Seghedino e Kecskemet chicche sconosciute

di admin
Duomo di Seghedino - Facciata

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Per il primo week-end di aprile mi ritaglio tre giorni fuori casa usufruendo di un lunedi di ferie. L’occasione ghiotta me la offre la Wizz Air che mi serve su un piatto d’argento una tariffa vantaggiosa per la “sua” Ungheria ed io non me la lascio certo sfuggire. E’ irresistibile l’occasione che ho di poter visitare due realtà minori ed insolite ai più come Seghedino e Kecskemet, ma soprattutto approfitto della possibilità di trascorrere del tempo utile nella città di Budapest per ammirarla come si deve. Ma di questo parlerò nel prossimo post: troppo importante la capitale magiara per dividere un racconto con qualunque altra località, per cui ho deciso di dedicarle un racconto a parte. E’ tempo di dire basta alle premesse e di cominciare il tour…

Venerdi sera: esco dall’ufficio alle 18:30 con tutta la calma del mondo perchè avrò il Terravision con direzione Fiumicino alle 19:20 dalla stazione Termini che dista solo sette minuti a piedi + tre fermate di metropolitana dal mio punto di partenza. Arrivo lo stesso con ampio anticipo ed aspetto il bus sul quale salgo che, in quarantacinque minuti netti, mi porta nel principale scalo romano. Avrò il volo tra due ore, per cui rispetto il mio programma sedendomi su una delle tante sedie libere e consumando la cena che ho acquistato al supermarket qualche ora prima: la mia personale regola che mi impone di non fare acquisti di nessun genere nei negozi ultra-costosi dell’aeroporto prosegue senza fine. Con la pancia piena i controlli di sicurezza riescono meglio e sono dall’altra parte della barriera in men che non si dica. Alla porta C11 faccio l’imbarco (gli assistenti di terra allungano l’occhio per controllare se il mio zaino rientra nelle misure consentite e ci rimangono fregati come sempre) ed il volo parte con quaranta minuti di ritardo come troppo spesso accade da queste parti. Stavolta però non è importante perchè dovrò passare quasi tutta la notte dentro al Terminal 2 in terra ungherese, per cui va bene tutto se rimane entro limiti umani. Quando arrivo (dopo il solito sonno ristoratore ad alta quota) è mezzanotte passata; nell’ala 2B vedo un supermarket della catena SPAR: avevo letto della sua presenza e so bene che a quest’ora lo avrei trovato chiuso. Peccato perchè mi avrebbe fatto molto comodo. Ma non lascio mai niente al caso e, essendomi informato sugli orari, tiro fuori dalla mia giacca una confezione di biscotti al cioccolato che hanno fatto il viaggio con me che saranno il mio sfizio di oggi per i minuti a venire. Come ormai so alla perfezione, dormire negli aeroporti non è mai comodo perchè le autorità tendono a far andare la gente a spendere soldi negli hotels di zona. Budapest è un’eccezione…in peggio: qui si riposa veramente male! Non esiste un’area dedicata o più appartata, ma si deve sostare per forza su delle sedie di metallo nell’area arrivi, alla mercè di gente che passa a tutte le ore e soprattutto del rumorosissimo servizio di pulizia che verso le 3:00 del mattino comincia la sua opera. Dopo aver finito i biscotti provo ad abbracciare il mio zaino ed a chiudere gli occhi usandolo come cuscino; alla fine, anche se a sprazzi, riesco a riprendere un po’ di energie. Alle 5:00 in punto la SPAR apre i battenti ed anch’io mi sveglio. Vado a comprare qualcosa per colazione usando i Fiorini che mi sono rimasti dal precedente viaggio da queste parti: ne ho circa 2.500 in tasca e sono tranquillo. Scelgo da mangiare e da bere e vado alla cassa, e qui succede il panico: tiro fuori i quattrini e la cassiera mi dice che non vanno bene; le domando il perchè e mi viene detto che recentemente il governo locale ha emesso nuove banconote in sostituzione di quelle vecchie. Morale della favola: quelle che ho in mano sono carta straccia e possono essere cambiate solo nelle banche (ma oggi è sabato…) e negli uffici postali (e qui in aeroporto non ce n’è neanche uno). Avrei potuto pagare col bancomat, ma preferisco lasciare le cose lì scusandomi perchè ho un altro problema molto più urgente da risolvere: con quei soldi avrei dovuto pagare all’autista il ticket del bus 200E in direzione della stazione, ma anche lui non li avrebbe accettati. Alla fine sono costretto ad acquistare un biglietto alla macchinetta elettronica pagandolo con la carta e riesco ad essere puntuale per la corsa delle 5:47 che mi porta alla fermata di Ferihegy dieci minuti più tardi. Per fortuna ho già il titolo di viaggio per il treno che sto aspettando (l’ho acquistato on-line perchè ho usufruito del 20% di sconto previsto per questo tipo di tratta), così salgo sul treno delle 6:13 che avrà come capolinea la mia prima destinazione: Seghedino. Questo è il nome italianizzato che devo usare per far trovare questo post dai miei connazionali, ma preferirei di gran lunga usare il nome vero che è Szeged. Il tragitto dura un paio d’ore ed io, vista l’ora e la giornata non lavorativa per tanta gente, mi crogiolo da solo in uno scompartimento a sei posti dall’inizio alla fine. Fuori nel frattempo è uscito un pizzico di luce, ma in una nazione totalmente pianeggiante come l’Ungheria c’è ben poco da vedere quando si è fuori dalle città. Alle 8:25 il convoglio termina la corsa e finalmente posso scendere. Poco prima del mio arrivo a Budapest il meteo non era buono ed aveva appena smesso di piovere; qui il sole fa capolino timidamente in mezzo a fasci di nuvole molto spesse, ma ciò che conta è la temperatura dell’aria: semplicemente perfetta! In questo periodo (inizio aprile) ed in questa posizione geografica (pochi kilometri di distanza dal nord della Serbia) non è una cosa scontata. Metto fuori il naso dalla stazione ed inizio il giro: non ho moltissimo tempo e per le 14:00 al massimo vorrei iniziare il viaggio di ritorno.  Il primo punto di interesse che cerco è la Chiesa “Havas Boldogasszony” (tranquilli…non è una parolaccia…): la trovo affacciata su un’area verde nella quale vedo alcune sculture: quella che mi colpisce di più ritrae San Francesco d’Assisi con il lupo.

Chiesa Havas Boldogasszony

Chiesa Havas Boldogasszony

San Francesco e il Lupo

San Francesco e il Lupo

Da questa parte non c’è altro e sono costretto a cambiare zona; una piacevole passeggiata mi porta lungo la riva del fiume Tisza, o Tibisco (tradotto in italiano). Passo su di un marciapiede che ha una particolarità: ci sono decine e decine di chiocciole che stanno strisciando lentamente sulla pavimentazione ancora umida in queste prime ore post-pioggia; la loro fortuna è che hanno trovato la persona giusta che non ha secondi fini oltre quello di osservarle mentre cammina. Giungo così di fronte al Monumento in memoria della terribile alluvione del 1879 che cancellò l’intera città lasciando in piedi solo 265 case sulle oltre 5700 allora presenti. Il centro urbano fu poi ricostruito su ordine dell’Imperatore Francesco Giuseppe ed avrebbe dovuto essere tassativamente più bello di prima. Devo fidarmi sulla parola perchè in quel periodo certamente  non c’ero…

Monumento all'Alluvione del 1879

Monumento all’Alluvione del 1879

Mi sposto nella vicinissima Piazza dei Martiri di Arad e qui si inizia a fare sul serio. Alla mia sinistra (al di là della strada) posso ammirare la Heroes Gate: è una porta presidiata da due soldati di pietra dedicata ai combattenti di Seghedino caduti durante la prima guerra mondiale. Il soffitto è affrescato da Vilmos Aba-Novak con dipinti a tema bellico. All’interno della piazza spicca il monumento equestre in onore di Ferenc II° Rakoczi, eroe nazionale ungherese e simbolo del nazionalismo locale. La vicinissima “Rerrich Bela Ter” custodisce due sculture: la prima è classica nell’Europa dell’est e raffigura San Giorgio che uccide il drago, mentre la seconda (in marmo) commemora coloro che presero parte alla Rivoluzione del 1956. Prima di procedere oltre vado ad osservare da vicino la Chiesa Riformata che si trova in “Honved Ter” per poi tornare indietro.

Heroes Gate - Panoramica

Heroes Gate – Panoramica

Heroes Gate - Affreschi - 1

Heroes Gate – Affreschi – 1

Heroes Gate - Affreschi - 2

Heroes Gate – Affreschi – 2

Heroes Gate - Affreschi - 3

Heroes Gate – Affreschi – 3

In onore di Ferenc II° Rakoczi

In onore di Ferenc II° Rakoczi

San Giorgio Uccide il Drago

San Giorgio Uccide il Drago

Memoriale della Rivoluzione del 1956

Memoriale della Rivoluzione del 1956

Chiesa Riformata in Honved Ter

Chiesa Riformata in Honved Ter

Faccio il mio ingresso nella piazza più importante della città che prende il nome di “Dom Ter” per un ovvio motivo: da questo lato vi si accede superando una porta e l’immagine del Duomo che ho davanti è semplicemente superba. Per una volta sono fortunato: su Google Maps ho visto delle foto di questo posto con presente un enorme palcoscenico che blocca almeno mezza della superficie calpestabile e rende la visuale uno schifo totale; adesso invece non c’è assolutamente nulla ad ostruire il passaggio e va decisamente bene così. Questo spazio è chiuso da portici per tre dei suoi quattro lati; sotto ad essi, in quello che viene definito il “Pantheon Nazionale”, sono presenti più di cento statue raffiguranti persone importanti per la nazione ungherese in ambito storico, artistico e scientifico. Sempre qui si trova la versione locale della scritta “I love Szeged”, ormai presente sempre in più città. Infine non manco di osservare la Torre Domotor che è la costruzione più antica di Szeged ancora in piedi.

Duomo di Seghedino - Facciata

Duomo di Seghedino – Facciata

Scorcio dei portici

Scorcio dei portici

I love Szeged

I love Szeged

Torre Domotor

Torre Domotor

Scultura ai piedi del Duomo

Scultura ai piedi del Duomo

Tenendo alla mia sinistra il moderno palazzo che ospita la Biblioteca “Karoly Somogyi” mi ritrovo sul retro del Duomo dove vedo un’immagine particolare dell’enorme edificio religioso che non posso non immortalare. Situata in una piazzetta e con la facciata troppo vicina ad altre costruzioni c’è la Chiesa Ortodossa Serba di San Michele. Più avanti, vicino alla riva del fiume Tisza, ho modo di vedere una strana scultura chiamata “Aranycsapat”: in italiano questa parola si traduce in “Squadra d’oro”, cioè il soprannome che venne dato alla nazionale di calcio ungherese tra il 1950 ed il 1956, obiettivamente la più forte al mondo in quel periodo. Come riuscì la Germania Ovest a batterla nella finale del mondiale del 1954 ancora oggi non è dato saperlo.

Duomo di Seghedino - Retro

Duomo di Seghedino – Retro

Chiesa Ortodossa Serba di San Michele

Chiesa Ortodossa Serba di San Michele

Aranycsapat

Aranycsapat

Una passeggiata mi porta a cambiare area iniziando dalla “Black House” (oggi è un’ala distaccata del Museo “Ferencz Mora”) fino a raggiungere Dugonics Ter, altro spazio degno di nota della città che mi ospita. Senza ombra di dubbio la cosa che più colpisce il viaggiatore è il Palazzo dell’Università; davanti ad esso ci sarebbe una bellissima fontana, ma devo limitarmi a ricordare le immagini on-line perchè, nonostante quest’inverno sia stato molto più mite rispetto alla media, la trovo non funzionante e coperta da una tavola di legno. Purtroppo è la politica di certe nazioni e sarà così anche per tutte le altre opere simili che troverò durante la giornata. E’ la volta del monumento dedicato a colui che dà il nome alla piazza, ovvero Dugonics Andras, scrittore e drammaturgo ungherese. Qui inizio a vedere delle aiuole strapiene di bellissimi fiori che troverò un po’ ovunque durante i tre giorni di permanenza in terra magiara.  Attraverso la strada superando una rotonda e posso così fotografare una coccinella gigante, opera di uno sconosciuto che l’ha realizzata su di una parte del tronco di un albero qui presente. La trovo un tantino più sciupata rispetto alle immagini viste su internet.

Black House

Black House

Palazzo dell'Università

Palazzo dell’Università

Dugonics Andras

Dugonics Andras

Esempio di Aiuole floreali

Esempio di Aiuole floreali

Coccinella Gigante

Coccinella Gigante

Torno pochi passi indietro e faccio il mio ingresso nel centro storico di Seghedino, ovvero nell’area pedonale. Mi ricordo un dato fondamentale per il prosieguo della mia giornata: non ho soldi validi da spendere e devo ovviare in qualche modo. Proprio qui, in mezzo ad edifici curati ed ai soliti negozi che ogni buon corso che si rispetti ha, vedo un primo cambiavalute. So che in quel preciso momento il cambio ufficiale è 1 euro = 321 fiorini e, quando leggo che lui scambia a 305 fiorini, faccio partire un “vaffanculo” di quelli che escono dal cuore. Se c’è una cosa che odio sono quelli che fanno la cresta sul cambio…è una cosa che non sopporto a pelle. Neanche trenta metri più avanti e ci riprovo con un secondo cartello: leggo 318 fiorini contro 1 euro e questo mi piace, così entro e cambio 20 euro. Chiedo anche dove posso trovare un ufficio postale per poter ovviare al mio “problemino” finanziario e mi viene indicato; adesso che so dov’è ci andrò più tardi, ma senza esagerare con l’attesa perchè alle 12:00 la posta chiuderà. Al primo incrocio vado a sinistra: l’obiettivo è il Reok Palace, un edificio storico dall’aspetto particolare; peccato solo che in questa mattinata uggiosa non renda come farebbe se fosse baciato dal sole. Successivamente “Klauzal Ter” mi mostra la Statua di Lajos Kossuth da una parte e la Fontana del Millennio dall’altra parte, ovviamente senza acqua (ci mancherebbe…).

Scorcio di Reok Palace

Scorcio di Reok Palace

Statua di Lajos Kossuth

Statua di Lajos Kossuth

Fontana del Millennio

Fontana del Millennio

La vicina “Szechenyi Ter” è un tripudio di cose da vedere: incredibile che in uno spazio relativamente piccolo ci sia così tanto. Comincio col dire che si tratta di un’area con molto verde e molti fiori; magari a gennaio non ce ne sono così tanti e di così belli…ma adesso è così e posso godermela. La piazza è divisa in otto mini-zone, quattro sulla sinistra e quattro sulla destra della strada perdonale che la taglia esattamente in due. In ognuna di esse c’è una scultura diversa. E’ così che posso osservare i ricordi di Santo Stefano e Gisella di Baviera (il primo re ungherese e consorte), Istvan Szechenyi (statista),  Kuno Klebelsberg (politico), Pal Vasarhelyi (ingegnere), Lajos Tisza (politico), Re Bela IV, Ferenc Deak (politico) più una fontana non funzionante. Oltre a questo, da qui è possibile ammirare il bel palazzo del Municipio di Seghedino che è collegato con l’edificio adiacente tramite il “Ponte dei sospiri”, ma di ciò mi importa veramente poco.

Santo Stefano e Gisella di Baviera

Santo Stefano e Gisella di Baviera

Istvan Szechenyi

Istvan Szechenyi

Kuno Klebelsberg

Kuno Klebelsberg

Pal Vasarhelyi

Pal Vasarhelyi

Lajos Tisza

Lajos Tisza

Re Bela IV°

Re Bela IV°

Ferenc Deak

Ferenc Deak

Municipio di Seghedino

Municipio di Seghedino

Sulla piazza si affaccia anche l’ufficio postale più vicino, per cui abbandono il giro per qualche minuto e mi dedico ai doveri; appena entro noto subito la differenza con l’Italia: qui dove sono ora non c’è il tabellone luminoso con i numeretti diviso per tipologia di operazione, bensì il vecchio sistema del “chi prima arriva meglio alloggia”; mi metto in fila sperando di trovare un impiegato che parla inglese. Al primo tentativo non ho fortuna e vengo indirizzato ad un altro sportello, quindi mi tocca fare una seconda fila. Alla fine riesco a cambiare quella carta straccia con l’equivalente in soldi buoni e, con 2.500 fiorini in più in tasca, esco contento. Mi dirigo di nuovo verso il corso d’acqua principale della città e trovo la sede principale del Museo “Ferenc Mora” e mi dispiaccio veramente per l’ennesima fontana spenta perchè avrebbe creato un insieme degno di nota. Una marea di ragazzini, presumibilmente in età da scuole superiori, sta svolgendo una specie di caccia al tesoro, per cui mi tolgo dai piedi nel minor tempo possibile. Nel parco seguente si notano i pochissimi resti di quello che una volta fu il Castello di Seghedino, ma ciò che mi preme vedere è l’attualità e si manifesta col Teatro Nazionale. Una buona camminata mi accompagna fino alla semplice Chiesa di Szent Miklos.

Museo Ferenc Mora

Museo Ferenc Mora

Teatro Nazionale

Teatro Nazionale

Chiesa di San Miklos Plebania

Chiesa di San Miklos Plebania

Il prossimo punto di interesse richiede qualche minuto per essere raggiunto perchè non è proprio vicinissimo, ma il tempo speso vale assolutamente la pena: la Torre dell’Acqua si erge al centro della “Szent Istavn Ter”, uno spazio verde molto curato; il colpo d’occhio c’è tutto, anche se la foto lo sminuisce molto. Di seguito mi trovo in un punto ubicato esattamente in mezzo tra la Chiesa Riformata di “Kalvin Ter” e la sede degli storici Bagni Termali “Anna”; per me che adoro il relax alle terme, non aver mai provato uno di questi centri in Ungheria è un’eresia vera e propria. Voglio solo sognare che prima o poi succederà.

Torre dell'Acqua

Torre dell’Acqua

Chiesa Riformata di Kalvin Ter

Chiesa Riformata di Kalvin Ter

Storici Bagni Termali Anna

Storici Bagni Termali Anna

Mancano gli ultimi due punti di interesse prima di definire conclusa questa prima parte di giornata e proseguire con la nuova località in programma. Mi reco dunque ad osservare la Chiesa di Szent Rokus e concludo con la bellissima Sinagoga nuova di Seghedino. Questa non è la prima volta che visito l’Ungheria e, per ora, mai in nessuna nazione ho ammirato sinagoghe più belle di quelle che si trovano in terra magiara. Vedere per credere.

Chiesa di Szent Rokus

Chiesa di Szent Rokus

Sinagoga Nuova di Seghedino

Sinagoga Nuova di Seghedino

In questo racconto ho volutamente omesso una marea di sculture/statue di minore importanza che abbelliscono in massa le città ungheresi; dal mio punto di vista avrebbero solo annoiato chi legge. Non mi resta altro da fare che incamminarmi verso la stazione centrale e, appena ci arrivo, mi reco al piano di sopra per acquistare il ticket verso Kecskemet. Non l’ho fatto on-line come nel caso precedente perchè per questa tratta non è previsto lo sconto del 20% e perchè non avrei potuto sapere quale orario sarebbe stato effettivamente più congeniale. Alle 13:05 esco dalla biglietteria, ma la partenza è prevista per le 13:45 ; il momento sarebbe perfetto per pranzare e noto a pochi passi un ristorante che fa anche piatti da fast food; decido di andare lì ed ordino un kebab da consumare al tavolo. Purtroppo il non aver alternative valide fa cadere in brutti scherzi ed il piatto che mi preparano non mi piace per niente. In primis mi viene servito un panino anzichè una piadina; in secondo luogo sento che il sapore della carne non è di mio gusto. Se solo avessi avuto più tempo avrei fatto molto meglio. Ormai è andata e, volente o nolente, la pancia è sazia per il pomeriggio. Serve un’ora esatta per andare da Seghedino a Kecskemet e scendo dal convoglio alle 14:55 a causa di un piccolo ritardo subìto in partenza. La differenza tra le due città è abbastanza marcata: Seghedino è la terza dell’Ungheria per popolazione (162.000 abitanti) mentre Kecskemet è l’ottava (111.00 abitanti), ma non si tratta solo di questo: anche particolari come la storia ed il numero di attrazioni presenti variano sensibilmente. Per questo motivo non vorrei dedicare più di due ore al giro che ho segnato sulla mappa preparata da casa, per cui mi metto immediatamente in marcia. Nel parco ubicato di fronte alla stazione c’è il Museo “Jozsef Katona”: sembra che il palazzo abbia visto giorni migliori sia per l’aspetto che per le inferriate che ne impediscono l’accesso.

Museo Jozsef Katona

Museo Jozsef Katona

Cammino qualche minuto per raggiungere il centro e, quando ci sono, mi aspettano due chicche come l’ex Sinagoga (oggi adibita a Centro locale per la Scienza e la Tecnologia) e quello che prende il nome di Cifrapalota, cioè un edificio in stile art-nouveau che negli anni è passato da ex condominio a museo/galleria d’arte. Come si può vedere dalle immagini seguenti, finalmente un la luce ha deciso di fare capolino e ciò che più conta sono le positive previsioni meteo per i successivi due giorni che spenderò a Budapest.

Ex Sinagoga di Kecskemet

Ex Sinagoga di Kecskemet

Cifrapalota

Cifrapalota

Attraverso “Szabadsag Ter” ed arrivo di fronte alla Chiesa Riformata che fotografo; proseguendo noto che qualcosa non va secondo i piani prestabiliti: sia il palazzo del Municipio che la vicina Concattedrale dell’Ascensione del Signore sono coperte da impalcature. Già questo comune non pullula di punti di interesse…se poi ne togliamo due in ristrutturazione abbiamo fatto bingo. Mi rifaccio la bocca con ciò che resta, e cioè la Statua in onore di Lajos Kossuth e la Chiesa di Szent Miklos.

Chiesa Riformata

Chiesa Riformata

Statua di Lajos Kossuth

Statua di Lajos Kossuth

Chiesa di Szent Miklos

Chiesa di Szent Miklos

Noto che alcune persone stanno allestendo un banchetto che, col passare dei minuti, diventa più grande e più carico di roba; contestualmente si stanno avvicinando sempre più persone vestite con l’uniforme mimetica tipica dei militari, quindi deduco che di lì a poco stia per iniziare qualche raduno di quelli tipici per tenere impegnata la gente che non sa cosa fare durante il sabato pomeriggio. Proseguo dritto ed arrivo fino al Monumento in onore dei caduti della seconda guerra mondiale, poi torno indietro.

Memoriale per gli eroi della Seconda Guerra Mondiale

Memoriale per gli eroi della Seconda Guerra Mondiale

E’ la volta di presentarmi di fronte al bel Teatro “Jozsef Katona” che è preceduto dalla Colonna della Santissima Trinità. Un’altra passeggiata abbastanza breve mi porta fino alla Chiesa di Szent Erzsebet, ma prima osservo la scultura in onore del 38° Reggimento della Fanteria Ungherese che reputo interessante.

Colonna della Santissima Trinità

Colonna della Santissima Trinità

Teatro Jozsef Katona

Teatro Jozsef Katona

In onore del 38° Reggimento della Fanteria Ungherese

In onore del 38° Reggimento della Fanteria Ungherese

Chiesa di Szent Erzsebet

Chiesa di Szent Erzsebet

Cambio zona per l’ultima volta ed arrivo alla Chiesa Ortodossa; poi proseguo alla volta della Chiesa Luterana (sulla destra), di un palazzo molto bello che ospita un istituto scolastico (sulla sinistra) per terminare con la vicina Parrocchia della Santissima Trinità. A proposito della scuola mi viene da pensare che le nostre crollano per problemi strutturali dovuti a manutenzione mai programmata…mentre questa è un capolavoro.

Chiesa Ortodossa

Chiesa Ortodossa

Parrocchia della Santissima Trinità

Parrocchia della Santissima Trinità

Istituto Scolastico

Istituto Scolastico

A questo punto non mi resta altro da fare che indirizzare la rotta verso la stazione centrale. Durante la passeggiata su strade mai battute prima (come mio solito) ho modo di vedere un punto che non avevo segnato sulla mappa, ovvero la “Collezione di Strumenti Musicali Leskowsky” (espone più di 2.000 strumenti musicali dal medioevo fino ai nostri giorni) ed il Teatro “Lazslo Kelemen” dividono lo stesso edificio adibito a centro culturale che non passa certo inosservato.

entro Culturale di Kecskemet

entro Culturale di Kecskemet

Alla biglietteria acquisto il titolo di viaggio per il treno che partirà alle 16:48; avevo detto di voler impiegare due ore per questa visita e ce l’ho fatta addirittura con qualche minuto di anticipo. Il solito ritardo del convoglio va nuovamente sopportato…e mi fa arrivare a Budapest Nyugati intorno alle 18:15. Da qui prendo la linea numero 3 della metropolitana e vado dritto all’appuntamento con la proprietaria dell’appartamento prenotato su AirBnb per le prossime due notti.

In conclusione di questo racconto posso dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso dalla città di Seghedino che consiglio a chiunque si trovasse a passare da queste parti. Bisogna ammettere che praticamente nessuno in Italia la conosce, ma che il numero dei punti di interesse e la qualità delle cose da vedere che ha, unito al fatto che si raggiunge in un paio d’ore di treno dalla capitale ungherese, valgono ampiamente la visita. Ci ho passato circa cinque ore tranquille ma intense. Lo stesso non si può dire per Kecskemet, ma questo lo sapevo già in partenza. L’ho visitata perchè mi incuriosiva, ma anche perchè è di strada nella tratta di ritorno verso Budapest. Come si è già capito, non mi ha entusiasmato; ci sono posti più piccoli che hanno ben altro da mostrare;  reputo quindi la città più residenziale che artistica, anche se non mancano cose degne di nota. Il problema è che sono un po’ pochine. Mi raccomando di non dimenticarvi Seghedino perchè non ve ne pentirete.

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