10 consigli per viaggiare meglio e responsabilmente

di admin

In questo post mi cimento in una pratica in cui tutti (o quasi) gli altri bloggers si sono già espressi: una lista di consigli redatta per permettere ai lettori di viaggiare meglio, con maggiore qualità e sicurezza, cercando di godere a pieno del proprio soggiorno. Il mio personale “decalogo” deriva al 101% da esperienze vissute in prima persona nel corso degli anni. Niente di inventato, ma piccoli e reali accorgimenti che, aereo dopo aereo, itinerario dopo itinerario e problema dopo problema, reputo oggi “cose sante”. Magari ciò che sto per scrivere  è stato già detto e ridetto da chissà quanta gente…ma magari anche no. Provo solo a darvi degli aiuti che, dal mio punto di vista, funzionano a meraviglia. Cominciamo:

A) Trolley ? No grazie! Il senso di questo primo punto è che da anni non viaggio più con trolley al seguito. No…non metto tutto addosso partendo con 12 strati di vestiti 🙂 Ho semplicemente optato per un borsone “morbido” acquistato da Decathlon al mirabolante prezzo di € 10,00 sul quale non riponevo un minimo di fiducia perchè mi sembrava troppo “esile” dal punto di vista della consistenza; invece è ancora vivo e vegeto, non si sono mai rotte le cerniere e ci metto praticamente roba utile per un reggimento. Ma perchè partire con un borsone morbido? Facile: perchè quando varco la soglia del gate in aeroporto, le hostess neanche ci fanno caso poichè posso sempre riporlo sotto al sedile nel caso di sovraffollamento del volo e quindi anche delle cappelliere. Ho visto ormai centinaia di persone con trolley forse 4-5 centimetri più piccoli del mio borsone venire fermate per riporre il bagaglio a mano nell’apposito contenitore; puntualmente le ruote gli impedivano di entrare del tutto in quello spazio risicato e vedevo multe da 50 euro per il “fuori misura” che fioccavano a destra ed a sinistra accompagnate dalle peggiori imprecazioni dei viaggiatori, ovviamente non riferibili in questa sede. Col borsone morbido tutto questo non succede neanche se lo stracarico. Ma c’è una controindicazione: il borsone va portato a spalla nel tragitto da e per l’albergo e quindi pesa un po’ mentre il trolley scorre proprio su quelle ruote che probabilmente sono state la causa della sanzione pecuniaria subìta. Purtroppo tutto non si può avere. Per chi volesse fare ancora meglio, la ditta Arcido sta per mettere in commercio un bagaglio a mano letteralmente stratosferico, dove entra di tutto con sfruttamento minuzioso dello spazio al “modico” prezzo di 120-140 sterline. Spesso e volentieri con quella cifra ci compro 10-12 voli, quindi per quanto riguarda me credo che proseguirò col caro vecchio borsone morbido di Decathlon del valore di un deca, almeno fino a quando anche lui passerà a miglior vita…

B) Sempre in tema di bagaglio a mano, andrebbe controllato non bene, ma benissimo, quello che ci si mette dentro. Un’altra cosa estremamente fastidiosa che può capitare in aeroporto è la perquisizione degli effetti personali perchè dal detector spunta fuori che nel trolley c’è (per esempio) un gancio appuntito tipo macellaio. Ebbene si, avete letto bene: mi è capitato a Madrid di un tizio che voleva passare di legge con un gancio appuntito enorme nel bagaglio a mano. Ovviamente è stato fermato a dovere, ma immaginatevi che casino di fila ha combinato ai controlli di sicurezza. E’ ovvio che non tutti portano oggetti simili, ma la fila si crea anche quando non si mettono i liquidi nell’apposito sacchetto ermetico trasparente o quando non si mettono in mostra computers portatili e tablets vari. Quindi quando andiamo in giro portiamo solo ed esclusivamente l’indispensabile. Chi viaggia sul serio ed ha programmato un itinerario coi fiocchi non userà mai una marea di oggetti inutili perchè quando la sera se ne torna in stanza è stanco morto e già pensa al bis del giorno dopo. Con una maggiore attenzione aiuterete voi stessi e gli altri che vi seguono in fila.

C) Ultimo consiglio riguardo alla partenza dagli aeroporti: per favore, mettetevi un paio di scarpe basse, così non si genereranno problemi e quindi ulteriori code inutili. Viaggiare non significa andare ad una sfilata di moda, anzi…andrebbe fatto con abiti comodi e poco invasivi. Quando si sa che indossando certi modelli di calzature occorre necessariamente toglierle, che senso ha partire con stivali che arrivano sopra al ginocchio ? Oppure, per gli uomini, con mega-anfibi simil-conflitto nucleare addirittura col metallo sulla punta? Si sà lontano 100 km che il metal detector suonerà e che toccherà capire perchè quel misterioso congegno è scattato. Ho visto con i miei occhi persone avere carri armati ai piedi e chiedersi stupiti “chissà perchè questo coso suona? Sarà forse guasto?” E intanto dietro di loro la coda cresce…

D) Arrivati in una destinazione non fossilizzatevi solo ed esclusivamente sul posto che indica il biglietto aereo, ma spaziate anche nei dintorni che spesso nascondono cose altrettanto belle. Se sulla carta di imbarco c’è scritto Praga, non significa che ci hanno messo un braccialetto radiocontrollato al polso e che, se decidiamo di andare una giornata a Brno, saltiamo in aria a causa di una detonazione. Un esempio? Ho una coppia di amici che se va a Madrid non mette neanche un piede fuori dal perimetro cittadino. Loro DEVONO vedere Madrid e basta. E’ una questione mentale e non c’è niente da fare. Ma perchè perdersi delle belle cose che hanno unicamente l’handicap di non stare all’interno della fascia di terra compresa nel territorio comunale? Non ve la sentite di prendere una macchina a noleggio per mille motivi? Va benissimo ed è comprensibile, ma ci sono i treni, gli autobus e chi più ne ha più ne metta. In questo modo non visiteranno mai Toledo che merita sicuramente un pomeriggio e che si raggiunge in un batter d’occhio con i treni della Renfe. Ma gli esempi sono molteplici. Quando siete in viaggio cercate di allargare il più possibile i vostri orizzonti, di usare mezzi di trasporto diversi come se foste a casa vostra, vivete come “i locali” ed immedesimatevi in ciò che fanno. In questo modo sarete viaggiatori e non semplici turisti dal naso all’insù.

E) In ogni nuova località in cui andate ci sono usi e costumi diversi, soprattutto in cucina. Viaggiare significa anche provare i cibi che solitamente mangiano gli abitanti del luogo che si sta visitando. Possibilmente cercate di evitare di trovarvi nella piazza centrale di Tbilisi e di andare sparati alla disperata ricerca della “Pizzeria Napoletana da Peppino” perchè di senso ne ha veramente poco. In più, mangiando prodotti tipici locali si avranno anche meno costi perchè (prendendo ad esempio un viaggiatore spagnolo che viene in Italia) si paga meno un piatto di pasta in una trattoria che una paella alla valenciana preparata con ricetta originale.

F) Scegliete sempre itinerari concretamente realizzabili basandovi sulla vostra personalità e sulla vostra esperienza. Questo dipende ovviamente dalla natura di ogni viaggiatore e non c’è un giusto o uno sbagliato; ognuno ha i suoi ritmi: c’è chi impiega più tempo ad ammirare un monumento, una città o una regione e c’è chi in un lampo ha visto e fotografato tutto. E’ ovvio che persone così differenti devono avere programmi differenti. Provate a capire i vostri limiti ed a non strafare, anche perchè trovarsi all’estero persi da qualche parte perchè si è programmata una coincidenza tra due mezzi di trasporto con soli 5 minuti di scarto tra l’uno e l’altro comincia ad essere un problema. Quindi prendetevi i tempi giusti, anche a costo di sacrificare qualcosa. Se accadesse…sarebbe un buon motivo per tornare 🙂

G) Prudenza e sangue freddo sono alla base di un viaggio che riuscirà bene quando si è al di fuori dei confini nazionali. L’Italia, nei confronti del resto del mondo in generale, è un paese secondo me atipico e cerco di spiegare questo concetto anche stavolta con un esempio pratico. Tra le persone che seguo su Twitter c’è l’attuale Premier Matteo Renzi. Ma attenzione, avrei seguito chiunque altro ci fosse stato al suo posto perchè a me della politica proprio non interessa nulla. Lo seguo perchè, quando mi capita di leggere un suo tweet, noto che ci sono “a cascata” centinaia e centinaia di risposte. Clicco e vedo che si tratta di gente comune che, senza alcun problema, lo offende direttamente dandogli del fallito, dall’incapace, del ladro, del bugiardo e chi più ne ha più ne metta (parliamo di persone che hanno un account regolarmente tracciato…non di anonimi). Bene, provate a fare questo in Turchia (senza andare troppo lontano) o in un paese del mondo arabo a vostra scelta: la vostra fine sarà certamente già scritta. Altro esempio stavolta personale, ma che credo capiti a tante persone: noto che molti, in Italia, si girano verso la mia compagna appena passata davanti a loro e si mettono a fare apprezzamenti di vario genere e di dubbio gusto ; permettetemi, ma a me certi atteggiamenti vanno davvero poco a genio e 99,99 volte su 100 gliene dico anche quattro. La stessa cosa mi è successa in Egitto, quando la polizia aeroportuale si è cimentata in un dibattito vero e proprio al nostro passaggio; ecco, in quel caso non ho potuto nè dire nè fare nulla, neanche battere un ciglio; non volendo finire in un lugubre carcere locale ho dovuto “ingoiare quel boccone”, mio malgrado. Ciò significa che ogni paese ha le sue regole e che è meglio non rischiare di finire male perdendo la pazienza per cose magari frivole o non clamorosamente importanti. In conclusione: rivolgersi agli altri con educazione è un obbligo morale che tutti dobbiamo rispettare ovunque siamo (in primis in Italia…), ma in certe situazioni è assolutamente indispensabile mantenere la massima calma ed il massimo rispetto anche se il nostro interolocutore del momento non lo meriterebbe affatto.

H) Se proprio la situazione non è di pericolo, cercate di fare il possibile per non rifiutare qualcosa che vi viene offerto, sia esso un bene o un servizio. In molti paesi del mondo l’ospitalità è realmente sacra. Gli abitanti del posto vi potrebbero porgere qualsiasi cosa: un semplice aiuto, qualcosa da bere o da mangiare fino ad arrivare ad un invito a vedere casa loro o addirittura per restarci a dormire. Lo fanno per loro cultura e perchè sanno che non avranno praticamente mai un no. Infatti, un rifiuto ad una forma estrema di cortesia viene considerato come una pesantissima offesa e, nel migliore dei casi, il tutto finirà con il vostro interlocutore che se la prende a morte con voi e vi urlerà in faccia che siete un ingrato o roba simile. E’ normale che se desiderate dormire a casa di uno di loro avete trovato il paese e la gente che fa per voi, ma se non lo desiderate dovrete essere bravi a trovare un modo per farlo che sia il meno invasivo possibile.

I) Capitolo “pecunia”: se andate in un paese in cui la valuta corrente non è l’euro è necessario cambiare i vostri soldi per poter fare acquisti e sopperire a tutti i bisogni che potrebbero presentarsi. Io mi comporto sempre così: dato che l’aeroporto è un concentrato di furti legalizzati (mezzo litro d’acqua a 3 euro è la cosa più terribile che ci possa essere, ma anche il cosiddetto “duty free” ha cartellini con prezzi a dir poco assurdi), mai cambiare medio/grandi somme di denaro fino a che non si è ben lontani da lì. Cambiate solo una miseria appena sbarcati, giusto l’indispensabile per sopravvivere fino alla prima banca, al primo ufficio cambiavalute in città o struttura autorizzata simile. Esempio pratico: se su internet avete letto che un passaggio dall’aeroporto al centro in taxi ha un costo fisso di 10 euro, cambiate 15-20 euro in aeroporto ed il resto in città. Se invece, come a Bucharest, in città ci si arriva con un bus che costa 8 lei (equivalente di 1,80 euro circa) valevole per andata e ritorno basterà cambiare 10 euro al massimo, comprare il biglietto del pullman, scendere in centro e cambiare il resto dopo aver trovato il “negozio” che offre il tasso di conversione migliore. E’ un piccolo accorgimento utile a non regalare soldi agli speculatori delle aerostazioni. Conviene sempre e comunque cambiare poco per volta per evitare poi che vi restino soldi in valuta locale nel portafogli che, all’uscita da quella nazione, quasi sicuramente varranno come carta straccia a meno che non vi si faccia un “bis” in futuro e si possano riutilizzare. Va bene volerli collezionare, ma per questo bastano pochi spicci. Se qualcuno mette nella collezione banconote da 200 euro…beato lui 🙂

L) Cosa c’è di più bello di una fotografia venuta proprio bene quando si è in vacanza? Davvero poco altro. Ve lo dice uno che si emoziona tantissimo quando riesce ad immortalare qualcosa di notevole. Però anche qui occorre fare attenzione ad un particolare quando l’obiettivo del nostro scatto non è un panorama ma riguarda persone: in molti paesi del mondo non tutti vogliono farsi scattare foto perchè, si dice, credono che quell’attimo gli porterà via l’anima o qualcosa di simile, o più semplicemente si tratta di banale ma giustificata volontà di privacy. Caso pratico: siete in vacanza in India e vedete una donna del posto avvolta nei tipici vestiti locali e piena di gioielli dalla testa ai piedi che sembra uscita da qualche sogno, per quanto è particolare; il primo istinto è quello di prendere la fotocamera ed usarla come un mitra scattando chissà quante istantanee al secondo per essere sicuri di aver documentato proprio tutto. Se quella persona è d’accordo vi farà un sorriso e magari giocherà con voi mentre la fotografate; ma se non fosse d’accordo le avrete mancato di rispetto in maniera enorme rischiando zuffe e baruffe dove sarebbe meglio mantenere sempre la calma estrema (tornando ad uno dei punti precedenti); quindi attenzione prima di tutto a portare rispetto alla gente per questo particolare. Foto si, ma solo dopo aver chiesto il permesso.

Detto questo, so di aver scritto tante cose ovvie (almeno per me lo sono diventate col tempo). Spero solo di aver aiutato qualcuno un po’ meno pratico a capire certe norme di quando si è in viaggio oppure ad aver dato consigli interessanti.

Buon viaggio 🙂

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