Bratislava e dintorni, Senec e Trnava

di admin

Primi giorni di ottobre, fa ancora abbastanza caldo in Italia…forse troppo per essere già in autunno; ma il clima nostrano, così come quello di tutto il mondo, è cambiato e sta ancora cambiando molto da quando ne ho memoria. Così si può assistere qualche volta ad un agosto un po’ più fresco e piovoso, ma di contro si avrà il prolungamento della buona stagione fino a novembre inoltrato. Sinceramente non so a cosa possa giovare tutto questo perchè, per esempio, ad ottobre può fare tutto il “calduccio” che si vuole, ma non si può andare al mare come in piena estate…quindi si ha una situazione di “nè carne nè pesce” che a me proprio non piace. Allora perchè non andare a fare un bel giro di 3 giorni / 2 notti dove probabilmente avrei trovato le temperature adatte alla stagione in corso ? Anche con questo spirito mi metto in volo per Bratislava, la capitale della Slovacchia, tanto nominata in un famoso spot televisivo degli anni novanta sulla geografia politica in corso di radicali cambiamenti.

Volo Ryanair che arriva in perfetto orario, come al solito; riesco praticamente sempre a trovare offerte low-cost un po’ per tutti i servizi quando viaggio, ma stavolta mi sono superato: l’auto a noleggio l”ho pagata non più di 10 euro per 3 giorni usufruendo di una combinazione di sconti. Di solito non scrivo mai i singoli prezzi che pago nei miei posts, ma questo è davvero degno pittoresco. Uscito dall’aeroporto trovo fresco, ma non freddissimo. Si fa sentire il fatto di stare in Europa centrale perchè da noi le persone girano ancora con le maniche corte nelle ore di sole mentre qui in Slovacchia no. Però il freddo non è come me lo aspettavo. Imposto il navigatore sulla prima tappa della giornata prima di andare a prendere possesso dell’hotel alla sera: sono diretto a Senec, non per il fatto che ci sia chissà cosa da vedere, ma per non farmi mancare neanche stavolta il mio strameritato momento di relax: anche qui ho trovato un piccolo acquapark dove trascorrere alcune ore in santa pace. Ne parlerò nella sezione dedicata ai parchi di divertimento. Uscito dalla struttura come nuovo con ancora i capelli bagnati, decido di fare comunqe due passi nella località in cui mi trovo. Internet aveva ragione: non ci sono punti di interesse degni di nota tranne un piccolo e grazioso lago abbracciato dal paese, per cui dopo aver fatto giusto una passeggiata e poche foto riprendo la macchina e vado in direzione della seconda tappa programmata.

Arrivo dopo poco alla vicina Trnava, cittadina di media grandezza con un centro storico totalmente pedonale da visitare. Non è certo un posto turistico per eccellenza ma più che altro una perla che trova chi sà cercare, per cui non ci sono molti turisti oltre a me e riesco a parcheggiare proprio al limite della zona interdetta alla auto. Inizio la passeggiata e, guardandomi in giro, proseguo il mio relax anche fuori dalle piscine: è davvero un piacere camminare qui, ma non solo. Questo piccolo centro urbano ha davvero un ottimo rapporto tra estensione ridotta ed elementi da vedere. In ordine sparso ho avuto la possibilità di ammirare:

  • La Torre Civica
Torre Civica

Torre Civica

  • L’antico municipio
Antico Municipio di Trnava

Antico Municipio di Trnava

  • Colonna della Trinità
Colonna della Trinità

Colonna della Trinità

  • La Cattedrale di San Nicola
Cattedrale di San Nicola

Cattedrale di San Nicola

  • Il Palazzo Arcivescovile
  • La chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa San Giovanni Battista

Chiesa San Giovanni Battista

  • L’Università
  • La Chiesa dell’assunzione
  • La Chiesa di Santa Elena
  • La chiesa della Trinità
Chiesa della Trinità

Chiesa della Trinità

  • L’edificio del Teatro
  • La Sinagoga
  • La Chiesa di San Giacomo
Chiesa di San Giacomo

Chiesa di San Giacomo

  • La chiesa di Sant’Anna.

Dopo questa bella scorpacciata di monumenti in un’atmosfera davvero tranquilla giunge il momento anche di un’altro tipo di scorpacciata. A Trnava, come del resto in tutta la zona, ci sono delle “finestre”, tra un negozio e l’altro, dalle quale si può comprare da mangiare a prezzo decisamente basso. Panini di diversi tipi soprattutto, ma anche kebab e specialità locali. Decido di spezzare l’appetito lì e, bevande comprese, non spendo praticamente nulla. Oltre che per i punti di interesse inizio ad apprezzare la Slovacchia anche da questo punto di vista. Con lo stomaco finalmente silenzioso, mi rimetto in macchina e mi dirigo verso la terza tappa del giro.

Nel comune di Smolenice, seguendo delle appropriate indicazioni, si arriva ad un parcheggio dal quale si prosegue a piedi in mezzo al bosco. Dopo 10-15 minuti di salita nella quale si respira aria davvero pulita, si arriva alla grotta Driny. Con una guida rigorosamente in slovacco (non avevo alternative purtroppo) mi unisco al primo gruppo in partenza ed esploro cosa ha da offrire quella cavità. Devo ammettere che ci sono luoghi molto più belli anche in quella stessa nazione, come per esempio le grotte di ghiaccio, ma le visiterò in futuro perchè si trovano a 400 km dalla capitale, più vicine all’aeroporto di Kosice. Per oggi mi accontento di questa grotta che unisco comunque al portafoglio delle mie esperienze. Ho invece apprezzato molto anche il ritorno al parcheggio ripassando attraverso il bosco: la salita dell’andata si è trasformata in discesa (ma và?) e me la sono goduta davvero tutta avendo intorno un panorama niente male e tanto silenzio. Si riparte in direzione della quarta tappa di oggi.

Arrivo senza grossi problemi al castello “Cerveny Kamen”. Si tratta di una costruzione davvero ben conservata, come ce ne sono diverse in Slovacchia. Visito sia il verdissimo parco esterno che il cortile che si trova subito dopo il portone di ingresso.

Cortile interno del Castello Cerveny Kamen

Cortile interno del Castello Cerveny Kamen

Faccio molte fotografie perchè merita davvero, ma il tempo maggiore lo passo seguendo una mostra ospitata proprio entro le mura del castello stesso. Si tratta di una esposizione di rapaci e ce ne sono davvero tantissimi esemplari diversi, tutti molto molto belli. Tale “esposizione” (anche se, trattandosi di animali vivi, non mi piace affatto chiamarla in questo modo) è curata da un gruppo di ragazzi che a questi uccelli vogliono davvero un grandissimo bene e lo si vede lontano un miglio. L’esperienza più bella è durata però una quindicina di minuti di rara intensità: ad un certo punto del pomeriggio, due di quei ragazzi hanno iniziato a parlare ad alta voce in slovacco ed io ovviamente non ho capito un tubo di ciò che stavano dicendo; ho però visto tutti i visitatori andare verso la stessa direzione, così ho capito che sarebbe cominciata di li a poco una “dimostrazione pratica”. Mi aggrego agli altri ed arrivo in uno spiazzo dove ci sono delle panche, così mi scelgo un posto dal quale ho ottima visibilità e mi siedo. Inizia infatti uno “spettacolo” gestito dai due: tenendo i rapaci totalmente liberi, senza corde o altro, lanciando degli oggetti da una parte all’altra dell’area o semplicemente con un gesto delle loro mani, gli uccelli seguono alla lettera le loro indicazioni; vanno dove gli viene indicato e, nel caso, riportano l’oggetto al legittimo proprietario. Ma non stiamo parlando di cagnolini, bensì di creature che generalmente fanno ciò che più vogliono seguendo l’istinto. Alla fine, come se non bastasse, uno dei ragazzi ci indica di guardare in alto verso destra, dove in lontananza ci sono delle mura; il punto indicato è molto distante ed anche i miei occhiali fanno fatica a mettere a fuoco. Poi però riesco a vedere: su quel muro c’è un loro collaboratore che ha un aquilotto appollaiato sul braccio a circa 200-250 metri di distanza. Un semplice gesto della mano ed il rapace ha spiegato le ali ed è sceso in picchiata verso di noi finendo, da così lontano, dritto sul braccio del ragazzo che si trova di fronte a me. Avrebbe potuto andarsene, fare i proprio comodi perchè è lasciato libero, ma l’aquilotto non ha fatto niente di tutto questo. E’ tornato dritto dal suo amico umano (attenzione: non è il suo “padrone”…) proprio come farebbe, ripeto, un grazioso cagnolino. Quindi questo mi fa capire l’amore che queste persone provano per i loro rapaci. Se li allevassero con la forza, con cattiverie o torture varie, alla prima occasione di libertà come quella che ho visto dare con i miei occhi…scapperebbero via per non ricomparire mai più. Ed invece non è andata così ed è stato semplicemente meraviglioso.

Una delle aquile della dimostrazione

Una delle aquile della dimostrazione

 

La più imponente aquila della dimostrazione

La più imponente aquila della dimostrazione

E’ ora di andare verso l’albergo dove avrei pernottato per l’intero soggiorno, per cui prendo la macchina (anche se a malincuore perchè sarei stato lì per altre ore) e mi dirigo verso la capitale slovacca. Quello che ho prenotato è davvero un ottimo hotel ubicato però fuori città. Per arrivarci occorre guidare in salita per un po’ fino ad un vero e proprio bosco. Quella strada è cieca, nel senso che termina con un ingresso oltrepassabile rigorosamente a piedi; credo che, con una stagione migliore di quella attuale, sia un ottimo polmone verde protetto usato dai locali per passeggiare nella natura su percorsi selezionati. Il bivio a sinistra prima di raggiungere la fine della strada porta, dopo circa un chilometro ancora, all’albergo. Confermo ancora una volta che si trova in una zona davvero isolata; intorno ci sono solo alberi ed incredibilmente vedo spruzzi di neve sui loro rami; quindi, ricapitolando, poco sotto si trova la città di Bratislava dove fa freddo, ma di neve non se ne ha neanche l’ombra; lì dove sono io invece la neve c’è. Il silenzio regna sovrano e viene rotto solo dal rumore dei motori delle auto che vanno e che vengono: è proprio questo ciò che voglio per le mie notti. Scoprirò poi nei 3 giorni di permanenza che la sala ristorante situata al piano terra viene regolarmente affittata per pranzi/cene di matrimonio o altre celebrazioni, ma il pregio di questa struttura è che, anche se sotto c’è una festa con 100 invitati, nella zona delle camere non si sente assolutamente volare una mosca. Tutto incredibilmente perfetto. Però la giornata non è ancora finita perchè non ho nulla da mangiare per cena. Decido ovviamente di uscire perchè è ancora abbastanza presto, c’è luce, comincio ad avere fame e non ho certamente pagato un biglietto aereo per stare dentro ad una stanza. Mi dirigo in centro e parcheggio in una zona che mi sembra congeniale, o meglio…che si trova vicino ad un ristorante accuratamente scelto “a tavolino”. Lo so che è una cosa assurda trovarsi in Slovacchia e mangiare cose diverse dalla tradizione locale, ma c’è molta molta carne nei menù del posto ed a me non mi va molto di ingozzarmi così. Per cui ho optato per un sushi “all you can eat” a buffet dove, con meno di 10 euro, ho scelto portate a volontà. Qualità non eccelsa, ma a Bratislava va bene così. Torno poi in stanza soddisfattissimo per il bellissimo giro fatto nelle ore precedenti, mi attacco alla wi-fi dell’albergo e, dopo aver impostato la sveglia per la mattina seguente, lascio al tempo ed alla stanchezza decidere quando è il momento di dormire: ovvero…crollerò sulla tastiera quando l’ultimo granello di forze sorreggerà le mie palpebre.

Il giorno seguente è totalmente dedicato alla città che mi ospita: Bratislava non è certo considerata nell’elite delle capitali europee più conosciute, anche perchè ha questo status da non molti anni: prima era la città più grande della parte povera della vecchia Cecoslovacchia; non so davvero immaginare quante persone la includessero in un giro turistico, ma il tempo fortunatamente cambia le cose, e qualche volta riesce a farlo anche in meglio (ma non sempre). Numericamente parlando ho scoperto in fase di programmazione che questa città ha meno punti di interesse della più piccola Trnava, ma quelli che trovo sono pochi ma buoni.

Sta praticamente tutto nella “Stare Mesto”, ovvero la città vecchia; inizio il giro proprio da Hlavne Namesti, la piazza più particolare recentemente riportata al suo originario splendore.

Veduta della Fontana di Hlavne Namesti

Veduta della Fontana di Hlavne Namesti

Scoprirò poi, al calare della sera, che la sua bella fontana viene illuminata con un gioco di luci e colori che la rendono ancora più suggestiva. Guardarsi intorno e trovarsi in mezzo a tutti i bei palazzi che ne delimitano il perimetro…con un piccola dose di fantasia fa sembrare di trovarsi davvero in un tempo diverso dal nostro. Degni di nota sono anche la Chiesa Di Santa Elisabetta d’Ungheria (detta anche Chiesa Blu per via del suo colore) ed il Duomo di San Martino, chiesa più amata di tutta la città. Arrivato poi nella zona del Danubio posso ammirare il Novy Most, o meglio il ponte nuovo; proprio lì si erge “l’UFO”: è un bar/ristorante fatto a forma di disco volante situato a parecchi metri di altezza dal suolo. Si paga la salita fino al suo interno che viene dedotta dal conto solo in caso di uso del ristorante; se si va solo per un drink si pga sia la salita che ciò che si beve; è un po’ caro, ma lo spettacolo di poter vedere Bratislava a 360 gradi dalle sue vetrate è da provare.

Novy Most + UFO

Novy Most + UFO

Nota di colore: passando per la città vecchia in direzione del Novy Most ho attraversato una piazza (quella che da una parte culmina con il bel teatro di Bratislava) nella quale vedo eccezionalmente un palco sul quale si sta esibendo una band a me sconosciuta. Il cantante usa la lingua inglese sia durante la performance canore che nei suoi discorsi al pubblico tra un brano e l’altro, per cui capisco che non è slovacco. Bene, passando da lì sono riuscito a capire che il protagonista sta spiegando a tutti coloro che lo ascoltano che ci sono cose terribili nel mondo ed inizia a nominarne alcune tra le quali la guerra, la droga, le armi e tutto ciò che conosciamo; quando poi sento, compreso in quell’elenco, il nome “Silvio Berlusconi” mi vergogno anche lì di essere italiano ed associato a tale personaggio, come già successo in altri paesi del mondo in precedenza (persino a Zanzibar, dove tanta gente fa davvero la fame, quando hanno visto il mio passaporto non hanno detto “pizza, spaghetti, mandolino” ma hanno fatto quel nome. Anche loro mi hanno preso in giro in quel modo). C’è davvero da essere fieri…

Teatro di Bratislava

Teatro di Bratislava

Bratislava poi ha altri due gioielli da mostrare, situati entrambi su colline: il primo è lo Slavin, un monumento commemorativo per onorare i caduti dell’armata rossa che entrarono in città per liberarla dall’invasione nazista nel 1945. E’ composto da una scalinata, un cimitero ed un obelisco alto circa 40 metri sormontato dalla statua di un soldato. Ma quello che manca ancora è il vero simbolo di questa città e lui lo sa perchè la domina dall’alto: sto parlando del Castello, l’imponente e bellissima struttura di colore bianco che si vede perfettamente alzando gli occhi al cielo dalla Stare Mesto.

Castello di Bratislava di giorno

Castello di Bratislava di giorno

Per arrivarci serve una buona passeggiata, ma ne vale veramente la pena. Infatti, oltre al Castello si può avere una vista stupenda della città dall’alto (altro che dal ristorante “UFO” che da qui pare meno imponente) e, sulla destra, anche del palazzo del parlamento slovacco. Ma, come ripeto, è il Castello l’elemento simbolo di questa città; lo fotografo da ogni angolatura sia di giorno che di notte (ci sarei poi tornato dopo cena perchè, proprio a poco più di 100 metri, ho trovato un buon ristorantino dove cenare).

Castello di Bratislava di notte

Castello di Bratislava di notte

E’ davvero bello e se ci penso adesso mi sembra di vederlo di nuovo davanti ai miei occhi. Ma alla fine dei conti, non sono solo i punti di interesse a rendere piacevole questa città: anche passeggiare tra i suoi vicoli crea un’atmosfera davvero speciale che francamente non mi aspettavo riuscisse ad influenzare quelle ore in maniera tanto positiva. Contento anche oggi dell’ottimo giro fatto, alla fine di tutto torno nella mia stanza “in mezzo al bosco” e trovo il parcheggio congestionato per la presenza di una cena di nozze; ma, come già detto, ai piani alti non si sente niente, per cui wi-fi a tutto spiano e dormita quando la stanchezza avrà avuto la meglio.

Terzo ed ultimo giorno in questa parte di Slovacchia. Lascio presto la stanza riconsegnando le chiavi e mi metto in marcia per un nuovo itinerario. Il volo di rientro lo avrò nel tardo pomeriggio, per cui ci sono ancora tante ore da sfruttare al meglio. Obiettivo principale è il Castello di Devin: visto anche questo punto di interesse come si deve avrei completato il programma, per poi disporre ancora di qualche ora da passare nella capitale per rivedere ciò che ho apprezzato maggiormente durante le ore precedenti. Tornando al Castello di Devin, è ubicato a pochissima ditanza da Bratislava (neanche 15 km) e posto ovviamente su una collina; la particolarità è che si trova sulla confluenza tra la Morava ed il Danubio: dall’alto si ha una visuale fantastica di questo meraviglioso “intreccio” di fiumi.

Veduta dal basso del Castello di Devin

Veduta dal basso del Castello di Devin

 

Confluenza tra Morava e Danubio vista dal Castello di Devin

Confluenza tra Morava e Danubio vista dal Castello di Devin

E’ uno dei più antichi manieri dell’intera nazione ed è stato eretto per proteggere il paese e le strade commerciali. Il Castello non si presenta intero poichè è stato più volte distrutto e ricostruito, ma nel VXIII secolo fu abbandonato definitivamente e distrutto dai soldati napoleonici. Ad oggi restano solo le sue rovine, anche se l’intera struttura è davvero degna di nota e vale il prezzo del biglietto di ingresso.

Torno poi a Bratislava, ma qui non perdo tempo nel fare la cronaca di ciò che ho voluto rivedere in centro, ma passo subito alla novità: una breve e fugace visita allo stadio dello Slovan; per carità, niente di eccezionale, ma qui ci gioca una delle squadre che ogni hanno potrebbero partecipare alla Champion’s League e proprio su quel prato verde potrebbero giocarci fior di campioni. A me fa sempre piacere avere la possibilità di dedicare qualche minuto anche a questo tipo di visite e, se posso, non disdegno mai. Ho ancora un pochino di tempo per gustare in santa pace un mega bicchiere di birra locale (davvero molto buona) e per vedere un simpatico cagnolino senza una zampina che si esibisce all’interno di un’aiuola.

Cagnolino acrobata per la gioia della padrona che lo osserva

Cagnolino acrobata per la gioia della padrona che lo osserva

Ma c’è una finale col botto…non può andare sempre tutto liscio. Ahimè, anche stavolta arriva il momento di tornare a casa. Prendo la macchina parcheggiata in centro a Bratislava ed imposto, come sempre in quei 3 giorni, il navigatore in direzione aeroporto. Fino ad allora mi aveva sempre guidato fedelmente dove gli avevo chiesto di portarmi, per cui non ho fatto peso a niente ed ho seguito le sue indicazioni. A meno di due ore dal volo mi  trovo a rallentare fino a fermarmi in mezzo…al nulla; secondo lui sono arrivato a destinazione: mi trovo su una strada asfaltata ma di campagna, con assolutamente niente intorno e, in lontanzanza (ma molto in lontananza…) la vista della torre di controllo. Pochi secondi di panico e poi la decisione: navigatore satellitare bocciato e quindi spento: si va a naso! Riparto da quel punto sconosciuto e, senza vedere cartelli in giro che mi indicano l’aeroporto, cerco di prendere le strade in direzione proprio della torre di controllo osservata poco prima. Quando riesco ad arrivare in un tratto un po’ più trafficato riavvolgo la mia memoria con un bel “rewind” fino alla prima mattina in terra slovacca e, nella mie mente, cerco di rivedere il film delle strade che avevo preso per andare in direzione opposta, cioè dall’aerostazione al centro. Non so neanche io come…sembra la scena di un film…ma alla fine ce l’ho fatta a vedere il bivio che indicava “Letisko”, cioè aeroporto in lingua locale. Inutile poi raccontare le corse per superare i controlli di sicurezza ed arrivare al gate in tempo dopo aver riconsegnato la macchina. Se avessi avuto un bagaglio da imbarcare avrei probabilmente perso l’aereo. Ma alla fine è andata bene.

In conclusione, avevo letto su internet e libri specializzati che la zona forse più bella della Slovacchia dal punto di vista naturalistico non è quella di Bratislava (dal punto di vista storico questa città merita davvero una giornata ed anche qualcosa di più), bensì la parte ad est (quella di Kosice, per capirci meglio) sicuramente più selvaggia. Ma al momento quell’aeroporto è stato tolto dalle tratte in partenza da città italiane (fino ad un po’ di tempo faci si arrivava da Orio al Serio e mi sono morso le mani quando non sono riuscito ad organizzare quell’uscita a causa di uno stramaledetto giorno di ferie che non potevo permettermi di prendere in nessun modo). Posso comunque dire che i tre giorni in Slovacchia sono stati davvero belli e degni di nota. Consiglio a chi è indeciso di farci un salto perchè di cose da vedere ce ne sono, l’atmosfera che si vive è davvero serena e, alla fine, si spende anche poco.

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2 Commenti

Flavio 19/02/2019 - 23:55

Salve, ho letto con molto interesse la tua esperienza di viaggio dato che ad agosto vorrei passare 5/6 giorni a Bratislava e girare nei dintorni. Vorrei sapere il nome dell’hotel in cui hai soggiornato, mi piace il fatto che sia isolato. Ti ringrazio, Flavio.

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admin 20/02/2019 - 11:54

Ciao Flavio.
Ti ringrazio per essere passato di qua e soprattutto per l’interesse dimostrato.
L’albergo in cui ho soggiornato a Bratislava si chiama “Hotel West”. Se ti interessa non avere niente intorno (solo bosco) è quello che fa per te. Come ho scritto nel post, ci potrebbero essere degli eventi organizzati al piano terra, ma questo non può prevederlo nessuno.
Resto a disposizione in caso di ulteriori domande.
A presto

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