Madrid e Toledo lasciano il segno

di admin

Madrid l’ho vistitata due volte ed in periodi totalmente opposti: fine luglio e capodanno. Ho così potuto avere una visione d’insieme abbastanza ampia. Il viaggio estivo è stata una autentica corsa contro il tempo; dal sabato mattina alla domenica sera con almeno 35 gradi di massima (…ma forse addirittura qualcosina in più perchè boccheggiavo dal caldo nel vero senso della parola), mentre a fine dicembre mi sono fermato 3 giorni / 2 notti: ho avuto modo di fare qualche meritevole “bis” e di visitare qualcosa di nuovo. In questo post non scriverò delle due occasioni in maniera separata perchè quello che conta è la destinazione, non certo ciò che ho fatto io. E’ però corretto specificarlo perchè ci potrebbero essere foto con un sole estivo pazzesco alternate ad immagini invernali ovviamente più tetre. Nota di colore: nella prima esperienza ho testato personalmente che vergogna viene perpetrata contro i passeggeri a causa della folle chiusura dell’aeroporto di Ciampino a mezzanotte; il volo di rientro verso Roma ha tardato il decollo dello scalo madrileno di almeno un paio d’ore; ciò ha causato l’arrivo in Italia alle ore 00:40. Ho saputo direttamente sull’aeromobile, grazie ad un messaggio del comandante, che l’atterraggio sarebbe avvenuto a Fiumicino e che un servizio navetta messo a disposizione dalla Ryanar ci avrebbe riportati tutti a destinazione. Peccato che “tutti” significa letteralmente “tutti”, anche coloro che avevano il bagaglio imbarcato che, come sempre, nel maggior scalo romano arriva anche con notevole ritardo. Morale della favola ? Ho potuto inserire la chiave nel quadro della mia auto solo alle 4:00 del mattino (minuto più…minuto meno) mentre il rientro era previso per le 22:30 circa. L’ho già fatto in un precedente racconto, ma non perdo certamente l’occasione per ripetere che gli aeroporti non si dovrebbero chiudere e che, per incrementare le tratte, dovrebbe essere implementato il servizio notturno; chi lo dice non è uno che dorme sonni tranquilli perchè gli aerei non gli volano sopra la testa. Abito a 3-4 km da Ciampino e sono un diretto interessato degli eventuali rumori notturni, ma sinceramente preferirei che la mia città avesse più collegamenti low-cost invece di rimanere eternamente seconda ad altre realtà.

Madrid è la città più grande ed importante della Spagna; so che se mi leggerà qualcuno di Barcellona farà di tutto per farmela pagare…ma questa è la realtà e non ci si può inventare molto. Oltre 3 milioni di abitanti nel perimetro comunale e circa 6,5 milioni nell’area metropolitana parlano chiaro. E’ a Madrid che si trovano i palazzi governativi centrali ed il Palazzo Reale ed anche questo è un dato inconfutabile. Le testimonianze storiche sono tantissime, ma non ci sono solo queste: abbiamo di fronte infatti una realtà cosmopolita ed aperta al futuro. Un luogo che conserva gelosamente le proprie tradizioni ma che non gira le spalle al progresso. Ne esce così fuori un mix davvero ben amalgamato di austerità, orgoglio ed innovazione. Detto questo, passo ad alcune info più pratiche; prima di tutto occorre prepararsi all’idea di dover passeggiare abbastanza. Parliamo di tanti punti di interesse sparsi un po’ per tutto il perimetro cittadino e, anche se il trasporto pubblico sotterraneo è il terzo più sviluppato d’Europa ed ottavo nel mondo, non significa sempre che la metropolitana possa “scaricarci” di fronte ad ogni monumento; molte volte è così, ma avere a disposizione ben 12 linee porta inevitabilmente ad affrontare numerosi cambi tra l’una e l’altra: quindi ciò che non si percorre in superficie probabilmente lo si cammina tra i vari vagoni. Ricordo nelle mie due esperienze di aver utilizzato quasi tutte le tratte che passano sotto la città e la prima che mi viene in mente è la linea numero 6 (chiamata “Circular”) perchè non va dal punto “x” al punto “y” come tutte le altre, ma effettua un percorso circolare senza un vero inizio ed una vera fine. La linea numero 8 è invece quella che collega direttamente l’aeroporto “Barajas” con il centro. Quindi se con circa 294 km di linee scegliete un hotel lontano dalla metro…indubbiamente ve lo siete proprio andato a cercare col lanternino. Molto sviluppato è anche il trasporto ferroviario con il quale si possono raggiungere (anche con l’alta velocità) moltissime destinazioni in tutta la Spagna (cosa che sicuramente farò in futuro in mancanza di offerte di voli low-cost per altre mète). Le stazioni di Madrid sono due: la monumentale Atocha a sud (con all’interno un giardino tropicale ed un “box della memoria” per non dimenticare l’attentato che vi avvenne nel 2004) e Chamartin a Nord.

Tartarughine all'interno del giardino tropicale della Stazione di Atocha

Tartarughine all’interno del giardino tropicale della Stazione di Atocha

Riguardo “usi e costumi” più comuni, la capitale spagnola non può essere differente dallo spirito che anima l’intera nazione: anche qui la notte viene vissuta in pieno, nel senso che la giornata comincia relativamente tardi rispetto alle nostre abitudini (più o meno mai prima delle 10:00) ; ciò comporta inevitabilmente che si vada a dormire molto tardi, che le vie siano animate fino a quelle che noi chiamiamo “ore piccole” e che, per esempio, si possano prenotare tavoli al ristorante anche dopo le 23:00 senza che nessuno storca la bocca. La stessa metropolitana che a Roma chiude alle 23:00 ed a Milano a mezzanotte, qui è attiva tutti i giorni fino alle 1:30.

Cosa vedere nella capitale spagnola ? Come ho già scritto, c’è davvero l’imbarazzo della scelta e tutti possono trovare più di qualcosa di particolarmente affascinante. Inizio subito (in modo tale da “togliermi il dente che duole”) con ciò che a me non piace come genere, ma che non posso escludere dal racconto data la grandissima importanza che riveste per gli appassionati d’arte di tutto il mondo: il Museo del Prado. Si tratta di una imponente pinacoteca che racchiude opere di notevoli artisti spagnoli, italiani, olandesi, fiamminghi e tedeschi. Tappa immancabile per moltissimi visitatori, ma purtroppo non per me; non sono proprio un “tipo da museo” e soprattutto i quadri mi raccontano davvero poco. Ammetto umilmente la lacuna (anni fa ci è mancato poco che mi addormentassi in piedi agli “Uffizi” e da lì ho capito che, pur provandoci, queste cose non fanno per me…) e proseguo oltre. Il centro nevralgico, sociale e commerciale di Madrid è senza alcun dubbio Puerta del Sol. Si tratta di una bella piazza di ampie dimensioni nella quale, per citare un esempio, si svolge la tradizionale festa di capodanno (la “nochevieja” in lingua locale); da qui iniziano o concludono la loro corsa due importantissime arterie cittadine: Calle Mayor e Calle de Alcalà, sede quest’ultima di molti istituti di credito che ribattezzano la strada come “la via delle banche”.  Sempre in questa piazza è presente la statua che rappresenta il simbolo della città addirittura dal XIII secolo (vedere per credere la voce “stemma di Madrid” su google) : l’orso ed il corbezzolo (Oso y Madrono in spagnolo).  Realizzata in Pietra e Bronzo ed alta circa 4 metri, è davvero particolare e merita di essere immortalata.

Statua dell'orso e del corbezzolo

Statua dell’orso e del corbezzolo

Come sempre in ordine sparso, passo ora a scrivere degli altri punti di interesse apprezzati durante le due visite alla capitale spagnola; inizio col Tempio di Debod che si trova all’interno del Paseo del Pintor Rosales; si tratta di un monumento regalato dall’Egitto nel 1968 in cambio di gratitudine per l’aiuto ricevuto dalla Spagna durante la costruzione della diga di Assuan. E’ davvero singolare poter ammirare un tempio egizio…a Madrid (consiglio di vederlo anche dopo il tramonto perchè davvero meritevole). Si può visitare anche internamente ma con orario abbastanza limitato, perciò occorre informarsi bene prima di partire per evitare spiacevoli sorprese. Impossibile poi non fare almeno una sosta all’imponente Palazzo Reale (Palacio Real), terza residenza di stato in Europa per estensione. Ma attenzione: questa costruzione è solo l’abitazione  ufficiale del Re di Spagna (qui si svolgono le cerimonie, per fare un esempio) ma il monarca vive realmente in un palazzo “più normale”. Per gli amanti del genere consiglio la visita agli interni: lusso e sfarzo la fanno da padroni incontrastati, ma non solo. Arte e storia trasudano da tutte le pareti; fiore all’occhiello la sala del trono con la volta affrescata dal Tiepolo. Tempo e prezzo di ingresso spesi bene, almeno a mio personale parere. Davanti al lato settentrionale ci sono i “Jardines Sabatini”, un bellissimo parco monumentale curato a regola d’arte, mentre sul lato ovest si estende “Campo del Moro”, un giardino altrettanto bello di circa venti ettari.

Scorcio dei Jardines Sabatini con una piccola parte dell'imponente Palacio Real.

Scorcio dei Jardines Sabatini con una piccola parte dell’imponente Palacio Real.

Infine, ad est del Palazzo Reale, “Plaza de Oriente” non passa inosservata. Restando in tema di zone verdi, la più grande e conosciuta della città è senza dubbio il famoso “Parque del Retiro”: ben 125 ettari ed oltre 15.000 alberi sono solo due delle caratteristiche di questa oasi nel cuore di Madrid; il parco ospita anche un laghetto sul quale si può navigare “a tempo” con delle barche a remi. Al suo interno troviamo anche il Palazzo di Cristallo ed il Palazzo Velazquez adoperati per scopi espositivi e, per ultimo solo perchè ogni elenco ha necessariamente un inizio ed una fine, nomino la “Rosaleda”, un roseto tra i più importanti del mondo (circa 15 ettari) insieme a quelli di Roma e Buenos Aires. Cambio totalmente argomento introducendo il “Puente de Segovia”, costruito in pietra nel 1572 al posto del precedente fatto di legno. Sovrasta il fiume Manzanarre che, sinceramente, al suo confronto appare così insignificante da non meritare un ponte a 9 grandi archi di tale fattura.

Puente de Segovia

Puente de Segovia

Plaza Mayor è un altro dei gioielli madrileni che trovo davvero degna di nota. E’ una bellissima piazza porticata di forma rettangolare e completamente chiusa da edifici a 3 piani ed ha 9 porte di accesso. Al centro si trova la statua equestre di Felipe III. L’ambiente è caratterizzato dalla presenza di artisti di strada, bar/ristoranti ed esercizi commerciali nonchè, in dicembre, del mercatino di Natale.

Scorcio di Plaza Mayor

Scorcio di Plaza Mayor

“Plaza de Espana” , con al centro un monumento in pietra dedicato allo scrittore Miguel de Cervantes e le statue in bronzo di Don Chisciotte e Sancho Panza, è molto meno caratteristica rispetto alla precedente. Un’altra attrazione da nominare ma che sinceramente non mi ha entusiasmato come mi aspettavo è “Il Teleferico”: si tratta di una funivia che permette di avere per 11 minuti circa la visione di una parte di Madrid dall’alto. A me, ripeto, non ha dato alcuna sensazione particolare. Se vi fidate…evitate di perdere tempo e soldi.

Teleferico

Teleferico

Altro punto di interesse assolutamente da non perdere è la “Puerta de Alcalà” situata in Plaza de la Indipendencia: costruita totalmente in granito e con cinque ingressi, si nota per la sua imponenza oltre che per la sua bellezza (anche in questo caso una visita di sera per vederla illuminata è quasi d’obbligo).

Puerta de Alcalà

Puerta de Alcalà

Proseguendo su Calle de Alcalà si trova la bella “Fuente de Cibeles”. Per gli amanti dei mercati delle pulci, la domenica mattina qui è assolutamente sacra grazie alla presenza del “Rastro”: più di mille venditori ambulanti si danno infatti appuntamento per vendere praticamente di tutto. Antiquariato, artigianato, libri, vestiti usati, cianfrusaglie di ogni genere si trovano a prezzi anche stracciati. Peccato che difficilmente si possano fare veri affari e, se viaggiate come me col solo bagaglio a mano, ancora più difficilmente potrete comprare e portare a casa oggetti se non di minima grandezza e peso. Ma una visita la merita anche solo l’atmosfera che si respira in questo enorme caos organizzato dove, per fare una o più soste, ci si può fermare e sedere in uno dei tanti bar presenti per sorseggiare una birra mettendo le famosissime (e gustosissime…) tapas sotto ai denti. Lascio per ultimo un luogo ricco di fascino, ma che sinceramente non approvo dal punto di vista morale: Plaza de Toros.

Plaza de Toros

Plaza de Toros

Fare del male agli animali è ciò che di più sbagliato ci possa essere e farne per divertimento è un vero schifo. Ho visitato questa zona della città perchè (ahimè) è uno dei suoi punti salienti; ho apprezzato la costruzione davvero bella e curata, ma non sono entrato volutamente all’interno dell’arena (non so neanche se lo si possa fare in assenza di “spettacoli”, se così si possono definire) perchè lo reputo un luogo non adatto alla mia sensibilità e che chiuderei lasciandolo sì un esempio della storia spagnola, ma ormai passivo ed innocuo; la verità purtroppo è che questo genere di barbarie continua ad esistere ed a “divertire” coloro che addirittura pagano un biglietto. E dopo aver descritto la storia della città è il momento di proiettarsi verso la vita di tutti i giorni (con annesse le zone dello shopping) e verso il futuro (con la parte moderna). Inizio con un cenno alla “Gran Via”, una delle principali arterie della città; lunga circa 1,3 km è stata ed è ancora oggi il simbolo della mondanità madrilena. In passato definita la “Broadway spagnola” per la presenza di teatri e sale cinematografiche, tali passate realtà hanno oggi lasciato il passo ad un’anima ben più commerciale fatta di negozi, ristoranti ed affini tanto più che lungo il suo percorso c’è gente in ogni ora del giorno e della notte. Sia per la sua eccessiva mondanità che per il caos sempre presente…a me non è piaciuta affatto. Unico ricordo positivo è stato una cena (prenotata alle 23:30 perchè prima c’era il pienone totale) in un locale sito in una via immediatamente parallela che, si dice, cucini la migliore paella di Madrid. Sinceramente non so affermare se quella che ho mangiato fosse realmente il top, però posso dire che era davvero buona e che, finito il piattone, il cameriere è passato per un secondo giro omaggio che ovviamente non ho potuto rifiutare. Del buon shopping unito ad un pizzico di storia lo si può fare nel Centro Commerciale “Principe Pio”, costruito riportando a nuova vita l’ottocentesca stazione ferroviaria dismessa dalla quale deriva il nome. I negozi presenti sono sempre gli stessi, uguali in ogni parte del mondo tranne rarissime eccezioni, però è davvero strano pensare che dove oggi si guardano vetrine e si fanno compere, decenni fa pulsava una vita totalmente diversa. Ora è il turno della modernità vera e propria con le Torri KIO e con la business area “Cuatro Torres”. La siglia “KIO” sta per Kuwait Investments Office ed è la società kuwaitiana che ne promosse la costruzione: si tratta di due torri gemelle convergenti inclinate di circa 15 gradi rispetto all’asse verticale, alte 114 metri e composte da 26 piani cadauna. “Cuatro Torres” sta invece per quattro torri nel vero senso del termine: sono dei grattacieli di 224, 236, 248 e 249 metri di altezza che hanno al loro interno sopratutto uffici. Cosa penso io (se importa a qualcuno) ? Questa zona c’entra davvero poco o niente con il resto della città. Sicuramente serve a chi ci lavora, ma non più di questo. Concludo il giro di Madrid con alcuni dei suoi palazzi religiosi più importanti. Inizio citando l’esempio sicuramente più conosciuto e per il quale non servono troppe presentazioni: la Cattedrale dell’Almudena  sita in zona Palazzo Reale.  Per trovare qualcosa di più particolare proseguo con l’Eremo di Sant’Antonio della Florida: esternamente può anche non impressionare molto, ma davvero degni di nota sono gli interni affrescati dall’illustre pittore Goya.  Di grande interesse anche il “Monasterio de las Descalzas Reales” non lontano da Puerta del Sol. Si tratta di un convento di monache di clausura che in particolari ore del giorno e rigorosamente guidati è possibile visitare. Consiglio davvero di farlo e di mettersi in coda in anticipo perchè, almeno quando ci sono stato io, non era possibile alcun tipo di prenotazione; Vale la regola del “chi prima arriva, meglio alloggia”. E con questo credo di aver reso bene l’idea. Altro consiglio che posso dare è visitare la “Chiesa di San Antonio de los Alemanes”: a mio parere gli interni totalmente affrescati sono un vero gioiello. Anche in questo caso, attenzione agli orari aggiornati per non dare poi la colpa a chissà chi se dovessimo rimanerne fuori. Ma…diciamoci la verità: potrei aver davvero concluso il mio personale giro di Madrid senza fare neanche una capatina al mitico Santiago Bernabeu ??? La risposta è “assolutamente no” ed infatti ci arrivo; sono davvero bello carico ed ancora memore della precedente esperienza al Camp Nou di Barcellona dove, 12 anni prima, feci un tour completo dello stadio, degli spogliatoi (passando a due centimetri dalle scarpe da gioco di campioni di assoluto calibro) e della sala trofei totalmente GRATIS. Mi dirigo con passo svelto verso quello che viene indicato come l’ingresso, sto per varcare la soglia di un altro dei massimi templi del calcio mondiale quando…vedo un blocco che mi sbarra. Non capisco cosa sta succedendo, ma non ci metto molto a realizzare: serve il ticket per poter passare e si compra alla biglietteria. Tra me e me penso che con due spicci me la sarei cavata, d’altra parte è uno stadio senza la partita…quanto mai avrebbero potuto chiedere per un semplice giro di campo ? Arrivo davanti al botteghino e resto letteralmente inorridito: 21 euro a persona !!! 40.000 delle vecchie lire, ripeto, per vedere uno stadio vuoto. Non mi vergogno a scriverlo perchè è successo davvero: è partito un “gesto dell’ombrello” così appassionato il cui tonfo lo avrebbero sentito anche i giocatori durante un incontro con 95.000 tifosi urlanti. “Che schifo” ho pensato tra me e me. Un vero e proprio schiaffo alla miseria, ma anche un’ulteriore conferma del fatto che il mondo in 12 miseri anni può davvero cadere in basso. Quindi alla fine due cose della mia visita al Santiago Bernabeu restano memorabili ancora oggi: la foto che segue ed il tonfo del mio gesto dell’ombrello verso quell’obrobrio, sicuramente captato dai sismografi della zona per quanto l’ho fatto col cuore.

Scorcio dello Stadio "Santiago Bernabeu"

Scorcio dello Stadio “Santiago Bernabeu”

I dintorni di Madrid celano almeno 3 perle da visitare ed una di queste, probabilmente la più conosciuta, è Toledo. Attraversata dal fiume Tago, dista circa 70 km dalla capitale spagnola ed è facilmente raggiungibile anche in treno, per coloro che come me non hanno una macchina a disposizione. Il tragitto con i mezzi della compagnia Renfe è puntuale, breve e piacevolissimo. L’arrivo a destinazione è già tutto un programma: la stazione non è un insignificante edificio come ce ne sono tanti e fà capire fin da subito che ci si trova in un luogo davvero particolare: forme arabeggianti e vetrate di mille colori fanno da degno compendio alla già bella struttura portante. Il centro storico di Toledo è patrimonio UNESCO e tale riconoscimento non viene assegnato “proprio a tutti”. Inoltre è la patria della lavorazione dei metalli; si crea proprio di tutto, dai coltelli alle spade, dagli scudi alle armature complete che si possono ammirare da vicino nei laboratori/negozi specializzati.

Armatura...in vendita

Armatura…in vendita

I motivi per un bel tour alla scoperta di questo piccolo ma interessantissimo angolo di penisola iberica non mancano. Appena sceso dal treno ho due opzioni per arrivare sulla collina dove si adagia la zona antica: prendere uno dei frequentissimi bus urbani che portano fino a Plaza Zodocover oppure percorrere a piedi, in salita, circa 1,5 km per arrivare al punto  di interesse più vicino. Decido, non conoscendo bene la strada e rischiando di perdere del tempo prezioso, di percorrere l’andata con i mezzi pubblici ed il ritorno a piedi. Arrivo al capolinea e già lì mi rendo conto della situazione: Toledo è un vero e proprio pezzo di storia : qui tutto ha un valore inestimabile ed oserei definire il posto che mi ospita come un museo a cielo aperto. Capisco subito che la visita porterà via più del previsto perchè la cittadina si estende a dismisura in un vero e proprio dedalo di strade, stradine, viuzze, vicoli, piazze e chi più ne ha più ne metta. Lo spazio disponibile è talmente ridotto da non permettere neanche di fotografare in modo chiaro e qualitativamente minimo i monumenti e gli edifici che tra poco descriverò, motivo per cui non ho potuto inserire tutte le immagini che avrei voluto. Ma oltre a perdersi (a volte non solo volutamente…) in questo labirinto, cosa c’è da ammirare qui ?

  • La splendida Cattedrale (Catedral de Santa Maria o anche chiamata Catedral Primada). Come moltissimi altri edifici religiosi in Spagna, nacque come chiesa e, durante il dominio dei musulmani, fu convertita in moschea per poi tornare ad assumere il ruolo che oggi conosciamo.
  • Monasterio de San Juan de los Reyes. Posto nella zona ovest della città vecchia, consiglio di effettuare la visita agli interni davvero belli e curati.
  • Iglesia de Sao Tomè
  • Ponte di San Martìn
  • Hospital Tavera
  • Puerta del Sol
Puerta del Sol a Toledo

Puerta del Sol a Toledo

Per quanto riguarda i miei “poco amati” musei, per dovere di cronaca indico il Museo de Santa Cruz e la Casa-Museo del pittore El Greco. Sono invece ben due le Sinagoghe presenti: quella  del Transito (la più bella e visitata) e quella de Santa Maria La Blanca (la più antica). Nel corso dei secoli entrambi questi edifici religiosi hanno avuto svariate destinazioni d’uso e diversi “proprietari”, se questo termine improprio mi è eccezionalmente concesso. Lascio per ultimo, ma assolutamente non meno importante, l’imponente e bellissimo Alcazar: è un enorme edificio/fortezza che domina la città. Grazie alla sua ubicazione ed alle sue dimensioni lo si può vedere da chilometri di distanza e garantisco che l’effetto ottico è davvero incredibile. E’ oggi sede del Museo dell’Esercito cittadino.

Alcazar di Toledo

Alcazar di Toledo

Ovviamente questi sono solo i punti più importanti di Toledo ma, ripeto, c’è davvero tantissimo da vedere qui; l’elenco completo sarebbe talmente colmo e zeppo di nomi da risultare solo lungo, noioso ed inutile perchè farebbe perdere la pazienza anche al lettore più intressato. Terminata la visita, con la dovuta calma, mantengo la mia promessa di non prendere l’autobus per arrivare alla stazione ed inizio la discesa a piedi per la tortuosa strada che porta a valle della durata di una quindicina di minuti circa (diciamo venti…è più credibile ed umano). Il treno è puntualissimo e mi riporta a Madrid con un bagaglio di conoscenza decisamente più ampio di quando sono arrivato. Confermo quindi che Toledo si può considerare come una “gita fuori porta” assolutamente fattibile e da non mancare se la visita della capitale spagnola lascia qualche ora a disposizione.

Concludo con questa meravigliosa “massima” la mia esperienza in Castiglia (alla faccia dei toreri, aggiungerei):

In questa casa si fa quello che dice il gatto.

In questa casa si fa quello che dice il gatto.

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