Bucharest e Brasov

di admin

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Premessa: questa è stata la mia prima volta in Romania. I tanti e troppi dubbi che si leggono su internet, che si ascoltano dalle parole piene di pregiudizi della gente e tutto il resto mi hanno fatto rinviare questo viaggio troppo a lungo. Voglio dire a chiunque legga questo post che la Romania è un paese bellissimo, pieno di monumenti, cose da vedere e da fare, economico e colmo di persone amichevoli che sono pronte a dare una mano in caso di bisogno. Questo primo viaggio è arrivato dopo 37 anni della mia vita, ma poco dopo il mio rientro ho prenotato altri 3 voli da usufruire nei mesi successivi per proseguire minuziosamente la scoperta di questa terra piena di affascinanti sorprese.

Su internet si legge che per visitare la Romania è consigliato partire durante l’estate. Ma dato che io dei consigli non me ne faccio poi molto, ho concentrato il mio brevissimo week-end nel paese di Dracula il 5 e 6 febbraio. “Ma che sei matto??? Troverai un freddo cane e vedrai ben poco…” mi dicevano coloro che sapevano della mia partenza. Sarà stata una fortuna innata o magari una specie di rivalsa verso i soliti gufi, ma in 36 ore non ho praticamente visto una nuvola nel cielo; solo un po’ di foschia mattutina il secondo giorno, ma si tratta di normale amministrazione. Poi sole, sole e sole. Sicuramente faceva freddo, questo è fuori da ogni dubbio, ma quel cielo così celeste/azzurro faceva passare ogni problema.

Col solito programma già preparato e studiato a casa nei giorni precedenti la partenza, arrivo all’aeroporto internazionale “Henri Coanda” di Otopeni, eseguo il controllo passaporti, cambio pochi spicci in loco, giusto per avere i contanti per l’autobus e per le prime necessità (anche se come sempre si viene frodati dai chioschi dell’aerostazione) e mi dirigo al piano inferiore dove mi attende il bus 783 che, con partenza ogni 15 minuti, esegue varie fermate con capolinea Piata Unirii, il fulcro della vita di Bucharest. Apro una piccola parentesi: al cambio del momento, il costo del ticket è di “ben” 2 euro e vale per andata e ritorno; questo deve essere di esempio a chi fa pagare 10, 15, 20 euro a tratta ed oltre il tragitto tra aeroporto e centro città. I viaggi servono per aprire la mente e per educare le persone, non per spennare chi li organizza come se fossero un lusso. Si può viaggiare anche con pochi euro e bisognerebbe che tanta gente che comanda lo capisse; chi viaggia porta soldi nella città e nella nazione in cui va, per cui il percorso da e per l’aeroporto dovrebbe essere addirittura gratuito per incentivare tali spostamenti! Durante il tragitto che dura circa 35 minuti mi godo il panorama delle arterie principali della città e resto davvero sorpreso perchè c’è chi definisce la capitale rumena come squallida e priva di vita. Si tratta realmente di un gravissimo errore di superficialità.

Arrivato all’ultima fermata scendo a Piata Unirii insieme a tutto il resto del pullman. Solo pochissima gente era scesa alle fermate intermedie. Erano quasi le 11:00 del mattino, visto che c’è un’ora di fuso orario in avanti rispetto all’Italia ed ero totalmente intenzionato a recuperarla. Come sempre faccio in questi casi, avevo scaricato sul tablet un navigatore off-line della città che potevo consultare in ogni momento anche senza alcun tipo di connessione. Pochi minuti di orientamento e mi sentivo già operativo al 101%. Così prendo Boulevard Unirii (che poi ho scoperto essere di 18 cm più lungo degli Champs Elysèes di Parigi per volere del vecchio pazzo dittatore Ceausescu, colui che ha macchiato la storia della Romania per troppo troppo tempo…) e mi dirigo sparato verso il “Palatul Parlametului” (Palazzo del Parlamento), mia prima destinazione della giornata. Si tratta di una costruzione pazzesca, così enorme da essere la seconda più grande del mondo (la prima è il Pentagono negli Stati Uniti); si stenta davvero a credere che un palazzo del genere si trovi proprio lì, anch’esso voluto dalle manie di grandezza dell’ex dittatore ed oggi fortunatamente riadattato. Anche se ricorda momenti terribili della storia rumena sarebbe stato davvero uno scempio raderlo al suolo; l’idea era venuta a chi ha preso il potere dopo Ceausescu, ma i costi per demolirlo e bonificare la zona sarebbero stati insostenibili e questo fu un motivo importante per conservare questo pezzo di storia che oggi è un vanto per i cittadini di Bucharest.

Palazzo del Parlamento

Palazzo del Parlamento

Dopo il meteo, la fortuna sembra non voler finire: arrivo all’ingresso del Palazzo del Parlamento e da lì a 5 minuti sarebbe partita una visita guidata in italiano. Mi stavo chiedendo il perchè di tanta positività che generalmente latita durante le mie giornate. “Quando il fato è dalla tua parte non fermarti a chiedere, ma anzi…procedi in silenzio” ho pensato fra me e me ed ho fatto davvero bene. Grazie ad una guida molto preparata e che parlava uno splendido italiano, la visita è stata davvero meravigliosa. Il Palazzo del Parlamento rumeno è la tappa da non perdere in città e lo consiglio davvero a tutti coloro che si troveranno in zona. Stanze meravigliose, opere d’arte di pittura e scultura a non finire, marmi ed altri materiali pregiati usati per la sua costruzione e soprattutto per le rifiniture; ma non posso non parlare dei tappeti: enormi e bellissimi. Metri e metri di tappeti cuciti a mano da dentro alle stanze, altrimenti sarebbe stato impossibile trasportarli al loro interno. Alla fine la verità è che non ci sono parole che possano descrivere il Palazzo del Parlamento. Solo gli occhi possono far capire che cosa si ha di fronte.

Terminata la visita esco dall’imponente struttura per proseguire il mio giro. Bucharest è una città molto grande e la distanza tra i vari punti di interesse è spesso davvero ampia. Si possono prendere i mezzi pubblici, affidabili e dai costi ridicoli (2 tragitti in metropolitana, pulitissima ed abbastanza frequente, costano poco più di 1 euro) ma nella maggior parte dei casi ho preferito spostarmi a piedi: troppo bella quella giornata e davvero tanta era la curiosità che non me la sono sentita, quando possibile, di infilarmi dentro ad un treno sotto terra. Camminando ho trovato quasi subito ciò che cercavo: il cambio valute col miglior rapporto euro/Leu della città. Cambio così una cinquantina di euro “sperando” che mi bastino per entrambi i giorni. In verità, alla fine dei giochi, una decina di euro mi sono anche avanzati 🙂 ! Bucharest e la Romania sono davvero molto economici e, se si è addirittura attenti a non sprecare soldi come me, il gioco è fatto. Continuando a camminare ho poi scoperto anche un altro “must” che mi ha accompagnato per l’intero soggiorno: la città è piena di “pasticcerie” disseminate ovunque; sono più dei bugigattoli in cui, totalmente a vista, i proprietari impastano e cuociono le loro creazioni. Ovviamente la scelta dipende dal gusto personale di ognuno di noi; io ho provato lo “Strudel cu mere” (Strudel di mele) e l’ho trovato fantastico, tanto da prenderne 7-8 in neanche due giorni. Prezzo ? Meno di 1 euro a pezzo!

Terminata questa parte di info pratiche, in quella giornata ho visitato Bucharest in lungo ed in largo ed il segreto della buona organizzazione è stato dividere la città in zone. Più o meno sapevo che avrei “spremuto” le mie gambe all’inverosimile, ed anche se avevo con me scarpe ultra-comode, arrivato in appartamento all’ora di cena sentivo i miei arti inferiori “urlare” per quanto avevano camminato.

Nei dintorni del Palazzo del Parlamento ci sono i seguenti punti di interesse:

  • Monastero Antim
Monastero Antim

Monastero Antim

  • Patriarchal Cathedral
Patriarchal Cathedral

Patriarchal Cathedral

  • Biserica Balasa
Biserica Balasa

Biserica Balasa

  • Palatul de Justitie
  • Cismigiu Park

Nella parte storica della capitale rumena (chiamata “Centrul Vechi”) si può ammirare:

  • Piata Unirii (fulcro di Bucharest e una delle porte di accesso per il centro storico).
  • Biserica Sfantul Anton
Biserica Sfantul Anton

Biserica Sfantul Anton

  • Biserica Sfantul Gheorghe Nou
  • Biserica Stavropoleos
Biserica Stavropoleos

Biserica Stavropoleos

  • CEC Palace
CEC Palace

CEC Palace

  • Biserica Zlatari
Biserica Zlatari

Biserica Zlatari

Nei pressi della fermata metro “Universitate” si trovano i seguenti punti di interesse:

  • Biserica Coltea
  • Cercul Militar
Cercul Militar

Cercul Militar

  • Biserica Kretzulescu
Biserica Kretzulescu

Biserica Kretzulescu

  • Piata Revolutiei
Piata Revolutiei

Piata Revolutiei

  • Biserica Boteanu
Biserica Boteanu

Biserica Boteanu

  • Biserica Alba (chiesa bianca)
Biserica Alba

Biserica Alba

  • Piata Romana

Nella zona della fermata metro “Aviatorilor” ci sono:

  • Herastrau Park (ne parlerò più avanti perchè merita davvero)
  • Arcul de Triumf
Arcul de Triumf

Arcul de Triumf

  • Biserica Casin
Biserica Casin

Biserica Casin

Nella zona della fermata metro “Eroilor” c’è da vedere la Biserica Sfantul Elefterie.

Assicuro chi sta leggendo che vedere tutto questo in una giornata (finendo ovviamente col buio più clamoroso durante l’inverno) è decisamente tanto. Servono volontà e gambe buone.

Come anticipato poco fa, vorrei dedicare qualche riga al Parco Herastrau, decisamente il più famoso e frequentato di Bucharest. La capitale rumena, anche se è piena di cemento ovunque, ha diversi “polmoni verdi” sparsi dappertutto, ma questo l’ho trovato speciale. Va considerato, e lo ripeto ancora, che l’ho visitato agli inizi di febbraio, per cui non era sicuramente al suo massimo splendore; eppure mi è piaciuto molto lo stesso, quindi appena lo rivedrò un giorno in primavera o estate lo troverò sicuramente fantastico. E’ di enormi dimensioni ed al suo interno ha un po’ di tutto: panchine a non finire, immancabili bancarelle che vendono sia cibo che souvenirs ed oggetti di artigianato, fontane, giochi per bambini ed un grande lago che ho trovato magico perchè in parte ghiacciato. Nonostante il freddo pungente (stava per calare il sole) mi sono fermato un quarto d’ora a contemplare quel panorama ed a guardare tanti poveri uccelli intenti a camminare sulla superficie gelata e rigida.

Parco Herastrau - Lago parzialmente ghiacciato

Parco Herastrau – Lago parzialmente ghiacciato

Per finire la giornata mancava solo la cena: dopo quella sfacchinata non mi andava proprio di uscire in cerca di un ristorante o di un fast food, comunque vicini perchè avevo trovato alloggio a pochi passi da Piata Unirii dove, su un lato, sorge un grande centro commerciale che ha dentro tutto il necessario. Sulla strada del rientro, cammina cammina, ho trovato un supermarket. Lì ho acquistato per la prima volta un pane buonissimo: ha la forma di una mini-baguette ma alle 20:00 (quindi in prossimità della chiusura del negozio) era di una morbidezza spaventosa. Quindi panini, affettato, bibite ed uno sfizio dolce per finire e con la folle cifra di 4,40 euro la cena è servita. Non sarà stata una cena “stellata” di quelle che piacciono tanto al giorno d’oggi, ma quello che volevo in quel momento era solo un letto.

Il secondo ed ultimo giorno, come da programma, aveva per oggetto la visita alla cittadina di Brasov, ovvero la “porta” della Transilvania. Probabilmente anche in questa occasione avevo messo troppa carne al fuoco, ma la voglia di girare, fare e vedere era davvero tanta. Quindi cosa c’è di meglio che svegliarsi alle 4:45 del mattino (le 3:45 italiane), preparare tutto ed uscire alle 5:10 con un freddo ed un buio spettrali per prendere la metro ed arrivare alla “Gara de Nord” (la stazione di Bucharest) e poi prendere il treno delle 6:00 proprio diretto a Brasov ? Così ho fatto e non me ne sono pentito. Il viaggio è durato circa 3 ore e, tra paesaggi invernali spettacolari, ha toccato il suo picco quando il treno ha attraversato le montagne della Romania centrale completamente colme di neve; in certi tratti sembrava che viaggiasse dentro ad un tunnel fatto di neve ed anche le sedie esterne sulle quali le persone avrebbero dovuto attendere l’arrivo dei convogli nelle stazioni erano piene di “magia bianca”. La luce del sole altissimo nel cielo limpido faceva la differenza mettendo davanti ai miei occhi una “paradiso di tanti piccoli cristalli” dandomi la sensazione di restare a bocca aperta per buona parte del tragitto. Arrivato a Brasov verso le 9:00 del mattino trovo le prime ed uniche nuvole e foschia di quei due giorni, ma fortunatamente dureranno poco. Scendo dal treno e mi dirigo verso il capolinea degli autobus: il centro storico dista circa 4 km dalla stazione e non vedo altro modo che prendere un mezzo per arrivarci. Il clima è decisamente più rigido di quello lasciato a Bucharest poche ore prima: nell’attesa che parta il bus alzo gli occhi e noto una palina luminosa che, tra un’indicazione incomprensibile e l’altra, segnava -7 gradi di temperatura. Ero su un autobus, per cui in quell’attimo non lo percepivo quel picco, ma successivamente avrei dovuto scattare le foto con una mano sola mentre l’altra stava in tasca a scaldarsi…ed avrei dovuto anche alternarle per evitare che una delle due si congelasse. Comunque, dopo pochissimi minuti, scendo alla fermata del centro storico di Brasov; mi guardo intorno e mi vedo contornato da bellissimi palazzi, chiese e costruzioni particolari. Come dimensioni non aveva niente a che vedere con il centro della capitale e quindi mi sono messo subito all’opera perchè avevo studiato un piano folle e diabolico allo stesso tempo direttamente dall’Italia: se avessi finito presto la visita culturale avrei potuto passare un paio d’ore ad un piccolo parco acquatico (Paradisul Acvatic) con piscine riscaldate e non situato appena fuori città. Però prima dedico doverosamente tutto il tempo necessario per vedere i seguenti punti di interesse:

  • Council Square (Piata Sfatului)
  • Biserica Neagra (Chiesa Nera)
Biserica Neagra

Biserica Neagra

  • Biserica Sfantul Nicolae
  • Porta Ekaterina
  • Sinagoga Neologa
  • Turnul Alb (White Tower)
  • Bastionul Graft
  • Catedrala Ortodoxa Adormirea Maicii Domnului
Cathedrala Ortodoxa Adormirea Maicii Domnului

Cathedrala Ortodoxa Adormirea Maicii Domnului

  • Biserica Buna Vestire
Biserica Buna Vestire

Biserica Buna Vestire

  • Cittadella

 

Guardo l’orologio e vedo che le due ore ci sono!!! Prendo eccezionalmente un taxi che mi porta davanti al parco acquatico, entro, mi cambio gli abiti mettendo il costume nello spgliatoio e mi fiondo nella zona delle piscine; ce n’è una molto grande a temperatura normale, stile piscina olimpica per capirci, con tanto di corsie per il nuoto libero e tre trampolini di varie altezze per i tuffi; l’altro settore era occupato da piscine riscaldate, una interna con scivoli per i bambini ed una mooooolto calda che aveva sbocco esterno; inutile dire che ho passato la maggior parte del tempo in quest’ultima, a crogiolarmi in quel calduccio mentre la mia testa stava fuori dall’acqua e vedeva per terra, oltre i bordi, qualche cumulo di neve. Sarebbe stato bellissimo se fosse stato tutto ricoperto di neve lì intorno, ma probabilmente nella notte non ne era scesa abbastanza. Quella temperatura mi stava dando una mano enorme a far rilassare le gambe, stanche e provate da un giorno e mezzo di sfacchinata davvero pesante. Ma le due ore sono passate in un batter d’occhio ed il treno mi avrebbe atteso di li a poco, per cui ho dovuto lasciare il Paradisul Acvatic a malincuore ed aspettare il bus che mi avrebbe riportato in stazione; lì ho preso un paio di “sani” strudel da mangiare come pranzo/merenda durante il viaggio di ritorno e via verso Bucharest. Non potevo conoscere un particolare di quel viaggio, ma ben presto ne ho avuto le prove: quello era l’ultimo treno che, in un orario decente per l’inverno, faceva la tratta Brasov-Bucharest Gara de Nord; si sarebbe fermato in tutte le stazioni intermedie, tra le quali le località sciistiche molto famose in Romania come Predeal e Sinaia. Inutile dire che quel povero treno regionale si è presto trasformato in un carro bestiame sovraccarico…tra persone, sci, zaini e chi più ne ha più ne metta. La mia fortuna (anche in quel caso) ? Partire dal capolinea. Ciò mi ha fatto trovare uno dei pochi posti a sedere rimasti poichè sono entrato praticamente a ridosso della partenza. In quel modo ho sofferto meno (anzi, quasi per niente) la calca dei presenti. Ho però intuito come mai in 3 ore di viaggio non avevo mai visto passare il controllore, qui sempre ed immancabilmente presente.

Arrivo a Bucharest in perfetto orario e mi restano ancora un paio d’ore prima di tornare a Piata Unirii e riprendere il bus 783 per l’aeroporto. Decido di finire la mia prima esperienza in terra rumena con un secondo e più approfondito giro al “Centrul Vechi”, questa volta senza la luce del sole da poco tramontato. Passeggio malinconicamente pensando che di lì a poco avrei dovuto salutare, ma già dentro di me stava salendo fortissima la voglia di tornare tante volte fino ad esplorare ogni angolo della Romania. Arrivata l’ora “X”, col mio fedele biglietto da 2 euro andata e ritorno, salgo sul pullman, arrivo all’aeroporto, supero i controlli di sicurezza e torno a casa che era quasi notte.

Questa è stata “la mia prima volta in Romania”. Spero davvero che sempre più persone possano vincere i loro pregiudizi verso questo ed altri paesi d’Europa e del mondo. Perdersi certe bellezze è davvero uno schiaffo a se stessi.

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