Romania parte 5: Turda, Alba Iulia, Targu Mures e Cluj-Napoca

di admin

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Ormai è chiaro: la Romania mi ha stregato. Non ci sono mezzi termini. Come da titolo di questo post, sono alla quinta tappa in poco meno di un anno solare dalla “prima volta”. Ma non posso farci nulla poichè da qui ai prossimi mesi ho già altri 4 voli prenotati verso questa magica terra. Non nego che le tariffe aeree bassissime e letteralmente ridicole che ci sono oggi indirizzano in parte la scelta, ma obiettivamente non spendo neanche un centesimo se una località non vale niente. Invece rieccomi qui, pronto a scoprire un altro pezzetto di questa nazione stando attento a non fare mai alcun bis poichè sarebbe tempo sprecato. Le possibilità però sono davvero infinite e tale rischio è ridotto quasi a zero; anche questa “puntata” avrà come protagonisti i mezzi pubblici, ma tale opzione sta quasi per giungere al termine. Tra poco resteranno da vedere solo zone più difficili e scarsamente collegate, per cui mi toccherà noleggiare una macchina per completare il tutto. Chi ha già letto gli altri quattro racconti conosce bene ciò che penso riguardo questa parte di Europa dell’Est e non voglio essere ripetitivo. Invito tutti gli altri ad investire qualche minuto del proprio tempo libero alla scoperta di zone magari poco conosciute, ma fantastiche.

Finalmente la partenza di questo viaggio mi vede riabbracciare l’aeroporto di Ciampino. Troppo comodo uscire di casa e, dopo neanche 5 km, essere al parcheggio 🙂 . Però pur di viaggiare sono disposto a tutto e, chi mi conosce, questo lo sà bene. Prima nota di colore: stavolta ho avuto una fortuna pazzesca: quando prenotai il volo, la partenza avrebbe dovuto essere di venerdi alle 15:00 circa con arrivo due ore dopo, più ulteriori 60 minuti persi causa fuso orario passivo. In pratica avrei quasi buttato la giornata. Neanche venti giorni prima ho ricevuto un messaggio dalla compagnia aerea che mi informava “con rammarico” dell’avvenuto anticipo della partenza alle 8:40 del mattino. Ebbene si, per una volta ho guadagnato ore preziose da una modifica dell’operativo ed ho stappato lo spumante per festeggiare, altro che rammarico. Questo mi ha anche permesso di riadattare totalmente il mio programma studiando un giro più completo come avevo sognato. Per di più, l’aereo si stacca da terra pure puntuale, per cui il cerchio si chiude perfettamente. Il piccolo scalo di Cluj-Napoca ha la sala del controllo passaporti strapiena appena varco la soglia della struttura; probabilmente si sono sovrapposti due arrivi e, data la ridotta capienza e lo scarso personale, la coda che si forma non è indifferente. Ma questo è l’ostacolo più semplice da superare in un viaggio fatto da coincidenze programmate a tavolino e da realizzare nella pratica. Esco finalmente da quella bolgia organizzata e mi trovo per strada. Noto con stupore che ci sono case e capannoni in zona, per cui posso affermare che la pista di decollo si trova “quasi in centro città”. Il mio primo obiettivo è trovare il minibus che avevo prenotato da casa con partenza alle ore 13:00 in punto. E’ ancora presto, per cui me la prendo comoda e la mia ricerca ha un ritmo incredibilmente blando se paragonato alle mie abitudini. Individuo il mezzo, ma dentro non c’è nessuno (autista compreso) e questo conferma il mio netto anticipo. Sono però contento perchè la cosa è comunque positiva: mi tengo sempre abbastanza largo quando di mezzo ci sono degli aerei perchè eventuali ritardi (sempre all’ordine del giorno) non devono in alcun modo rovinare i piani. Faccio due passi per far scorrere le lancette fino a quando vedo con la coda dell’occhio qualcuno che sale sul minibus dalla parte del conducente. Fa freddo ed anche molto, per cui non ci penso sù due volte e torno indietro. Arrivo e faccio capire a quel tizio col giubbotto rosso che ho una prenotazione e che vorrei salire. Lui ovviamente non ha la lista dei passeggeri con se, però gli mostro i miei cartacei e decide di farmi entrare. All’interno il caldo è allucinante, per cui mi tolgo il giaccone per evitare una sincope. Alle 12:55 arriva un’altra signora e poi nessun’altro: il minivan si avvia con soli due passeggeri, ma d’altra parte era stato prenotato e non poteva esimersi dal farlo. La prima destinazione è la cittadina di Turda, situata a 30 minuti di distanza da Cluj-Napoca. Il brevissimo tragitto passa via veloce mentre guardo fuori dal finestrino la campagna locale che ha un mix composto dal verde/marrone della vegetazione in pieno inverno e dal bianco della neve e del ghiaccio. Sinceramente l’ambiente circostante non ispira molto ed è stato migliore in altre zone della Romania. Eccomi alla “Autogara Sens Vest” della cittadina di Turda: è la mia fermata e non la manco. Fortunatamente per la compagnia di bus ci sono altri passeggeri pronti a salire verso le prossime città, altrimenti sarebbe stato davvero uno spreco assurdo di carburante e stipendio. Sono le 13:30 e, tanto per cambiare, devo correre: l’attrazione principale di questa località è la Miniera di Sale che, secondo internet, chiude alle 16:00 in gennaio. Avevo già visitato una struttura simile in Polonia (vedi post apposito) e tale escursione mi aveva portato via non meno di due ore. Sono quindi al limite perchè, prima di tutto la miniera l’avrei dovuta trovare e raggiungere a piedi (circa 3 km dalla stazione dei bus), e poi l’avrei dovuta girare tutta. Senza pensarci due volte seguo le indicazioni del navigatore e cammino lungo la strada corretta. Durante il percorso trovo diversi punti di interesse degni di essere fotografati, ma adesso non posso proprio; faccio quindi un “nodo al fazzoletto” per ricordarmi dove sono e vado avanti. Mancano solo 100 metri all’indicazione dell’ingresso della Miniera e mi si pone davanti uno dei problemi più annosi di questa nazione: i cani randagi, proprio come accadde a Sinaia mesi addietro (vedi post dedicato). Quattro “bei cosi pelosi” di taglia media e grande completamente sporchi e maltenuti mi guardano…ovviamente in cagnesco. La verità è questa: ho poco tempo e non mi devono rompere le scatole! Purtroppo ci sono solo io lì in quel momento e non esistono diversivi, così continuano a guardarmi. Eseguo la tattica di sempre, quella che serve ad evitare contatti con persone, animali e cose indesiderate: proseguo e vado avanti come un trattore senza curarmi di ciò che ho intorno. Il mio sguardo mira dritto senza mai incrociare quello dei cani che mi seguono con la testa senza muoversi. Evidentemente non sono un obiettivo interessante e non voglio dar loro alcun modo di pensarlo. Pochi secondi e sono fuori dal loro raggio di azione; vedo già la biglietteria e mi dirigo versa di essa pagando i 20 Lei dell’ingresso. Supero il tornello ed entro in una galleria lunga circa 900 metri scavata totalmente nella roccia che prende il nome di “Galleria Franz Josef”. E’ molto suggestiva, al punto che nella foto seguente ricorda “il famoso tunnel con la luce in fondo” che tanti dicono di vedere in un momento decisamente poco bello della loro vita.

Tunnel di ingresso della Miniera di Sale

Tunnel di ingresso della Miniera di Sale

La parte dalla quale sono entrato è quella secondaria, ma ho dovuto farlo per non essere obbligato a percorrere oltre 5 km fino alla porta principale. In questo modo, come già detto, me la sono cavata “solo” con tre. Per tale motivo la mia visita va al contrario, cioè parte dalla fine e termina all’inizio. Ma la cosa non è affatto importante per la perfetta riuscita dell’operazione perchè la discesa è unica. La prima deviazione che incontro e che prendo porta alla sala dell’eco; ci sono due cavità sulla mia destra sapientemente illuminate che mostrano agli occhi le varie striature del sale nella roccia antistante. La foto che segue non rende neanche minimamente l’idea di ciò che realmente ho davanti…ma la mia reflex è ancora guasta in assistenza, perciò mi trovo costretto ad immortalare con “mezzi di fortuna” ed il risultato è quello che è.

Sala dell'eco: semplicemente spettacolare!

Sala dell’eco: semplicemente spettacolare!

Estasiato per quella visione incredibile, non sono ancora soddisfatto e decido di testare l’eco di cui si parla. Per fortuna sono solo, per cui mi lancio in un paio di fischi da manuale. L’eco c’è ed è anche formidabile. Non ho niente da ridire, anzi…tutto il contrario. Proseguo e trovo altre stanze durante il percorso. E’ difficile descrivere a parole ciò che ho davanti, per cui spero possano parlare le foto che seguono.

Sala della miniera di Turda-1

Sala della miniera di Turda

 

Dettaglio del sale presente sulle pareti

Dettaglio del sale presente sulle pareti

Ad un certo punto, in un’estremità, noto una specie di balcone. Ci arrivo e mi affaccio: sotto lo spettacolo è davvero particolare perchè ad una notevole profondità si vede un lago scurissimo (sono in una miniera, quindi la luce del sole è ben lontana) con sopra delle strane strutture illuminate in maniera inusuale. Da lì però non si riesce a capire bene di che si tratta.

Vista dal Balcone più alto

Strana vista dal Balcone più alto

Curioso come sono, inizio la discesa verso il livello inferiore. Qui, sospese nel vuoto, ci sono delle passerelle lunghissime sorrette solo da travi di legno infilate nella roccia che fanno da base. Detta così, la situazione sembra spettrale; assicuro che quando si capisce realmente dove si sta camminando non si riesce a credere che sia reale e sorge anche un pizzico di preoccupazione.

Passerella sorretta solo da travi in legno...

Passerella sorretta solo da travi in legno…

Li ci sono due possibilità: prendere un ascensore per arrivare al piano successivo oppure farsela tutta a piedi utilizzando altre scale sempre di legno. Io opto per scendere con le scale (ripidissime e non proprio sicure al 100% per il mioi piedino di fata numero 44) e poi risalire nella maniera più tecnologica. Ma prima di iniziare la camminata mi affaccio a guardare verso il basso e vedo che…a differenza della miniera in Polonia, questa è stata trasformata in un piccolo parco giochi. Ebbene si…da non crederci: un luogo simile riempito con tavoli da ping pong, biliardi, bowling ecc ecc. Per fortuna ci sono luci fantastiche che si trovano posizionate in maniera fantascientifica e rendono l’ambiente unico. Sinceramente non approvo questa destinazione d’uso “ludica”, ma tanto il commercio deve trovare sempre forme diverse di espansione anche se per farlo deturpa un ambiente fuori dal comune. Ovviamente tralascio questa parte perchè non mi interessa per niente e proseguo la passeggiata. Intanto però mi guardo intorno e mi rendo conto sempre di più di essere nel bel mezzo di una cava di sale: la sensazione è particolare. Arrivo ad un altro balconcino che si trova esattamente sotto a quello dal quale mi ero affacciato poco prima. Qui il lago si vede perfettamente perchè è pochi metri più sotto. Si notano delle barchette colorate che sono affittabili per un giro in una location decisamente diversa dal solito. Le luci che vedevo dall’alto non sono altro che altre composizioni luminose  sapientemente studiate per rendere la situazione tutt’altro che normale, ma niente di utile. E’ solo scena.

Barchette colorate galleggiano sul lago nero

Barchette colorate galleggiano sul lago nero

Alla fine confermo che disapprovo il parco giochi ma apprezzo davvero tanto la scelta delle luci. Adesso manca solo una cosa: arrivare al pelo dell’acqua del lago. La scelta è la solita di prima: acensore o scale. Resto fedele alla mia regola, così inizio la cauta discesa a piedi ed arrivo all’ultimo livello della miniera. Cammino e raggiungo il lago in pochi minuti; anche da distanza minima, il suo colore è vicinissimo al nero. Passeggio lungo la passerella che mi porta in mezzo alle luci e li ci sono panchine sulle quali vedo persone intente a rilassarsi leggendo un libro o semplicemente guardandosi intorno. L’ambiente è decisamente fuori dal comune e va apprezzato proprio per questo. Termino il giro prendendo prima i due ascensori per tornare alla superficie e poi il tunnel lungo 900 metri verso l’uscita. Essendo la mia seconda miniera di sale posso dire che, per tanti aspetti, questa mi ha deluso molto. La miniera di Wieliczka è tutta un’altra cosa e non c’è alcun paragone possibile; questo è sostanzialmente un parco giochi e non molto altro. Quindi la visita la vale per togliersi la curiosità, ma non mi sono mai trovato a bocca aperta come accadde in terra polacca. Torno così all’aria gelida dell’invero rumeno ed ho almeno un paio d’ore buone per la visita della cittadina di Turda, località che è totalmente fuori dalle rotte turistiche tranne che per la suddetta cava. In teoria non dovrei quindi trovare nulla di decente, ma non è affatto così. Ci metto un po’ per arrivare in centro perchè la distanza è di oltre un kilometro anche in questo caso, ma una volta lì sono fortunatamente costretto a ricredermi. I punti di interesse ci sono eccome e, cosa non meno importante, trovo sia un supermercato (dove cambio i soldi e compro da bere) che  una delle famose pasticcerie rumene dove acquisto i buonissimi strudel di mele e, stavolta, un fagottino col caciocavallo, verdure e salumi davvero buono. Con monete locali a sufficienza in tasca e con lo stomaco finalmente sazio posso così ammirare:

  • La Chiesa Ortodossa di Sfanta Treime
Chiesa Ortodossa Sfanta Treime

Chiesa Ortodossa di Sfanta Treime

  • Teatro “Aurelio Manea”
Teatro "Aurelio Manea"

Teatro “Aurelio Manea”

  • La Chiesa Romano-Cattolica
Chiesa Romano-Cattolica

Chiesa Romano-Cattolica

  • La Chiesa Riformata
Chiesa Riformata

Chiesa Riformata

  • La Cattedrale Ortodossa
Cattedrale Ortodossa

Cattedrale Ortodossa

  • Il monumento ad Avram Iancu
Monumento ad Avram Iancu

Monumento ad Avram Iancu

  • La Chiesa Ratestilor
Chiesa Ratestilor

Chiesa Ratestilor

  • La Chiesa Riformata Calvina
Chiesa Riformata Calvina

Chiesa Riformata Calvina

  • Il Palazzo “Gypsy”
Palazzo "Gypsy"

Palazzo “Gypsy”

Beh…non ci sarà proprio questo mondo e quell’altro, però dire che niente è degno di interesse probabilmente è un po’ riduttivo. Alla fine del giro mi resta ancora del di tempo per addentrarmi nelle vie meno convenzionali della cittadina dove assaporo un po’ della vita locale passando in mezzo ad un mercato dove, come al solito, mi puntano tutti come se fossi venuto dal cielo. Forse avrò la scritta  “giocondo” in fronte e, dato che è in lingua italiana, occorre guardare bene per capire. Davvero non comprendo il perchè di tanta curiosità…eppure quando viaggio non lo faccio mai con abiti sgargianti o cose simili. Un giorno forse la verità verrà a galla. A quel punto faccio retromarcia per tornare alla stazione dei pullman; da lì dovrò prendere il prossimo mezzo per la seconda destinazione. Ed è qui che inizia un vero e proprio film dell’orrore. Ho il minibus verso Alba Iulia intorno alle 17:20 e mi faccio trovare puntuale al “peron” (binario in rumeno) n. 8 dell’Autogara Sens Vest. Fa un freddo cane ed il sole inizia a calare. Anche il mio abbigliamento “da battaglia” non basta più a contenere il gelo perchè sto attendendo completamente fermo. Passano tanti minuti e con me ci sono altre 5-6 persone. Ad un certo punto intravedo il nome della compagnia di trasporti stampato su un bus che si ferma a poca distanza da me. Gli altri passeggeri in attesa si fiondano all’ingresso ed io decido educatamente di dar loro la precedenza. Ho fatto una cazzata segnata dall’inesperienza: tutti entrano, pagano il loro biglietto e si siedono; quando tocca a me dico all’autista il nome del posto dove sto andando mi viene risposto “no ai locuri”. Significa concettualmente questo: “non ho più posto per te, povero coglione…quindi cortesemente levati dalle scatole”. Ci rimango di stucco, ma che altro posso fare se non guardare la portiera che mi si chiude davanti al naso? Il fatto di non parlare la lingua locale mi penalizza. Mi rassegno così all’idea di aspettare il prossimo minivan. Le domande che mi pongo sono tre:

A) Quando passerà?

B) Quello che arriverà avrà un posto per me?

C) Quando arriverà sarò ancora vivo a sarò ibernato tipo Jack Torrance alla fine del film “Shining”?

Con questi dubbi non facili da affrontare e già congelato in più punti comincio a saltellare per scaldarmi un pochino. Sono solo alla fermata ed intanto il sole è sparito del tutto: è buio come dentro ad una grotta e si vede solo il ghiaccio per terra. Passano circa trenta minuti e, durante quel tempo, arrivano altri passeggeri in attesa. Ma la regola è sempre la stessa: a me la si fà solo una volta (quando ci si riesce, perchè non è neanche detto); non c’è MAI un bis. Quando vedo il bus in arrivo raccolgo l’ultimo grammo di calore che ho in corpo e mi fiondo come un razzo davanti all’ingresso. Sono il primo stavolta ed il fato vuole che ci sia solo un posto libero che ovviamente faccio mio con le unghie e con i denti. A niente sono valse le lamentele e le richieste di favore verso l’autista fatte dagli altri rimasti a terra. Il “no ai locuri” stavolta spetta a loro ed il detto romano del “a chi tocca non si ingrugna” calza a pennello in questa situazione. Io non mi sono “ingrugnato” prima e loro non si devono “ingrugnare” adesso. Piano piano sfrutto il calduccio all’interno del minibus per ricominciare a muovere le dita delle mani e poi tutto il resto. Il tragitto dura circa un’ora e venti minuti, per cui ce la faccio a tornare nel pieno delle mie funzioni. L’arrivo all’autogara di Alba Iulia è intorno alle 19:20. Per raggiungere la stanza avrei dovuto percorrere quasi due kilometri a piedi, per cui mi guardo intorno e vedo un supermercato ancora aperto. Mi ci lancio letteralmente e lì compro la cena. Dopo quella giornata piena non sarei uscito di sera con quella temperatura poichè in questa località non credo di dover scattare foto in notturna. Con la busta piena di cibarie in mano mi reco verso il B&B dove mi accoglie il proprietario molto gentile. Mi assegna la stanza che, per mia fortuna, pare essere la più calda di tutta la struttura con ben due termosifoni che sparano aria bollente senza soluzione di continuità. Entro e trovo l’ambiente tutto intonato sul tema “gattini”, davvero molto carino ed allegro. Mi sistemo, ceno e passo la serata al computer anche per affinare il giro che mi aspetterà il mattino seguente.

La sveglia suona abbastanza presto; ho a disposizione circa 4 ore per vedere Alba Iulia, così mi vesto alla svelta e faccio per uscire quando…vengo bloccato da una figura che non posso proprio evitare: alla finestra della stanza c’è una micetta che mi guarda e che punta la zampa contro il vetro. Ho abbastanza fretta, ma le dedico dieci minuti buoni di carezze e coccole e lei ringrazia con fusa talmente forti che non ho idea da dove provengano. E’ davvero piccola, ma sà quello che vuole. Mi rendo conto che l’unico modo che ho per andarmene senza troppo rimorso è girare le spalle, chiudere il cancello del B&B, lasciare la chiave nell’apposita fessura e filare. Faccio proprio questo…ma succede tutto così in fretta che lascio il guanto della mano destra (quella impegnata nelle coccole) dentro alla struttura, sul tavolino dove si è consumato il tutto. Non mi va di suonare per così poco, per cui decido di lasciar perdere e proseguo con solo una mano coperta. Sembro capitan uncino…ma va bene così. Una volta a casa ne avrei poi ricomprato un nuovo paio e forse sarebbe stata anche ora di farlo. Ho dormito nella parte della cittadina che ha dall’altro lato della strada il cimitero ebraico, per cui la prima foto della giornata va a questo luogo che è sempre particolare ovunque si trovi nel mondo, ma stavolta lo è ancora di più perchè completamente innevato.

Cimitero Ebraico in pieno inverno

Cimitero Ebraico in pieno inverno

Proseguo la passeggiata verso una direzione precisa: la Cittadella “Alba Carolina”; si trova qui in questo posto decisamente poco battuto dal turismo la Cittadella fortificata più grande e meglio conservata di tutta la Romania, ma credo sia anche una delle migliori d’Europa. Cercando di mettere un piede davanti all’altro senza calpestare il ghiaccio ormai radicato sul suolo evitando un possibile scivolone “olimpico” da vergogna pura, costeggio un lato della enorme costruzione oggetto della mia imminente visita. Se penso che quella che sto vedendo è solo una minima parte dell’intera struttura non riesco ad immaginare cosa mi aspetta. Finalmente posso svoltare a destra ed arrivare all’ingresso (unica zona fotografata sia in tarda serata al mio arrivo che alla luce del sole).

Ingresso della Cottadella "Alba Carolina" con luci artificiali

Ingresso della Cittadella “Alba Carolina” con luci artificiali

 

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Ingresso della Cittadella “Alba Carolina” al mattino

Entro e davanti a me c’è una salita che termina con due belle statue che sembrano messe li per spaventare eventuali nemici.

Statue alla fine della prima salita

Statue alla fine della prima salita

Appena le raggiungo vedo che ancora non mi trovo nel centro storico vero e proprio, ma in una specie di limbo: è una zona difensiva lunga quanto tutto il perimetro, come se le enormi ed alte mura osservate poco prima non fossero sufficienti a dare sicurezza. Un’altra statua merita una foto prima di dirigermi verso la cosa più classica che ci si aspetta da una costruzione del genere: il portone in legno gestito da catene di metallo.

Statua locata nella "zona intermedia" tra le due mura difensive

Statua locata nella “zona intermedia” tra le due mura difensive

Ovviamente è aperto perchè questa zona fà comunque parte della vita di tutti i giorni qui ad Alba Iulia; non è assolutamente una specie di area protetta nella quale si può entrare solo con una guida o similare. Qui c’è una caserma della forze dell’ordine, c’è l’Università, ci sono edifici religiosi e tanto altro. Mi trovo ora all’interno delle “seconde mura”; noto subito che qui mi aspetta qualcosa di speciale, così proseguo la marcia. Ho modo di ammirare i seguenti punti di interesse:

  • Monumento ai caduti di Custoza
  • Ingresso alla Cella di Horea
  • Statua equestre di Mihai Viteazul
Statua equestre di Mihail Viteazul

Statua equestre di Mihai Viteazul

  • Ex Corte Principesca
  • Cattedrale Ortodossa
Magnifica porta di ingresso alla zona della Cattedrale Ortodossa

Magnifica porta di ingresso alla zona della Cattedrale Ortodossa

 

Cattedrale Ortodossa

Cattedrale Ortodossa

  • Cattedrale Cattolica Romana
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Cattedrale Cattolica Romana

  • Museo dell’Unione
  • Sala dell’Unione
Ingresso della Sala dell'Unione

Ingresso della Sala dell’Unione

  • Università “1° Dicembre 1918”
Università "1° Dicembre 1918"

Università “1° Dicembre 1918”

In più, a fare da gradito contorno, sono poste qua e là statue/riproduzioni di una vita che fu…di una vita che sicuramente non potrà più essere la stessa.

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Con la visita al Castrum Romano si conclude la mia passeggiata nella storia della Cittadella “Alba Carolina” che, devo dire, è stata davvero piacevole. Ho ancora del tempo a mia disposizione e da quella posizione favorevole riesco a vedere con facilità l’esatta ubicazione di altri punti di interesse locati nella zona “nuova” della cittadina che mi ospita. Premetto che il centro moderno è insignificante e senza alcuna attrattiva; è la sacrosanta verità e non posso esimermi dal riportarla. Qualche negozio comune a tutti i posti del mondo e niente altro. Decido quindi di effettuare il percorso a ritroso verso la stazione e lì qualcosa degno di nota la trovo:

  • Chiesa Evangelica
Chiesa Evangelica

Chiesa Evangelica

  • Chiesa Francescana
Chiesa Francescana

Chiesa Francescana

  • Chiesa Ortodossa “Buna Vestire”
Chiesa Ortodossa "Buna Vestire"

Chiesa Ortodossa “Buna Vestire”

  • Chiesa Sfanta Treime
Chiesa Sfanta Treime

Chiesa Sfanta Treime

  • Un bellissimo esempio di Chiesa costruita interamente in legno: Chiesa Mihai Viteazul
Chiesa di legno "Mihail Viteazul"

Chiesa di legno “Mihai Viteazul”

Adesso, dopo aver osservato come prima tappa il cimitero ebraico, mi trovo davanti una distesa enorme di lapidi; si vede l’inzio ma non la fine per quante ce ne sono. Tutte rigorosamente in terra come si usa in moltissimi paesi, mentre noi italiani siamo abituati a vedere costruzioni in muratura a più piani. E’ forse poco rispettoso, ma non posso non scattare una foto.

Cimitero Maieri

Cimitero Maieri

Subito sulla destra vedo il cimitero militare dove fotografo quella che dovrebbe essere la tomba dedicata al milite ignoto.

Cimitero Eroilor

Cimitero Eroilor

Il tempo passa inesorabile, tanto più che dopo la micetta della prima mattina ci si mette anche uno sfortunato senzatetto a fermarmi. Non capiva che non lo capivo e continuava a chiamarmi collega. Chissà perchè? Alla fine credo di comprendere che vuole abiti caldi, ma ho con me solo un cambio e mi sarebbe servito il giorno seguente, quindi gli dò una banconota da 10 lei e lo saluto. Vuole per forza accompagnarmi alla stazione ma mi sento molto a disagio con lui accanto nonostante il gesto cortese, per cui aumento il passo e dopo poco rimane indietro. Quando si accorge della realtà delle cose si ferma presso il cimitero enorme per chiedere aiuto economico a qualche altro passante. Arrivo così alla “gara” di Alba Iulia pronto a partire per la prossima mèta: Targu Mures. Faccio il biglietto ed esco sul binario numero uno, luogo in cui generalmente c’è il cartellone con arrivi e partenze. Lì vedo che il mio treno arriverà tra pochi minuti al “peron” numero due. Finalmente mi giro per capire dove sia il sottopassaggio e rimango di sasso: è tutto un colabrodo! I binari dal numero uno al numero quattro sono completamente divelti causa massicci lavori in corso. Gli unici attivi sono i numeri cinque e sei. Noto una signora che ha capito il mio disagio e che si sbraccia per indicarmi di fare presto ed andare nella direzione corretta. La distanza da percorrere a piedi non è proprio brevissima e rischio di perdere il convoglio. Così mi dirigo dalla parte giusta ed arrivo con un po’ di fiatone dove sarebbe passato il treno. Ringrazio la signora della cortesia, ma ovviamente è tutto inutile perchè quella situazione crea enormi problemi alla circolazione (ridurre sei binari a solo due non può non avere delle ripercussioni) per cui la solita puntualità dei mezzi locali viene meno: salgo nel vagone con quasi venti minuti di ritardo, ma stavolta non importa. Ciò che conta adesso è stare al calduccio e riposare le ganbe, già provate dalla fatica fatta con davanti un’altra città intera da vedere nel pomeriggio. Il tragitto scorre senza intoppi, tranne quando da una stazioncina misera salgono tre zingari che si mettono nella mia zona e che mi fissano troppo. Forse attendono che mi addormenti per derubarmi, ma questa soddisfazione non gliela avrei mai data neanche se non avessi dormito per un mese intero. Quando scendono però non nego di aver tirato un sospiro di sollievo. Giugngo alla stazione di Targu Mures dopo che il treno ha recuperato parzialmente il ritardo accumulato precedentemente. Sono comunque in tempissimo per setacciare la città centimetro per centimetro. Esco però dalla struttura e mi prende un po’ di sconforto: il panorama in quella zona è di uno squallido pazzesco. Per di più, per raggiungere prima l’albergo prenotato e poi il centro devo attraversare un sottopassaggio dove al di sopra passano i treni. Il problema non è tanto adesso alla luce del sole, ma al mattino seguente quando avrei avuto il treno verso Cluj-Napoca alle 7:10, momento in cui fa ancora buio pesto da queste parti. Ma non c’è nè tempo nè spazio per le paure; l’ho programmato a casa e lo devo fare senza possibilità di modifiche. Un semplice sgarro ed avrei potuto perdere coincidenza ed ore preziose. Dopo pochissimo arrivo in hotel e prendo la stanza. Come al solito ne succede una anche qui: la receptionist non capisce che ho una prenotazione fatta mesi prima e vuole per forza appiopparmi una stanza a prezzo pieno (130 lei contro i 90 da me pattuiti..sono sempre quasi 10 euro di differenza e non va molto bene). Alla fine tira fuori la stampa corretta e tutto si risolve. Purtroppo lo smog colpisce anche qui… e dico questo perchè non mi rendo conto di come sia possibile che ci sia tanta superficialità ed anche stupidità ovunque. Siccome lo smog c’è dappertutto…deve essere per forza colpa di quello. Meglio soprassedere, sistemare il borsone ed uscire di nuovo. Davanti a me ho altri 1600 metri a piedi da percorrere in direzione del centro città. Il primo punto di interesse che trovo p la Cattedrale Greco-Cattolica che fotografo “fronte/retro”. Davanti ad essa c’è la statua di tale “Emila Dandea”.

"Retro" della Cattedrale Greco-Cattolica

“Retro” della Cattedrale Greco-Cattolica

 

"Fronte" della Cattedrale Romano-Cattolica

“Fronte” della Cattedrale Romano-Cattolica

 

Statua di Emila Danea

Vi presento Emila Dandea. Piacere…

Mi trovo esattamente all’inizio di Piata Trandafirilor, la più importante di Targu Mures. E’ davvero enorme e si estende a perdita d’occhio. Ha varie attrazioni da vedere, così comincio dalle prime in ordine di distanza che sono due palazzi fantastici:

  • Palazzo della Prefettura
Palazzo della Prefettura

Palazzo della Prefettura

  • Palazzo della Cultura
Palazzo della Cultura

Palazzo della Cultura

Purtroppo senza la mia reflex sono semi-perduto e le immagini appena pubblicate non riescono a rendere tutta la magnificenza che ho davanti. In zona c’è anche il Municipio; non è niente di che, ma se non lo fotografo se la prende a male…

Municipio di Targu Mures

Municipio di Targu Mures

Proseguendo la passeggiata incontro il monumento in onore dei caduti della rivoluzione.

Monumento ai caduti della rivoluzione

Monumento ai caduti della rivoluzione

Qui viene il bello: Nella prossima immagine si vedono sia il monumento equestre di Avram Iancu che la Cattedrale Ortodossa alle sue spalle. Il colpo d’occhio in loco è grandioso.

Monumento ad Avram Iancu e Cattedrale Ortodossa

Monumento ad Avram Iancu e Cattedrale Ortodossa

Sulla destra vedo e fotografo anche la Chiesa Romano-Cattolica che spicca con i suo colori giallo e verde nel panorama che la circonda.

Chiesa Romano-Cattolica

Chiesa Romano-Cattolica

Lascio la bellissima Piata Trandafirilor e mi dirigo nelle arterie secondarie della città. Il primo punto di interesse che trovo è la Casa Teleki.

Casa Teleki

Casa Teleki

Da qui all’ingresso della Cittadella il passaggio è breve. Salgo le scale presenti e mi trovo all’interno della città fortificata. Purtroppo per lei la visito dopo aver ammirato poche ore prima quel capolavoro ad Alba Iulia, per cui questa mi appare davvero scarsa. I due unici punti degni di nota sono un bastione difensivo e la “Fortress Church”.

Bastione

Bastione

 

Fortress Church

Fortress Church

Adesso divago un po’ pubblicando una foto che non mi fa comprendere se l’opera d’arte raffigurante tale “Valyi Gyula” è stata fatta in suo onore oppure per prenderlo per i fondelli. Per me è terribile e se fossi stato al suo posto mi sarei rivoltato nella tomba. Giudicate voi…

"in onore" di Valyi Gyula...

“in onore” di Valyi Gyula…

Il mio giro sta per giungere al termine, ma ho ancora quache decina di minuti di luce prima del calare inesorabile della sera, per cui decido di infilarmi in viuzze improbabili e non segnalate dalla mappe turistiche, certo però che qualche sopresa l’avrei trovata. La mia tenacia viene premiata da quesi due piccoli edifici religiosi dai nomi incredibilmente fantasiosi:

  • Chiesa di Pietra
Chiesa di Pietra

Chiesa di Pietra

  • Chiesa di Legno
Chiesa di Legno

Chiesa di Legno

Giunge il momento di ripercorrere i miei passi in direzione inversa. Così dopo un po’ arrivo di nuovo in Piata Trandafirilor e, dalla parte oppopsta rispetto a quella dalla quale sono venuto, ammiro anche il Teatro Nazionale e la Torre del Monastero Francescano.

Teatro Nazionale

Teatro Nazionale

 

Torre del Monastero Francescano

Torre del Monastero Francescano

Prima di gettarmi a capofitto dentro ad un centro commerciale nelle vicinanze aperto fino alle 22:00 per comprare la solita cena da consumare in camera al calduccio con tutta la calma del mondo ho il tempo di sfruttare l’avvicendarsi della luce col buio per fotografare il Palazzo delle Prefettura ed il Palazzo della Cultura con l’illuminazone artificiale. Confermo la prima impressione: meritano davvero.

Palazzo della Prefettura illuminato

Palazzo della Prefettura illuminato

 

Palazzo della Cultura illuminato

Palazzo della Cultura illuminato

Con la busta della spesa in mano ripercorro il kilometro e seicento metri che mi separano dalla stanza prenotata. Una volta lì mi attacco al termosifone come una cozza fa col suo scoglio, “preparo” la cena (nel senso che la tolgo dalla busta…) ed accendo il computer. La verità è che i miei molteplici impegni non mi hanno permesso di preparare nel dettaglio il giro della prossima ed ultima destinazione e per questo mi tocca studiare prima di dormire. Ci tengo a precisare che non ho visto volutamente il grande parco chiamato “Complexul Week-end” perhè sicuramente in gennaio lo avrei trovato completamente innevato e con un decimo delle sue funzioni attive. Ma non si tratta di una dimenticanza clamorosa.

Al mattino seguente la sveglia suona alle 6:25, ma ormai è un classico delle mie domeniche. Come già detto, ho un treno che partirà poco dopo le 7:00 e per questo motivo ho prenotato una struttura a 350 metri scarsi dalla stazione. Lascio la stanza e la relativa chiave e mi metto in marcia. E’ passato così poco tempo dal mio rientro la sera prima che mi sembra quasi di non essermi mai fermato. Le gambe infatti me lo stanno facendo capire, ma fino a prova contraria comando io e non loro. Devono obbedire e fare silenzio. Eccomi al dunque: mi trovo a 20 metri dall’ormai famoso sottopassaggio pedonale che permette di superare i binari, in piena zona degradata di Targu Mures, ed  ovviamente non è illuminato. Badate bene, si parla di 30-40 metri al massimo, ma avrebbe potuto esserci qualcuno a dormire per sentire meno freddo o chissà chi/cosa. Tre secondi per pensare, ma non ho scelta (meglio li sotto che attraversare i binari di notte). Dopo un bel respiro mi incammino con passo spedito e quando arrivo alle scale vedo fortunatamente che non c’è nessuno, quindi pericolo scampato. Uno dei miei motti preferiti in certe situazioni è “meglio aver paura che prenderle di santa ragione”, per cui non mi rimprovero affatto qualche istante di sana preoccupazione da dedicare al ragionamento sucome evitare pericoli inutili. Entro in stazione e faccio il biglietto. Il convoglio arriva quasi subito. Stavolta però non è diretto: ho un cambio a Razbovieni, fermata dove il pomeriggio precedente avevo visto scendere qualcuno molto interessante. Ma la fortuna non va lasciata scappare perchè sicuramente non farà il bis, e così è. Salgo anche sul secondo vagone ed il viaggio si svolge tranquillo e puntuale, tanto che poco prima delle 10:00 giungo a Cluj-Napoca, la città più grande ed importante tra tutte quelle toccate in questo week-end lungo. Qui tutto è iniziato due giorni prima e sempre qui tutto finirà col volo di rientro previsto in serata. Ma non voglio neanche pensarci perchè ho un luogo importante da vedere al quale dedicare tutto il resto della giornata. Passando col treno avevo visto nella parte periferica una bella chiesa e decido di andare in quella direzione. Mi oriento facilmente e ci arrivo, ma ho una brutta sorpresa: da lontano non potevo notare che il 70% della sua superficie è coperta da impalcature. La strada l’avrei quindi fatta a vuoto se non fosse stato per la presenza di una piccola e semplice chiesa di legno non presente in alcuna mappa turistica.

Chiesetta di legno sconosciuta

Chiesetta di legno a Cluj-Napoca

Torno quindi indietro sui miei passi fino ad arrivare di nuovo all’inizio, di fronte alla stazione. Prendo così Strada Horea (ed ovviamente vedo e fotografo la statua di colui che dà il nome al viale, ma stavolta ve lo risparmio) ed inizio a camminare dritto al mio naso. Il primo punto di interesse che incontro è la Chiesa Riformata Horea. Poco dopo è il turno della piccola ma suggestiva Chiesa Sfantul Nicolae ed infine della bella ed imponente Sinagoga.

Chiesa Riformata Horea

Chiesa Riformata Horea

 

Chiesa Sfantul Nicolae

Chiesa Sfantul Nicolae

 

Sinagoga di Cluj

Sinagoga di Cluj-Napoca

La successiva attrazione è la Chiesa Evangelica. Sembra carina, ma Cluj-Napoca è una di quelle città invase dai fili elettrici dei “trolleybus” che sicuramente hanno un impatto ambientale pari a zero in quanto a consumi, ma per un povero viaggiatore non permettono una foto decente con tutti quei dannati grovigli. Sinceramente non so cosa passa per la testa di coloro che devono prendere certe decisioni. Quello che è certo è che non è l’unico caso in cui le imprecazioni per quei cosi vanno via che è una bellezza.

Groviglio di fili del Trolleybus con dietro la Chiesa Evangelica.

Groviglio di fili del Trolleybus con dietro la Chiesa Evangelica.

Ma gli occhi hanno modo di rifarsi pienamente ammirando su tutti i lati della sua estensione la bella Chiesa Sfantul Mihail che si trova nella grande Piata Unirii; completa la bella area pedonale il monumento “Matei Corvin”, anche’esso degno di nota ma che di fronte all’imponenza della Chiesa alle sue spalle appare più piccolo di quello che è in realtà.

"Retro" della Chiesa Sfantul Mihail

“Retro” della Chiesa Sfantul Mihail

 

La Chiesa Sfantul Mihail vista da Piata Unirii

La Chiesa Sfantul Mihail vista da Piata Unirii

 

Monumento "Matei Corvin"

Monumento “Matei Corvin”

Riprendo il giro poichè manca ancora tantissimo da vedere. Decido di spostarmi un po’ verso fuori e trovo così nell’ordine la Chiesa Bob, la Chiesa Piaristilor e la Chiesa Riformata Calvina col monumento equestre di fronte.

Chiesa Bob

Chiesa Bob

 

Chiesa Piaristilor

Chiesa Piaristilor

 

Chiesa Riformata Calvina

Chiesa Riformata Calvina

Vado avanti senza sosta; Cluj-Napoca mi sta davvero prendendo! Prossimi obiettivi sono la Torre Croitorilor con davanti la statua di Baba Novac, il coloratissimo Teatro Nazionale e la fantastica Cattedrale Ortodossa con statua altissima di Avram Iancu. Qui la sosta è d’obbligo.

Torre Croitorilor con statua di Avram Iancu

Torre Croitorilor con statua di Baba Novac

 

Teatro Nazioale

Teatro Nazionale

 

Cattedrale Ortodossa

Cattedrale Ortodossa

E’ arrivata l’ora di pranzo e, tra una foto e l’altra, torno in zona Piata Unirii dove mi attira un kebabbaro; entro ed il proprietario non parla inglese, così chiama il suo aiutante che qualcosa biascica. Alla fine ce la faccio a farmi capire e ad uscire con la piadina imbottita tanto desiderata…ma stavolta l’occhio mi ha tradito: il gusto di quella cosa è quantomeno gommoso. Per fortuna il pollo all’interno sembra buono, così la delusione si mitiga un pochino. Già che sono lì mi metto a fotografare la Chiesa Greco-Cattolica, la Chiesa Schimbarea la Fata ed uno strano monumento in memoria dei caduti, così…tanto per non perdere il vizio 🙂

Chiesa Greco-Cattolica

Chiesa Greco-Cattolica

 

Chiesa Schimbarea la Fata

Chiesa Schimbarea la Fata

 

Monumento ai caduti

Monumento ai caduti

Di seguito vado a vedere il famoso Giardino Botanico “Alexandru Borza” che merita veramente e poi decido di camminare per quasi un kilometro ed ottocento metri verso la zona della città con gli impiantoi sportivi. Passeggiando costeggio il solito torrentello completamente ghiacciato e raggiungo alla fine quello che in realtà avrebbe dovuto essere un bel laghetto cittadino…ma che ora è una pista di pattinaggio per gli abitanti. E’ come vedere un film: bambini ed adulti si divertono a scivolare su quella superficie senza pensieri. Loro sicuramente sapranno bene che non c’è una goccia d’acqua in quel “catino”, ma io comunque non mi fiderei per paura che lo strato bianco possa spezzarsi sotto ai miei piedi.

Laghetto ghiacciato in città

Laghetto ghiacciato in città

Subito accanto c’è il casinò e, poco più in là, un altro “catino”, stavolta dedicato al calcio. Sto parlando della Cluj Arena, bello stadio che merita una visita perchè la squadra di casa milita con discreti risultati in Champion’s League. Adesso il manto erboso è pieno di neve e ghiaccio ed è impraticabile. Da piccolo, quando ancora non avevo il lume della ragione, mi sono sempre chiesto il perchè della sospensione invernale di alcuni campionati in Europa. Questa che ho davanti ne è una sana e lampante dimostrazione.

Casinò di Cluj-Napoca

Casinò di Cluj-Napoca

Proprio sotto lo stadio ci sono dei venditori ambulanti che mi fanno una gola pazzesca: per la cifra di 10 lei (poco più di 2 euro) vendono dei rotoli di zucchero caldi aromatizzati alla vaniglia dei quali vado pazzo. Ma la loro dimensione è davvero enorme e non avrei mai potuto finirne uno intero, per cui lotto contro me stesso ed il mio stomaco ed alla fine ho la meglio. Il cibo non va sprecato; se compro una cosa devo terminarla. Giunge il momento anche di lasciare questa zona e mi dirigo nuovamente verso il centro storico. Sembra impossibile ma qualcosa manca ancora all’appello. Inizio con la piccola Chiesa Sfintii Imparati (poco degna di nota, per la verità) e proseguo con la Casa Natale di Matei Corvin e la Chiesa Francescana.

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Chiesa Sfintii Imparati

 

Casa Natale di Matei Corvin

Casa Natale di Matei Corvin

 

Chiesa Francescana

Chiesa Francescana

A questo punto sono abbastanza vicino alla Collina della Fortezza ed ho tempo a disposizione. Che faccio? Rinuncio? Neanche per scherzo…anche se stavolta avrei fatto bene a non seguire il mio istinto. Cammino per 900 metri dei quali la maggior parte in salita (altrimenti che collina sarebbe?). Sulla mappa avevo letto che avrei dovuto percorrere la “Strada Scarilor”. Il tarlo mi era venuto già da questo nome…ma poi si è diventato realtà quando ho visto parecchie rampe di scale davanti ai miei occhietti divenuti immediatamente tristi ed a forma di “X”. Mi armo di coraggio e salgo fino in cima per poi non trovare nulla tranne una bella vista di Cluj-Napoca ed una croce, questa che segue.

DSC03852

Scendo dalla Collina della Fortezza dieci volte più rapidamente di come ci sono salito. Mi dirigo negli ultimi punti di interesse rimasti, cioè la statua equeste di Mihai Viteazul e la Chiesa Unitariana.

Statua equestre di Mihai Viteazul

Statua equestre di Mihai Viteazul

 

Chiesa Unitariana

Chiesa Unitariana

A questo punto è davvero tutto. Le mie articolazioni sono morte dopo tre giorni pieni a questo ritmo. Mi viene quasi da dire che per fortuna la nuova Cattedrale Ortodossa che sembra stupenda è ancora in costruzione, altrimenti avrei dovuto correre per fotografare pure quella 🙂 . Mi reco alla fermata del trolleybus in direzione dell’aeroporto ed in meno di venti minuti sono al terminal. La destinazione del mio volo, fortunatamente puntualissimo, è Orio al serio e da lì segue un Terravison per Milano ed un bus notturno verso casa.

Anche questa quinta volta in terra rumena è giunta purtroppo al termine. Sono però soddisfatto per essere riuscito a vedere 4 località in tre giorni neanche pieni, con tutte le coincidenze del caso (soprattutto quella da Turda ad Alba Iulia è stata spettrale ma, nonostante tutto, educativa per le prossime avventure). Torno a casa con un nuovo bagaglio di conoscenza ed esperienza e questo già vale i soldi spesi ed i sacrifici fatti. Nella prossima occasione in cui atterrerò all’aeroporto di Cluj-Napoca lo farò per dirigermi verso l’estremo nord perchè nei dintorni ho visto davvero tutto. Ma quel momento arriverà presto, lo so. Ogni tappa che concludo è sempre una bella scoperta, ma al tempo stesso anche un pezzo di Romania che marchio come già visto e che mi avvicina al momento in cui non ci sarà più nulla da visitare. Adesso mi godo ogni singola partenza e non voglio neanche pensarci. Quindi l’appuntamento è tra soli 20 giorni nella terra di Dracula e col post che seguirà.

 

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