Malta, Gozo e Comino

di admin

Solita vacanza di metà agosto per la chiusura obbligatoria dell’ufficio. Stavolta decido letteralmente di suicidarmi scegliendo come destinazione l’isola di Malta che, in quel determinato periodo, è strapiena di gente e soprattutto di italiani in ferie. Spero solo di limitare i danni durante la settimana di soggiorno…

Parto dall’aeroporto di Fiumicino con un volo Easyjet acquistato mesi prima ad un prezzo ridicolo con tanto di bagaglio da stiva al seguito. Il viaggio di andata è a dir poco perfetto ed arrivo all’aeroporto di Luqa nei tempi previsti. L’avventura maltese è cominciata già quando, sorvolando l’isola principale, ho visto dall’alto l’arido ma affascinante paesaggio che mi avrebbe accompagnato i sette giorni a venire.

Ritiro la valigia in tempi più che rapidi e vado a ritirare la macchina a noleggio direttamente all’interno dello scalo. E’ bene sapere che le auto che circolano a Malta non sono del tutto “nuove” e la compagnia da me scelta non è stata da meno: mi ritrovo a guidare una Chevrolet Matiz che ha già percorso ben 73.000 km quando la metto in moto per la prima volta: calcolando che l’isola da parte a parte sarà si e no lunga 35 km scarsi, si fa presto a capire l’età di quel veicolo e quanto sia stato spremuto fino a quel momento. Senza contare poi che la guida sulle strade maltesi è a sinistra (non avevo mai condotto prima un’automobile col volante a destra, ma ero partito preparato ed armandomi di santa pazienza ci ho provato ed è andata bene).

Non mi resta altro da fare che mettermi in marcia con destinazione Mellieha Bay, località situata al nord dell’isola da me appositamente scelta per i seguenti motivu:

  • E’ frequentata da coppie e/o famiglie ed è quindi molto più tranquilla di altre zone come St. Julians, Paceville o Sliema. Considerando che le ferie le uso per vedere posti nuovi ma anche per rilassarmi, mi è sembrata la soluzione ottimale.
  • Si trova davvero vicina (solo 4 km di distanza) agli imbarchi dei traghetti per Gozo e Comino, le altre due isole che formano l’arcipelago maltese e che meritano tutte e due di essere visitate.

Dopo una “estenuante tragitto” di 25 km guidando a sinistra con un limite di velocità massimo di 70 km/h (ma solo in pochissimi tratti…altrimenti 60 km/h) sono arrivato alla sistemazione che avevo prenotato da casa. L’hotel è composto da mini-appartamenti di varie tipologie con cucina interna: me ne sono subito innamorato per la cortesia dello staff, per gli spazi comuni (ha anche una piscina all’ultimo piano che però non ho mai utilizzato perché sono sempre stato fuori fino al calare del sole per l’intera vacanza) e per la libertà e la discrezione che ho trovato. L’albergo è quasi sicuramente al completo ma mi sembra di essere da solo nonostante fossi circondato da molta gente. Nei vari commenti che avevo letto di Malta mi viene in mente quello relativo alla “poca pulizia” delle strutture alberghiere. Beh, magari sono io che non ho uno standard elevatissimo (anche se non riesco a superare certi limiti minimi), ma direi che non è del tutto vero; sicuramente poi ci sono casi e casi, ma questo succede allo stesso modo anche in Italia e nel resto del mondo, nessun paese escluso. Nelle immediate vicinanze della hall ci sono un paio di Minimarket, non proprio fornitissimi, dove si può comprare cibo locale ed anche prodotti italiani, per chi ne avesse nostalgia. Ma ovviamente non avrei fatto lì la spesa per le necessità di un’intera settimana: infatti, girando con la macchina, si trovano centri ben più grandi che praticano prezzi inferiori.

Abbastanza stanco per essere arrivato sull’isola dopo mesi di duro lavoro e dopo essermi svegliato all’alba per la partenza ho deciso di passare una giornata in santa pace alla spiaggia  principale di Mellieha; devo dire che questa scelta è stata più che azzeccata: passando con la macchina ho notato subito questo “lido” molto grande e frequentato con ombrelloni in ogni direzione e persone che giravano come formiche, ma nonostante fosse domenica pomeriggio trovo subito posto per stendere il telo da mare e non si sente grandissimo caos (nelle spiagge italiane di domenica ad agosto sembra di essere al mercato del pesce o giù di lì…).

Vista di Mellieha dalla sua spiaggia

Vista di Mellieha dalla sua spiaggia

Che dire del mare ? Uno spettacolo: l’acqua è caldissima e di una limpidezza spaventosa. In genere un colore simile si ha in posti un tantino meno frequentati, ed invece, da questo punto di vista, Mellieha Bay merita un 10 e lode. Alterno bagni rinfrescanti al caldo sole che mi batte sulla testa e, arrivata la sera, sempre a causa della stanchezza accumulata nelle ore precedenti, decido di finire la giornata con calma e di cenare in stanza.  A Malta, almeno dove ho alloggiato io e nel periodo in cui ci sono stato, la wi-fi non è molto diffusa;dove la si trova, ha anche segnale abbastanza scarso. Sono sicuro però che oggi (a distanza di anni) la situazione sia migliorata.

Visto che il giorno precedente lo ho dedicato al riposo, questa mattina sveglia molto presto per preparare tutto e partire alla volta dell’isolotto di Comino. Con la macchina percorro agevolmente i 4 km che separano l’albergo da Cirkewwa (porto di imbarco per i traghetti) ed alla modica cifra di 10 euro andata e ritorno arrivo a destinazione. Comino non è una vera e propria isola…è più che altro un “sasso” sul quale non c’è niente a parte un mare stupendo. La parte più bella di Comino, direi la più spettacolare e motivo per il quale centinaia di persone al giorno ci passano da qualche ora fino ad una giornata intera è la famosissima Blue Lagoon. Si tratta di una grande baia quasi completamente chiusa dove l’acqua è così celeste da sembrare finta.

Vista della Blue Lagoon di Comino

Vista della Blue Lagoon di Comino

Non a caso ci hanno girato scene di molti films. famosi..ed ancora non a caso col passare dei minuti diventa sempre più un porto di mare dove attraccano barche di ogni tipo stracariche di “esseri umani” provenienti da tutte le parti d’Europa. Io, notoriamente “allergico” a questo genere di caos, ho optato per fare un piccolo giro a piedi dell’isolotto in cerca di lidi ben più nascosti ed appartati. L’unica alternativa sarebbe stata quella di andarmene, ma non volevo farlo.  La mia tenacia è stata premiata: ho raggiunto dopo poche centinaia di metri un punto comunque bello (anche se non proprio celeste come la Blue Lagoon che è inimitabile) dove per ore sono stato in compagnia di massimo 7-8 persone in contemporanea, di cui 5 sono maltesi rimasti fissi per tutto il tempo con tanto di tenda che evidentemente, conoscendo il posto come le loro tasche, sanno il fatto giusto.

Mare della spiaggia alternativa.

Mare della spiaggia alternativa.

In più, oltre ad esserci un mare davvero notevole, ho anche la possibilità di fare tuffi da un alto costone di roccia, cosa che io adoro. Alla fine resto 5 ore in quel paradiso riservato dove al massimo ho contato in tutto il giorno 15-20 anime diverse che si sono date il cambio, mentre poco più in là un turbinìo di persone sta sicuramente facendo a spintoni solo per trovare un posto per l’asciugamano o per farsi un bagno. Unica nota negativa di Comino: non esiste ombra. Se avete la carnagione chiara armatevi di creme solari perchè la forma di vegetazione più alta che esiste non supera i 30 cm ed è un po’ difficile usarla come riparo. Salgo sul piccolo traghetto alle 16:00 e torno prima a Cirkewwa, dove riprendo la macchina, e poi in albergo dove mi sono “sistemato” a dovere; ma prima ho fatto una nuova capatina alla magnifica spiaggia di Mellieha Bay consumando lì l’ennesimo bagno rilassante della giornata per poi dedicarmi a cosa fare nella serata a venire. C’è da dire una cosa: Mellieha Bay è un posto davvero bello, però non è sufficientemente attrezzato sia per la cena che per il dopo. Per meglio dire ci sono solo 7-8 ristorantini tutti abbastanza cari ed un pub sul lungomare, poi il nulla più totale. Ma fortunatamente non mi perdo mai d’animo, così prendo la macchina targata “Flinstones” e vado in cerca di un luogo che non avrebbe dovuto essere per forza più carino, ma almeno più organizzato e con maggiore scelta. Il primo paese che trovo lungo la strada è St.Paul’s Bay, ma anche questo non dà molto di più di quello che ho appena lasciato. Continuo a vagare senza mèta quando intravedo gente a piedi, alberghi e strutture per mangiare: sono arrivato casualmente a Bugibba, località abbastanza frequentata sulla quale, lo ammetto, ho dimostrato una grande ignoranza non avendola mai presa in considerazione prima di allora. Attenzione: non è niente di che; infatti il centro pedonale si gira in 2-3 minuti al massimo ed i negozietti sono tutti sul lungomare. Però lì trovo un posto sublime per cenare che mi avrebbe poi accompagnato anche per tutte le successive sere. Il ristorantino si chiama “George Sea Front” e come si può intuire dal nome si trova sul lungomare di Bugibba. A differenza del 99% degli altri ristoranti applica dei prezzi ridicoli: con 10 euro si mangia a base di carne, pesce o pizza. Le porzioni sono abbondantissime: scelgo come antipasto un’insalata di pollo memore che in Italia la servono in un vassoietto della larghezza massima di un bicchiere e mi vedo arrivare un piatto pieno di verdure miste e con tantissimo pollo tagliato a tocchetti. E’ così tanto che la pietanza successiva (una bella pizza margherita) la mando giù con difficoltà per quanto sono già pieno. Caratteristica negativa: a meno che non si vada a cena alle 18:30 c’è sempre da fare la fila perchè, ripeto, si mangia benissimo e non si spende nulla. L’unica alternativa è prenotare per la sera successiva quando si paga il conto. In quel modo il tavolo è sicuro. Aggiungo però che il ristorante è sì vista mare, ma molto spartano: si mangia su tavolini e sedie di plastica tipo “pic-nic” e si hanno tovagliette di carta; niente di né lussuoso né medio, ma in compenso si ha quello che ho appena descritto qui sopra. A me va bene così; se una portata ha un sapore terribile, non sono certo forchette d’argento o sottopiatti che la rendono più appetitosa.

Dopo cena passeggio per Bugibba in mezzo agli altri stranieri che popolano la zona e poi di ritorno in stanza a Mellieha Bay

Per la mattinata seguente ho in programma una delle attrazioni dell’isola maggiore vista dal punto di vista del mare: la spiaggia di Ghajn Tuffieha. Situata accanto alla più famosa Golden Bay (non ci vado neanche morto perchè proprio lì affaccia un albergo e quindi sarà sicuramente colma di gente all’inversosimile) si raggiunge scendendo (ed al ritorno risalendo…) ben 186 gradini; ma ne vale veramente la pena. E’ una spiaggia abbastanza selvaggia che già dall’alto mostra la sua bellezza.

Panoramica di Ghajn Tuffieha

Panoramica di Ghajn Tuffieha

Il colpo d’occhio è davvero particolare: la forma è semicircolare ed è racchiusa da due costoni rocciosi. Il contrasto cromatico tra il blu del mare (comunque pulito e con acqua trasparente) ed il giallo oro della sabbia è degno di nota.

Ghajn Tuffieha: acqua stupenda

Ghajn Tuffieha: acqua stupenda

Resto l’intera mattinata e poi vado via, sia perché nel frattempo si è riempita di persone al punto da stare uno appiccicato all’altro, ma anche per tornare in stanza a pranzare: quella giornata è davvero caldissima ed almeno le ore centrali decido eccezionalmente di passarle al riparo dal sole. Passo poi il resto del pomeriggio allo spiaggione di Mellieha Bay: ormai è amore vero tra me e quel lido…non c’è niente da fare.

La serata la passo poi nuovamente a Bugibba ed ancora a cena dall’amico “George Sea Front” mangiando carne e pesce squisiti e pagando…una cavolata!

Giornata successiva dedicata alla scoperta della parte sud dell’isola principale approfittando di un leggero vento che fa increspare il mare nelle zone di Mellieha Bay e Golden Bay rendendolo meno bello di quello che è normalmente. Fra me e me dico che se nella parte nord c’è il vento, probabilmente quella all’estremità opposta la troverò tranquilla; per fortuna non mi sbaglio. Dopo un altro “estenuante” viaggio a bordo della macchina più vecchia del mondo di circa una trentina di km arrivo alla cittadina di Marsaxlokk, famosa per la sua originaria natura di villaggio di pescatori, oggi davvero molto ben curato.

Chiesa Parrocchiale a Marsaxlokk

Chiesa Parrocchiale a Marsaxlokk

Effettivamente il posto si rivela molto bello; parcheggiate in acqua vedo decine di imbarcazioni tipiche maltesi dai mille colori: il sole del mattino e quel porticciolo così particolare rendono tutto davvero magico.

Tipica imbarcazione maltese a Marsaxlokk

Tipica imbarcazione maltese a Marsaxlokk

Dopo la visita culturale parto in direzione del mare, finalmente da godere e non solo da guardare: la prima delle due località balneari che visito nella mattinata è la famosa St. Peter’s Pool, una delle chicche consigliata da tutti coloro che la conoscono. Effettivamente, per me che sono un amante dei tuffi, è un vero paradiso: una piscina naturale (come recita il nome stesso) in mezzo a due costoni di roccia alti al punto giusto da permettere a chi vuole di effettuare ogni tipo di ingresso in acqua possibile.

Saint Peter's Pool

Saint Peter’s Pool

Ma tranne tuffarsi, non si può entrare in mare in maniera diversa, per cui rimango un po’ a giocare come un bambino e poi decido di ripartire. Stavolta vado a cercare l’impronunciabile XRobb L-Ghagin Bay (sinceramente non ho mai saputo come si intreccia la lingua per dire quelle parole, ma poco importa): si tratta di un vero e proprio paradiso da ogni punto di vista: offre sia scorci mozzafiato per la macchina fotografica che un mare davvero molto bello. E’ il miglior punto balneabile dell’omonima riserva naturale, completamente circondata da roccia bianca.

Xrobb-L-Gagin Bay

XRobb L-Ghagin Bay

Vista l’ora di arrivo (circa le ore 12:00) mi trovo un posto all’ombra di una delle enormi concrezioni presenti e li rimango a godermi il mare, il fresco ed il buonissimo pranzo al sacco preparato prima della partenza verso il sud dell’isola principale. Quando arriva l’ora di fare i “bagagli” e di andare via mi piange davvero il cuore, ma la giornata è ancora lunghissima e non posso perdere altro tempo ad oziare solamente. Mi dirigo quini a visitare una delle parti più belle di Malta: la capitale “La Valletta”. La reputo una città bellissima, piena di monumenti e di storia. E’ famosa per i suoi bastioni eretti a difesa della città vecchia. Una passeggiata in pieno centro (anche se fatta tra le 14:00 e le 16:30) è comunque molto piacevole nonostante il gran caldo; se poi la si fa terminare con un ottimo e rinfrescante Milkshake preso in uno dei bar storici situato di fronte alla biblioteca, tutto è più facile.

Cattedrale di San Giovanni a La Valletta

Cattedrale di San Giovanni a La Valletta

Faccio le foto di rito e controllo sulla piantina della città se ho visto davvero tutto, risalgo in macchina con direzione Mdina, l’antica capitale di Malta prima della decisione di spostare tutto a La Valletta. Per visitare Mdina è previsto un servizio di “trenino” audioguidato in più lingue che con pochi spicci a persona e 30 minuti circa di percorso ti porta in giro per la città aggiungendo anche la visita di Rabat e Mtarfa. Notoriamente non sono tipo che si presta a certe cose troppo turistiche, però lì per lì ho fatto un’eccezione perché altrimenti non avrei potuto quasi sicuramente apprezzare i tesori nascosti delle tre località prima di andarmene. Fortunatamente il tour è stato piacevole ed istruttivo, anche se non mi sono privato per nulla al mondo della possibilità di ammirare i vicoli di Mdina anche a piedi vedendo tutto ciò di bello che quel luogo ha da offrire: ho fatto bene perché ancora oggi, a distanza di anni, ancora mi ricordo praticamente tutto.

Porta principale di accesso a Mdina

Porta principale di accesso a Mdina

 

Cattedrale di San Paolo a Mdina

Cattedrale di San Paolo a Mdina

 

Stavolta il giro è ricchissimo giro e finisce nel tardo pomeriggio; mi rendo conto che se voglio cenare allo stesso ristorante cui ormai sono affezionato non ho il tempo di tornare in stanza a cambiarmi o, se lo avessi fatto, avrei trovato una fila lunga chissà quanto. Per cui mi sistemo alla meglio e, sfruttando il fatto che il locale è mooolto informale, riesco a passare inosservato ed a rimpinzarmi di tutto punto. Concludo la serata acquistando una buona bottiglia di birra gelata che mi sarei poi gustato in camera, dato che non voglio guidare in nessun caso dopo aver bevuto anche pochissimo. Se mai dovessero togliermi la patente sarebbe sempre un disastro allo stato puro; figuriamoci se succedesse in vacanza…quindi meglio aspettare che rischiare.

Giornata successiva con sveglia quasi all’alba dedicata alla visita della seconda isola dell’arcipelago maltese per estensione: Gozo. Mi dirigo fino al porto di partenza dei traghetti che si trova sempre a Cirkewwa, sul alto opposto a quello dedicato alle piccole imbarcazioni da e per Comino: questa volta devo imbarcare l’auto e stranamente, nonostante la mia richiesta di chiarimenti fatta ad un poliziotto locale che si trova a portata di finestrino, scopro che il biglietto non si fa all’andata bensì al ritorno…della serie: “tanto prima o poi ci devi tornare di là! dove pensi di scappare ?”. Lascio la macchina parcheggiata all’interno del traghetto e salgo a bordo per godere della breve traversata: l’imbarcazione non ha niente da invidiare alle navi che in Italia vanno all’isola d’elba (per esempio) che si fanno pagare 2 passeggeri + auto anche 200 euro per andata e ritorno. Arrivo a Gozo e comincio il giro da me studiato a tavolino:decido di vedere per prima cosa la “capitale” Victoria e la sua splendida Cittadella fortificata prima che il sole mi facesse rimpiangere la decisione di essere andato per monumenti e non al mare. La cittadella di Victoria è davvero molto bella: si tratta di una fortificazione ancora ben conservata (anche se in alcune sue parti in rovina) dall’alto della quale si vede tutta Gozo a 360 gradi. E’ davvero particolare girare a piedi per quei vicoli e passeggiare sulle mura toccando i cannoni che un tempo venivano usati per difendere chi vi abitava. Termino la visita proprio quando inizia il gran caldo: giunge quindi il momento di iniziare il giro del mare dell’isola. Comincio dall’immancabile Ramla Bay, la spiaggia più famosa di Gozo per la sua bellezza e per il suo colore rossastro. Anche qui l’acqua posso definirla cristallina.

Vista della Ramla Bay di Gozo

Vista della Ramla Bay di Gozo

Dopo un po’ mi sposto alla Xlendi Bay (bella e suggestiva perchè incastonata tra due costoni di roccia molto ravvicinati tra loro) e successivamente ho una piccola delusione: quando sono andato a Comino, dalla spiaggia lontana dal caos in cui mi ero appollaiato vedevo l’isola di Gozo e, per la precisione, una spiaggia che da lontano mi dava un’ottima impressione. Bene: ci vado e non mi entusiasma per niente. La sfrutto per consumare il pranzo al sacco poiché trovo lì un posto all’ombra, ed anche per digerire un pochino prima dell’ultima avventura: per terminare la visita all’isola ho in programma una spiaggia che avrebbe potuto essere sia una “chicca” che una delusione pazzesca. Solo qualche foto vista su internet e pochissime informazioni persino su come raggiungerla. Quindi, o la va o la spacca. Per arrivarci occorre percorrere almeno 10 minuti su una strada dissestata e soprattutto larga forse mezza corsia normale; avendo trovato una macchina proveniente dal senso opposto ci sarebbero stati grossi problemi di spazio. Non ci penso su due volte e, confidando in non so quale fortuna, arrivo a Mgarr IX-Xini Bay (anche questo nome fa intrecciare la lingua irrimediabilmente, per cui non lo pronuncerò mai): è un vero paradiso come lo intendo io: mare di un colore stupendo (azzurro tendente al verde), spiaggia grande forse per 10-15 anime al massimo (infatti si tratta di una situazione adatta a pochi intimi e quindi la strada mantenuta come “terribile” è da giustificare) ed un piccolo bar molto ma molto rudimentale ubicato nel verde lì vicino.

Mgarr Ix-Xiny Bay

Mgarr Ix-Xini Bay

Un posto così bello e tranquillo che mi strega letteralmente nelle ultime due ore di quel pomeriggio a Gozo, prima di tornare verso il porto, riprendere il traghetto ed entrare in stanza. Quel luogo è talmente bello al punto da farmi pensare di tornare sulla seconda isola dell’arcipelago per estensione solo per stare nuovamente lì dalla mattina alla sera, idea poi tramontata nei giorni successivi. Concludo, col senno di poi, dicendo che quella stessa spiaggia non è piaciuta solo a me: negli anni successivi la coppia Brad Pitt-Angelina Jolie l’ha totalmente requisita (con lo schifoso benestare del governo maltese) per girare il film “By the Sea”. Durante il periodo delle riprese avvenute in piena estate, quel luogo incantevole è stato totalmente interdetto alla gente comune per almeno tre mesi. Una vera ed autentica indecenza!

Lascio quel paradiso e ripercorro senza intoppi la stradina dissestata anche nel senso contrario, pago finalmente il biglietto per le tratte fatte in traghetto (neanche 15 euro TOTALI compresa l’auto al seguito andata e ritorno) e torno al discorso fatto al momento dell’imbarco riferito al prezzo dell’imbarcazione che da Piombino porta all’isola d’Elba. Come spesso scrivo nei miei posts, non posso esimermi neanche stavolta di stampare un bellissimo “Italia, vergognati…”

All’ingresso nella nave con la macchina mi tocca l’ultimissimo posto disponibile (dopo di me si è  chiuso il portellone. Non mi era mai successo prima); sono sicuro che avrò sempre un ottimo ricordo dell’isola di Gozo.

Una bellissima chiesa di Gozo

Una bellissima chiesa di Gozo

 

Altra bellissima chiesa di Gozo

Altra bellissima chiesa di Gozo

Torno così  in albergo. Per questa sera niente Bugibba e niente ristorante: il giro appena concluso mi ha fatto perdere molte energie che recupero con una bella cenetta in appartamento. La serata termina poi al pub sul mare di Mellieha Bay sorseggiando l’ennesimo milkshake al cioccolato.

Terminati i giri impegnativi sulle isole, mi dedico ad alcune zone ancora inesplorate vicino a Mellieha: tappa di questa mattina la famosa Paradise Bay. Il nome è tutto un programma: acqua cristallina, sabbia fina e dorata. Ha il difettuccio di essere “troppo famosa” ed è bersaglio di una marea di turisti. Credo che molto molto vicino ci sia un albergo o un ostello per giovani perché è stracolma di adolescenti. Per questo motivo scappo via appena possibile e mi dirigo verso la cittadina di Mgarr dove arrivo alla spiaggia di Gnejna Bay. Questa addirittura non la trovo piacevole al primo impatto visivo, per cui neanche mi fermo. Stessa sortetocca anche alla successiva Armier Bay. Aggiungo, per dovere di cronaca, che non le ho lasciate come ultime per caso; avevo una sensazione strana già da quando preparavo il programma da casa. Per terminare la giornata mi dirigo sparato verso la spiaggia di Mellieha Bay, ormai tappa fissa. Quando sento che è il momento di andare via dal mare faccio poche centinaia di metri in salita con la macchina fino alla parte alta e storica di Mellieha stessa per una piacevole visita.

Chiesa di Nostra Signora della Vittoria a Mellieha

Chiesa di Nostra Signora della Vittoria a Mellieha

Ormai mi sono impelagato in giri culturali, per cui vedo che il sole è ancora alto e mi dirigo a vedere altri punti di interesse: la Red Tower e Selmun Palace; diciamo che una visita la meritano, ma non più di qualche minuto per ciascuna.

Selmun Palace

Selmun Palace

Torno quindi in albergo per poi, dopo la solita doccia, dirigermi a Bugibba per la cena da “George Sea Front” , successiva passeggiata sul lungomare, acquisto di alcuni souvenirs perché, è triste ammetterlo, ma manca solo un giorno intero alla fine della vacanza.

Mi sveglio e mi rendo conto di non aver più tempo utile, oltre questa mattina, per andare a vedere due punti di interesse secondo me davvero imperdibili. Sicuramente il gran caldo fa optare più per il mare che per le visite culturali, ma sarebbe uno scempio lasciare Malta senza ammirare i templi di Hagar Qim e Mnajdra. Sono ubicati uno vicino all’altro, nella zona dell’isola principale vicino al paese di Zurrieq ed alla Blue Grotto, sito che non ho visto volutamente. Arrivare ai templi in macchina è davvero facile e li trovo al primo tentativo. L’ingresso è unico e costa 10 euro per vederli entrambi. Subito dopo aver acquistato il biglietto si entra in una sala dove è allestita un’esposizione permanente atta a mostrare ai visitatori la storia e “l’evoluzione” dei due templi, iniziativa che seguo con la massima attenzione e che trovo davvero interessante. A dire la verità però, ancora oggi non si riesce a stabilire con certezza a che cosa servissero nell’antichità queste costruzioni, addirittura più vecchie di Stonehenge e delle Piramidi. Infatti, il filmato introduttivo che viene proiettato nell’esposizione permanente finisce con una domanda posta a tutti i turisti con la quale si chiede spudoratamente un parere per cercare di aiutare la scienza ad arrivare alla verità. Ci mancherebbe solo che qualche appassionato o semplice curioso riesca a dare una risposta che chissà quanti studiosi non sono ancora in grado di fornire. Entrambi i siti sono stati recentemente coperti con dei teloni per la loro intera estensione. Nonostante tali barriere siano state realizzate per avere meno impatto possibile su ciò che proteggono, sono davvero orrendi. Pare però che siano indispensabili perché i templi, costruiti intorno al terzo millennio avanti Cristo, hanno resistito quasi 5.000 anni finendo addirittura ricoperti dalla terra; quando poi gli archeologi li hanno riportati alla luce, in pochi decenni hanno cominciato a sgretolarsi a causa degli agenti atmosferici e, se vogliamo conservarli ancora a lungo, non possiamo permetterci una cosa del genere. Quindi, ahinoi, ben vengano i teloni. La visita vera e propria inizia all’esterno, raggiungendo il tempio di Hagar Qim, il più vicino all’ingresso del complesso. E’ davvero impressionante vedere tutti quei lastroni disposti in un ordine ben preciso per formare sale, altari e giochi di luce. Tra quei monoliti ce n’è uno che supera da solo le 20 tonnellate e la domanda che ci facciamo tutti è sempre la stessa: come avranno fatto gli uomini a spostare massi di cotanto peso apparentemente senza avere i mezzi meccanici di oggi? Altra particolarità degna di nota: andando in determinati giorni dell’anno (durante i due solstizi ed i due equinozi) la luce del sole filtra sempre da un punto ben preciso e va a colpire volutamente un altro punto sapientemente calcolato.

Ingresso di Hagar Qim

Ingresso del Tempio di Hagar Qim

 

Sala al Tempio di Hagar Qim

Sala al Tempio di Hagar Qim

E’ però ovvio che, non avendo la certezza matematica dell’uso di quel tempio, almeno io non riesco ad apprezzarne in pieno la magnificenza. Termino di visitare ogni centimetro di Hagar Qim fino alla naturale uscita; mi dirigo quindi verso Mnajdra che si trova scendendo la collina per circa 600 metri; ci arrivo e vedo che, pur mantenendo lo stesso concetto del tempio precedente, questo mi appare a prima vista più interessante.

Sala nel Tempio di Mnajdra

Sala nel Tempio di Mnajdra

Ovviamente la mia è la versione di un quasi perfetto ignorante in materia; mi trovo lì perché trovo incredibile che ancora oggi ci siano costruzioni ancora in piedi vecchie di 5.000 anni e ci tengo davvero a vederle con i miei occhi. Termino la visita accurata anche del secondo tempio e mi dirigo verso l’uscita. La mattina è quasi finita, ma non ancora; perciò faccio una capatina a Zurrieq (non trovo niente di speciale) e poi torno in zona Mellieha dove mi concedo un bis per terminare il mio soggiorno maltese presso la spiaggia di Ghajn Tuffieha. L’ho vista e vissuta solo per una mattinata e l’ho trovata davvero troppo bella per non passarci qualche altra ora. Ma il pomeriggio passa troppo in fretta quando si sta bene, per cui arriva l’ora di congedarsi dal mare maltese. Mi resta l’ultima cena con passeggiata a Bugibba e la valigia che mi aspetta nella stanza d’albergo. Il mattino seguente avrei avuto il volo alle 10:50 per il rientro a casa.

CONSIDERAZIONI FINALI:

Malta è una nazione bella e da scoprire. Almeno un viaggio nella vita lo merita; ma dato che si trova così vicina a noi e che i voli oggi costano sempre di meno, sto valutando di poterci tornare anche per uno o più week-end lunghi. Ora che la conosco molto bene non perderò mai più tempo in spiagge poco attraenti o per rivedere siti storici già visitati: potrò andare dritto al sodo dove preferisco. C’è però chi dice il contrario, e cioè che l’isola è brulla, inutile e terribile. Secondo me queste persone non si sono mai mosse dalla loro stanza o dal loro villaggio; oppure, se lo avessero fatto, non hanno avuto buoni consigli o buoni itinerari preparati da casa.

Malta non è affatto cara, economicamente parlando. Come tutti i posti del mondo ci sono luoghi più costosi e luoghi meno costosi. Bisogna avere la voglia di girare, guardare, scoprire e…anche un pizzico di fortuna come è successo a me con la scoperta del ristorante perfetto già alla seconda sera.

Avevo sentito anche delle considerazioni non molto positive sui maltesi: per la mia esperienza personale posso dire che sono delle persone squisite, gentili e pronti a dare una mano quando serve…anche se non vengono interpellati direttamente. Hanno anche una simpatia per noi italiani e faremo bene ad accettare questo giudizio di buon grado, vista la reputazione che abbiamo nel mondo a causa di certi personaggi di spicco che ci hanno bollato negli ultimi decenni e che mi fanno vergognare ogni volta che sono costretto con la forza a dire da dove vengo.

Consiglio Malta alle famiglie ed alle coppie. Non essendo andato in giro a cercare vita notturna non so se consigliarlo o meno ai giovanissimi, ma certe zone soprattutto intorno alla capitale La Valletta sono praticamente dedicate a loro, per cui chi cerca questo può andare lì a colpo sicuro. Personalmente credo che Malta sia un’isola che va girata ed apprezzata per quello che è e che può offrire. Chi vuole solo i Caraibi o altre destinazioni top è meglio che cerchi un’altra destinazione per le proprie vacanze. Malta non fa per loro.

You may also like

Scrivi un commento