Finalmente Karpathos !

di admin

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Ebbene si: attendevo questo viaggio a Karpathos da 7 anni. In questo lungo periodo (almeno per chi, come me, quando si mette un’idea in testa non se la toglie neanche con le cannonate) non c’è mai stato un volo adatto a questo scopo. Ma lo scorso febbraio, girando come sempre in cerca di una nuova destinazione, ho notato che la Vueling aveva piazzato il “diretto” e non ci ho pensato neanche un secondo. Una piccola controllata d’obbligo alle date per le ferie in ufficio ed il click sul pulsante “pronota” è stato cosa fatta. Le immagini di questa isola del Dodecaneso che da anni mi passavano davanti su internet erano di una rara bellezza; l’aspettativa era davvero tantissima ed in questi casi c’è il rischio di “rimanere fregati”, nel senso che se un luogo non è davvero super…può deludere. Karpathos non ci è riuscita; non mi ha deluso affato, al punto che l’ho già messa tra le rarissime destinazioni che prima o poi meriteranno un bis in mancanza di altro.

Partenza di primissima mattina dall’Italia con volo puntualissimo; arrivo al piccolissimo aeroporto locale a metà mattinata. Coda all’autonoleggio per ritirare la vettura dato che praticamente tutto l’aereo aveva prenotato presso lo stesso gestore. Mi hanno dato una “Suzuki Alto”, cioè una specie di scatoletta giocattolo che però si è rivelata importantissima per guidare tra i mille tornanti dell’isola. Già dopo l’uscita dal velivolo mi ha salutato un amico che non mi ha più abbandonato per l’intera settimana: il Melteni. Questo vento soffia sempre, 24 ore su 24, ininterrottamente. L’unica cosa che cambia è la sua velocità: quando varia in aumento si sta più freschi e non ci si accorge del sole che picchia davvero forte; quando invece varia in diminuzione (ed è successo un giorno sui 7 di permanenza, quindi la testimonianza è diretta) si bolle letteralmente dal caldo. Quindi, ora e sempre, viva il Melteni !

Già dalla fase di atterraggio si notavano i colori pazzeschi del mare e la bellezza delle spiagge. La voglia di un primo tuffo era enorme, oltre ogni limite. Prendo possesso della stanza prenotata, anch’essa ad un prezzo ridicolo per l’intero soggiorno, situata nella località di Ammopi; non si può definire cittadina e nanche paese. Sembra infatti una frazione della vicina Pigadia, la città più grande di Karpathos. Ad Ammopi si va solo per rilassarsi, nel senso che ci sono studios, alberghi, villaggi, taverne e mare. Addirittura mancano i supermarkets che sono sostituiti da mini-markets gestiti degli stessi proprietari delle taverne. Ovviamente per fare la spesa come si deve si deve andare necessariamente a Pigadia.

Appena disfatta la valigia, partenza per la prima spiaggia dove passare il primo pomeriggio. Opto per Mikri Ammopi e la scelta si è rivelata azzeccata. Situata a due minuti di macchina dalla stanza, trovo parcheggio agevolmente e scendo verso il mare. Il colore è stupendo: celeste e trasparente come difficilmente si vede in Europa. Il fondale è completamente sabbioso (credo di aver contato uno o due sassi in tutte le ore di permanenza) e la profondità aumenta molto lentamente allontanandosi dalla riva. Sul lato sinistro, una scogliera piatta e digradante verso il mare; vedo qualcuno che si tuffa in ogni modo possibile e decido di andare a vedere. Scopro che sono dei folli perchè la profondità dell’acqua dove il tuffo finisce non supera di molto il metro e c’è il rischio di piantarsi come Fantozzi. Ormai ero sopra alla scogliera e non mi andava di scendere come ero salito, per cui ho provato il tuffo più semplice che esista ed infatti sono atterrato in acqua con entrambi i piedi. Ovviamente ho lasciato perdere senza proseguire oltre. Ciò che ha reso quel pomeriggio “da ricordare” è stata anche l’atmosfera. Karpathos ha un turismo particolare, non composto da adolescenti in cerca di caos e locali; ci sono coppie, famiglie e persone tranquille. Era davvero ciò che mi serviva dopo quasi 5 mesi di lavoro ininterrotto dopo l’ultima vacanza seria.

Spiaggia di Mikri Ammopi

Spiaggia di Mikri Ammopi

Anche la prima serata avrei voluto passarla in maniera tranquilla, per cui cena ad un taverna vista mare (dove mi è stato servito un calamaro grigliato di dimensioni abnormi che usciva fuori dal piatto) e poi passeggiata a Pigadia. La taverna sarebbe poi stata tappa fissa tutte le sere tranne una (la penultima) in cui c’è stato un cambio di programma.

Calamaro Grigliato Abnorme

Calamaro Grigliato Abnorme

Pigadia è la località con maggior concentrazione di case, attività e locali di Karpathos. E’ graziosa, anche se la Grecia sinceramente offre di meglio. Ha un bel porto dal quale transita di tutto: dalle barche per le escursioni sulle spiagge fino al traghetto della Anek Lines che la collega a Rodi, Kassos e ad altre importanti località. L’intero lungomare è punteggiato da ristorantini di ogni tipo: dalle taverne greche ai locali italiani; le vie interne sono invece piene dei soliti negozi di souvenirs che si trovano in ogni parte del mondo; ovviamente anche loro nascondono delle vere e proprie “chicche”, ma bisogna essere bravi a saperle trovare in mezzo a tonnellate di pura immondizia. Lì scopro una particolarità dell’isola: i menù sono scritti in greco, inglese, italiano e norvegese. All’inizio mi chiedevo perchè proprio il norvegese, ma poco dopo la mia curiosità è stata risolta. Karpathos è letteralmente piena di turisti provenienti dalla Norvegia; camminando per le vie di Pigadia si vedono quasi solo capelli biondi e pelle chiarissima. Sicuramente c’è un canale diretto con tour operators di quella nazione che vendono molto bene questo “prodotto”.

Scorcio di Pigadia dall'alto

Scorcio di Pigadia dall’alto

Ci mancava ancora qualcosa per concludere in bellezza la giornata e sto parlando di un posto in cui sedersi, ascoltare un po’ di musica al fresco della sera e sorseggiare un frappè greco o un cocktail. Ma non volevo trovarlo nella calca delle persone che passeggivano senza tregua e senza meta, per cui ho cercato e trovato la soluzione poco fuori dal centro: un locale all’aperto, davvero molto carino e dai prezzi abbordabilissimi, tanto che fino alle 22:00 tutti i cocktails costavano 4,50 euro anzichè 7,00. Alla fine dei giochi, una sorpresa: per le vie del paese stavano passando dei suonatori di strumenti musicali locali con, davanti a loro, ragazze in abiti tipici.

Ragazza con abito tipico di Karpathos

Ragazza con abito tipico di Karpathos

Per il secondo giorno il programma dice di passare il tempo alle spiagge di Diakoftis, in zona aeroporto. Prima però una capatina ad una zona dove il Melteni picchia forte: è infatti meta di coloro che praticano il Windsurf.

Ragazza alle prese col vento

Ragazza alle prese col vento

Giro con la macchina sullo sterrato comodo che porta in direzione Diakoftis ma, guardandomi intorno, vedo una spiaggia sulla sinistra che fa letteralmente paura da quanto è bella; in più è totalmente deserta. Non c’è traccia di anima viva. Tra me e me ho pensato che il luogo che stavo cercando, indicato su tutte le guide che avevo visto, sarebbe sicuramente stato abbastanza affollato e soprattutto coperto almeno per una parte dagli immancabili ombrelloni delle taverne. Di fronte avevo un luogo abbastanza selvaggio e sgombro da persone. Non ho perso altro tempo: ho parcheggiato la macchina e sono sceso giù con telo, maschera, pinne ed attrezzatura. Ero di fronte ad un vero paradiso; l’acqua era un po’ fredda (a causa sicuramente delle correnti della mattinata) ma non potevo non farmi il bagno. Armato di un po’ di coraggio mi sono tuffato realizzando anche video subacquei della giornata.

Spiaggia in zona Diakoftis

Spiaggia in zona Diakoftis

Dopo qualche ora decido che la mia sete di spiagge diverse non è ancora esaurita, per cui saluto a malincuore il luogo in cui mi trovavo e mi dirigo verso Pigadia per un pranzo/merenda (era pomeriggio inoltrato); camminando verso la rosticceria che mi avrebbe cucinato un bel Gyros (adoro follemente questo tipico “fast food” greco) vedo davanti a me un uccello che sta beatamente fermo a prendere il sole sugli scogli. Non posso fare altro che fotografarlo perchè è davvero particolare. La cosa fenomale è che, quando sono ripassato con la pancia piena, stava ancora lì nella stessa identica posizione.

Uccello che prende il sole

Uccello che prende il sole

Per finire il pomeriggio decido di non perdere troppo tempo in macchina e mi reco alla Pigadia Long Beach, la spiaggia del paese. E’ davvero molto estesa e con un mare di colore celeste.Ci sono degli alberi dalla parte opposta alla battigia e servono ai turisti per trovare un po’ d’ombra nel caso in cui il Melteni non fosse sufficiente a rinfrescare quelle assolate e caldissime giornate. A dire la verità sono stato costretto anche io a rifugiarmi in quel modo. Considerazione: La Long Beach è’ un luogo che farebbe invidia al 95% delle spiagge italiane per l’atmosfera, la bellezza dell’acqua e l’assoluta mancanza di affollamento, ma a Karpathos è considerato lo spiaggione peggiore. Beati loro…

Scorcio della Pigadia Long Beach

Scorcio della Pigadia Long Beach

Giorno successivo dedicato ad una delle vere chicche dell’isola: la spiaggia di Achata. Ci si arriva dopo un quarto d’ora di macchina da Pigadia e la strada, anche se tortuosa, è asfaltata e praticabilissima. Il dislivello da percorrere è molto ampio e le pendenze si fanno sentire (soprattutto quando guidi una Suzuki Alto e non un 4X4…) ma l’ultima curva ripaga tutto il percorso fatto per arrivarci. La vista è davvero clamorosa ed il colore dell’acqua (ovviamente pulitissima) è verdastro. sia la spiaggia che il fondale sono sassosi, per cui si rende praticamente necessario l’affitto di ombrellone e lettini: ore ed ore sdraiato su quei cosi distruggerebbero la schiena anche della persona più allenata della terra. Si tratta comunque di un luogo paradisiaco.

Spiaggia di Achata

Spiaggia di Achata

Cambio di giornata e cambio di spiaggia: oggi è la volta della più famosa di Karpathos, cioè Kyra Panagia. Si trova praticamente su tutte le cartoline e calamite ricordo dell’isola ed è riconoscibile dalla chiesetta con tetto rosso posta su una sommità poco sopra l’arenile. A differenza di Achata, qui l’acqua è di colore a metà tra il celeste ed il blu. Il contrasto è davvero meraviglioso e, tra tutte le spiagge visitate, in questa ho potuto ammirare moltissimi pesciolini facendo snorkeling dietro ai costoni di roccia sul lato destro. Ovviamente merita la breve passeggiata per ammirare il panorama dall’alto e, come detto, la graziosa chiesa. Qui, oltre che le solite taverne, esiste anche un mini-market dove si può mangiare qualcosa al volo per il pranzo senza essere spennati con i soliti piatti unici greci, davvero ottimi ma clamorosamente abbondanti per chi, come me, deve tornare di corsa in spiaggia per farsi bagni rilassanti e nuotate.

Spiaggia di Kyra Panagia

Spiaggia di Kyra Panagia

 

Chiesetta sopra la spiaggia di Kyra Panagia

Chiesetta sopra la spiaggia di Kyra Panagia

Il giorno successivo viene caratterizzato da una vera e propria scoperta: passando con la macchina dall’aeroporto ad Ammopi avevo visto dall’alto diverse spiagge che mi sembravano davvero belle. Lo strapiombo tra loro ed il piano strada era davvero enorme e mi chiedevo come avrei potuto arrivarci, anche solo per vedere se i miei occhi non mi stavano tirando brutti scherzi. Percorrendo a ritroso tutto il tragitto a velocità bassissima (per fortuna il traffico a Karpathos è praticamente inesistente) cercavo una deviazione sulla sinistra che mi avrebbe portato in quella zona vista da molto in alto. Alla fine la mia pazienza è stata ripagata, così svolto proprio a sinistra e vedo l’indicazione per la spiaggia di Damatria. Dopo poche centinaia di metri, ovviamente su una strada molto stretta ma asfaltata, vedo quella che è una via di mezzo tra l’acqua delle Maldive e quella di una piscina. Colore chiarissimo che si faceva più scuro allontanadosi dalla spiaggia sassosa (i ciottoli erano davvero grandi e non molto comodi, ma se si è fortunati si può piazzare il telo su pochissimi punti privi di pietre); avrei poi scoperto entrando in quel mare meraviglioso che il fondale è totalmente sabbioso, così morbido da arrivare a massaggiare i piedi. Questi sono davvero piacevolissimi scherzi della natura che ho apprezzato molto.

Spiaggia di Damatria - Foto 1

Spiaggia di Damatria – Foto 1

 

Spiaggia di Damatria - Foto 2

Spiaggia di Damatria – Foto 2

Giorno successivo dedicato alla visita di un paesino tipico dell’isola di Karpathos, totalmente da non mancare: Olympos. 52km di strada iper-tortuosa da Ammopi da percorrere in poco più di un’ora. Lo spettacolo trovato però ripaga la fatica del viaggio. E’ davvero una bomboniera adagiata sulle montagne. A dire proprio tutta la verità è un po’ “costruito”, nel senso che è pieno di negozi di souvenirs e bars in cui tutti parlano italiano e ti invitano a prendere un caffè espresso buonissimo (secondo loro). Secondo i miei canoni, i greci che parlano italiano lo fanno quasi esclusivamente per vendere. Preferisco quelli con i quali parlare in inglese o, se non lo conoscessero, addirittura a gesti. Però. a parte questo particolare, l’atmosfera che regna in quella località è davvero magica. Una piazzetta fantastica, vicoletti in pietra, panorama da una parte sul mare in tempesta e dall’altra sulle montagne sono tutti particolari che non volevano più farmi andare via. Alla fine ho ceduto e mi sono seduto in una tavernetta con una vista stupenda e la wi-fi diretta per controllare la posta elettronica sorseggiando un frappè. Ho ceduto ancora ed ho acquistato un paio di infradito in pelle fatte interamente a mano ad un terzo di quello che le abrei pagate in Italia.

Olympos - vista generale

Olympos – vista generale

 

Olympos - piazzetta

Olympos – piazzetta

Nota dolente che purtroppo non manca mai: parlando con una signora del posto ho saputo che ad Olympos non c’è neanche un medico e la popolazione è per il 90% composta da anziani (i giovani sono andati tutti via, come sempre accade). E’ davvero triste sapere che nel 2016 in una nazione facente parte della UE il primo medico potrebbe trovarsi ad un’ora di auto di distanza. In caso di problemi più gravi della normale amministrazione si tratterebbe di mancanza di possibilità di salvezza. Dopo questo ho deciso di gettare la spugna: avevo visto davvero tutto e mi chiamava un’altra località di mare per terminare la giornata. L’avevo lasciata volutamente al penultimo giorno perchè era selvaggia ed a me queste cose piacciono in modo morboso. Essendo circa ad un’ora dalla stanza, se me ne fossi innamorato ci sarei andato tutti i giorni senza voler vedere altro. Troppa era la tentazione che mi trascinava: spiaggia decisamente senza ombrelloni, strada sterrata di circa 3 km stretta e ad strapiombo sul vuoto per arrivarci (un errore di guida sarebbe stato letteralmente fatale e questa è una sorta di selezione naturale insormontabile per i soliti turisti) e lontana abbastanza du tutte le località più conosciute dell’isola: per il mio punto di vista, un eden totale. Sto parlando di Agios Minas…e le mie previsioni si sono puntualmente avverate. Spiaggia in cui ho visto 10 persone in tutta la giornata, con ciottoli scuri e piatti in cui si poteva riposare senza farsi male, mare di colore azzurro scuro ma trasparente da far vedere il fondo anche a largo e profondità subito dopo pochi passi dalla riva. Che cosa mancava ? Niente di niente, secondo me. Era ora di pranzo e quel posto mi aveva conquistato. Leggo che a 50 metri si trova una tavernetta con wi-fi. Mi chiedo come sia possibile, così vado a vedere. Ci trovo un simpatico greco con la maglia della Roma (ma alla mia domanda sul motivo mi risponde che è stato solo un caso averlo trovato vestito così, quindi non aveva fini particolari); simpatico anche perchè non parla una parola di italiano, ma comunichiamo in perfetto inglese (il suo, mentre il mio è come sempre bello “maccheronico”). Decido di variare il programma e di mangiare li, in quell’atmosfera fantastica lontana dalla realtà. Poi saluto e torno in spiaggia a godermi il resto del pomeriggio. Bagni a non finire, sole e relax hanno finalmente vinto in un silenzio rotto solo dal soffiare del Melteni. Queste sono le giornate di mare che desidero davvero.

Spiaggia di Agios Minas

Spiaggia di Agios Minas

L’ultimo giorno, come appena scritto, mi sobbarco di nuovo un’ora di macchina per passare le ultime ore di Karpathos sulla mitica spiaggia di Agios Minas, ma stavolta non mangio alla tavernetta perchè mi sono attrezzato in anticipo. Altro sole e relax in attesa che arrivi il momento di andare in stanza a preparare i bagagli per la partenza del mattino successivo. Pago il conto della stanza, vado in aerporto, riconsegno la macchina che per fortuna non aveva danni (anche se la paura di averne fatti sullo sterrato micidiale di Agios Minas per due giorni di seguito era tantissima…) e prendo il volo Vueling che mi riporta a casa puntuale come un orologio svizzero.

Anche stavolta la vacanza è giunta al termine, ma Karpathos mi è rimasta nel cuore. Ripeto, dopo un attesa crescente di 7 anni sarebbe stato facilissimo rimanerne deluso, ma stavolta non è stato così. Tra week-ends e viaggi di una settimana è stata la mia quinta volta in Grecia e, devo dire, non sono mai rimasto deluso fino ad ora. La Grecia è un paese meraviglioso che, anche se tartassato dall’Unione Europea per quello che i suoi vecchi politici hanno combinato (maledetti loro…) continua a mantenere una dignità incredibile che rispetto totalmente. Dal punto di vista ambientale c’è qualcosa che si possa dire o contestare? Noi italiani ci vantiamo perche abbiamo poco più di 100 bandieri blu, mentre i greci ne hanno 430. Lascio a chi legge i dovuti ragionamenti, anche se le bandiere blu vengono assegnate a chi ha un mix di acque pulite (ottimo) e servizi (sbagliatissimo), ma soprattutto non vengono assegnate a tutti coloro che le meritano ma solo a chi ne fa domanda e risulta idoneo. Comunque sia, il mio banalissimo esempio sta a significare che il mare in Grecia è tantisssimo e tutto stupendo. Si mangia bene, si spende il giusto e si torna a casa con la nostalgia per ciò che si ha lasciato. Personalmente spero di visitare un’altra località greca già l’anno prossimo.

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