  nel centro cittadino, per cui decido di vedere prima “la periferia” per poi gettarmi successivamente nella mischia. E’ così che mi dirigo sparato verso le Chiesa del Cuore di Gesù, a quell’ora del mattino invasa da un po’ troppa ombra, ma comunque degna di nota. Poco dopo fotografo anche una semplice ma particolare fontana che mi piace, nonostante non sia niente nè di speciale nè di conosciuto.

Chiesa del Cuore di Gesù

Fontana

Proseguo la passeggiata fino ad arrivare sulle sponde del fiume Ljubljanica che taglia in due la città. Qui colgo l’occasione per scattare alcune istantanee (ne pubblico solo una tra quelle più particolari) fino a quando mi trovo di fronte alla “chiusa” (in inglese “river barrier”) realizzata nel 1944 dall’architetto Plecnik che unisce bellezza ad un’opera che ha prettamente carattere funzionale.

Scorcio del fiume Ljubljanica alle 8:00 del mattino

“Chiusa” dell’architetto Plecnik.

Sono al punto più esterno in questa direzione, così “risalgo” per tornare indietro e, lungo la strada ben studiata, incontro la Chiesa Parrocchiale di San Pietro, con accanto il Parco Hrvatski Trg che non ha niente di speciale da vedere. Già da qui confermo assolutamente che in questa città è come se non ci avessi mai messo piede perchè non mi ricordo nulla di tutto ciò che sto vedendo.

Chiesa Parrocchiale di San Pietro

Attraverso nuovamente il ponte sulla Ljubljanica per arrivare poi di fronte alla Chiesa di San Giuseppe, caratterizzata da un altissimo campanile che con difficoltà entra nell’obiettivo della mia fedele macchina fotografica. Tra l’altro il sole (birichino…per non dire decisamente di peggio) ci mette del suo per disturbarmi in ogni modo.

Chiesa di San Giuseppe

Giunge ora il momento di camminare in direzione della zona storica di Lubiana. Come già scritto, le dimensioni qui sono abbastanza ridotte e si raggiunge qualsiasi punto della città in pochi minuti. Mi accorgo di essere già arrivato quando mi trovo a non molta distanza dal famoso Ponte del Drago che ovviamente non può non finire nei miei ricordi.

Ponte del Drago

Dettaglio di uno dei draghi

Proseguendo dritto mi imbatto nel mercato centrale, un’area molto ordinata e pulita nella quale si trovano tantissimi banchetti di ogni genere, dalla classica frutta e verdura fino agli oggetti più disparati. Rimarco però volentieri il livello di rispetto ecologico di questa parte di Lubiana. Se penso a cosa c’è per terra durante i “nostri” mercati mi viene da piangere per ciò che siamo. Ma non sono interessato a nulla di ciò che viene venduto, così vado avanti dopo aver osservato il monumento dedicato al poeta sloveno Valentin Vodnik lì presente. Sulla sinistra non posso non notare l’imponente Cattedrale cittadina di San Nicola: bellissima, ma allo stesso tempo un cazzotto in un occhio perchè è costruita in modo tale da non permettere di essere fotografata come vorrei. L’immagine che segue è la migliore che ci si possa permettere di fare dal livello stradale e purtroppo non dà merito alla struttura.

Monumento a Valentin Vodnik

Cattedrale di San Nicola: dal vivo è molto più bella

A questo punto decido di vedere anche un altro famoso ponte di Lubiana che però mi delude molto: sto parlando del Ponte dei Macellai; non ci trovo davvero niente di speciale. Torno sui miei passi ed arrivo in una piazza circondata da begli edifici, tra cui il Municipio. Circa al centro della stessa si trova la Fontana realizzata dall’artista Francesco Robba.

Municipio di Lubiana

Fontana di Francesco Robba

Panoramica della Piazza

Percorrendo da qui Stritarjeva Ulica si arriva in pochi passi nel vero cuore di Lubiana: il Tiplo Ponte. La denominazione può far pensare a chissà quale mirabolante opera architettonica…ma invece si tratta esattamente di ciò per cui gli è stato dato quel nome: sono tre ponti (uno dritto centrale e gli altri due obliqui laterali) costruiti a pochissima distanza l’uno dall’altro. Visti dall’alto col “Google Maps” possono anche apparire particolari e degni di nota, ma assicuro chi legge che stando a livello strada non si nota nulla se non  le tre diverse direzioni da poter percorrere. Superati i ponti si apre l’ampia “Piazza Presernov” che ospita la bella Chiesa Francescana dell’Annunciazione, il Monumento dedicato al poeta France Preseren ed un particolarissimo edificio che su Tripadvisor prende il nome di “Hauptmannova Hisa”, ma si sà che quel sito lascia il tempo che trova. E’ solo che non ho ancora reperito maggiori informazioni su di esso.

Chiesa Francescana dell’Annunciazione – 1

Chiesa Francescana dell’Annunciazione – 2

Monumento a France Preseren

Hauptmannova Hisa

Da qui ho varie possibilità per proseguire la scoperta della capitale slovena; quello che ho capito fino ad ora è che si tratta di un piccolo gioiello, come neanche potevo immaginare. Decido di prendere Miklosiceva Cesta passando alla destra della Chiesa Francescana. Qui trovo subito un altro edificio coloratissimo degno di una foto (peccato per la poca luce che lo illumina in questo preciso momento); successivamente, in una via in cui sono presenti dei lavori in corso, trovo la Chiesa della Comunità Evangelica.

Altro Edificio davvero particolare

Chiesa della Comunità Evangelica

Cammina cammina…arrivo nella grande Piazza della Repubblica (Trg Republike in lingua locale; non capirò mai come fanno a parlare senza quasi usare vocali…). Qui il colpo d’occhio è particolare, ma non è finita qui: c’è la sede del Parlamento appena al di là della strada e due monumenti subito sulla parte destra. Accanto al Parlamento si apre un parco di medie dimensioni che vede presente la statua dedicata allo scienziato e scrittore sloveno Janez Vajkard Valvasor in mezzo ad una foresta di piante e, subito dietro di lui, un maestoso palazzo sede di alcuni musei.

Colpo d’occhio di Piazza della Repubblica

Palazzo del Parlamento

Monumento in Piazza della Repubblica – 1

Monumento in Piazza della Repubblica – 2

Statua di Janez Vajkard Valvasor

La passeggiata prosegue in mezzo ad una serie di edifici statali ed ambasciate. Singolare ed unico ciò che immortalo nel giardino dell’ambasciata tedesca…

Che strana cosa nel giardino dell’ambasciata tedesca…

Decido di “tagliare” la strada per raggiungere la mia prossima mèta quando mi imbatto nell’ambasciata statunitense. Neanche finisco di guardare quella bandiera che mi volto di schiena e percorro la via più lunga possibile pur di starne alla larga. Mi mette i brividi solo a pensarci. Impiego un paio di minuti in più in questo modo, ma arrivo lo stesso alla bella Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio. Davanti c’è il Museo di Arte Moderna ed accanto la Galleria Nazionale che l’anno prossimo (2018) compirà un secolo. Già è stato piazzato davanti il numero 100 per commemorare in anticipo l’evento che sta per arrivare. Sempre lì in zona, che fa angolo, c’è il Teatro dell’Opera.

Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio

Questo coso si trova davanti al Museo di Arte Moderna

Galleria Nazionale

Teatro dell’Opera

Torno così sulla grande arteria cittadina “Slovenska Cesta” e mi trovo in una nuova area ricca di punti di interesse. Inizio con la Chiesa Orsolina della Santa Trinità per poi proseguire con la Colonna (sempre della Santa Trinità…), la Statua di Emona e l’Università di Lubiana.

Chiesa Orsolina della Santa Trinità

Colonna della Santa Trinità

Statua di Emona

Università di Lubiana

Il tempo inizia a stringere, ma le cose da vedere sono ancora tante. Così, dopo questa ennesima scorpacciata di siti interessanti rimetto in moto le gambe e vado avanti. Arrivo così alla Fontana di “Novi Trg” , resa ancora più bella da una luce spettacolare per essere a fine settembre. Completa il tutto il monumento al banchiere, politico, diplomatico e giornalista sloveno Ivan Hribar. Da questo punto ho anche una visione abbastanza nitida, anche se lontana, del Castello che domina dall’alto la capitale slovena.

Fontana in Novi Trg

Vista del Castello…arriverò anche lassù…

Monumento ad Ivan Hribar

Attraverso il St. James Bridge ed arrivo di fronte alla Chiesa Parrocchiale di San Jakob, bella ed imponente ma con troppi alberi a coprirne la facciata (vedere per credere l’immagine che segue). Non molto lontana c’è anche la Chiesa di Santa Floriana.

Chiesa Parrocchiale di St. Jakob

Chiesa di Santa Floriana

Torno sui miei passi e supero di nuovo il St. James Bridge per dirigermi dalla parte opposta.  Qui trovo nell’ordine la Piramide Zois, l’obelisco in Piazza della Rivoluzione Francese, il monumento dedicato al poeta sloveno Simon Gregorcic ed il complesso del Krizanke.

Piramide Zois

Obelisco in Piazza della Rivoluzione Francese

Monumento a Simon Gregorcic

Krizanke

Il numero delle foto che ho scattato sino ad ora è impressionante se ripenso al fatto che questa era data come una “capitale cenerentola…”; la passeggiata per raggiungere il prossimo punto di interesse è un po’ più lunga del solito, però ne vale davvero la pena: ho davanti a me la Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista: uno spettacolo anche per il contesto del tutto libero da ostacoli in cui si trova.

Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista

Tornando indietro, con destinazione “Castello”, mi imbatto in alcuni ponti davvero suggestivi, uno più bello dell’altro:

Hradeckega Most

St. James Bridge

Sustarski Most

Mi trovo in un punto dove leggo un cartello indicante “Stari Grad” sulla destra. Manca solo lui e poi anche Lubiana diventerà un bel ricordo. Prendo quella deviazione ed inizio la salita. Ci sarebbe la possibilità di prendere anche una funicolare e di percorrere la tratta in meno di un minuto, ma questa via la lascio volentieri ai “culi di piombo” che riempiono questo mondo. Finchè potrò farlo, userò le mie gambe. La salita, devo ammetterlo, in certi punti è piuttosto ripida, ma il fatto che raggiungo e supero diverse altre persone mi rinfranca. Quando arrivo in cima ho una visione di insieme del Castello di Lubiana, ma non ho nè il tempo nè la voglia (nè i denari, perchè leggo che servono almeno 10 euro) per entrare all’interno. So bene che i paesi ex Jugoslavi sono bravissimi a mettere tickets dappertutto, anche se poi in cambio non danno il controvalore per cui si è pagato. L’importante è spennare il turista. Così mi godo un po’ il panorama della città visto dall’alto e poi decido di tornare al piano strada.

Castello di Lubiana

Cosa posso aggiungere oltre al fatto che sono contento? Il giro sta andando esattamente come programmato e la mia “levataccia” sta dando i frutti sperati. Quando torno in stazione mancano 20 minuti al treno che avevo previsto di prendere in fase di pianificazione, così acquisto il biglietto e mi dirigo al binario numero 6. La mia seconda ed ultima destinazione di oggi è il pittoresco paesino di Ptuj, posizionato ben nell’entroterra di questa nazione. Il tragitto prevede un primo pezzo con Intercity e poi, dopo un cambio a Pragersko, l’ultima tratta su un treno locale. Mi godo il meritato riposo a sedere e guardo dal finestrino il verdissimo paesaggio sloveno, intervallato da un fiume che sembra seguirmi per quasi tutto il percorso. Quando si avvicina l’orario del cambio mi prende un attimo di strizza: la partenza del secondo convoglio è prevista alle 15:03 ed ora che sono le 15:01 non si vede ancora la stazione. Alla fine lascio andare un sospiro di sollievo quando, arrivato a Pragersko, scopro che il “locale” aspetta in ogni caso l’arrivo dell’intercity prima di partire. A differenza del primo, il secondo convoglio è abbastanza fatiscente; i vetri sono coperti da una specie di patina di plastica talmente vecchia e consunta da non permettere alcuna visuale del paesaggio al di fuori del vagone; ovviamente non ci sono display che mostrano le varie fermate, per cui mi devo affidare al tablet per capire volta per volta dove sono. Quando riesco a trovare un pertugio per guardare oltre il finestrino, noto che alcune fermate non hanno una vera e propria stazione, bensì solo una pensilina tipo autobus e questo mi ricorda molto certe parti della ferrovia lituana. Alla fine arrivo a Ptuj che una stazione ce l’ha, grazie al fatto di essere una località turistica a tutti gli effetti. Per prima cosa mi oriento e cerco l’albergo prenotato sapientemente a 450 metri dalla ferrovia perchè l’indomani mattina avrei viaggiato abbastanza presto e dover percorrere subito qualche kilometro a piedi non sarebbe state una grande prospettiva. Quando arrivo alla reception scopro che dormirò in un albergo-casinò, ma non essendo fortunato non spenderò neanche un centesimo in quelle rumorosissime macchinette infernali. Ho ancora vivo nella memoria il ricordo di quando al casinò di Montecarlo vidi letteralmente svanire 10 euro in un nano-secondo. La stanza singola che mi viene assegnata è piccola ma pulitissima. Il letto è composto dal solito unico “piumino” che si trova in tutta l’Europa continentale e nordica. Io lo adoro alla follia…altro che duemila lenzuola e coperte. Ma non ho tempo da perdere: alle 19:00 è già buio pesto in questo periodo ed ho solo tre ore per la visita del paese, per cui gambe in spalla e fuori dalla stanza!

Come fatto per Lubiana, decido anche qui di attuare la stessa tattica vincente: prima la visita della periferia e poi di tutto il centro in un unico momento. E’ così che mi incammino poichè i primi punti di interesse si trovano all’estremità opposta di questa ridente località; sto parlando della Cappella Pokopaliska e della Chiesa di San Leopold Mandic.

Cappella Pokopaliska

Chiesa San Leopold Mandic

Inizio il tragitto di rientro verso la parte più centrale e ricca di spunti, ma prima di arrivare al successivo stop passa un po’ di tempo: il comune è piccolo nei “numeri” ma esteso come spazi. Cammina cammina raggiungo la Chiesa Parrocchiale di San Ozbolt  e da lì riesco ad intravedere ciò che mi aspetta poco dopo.

Chiesa Parrocchiale di San Ozbolt

Anche qui è presente, in cima ad una collina che domina l’intero abitato, il Castello. Proprio grazie alla sua particolare posizione non si può non vederlo. E’ così che mi incammino in quella direzione, ma prima di arrivare lassù in alto incontro la Chiesa di San Giorgio che ha la caratteristica di essere divisa in due tronconi: il corpo centrale dietro ed il campanile davanti. Di fronte al campanile stesso si trova il Monumento di Orfeo (una lapide, fondamentalmente) e, sulla destra, c’è il Teatro cittadino di Ptuj.

Chiesa di San Giorgio: Corpo Centrale

Chiesa di San Giorgio: facciata

Chiesa di San Giorgio: Campanile + monumento ad Orfeo

Teatro cittadino di Ptuj

Prendo adesso una stradina che ha il sapore di altri tempi: il fondo è composto da ciottoli irregolari e camminarci non è proprio un piacere. Ovviamente è in salita. Ad un certo punto raggiungo una scala coperta costruita totalmente in legno e poi un’altra ancora in pietra, ma scoperta. Quando supero l’ultimo gradino, vedo sulla destra il portone di ingresso al Castello di Ptuj. Entro e vedo la costruzione fortificata, sulla falsa riga di quella della capitale ma molto più “ristretta” nelle dimensioni. A prima vista non mi sembra ci siano tante cose da ammirare oltre ad una statua, alla magnifica vista della cittadina che si ha da lassù e…alla porta di ingresso verso la parte più alta accessibile solo tramite biglietto. La solfa è la stessa: da queste parti fanno pagare anche per vedere l’aria, per cui non avendo letto niente di particolarmente imperdibile, mi fermo alla parte “free” della storia.

Bastione del Castello di Ptuj

Statua nel Castello di Ptuj

Porta che dà l’accesso alla parte a pagamento

Magnifica vista di Ptuj dal Castello

Riprendo la strada in discesa e proseguo la visita del paese finchè non trovo di fronte a me il Monastero Domenicano (carino tutto rosa) ed una stranissima casa; non sarà certo un’attrazione protetta dall’UNESCO, però è davvero particolare. Sembra che la vegetazione la stia divorando piano piano.

Monastero Domenicano

La natura vince sempre sull’uomo…

Mi guardo intorno e mi trovo nel punto più basso di Ptuj, proprio all’altezza del fiume Drava che qui è veramente imponente. Un ponte pedonale lo attraversa da parte a parte, collegando la zona storica con una di più recente costruzione, la stessa dove si trovano le Terme. Non ci sono andato a provarle per due motivi: mancanza di tempo utile e commenti poco lusinghieri sulla pulizia non impeccabile e sul possibile affollamento del sabato sera. Percorro il ponte e da lì riesco a catturare una bellissima immagine del borgo, la stessa che avevo visto su internet in fase di pianificazione dell’itinerario. Successivamente incontro una costruzione a pianta rotonda che pare fungere da galleria d’arte ed un monumento dedicato a Dusan Kveder circondato da bellissimi fiori.

Ptuj vista dal ponte sulla Drava

Singolare Galleria d’arte

Monumento a Dusan Kveder

Più avanti ancora incrocio il Monastero “Minoritski” di San Pietro e Paolo con di fronte il Pilastro di Maria e, per finire, il bel Municipio ubicato in una bella e semplice piazza.

Monastero “Minoritski” e Pilastro di Maria

Municipio

Prima di tornare in stanza vado ad un market per comprare qualcosa da bere in previsione della serata, mentre a cena mi reco in una pizzeria con buone recensioni dove per pizza+birra alla spina da mezzo litro spendo 8,50 euro. Dopo cena mi godo il meritato riposo mettendo in salvo le foto della giornata e giocando al solito Calcio Manager. Preparando le cose per il giorno successivo leggo sulla prenotazione alberghiera che stavolta ho la colazione compresa nella tariffa; quindi il piano diabolico prevede la sveglia una ventina di minuti prima per gustare le leccornie dell’hotel. Ma ultimamente la mia stanchezza accumulata è così tanta che, senza avere il tempo di piazzare i dovuti allarmi, crollo in un sonno profondo. Ed è qui che inizia la barzelletta…

Senza alcun tipo di avviso mi sveglio da solo e vedo che sono le 8:13. Spalanco gli occhi e lancio un “madonnone” perchè alle 8:50 avrei avuto il treno per la prossima destinazione: ho ancora tutto il borsone da mettere a posto (portatile compreso rimasto acceso tutta la notte) e da darmi una lavata come si deve. Inizio a correre come solo io so fare ed alle 8:35 mi trovo in reception pronto a pagare. Spiego alla signora il perchè della mia fretta, saluto e corro letteralmente verso la stazione. Appena arrivo lì scatta il panico: la sala con la biglietteria è chiusa, c’è un silenzio tombale ed ovviamente nessuno presente, nè tra il personale nè tra i passeggeri. Unica ancora di salvezza (mentre mi domando cosa cavolo stia succedendo) è il tabellone delle partenze: del mio treno previsto per le 8:50 non c’è alcuna traccia. Il primo in lista è alle 10:05 e va addirittura nella direzione opposta, mentre quello a me utile è segnato per le 14:12. Riprendo il foglio da me stampato dal sito ufficiale delle ferrovie slovene per capire se il rincoglionito sono io o se lo sono loro che si permettono di sopprimere treni senza preavviso; alla fine ho la conferma che ho letto più che bene e che la colpa non è da imputare alla mia disattenzione. “E ora che faccio qui quasi 6 ore?”…chiedo tra me e me. Arriva però il lampo di genio che mi fa andare verso l’autostazione situata a soli 100 metri da dove mi trovo. Gli orari mi salvano perchè alle 10:05 è in partenza un bus da Ptuj a Maribor. Decido quindi di prendere quello…ma manca più di un’ora. Come passare il tempo? Niente di più facile: col foglio delle ferrovie in mano torno in hotel, mostro alla receptionist ciò che è appena successo e le chiedo se posso andare a fare colazione. Ovviamente mi risponde di si e, oltre a riempirmi lo stomaco, trovo anche il modo di arrivare alle 9:40 senza annoiarmi, ora in cui ri-saluto e ri-vado a prendere i mezzi pubblici. Per fortuna il pullman arriva e riparte puntuale. Peccato che ci metta un’ora esatta ad arrivare a Maribor contro i 36 minuti che avrebbe impiegato il “treno fantasma”. Una volta in città deposito il borsone alla stazione e comincio il nuovo giro, il terzo in un giorno e mezzo di permanenza in Slovenia. Mi trovo nella seconda località più popolosa di questa nazione dopo la capitale Lubiana e mi aspetto di vedere belle cose anche qui. Inizio subito con il botto, nel senso che il primo edificio degno di nota che trovo è la Basilica Francescana, davvero molto bella ed imponente. Fa anche da porta di ingresso per il centro storico che prende il via dopo di essa.

Basilica Francescana

Ma prima di proseguire in quella direzione seguo ancora una volta la regola del “prima la periferia”, così mi dirigo verso il Mestni Park, un polmone verde davvero enorme. Per problemi di tempo non posso percorrerlo tutto (ci sarebbe anche l’acquario più avanti), ma dopo aver visto alcune sculture arrivo fino al laghetto con la fontana in mezzo; la luce decide di regalarmi anche un bellissimo arcobaleno che non mi lascio certo sfuggire.

Mestni Park – 1

Mestni Park – 2

Fontana nel laghetto

Faccio marcia indietro e lungo il cammino incontro un parco di fronte ad una enorme scuola superiore; qui ritrovo il monumento al solito Rudolf Maister.

Monumento a Rudolf Maister

Rieccomi dunque nella zona della Basilica Francescana che stavolta supero; mi trovo in “Trg Slobode” dove c’è un singolare monumento dedicato ai caduti della seconda guerra mondiale. Talmente unico che pare venga chiamato “Kodzak” dai locali perchè sembra la testa liscia del Tenente Kojak…

Monumento ai caduti della II Guerra Mondiale.

Ora la città si apre in uno slargo molto suggestivo, tipico di questa nazione, con molti bar/caffè dotati di tavolini esterni per far godere i propri clienti del bel sole presente. Vi si affaccia il Castello locale, per una volta al “piano strada” e non sul cucuzzolo di una collina.

Castello di Maribor – 1

Castello di Maribor – 2

Proseguo la passeggiata fino ad arrivare prima alla piccola ma interessante Chiesa Evangelica Luterana e poi, non molto lontana, un’altra “cattedrale”, ma stavolta sportiva: lo stadio di Maribor. Purtroppo di esso non ho immagini nel mio archivio perchè di quelle scattate non me ne è piaciuta neanche una.  I tornelli sono tutti chiusi e non è possibile nè accedere nè tanto meno vedere l’interno. Nel campo di allenamento attiguo ci trovo tre calciatori della prima squadra che fanno esercizi di richiamo, ma niente di più. Me ne vado con un po’ di delusione perchè sono del parere che certe strutture debbano restare aperte durante il giorno, anche senza le partite.

Chiesa Evangelica Luterana

Torno verso il centro storico, ma ovviamente passo per un’arteria diversa. La mia indole mi dice di non fare mai due volte le stesse cose perchè è tempo sprecato. Scelta che mi ripaga sempre, come adesso: mi trovo in “Slomskov Trg” con relativo parco. Qui si affacciano l’enorme palazzo dell’università di Maribor da una parte e la Cattedrale dall’altra. In mezzo vedo una semplice fontana ed il monumento dedicato al vescovo, scrittore e poeta Anton Martin Slomsek. Sulla destra, in parte coperto dalla troppa immancabile ombra, il Teatro Drammatico Nazionale.

Università di Maribor

Fontana in “Slomskov Trg”

Monumento ad Anton Martin Slomsek

Cattedrale di Maribor

Teatro Drammatico Nazionale

Taglio per una viuzza e mi trovo in una bellissima piazza (Glavni Trg), tutta circondata da palazzi d’epoca. Peccato che ci siano ancora i banchetti vuoti lasciati li chissà da quanto tempo dopo lo svolgimento di chissà quale maledetto mercatino. Le foto sono purtroppo influenzate da questo particolare. Il colpo d’occhio generale è davvero degno, ma lo sono anche la “Plague Column” ed il Municipio presi singolarmente.

Plague Column

Municipio di Maribor

Colpo d’occhio su Glavny Trg

Tagliando per l’ennesima viuzza, tra l’altro più antica delle precedenti, arrivo fino alla riva del fiume Drava che attraversa anche questa città. Moltissimi salici piangenti sono stati sapientemente piantati per tutto il corso della “passeggiata lungofiume” e la giornata di sole pieno rende l’ambiente ancora più magico. Decido di percorrere tutto il tratto che bagna il centro storico da ambo i lati per scoprire che cosa nasconde. Inizio subito vedendo la Torre di Corte a pianta rotonda e, proprio sulla riva, un buon numero di cigni in bella mostra.

Torre di Corte

Bellissimi cigni sulla Drava

Percorro interamente un ponte pedonale dal quale vedo una chiesa in lontananza che decido di raggiungere. Quando ci arrivo mi rendo conto di aver fatto bene a muovere qualche passo in più.

Chiesa di Sv. Jozef vista dal ponte pedonale

Chiesa di Sv. Jozef fotografata da pochi passi

Cammina cammina mi trovo in un punto dal quale si gode un’ottima visuale di Maribor e non perdo tempo per immortalarla. Il giro prosegue finchè trovo, nell’ordine, la Chiesa di Santa Magdalena, il Palazzo della Cultura, la Torre dell’acqua, la Jewish Tower e la Sinagoga di Maribor.

Bel colpo d’occhio di Maribor

Chiesa di Santa Magdalena

Torre dell’acqua e Jewish Tower

Palazzo della Cultura

Arrivato a questo punto, anche la città in cui mi trovo pare essere giunta al termine di ciò che può offrire. Pienamente soddisfatto riprendo la via che mi riporterà alla stazione, ma prima di arrivarci scovo altri quattro punti di interesse “minori”: una particolare fontana, una colonna della quale non trovo traccia on-line, uno strano monumento (quasi buffo…) ed una vecchia locomotiva ubicata proprio prima dell’ingresso della stazione stessa.

Fontana

Colonna

Monumento

Locomotiva storica

Acquisto il biglietto per l’ultima tappa di questo primo tour in Slovenia, la città di Celje, ritiro il borsone dal deposito e mi dirigo al binario dove aspetto circa un quarto d’ora. Il viaggio scorre tranquillo come sempre e dal finestrino mi gusto il verdissimo panorama che questa parte d’Europa offre in abbondanza. Scendo dal treno e vedo che i binari ( e non solo ) sono in rifacimento; ho subito un brutto presentimento che mi viene presto confermato: nella sala della biglietteria vedo che il cartello che indica il deposito bagagli punta verso un muro e non verso una porta. Chiedo informazioni al personale e mi viene detto che attualmente non è possibile lasciare nulla in custodia causa lavori. Cosa significa questo? Che mi dovrò fare il giro di questa ridente località col borsone sulle spalle. Cerco di non pensarci, ma è difficile non curarsi di 12-15 kg in eccesso…però vado avanti lo stesso. Premetto che Celje mi ha un po’ deluso; l’ho trovata come una destinazione “agrodolce”, cioè con lati positivi ma anche altri (e tanti) negativi. Di buono ci sono ovviamente le cose da vedere ma, di contro, esse sono tutte o quasi posizionate in luoghi che non permettono foto di qualità e ciò è un vero peccato. Alla fine le immagini sono ciò che resta di un viaggio oltre alla memoria e non averle perfette dà un po’ fastidio. Ma vado con ordine: Il centro storico di questa località sembra essere rimasto indietro nel tempo. Il fondo stradale è molto spesso acciottolato e tanti palazzi sono stati lasciati nell’incuria; infatti moltissime impalcature ostruiscono la visuale causa invasivi lavori in corso.  Subito di fronte alla stazione si apre una via composta da diversi bei palazzi (tra cui il Celjski Dom) ed una fontana di quelle che gettano acqua dal fondo stradale.

Celjski Dom

Fontana

La passeggiata continua e mi porta fino alla Torre dell’acqua; attraverso l’antica porta alla sua destra e mi trovo dopo non molto sulle sponde di uno dei tre fiumi che qui confluiscono. Da qui vedo la Chiesa dei Cappuccini di Santa Cecilia sull’altro lato del corso d’acqua e decido di raggiungerla. Per arrivarci occorre salire una scala di legno interamente coperta molto simile a quella già percorsa per raggiungere il Castello di Ptuj. Appena supero l’ultimo gradino vedo che il sole sta proprio dietro all’edificio religioso e la foto che sto per scattare risulterà totalmente buia. Ma non solo: la scala termina proprio di fronte al portone di ingresso della Chiesa e quindi nessuna immagine frontale riesce a far entrare l’intero edificio nell’obiettivo della reflex; tocca quindi scattare una foto dal lato sinistro della struttura.

Torre dell’acqua ed antica porta

Ingresso della scala di legno coperta

Chiesa dei Cappuccini di Santa Cecilia

Torno giù al “piano strada” dove decido di attraversare il Mestni Park. In altre località, lo stesso nome è stato usato per indicare un parco con qualche punto di interesse da fotografare, ma non è questo il caso. Si tratta infatti solo di un’ampia area verde e niente più. Attraverso quindi un ponte pedonale e torno dall’altro lato del fiume, dove si trova il centro storico. Incontro subito il Museo Provinciale di Celje, un bel palazzo quasi completamente coperto dalla vegetazione.

Museo Provinciale di Celje

Mi addentro nelle stradine subito dietro ed arrivo ad uno dei pezzi forti della città: la bella Chiesa di San Daniel. Questo è il secondo esempio di impossibilità che riscontro nel prendere una foto decente. L’edificio religioso è troppo imponente affinchè, nel risicato spazio che c’è a disposizione, si possa coinvolgere interamente in un’immagine. La sola direzione che mi permette di avvicinarmi al mio obiettivo è esattamente dal retro della struttura. Ma non è certo questo che mi soddisfa. Sempre qui c’è un bel monumento degno di nota.

Chiesa di San Daniel vista da retro

Monumento

Qui si apre la solita piazzetta tipica (Glavni Trg è il nome locale) in cui c’è una colonna religiosa ed un paio di bar con tavolini all’aperto. Per il resto la città si presenta quasi completamente vuota e scialba. Capisco che è domenica, ma a Lubiana, Ptuj e Maribor ho visto decisamente più “vita” rispetto a Celje. Passeggiando incontro poi il secondo pezzo forte: Il Monastero “Minoritski” e Chiesa di Maria. Ma anche qui parte qualche “madonna” delle mie: la troppa vicinanza con gli edifici di fronte gli getta un blocco di ombra scurissima che impedisce un’istantanea come si deve. Che posso fare se non accontentarmi ?

Monastero “Minoritski” e Chiesa di Maria

Dettaglio del Campanile

La passeggiata da qui in avanti segue senza infamia e senza lode. Vedo nell’ordine il “Narodni Dom”, Il Castello Inferiore di Celje (oggi sede di un museo), il Tratro Lirico Sloveno e, subito di fronte, uno strano monumento ed un altrettanto stranissima fontana (sembrano due WC che si schizzano acqua l’uno con l’altro…)

Narodni Dom

Ingresso dl museo del Castello Inferiore

Teatro Lirico Sloveno

Strano Monumento

Stranissima Fontana

In tema di stranezze non è da meno il monumento dedicato al poeta, sacerdote ed archivista Anton Askerc. Non so se è uno scherzo o una cosa seria. Vedere per credere:

Monumento ad Anton Askerc

Poteva mancare l’ombra più scura possibile sul 70% della superficie della Cappella di San Massimiliano? Assolutamente no…

Cappella di San Massimiliano

Il mio giro sta giungendo al termine, ma mancano ancora due “scarpinate” pesanti. Spiego: gli ultimi punti di interesse sono la Chiesa di Sv. Jozef (che si trova in cima ad una alta collina) ed il Castello Superiore di Celje (che si trova in cima ad un’altra collina). Sempre col borsone appresso affronto la prima salita, ma stavolta ne vale davvero la pena: l’edificio religioso che ho davanti è davvero imponente e soprattutto baciato dal sole.

Chiesa Sv. Jozef

Dopo un attimo di meritato riposo ritorno al piano strada e prendo di corsa l’altra via in salita. Quando raggiungo il Castello sono le 18:20 circa ed il sole sta iniziando a calare. Fortunatamente però l’immagine delle mura viene abbastanza nitida.

Castello Superiore di Celje

E’ ottobre…ma quando inizio la discesa del ritorno ho la maglietta sudatissima a causa delle salite appena percorse. Con calma ci impiego circa trenta minuti ad arrivare alla stazione dove acquisto l’ultimo ticket del week-end con destinazione Lubiana. Arrivo nella capitale slovena alle 20:25 e decido di andare a scattare qualche foto in notturna. Quando sono in centro mi assale la delusione: solo luci molto flebili sono presenti e non vale la pena perdere tempo inutilmente per un risultato che sarebbe stato sicuramente pessimo. Decido che è meglio ricordarmi di questa città solo di giorno e cerco una pizzeria per passare un’oretta al calduccio, dato che la temperatura sta calando senza sosta e rapidamente. Spendo i miei 9,20 euro per pizza e birra ed alle 22:00 mi trovo fuori dal locale. Avrò il bus del rientro a Roma alle 23:25, così opto per andare all’interno della stazione dove c’è sicuramente un po’ di tepore. Idea pessima perchè alle 22:00 in punto (cioè ora) l’edificio chiude i battenti. A me sembra troppo presto, ma non sono a casa mia e non posso replicare. C’è l’autostazione che chiuderà alle 23:00, cioè a 20 minuti dalla salita sul pullman. Mi accontento e vado lì dove trovo la temperatura desiderata. Ma il tempo quando si sta bene scorre veloce e mi ritrovo fuori da lì appena mi cacciano per raggiunti limiti di orario. In quel momento scende l’apocalisse sotto forma di suoneria del cellulare: è arrivato un sms. Chi può mandarmi un messaggio normale quando tutti i miei contatti usano solo whatsapp? Ovviamente è Flixbus che mi avverte che la partenza da Lubiana è ritardata di almeno 40 minuti. Fuori fa freddo…ma dentro di me cala letteralmente il gelo nell’arco di un secondo. Proprio oggi…proprio adesso…proprio a quest’ora doveva succedere un evento tragico come questo ? Io e tutti gli altri malcapitati siamo costretti ad aspettare lo scorrere lento dei minuti in condizioni non umane (c’è chi saltella sul posto come un ebete per scaldarsi un po’). Quando finalmente arriva il bus (grigio e non verde come al solito, segno che c’è stato un guasto con conseguente sostituzione del mezzo a quell’ora di notte di domenica) salgo di corsa e mi prendo il posto migliore rimasto a disposizione. Sono accanto al finestrino e questo basta per farmi dormire come un sasso per ore ed ore. Arrivo a Roma con quasi 120 minuti di ritardo, causa traffico trovato a Firenze entrando ed uscendo dalla città nel pieno dell’orario in cui la gente si reca in ufficio e non in piena notte come previsto da programma. Ma alla fine, nonostante tutto, è andata bene.

La Slovenia è un po’ il polmone verde d’Europa. Una nazione non troppo estesa ma che racchiude al suo interno tanti tesori. In questo week-end ne ho visitata una parte, ma molto altro manca ancora da vedere; mi auguro di poterlo fare prima possibile. Mi sento di dire che Lubiana è un piccolo gioiello (“piccolo” per essere la capitale di uno stato…ma ricca di punti di interesse), che Ptuj merita una mezza giornata e che Maribor ha il suo perchè. Celje, come già detto, nonostante si sia ripresa nel finale con la Chiesa di Sv. Jozef e col Castello Superiore, mi sento di non consigliarla e di scegliere un’altra mèta per completare un ipotetico tour. Il mio non è un addio alla Slovenia, ma solo un arrivederci alla prossima puntata.

 

 

 

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