Ferragosto 2017 – Tappa 4 di 5: Berlino e Potsdam

di admin

***  Prosegue dalla Tappa n. 3 ***

Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Berlino? Clicca qui!

Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Potsdam? Clicca qui!

 

Alla fermata davanti alla stazione ferroviaria prendo il tram in direzione dell’aeroporto di Bergen. Il tragitto è abbastanza lungo, ma molto bello perchè passa attraverso zone della periferia che non avrei mai potuto raggiungere a piedi. Cosa favolosa: come metto piede sul mezzo pubblico inizia a piovere. E’ andata di lusso perchè le previsioni ci stanno prendendo pochissimo: precipitazioni ce ne sono, ma a sprazzi e non regolari; soprattutto ho passato due giorni e mezzo in Norvegia con un po’ d’acqua a Stavanger e zero qui. Che piova adesso che sto andando via, veramente poco importa. Lo scalo di Bergen è nuovissimo ed avveneristico; non ci sono grandi fronzoli, come del resto in tutti i paesi nordici in generale, ma sembra di stare proiettati nel futuro. Questo è il momento in assoluto più difficile di tutto il viaggio e, memore della partenza da Bergamo, sono un po’ in ansia. Sono di fronte ad una Coincidenza con la “C” maiuscola: causa orari risicati, basterebbe un ritardo del volo di un paio d’ore per mandare a monte tutto il resto del programma fino a domenica. Sto tornando in Polonia, di nuovo a Danzica, da dove prenderò un bus notturno con direzione Berlino. Tutto però dovrà avvenire sul filo dei minuti o giù di lì. Con questa tensione eseguo i controlli e vado al gate. Fortunatamente tutto fila liscio come l’olio e mi imbarco all’ora corretta. Il tragitto lo passo come sempre tra un sonno…e un altro; ormai l’aereo fa parte di me e mi culla. Atterro nello scalo che ormai già conosco ed esco per prendere il pullman pubblico per la stazione ferroviaria che passa quasi subito: tutti i pezzi del puzzle sono ormai andati al loro posto e l’ansia si trasforma in piacere tutto da vivere. Ho un paio d’ore da trascorrere qui ed il fatto di conoscere già la città mi aiuta tantissimo: cerco e trovo dopo poco un market per comprare qualcosa da mangiare e da bere per la lunga tratta su strada che mi sto apprestando a fare. La prossima tappa è la cena: torno in stazione e mangio un menù al McDonald che pago poco più di metà prezzo rispetto a quanto costa in Italia…eppure la qualità è la stessa; mistero! All’orario convenuto vado nel retro dove trovo agevolmente l’autostazione; il bus arriva dopo poco e per fortuna questo è il capolinea, quindi dentro nessun passeggero è già seduto: ad attenderlo ci sono io e decine di altre persone stra-cariche di borsoni e chissà cos’altro. La fortuna è che la compagnia Polski Bus (per me ottima dato che ci ho già viaggiato in passato) permette di avere il posto assegnato gratuitamente in fase di prenotazione, così già so dove andare.  Alla fine l’autista mette in moto e andiamo a Berlino, destinazione aeroporto Schonefeld. La serata inizia col solito tablet e sgranocchiando qualcosa di ciò che ho comprato poco prima, poi il sonno prende il sopravvento nonostante le varie fermate per carico/scarico passeggeri durante la tratta. Ancora col sole a riposo arrivo al punto convenuto. E’ venerdi 18 agosto 2017, è’ prestissimo, ma c’è già un viavai incredibile; al giorno d’oggi gli aeroporti fortunatamente non si fermano mai. Attendo lì al calduccio un po’ di tempo; sarebbe inutile andare in centro adesso. Quando reputo che è il momento mi dirigo verso la stazione ferroviaria sita all’uscita dello scalo, davvero comodissima. Li prendo un treno (biglietto € 3,40) e scendo alla fermata Zoologischer Garten, uno dei maggiori nodi di scambio nella capitale tedesca. Primo obiettivo: l’ufficio della compagnia dei trasporti cittadina. Il motivo è semplice: essendo residente a Roma ed abbonato annuale ATAC (lo so…mi vergogno a scriverlo…ma è così perchè a lavorare con la metro ci devo andare e non posso evitarlo) posso sfruttare la convenzione esistente tra le due città che consente di avere fino ad una settimana per ogni anno solare di viaggi gratuiti sull’intera rete di Berlino. Sbrigata questa pratica burocratica, mi sposto verso l’albergo per depositare il borsone. La distanza che percorro è abbastanza lunga, non meno di venticinque-trenta minuti. Ho scelto una sistemazione molto vicina ad una fermata della metropolitana proprio per poter far tutto senza dover camminare per ore solo per raggiungere la camera. Appena arrivo all’hotel/ristorante faccio un po’ di rumore (la receptionist non c’è…sarà andata a farsi i cavolacci propri) e chiedo se può prendere il mio bagaglio. Mi dice che per un supplemento di 5 euro mi avrebbe dato addirittura le chiavi della stanza ed ovviamente non me lo faccio ripetere due volte: vengo da un viaggio notturno in bus e non ho quattro mura per me dall’ultima notte a Bergen, trascorsa comunque in una casa in condivisione coi proprietari, bagno compreso. Entro, sistemo tutto e mi faccio un doccione da paura. Senza dire il nome per non fare pubblicità, col senno di poi l’albergo scelto si è rivelato bellissimo e comodissimo, soprattutto relazionato al prezzo pagato. Camera enorme (quadrupla per una persona), pulita e ben arredata, bagno grande e completo di tutto: non ho davvero nulla da eccepire, anzi…me lo sarei aspettato nettamente peggiore. Finalmente esco e, mappa alla mano, inizio il tour. Sono abbastanza vicino al centro storico ed inizio la passeggiata che pian piano mi ci porterà. Contrariamente alle previsioni meteo, il cielo è coperto solo in parte ed il sole c’è, al punto da poter girare in t-shirt e pantaloncini (il freddo della Norvegia me lo sono già scrollato di dosso dal ritorno in Polonia). Svolto a sinistra all’altezza del ponte Muhlendamm e costeggio il corso d’acqua Sprea. Sul lato opposto posso vedere l’imponenza del Neuer Marstall, edificio storico completato nel 1901 che fa gli onori di casa.

Il Neuer Marstall, lato corso d’acqua Sprea

In una piazzetta che si apre all’incrocio tra la Spreeufer (che sto percorrendo) e la Propstsrasse trovo la Statua di St. Georges.

Statua di St. Georges

Proseguo ancora costeggiando lo Sprea; ad un certo punto i miei occhi vengono riempiti da un edificio enorme e bellissimo, ma ne parlerò tra poco; prima devo dedicare il tempo necessario per portare nel libro dei ricordi anche il Monumento a Marx ed Engels che si trova proprio qui a fianco.

Monumento a Marx ed Engels

Mi trovo sul Liebknechtbrucke e purtroppo vedo che siamo alle solite: in lontananza ci sono cantieri ovunque, stavolta per la costruzione di una nuova linea della metropolitana. Ormai che la Germania nel 2017 sia bestiale da questo punto di vista è appurato da mesi; questa è solo l’ennesima conferma. Il giorno in cui troverò una città tedesca senza scavi e senza gru a deturpare il paesaggio accenderò un cero; sinceramente non so a chi…ma lo accenderò, promesso. Tappa d’obbligo adesso è il vicinissimo Lustgarten, la piazza/giardino con in mezzo la Moderner Brunnen dove affacciano il palazzo dell’Altes Museum e l’incredible Berliner Dom. Il lato opposto della strada è invece tutto a pezzi.

Moderner Brunnen

Altes Museum – Panoramica

Ales Museum – dettaglio

Berliner Dom

Questo posto si chiama “Museumsinsel” non per caso: l’espressione significa letteralmente “Isola dei Musei” e quello appena visto, seppur importante, è solo uno di una lunga serie di palazzi espositivi presenti subito dopo ed ubicati tutti su di una parte di terra completamente circondata da canali. I musei presenti oltre all’Altes Museum: Neues Museum, Vecchia Galleria d’arte nazionale, Bode Museum ed il Museo di Pergamo (il più visitato tra tutti). Anche qui la mano pesante della ristrutturazione si fa sentire, purtroppo.

Vecchia Galleria d’Arte Nazionale

Bode Museum

Strana scultura di fronte al Bode Museum

Appena fuori dall’isola ci sono il Museo di Storia tedesca nell’edificio dell’ex Arsenale di Berlino (il palazzo barocco più significativo della città) ed il museo dell’ex DDR. Proseguo ora la mia passeggiata portandomi in un’altra zona di vero interesse: in una grande piazza interamente pedonale ci sono sia elementi di storia che di modernità. Sto parlando per esempio della St. Marienkirche e della bella Neptunbrunnen, ma anche di una cosa che ai tedeschi pare piacere da morire ed è la Torre della Televisione (si dice sia la seconda struttura più alta in Europa, ma non vorrei scrivere fesserie, per cui resto col dubbio). Berlino non è la prima città in cui la vedo e sinceramente mi domando ogni volta che cosa abbia di tanto bello/caratteristico. Resto dell’idea che certe cose vadano costruite in periferia e non accanto al Berliner Dom…per fare solo un esempio. Sulla stessa piazza si affaccia anche il Rotes Rathaus (letteralmente “Municipio Rosso”), palazzo del potere della città. Indovinate un po’? Lavori in corso invasivi impediscono di portare a casa una foto decente.

St. Marienkirche – lato

St. Marienkirche – fronte

Neptunbrunnen – Panoramica

Neptunbrunnen – dettaglio

Torre della Televisione

Subito dietro c’è il luogo che personalmente trovo il più controverso di tutta Berlino: la Alexanderplatz. Provo a spiegare meglio che posso le mie ragioni: storicamente è un luogo importante perchè punto di riferimento della parte Est al tempo della Germania divisa, attualmente è un nodo di scambio per i trasporti pubblici locali, ha avuto il privilegio di passare da piazza che ospitava in origine un mercato di bestiame ad essere uno dei punti più battuti della capitale tedesca, ma francamente…che cosa c’è di bello qui? A parte la Fontana dell’amicizia  tra i popoli (che lascia il tempo che trova) ed il Reloj Berlin (l’orologio che ruota in maniera perpetua mostrando l’ora in vai posti del globo)…ci sono solo centri commerciali, un mercato di dubbio gusto con banchetti gestiti da extracomunitari e niente più. Andrò fuori dal coro, ma rimango qui il tempo strettamente necessario per scattare qualche foto e poi scappo via in cerca di luoghi decisamente migliori di questo.

Fontana dell’amicizia tra i popoli

Ripercorro la strada fino al Lustgarten e da qui imbocco la direzione opposta a quella presa precedentemente. Inizio subito dal Maxim Gorki Theater, posto in posizione un po’ defilata. Dopo, facendo lo slalom tra i lavori in corso, osservo il Neue Wache (Nuova Guardia) ed il monumento ad Alexander von Humboldt (esploratore e botanico tedesco) davanti alla “sua” università sul lato destro della strada e poi arrivo in Bebelplatz, sita invece sul lato sinistro. Qui il Teatro dell’Opera è “sotto copertura” (in parole povere: impraticabile); fortunatamente la Vecchia Biblioteca e la Cattedrale di St. Hedwig sono in qualche modo ammirabili.

Maxim Gorki Theater

Neue Wache

Monumento ed Universita “Alexander von Humboldt”

Vecchia Biblioteca

Cattedrale di St. Hedwig

Appena fuori dalla piazza, nello spartitraffico, trovo il Monumento Equestre dedicato a Re Federico II di Prussia.

Re Federico II di Prussia

Mi aspetta ora una bella camminata sul viale Unter den Linden , ma la fatica viene ripagata quando leggo il nome della fermata della metropolitana locale: sono finalmente all’inizio di Pariser Platz ed a pochissimi passi dalla storica Porta di Brandeburgo (Brandenburger Tor), simbolo di Berlino nel mondo. Due aree verdi gemelle con fontane si trovano ai due lati lunghi del perimetro ed in mezzo c’è il “corridoio” per il passaggio. 26 metri di altezza, 65 metri di larghezza: sorretta da colonne doriche del diametro di 1,75 metri e con la scultura di una quadriga posta in alto, sopra alla porta stessa (elemento addirittura rubato nel corso della storia da Napoleone che la mise a Parigi, poi riportata al suo posto e più volte danneggiata e restaurata). Che emozione essere qua davanti, soprattutto dopo aver visto la foto del “Muro” (oggi completamente smantellato) che fino al 1989 ha diviso la città per decenni passare solo pochi metri oltre questo pezzo di storia.

Porta di Brandeburgo – Panoramica

Dettaglio della Quadriga

Fontana in Pariser Platz

Superando questa soglia si esce dal quartiere Mitte e si entra nel quartiere Tiergarten, zona che, come recita il nome stesso, ha il verde dei giardini a farla da padrone. Ma non c’è solo questo ovviamente, per cui mi dirigo nella prima direzione utile con lo scopo di fare un giro completo dell’area, molto ricca di punti di interesse. Il primo in ordine di distanza è il Monumento in Memoria dei Sinti e dei Rom sterminati durante la seconda guerra mondiale, circa 500.000 persone. Si tratta di una vasca rotonda che ha al centro un piccolo altare di forma triangolare sul quale ogni giorno viene messo un fiore nuovo.

Monumento in memoria dei Sinti e dei Rom – panoramica

Monumento in memoria dei Sinti e dei Rom – dettaglio

Esco dall’area dedicata e, dopo poche decine di metri, mi trovo davanti al bellissimo palazzo sede del Bundestag, il Parlamento Tedesco. Un vero capolavoro di architettura…se non fosse per una auto-gru che proprio adesso decide di rompere i marroni sul lato lontano. Alla sua destra c’è un altro edificio governativo, stavolta decisamente più moderno: sto parlando della Paul-Loebe-Haus. Dopo una serie di particolari aiuole con piccole fontanelle, si trova poi il palazzo della Cancelleria Federale.

Il Bundestag

Paul Loebe Haus

Cancelleria Federale

Andando avanti, seguo Paul Loebe Allèe fino a che arrivo nuovamente sulle rive dello Sprea, canale che si trova ovunque. Alla mia sinistra ho l’edificio conosciuto come “Casa delle Culture del Mondo” che viene usato attualmente per rappresentazioni d’arte mirate, come recita il nome stesso, all’interscambio culturale tra le varie zone del globo. Qui è interessante fare una passeggiata sulla riva del fiume fino ad arrivare al bel Moltkebrucke.

Casa delle Culture del Mondo

Moltkebrucke – panoramica

Moltkebrucke – dettaglio

Passo dall’altro lato dello Sprea e passeggio anche da questa nuova parte finchè arrivo al Lutherbrucke che attraverso; nel frattempo diverse barche cariche di turisti mi passano accanto. E’ particolare osservare la lenta inversione ad “U” che fanno quando evidentemente arrivano al limite massimo nel quale si possono spingere.

Lutherbrucke – Panoramica

Lutherbrucke – Colonna Commemorativa

Superato il ponte si mostra un altro pezzo da novanta della città che mi ospita: Lo Schloss Bellevue. Decisamente bello. Il prato verdissimo che lo precede è un punto in cui alcuni turisti si riposano sedendosi sull’erba.

Schloss Bellevue

Lascio a malincuore questo castello, ma ho ancora da vedere un mondo di cose. Proseguo la mia marcia seguendo Spreeweg fino ad arrivare all’imponente Siegessaule, la Colonna della Vittoria. E’ un monumento altissimo (66,89 metri) posto al centro di una rotatoria in cui le macchine non smettono mai di passare. Lo si raggiunge infatti solo usando quattro tunnel sotterranei che portano proprio sotto la colonna. I monumenti di Helmut Graf von Molkte (generale prussiano, capo di stato maggiore dell’esercito) e di Albrecht Graf von Roon (personaggio importantissimo della politica prussiana nel momento clou a metà ottocento) completano l’area.

Siegessaule (Colonna della Vittoria)

Helmut Graf von Molkte

Albrecht Graf von Roon

Mi trovo nel cuore del Tiergarten di Berlino e devo raggiungere il prossimo obiettivo. Ho due scelte: passare lungo la strada canonica oppure in mezzo al bosco/giardino. Opto per la seconda e mi inoltro nei viali passando in mezzo a tanta vegetazione. Camminare qui non fa neanche pensare di essere in mezzo a quella che, per l’attuale ruolo della Germania nella UE, è da considerarsi la più importante tra le capitali d’Europa. Purtroppo il Rosengarten (il roseto) è chiuso; peccato…avrei voluto dare volentieri un’occhiata e dare in pasto alla mia reflex qualche altra bella immagine. Segue una carrellata di scatti eseguiti durante la passeggiata.

Tiergarten – 1

Tiergarten – 2

Tiergarten – 3

Tiergarten – 4

Tiergarten – 5

Adesso però mi permetto di divagare due minuti, perchè proprio qui trovo il momento più divertente dell’intera settimana di vacanza in giro per l’Europa: all’estremità del laghetto con le foglie galleggianti che ho mostrato qui sopra c’è un cagnolino minuscolo che si diverte a recuperare la sua pallina nell’acqua quando qualcuno gliela lancia facendo corse e tuffi spettacolari. La gente li intorno si diverte a tirare la palla ed a godersi la scena, lui pian piano però…perde la pazienza. Infatti dopo almeno il decimo lancio seguito da altrettanti tuffi e recuperi, la bestiolina prende la pallina in mezzo ai denti e se ne va, come per dire “E mo’ m’avete rotto li c….i!!!”. Qui c’è la foto presa davvero al volo (e quindi un po’ sfocata) di uno dei mitici tuffi nel laghetto. E’ un po’ piccola e si vede meglio su un pc che su un telefonino. Sono stati quindici minuti clamorosamente spassosi.

Il primo cane medaglia d’oro di tuffi

Al momento opportuno della camminata esco dal Tiergarten esattamente all’altezza del prossimo punto di interesse segnato sulla mia personale mappa. Quando arrivo sul bordo della “Strasse des 17 Juni” non si potrebbe attraversare; le macchine passano che è una bellezza e la prossime strisce pedonali le vedo sfocate, per quanto sono lontane. Alla fine basta un rapido calcolo dei tempi e sfilo lo stesso dall’altro lato della carreggiata dove trovo ad attendermi il Memoriale per i Soldati Sovietici caduti durante la Battaglia di Berlino, una struttura davvero imponente poco lontana dalla Porta di Brandeburgo, piena di storia e significato che commemora la vittoria dell’Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale sugli invasori nazisti.

Memoriale Sovietico – 1

Memoriale Sovietico – 2

Memoriale Sovietico – 3

Memoriale Sovietico – 4

Poco dopo, al centro dello stradone di prima, si trova “Der Rufer”, una scultura che rappresenta una donna che grida con le mani alla bocca. Berlino la interpreta come un richiamo alla pace; io pensavo mi stesse dicendo “Attento!!!” mentre attraversavo le corsie fra una macchina e l’altra. Chiedo scusa per la pessima battuta; su certe cosa bisognerebbe non sdrammatizzare mai.

Der Rufer

Arrivo così su “Platz des 18 marz” e giro verso destra: da questa parte ci sono altre cose interessantissime da vedere. La prima è l’impressionante Memoriale per gli Ebrei uccisi in Europa durante la seconda guerra mondiale. In un’area totale di 19.000 metri quadri sono stati messi 2.711 blocchi di cemento (chiamati “stele”) di colore grigio scuro; tutti i blocchi differiscono in altezza (da 0,2 metri a 4 metri). L’intero monumento è percorribile a piedi, nel senso che la distanza tra una stele e l’altra dà sempre la possibilità di un passaggio agevole. Il piano sul quale poggiano le stele non è sempre piano, ma ha profondità diverse. Infatti, se all’inizio io sono più alto delle stele, camminando verso il centro vengo man mano sovrastato da esse. L’artista che ha ideato quest’area ha voluto realizzare così un simil-nazismo, cioè un sistema che sembrasse apparentemente ordinato, ma che sotto sotto distruggesse totalmente chi vi veniva coinvolto. Secondo me ha colto davvero nel segno. E’ poi possibile accedere ad un’area sotterranea in cui, grazie a foto e testimonianze, vengono ricostruite situazioni reali di coloro che purtroppo hanno terminato la loro vita anzitempo a causa della follia umana.

Memoriale per gli Ebrei – 1

Memoriale per gli Ebrei – 2

Memoriale per gli Ebrei – 3

Dall’altro lato di Eberstrasse c’è in bella vista il Monumento dedicato a Goethe, importantissimo scrittore, poeta e drammaturgo tedesco.

Monumento a Goethe

Prendo ora Franzosicher Strasse perchè vedo sulla mappa che ci sono altre cose da osservare, ed infatti arrivo dopo non molto nella piazza Gendarmenmarkt: qui ci sono il Franzosischer Dom, il Deutscher Dom (coperto da impalcature) e la Konzerthaus.

Franzosischer Dom

Konzerthaus Berlin

Mi sposto poi nell’area della famosa Nikolaikirche: è un edificio davvero molto particolare e da osservare a lungo. In più, nella stessa zona, trovo altre tre sculture: due sembrano di bronzo, mentre la terza è sicuramente di…peluche (chi li ha messi in quel modo è un genio!).

Nikolaikirche

Scultura di Bronzo – 1

Statua di Bronzo – 2

Stanchi dal tour…si riposano

Poche decine di metri e mi trovo davanti il bellissimo palazzo dell’Altes Stadthaus. Proseguendo ancora, arrivo prima alle Rovine della Chiesa del Monastero Francescano (una costruzione nata nel 1250 della quale oggi rimane solo parte dello scheletro) e poi alla Parochialkirche.

Altes Stadthaus

Rovina della Chiesa del Monastero Francescano

Parochialkirche

Guardo l’orologio e vedo che ho ancora tempo. Sono un po’ stanco perchè sto camminando ininterrottamente da stamattina in una metropoli, però queste occasioni sono solito non gettarle al vento. Così uso le batterie supplementari e mi rimetto in moto. La passeggiata non è breve, però alla fine arrivo alla Sinagoga Nuova di Berlino. E’ molto bella, ma ci sono molti alberi e la facciata risulta purtroppo molto coperta.

Sinagoga Nuova

Più avanti, in angolo, trovo lo storico palazzo “Postfuhramt” costruito nel 1881. Allora era usato come “scuderia postale”, nel senso che poteva contenere moltissimi cavalli (c’è chi dice addirittura duecento) impiegati per lo svolgimento del servizio postale. Oggi non contiene animali, bensì uffici.

Postfuhramt

Proseguo ancora avanti per vedere l’ultimo obiettivo da questa parte: si tratta della St. Johannes Evangelist Kirche, la cui vista viene deturpata in parte dalle macchine parcheggiate ovunque.

St. Johannes Evangelist Kirche

Torno indietro ed inizio la “risalita” verso l’albergo. Di strada ne ho percorsa tantissima oggi, soprattutto perchè non ho preso alcun mezzo pubblico: tutto ciò che ho descritto l’ho incontrato camminando. Ho però tempo per vedere il Cimitero Ebraico che ha, appena fuori dall’ingresso, questa scultura:

Fuori dal Cimitero Ebraico

Proseguo il rientro e trovo una cosa che mi sconvolge: vedo qualcosa che si muove in una zona verde e lì per lì penso ad un gatto, così faccio per avvicinarmi. Quando però capisco di cosa si tratta faccio una frenata morbida morbida per vedere di non spaventarlo mentre provo a scattare una foto: è un coniglietto intento a mangiare un po’ d’erba in santa pace. Cioè…nel cuore di Berlino, in mezzo a tonnellate di asfalto e cemento, c’è un coniglio; e pensare che nel cuore di Roma ci sono animaletti anche di dimensioni maggiori…ma sono topi di fogna. L’immagine che segue si vede probabilmente meglio su un pc o comunque su uno schermo medio/grande.

Titolo del film: Un coniglietto a Berlino

Sarei anche arrivato vicino all’albergo…quando decido di fare una nuova deviazione e di rientrare più tardi. Mi porto quindi con molta calma in Markischer Platz dove posso ammirare il Markisches Museum. Siccome sono un tipo fortunato (?!?), proprio accanto allo stabile, sulla stessa linea di visuale, c’è parcheggiata non una Smart o una Peugeot 107, bensì un Bus Gran Turismo da 52 passeggeri + conducente. Per riuscire a scattare una foto decente dell’edificio senza farci entrare il pullman ho dovuto sudare le fatidiche sette camicie.

Markisches Museum

Da qui non ho più molto tempo per raggiungere altro, ed in più il cielo si sta incupendo, sia per l’ora che per pesanti nuvole in arrivo. D’altra parte per il meteo sarebbe dovuto essere un giorno interamente funestato dalla pioggia…mentre per ora di gocce non se n’è sentita neanche una. E’ così che mi metto a passeggiare nella zona in cui mi trovo  ed una cosa è certa: scopro uno spaccato meno maestoso rispetto alla Porta di Brandeburgo o al Bundestag, ma sicuramente più reale: temo si tratti di un quartiere abitato da molti stranieri perchè ci sono insegne di tutti i tipi, kebab uno dopo l’altro, ristoranti asiatici e chi più ne ha più ne metta. Alla fine però ottengo due nuovi scatti per il mio album digitale ed un’idea. Le foto si riferiscono ad un murales molto particolare ed al monumento dedicato a Franz Hermann Schulze-Delitzsch (economista e politico tedesco) che si trova nell’omonima piazza. L’idea è quella di provare a cercare un sushi all-you-can-eat a buon mercato; ho sempre sentito dire che a Berlino si può mangiare con due soldi, se si sà cercare…così accendo il tablet e ci provo.

Bel Murales

Franz Hermann Schulze-Delitzsch

La regola del “chi cerca, trova” vale anche stavolta: adocchio un ristorante che offre la formula di mio interesse e che ha allo stesso tempo sia un buon prezzo che discrete recensioni. E’ pur vero che bisogna sempre fare una media ponderata tra chi mette cinque stelle e chi una per lo stesso posto in fase di giudizio. La verità è che io la gente non la capirò mai: come può un posto essere superbo per alcuni ed una topaia per altri allo stesso tempo? Va bene che tutti i gusti sono gusti, però così è troppo ed è il solito motivo di sempre: gli esseri umani sono ridicoli, non ci sono alternative. Quando si legge “ho messo una stellina perchè al cameriere gli puzzano i piedi” è qualcosa che fa cadere le braccia. Con questi pensieri vado a prendere la metro: il posto dove sto andando non è lontano, ma basta camminare. Appena metto il naso fuori dal tunnel di uscita vedo che sta venendo giù il mondo: non piove, ma stra-diluvia. Fortunatamente devo percorrere solo 80 metri indossando il k-way, ma è come se non lo avessi avuto. Arrivo alla porta di ingresso che sono fradicio tipo barbone affamato. Mangio e vengo via deluso: è la seconda volta che provo il sushi in Germania ed ora ho la conferma al 100% che l’adattamento della cucina giapponese ai gusti tedeschi non fa al caso mio. Possibile che su un nastro kaiten passino sono due Nigiri al Salmone (uno dei piatti principali in Italia) in 40 minuti? In più il sushi col riso viola e così via proprio non mi aggradano; la volta scorsa a Francoforte non fu un caso: mangiano proprio così. Quindi ci metto una croce sopra per il futuro e torno in camera. Fortunatamente piove pochissimo (due goccioline di numero) ed arrivo quasi del tutto asciutto. E’ il momento di godermi il mega-stanzone quadruplo tutto per me e di piazzarmi davanti al mio gioco preferito.

Sabato 19 agosto 2017: La sveglia suona presto, non più tardi delle 6:45. Oggi il programma è “bellicoso”, nel senso che ci sono tante cose che bollono in pentola. Mi preparo e faccio il check-out lasciando il borsone in custodia alla reception: fuori non c’è un sole come sarebbe d’uso in agosto, ma neanche piove come aveva previsto il meteo. Vado alla stazione di Alexander Platz (fortunatamente questo posto squallido e solo commerciale serve a qualcosa…) e prendo il primo treno per la cittadina di Potsdam della quale ho letto molte buone cose e visto foto stupende. Il viaggio è tranquillo, tranne quando esco dalla stazione: fa un freddo abbastanza cane…ed io non ho altri vestiti da aggiungere alla mia t-shirt estiva con pantalocini corti. Spero che muovendomi possa cambiare qualcosa, ma la risposta è negativa. Per cui cammino e batto i denti allo stesso tempo. A parte questo “insignificante” dettaglio, inizio il giro cercando di passare nei punti in cui il sole fa capolino. Attraverso il ponte che passa sopra alla Freundschaftinsel (che vedrò più tardi, al ritorno) ed imbocco subito a destra la Humboldtstrasse. In pochi minuti mi trovo in un luogo bellissimo: l’Alter Markt. Tanti punti di interesse si affacciano su questa piazza regalando un colpo d’occhio superbo. Sto parlando del Museo Barberini, del Potsdam Museum, dell’Obelisco (alto 25 metri), della Chiesa Evangelica “Nikolaikirche”  e del bel complesso che ospita il Parlamento Regionale (Landtag) al quale si accede tramite il Fortunaportal. Niente male per essere qui da neanche un quarto d’ora.

Museo Barberini

Potsdam Museum

Chiesa Evangelica “Nikolaikirche”

Obelisco

Fortunaportal

Dopo questa scorpacciata iniziale (è come aver fatto indigestione a colazione 🙂 ) proseguo la mia passeggiata costeggiando il Filmmuseum ed ammirando, poco dopo, il fascino decandente/abbandonato della Nagelkruzkapelle.

Filmmuseum Potsdam

Nagelkreutzkapelle

Prima di svoltare a destra in Schopenauerstrasse e vedere la Baptisten-Kirche, passo di fronte al Museo di Storia Naturale ed ad un nuovo obelisco che attira la mia attenzione perchè tutto coperto da quelli che hanno l’aria di essere dei geroglifici, anche se non ne conosco ne le origini nè il motivo per cui è stato messi qui.

Misterioso Obelisco

 

Baptisten-Kirche

A pochi metri da qui, attraversando Charlottenstrasse, mi trovo in Luisenplatz; c’è una bella fontana (semplice e lineare), ma soprattutto sono di fronte alla Brandenburger Tor di Potsdam. Quella di Berlino non ha paragone, anche se il nome è lo stesso, però anche questa ha il suo perchè.

Fontana di Luisenplatz

Brandenburger Tor di Potsdam

Oltrepassando la porta potrei andare direttamente in centro, ma non lo faccio adesso. Lo farò più tardi: Potsdam è famosa anche perchè nel suo perimetro custodisce un favoloso parco pieno di ricchezze architettoniche racchiuse in spazi verdissimi; è agosto, quindi quale periodo migliore per visitare il Parco Sanssouci ? E’ questa l’idea che sto per mettere in pratica, ma prima faccio una piccola deviazione per vedere quella che viene definita la Moschea cittadina, davvero particolare.

Moschea di Potsdam

Che io non sia una persona normale, questo è risaputo. Niente di positivo, per carità; intendevo nel senso totalmente opposto. Specificato questo…la domanda è la seguente: potrei accedere al Parco dall’ingresso principale? Certo che no, sarebbe troppo semplice e troppo comune. Lo faccio alla mia maniera alternativa: imbocco una strada che passa in mezzo a case private, prima asfaltata e poi sterrata, e passo da un cancello secondario. Due cose mi preoccupano mentre mi avvicino: c’è una persona li ferma che sembra un guardiano di quelli piazzati apposutamente per rompere le scatole e, cosa ben più grave, vedo un cartello in lontananza. Appena mi trovo a distanza di lettura vedo che proprio stasera (con mia solita fortuna) è programmata una festa ad uno dei castelli qui presenti e che quindi dopo una certa ora l’accesso sarà a pagamento con tanto di spettacolo. Alla fine tutto procedo liscio, ma ho davvero rischiato grosso: spesso in questi casi il luogo che ospita un evento è chiuso al pubblico sin dal mattino, mentre qui hanno avuto un po’ di buon cuore. Mi aspetto che “il tipo” mi dica qualcosa o mi fermi, ma non è così. Gli passo accanto senza colpo ferire ed entro; metto da parte le ansie del momento ed inizio a pensare alla direzione da prendere. Guardandomi intorno, il parco è semplicemente enorme. Ci sono addirittura i cartelli con le indicazioni delle cose da vedere; è come essere per strada, solo che il fondo è sterrato  e si è in mezzo ai prati. Prime destinazioni sono il “Romische Bader” e lo “Charlottenhof”, due piccole realtà molto vicine tra loro che affacciano entrambe sullo stesso laghetto, il Maschinenteich. Belle costruzioni, fiori ed acqua sono i padroni incontrastati di questo luogo di relax.

Charlottenhof – 1

Charlottenhof – 2

Poco più avanti c’è l’Hippodrom, un giardino racchiuso da alberi per l’intero perimetro che ha la forma di un ippodromo. Ma il bello deve ancora venire, ed è per questo che spendo un po’ più di parole e di immagini per quello che io definisco un capolavoro: sto parlando della zona dei Neues Palais. Edifici imponenti, magnifici ed immersi in un contesto naturale di prima categoria vincono su tutto, anche sui dannati rompiscatole che stanno montando qualsiasi cosa per la rottura di c…ehm…per la festa di questa sera. Provo in tutti i modi a scattare fotografie che non ritraggano questo scempio. Comincio a credere che gli organizzatori di tutto il mondo sbircino la mia sezione dei “next stops” e calendarizzino i lavori a seconda delle mie prenotazioni perchè non è possibile finire sempre dove c’è qualcosa in preparazione.

Neues Palais – 1

Neues Palais – 2

Dispiace infinitamente abbandonare questo posto, ma il tempo è sempre tiranno. Qui siamo all’estremità opposta rispetto all’ingresso principale, così inizio il percorso a ritroso. Appena girate le spalle ai palazzi, ci sono due strutture posizionate simmetricamente rispetto ad essi: due piccoli templi che prendono il nome di Antikentempel (di colore rosso con tetto verde) e Freundschafttemple (di colore bianco con tetto verde).

Freundschafttempel

Mi dirigo sparato verso il Castello dell’Orangerie, ma quando vi arrivo ho una pessima sorpresa: lavori in corso ed impalcature che stavolta impediscono qualsiasi tipo di invenzione con le foto; peccato perchè la vista sarebbe stata davvero degna. Mi accontento di passeggiare in mezzo al Giardino Siciliano che si trova poco lontano, anche se è tutta un’altra cosa.  Poco dopo trovo anche il Mulino Storico del Parco.

Ingresso del Giardino Siciliano

Scorcio del Giardino Siciliano da una Terrazza

Mulino Storico

Torno sulla strada principale (Hauptallèe) e successivamente, a sinistra, osservo il Palazzo delle Neue Kammen. E’ ora il momento di ammirare la fontana che si trova al centro del Lustgarten, il giardino del Palais Sanssouci che dà il nome a tutto questo complesso. La struttura è alla mia sinistra, raggiungibile salendo la scalinata del Weinbergterrassen, un perfetto mix tra verde e costruzioni. Tutto davvero bellissimo, soprattutto col sole che allieta questa giornata.

Fontana del Lustgarten

Schloss Sanssouci in cima alla Weinbergterrassen

Questa parte del parco è colma di corsi d’acqua che la rendono ancora più interessante. Mi metto a cercare il punto migliore per scattare una foto ricordo, sperando che venga bene.

Uno dei canali del Parco Sanssouci

Il prossimo punto di interesse che raggiungo è la Chinesisches Haus (Casetta Cinese), un tocco di Asia in questo splendore teutonico. Devo dire che non piace solo a me, vista la mole di gente che ci trovo. Ma non bisogna dimenticare una cosa: comincia ad essere tarda mattinata ed i “culi di piombo” che raggiungono i luoghi con calma dopo una bella dormita sono arrivati.

Chinesisches Haus – 1

Il mio percorso verso l’uscita dal parco prosegue ora con un altro pezzo forte: la Friedenskirche. Uno dei suoi lati si trova su un piccolo laghetto chiamato Friedensteich. E’ una chiesa protestante con all’interno delle pregevoli sculture. Anche qui il colpo d’occhio è da notare.

Friedenskirche – Panoramica

Friedenskirche – Campanile

Friedenskirsche – scultura

Il Parco Sanssouci è terminato, quindi mi appresto ad uscire: l’accesso è transennato proprio per l’evento che sta per iniziare nel pomeriggio. Verso il centro ci torno passando per un’altra strada rispetto a quella percorsa al mattino, cioè prendendo la Hegelallee; qui ho modo di vedere la Jagertor, molto semplice rispetto a tutto ciò che ho visto finora.

Jagertor

Da qua svolto a destra in direzione della Brandenburgerstrasse, la via principale di Potsdam. E’ ovviamente piena di negozi, caffetterie e locali vari, oltre che di gente a passeggio (d’altra parte è sabato mattina in pieno agosto). Qui succede una cosa apparentemente normale, ma che nel corso del viaggio tornerà a bomba, per cui…chi fosse interessato a leggere anche la quinta ed ultima parte del racconto di questa settimana di ferragosto 2017 troverà “il finale” dell’aneddoto: mi imbatto in un artista di strada che suona uno strumento stranissimo (non ne conosco il nome, ma probabilmente lo ha ideato lui stesso). Mi fermo un paio di minuti ad ascoltarlo perchè il rumore che emette quell’arnese è piacevole. Vende anche un CD a 10 euro e sono tentato di comprarlo, però poi lascio perdere e me ne vado. Riprendo il giro che sta arrivando pian piano alla sua conclusione: la strada che sto percorrendo finisce esattamente davanti alla Chiesa di Pietro e Paolo.

Chiesa di Pietro e Paolo

Torno un pochino indietro e prendo a destra la Friedrich-Ebert Strasse fino a raggiungere prima la Nauener Tor e poi il Palazzo del Municipio, sulla stessa strada.

Nauener Tor

Municipio di Potsdam

E’ ora di andare verso la stazione. Il tempo a mia disposizione secondo la tabella di marcia sta per scadere. Non devo dimenticare che ho da concludere anche il giro a Berlino. Ma sono uno che mantiene sempre le promesse: avevo detto che al ritorno avrei visitato la Fruendschaftinsel e lo faccio davvero. E’ una vera e propria isola, come recita il nome stesso, sita in mezzo al fiume Havel. Si tratta principalmente di un parco/giardino pieno di tante varietà di piante, con un’area giochi per bambini, un noleggio barche ed una caffetteria; un posto ideale per rilassarsi, ma non lo apprezzo poi molto. Entro nella stazione ferroviaria e guardo a che ora ha il treno: ho ancora tempo per uno spuntino, visto che sarebbe ora di pranzo. Vedo un po’ di torte vendute a tranci ad un prezzo fattibile ed in pratica…faccio colazione (non fatta precedentemente, per fortuna). I due “dolcetti” sono di una bontà disarmante, ma anche di una pesantezza incalcolabile al punto che mi resteranno sullo stomaco fino a cena. Una volta entrato nel perimetro della capitale tedesca è inutile scendere di nuovo ad Alexanderplatz, da dove sono partito qualche ora fa. Scendo alla fermata Zoologischer Garten perchè potrei studiare un nuovo tour.  Qui, a parte lo Zoo e l’acquario che sinceramente non mi interessano, posso ammirare la Kaiser-Wilhelm-Gadachtniskirche. Ma “ammirare” è una parola grossa, quando alla base dell’edificio ci sono banchetti che vendono qualsiasi cosa e, soprattutto, quando dietro c’è un palazzo in ristrutturazione che rovina la visuale. Vedere per credere…

Kaiser-Wilhelm-Gedachtniskirche

Qui mi viene un’idea diabolica…o meglio…me la fanno venire gli altri: vedo infatti diversa gente che, in pieno agosto, scende nella metropolitana con al collo la sciarpa dell’Hertha Berlino, maggiore squadra di calcio della città. Faccio due conti tra me e me: è sabato 19 agosto, sono circa le 14:00 (passate da poco) e c’è gente in giro “vestita” in questo modo”…ovvio! Sta per iniziare la prima giornata della Bundesliga 2017-2018 e l’Hertha gioca pure in casa!!! Non me lo faccio dire due volte e mi fiondo nei sotterranei a prendere il treno che porta diretto allo stadio insieme ai tifosi. Dopo qualche fermata scendo ed esco nella piccola stazione.

Fermata Olympia – Stadion della metro berlinese

Lo stadio in questione non è un centro sportivo qualsiasi, bensì l’Olympiastadion in cui (per fare solo un esempio) nel 1936 un certo Jessie Owens (atleta di colore) vinse la medaglia d’oro davanti ad Hitler. C’è la bolgia in questa occasione, inutile dirlo; tutti stanno andando a vedere la partita. Quando arrivo davanti mi prendono due brividi: il primo per ciò che vedo (bellissimo l’impianto) ed il secondo per ciò che sento: i tifosi dell’Hertha già all’interno del “catino” stanno inneggiando in coro la loro squadra. Non è un campetto di periferia…li dentro sono tantissimi ed il rumore è a livelli disumani.

Olympiastadion di Berlino

Manco dagli stadi da un po’ e sinceramente sono tentatissimo di andare alla biglietteria ed assistere al match contro il neopromosso Stoccarda. Poi però desisto e non faccio la pazzia; ho un giro da finire. Resto qui fino al fischio d’inizio della stagione ancora oggi in corso. La cosa veramente incredibile è il comportamento dei tifosi: nel piazzale dove mi trovo ci sono sia quelli della squadra di casa che quelli della squadra ospite con tanto di maglia addosso, come se niente fosse. La polizia (poca, per la verità) sta defilata ad un angolo a farsi gli affari propri. Se in Italia si mettessero a contatto le tifoserie opposte prima di un match di calcio ci potrebbe scappare il morto. Qui tutto tranquillo, come dovrebbe essere. Poi mi domandate perchè continuo a vergognarmi? Questo è un altro motivo, l’ennesimo di una serie incalcolabile. Quando vado via sono praticamente solo: ci sono io ed una famiglia padre-madre-figlia (anche loro turisti) che si saranno fatti una milionata di selfie con lo stadio in sottofondo. Con la metro stavolta  mi fermo nel punto più vicino per vedere la Berliner Mosque (la moschea locale), ma dopo una buona passeggiata…la trovo imbustata per i lavori: madonne a go go si lbrano nell’aire…; quando ritorno in possesso delle mie facoltà mentali cambio “credo” e raggiungo la Cattedrale Ortodossa Russa che, per fortuna, è fuori dalla busta.

Cattedrale Ortodossa Russa

Cammino di nuovo e sulla mia strada raggiungo il Municipio del quartiere Schoneberg: sarà di importanza minore rispetto al Municipio Centrale, ma lo trovo lo stesso imponente e degno di nota. Poco dopo mi imbatto nella Paul-Gerhardt Kirche e nella Dorfkirche Schoneberg, posizionate una accanto all’altra.

Municipio locale di Schoneberg

Dorfkirche Schoneberg

Ho modo di camminare nuovamente in un quartiere popolare e lo vedo sempre dalla tipologia di negozi presenti e dalle persone “multietniche” che incontro. Appena raggiungo la stazione, prendo la S-Bahn e torno in centro dove ho ancora cose da vedere. Stavolta mi tuffo nella modernità più sfrenata ed in un ambiente abbastanza d’elite: la mia prossima destinazione è Potsdamer Platz. Grattacieli di vetro dalle forme più strane, centri commerciali, ristorante di ogni genere e chi più ne ha più ne metta si trovano qui.

Potsdamer Platz – 1

Potsdamer Platz – 2

Ho scritto “zona d’elite” perchè, dall’abbigliamento dei presenti, si capisce molto più che da mille parole. Stranamente anche le macchine che girano per queste strade sono più costose della media…finchè non passa questo tizio qui che riporta le cose a posto:

Il manicomio è alla prima a destra…

Ma una cosa particolare ce l’ha anche questo posto: nel bel mezzo delle tonnellate di cemento e vetro c’è un rettangolo di terra con erba rialzato dal piano strada (un monoblocco, per capirci): la gente lo usa per rilassarsi, sdraiarsi e fare pic-nic in mezzo…ai grattacieli. E’ un ambiente che sinceramente non fa per me, però una capatina ce l’ho voluta fare. Mi sposto adesso poco più avanti, in Matthaikirchplatz. Qui vedo, in una volta sola, il Palazzo del Kulturforum, la Kammermusiksaal (sala concerti), il Palazzo della Filarmonica e la St. Matthaus Kirche.

Kammermusiksaal

Sk. Matthaus Kirche

Le lancette dell’orologio girano come un treno. Mi rimane il tempo solo per un ultima visita e decido di andare al Checkpoint Charlie. Quando c’era quello autentico (adesso è stato spostato in un museo e qui ricostruita una copia a solo fine turistico, motivo per cui ho lasciato questo punto in coda) era un posto di blocco di importanza strategica ai tempi del muro; era il crocevia tra il blocco comunista del quartiere “Mitte” e quello americano del quartiere “Kreuzberg”. Tale luogo ha visto scorrere scene spesso raccapriccianti…mentre oggi è mèta di gente che vuole farsi scattare la foto con i militari…; accanto alla “buffonata americana” c’è però il Museo del Muro e dalla parte opposta un…McDonald’s (no comment). Per arrivare qui seguo il navigatore una volta tanto e, durante il percorso, vengo fermato da una coppia che mi chiede indicazioni proprio per il Checkpoint Charlie; dico loro che ci sto andando e che, se vogliono, possono seguirmi. Lo fanno e ci mettiamo a chiacchierare: sono finlandesi e resteranno in città ben cinque giorni. Io non avrò visto tutto tutto tutto, ma con il giro di due giorni (includendo anche Potsdam) ho scritto questo post e non mi sembra poco. Quando gli dico che tour sto facendo e quanto l’ho pagato spalancano la bocca per lo stupore. Si vede che sono due viaggiatori occasionali ed è bello aiutarli. Mi dicono addirittura che sono stati fortunati ad incontrarmi, altrimenti chissà quando avrebbero trovato il loro obiettivo. Alla fine ci salutiamo.

Checkpoint Charlie

Sulla strada del rientro in hotel riesco anche a vedere la sagoma in metallo a sole due dimensioni (manca del tutto la profondità) posta dove un tempo c’era la Bethlemkirche, distrutta durante la guerra nel 1943. Purtroppo sto andando di fretta e la foto che scatto viene uno schifo, quindi evito di pubblicarla. Imbocco Leipzigerstrasse e vado a prendere il mio borsone, così anche la mia avventura berlinese giunge al termine.

*** Prosegue con la Tappa n. 5 (ultima) ***

You may also like

Scrivi un commento